C’era una volta un giovane (niente affatto favoloso; solo un poco inquieto, solo un poco «ammalato di nervi») che si chiamava Umberto. Ti dico addio quando ti cerco Amore, come il mio tempo e questo grigio vuole. Oh, in te era l’ombra della terra e il sole, e il cuore di un fanciullo senza cuore. Pochi momenti come questo belli, a quanti l’odio consuma e l’amore è dato, sotto il cielo, di vedere. Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia.