L’esperienza umana cosciente ha dato origine alla cultura, e la cultura alla storia; quest’ultima non è soltanto una cronaca, ma un’interpretazione, che include presunte cause e valori. La scienza si era a sua volta costruita nel seno della storia, cercando di descrivere con il maggior grado possibile di certezza i confini del mondo, ovvero i suoi vincoli e le sue leggi fisiche; ma queste leggi non possono prendere il posto della storia né sostituire il corso reale delle singole vite… Edelman, Sulla materia della mente cit. in D. North, Capire il processo di cambiamento economico, Bologna, il Mulino, 2006. La storia è la scienza degli uomini nel tempo (Marc Bloch) e nello spazio. Oggetto dello studio è l’uomo e i fatti e le vicende dell’uomo a livello individuale o collettivo. … il bravo storico è come l’orco della fiaba. Egli sa che là dove fiuta carne umana, là è la sua preda… (Apologia della storia, Torino, Einaudi, 1950). La storia economica è la storia delle vicende economiche a livello individuale o collettivo (Carlo M. Cipolla), ancora una volta il centro è l’uomo. Organizzazione economica Sistema economico - Società tradizionali - Economia volta alla riproduzione - Poliattività, assenza di specializzazione - Imperfetti diritti di proprietà - Famiglia come unità produttiva e riproduttiva - Funzione di intermediazione commerciale discontinua nel tempo e nello spazio - Società moderne - Economia volta alla produzione di beni e servizi per il mercato - Specializzazione - Proprietà come diritto pieno ed esclusivo - Famiglia come unità emozionale - Funzione di intermediazione commerciale regolare e continua Secondo uno dei padri fondatori della sociologia economica (Émile Durkheim) nelle società tradizionali prevale una solidarietà meccanica esito della giustapposizione di segmenti sociali equivalenti. Nelle società moderne prevale invece una solidarietà organica, consapevole e volontaria, che dalla coscienza dell’insufficienza individuale, trae la propria coesione. Ambiente Gerarchie sociali Popolazione Sistema economico Istituzioni Lungamente si è ritenuto che i fattori ambientali implicassero determinati assetti istituzionali, economici e socio-culturali dei gruppi umani. Oggi questo approccio è stato superato anche se rimane vero che l’ambiente può porre e imporre ai gruppi umani costrizioni e problemi. A partire dalla metà del ’700 le accresciute disponibilità alimentari insieme al miglioramento dei trasporti consentono di sostenere una popolazione crescente. La mortalità si abbassa mentre la natalità rimane elevata: iniziano la transizione demografica e la transizione epidemiologica. La fase finale della transizione demografica vede, nei Paesi sviluppati, il calo della natalità. Vaccini e aiuti internazionali hanno ridotto la mortalità nei Paesi sottosviluppati i cui abitanti hanno figliato a tutta forza facendo tremare il mondo sotto l’incubo di una bomba demografica. Un problema più immediato, almeno in Occidente, è l’invecchiamento della popolazione: oggi il 45% delle risorse dei paesi occidentali va sotto la voce sanità, assistenza, pensioni al 15% più anziano della popolazione. Ogni corpo sociale è stratificato in ceti: insiemi di individui che condividono una cultura comune, interessi, comportamenti analoghi. Nelle società tradizionali l’appartenenza a un particolare gruppo sociale è tendenzialmente di carattere ascrittivo al presente, nelle società moderne, prevale il principio acquisitivo. Definiscono le forme del potere e del suo esercizio e le norme positive o consuetudinarie che regolano la vita degli individui e delle comunità. Nel corso del periodo che andiamo a esaminare il processo di formazione dello Stato è avvenuto tramite la progressiva eliminazione del complesso di autonomie giurisdizionali facenti capo a una pluralità di organismi. 1 miliardo 10000 a. C. 1750 La capacità di crescere di una popolazione è legata al numero di figli per donna e alla loro possibilità di sopravvivere; entrambe queste variabili sono strettamente correlate alle risorse disponibili: dal Neolitico in avanti l’Umanità è riuscita a incrementarle in misura notevolissima e tuttavia fino alla Rivoluzione Industriale le forze della costrizione hanno la meglio. Natalità: collegata al matrimonio che è lo strumento e l’occasione per: - la riproduzione del lignaggio. - la riproduzione della forza-lavoro. - la salvaguardia del patrimonio familiare. “Modello europeo”: strumento calibrato su risorse disponibili; consente che la crescita della popolazione resti al di sotto del suo potenziale biotico. La mortalità provocata dalle epidemie dipende da fattori biologici, ma anche economico-sociali. Essa dipende dall’incapacità dell’uomo di controllare efficacemente l’ambiente e dall’arretratezza della scienza medica. Effetti: un mondo di esseri deformi, di patologie dagli esiti ributtanti e stupefacenti che in parte si trovano ancora nei PVS. Altri limiti derivano dalla conflittualità endemica che connota i lunghi secoli del Medioevo e dell’Età Moderna. INVOCATIO AD CHRISTUM Ab omni malo, libera nos, Domine Ab omni peccato, libera nos, Domine Ab ira tua, libera nos, Domine A subitanea et improvisa morte, libera nos, Domine Ab insidiis diaboli, libera nos, Domine Ab ira et odio et omni mala voluntate, libera nos, Domine A spiritu fornicationis, libera nos, Domine A fulgure et tempestate, libera nos, Domine A flagello terraemotus, libera nos, Domine A peste, fame et bello, libera nos, Domine A morte perpetua, libera nos, Domine Per avere un’idea della devastazione della peste prendiamo il caso di Londra, dove morirono tra i 12.500 e i 25.000 abitanti (25-50% della popolazione). Tra febbraio e aprile in un solo cimitero furono sepolti 2.000 cadaveri, al ritmo di 34 funerali al giorno: uno ogni 20 minuti. Se il fenomeno si ripetesse oggi con la stessa intensità, tenendo conto della attuale popolazione, gli USA conterebbero 85 milioni di morti, l’EU 126, la Cina 310. In 5 anni (tanto durò nel ’300) morirebbero circa 2 miliardi di persone (poco meno dell'intera popolazione di India e Cina). Fonte: Naphy-Spicer, La peste in Europa, Bologna, il Mulino, 2006. Alcune malattie non sono scomparse e ancora oggi sono endemiche. Nella carta geografica: diffusione odierna della lebbra. L’economia dell’Antico Regime è basata sull’agricoltura. È un’agricoltura in cui terra e lavoro (ma non il capitale) sono i fattori dominanti della produzione. La regola vede l’unità della sfera della produzione e di consumo: è il mondo della vita materiale. L’affermazione di una agricoltura intensiva si verificherà solo quando si creeranno le condizioni per spezzare questi equilibri. Nel Basso Medio Evo, nel mondo quasi immoto delle campagne, si afferma un elemento “nuovo” : la città. La città è un elemento per molti aspetti estraneo e contrapposto al mondo rurale, ma le necessità del suo approvvigionamento incrinano l’isolamento del mondo della vita materiale. Nella campagna, si registrano lenti ma irreversibili cambiamenti; nel brulicare dei villaggi di vecchia e nuova fondazione si aprono crepe, dove progressivamente si insinua l’economia di scambio. Globale e locale… due approcci paralleli. Questione di partenza: perché l’Europa di sviluppa prima di altre civiltà? Causa principale dello sviluppo industriale moderno: la struttura dei prezzi e dei salari… Interazione tra dinamica salariale e introduzione tecnologia: chiave di volta del successo… Geografia, cultura, istituzioni: che ruolo hanno nello sviluppo? Alla rincorsa della Gran Bretagna: le politiche economiche degli inseguitori. Gli strumenti per inseguire: (a) mercato integrato; (b) protezionismo; (c) sistema bancario; (d) istruzione di massa. Umberto Boccioni, Visioni simultanee, 1911. PRIMA PARTE Lezioni tradizionali ex cathedra (sino al 21 ottobre ) Prova in itinere (PIT) SECONDA PARTE (≥ 23) Teamwork con presentazione in aula (PAU) SECONDA PARTE (< 23) Approfondimenti tematici con lezioni frontali ed esercitazione finale (EF) Media ponderata tra voto PIT e PAU Media ponderata tra voto PIT e EF Per tutti gli altri: esame tradizionale scritto su tutto il programma