Il management della AOP in Medicina Generale Vito Milazzo AOP: cenni epidemiologici • Prevalenza totale: 3-10% ( MMG 1500 assistibili : 45-150 ) • soggetti > 70 anni: prevalenza del 15-30% • Sintomi tipici: 10-30% dei pazienti con AOP • Sintomi atipici: 30-40% dei pazienti con AOP • Assenza sintomi: 30-50% dei pazienti con AOP Solo in 1/3 dei pazienti, AOP è diagnosticata e trattata AOP: comorbidità AOP: comorbidità Increased risk VS general population (%) Original event Myocardial infarction Myocardial infarction 5–7 x Stroke 2–3 x greater risk (includes death) greater risk Stroke greater risk (includes TIA) 3–4 x 9x greater risk (includes angina and sudden death) Peripheral arterial disease 4x greater risk (includes fatal MI and other CHD death) Il rischio di eventi CV maggiori è correlato alla severità di AOP greater risk (includes TIA) 2–3 x Malattia coronarica in pazienti con Arteriopatia Obliterante Periferica Prevalenza di PAD asintomatica (ABI patologico) e di claudicatio Intermittens nella popolazione Generale AOP: quadro clinico CLAUDICATIO INTERMITTENT Quadro clinico (descritto come stanchezza, dolore o crampo) riproducibile con l’esercizio fisico ed alleviato dal riposo Localizzazione dolore Polpaccio Anca-gluteo Malleolo-piede Gamba Coscia Localizzazioni lesioni ATS Femoro-poplitee Aorto-iliache Tibiali Poplitee Iliaco-femorali Epidemiologia La prevalenza della PAD dimostra una correlazione positiva con l’Età 2,5 % Età 40-80 8,3% Età 60-69 18.3% Età 70-79 Prevalenza di PAD asintomatica (ABI patologico) e di claudicatio Intermittens nella popolazioen Generale Il primo segno clinico è la: claudicatio Intermittens • Comparsa di un dolore crampiforme, ripetitivo dei muscoli dell’arto inferiore gamba quando il soggetto cammina o sale le scale e che scompare immediatamente con l’interruzione della marcia PAD: Stadi della malattia (classificazione secondo Fontaine) Stadio I: asintomatica (ABI < 0,9) Stadio II A: claudicatio intermittens > 200 mt Stadio II B: “ “ < 200 mt Stadio III: dolore a riposo Stadio IV: ulcere e gangrena SINTOMATOLOGIA DELLA AOP • lesioni prossimali : dolore anca, glutei o coscia • lesioni distali: dolore al polpaccio • claudicatio di piede: malattia infra-poplitea • per diagnosi differenziale: • sede, durata , intervallo libero di marcia e intervallo massimo di marcia, riproducibilità ARTERIOPATIA OBLITERANTE PERIFERICA (AOP) • Presenza di lesioni stenosanti od ostruenti delle arterie degli arti inferiori • Aterosclerosi causa più frequente di PAD • Aaltre cause (rare: arteriti) • AOP: MANIFESTAZIONE DI ATEROSCLEROSI SISTEMICA Molti soggetti asintomatici hanno però una PAD diagnosticata mediante l’indice pressorio caviglia/braccio (ABI = ankle-brachial index) anormale = < 0.90 AOP: fattori di rischio Tabagismo Diabete/iperglicemia Età Ipertensione arteriosa Dislipidemie Insufficienza renale Sesso maschile Etnia Prevalence of “traditional” cardiovascular risk factors in persons with PAD (Selvin & Erlinger, Circulation 2004) • • • • • • Hypercholesterolemia Hypertension Diabetes Current smokers At least 1 factor 2 or more factors 60% 74% 26% 33% 95% 72% Controllo dei fattori di rischio: FUMO Il fumo è, insieme al diabete, il fattore di rischio più importante per la progressione dell’AOP Più dell’80% dei pazienti con AOP è fumatore o ex-fumatore “Heavy smokers” hanno rischio x 4 di claudicatio intermittent Gravità AOP aumenta con n° sigarette Il fumo è associato ad un’incidenza di amputazione 11 volte maggiore Associazione con AOP più importante che con CAD OBIETTIVO: CESSAZIONE COMPLETA METODI • Educazione sanitaria • Programmi formali di cessazione con assistenza di psicoanalisi • Terapia sostitutiva con nicotina → cerotti transdermici, gomme, spray nasali… • Farmaci → FDA si a bupropione (ZYBAN) no a clonidina (CATAPRESAN) e nortriptilina (PAMELOR) • Integratori: iperico e biancospino • Agopuntura Controllo dei fattori di rischio: FUMO EFFETTI Riduzione del rischio di morte per cause cardiovascolari Rallentata evoluzione AOP → CLI Miglior esito degli interventi di rivascolarizzazione Può aumentare l’autonomia di marcia Ad 1 anno 0.1% 5% 16% 30% da soli con programma educativo sanitario con terapia sostitutiva con bupoprione Jorenby DE , N Eng J Med 1999 Ma a lungo termine… …..solo il 10% riesce a smettere Rigotti NA, N Eng J Med 2002 Lipid modification Statin treatment in subjects with PAD • Several reports documented a reduction of new cases or worsening of PAD and improvement of claudication • Statin use is associated with superior leg functioning independent of cholesterol levels and other potential confounders (McDermott et al., Circulation 2003) • 19% relative reduction in major cardiovascular events independent of age, sex, lipid levels (Heart Protection Study, Lancet 2002) Controllo dei fattori di rischio: DISLIPIDEMIA METODI - Modifica stile vita (dieta ed attività fisica regolare) - Farmaci: - Statine Fibrati (efficacia non provata su AOP, ma solo su CAD) EFFETTI (solo statine) - Aumento autonomia di marcia Aumento ABI Rallenta progressione AOP Miglioramento qualità della vita Miglioramento outcome perioperatori Riduzione del rischio cardiovascolare Cochrane Reviews 2007 Controllo dei fattori di rischio: DISLIPIDEMIA Oltre ad abbassare i livelli di lipidi, le statine possono ridurre il grado di infiammazione come dimostrato dalla riduzione dei livelli ematici di PCR Albert MA et al: JAMA 2001 Pazienti che hanno livelli più bassi di PCR dopo terapia con statine hanno un outcome clinico migliore, a prescindere dal riscontro lipidico ottenuto Ridker PM et al: N Eng J Med 2005 “…Alte dosi di statine e livelli più bassi di LDL-colesterolo sono entrambi indipendentemente associati con un migliore outcome in pazienti con AOP. Questi risultati supportano l’idea che le statine abbiano effetti favorevoli non solo per la capacità di abbassare i livelli plasmatici di lipidi, e dovrebbero quindi essere considerati in tutti i pazienti con AOP, a prescindere dai livelli plasmatici di lipidi” Harm Feringa et al: J Vasc Surg 2007 Controllo dei fattori di rischio: DIABETE METODI Dieta, calo ponderale, esercizio fisico Farmaci (insulina, Ipoglicemizzanti orali, etc.) EFFETTI Favorevoli, ben documentati, sulla progressione della microangiopatia (retinopatia e nefropatia) Miglioramento degli outcome cardiovascolari Non esistono trials controllati sugli effetti della terapia antidiabetica sulla storia naturale dell’AOP Approccio diagnostico ai paz con sospetta PAD • Anamnesi corretta • Esame obbiettivo accurato • Indice caviglia-braccio (ABI) e pressioni segmentarie • Doppler CW • Eco(color) doppler pan-arterioso • (Pletismografia strain-gauge) ? • Arteriografia arti inferiori • • • • Indice pressorio caviglia-braccio • (ABI: ankle-brachial index) • Misurazione indice caviglia –braccio (indice di Winsor) A livello di art. tibiali ant. e post ABI = pressione sistolica alla caviglia / pressione sistolica brachiale : V.n >1 Se ABI < 0.9 indice prognostico negativo per rischio cardiovascolare Management ed Esami Strumentali Claudicatio Non Invalidante Sforzo Sbilanciamento del dell’equilibrio microcircolatorio Management ed Esami Strumentali Claudicatio Invalidante • Non esiste alcuna relazione diretta fra Perfusione-ossigenazione e performance deambulatoria • L’autonomia di marcia dipende dall’adattamento al lavoro in ischemia con tendenza al viraggio dal metabolismo aerobico a quello anaerobico con Acidosi metabolica PAD è in genere una malattia benigna. Evoluzione in 5 a in persone con PAD e claudicatio = • ~ 5%-10% rivascolarizzazione • 5% ischemia critica • 1%-4% amputazione (Ouriel K., Lancet 2001) tuttavia…… Prevalenza di altre CVD in paz. con PAD è alta • 33% (Selvin & Erlinger, Circulation 2004) Associazione di PAD con Cardiopatia Ischemica e Malattia Cerebrovascolare • Circa il 50% dei claudicanti soffre anche di angina • Paz con angina hanno 6 volte la probabilità di PAD • Paz con PAD asintomatici = hanno 2-3 volte il rischio di eventi coronarici in 5-8 a di follow-up (Fowkes F.G.R., Atherosclerosis 1997) Sottovalutazione della patologia Su 1000 soggetti con PAD 83 % dei pazienti e 49% dei loro Medici di famiglia non conoscono/sottovalutano la Diagnosi ( Hirsc et al : Pad detection awebwess, treatment in primary care. Jama 2001. Sottovalutazione della patologia Pazienti : Sottostima dei rischi di eventi cardiovascolari e Sottostima della necessità di trattamento Medici : Meno ipolipemizzanti, antiaggreganti ecc. ai pazienti con PAD rispetto a coronaropatici Inizio del trattamento a valore soglia di LDL-Colesterolo > di quello dei coronaropatici. Raccomandazioni per lo screening delle AOP Soggetti a rischio di PAD Chi sono ? Età < 50 anni e presenza di Diabete ed ulteriore fattore di rischio c.v. Età tra i 50 e i 69 anni con storia di fumo e/o diabete Età >_ 70 anni Sintomi suggestivi di C.I. Concomitanza di patologia carotidea, cardiaca, renale ACC/AHA Guidelines JACC 2006 Epidemiologia clinica storia naturale della C.I. 1000 pz con AOP 300 claudicazione Non invalidante 700 claudicazione Non invalidante 75 peggioramento dolore a riposo intermittente 15 peggioramento ic 3 amputazione 9 salvataggio arto 225 claudicazione Invalidante stabile 60 peggioramento claudicazione e dolore a riposo 3 altre terapie 6 procedure rivascolarizzanti 54 altre terapie Esame Clinico E’ generalmente sufficiente per confermare la diagnosi di arteriopatia obliterante degli arti inferiori25 e deve essere orientato alla ricerca di patologie correlate. L’anamnesi non deve essere limitata solo alla valutazione della situazione vascolare, ma deve essere orientata alla ricerca di fattori di rischio (tabagismo, dislipemia, ipertensione arteriosa, diabete) ed altre patologie correlate (cardiopatia, insufficienza cerebro- vascolare, respiratoria, renale, anemia, policitemia, stati di ipercoagulabilità, ecc.) L’esame clinico è generalmente sufficiente per confermare la diagnosi di arteriopatia obliterante degli arti inferiori e deve essere orientato alla ricerca di patologie correlate. Raccomandazione Grado A,livello 1b La palpazione dell’aorta addominale, del polso femorale, popliteo, tibiale posteriore e pedidio; l’auscultazione di soffi può fornire utili informazioni aggiuntive. Esami ultrasonografici L’indice pressorio caviglia/braccio è un semplice test, eseguibile anche con pocket doppler, che fornisce una valutazione quantitativa, sempre ripetibile, del flusso e pertanto della gravità della patologia correlata alla sintomatologia riferita dal paziente28 Deve essere rilevato al momento della prima visita in entrambe gli arti e controllato ad ogni peggioramento della sintomatologia . Il primo accertamento, oltre alla valutazione clinica è ultrasonografico ed è rappresentato dalla valutazione emodinamica, che viene efffettuata con la determinazione della pressione sistolica alla caviglia e dalla determinazione del rapporto pressorio caviglia-braccio. Raccomandazione 1, Grado A Ecodoppler arterioso arti inferiori L’eco-color-Doppler può essere utilizzato come esame non invasivo per localizzare e valutare la sede e la gravità della lesione arteriosa responsabile della sintomatologia e l’eventuale associazione di patologia aneurismatica particolarmente indicato per lo studio morfologico della biforcazione femorale, della femorale superficiale, profonda e poplitea31 L' ecocolor-Doppler è l’esame di primo livello per lo studio morfologico di segmenti delle arterie dell’arto inferiore. E’ particolarmente indicato per lo studio della biforcazione femorale e delle arterie femorali.superficiale e profonda Raccomandazione 7 Grado C Diagnostica per immagini di 2°livello Negli ultimi anni la disponibilità di nuove apparecchiature multislice hanno aumentato significativamente la sensibilità e la specificità dell’angio-TC nella diagnostica delle arteriopatie periferiche. Possibilità di una valutazione morfologica (associazione con patologia aneurismatica, presenza di dissezione) e qualitativa (calcificazioni) del vaso, con la disponibilità di particolari software di ricostruzione (MIP, MPR, VRT) è possibile ottenere immagini dell’albero arterioso del tutto sovrapponibili a quelle angiografiche Il limite di questa metodica è rappresentato dallo studio dei vasi di gamba in presenza di estese calcificazioni. In queste circostanze l’utilizzo dell’angio-RM ha una maggiore sensibilità e specificità in quanto risulta meno influenzata dalla presenza di calcificazioni anche se risulta spesso difficoltoso distinguere tra stenosi e ostruzioni . Diagnostica per immagini di 2°livello L’angioRM è indicata inoltre nei pazienti nei quali è controindicato l’uso di mezzo di contrasto iodato. Raccomandazione11, Grado B L’angiografia è un esame invasivo e gravato da un certo tasso di morbilità (0.1% di reazioni gravi al mezzo di contrasto42 e mortalità (0.16%)4 L’angiografia è indicata solo nei pazienti in cui si ipotizzi una rivascolarizzazione, al fine d’identificare la lesione responsabile. Raccomandazione 13, Grado A Diagnostica per immagini di 2°livello L' angiografia e’ indicata solo nei pazienti con patologia arteriosa multifocale o nei pazienti destinati ad intervento chirurgico nei quali la diagnostica non invasiva non sia ritenuta sufficiente (10-15% dei casi), in funzione della tecnica che si intende utilizzare. Raccomandazione 14, Grado B Percorsi Diagnostico-Terapeutici, sono la traduzione delle raccomandazioni delle linee guida (LLGG) adattata ad uno specifico contesto organizzativo, prevalentemente locale Definizione delle Priorità La priorità dell’AOP, al fine di redigere un PDT ad hoc è stata valutata secondo criteri oggettivi di prevalenza, urgenza, gravità e possibilità di intervento. aL’AOP, infatti, è una condizione clinica associata ad elevata mortalità e che condivide con la patologia cardio e cerebrovascolare i medesimi fattori di rischio e meccanismi di danno vascolare. Essa si presenta come un problema di salute pubblica molto comune nella popolazione occidentale: la prevalenza varia dal 4% intorno ai 40 anni di età sino al 20% oltre i 70 anni. Gravità e urgenza di trattamento sono prerogativa degli stadi più vanzati Tabella 1: Ruoli e rapporti collaborativi tra MMG e SV nella gestione del paziente con AOP Diagnosi o sospetto clinico di malattia vascolare Misura di ABI Approccio terapeutico iniziale MMG Richiesta di esami strumentali per diagnosi differenziale per ulteriori approcci terapeutici anche su indicazione di altri Specialisti Richiesta di consulenza specialistica per approfondimento diagnostico per terapie specialistiche specifiche In sintesi: a)Valutazione clinica generale; b) Educazione del paziente eT erapia medica di fondo; c) Individuazione dei casi da avviare allo SV per consulenza e/o eventuale presa in carico; c) Follow-up Tabella 1: Ruoli e rapporti collaborativi tra MMG e SV nella gestione del paziente con AOP Prima visita e controllo, su richiesta del MMG o dello SV Specialista Vascolare Suggerimenti terapeutici Esecuzione di esami strumentali Formulazione del percorso di approfondimento diagnostico Erogazione delle terapie specialistiche In sintesi: a) Diagnosi circostanziata; b) Terapia specialistica; c) Gestione dei casi complessi; d) Follow-up Tabella 1: Ruoli e rapporti collaborativi tra MMG e SV nella gestione del paziente con AOP MMG: Richiesta di consulenza e/o esami strumentali, fornendo preciso quesito diagnostico e dati anamnestici utili alla valutazione. Relazione MMG-SV SV: referto diagnostico dettagliato e circostanziato, con eventuali suggerimenti terapeutici. Indicazione di eventuali altre consulenze specialistiche da richiedere, e relativa motivazione. Indicazioni di strategia e tattica terapeutica per la gestione comune e condivisa dei casi complessi L’assistenza specialistica Ospedaliera dovrebbe attuare la cosiddetta “ presa in carico “ dei pazienti a maggiore complessità ed erogare procedure e trattamenti di intensità medio-alta o richiedenti alte tecnologie secondo le modalità organizzative Day Service/hospital, ric. Ordinario Valutazione dell’impatto del PDTA Indicatori di processo e di risultato 1. % di pazienti affetti da AOP e dei loro MMG che siano consapevoli della presenza della malattia e dei suoi risvolti prognostici. 2. % di pazienti affetti da AOPin cui sia disponibile una determinazione di ABI a riposo controllato una volta l’anno Valutazione dell’impatto del PDTA Indicatori di processo e di risultato 3. % di pazienti affetti da AOP che abbiano svolto un programma di esercizio fisico controllato 4. % di pazienti affetti da AOP in cui siano noti i valori pressori , colesterolo ldl e hdl, trigliceridi, glicemia e il consumo di bevande alcoliche. 5. % di pazienti affetti da AOP che continuano a fumare e % di pz in terapia con un antiaggregante piastrinico. Arteriopatia obliterante periferica asintomatica (Fontaine stadio 1) Soggetto asintomatico con riscontro occasionale di calcificazioni o placche arteriose aorto-iliache Quando sospettarla Epidemiologia 1. Età >anni o Età > 50-69 anni con storia di Tabagismo o Diabete 2. Età > 50 anni con segni oggettivi di S. Metabolica 3. Ipo-asfigmia dei polsi periferici 4. aterosclerosi coronarica, carotidea, aortica, insufficienza renale Ogni 100 pz claudicanti ne esistono 100 con AOP asintomatica e 100 sintomatici che non consultano il Medico. Rischio c.v. 5-7 % eventi Maggiori /anno. Claudicatio lieve (Fontaine stadio 2 A) Quando sospettarla Prevalenza Esami raccomandati Obiettivi Dolore ai muscoli degli arti inferiori che insorge salendo più di due rampe di scale o dopo un intervallo di marcia costante e maggiore di 200 metri e scompare in meno di due minuti dalla cessazione dello sforzo 3% a 40 anni; 6% a 60 anni; 18-20% a > di 70 anni. ABI, Ecocolordoppler arti inf., aorta addominale , TSA e valutazione per ricerca della Cardiopatia ischemica Rallentare la progressione della malattia prevenire eventi c.v. maggiori. Correzione dei f.r. migliorare la capacità di marcia. Consigliare un programma di attività fisica regolare. Claudicatio moderata (Fontaine stadio 2 b) Quando sospettarla Prevalenza Esami raccomandati Obiettivi Dolore ai muscoli degli arti inferiori che insorge salendo meno di due rampe di scale o dopo un intervallo di marcia costante e inferiore a 200 metri e scompare in un tempo superiore a due minuti dalla cessazione dello sforzo 3% a 40 anni; 6% a 60 anni; 18-20% a > di 70 anni. ABI, Ecocolordoppler arti inf., aorta addominale , TSA e valutazione per ricerca della Cardiopatia ischemica Rallentare la progressione della malattia prevenire eventi c.v. maggiori. Correzione dei f.r. migliorare la capacità di marcia. Consigliare un programma di attività fisica regolare. Claudicatio severa (Fontaine stadio 2 b) Quando sospettarla Epidemiologia Esami raccomandati Obiettivi Dolore ai muscoli degli arti inferiori che insorge salendo meno di una rampa di scala o dopo un intervallo di marcia costante e inferiore a 100 metri e scompare in un tempo superiore a due minuti dalla cessazione dello sforzo Rischio c.v. globale : mortalità 20% in 3 anni . Ischemia critica :40% in 16-18 mesi. Amputazione 35% in due anni. ABI, Ecocolordoppler arti inf., aorta addominale , TSA e valutazione per ricerca della Cardiopatia ischemica Rivascolarizzazione endovascolare se anatomia favorevole, terapia farmacologica, Prev.eventi c.v. maggiori , antipiastrinici… AOCP ( ARTERIOPATIA OBLITERANTE CRONICA PERIFERICA ) E’ l’acronimo con cui si denomina la arteriopatia degli arti inferiori ad insorgenza non acuta E’ dovuta, come per quasi tutte le patologie croniche delle arterie, a deposizione di placche aterosclerotiche steno-ostruenti nelle arterie degli arti inferiori; Condivide gli stessi fattori di rischio (fumo,diabete,ipertensione,dislipidemia) delle lesioni ateromasiche localizzate in altri organi ed apparati Molto spesso fa parte di una malattia generalizzata: la ARTERIOPATIA POLIDISTRETTUALE. A.O.C.P. - SEMEIOTICA • Alterazione degli annessi cutanei • Pallore, eritrocianosi, lesioni trofiche • Palpazione: ipo - asfigmia dei polsi periferici, ipotermia, aree di anestesia A.O.C.P. CLINICA - progressione dei sintomi Assenza di sintomi Claudicatio intermittens (autonomia di marcia limitata) Distrofie ungueali/pilifere Tempo di recupero aumentato Diminuzione del perimetro di marcia libero Dolore a riposo, soprattutto notturno Lesioni ischemiche CLASSIFICAZIONE DI FONTAINE I STADIO • Sensazione di freddo – ipotermia sudorazione • Rarefazione dei peli • Distrofie ungueali • Presenza di soffi • Iposfigmia dei polsi periferici CLASSIFICAZIONE DI FONTAINE II STADIO (insufficienza arteriosa relativa) • Dolore da sforzo: claudicatio intermittens soglia fissa periodo di lavoro asintomatico remissione pronta con l’interruzione dello sforzo prevalenza dell’arto più compromesso localizzazione polpaccio +++ coscia e/o anca e/o natica ++ piede + CLASSIFICAZIONE DI FONTAINE II STADIO (segue) • Sensazione di freddo – ipotermia • Pallore (arto controlaterale, sollevamento) • Ipotrofia muscolare, riflessi tendinei • Iposfigmia o perdita dei polsi periferici • Distrofie degli annessi cutanei CLASSIFICAZIONE DI FONTAINE III STADIO (insufficienza arteriosa assoluta) • Dolore a riposo - multiple lesioni focali - occlusione critica - Localizzazione - Dita - piede con irradiazione alla gamba - clinostatismo ortostatismo - al freddo al caldo - può essere ridotto o soppresso (anestesia) da neuropatia (diabetica) coesistente - Sensazione di freddo – ipotermia - Parestesie - Perdita totale di peli CLASSIFICAZIONE DI FONTAINE IV STADIO (lesioni trofiche dolorose) • Segue di giorni o settimane la comparsa dell’insufficienza arteriosa assoluta • Può essere quadro d’esordio in individui anziani • Ulcere periungueali ed interdigitali • Gangrene delle dita o del piede distale ARTERIOPATIA OBLITERANTE DEGLI ARTI INFERIORI TERAPIA MEDICA Iniziale approccio di tipo conservativo: 1.correzione dei fattori di rischio 1.terapia fisica (esercizio muscolare) 1.profilassi antitrombotica ARTERIOPATIA OBLITERANTE DEGLI ARTI INFERIORI TERAPIA MEDICA • Correzione dei fattori di rischio iperlipidemia: CT <200mg/dl, C-LDL <115/100mg/dl ipertensione (-bloccanti/RVS; PA/P di perfusione) diabete (sensibilità all’insulina, con o senza iperisulinemia) = frequenza di amputazioni fumo: la continuazione del fumo di sigaretta, dopo l’esordio della claudicatio, determina significativo aumento del rischio di IMA e di amputazioni, nonchè, dopo un intervento di rivascolarizzazione, un rischio aumentato di inefficienza degli impianti di protesi. menopausa ARTERIOPATIA OBLITERANTE DEGLI ARTI INFERIORI TERAPIA MEDICA • Miglioramento del flusso ematico - Vasodilatatori - -agonisti - -bloccanti - nitrati - Ca2+antagon., prostanoidi) - Farmaci attivatori del flusso collaterale - Ketanserina - Farmaci metabolici - L-propionilcarnitina L-propionilcarnitina “Orgoglio italiano” A differenza della • L-carnitina che svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo del muscolo cardiaco e scheletrico e della • L-acetilcarnitina che agisce a livello neuronale • La L-propionilcarnitina è il primo farmaco in grado di ridistribuire il consumo dell’ossigeno tra endotelio e tessuto muscolare scheletrico I meccanismi d’azione della L-propioni Effetto antiinfiammatorio aterosclerosi Effetto emoreologico Effetto profibrinolitico L-PropionilCarnitina Effetto antiproliferativo Tendenza alla trombosi Aumento flusso arti inferiori Inibizione endotelina -1 Aumento carnitina e protezione integrità endoteliale Aumento Carnitina muscolo scheletrico ed endotelio Il propionile esterificato svolge un’azione anaplerotica Vasodilatazione periferica Resistenza tissutale all’ischemia La LPC all’interno del mitocondrio viene scissa in L-carnitina, che ripristina il fisiologico metabolismo energetico, e propionile che, trasformato in succinato, alimenta per via anaplerotica il ciclo di Krebs L’antischemico tissutale per il paziente affetto da arteriopatia obliterante degli arti inferiori A.O.C.P. - TRATTAMENTO • Trattamento medico – – – – – – Antiaggreganti Antitrombotici Reologici Vasodilatatori Anticoagulanti orali Statine • Trattamento chirurgico – Tromboendoarterectomia – Angioplastica con stenting endovascolare – By-pass • con vena • protesico “importa quanto bene vivi , non quanto a lungo! Pensa sempre alla qualità della vita e non alla quantità!” Statine: non solo colesterolo • Numerosi trials clinici hanno dimostrato che i benefici indotti dall’uso delle statine esulano dal mero livello di colesterolemia raggiunta. • Sono cosi’ emersi i cosiddetti “ nuovi effetti” delle statine. Statine: effetti • • • • • • Ipolipemizzante Pleiotropico Evoluzione della placca aterosclerotica Ripristino della funzione endoteliale Antiflogistico Altri Ipolipemizzante • Riduzione del colesterolo totale • Riduzione di LDL-C • Incremento di HDL-C • Riduzione dei TG Esito: rimodellamento della placca con stabilizzazione. “ la dislipidemia borderline e il rischio cardiovascolare “ I fattori di rischio da misurare Principali fattori di rischio modificabili e non modificabili. cardiovascolare Fattori di rischio cardiovascolare Non modificabili (costituzionali/genetici) Modificabili Maggiori Minori (Emergenti) Età Fumo LDL piccole e dense Sesso maschile Diabete mellito Omocisteina Familiarità per malattie cardiovascolari in età precoce Ipertensione arteriosa Lipoproteina(a) Etnia Colesterolo totale ed LDL Obesità Colesterolo HDL marcatori umorali di flogosi (proteina C-reattiva, citochine, etc.) Trigliceridi fattori pro-trombotici (PAI-1, fibrinogeno, etc.) COLESTEROLO e rischio cardiovascolare Più basso è il colesterolo-LDL, minore è la probabilità di avere un evento cardiovascolare Più alto è il rischio, maggiore è la necessità di abbassare il colesterolo-LDL e di effettuare una terapia più aggressiva COLESTEROLO e rischio cardiovascolare 3 13. Rischio cardiovascolare e fattori non lipidici L’omocisteina e la PCR Da Ridker PM, et al. N Engl J Med. 1997;336:973-979. Cosa fare di fronte al paziente dislipidemico o con SM? Misure di intervento nel paziente dislipidemico La prima misura è di tipo dietetico-comportamentale, con un “ciclo di almeno di 3 mesi di dieta mirata a ridurre l’apporto di grassi e calorie e con aumento dell’attività fisica”* *Expert Panel NCEP, JAMA 2001; 285:2486-2497. Un ipolipemizzante di nuova generazione Composizione di EZIMEGA Omega-3: 604 mg Resveratrolo: 10 mg Policosanoli: 10 mg Monascus purpureus: 200 mg Omega-3 ACIDI GRASSI INSATURI Gli Omega-3 A Differenza fra una placca instabile (a sinistra) ed una placca stabile (a destra). Quella a sinistra B ha il nucleo lipidico (la polpa gialla) infarcito di macrofagi, che rilasciano sostanze infiammatorie (calore) ed enzimi litici che degradano la capsula (o cappuccio fibroso) esterna; questo cappuccio risulta assottigliato e sfibrato, notate i lembi aperti. Questa placca è calda, nel senso fisico del termine, e si sta rompendo. Gli Omega-3 Omega-3 Sono ormai numerosi gli studi osservazionali e sperimentali, ma soprattutto i trial clinici, che hanno evidenziato gli effetti benefici degli acidi grassi poliinsaturi Ω 3 (PUFA n-3). Il primo effetto biologico individuato è stato quello ipotrigliceridemizzante, per cui tali farmaci sono stati indicati dapprima nel trattamento delle dislipidemie mentre successivamente sono stati evidenziati gli effetti antinfiammatorio, antiaggregante, antiaterotrombotico ed antiaritmogenico. Policosanoli Policosanoli I policosanoli sono alcoli alifatici saturi estratti dalla canna da zucchero (Saccharum officinarum). Sono diventati interessanti dal punto di vista scientifico a partire dalla metà degli anni ’90. Oggi vari studi suggeriscono che l’integrazione di queste sostanze alla dieta a dosi comprese fra 5 e 10 mg/die migliora numerosi parametri lipidici, in particolare riduce le LDL di circa il 25%. Resveratrolo Resveratrolo Monacolina K Meccanismo d’azione della Monacolina K: inibizione della sintesi endogena del colesterolo L’interesse scientifico ed che circonda il riso rosso è legato alla presenza di Monascus purpureus; durante la sua attività fermentatrice, questo lievito si arricchisce infatti di un gruppo di sostanze, denominate monacoline, a cui è stata scientificamente attribuita una spiccata attività ipolipidemizzante. Tra queste, spicca la monacolina K, che rispecchia la struttura chimica e l'azione farmacologica della lovastatina. Similmente alle statine, la monacolina K del riso rosso è in grado di inibire la HMG-CoA reduttasi (3idrossi-3-metilglutaril Coenzima A reduttasi) che rappresenta un enzima chiave nella biosintesi del colesterolo. Meccanismo d’azione della Monacolina K Riduzione attività HMG CoA reduttasi Deplezione pool critico di colesterolo nell’epatocita Aumento espressione recettori LDL epatici Aumento clearance LDL circolanti Diminuita produzione di VLDL Alterata composizione delle VLDL Tollerabilità della Monacolina K Se assunto ad alte dosi e per lunghi periodi, il riso rosso fermentato potrebbe ricalcare gli effetti collaterali delle statine (alterazioni epatiche, tossicità muscolare) e le loro interazioni con farmaci specifici (soprattutto i fibrati ed alcuni antibiotici - antivirali). In proposito, tuttavia, non esistono dati certi, tanto che gli studi clinici condotti fino ad oggi, non hanno riscontrato effetti collaterali significativi; quelli più conosciuti e documentati riguardano la possibile insorgenza di lievi disturbi gastrointestinali (dolori e bruciori allo stomaco, reflusso gastroesofageo, flatulenza) e mal di testa. Per quanto riguarda gli integratori alimentari contenenti Monacolina K il dosaggio massimo consentito è di 3 mg per dose giornaliera [nota del Ministero della Salute 600.12/AG21/2839 del 01/10/2003 e successiva circolare 600.12/AG21/3178 del 12/11/2003]. Secondo il Ministero della Salute “Il limite predetto, infatti, è stato individuato come il più idoneo ad assicurare adeguate garanzie di sicurezza d’uso e a mantenere entro limiti fisiologici gli effetti del prodotto, considerato il complesso dei costituenti dell’estratto di riso rosso fermentato”. Tollerabilità della Monacolina K A favore della sicurezza degli integratori a base di riso rosso fermentato, è possibile sintetizzare un interessante studio clinico randomizzato in doppio cieco che ha testato la tollerabilità del riso rosso fermentato a dosaggi doppi di quelli consentiti in Italia (6 mg di Monacolina K) sul medio termine di 24 settimane in 62 pazienti ipercolesterolemici precedentemente intolleranti ai trattamenti con statine. Diversi studi avevano già dimostrato la tollerabilità della Monacolina K in pazienti ad alto rischio di tossicità (anziani e soggetti con insufficienza renale). Questo studio americano ha dimostrato che l’impiego di monacoline estratte da Monascus purpureus è associato ad un’incidenza di mialgie ed innalzamento di CPK sovrapponibile a quello del placebo in una piccola casistica di pazienti selezionati. L’abbassamento dei livelli di colesterolo LDL è però risultato significativo rispetto al gruppo trattato con placebo Coenzima Q10 Coenzima Q10 (2) • Riduzione della perossidazione delle LDL (LDLox) • Miglioramento della disfunzione endoteliale • Riduzione della pressione arteriosa • Riduzione delle concentrazioni di Lp(a) • Rigenerazione del CoQ10 consumato dalle statine • Riduzione della cardiomiopatia dilatativa RCV - IMA -28% ECT -45% Coenzima Q10 L-Carnitina Catabolismo degli acidi grassi a fini energetici (ATP) Metabolismo dei trigliceridi e delle VLDL Metabolismo della lipoproteina a [Lp(a)] Complesso B6/B12 piridossale 5'-fosfato (PLP), la forma biologicamente attiva della vitamina B6 Complesso B6/B12 piridossale 5'-fosfato (PLP), la forma biologicamente attiva della vitamina B6 Shen J, Lai C-Q, Mattei J, et al. AM J Clin Nutr 2010; 91:337-342. Complesso B6/B12 evento cardiocircolatorio dopo stratificazione dei pazienti per livelli sierici di PCR. Le variazioni di RR sono tutte statisticamente significative (p<0.01). Rischio relativo (RR) di *Età, fumo, ipertensione, diabete, terapia sostitutiva ormonale Ridker PM, Rifai N, Rose L, Buring JE, et al. N Engl J Med 2002; 347:1557-1565. un primo Effetti delle Statine EFFETTI NON IPOLIPEMIZZANTI (effetto precoce/rapido) EFFETTI IPOLIPEMIZZANTI (effetto lento/ritardato) Disfunzione/attivazione endoteliale Statine Fegato Infiammazione/ attivazione immunologica inibitorio Coagulazione/ attivazione piastrine Statine inibitorio Rottura della placca/ occlusione trombotica trombo Nucleo lipidico Placca aterosclerotica ricca di lipidi Adapted from Ray KK et al. J Am Coll Cardiol. 2005;46:1425-1433. Sintesi colesterolo epatico INTERAZIONI FARMACOLOGICHE CON LE STATINE: le principali classi di farmaci a rischio INTERAZIONI FARMACOCINETICHE Ciclosporina Eritromicina, Claritromicina – antibiotici macrolidi Antifungini azolici (ketoconazolo e simili) Calcio-antagonisti Acido nicotinico Diazepam, Midazolam, ecc. – benzodiazepine Anticoagulanti cumarinici (warfarin) INTERAZIONI FARMACODINAMICHE Gemfibrozil – fibrati Sequestranti degli acidi biliari: Resine a scambio ionico Questi farmaci legano in maniera covalente gli acidi biliari, bloccandone il riassorbimento intestinale, aumentando l’espressione di recettori LDL epatici e stimolando il catabolismo delle LDL • Gli acidi biliari (> 95%) sono riassorbiti a livello dell’ileo distale • Il blocco del riassorbimento porta a conversione del colesterolo in acidi biliari nel fegato • La riduzione del colesterolo intracellulare porta ad aumentata sintesi endogena e captazione mediante aumento dell’espressione dei recettori LDL Farmaci che riducono LDL • Prima scelta: • • Seconda scelta: Statine Statine / Ezetimibe Resine o fenofibrato • Quando si usano le statine bisogna controllare: • Transaminasi e CPK Farmaci ed HDL • • • • • Derivati acido nicotinico: aumento dal 15 al 35% Fibrati: aumento dal 10 al 25% Statine: aumento dal 4 al 10% Colestiramina: aumento del 2% Ezetimibe: aumento dal 6 all’8% TERAPIA DELLA CLAUDICATIO CILOSTAZOLO Esperienza più che ventennale in Giappone (1988) ed in seguito in altri 9 paesi Asiatici, fra cui Cina e Sud Corea, ed in America Latina con indicazioni allargate (anche ulcere, sensazione di freddo, prevenzione di restenosi) Approvazione FDA negli USA nel 1999 come farmaco anticlaudicatio Approvazione nel Regno Unito dal 2001, in uso anche in Germania ed Irlanda Approvazione in Italia e commercializzazione da aprile 2009 CILOSTAZOLO – Proprietà farmacologiche Cilostazolo è un inibitore selettivo della fosfodiesterasi 3A Si differenza dagli altri inibitori della PDE 3 per la capacità di bloccare il re-uptake della adenosina Sono stati sviluppati moltri inibitori della PDE3, tra i quali il milrinone, il vesnarinone, l’enoximone ed il pimobendano. Questi inibitori sono stati studiati come farmaci inotropi nello scompenso cardiaco grave, ma il loro uso è stato abbandonato per un aumento di mortalità nei pazienti trattati. La capacità del Cilostazolo di indurre anche un’inibizione del re-uptake dell’adenosina determina effetti sulla contrattilità miocardica e sulla frequenza cardiaca significativamente minori di quello del milrinone e di altri farmaci simili CILOSTAZOLO – Farmacocinetica L’assorbimento è rapido e non influenzato dalla dose Il cibo aumenta l’assorbimento di circa il 25% Cilostazolo deve essere assunto 30 minuti prima o due ore dopo la colazione e il pasto serale A seguito di somministrazione di dosaggi multipli di cilostazolo 100 mg due volte/die in pazienti con patologia vascolare periferica lo steady state viene raggiunto entro 4 giorni. Metabolizzazione epatica ad opera del sistema citocromo P450 Eliminazione prevalentemente renale (circa 75%); il resto con le feci La farmacocinetica del cilostazolo e dei suoi metaboliti non è stata interessata in modo significativo dall’età o dal sesso dei soggetti sani di età compresa fra 50 e 80 anni → Nessuna variazione della dose nel paziente anziano CILOSTAZOLO – Farmacocinetica Insufficienza renale Non è necessario un aggiustamento del dosaggio in pazienti con clearance della creatinina >25 ml/min Cilostazolo è controindicato nei pazienti con clearance della creatinina < 25 ml/min (l’eliminazione è renale!!). Insufficienza epatica Nei pazienti con epatopatia lieve non è necessario un adattamento del dosaggio Non sono disponibili dati su pazienti con insufficienza epatica da moderata a grave, ma essendo prevalentemente metabolizzato attraverso gli enzimi epatici, è controindicato nei pazienti con insufficienza epatica moderata o grave. CILOSTAZOLO - Interazioni Omeprazolo e lansoprazolo (induttori citocromo P450) (associazione controindicata in Europa – dosi dimezzate in USA) Diltiazem (associazione controindicata in Europa – dosi dimezzate in USA) Eritromicina (associazione controindicata in Europa – dosi dimezzate in USA) Altri (es. ketoconazolo, fluoxetina, sertralina): mancano studi ma probabile incremento delle concentrazioni di cilostazolo e suoi metaboliti (forti inibitori citocromo P450) La somministrazione di una singola dose di 100 mg di cilostazolo con 240 mg di succo di pompelmo (potente inibitore del sistema citocromo P-450 3A4) non ha determinato effetti notevoli sulla farmacocinetica del cilostazolo CILOSTAZOLO - Associazioni CILOSTAZOLO - ASPIRINA Studi a lungo termine: Numero limitato di pazienti (n= 201) Dosi e durata trattamento variabili: (75 – 80 – 325 mg per 54 – 137 g.) Non è emersa nessuna tendenza manifesta di un’incidenza maggiore di eventi emorragici avversi nei pazienti che assumevano cilostazolo e aspirina rispetto ai pazienti che assumevano placebo e dosi equivalenti di aspirina. Nessun cambiamento significativo Parametri della coagulazione Aggregazione piatrinica Si raccomanda di non superare la dose giornaliera di 80 mg. CILOSTAZOLO - Associazioni CILOSTAZOLO ANTICOAGULANTI In uno studio clinico con dose singola assenza di inibizione del metabolismo della warfarina o effetti sui parametri della coagulazione. Tuttavia, è necessaria cautela in pazienti trattati contemporaneamente con cilostazolo e agenti anticoagulanti, rendendo necessario un monitoraggio frequente per ridurre la possibilità di emorragie.