Artù
Le figure della leggenda
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23. Le figure della leggenda
Questa storia d’amore e morte è probabilmente di
origine celtica. Tuttavia, è attraverso il Tristan en prose,
scritto verso il 1230, che uomini e donne del Medio Evo
ne hanno conosciuto la leggenda.
Matrimonio di Tristano e
Isotta dalle Bianche Mani
Tristan chevalier de la Table ronde
Parigi, per Antoine Verard [prima
del 20.11.1496].
Provenienza: Carlo d'Orleans,
conte di Angouleme; Francesco I;
biblioteca del re
BnF, Réserve des livres rares, Vélins
623 (f. 15 v-16)
Matrimonio di Tristano e Isotta dalle Bianche Mani
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Antoine Verard è il tipico, grande libraio. Provenendo dal mondo dei manoscritti (diresse una
bottega di copisti e miniatori), si convertì alla produzione di libri stampati nel 1485,
mantenendo una linea editoriale originale: senza possedere una stamperia in proprio,
controllava i materiali decorativi e illustrativi e moltiplicava le edizioni piuttosto lussuose in
francese, stampate in bastarda. Egli contribuisce a dare nuova vita ai romanzi di cavalleria.
Agli inizi degli anni 1490, produce alcuni esemplari di lusso, stampati su pergamena,
accuratamente miniati e spesso dotati di dediche particolari, per una clientela principesca. I
migliori sono in genere destinati al re di Francia Carlo VIII, poi, secondo una gerarchia
discendente, ad Anna di Bretagna, Carlo di Angouleme, Enrico VII d'Inghilterra, più tardi Luigi
XII o Luisa di Savoia.
Questa edizione del Tristan en prose è la seconda e la più bella. Viene dopo quella di Rouen,
non illustrata, che era stata fatta da Jean Le Bourgeois per Antoine Verard, ed è datata 30
settembre 1489. Una terza edizione, ancora per Antoine Verard, può essere datata
approssimativamente 1506.
Matrimonio di Tristano e Isotta dalle Bianche Mani 2
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Questo esemplare, una dei tre conosciuti su pergamena, è il più finemente miniato
,interamente dalla mano del Maître de Jacques de Besançon, un collaboratore regolare di
Verard: due grandi immagini sono state sostituite alle incisioni delle stampe ordinarie, che
non sono state realizzate, e 83 piccole, nuove, occupano il posto dei riassunti stampati che
sono stati riportati a mano a margine. Tale è il caso di queste due immagini raffiguranti le
nozze di Tristano e Isotta dalle Bianche Mani e Ginevra che riceve una lettera o Isotta la
Bionda che lamenta il suo amore. L'intervento del Maître de Jacques de Besançon fa di
questo esemplare un testimone prezioso, dalla ricca iconografia. La presenza di questa copia
nell'inventario del castello del conte di Angouleme, a Cognac, il 20 novembre 1496, circa un
anno dopo la sua morte, permette di datarne l'edizione.
Tristano e Isotta nella
foresta di Morois
Tibaut, Le Roman de la poire
Parigi, verso il 1250-1260
Provenienza: Mazzarino; entrato nella
biblioteca del re nel 1668
BnF, Manuscrits, français 2186 (f. 5 v)
Tristano e Isotta nella foresta di Morois
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Vero salterio d’amore, questo piccolo manoscritto si ritiene che sia stato offerto ad una
principessa di sangue reale, di nome Agnès, a Parigi, verso il 1250-1260. E’ stato miniato in
una bottega di Parigi, detta del Maestro di Bari. Il Roman de la poire che contiene è una
lunga allegoria dell’innamoramento dell'amante (qui l'autore, Tibaut) per la sua dama
(Agnès). In esergo a questo lungo poema di oltre 3000 versi, compaiono quattro coppie di
amanti esemplari, Tristano e Isotta, Cligès e Fénice, Piramo e Tisbe, Paride ed Elena. E’
l’episodio della scoperta dei due amanti fatta da re Marco, che è stato messo in immagini:
Tristano e Isotta si sono rifugiati nella foresta di Morois; in una capanna di foglie, gli amanti
riposano; alla vista di re Marco, che si è smarrito durante una partita di caccia, Tristano
sistema una spada tra loro; essi fingono di dormire; commosso, re Marco chiude con il suo
guanto il fogliame che lascia passare un raggio di sole.
Alcuni di questi elementi, che non si trovano né nel Tristan di Béroul, né nella saga norrena,
suggeriscono che Tibaut è stato ispirato da una versione del Tristano, oggi perduta.
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Artù 02 Dalla storia alla letteratura Le figure della leggenda 23