INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE REVISIONE 2012 LE NOVITA’ RISPETTO AL 2007 FRANCA DA RE In questo documento vengono analizzate le principali novità e differenze del testo delle Indicazioni 2012, rispetto a quello del 2007. Gli aspetti che non vengono presi in considerazione, si intendono quindi in sostanziale identità e continuità tra i due testi LA PREMESSA I NUOVI SCENARI Richiamo alla funzione educativa in senso lato della scuola in presenza dell’indebolimento di altre funzioni educative e necessità di educare i giovani a “stare al mondo”. Società sempre più plurali e necessità di relazionarsi con l’intercultura. Le differenze rappresentano una ricchezza, ma anche la possibilità di nuove emarginazioni. Diffusione delle nuove tecnologie e conseguente maggiore accessibilità ai saperi. La scuola non ha più il monopolio delle informazioni. Fare scuola è mettere in relazione l complessità dei nuovi modi di apprendere con la guida quotidiana al metodo, ai media, alla ricerca multidimensionale. Necessità di creare saperi e competenze di base che fondano tutti gli altri apprendimenti. Necessità di dare a tutti gli alunni la possibilità di accesso ai media, dato che le condizioni personali di ciascuno sono in questo senso molto diverse. Scuola, Costituzione, Europa •Richiamo al testo della Costituzione per una scuola dell’autonomia (art. 117) che garantisce l’uguaglianza delle opportunità (art. 3), il diritto alla studio (art. 32, la libertà di insegnamento (art. 33), la collaborazione con le famiglie (art. 30) e con gli altri ambiti dove si sviluppa la personalità (art. 2). •L’autonomia prevede l’azione autonoma delle scuole, il ruolo dello stato nel determinare gli obiettivi comuni, le discipline e gli orari obbligatori, gli standard di qualità del servizio, il sistema di valutazione e controllo del servizio stesso. •Le Indicazioni Nazionali fissano gli obiettivi generai e gli obiettivi di apprendimento e i traguardi di sviluppo delle competenze per ogni disciplina e campo di esperienza. •Richiamo esplicito alla Raccomandazione europea del 18.12.2006 e alle otto competenze chiave per la cittadinanza e l’apprendimento permanente. Le Indicazioni, nel processi di elaborazione e verifica dei propri obiettivi e nel confronto con gli altri sistemi scolastici europei, intendono consolidare le competenze culturali basilari irrinunciabili per promuovere progressivamente nel corso della vita le competenze chiave Profilo dello studente La scuola italiana è caratterizzata da un approccio pedagogico che cura la centralità della persona. La scuola del primo ciclo riveste un ruolo fondamentale nella biografia delle persone. La scuola dovrebbe attivare metodi didattici che promuovano le massime potenzialità e risorse degli alunni. Vanno posti attenzione e riconoscimento agli apprendimenti diffusi fuori dalla scuola e mediante i media (saperi non formali e informali). La generalizzazione degli istituti Comprensivi favorisce le condizioni per una scuola unitaria di base che prenda in carico gli alunni dai tre ai quattordici anni e riconduca tutti i diversi apprendimenti in un unico percorso strutturante. Il Profilo dello studente descrive le competenze essenziali nelle discipline e per l’esercizio della cittadinanza da conseguire alla fine del primo ciclo e costituisce l’obiettivo generale del sistema formativo ed educativo italiano. ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO Dalle Indicazioni al Curricolo Le Indicazioni costituiscono il quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole. Sono un testo aperto che le scuole devono contestualizzare elaborando specifiche scelte relative a contenuti, metodi, organizzazione, valutazione, coerenti con i traguardi formativi previsti dal documento. Il curricolo è espressione dell’autonomia didattica e di ricerca delle scuole e deve essere formulato con riferimento al profilo dello studente al termine del primo ciclo, ai traguardi di sviluppo delle competenze e agli obiettivi di apprendimento specifici delle discipline/campi di esperienza. Le scuole adottano liberamente i percorsi, le esperienze, le scelte didattiche, le strategie più idonee, con attenzione all’integrazione delle discipline e la loro possibile aggregazione in aree. Aree disciplinari e discipline Le discipline non sono aggregate in modo precostituito in aree. Va favorita tra esse la massima integrazione e trasversalità. L’eventuale aggregazione in aree è lasciata alle scuole nella loro autonomia di scelta nei curricoli e nei percorsi didattici. Va comunque ricercato un apprendimento non lineare e frammentato di contenuti, ma realizzate attività significative vicine e contestualizzate nell’esperienza, dove strumenti e metodi delle discipline si confrontino e si integrino. Continuità e unitarietà del curricolo Va perseguita la continuità e unitarietà del curricolo dai tre ai quattordici anni, sfruttando anche l’opportunità della generalizzazione degli Istituti Comprensivi. La scuola dell’infanzia accoglie, promuove e arricchisce l’esperienza vissuta dei bambini in una prospettiva evolutiva. Nella scuola del primo ciclo la progettazione didattica, mentre continua a valorizzare le esperienze con approcci educativi attivi, è finalizzata a guidare i ragazzi lungo percorsi di conoscenza progressivamente orientati alle discipline e alla ricerca di connessioni tra i diversi saperi. Traguardi per lo sviluppo delle competenze Sono fissati al termine della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado e costituiscono riferimenti ineludibili, piste culturali e didattiche per finalizzare l’azione educativa e lo sviluppo integrale della persona. Sono prescrittivi e impegnano le istituzioni scolastiche al loro conseguimento a garanzia dell’unità e della qualità del servizio nazionale di istruzione. Le scuole sono libere nelle scelte per perseguirli. Obiettivi di apprendimento Individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti indispensabili per conseguire i traguardi. Sono organizzatiin nuclei tematici e riferiti a periodi didattici lunghi: l’intero triennio della scuola dell’infanzia, il quinquennio della scuola primaria, il triennio della scuola secondaria di primo grado. Nella primaria sono fissati anche alla fine della terza classe per italiano, lingua inglese, storia, geografia, matematica e scienze. Valutazione Le verifiche intermedie e finali devono essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi delle Indicazioni. Va garantita l’informazione tempestiva e trasparente alle famiglie sui criteri e i risultati della valutazione promuovendo la partecipazione e la corresponsabilità educativa, nella distinzione di ruoli e funzioni. L’INVALSI rileva e misura gli apprendimenti con riferimento ai traguardi e agli obiettivi, promuovendo la cultura della valutazione e scoraggiando forme di addestramento finalizzate all’esclusivo superamento delle prove. La promozione insieme di valutazione e autovalutazione sono fattori di miglioramento del sistema di istruzione. Certificazione delle competenze La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo e che saranno oggetto di certificazione. Sulla base dei traguardi spetta all’autonomia delle scuole progettare percorsi per la promozione, rilevazione e valutazione delle competenze. Particolare attenzione va posta a come ciascun studente mobilita e orchestra le proprie risorse (conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni) per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini. Solo con regolare osservazione, documentazione e valutazione delle competenze è possibile la loro certificazione alla fine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, su modelli predisposti a livello nazionale. Le certificazioni del primo ciclo descrivono e attestano la padronanza delle competenze progressivamente acquisite, sostenendo e orientando gli alunni verso il secondo ciclo. Una scuola che include La scuola sviluppa la propria azione educativa in coerenza coni principi di inclusione e integrazione delle culture; l’accoglienza delle diversità è un valore irrinunciabile. La scuola consolida le pratiche di inclusione degli alunni con cittadinanza non italiana. Cura la prevenzione della dispersione scolastica e del fallimento precoce, anche in collaborazione con gli Enti Locali e le agenzie educative del territorio. Va garantita particolare cura agli alunni disabili e con difficoltà specifiche di apprendimento. Nell’azione didattica ed educativa vanno prese come riferimento le Linee Guida nazionali per l’integrazione degli alunni stranieri del 2007, per l’integrazione degli alunni disabili del 2009 e degli alunni con DSA del 2011. Continuità educativa, comunità professionale, cittadinanza La scuola viene intesa come comunità educativa. La comunità professionale dei docenti opera in sinergia per la costituzione di un progetto di scuola coerente con le Indicazioni, negoziando proficuamente le diversità interne e riconoscendo le differenti sensibilità, capacità e competenze. E’ un processo che richiede studio, formazione e ricerca continui da parte di tutti gli operatori. Il Dirigente Scolastico assume un ruolo indispensabile per la direzione, il coordinamento e la promozione delle professionalità interne e per la valorizzazione delle risorse delle famiglie e del territorio. Il curricolo è un processo aperto alla comunità per promuovere la partecipazione, la coesione sociale, la democrazia e garantire e dare senso alla centralità della persona. LA SCUOLA DELL’INFANZIA FINALITA’ La scuola dell’infanzia è statale e paritaria Si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza e li avvia alla cittadinanza: - identità: vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, essere rassicurati nella molteplicità del proprio fare e sentire …; appartenere ad una comunità sempre più ampia e plurale caratterizzata da valori comuni, abitudini, linguaggi, riti, ruoli. - autonomia: fiducia in sé e negli altri; soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto; esprimere sentimenti, emozioni, opinioni; partecipare alle decisioni; operare scelte e assumere comportamenti e atteggiamenti sempre più consapevoli. - competenze: agire riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione, il confronto tra dimensioni diverse; ascoltare e comprendere narrazioni e discorsi, raccontare esperienze;descrivere, rappresentare e immaginare situazioni ed eventi con linguaggi diversi e con giochi di ruolo. - cittadinanza: scoprire l’altro diverso da sé, attribuire progressiva importanza agli altri, sviluppare empatia, gestire la vita quotidiana attraverso regole condivise; esercizio del dialogo e del reciproco ascolto, attenzione al punto di vista altrui, alla diversità di genere e primo riconoscimento di diritti e doveri; porre le fondamenta per un comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e della natura. Tali finalità sono perseguite attraverso l’organizzazione d un ambiente di vita, di relazioni e di apprendimento di qualità, garantito dalla professionalità degli operatori e dal dialogo con le famiglie e la comunità I bambini le famiglie i docenti, l’ambiente di apprendimento I bambini Sono il nostro futuro e la ragione più profonda per conservare e migliorare la vita comune nel nostro pianeta. Sono espressione di un mondo complesso e inesauribile di energie, potenzialità, ma anche fragilità che vanno conosciute, osservate e accompagnate con cura, studio, responsabilità. Sono portatori di speciali e inalienabili diritti codificati a livello internazionale che la scuola per prima deve rispettare. Giungono alla scuola dell’infanzia con una storia derivante dalla famiglia, dal nido, dalla sezione primavera. Ogni bambino è diverso e riflette le diversità degli ambienti di provenienza e di diversi modelli antropologici ed educativi: famiglie equilibrate e ricche di proposte educative e altre fragili e precarie; presenze genitoriali sicure, ma anche situazioni di assenza; rispetto accanto a rischi di precoce coinvolgimento nella vita adulta. I bambini ricercano legami affettivi, punti di riferimento, stimoli emotivi, sociali, culturali… La scuola dell’infanzia si presenta come ambiente protettivo, capace di accogliere le diversità e promuovere le potenzialità di tutti i bambini, che sono pronti a sperimentare, porre domande, osservare la natura, elaborare ipotesi, che già fruiscono dei media, che esprimono bisogni ed emozioni… La scuola dell’infanzia riconosce questa pluralità di elementi e promuove lo stare bene e un sereno apprendimento attraverso la cura degli ambienti, la predisposizione degli spazi educativi, la conduzione attenta dell’intera giornata scolastica Le famiglie Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo dei bambini. Sono diverse per condizioni di vita, culture, scelte etiche e religiose e sono portatrici di risorse che devono essere valorizzate nella scuola per creare una rete di comunicazioni e di responsabilità condivise. L’ingresso alla scuola dell’infanzia è occasione per le famiglie per prendere maggiore coscienza delle responsabilità genitoriali; genitori (e anche nonni) sono stimolati a partecipare alla vita della scuola e a condividere finalità, contenuti, strategie educative per fare crescere i bambini. Per i genitori stranieri la scuola rappresenta uno spazio pubblico per costruire rapporti di fiducia e nuovi legami di comunità. Modelli culturali ed educativi, esperienze religiose diverse, ruoli sociali e di genere possono confrontarsi, rispettarsi ed evolversi verso i valori della convivenza democratica. Le famiglie dei bambini con disabilità trovano nella scuola un supporto per promuovere le risorse dei loro figli, attraverso il riconoscimento delle differenze e la costruzione di ambienti educativi ed inclusivi, in modo che ciascun bambino trovi attenzione ai propri bisogni e condividere con altri il proprio percorso di formazione. I docenti La presenza di insegnanti motivati, preparati, attenti è indispensabile fattore di qualità per un ambiente educativo accogliente, sicuro, bene organizzato, capace di suscitare fiducia nelle famiglie e nella comunità. Lo stile educativo dei docenti si ispira a criteri di ascolto, accompagnamento, interazione partecipata, mediazione comunicativa, capacità continua di osservare i bambini, di presa in carico, di sostegno e incoraggiamento alla loro evoluzione autonoma e consapevole. La progettualità si esplica nella capacità di dare senso e intenzionalità all’intreccio di spazi, tempi, routine e attività, promuovendo un coerente contesto educativo, attraverso un’appropriata regia pedagogica. La professionalità docente si arricchisce attraverso il lavoro collaborativo, la formazione continua, la riflessione sulla pratica didattica, il rapporto adulto con i saperi e la cultura. La costruzione di una comunità professionale ricca di relazioni, orientata all’innovazione e alla condivisione, è stimolata dalla funzione di leadership della dirigenza e dalla presenza di forme di coordinamento pedagogico. L’ambiente di apprendimento Il curricolo della scuola dell’infanzia coincide con l’organizzazione delle attività didattiche nella sezione e nell’intersezione, negli spazi esterni, nei laboratori, negli ambienti di vita comune, ma si esplica in una equilibrata integrazione di momenti di cura, relazione, apprendimento, dove le routine svolgono la funzione di regolazione della giornata e di base sicura per nuove esperienze e sollecitazioni. L’apprendimento avviene attraverso l’azione, l’esplorazione, il contatto con gli oggetti, la natura, l’arte, il territorio, in una dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di relazione e conoscenza. Nel gioco, in particolare quello simbolico, i bambini esprimono, raccontano e rielaborano esperienze. Nella relazione educativa gli insegnanti svolgono una funzione di mediazione e facilitazione. L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica e deve essere progettato e verificato. Gli spazi devono essere accoglienti, caldi, curati, funzionali e invitanti; il tempo disteso consente al bambini di vivere serenamente la propria giornata, di sentirsi padrone di sé e delle proprie attività. L’osservazione rappresenta uno strumento fondamentale per conoscere il bambino. La pratica della documentazione rende visibili i percorsi e permette di apprezzare i progressi evolutivi individuali e di gruppo. La valutazione nella scuola dell’infanzia risponde ad una funzione formativa che riconosce, accompagna e descrive i processi di crescita. Evita di classificare e giudicare le prestazioni, perché è orientata a incoraggiare lo sviluppo delle potenzialità. Le pratiche dell’autovalutazione, della valutazione e della rendicontazione sociale per l’istituzione scolastica sono volte al miglioramento continuo della qualità educativa. I campi di esperienza e i relativi traguardi Il sé e l’altro Il corpo e il movimento Immagini, suoni, colori I discorsi e le parole La conoscenza del mondo - Oggetti, fenomeni, viventi - Numero e spazio Rispetto al testo del 2007, vengono modificate, più o meno diffusamente, le presentazioni illustrative dei campi di esperienza. I traguardi per lo sviluppo delle competenze dei diversi campi sono stati essenzializzati e riformulati. Viene definito un profilo di competenze generali in uscita dalla scuola dell’infanzia. LA SCUOLA DEL PRIMO CICLO FINALITA’ Il primo ciclo di istruzione comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado. La finalità del primo ciclo è l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base nella prospettiva del pieno sviluppo della persona. In questa prospettiva ogni scuola pone particolare attenzione ai processi di apprendimento di tutti gli alunni e di ciascuno di essi, li accompagna nell’elaborare il senso della propria esperienza, promuove la pratica consapevole della cittadinanza. Il senso dell’esperienza educativa Fin dai primi anni la scuola promuove un percorso di attività nel quale ogni alunno possa assumere un ruolo attivo nell’apprendimento, sviluppare al meglio le inclinazioni, esprimere la curiosità, riconoscere ed intervenire sulle difficoltà, assumere sempre maggiore consapevolezza di sé. La scuola propone situazioni e contesti in cui gli alunni riflettono per capire il mondo e se stessi, diventano consapevoli che il proprio corpo è un bene di cui prendersi cura, trovano stimoli per sviluppare il pensiero analitico e critico, imparano a imparare, coltivano la fantasia e il pensiero originale, si confrontano per ricercare significati e condividere possibili schemi di comprensione della realtà e sul senso e le conseguenze delle proprie scelte. (inserimenti nuovi rispetto al testo del 2007) L’alfabetizzazione culturale di base Il compito specifico del primo ciclo è quello di promuovere l’alfabetizzazione di base attraverso l’acquisizione dei linguaggi e dei codici che costituiscono la struttura della nostra cultura, in un orizzonte allargato alle altre culture con cui conviviamo e all’uso consapevole dei nuovi media. Si tratta di una alfabetizzazione culturale e sociale che include quella strumentale, da sempre sintetizzata nel “leggere, scrivere e far di conto” e la potenzia attraverso i linguaggi e i saperi delle varie discipline. All’alfabetizzazione culturale e sociale concorre in via prioritaria l’educazione plurilingue e interculturale. La lingua materna , la lingua di scolarizzazione e le lingue europee, in quanto lingue dell’educazione, contribuiscono a promuovere i diritti del soggetto al pieno sviluppo della propria identità nel contatto con l’alterità linguistica e culturale. L’educazione plurilingue e interculturale rappresenta una risorsa funzionale alla valorizzazione delle diversità e al successo scolastico di tutti e di ognuno ed è presupposto per l’inclusione sociale e la partecipazione democratica. Nella scuola secondaria di primo grado vengono favorite una più approfondita padronanza delle discipline e un’articolata organizzazione delle conoscenze, nella prospettiva dell’elaborazione di un sapere sempre meglio integrato e padroneggiato. La valorizzazione delle discipline avviene pienamente quando si evitano due rischi: sul piano culturale, quello della frammentazione dei saperi; sul piano didattico, quello dell’impostazione trasmissiva. Le discipline non vanno presentate come territori d proteggere definendo confini rigidi, ma come chiavi interpretative disponibili ad ogni possibile utilizzazione. I problemi complessi richiedono, per essere esplorati, che i diversi punti di vista disciplinari dialoghino e che si presti attenzione alle zone di confine e di cerniera fra discipline I corsivi rappresentano le novità rispetto al testo del 2007 Cittadinanza e Costituzione Obiettivi irrinunciabili dell’educazione alla cittadinanza sono la costruzione del senso di legalità, lo sviluppo dell’etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e agire i modo consapevole e che implicano l’impegno a elaborare idee e a promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto di vita, a partire dalla vita quotidiana a scuola e dal personale coinvolgimento in rutine consuetudinarie che possono riguardare la pulizia e il buon uso dei luoghi, la cura del giardino o del cortile, la custodia dei sussidi, la documentazione, le prime forme di partecipazione alle decisioni comuni, le piccole riparazioni, l’organizzazione del lavoro comune, ecc. Accanto ai valori e alle competenze inerenti la cittadinanza, la scuola del primo ciclo include nel proprio curricolo la prima conoscenza della Costituzione …. Imparano l’importanza delle procedure nell’esercizio della cittadinanza e la distinzione tra diversi compiti, ruoli e poteri. Questo favorisce una prima conoscenza di come è organizzata la nostra società (articoli 35-54) e le nostre istituzioni politiche (articoli 55-96). Al tempo stesso contribuisce a dare un valore più largo e consapevole alla partecipazione alla vita della scuola intesa come comunità che funziona sulla base di regole condivise. Parte integrante dei diritti costituzionali e di cittadinanza è il diritto alla parola (art. 21) il cui esercizio dovrà essere prioritariamente tutelato e incoraggiato in ogni contesto scolastico e in ciascun alunni, avendo particolare attenzione a sviluppare le regole di una conversazione corretta. E’ attraverso la parola e il dialogo tra interlocutori che si rispettano reciprocamente, infatti, che si costruiscono significati condivisi e si opera per sanare le divergenze, per acquisire punti di vista nuovi, per negoziare e dare un senso positivo alle differenze, così come per prevenire e regolare i conflitti. La lingua italiana costituisce il primo strumento di comunicazione e di accesso ai saperi. La lingua scritta, in particolare, rappresenta un mezzo decisivo per l’esplorazione, l’organizzazione del pensiero e per la riflessione sull’esperienza e il sapere dell’umanità. E’ responsabilità dei docenti garantire la padronanza della lingua italiana, valorizzando nel contempo gli idiomi nativi e le lingue comunitarie. Così intesa, la scuola diventa un luogo privilegiato di apprendimento e di confronto libero e pluralistico. L’ambiente di apprendimento Una buona scuola del primo ciclo si costituisce come contesto idoneo a promuovere apprendimenti significativi e a garantire il successo formativo per tutti gli alunni. E’ possibile indicare alcuni principi metodologici per un’efficace azione formativa, nel rispetto dell’autonomia delle scuole e senza pretese di esaustività. L’acquisizione dei saperi richiede uso flessibile degli spazi, a partire dall’aula; la disponibilità di luoghi attrezzati che facilitino approcci operativi per le scienze, la tecnologia, le lingue comunitarie, la produzione musicale, le attività pittoriche, la motricità. Particolare importanza riveste la biblioteca scolastica,anche in una prospettiva multimediale Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni… (anche quelle n.d.r.) acquisite fuori della scuola e attraverso i diversi media oggi disponibili a tutti Particolare attenzione va rivolta agli alunni con cittadinanza non italiana con approcci differenziati per immigrati di prima e seconda generazione L’integrazione degli alunni disabili è da tempo un fatto consolidato che richiede un’effettiva progettualità anche utilizzando le forme di flessibilità previste dall’autonomia e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze. In questa prospettiva, la problematizzazione svolge una funzione insostituibile: sollecita gli alunni a individuare a individuare problemi, a sollevare domande, a mettere in discussione le conoscenze già elaborate, a trovare appropriate piste d’indagine, a cercare soluzioni originali Incoraggiare l’apprendimento collaborativo. … La dimensione sociale dell’apprendimento svolge un ruolo significativo …. A questo scopo risulta molto efficace l’utilizzo elle nuove tecnologie che permettono agli alunni di operare insieme per costruire nuove conoscenze, ad esempio attraverso ricerche sul web e per corrispondere con coetanei anche di altri Paesi LE DISCIPLINE, I TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE, GLI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO NELLA SCUOLA DEL PRIMO CICLO ITALIANO Sono state integrate e riformulate la presentazione illustrativa e le indicazioni metodologiche, che vengono organizzate intorno ai seguenti nuclei tematici, che costituiscono i campi di esercizio e sviluppo delle competenze linguistiche: Oralità: attenzione alla comunicazione orale attraverso l’interazione e la relazione, la costruzione di significati, la condivisione di conoscenze, il riconoscimento dei diversi punti di vista e la loro negoziazione. Lettura: momento di socializzazione , di discussione e di apprendimento, ma anche come ricerca autonoma e individuale. Sviluppa capacità di concentrazione e riflessione critica. Serve l’acquisizione di opportune strategie e tecniche per la decodificazione e la comprensione del testo. Fondamentali sono la pratica della lettura per sollecitare il piacere di leggere e la funzione delle biblioteche. Scrittura: l’acquisizione della scrittura strumentale, entro i primi due anni di scuola primaria richiede costante attenzione alle abilità grafico-manuali e alla correttezza ortografica. Progressivamente va incoraggiato l’uso della scrittura per scopi reali: testi per lo studio, questionari, narrazioni, argomentazioni …. Va lasciato spazio anche ai testi poetici e a quelli fantastici e, progressivamente, anche alla produzione di testi multimediali Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo: va progressivamente arricchito il patrimonio lessicale attraverso attività orali e di lettura sia relativamente all’ampiezza del lessico compreso e usato, sia alla padronanza nell’uso, sia alla crescente specificità. Va tenuta in considerazione anche la ricchezza delle espressioni colloquiali e gergali. Fin dai primi anni, gli alunni dovranno imparare a consultare dizionari e repertori tradizionali e on line. Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua: tutte le persone posseggono una “grammatica implicita” della madrelingua che viene progressivamente portata alla lingua standard attraverso l’uso corretto e l’esperienza scolastica. Nella scuola primaria l’uso e la riflessione sulla lingua vanno curate insieme. L’ortografia deve essere acquisita e automatizzata entro i primi anni di scuola. In questo grado di scuola, la riflessione privilegia il livello lessicale-semantico a partire dai testi orali e scritti. Va privilegiato l’approccio induttivo. Intorno a questi cinque nuclei tematici vengono formulati sia i traguardi per lo sviluppo delle competenze, che gli obiettivi di apprendimento. Sia i traguardi che gli obiettivi sono stati riformulati rispetto al 2007 e resi in modo più sintetico ed essenziale. LINGUA INGLESE E SECONDA LINGUA COMUNITARIA Viene riformulata la presentazione illustrativa della disciplina e le indicazioni metodologiche rispetto al 2007, a partire dal titolo: si fa infatti esplicito riferimento alla lingua inglese come prima lingua per tutto il ciclo. I traguardi sono direttamente ancorati ai livelli del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER): - livello A1 al termine della scuola primaria per la lingua inglese - livello A2 al termine della scuola secondaria di secondo grado per la lingua inglese - livello A1 al termine della scuola secondaria di secondo grado per la seconda lingua comunitaria. Poiché i traguardi sono prescrittivi, è da intendersi che la scuola è impegnata a farli conseguire. Gli obiettivi di apprendimento, resi in modo assai essenziale, sono direttamente ancorati ai livelli del QCER e organizzati intorno ai seguenti nuclei tematici: ascolto (comprensione orale), parlato (produzione e interazione orale), lettura (comprensione scritta), scrittura (produzione scritta) STORIA La presentazione illustrativa e le indicazioni metodologiche sono state riformulate intorno ai seguenti nuclei tematici: - Il senso dell’insegnamento della storia (la storia come memoria, tutela dell’eredità dei beni comuni, identità collettiva) - I metodi didattici della storia (l’approccio alla storia come laboratorio, a partire dai segni, dalla ricerca sul campo, dalle fonte, attraverso la narrazione e la ricostruzione, con l’ausilio anche dei media) - La storia come campo disciplinare - Identità, memoria e cultura storica (la storia come elemento imprescindibile per l’identità sociale e culturale e per il confronto tra culture) - La storia generale a scuola (importanza del mettere in relazione diverse culture, passato e presente nel tempo e nello spazio; irrinunciabilità di alcuni contenuti per la comprensione storica: ominazione, rivoluzioni neolitiche, diffusione delle religioni, rivoluzione industriale, globalizzazione, storia ambientale) - La ripartizione delle conoscenze storiche per i livelli scolastici (viene riproposta la scansione dei contenuti del 2007: nella scuola primaria le civiltà fino alla tarda antichità; nella scuola secondaria fino ai giorni nostri, con particolare attenzione al secolo passato e al presente, anche se si raccomanda fin dalla primaria, con opportune strategie, di fornire quadri di civiltà generali che permettano ai bambini di leggere il proprio ambiente in chiave storica anche rispetto alla storia più recente rispetto all’antichità, soprattutto per quanto riguarda i temi riguardanti i problemi umani e le soluzioni intraprese nel tempo. L’approccio metodologico per quadri di civiltà messi a confronto e per problemi, piuttosto che una successione di fatti ed eventi, è raccomandato ovviamente per tutto il ciclo) - Gli intrecci disciplinari (si raccomanda la relazione stretta tra storia e geografia; con la lingua per la ricerca, la produzione e l’organizzazione delle informazioni, ma anche - aggiungiamo noi n.d.r - con le scienze e la tecnologia, le arti, per non parlare dell’ambito Cittadinanza e Costituzione, peraltro ben ripreso nel successivo paragrafo) - L’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva (la storia per l’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva. Importanza dei nessi tra le tracce e le conoscenze del passato; dell’uso delle fonti diverse. In particolare vanno messi in evidenza i rapporti tra storia e società, le differenze di genere e di generazioni, le forme statuali, le istituzioni democratiche) I traguardi per lo sviluppo delle competenze sono stati riformulati; lo sono stati parzialmente anche gli obiettivi di apprendimento. Traguardi e obiettivi sono stati riferiti ai seguenti nucei tematici: - uso delle fonti - organizzazione delle informazioni - strumenti concettuali - produzione scritta e orale GEOGRAFIA La presentazione illustrativa è stata riformulata. La geografia viene definita come disciplina di cerniera che mette in relazione temi economici, giuridici, antropologici, scientifici e ambientali di rilevante importanza, soprattutto in una comunità multiculturale e multietnica. La geografia riguarda anche i processi di trasformazione dell’ambiente ad opera dell’uomo e degli impatti e conseguenze di tali trasformazioni sull’ambiente naturale. In tale prospettiva, la geografia consente sintesi con le scienze naturali, la tecnologia, le scienze sociali, in particolare su temi riguardanti l’educazione ambientale, l’uso del territorio e delle risorse. La geografia non può prescindere dalla dimensione temporale. La rappresentazione dello spazio consente la costruzione di mappe, di coordinate spaziali e la maturazione della capacità di orientamento sul territorio. Importante la costante rappresentazione dello spazio vissuto attraverso carte differenti, su diversi rapporti scalari, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie , del telerilevamento e dei Sistemi Informativi Geografici (GIS) Sono stati riformulati i traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento, che sono stati organizzati sui seguenti nuclei tematici: - Orientamento - Linguaggio della geo-graficità - Paesaggio - Regione e sistema territoriale La presentazione della disciplina, i traguardi e gli obiettivi, consentono di concludere che la geografia potrebbe facilmente essere apparentata con le scienze e la tecnologia, per i campi di indagine e gli strumenti di cui si avvale. Tuttavia, come ben spiegato nella premessa di presentazione, in una prospettiva di didattica per competenze che utilizza le discipline intorno a problemi e nuclei concettuali, la geografia, come del resto le altre discipline tecnico-scientifiche, contribuisce ad interpretare anche questioni di ordine storico, sociale, culturale MATEMATICA La presentazione e le note metodologiche sono state riformulate. La matematica viene correttamente presentata come un metalinguaggio con cui ci si relaziona con il mondo. “Le conoscenze matematiche contribuiscono alla formazione culturale delle persone e delle comunità, sviluppando le capacità di mettere in stretto rapporto il «pensare» e il «fare » e offrendo strumenti adatti a percepire, interpretare e collegare tra loro fenomeni naturali, concetti e artefatti costruiti dall’uomo, eventi quotidiani. In particolare, la matematica dà strumenti per la descrizione scientifica del mondo e per affrontare problemi utili nella vita quotidiana, contribuisce a sviluppare la capacità di comunicare e discutere, di argomentare in modo corretto, di comprendere i punti di vista e le argomentazioni degli altri”. Come per altre discipline, è indispensabile il laboratorio, sia come luogo fisico, che come approccio metodologico nel quale l’allievo impara ad agire secondo il metodo scientifico. Caratteristica della pratica matematica è la risoluzione di problemi che devono essere intese come questioni autentiche e significative, legate alla vita quotidiana, non solo esercizi cui si risponde semplicemente ricordando definizioni e regole. L’alunno analizza situazioni per tradurle in termini matematici, riconosce schemi ricorrenti, stabilisce analogie con modelli noti, sceglie le azioni da compiere e le concatena in modo efficace al fine di produrre una soluzione. Particolare attenzione andrà posta allo sviluppo della capacità di esporre e discutere con i compagni le soluzioni e i procedimenti seguiti. L’uso consapevole e motivato di calcolatrici e computer andrà perseguito sin di primi anni, ad esempio per verificare l’esattezza di calcoli mentali e scritti e per esplorare numeri e forme. Di estrema importanza è lo sviluppo di una visione della matematica non ridotta a regole e formula da memorizzare e applicare, ma come contesto per affrontare e porre problemi significatici e per esplorare relazioni e strutture che si ritrovano e ricorrono in natura e nelle creazioni dell’uomo. I traguardi sono stati riformulati e resi più essenziali; gli obiettivi sono stati modificati e integrati in modo molto limitato. I nuclei tematici intorno ai quali sono stati organizzati, sono i medesimi del 2007: Numeri; Spazio e figure; Relazioni, dati e previsioni. SCIENZE La presentazione illustrativa è stata riformulata. Viene messa in rilievo l’importanza di affrontare la materia attraverso la ricerca sperimentale, il coinvolgimento attivo degli alunni intorno a problemi da affrontare secondo il metodo scientifico. Le esperienze concrete, individuali e di gruppo, potranno essere realizzate in laboratori fisici, in aula, ma anche in spazi naturali. E’ importante predisporre situazioni di apprendimento nelle quali gli alunni agiscano direttamente, producano idee, discutano e imparino a confrontarsi, ad argomentare, a sviluppare ipotesi, a sperimentare. Fin dalla primaria, con opportuna gradualità, vanno focalizzati alcuni grandi “organizzatori”, come: causa/effetto, sistema, stato/trasformazione, equilibrio, energia, ecc., con costante riferimento alla realtà e a “casi emblematici”. Valorizzando le competenze degli allievi, nell’ambito di una progettazione verticale complessiva, gli insegnanti potranno costruire una sequenza di esperienze che nel loro insieme consenta di sviluppare gli argomenti basilari di ogni settore scientifico. Sia nella scuola primaria che nella secondaria, gli alunni dovranno essere coinvolti in esperienze pratiche, che potrebbero anche essere le stesse nei due gradi di scuola, con gli opportuni adattamenti. I traguardi per lo sviluppo delle competenze sono stati riformulati . Anche gli obiettivi di apprendimento sono stati riformulati in modo più essenziale. Nella scuola primaria gli obiettivi sono stati organizzati intorno ai seguenti nuclei tematici: - Oggetti, materiali e trasformazioni (nel primo triennio: “Esplorare e descrivere oggetti e materiali”); - Osservare e sperimentare sul campo; - L’uomo, i viventi e l’ambiente. Nella scuola secondaria di primo grado gli obiettivi sono stati organizzati secondo branche della disciplina, anche se è auspicabile che nella didattica si osservi un approccio per problemi che integri i settori: - Fisica e chimica; - Astronomia e Scienze della Terra - Biologia MUSICA La presentazione illustrativa è stata integrata in modo molto limitato rispetto al testo del 2007. Viene aggiunto un periodo: “L’apprendimento della musica consta di pratiche e di conoscenze, e nella scuola si articola in due dimensioni: a) produzione, mediante l’azione diretta (esplorativa, compositiva, esecutiva) con e sui materiali sonori, in particolare attraverso l’attività corale e di musica d’insieme; b) fruizione consapevole, che implica la costruzione e l’elaborazione di significati personali, sociali e culturali, relativamente a fatti, eventi, opere del presente e del passato”. I traguardi per lo sviluppo delle competenze alla fine della scuola primaria sono stati integrati e limitatamente riformulati, mentre sono stati modificati e resi più essenziali gli obiettivi di apprendimento. I traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di primo grado sono stati riformulati, mentre gli obiettivi sono rimasti sostanzialmente inalterati. Per il quadro di competenze specifiche connesse allo studio dello strumento musicale, si fa rinvio alle specifiche norme di settore. ARTE E IMMAGINE La presentazione è stata molto limitatamente integrata rispetto al testo del 2007, nei passaggi di seguito indicati in corsivo. “Attraverso il percorso formativo di tutto il primo ciclo, l’alunno impara a utilizzare e fruire del linguaggio visivo e dell’arte, facendo evolvere l’esperienza espressiva spontanea verso forme sempre più consapevoli e strutturate di comunicazione.” “La familiarità con immagini di qualità ed opere d’arte sensibilizza e potenzia nell’alunno le capacità creative, estetiche ed espressive, rafforza la preparazione culturale e contribuisce ad educarlo a una cittadinanza attiva e responsabile. In questo modo l’alunno si educa alla salvaguardia e alla conservazione del patrimonio artistico e ambientale a partire dall’ambiente di appartenenza. La familiarità con i linguaggi artistici, di tutte le arti, che sono universali, permette di sviluppare relazioni interculturali basate sulla comunicazione, sulla conoscenza e il confronto tra culture diverse”. Sono stati riformulati e resi più essenziali sia i traguardi che gli obiettivi di apprendimento, organizzati intorno ai seguenti nuclei tematici: Esprimersi e comunicare; Osservare e leggere le immagini; Comprendere e apprezzare le opere d’arte. EDUCAZIONE FISICA La denominazione della disciplina cambia rispetto al 2007, quando veniva chiamata “Corpo, movimento, sport”. La presentazione illustrativa è stata limitatamente integrata con i passaggi di seguito messi in corsivo, che si richiamano alla relazione tra attività motoriasportiva ed etica. “L’attività motoria praticata in ambiente naturale rappresenta un elemento determinante per un’azione educativa integrata, per la formazione di futuri cittadini del mondo, rispettosi dei valori umani, civili e ambientali.” “L’attività sportiva promuove il valore del rispetto delle regole concordate e condivise e i valori etici che sono alla base della convivenza civile. I docenti sono impegnati a trasmettere e a far vivere ai ragazzi i principi di una cultura sportiva portatrice di rispetto di sé e per l’avversario, di lealtà, di senso si appartenenza e di responsabilità, di controllo dell’aggressività, di negazione di qualunque forma di violenza. L’esperienza motoria deve connotarsi come «vissuto positivo», mettendo in risalto la capacità di fare dell’alunno, rendendolo costantemente protagonista e progressivamente consapevole delle competenze motorie via via acquisite” I traguardi sono stati riformulati (parzialmente quelli della primaria) e così pure gli obiettivi, resi più essenziali e organizzati intorno ai seguenti nuclei tematici: Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo; Il linguaggi o del corpo come modalità comunicativo-espressiva; Il gioco, lo sport, le regole e il fair play; Salute, benessere, prevenzione e sicurezza. TECNOLOGIA E’ una disciplina di nuova introduzione rispetto al 2007. Viene affermato nell’introduzione che l’esercizio e lo studio della tecnologia favoriscono la generale attitudine umana a porre e trattare problemi, facendo dialogare e collaborare abilità di tipo cognitivo, operativo, metodologico e sociale. E’ importante che la cultura tecnica faccia maturare negli allievi un pratica tecnologica etica e responsabile, lontana da inopportuni riduzionismi o specialismi e attenta alla condizione umana nella sua interezza e complessità. La tecnologia si occupa di interventi e trasformazioni che l’uomo opera nei confronti dell’ambiente per la sopravvivenza o la soddisfazione dei propri bisogni. Rientrano nel campo della tecnologia i principi di funzionamento e le modalità di impiego di strumenti, dispositivi, macchine, sistemi … Compito della tecnologia è promuovere nei ragazzi forme di pensiero e atteggiamenti che preparino e sostengano interventi trasformativi dell’ambiente attraverso un iso consapevole e intelligente delle risorse e nel rispetto di vincoli o limitazioni di vario genere: economiche, ambientali, conoscitive, dimensionali, temporali, etiche. L’approccio metodologico è quello laboratoriale introno a questioni e problemi significativi, vicini all’esperienza Molto si insiste sulla questione delle risorse impiegate, dal reperimento, alla produzione, allo smaltimento, per favorire un atteggiamento responsabile verso ogni azione trasformativa dell’ambiente e di una sensibilità al rapporto tra interesse individuale e bene collettivo, decisiva per il formarsi di un autentico senso civico. E’ fondamentale il rapporto con le nuove tecnologie della multimedialità e della comunicazione, non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto con lo sviluppo di un atteggiamento critico, consapevole etico e responsabile del loro utilizzo. Quando possibile, gli alunni potranno essere introdotti ad alcuni linguaggi di programmazione semplici e versatili, che si prestino all’ideazione e realizzazione di prodotti (siti web, esercizi, giochi, programmi d’utilità) e per la comprensione del rapporto che c’è tra codice sorgente e prodotto visibile. Traguardi e obiettivi sono organizzati intorno ai seguenti nuclei tematici. Per la primaria: Vedere e osservare; Prevedere e immaginare; intervenire e trasformare. Per la secondaria: Vedere, osservare e sperimentare; Prevedere, immaginare e progettare; Intervenire, trasformare e produrre CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SUL DOCUMENTO PUNTI DI FORZA Richiamo esplicito e diretto alle otto competenze chiave europee per la cittadinanza e l’apprendimento permanente come finalità generale dell’istruzione e della formazione. Richiamo alla integrazione delle discipline e alla finalizzazione delle conoscenze all’acquisizione di competenze di apprendimento e di cittadinanza; attenzione agli approcci metodologici fondati sull’induzione, sull’esperienza diretta degli allievi, sulla cooperazione, sulla laboratorialità e sulla contestualizzazione delle conoscenze in ambiti significativi di esperienza . Richiamo alla necessità di organizzare il curricolo per competenze e di impostare in modo coerente la didattica per perseguirle. Messa in rilievo dei concetti di valutazione, autovalutazione, valutazione del servizio e ruolo del Servizio Nazionale di Valutazione. Formulazione di un Profilo in uscita dalla scuola dell’infanzia e dalla scuola del primo ciclo. Attenzione all’importanza dei media e delle nuove tecnologie anche come veicoli di apprendimento informale e non formale. Formulazione generalmente più essenziale dei traguardi e degli obiettivi. PUNTI DI DEBOLEZZA Il prezioso richiamo alle competenze chiave non viene poi ripreso nelle indicazioni metodologiche, che restano ancorate alle singole discipline. Permane l’ambiguità della formulazione di traguardi per lo sviluppo delle competenze che non sono ancorati a delle competenze esplicitate. Ciò mantiene un problema anche per la certificazione. Quali sono le competenze da perseguire? Quali quelle da certificare? Saranno le competenze chiave europee? Saranno altre competenze che però non sono enunciate e specificate? C’è una sostanziale discontinuità con i documenti del secondo ciclo di istruzione, sia per quanto riguarda il D.M. 139 sull’obbligo di istruzione, sia rispetto, ad esempio ai Regolamenti di riordino della scuola secondaria di secondo grado e alle Linee Guida per i curricula degli Istituti Tecnici e Professionali. In questi documenti, le competenze specifiche sono enunciate e declinate in abilità e conoscenze, secondo le indicazioni europee (pur con la debolezza del D.M. 139 di separare le competenze degli assi culturali da quelle di cittadinanza, senza declinare queste ultime e sulla rigidità disciplinare delle Linee Guida dei Tecnici e dei Professsionali e delle Indicazioni dei Licei). Nel nostro documento, invece, si parla di obiettivi, spostando così il focus di osservazione dall’alunno che apprende (costruendo conoscenze, abilità e competenze), all’azione del docente che si pone obiettivi per traguardi di competenze non enunciate. Ciò smente in parte i richiami della Premessa sulla centralità della persona che apprende. Il mantenimento dell’attenzione sulle singole discipline e su obiettivi di apprendimento rischia di incoraggiare le resistenze al cambiamento e di rallentare il processo di diffusione della didattica per competenze, che richiede il superamento deciso dell’ottica disciplinare. L’attenzione alle discipline e l’ancoraggio ad esse dei traguardi, impedisce di focalizzare in modo adeguato l’attenzione alle grandi competenze metacognitive, metodologiche e sociali (Imparare a imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità) che sono invece fondamentali per lo sviluppo autentico della competenza e della cittadinanza. Pur non essendoci una gerarchia tra le otto competenze chiave, potremmo infatti concludere che le tre appena citate danno maggiore senso e spessore anche alle altre e i processi cognitivi ed affettivi su cui si imperniano precedono e danno forma alle conoscenze e alle abilità che trovano maggiore esplicitazione nei saperi formali. PROSPETTIVE PER IL CURRICOLO PER COMPETENZE Le Istituzioni Scolastiche nella loro autonomia, anche organizzate in rete, possono organizzare il curricolo sulle otto competenze chiave europee, declinandole in competenze specifiche, articolate in abilità e conoscenze. Per la formulazione delle competenze specifiche, si può trovare riferimento nei documenti del secondo ciclo di istruzione, in particolare il D.M. 139/07; le Linee Guida per i Piani Provinciali del primo ciclo di istruzione della Provincia di Trento (reperibili su www.vivoscuola.it e anche sugli Indicatori per la valutazione riportati nell’Allegato all’O.M. 236 del 1993, che presentava il documento di valutazione basato sulla scala pentenaria A,B,C,D,E. Le abilità possono essere mutuate dagli obiettivi delle Indicazioni, che sono quasi sempre formulati in modo operativo e quindi trasformabili in buone abilità; le conoscenze si inferiscono dai traguardi, dagli obiettivi e dalle introduzioni illustrative delle discipline. A partire dal curricolo per competenze, le Commissioni di lavoro dei Collegi metteranno a punto repertori di unità di apprendimento e di compiti significativi da proporre agli allievi per la costruzione e l’esercizio delle competenze. La didattica per competenze presuppone un ribaltamento della prospettiva: dal docente al discente; dall’approccio deduttivo a quello induttivo o comunque misto; dal lavoro individuale all’apprendimento sociale e cooperativo. Le attività vengono proposte con il riferimento delle competenze da perseguire e quindi costantemente finalizzate. Il punto di partenza non è l’attività da proporre, ma la competenza d perseguire e quindi, di conseguenza, le diverse e differenti attività possibili. La valutazione delle competenze non si limita alla rilevazione delle conoscenze e delle abilità (e quindi sul profitto), ma indaga anche i processi di mobilitazione delle risorse personali, interpersonali, metacognitive e metodologiche in presenza di problemi da risolvere e situazioni da gestire. La competenza, infatti, che viene definita anche come “sapere agito”, si può osservare solo mettendo gli allievi direttamente in azione su problemi e sollecitazioni concrete. Ciò permette di rilevare come i saperi e le capacità personali vengono mobilitate per la soluzione. Ecco perché una didattica prevalentemente ripetitiva, esercitativa e trasmissiva non può perseguire competenze, né permette di osservarle. Buon lavoro!