Le competenze per l’occupazione e la crescita Aviana Bulgarelli Cosa sono le competenze Il bagaglio di conoscenze, competenze cognitive e capacità in possesso delle persone per svolgere al meglio dei compiti (CE, OCSE). Il complesso di competenze in un paese ne costituisce la dotazione di capitale umano Il concetto di competenza rappresenta un salto di paradigma: dall’input dei percorsi formativi formali (anni di istruzione) all’outcome dell’ apprendimento che avviene nei percorsi formativi, professionali, sociali e individuali CAPITALE UMANO E SVILUPPO CAPITALE UMANO E COMPETENZE SONO RISORSA DI CRESCITA ECONOMICA E DEL BENESSERE INDIVIDUALE E COLLETTIVO + Occupazione e occupabilità + Retribuzioni + Fiducia e Partecipazione alla vita sociale e civica + Salute + Produttività + Innovazione tecnologica, di prodotto e di processo + Competitività e crescita LE COMPETENZE AL CENTRO DELL’AGENDA POLITICA Unione Europea Europa 2020 (2010) – Nuove competenze per l’occupazione (2011) – Employment Package (2012) – Rethinking Education (2012) OCSE OECD Skills Strategy (2011) – Better skills, Better Jobs, Better Lives(2012) - PISA (prox 2013) – PIAAC (prox 2013) ITALIA Focus sull’offerta di competenze: Riforma del Lavoro (apprendimento permanente , certificazione delle competenze e apprendistato) – ITS e Alternanza – Formazione iniziale e continua L’OFFERTA DI COMPETENZE E’ misurabile in modo indiretto attraverso gli anni e i livelli di istruzione, in modo diretto attraverso test specifici come PISA (Indagine sulle competenze cognitive di base dei 15enni –OCSE) e PIAAC (Indagine sulle competenze fondative degli adulti-OCSE in corso) Il possesso di un titolo di studio elevato è premiante nel mercato del lavoro in termini di occupabilità, di mantenimento dell’occupazione e di livelli retributivi. Il possesso di elevante competenze fondative (information-processing skills) è premiante sia nel mercato del lavoro che nell’invecchiamento attivo, nel vantaggio sociale e di benessere individuale Occupati e disoccupati, tasso di occupazione e disoccupazione per titolo di studio e territorio, anni 2007 e 2010 (valori in migliaia e %) Tasso Titolo di studio Territorio occupazione Occupati 2007 (15-64 anni) 2010 2007 2010 Tasso Disoccupati 2007 2010 disoccupazione 2007 2010 Nord-Ovest 396 303 33,5 32,1 22 33 5,2 9,9 Licenza Nord-Est 319 237 34,4 32,2 12 18 3,6 7,0 elementare, Centro 317 252 34,5 34,4 20 22 5,8 8,0 nessun titolo Mezzogiorno Licenza media Diploma 645 486 27,6 24,3 81 87 11,1 15,1 Italia 1.677 1.278 31,2 28,8 134 160 7,4 11,1 Nord-Ovest 2.206 2.088 59,6 55,3 111 175 4,8 7,7 Nord-Est 1.614 1.489 61,3 56,5 65 105 3,8 6,6 Centro 1.386 1.334 55,4 51,8 88 130 6,0 8,9 Mezzogiorno 2.276 2.080 41,3 37,1 326 381 12,5 15,5 Italia 7.483 6.991 52,2 47,9 589 792 7,3 10,2 Nord-Ovest 3.176 3.219 75,0 72,9 107 197 3,3 5,8 Nord-Est 2.372 2.491 77,7 75,1 67 138 2,7 5,2 Centro 2.199 2.303 69,3 68,1 121 186 5,2 7,5 Mezzogiorno 2.595 2.579 54,3 51,6 317 387 10,9 13,0 10.341 10.593 67,8 65,7 612 908 5,6 7,9 1.095 1.203 81,6 80,9 30 47 2,6 3,7 Nord-Est 742 807 81,9 80,5 19 32 2,5 3,9 Centro 884 944 78,5 78,0 38 60 4,1 6,0 Mezzogiorno 1.001 1.055 70,6 68,0 84 104 7,7 8,9 Italia 3.721 4.010 77,7 76,4 171 243 4,4 5,7 Nord-Ovest 6.874 6.813 66,0 64,5 270 452 3,8 6,2 Nord-Est 5.047 5.025 67,6 65,8 162 293 3,1 5,5 Centro 4.785 4.833 62,3 61,5 267 399 5,3 7,6 Mezzogiorno 6.516 6.201 46,5 43,9 808 958 11,0 13,4 23.222 22.872 58,7 56,9 1.506 2.102 6,1 8,4 Italia Nord-Ovest Laurea e post-laurea Totale Italia Fonte: elaborazione ISFOL su dati RCFL-ISTAT 2007-2010 Tasso di occupazione dei 25-64enni per titolo di studio ed età, anno 2010 (valori percentuali) Fonte: elaborazione Isfol su dati RCFL-ISTAT 2010 Probabilità di uscita dall'occupazione per titolo di studio posseduto, anni 2007- 2010 Stime logit (genere, ripartizione geografica, settore di attività economica, tempo di lavoro, carattere temporaneo dell’occupazione, qualifica, professione, titolo di studio) Fonte: elaborazione ISFOL su dati ISTAT, RCFL, 2007-2010 Tasso di disoccupazione e tasso di disoccupazione di lunga durata per titolo di studio, anni 2007 e 2010 Fonte: elaborazione ISFOL su dati RCFL-ISTAT 2007-2010 Transizione dalla condizione di disoccupato a quella di occupato. Tassi e variazioni assolute per titolo di studio. Biennio 2006-07 e 2010-11 50 44,7 40 30 31,8 25,3 34,9 29,6 23,3 20 10 0 -10 -2,0 -2,2 -9,9 -20 Fino lic media Diploma 2006-2007 Fonte: Istat-Rcfl, Panel Isfol 2006-2007 e 2010-2011 2010-2011 Tit. universitario Differenza Alcuni benchmark ed indicatori in materia di istruzione e formazione. Confronti con alcuni Paesi UE. Anno 2010 (valori %) Alcuni Paesi UE Abbandono precoce di istruzione e formazione (a) Giovani in possesso di un titolo di istruzione secondaria di secondo grado Popolazione in possesso di un titolo di istruzione secondaria di secondo grado Conseguimento di un titolo di Partecipazione degli adulti ad istruzione attività di LLL superiore (e) (b) (c) (d) Danimarca 10,7 68,3 76,5 47 32,8 Germania 11,9 74,4 85,8 29,8 7,7 Irlanda 10,5 88 73,5 49,9 6,7 Grecia 13,7 83,4 62,5 28,4 3 Spagna 28,4 61,2 52,6 40,6 10,8 Francia 12,6 83,2 70,8 43,5 5 ITALIA 18,8 76,3 55,2 19,8 6,2 Olanda 10,1 77,6 72,3 41,4 16,5 Austria 8,3 85,6 82,5 23,5 13,7 Polonia 5,4 91,1 88,7 35,3 5,3 Portogallo 28,7 58,7 31,9 23,5 5,8 Romania 18,4 78,2 74,3 18,1 1,3 Finlandia 10,3 84,2 83 45,7 23 9,7 85,9 81,6 45,8 24,5 Gran Bretagna 14,9 80,4 76,1 43 19,4 Media UE27 14,1 79 72,7 33,6 9,1 Svezia a) b) c) d) e) popolazione popolazione popolazione popolazione popolazione Fonte: Eurostat 18-24enne con al massimo un titolo di livello Isced 2 20-24enne con almeno un titolo di livello Isced 3 25-64enne con almeno un titolo di livello Isced 3 30-34enne 25-64 anni benchmarks (a) (b) (d ) (e) 10% 85% 40% 15% Differenze intergenerazionali per livello di istruzione terziaria (EU countries, 2012) Composizione e tendenze della forza lavoro 2010-2020 Il rendimento dell’istruzione I redditi da lavoro associati al titolo di studio terziario sono più elevati e in molti paesi superano il 50% di quelli dei lavoratori con istruzione secondaria Processo meno dinamico in Italia: il reddito da lavoro dei laureati, nel 2010, superava quello dei diplomati per il 36% (48% media UE) Il premio salariale è diminuito in Italia del 10% dal 2005 (+10% in Germania) Maggior rendimento per i laureati in ingegneria e medicina (+10%) Minor rendimento dei laureati in discipline umanistiche (-10%) Non solo istruzione: maggiori competenze fondative e specialistiche si acquisiscono nel lavoro Influenza delle competenze fondative sulle opportunità della vita e il s/vantaggio sociale (social functioning) Competenze fondative elevate (information-processing skills) producono rendimenti diffusi in termini di: coesione, di condivisione di valori, di maggiore capacità degli individui di effettuare scelte economiche efficienti, di accesso a comportamenti di consumo maturi, di comportamenti sociali e civici più attenti alla legalità e al benessere collettivo, favorendo il progresso sociale e civico. Elevati sono anche i benefici di maggiori competenze sulla salute attraverso la capacità degli individui di gestire la propria salute e benessere personale (anche in termini preventivi, di alimentazione, etc.) e di elaborare e gestire le informazioni sui sistemi e le prestazioni sanitarie. Competenze fondative e svantaggio economico Competenze fondative e svantaggio sociale LA DOMANDA DI COMPETENZE E’ misurabile in modo indiretto attraverso l’occupazione per gruppi professionali e per livello di istruzione, in modo diretto attraverso le competenze cognitive, trasversali e specialistiche richieste dalle imprese e agite dai lavoratori (in Italia: Isfol, Unioncamere ed altri, a livello internazionale PIAAC- OCSE Job requirement approach e Enterprise Survey del Cedefop). La domanda di lavoro verso professioni ad alta intensità di conoscenze e competenze cresce da 30 anni nella UE. L’occupazione ad alta specializzazione sostituisce il lavoro legato a compiti routinari sostituibili da procedure informatizzate. E’ un processo strutturale che accompagna e anticipa il progresso tecnologico, l’aumento di produttività e l’innovazione. Il cambiamento dei lavori si correla all’incremento della domanda per livelli d’istruzione terziari e al consolidamento dei livelli intermedi. Cambiamento della struttura dell’occupazione per gruppi professionali, UE 27+ Composizione dell’occupazione per livello di istruzione- EU 27 Variazione media annua dell’occupazione 2007-2012 secondo i gruppi professionali 4.0 3.0 2.0 1.0 0.0 -1.0 -2.0 -3.0 -4.0 -5.0 -6.0 EU27 Germany Ireland Fonte: elaborazioni su dati Eurostat, 2013. Greece Spain France Italy High (ISCO 1-3) Poland Portugal Medium (ISCO 4-8) United Kingdom Low (ISCO 9) Tendenze dell’occupazione per livello di istruzione- EU 27 Tendenze dell’occupazione per livello di istruzione – Italia Relazione tra gli occupati di 25-64 anni con titolo universitario con qualifiche ISCO 1-2 e gli occupati di 25-64 anni con qualifiche ISCO 1-2, anno 2010 (valori percentuali) Le professioni high skill sono le professioni di livello 1 e 2 della classificazione Isco88 ** % calcolata sul totale degli occupati in professioni high skill corrispondenti ai livelli 1 e 2 della Classificazione Isco88 Fonte: DB-Eurostat 2012 Dal 2008 l’Italia si allontana dagli altri Paesi: stagnano le professioni ad elevata intensità di competenze e crescono quelle elementari. Elemento crtitico per la ripresa di un percorso di crescita. La recessione ha acuito il rinnovamento del sistema produttivo europeo verso produzioni, servizi e occupazioni ad alto valore aggiunto. L’Italia ha fatto il contrario. L’asimmetria dimensionale del sistema produttivo e il ritardo nell’innovazione tecnologica (bandalarga) frenano la dinamica di una domanda di competenze in grado di affiancare e promuovere l’innovazione e quindi l’aumento della competitività del sistema. Tendenza a competere sui costi piuttosto che sull’efficienza innesca un meccanismo che deprime produttività e innovazione e disincentiva l’accumulazione del capitale umano. Dal 1998 la produttività del lavoro è cresciuta del 4% contro il 16% della media comunitaria. LE COMPETENZE DEL TERZO MILLENNIO Key information processing skills = competenze in literacy, numeracy e problem solving: • necessarie per partecipare e integrarsi nel mercato del lavoro, nella formazione durante la vita e nella partecipazione sociale e civica • Rilevanti per tutti a prescindere dall’età • Trasferibili a tutti i contesti professionali e sociali • Sviluppabili attraverso politiche appropriate Competenze trasversali: relazionali e di comunicazione con gli altri (anche con lingua diversa dalla propria), di lavorare in team, informatiche, di progettare e gestire il lavoro e il suo tempo, di gestire cambiamenti e varianze, di intraprendere, di apprendere Competenze specialistiche, settoriali, disciplinari, job specific Le competenze agite dagli occupati in Italia Attività determinanti per il raggiungimento del livello di competenze richiesto dalla posizione* * Sono state prese solo le percentuali che considerano come “determinante” e “molto significativo” il contributo dato da ciascuna attività di apprendimento alla formazione delle competenze, mentre non sono state considerate le frequenze delle altre classi ove (abbastanza significativo, medio, poco, molto poco del tutto trascurabile). Fonte: elaborazione ISFOL su dati Indagine ISFOL OAC – Lavoratori (2005) POLITICHE STRUTTURALI PER INCREMENTARE LE COMPETENZE Paradigma A: superamento della demarcazione dei luoghi dell’apprendimento. Ruolo chiave delle organizzazioni produttive nell’aggiornamento e nella generazione di nuove competenze non solo specialistiche, ma anche trasversali e cognitive Paradigma B: superamento delle tradizionali fasi di acquisizione di conoscenze e competenze, concentrate in età più giovane e prima dell’ingresso nel MdL. La formazione delle competenze, il loro aggiornamento, ampliamento e incremento impongono una prospettiva di apprendimento permanente Ciò implica la costruzione di una pluralità di percorsi formali e non, flessibili nella loro organizzazione, nelle modalità e nei tempi di somministrazione, mirati all’acquisizione di competenze certificate durante tutto l’arco della vita EVOLUZIONE POLITICHE NAZIONALI La formazione Tecnica e Professionale iniziale La formazione Tecnica Superiore L’apprendistato La formazione continua La certificazione delle competenze La formazione Tecnica e Professionale iniziale e superiore Nel 2012/13 incremento della domanda di formazione tecnicoprofessionale iniziale in controtendenza con i fenomeni di licealizzazione dell’ultimo decennio: licei (46,6% , + scientifico), Istituti tecnici (32%, + settore tecnologico), Istituti professionali (21,4%, + enogastronomia e ospitalità alberghiera) Diventa rilevante la partecipazione ai percorsi triennali gestiti dalle Regioni (IFP). 241.000 iscritti, in crescita di 10 volte dal 2003, importante per contrastare la dispersione scolastica. Buon matching tra domanda e offerta di lavoro ITS costituiscono nuova filiera di successo di formazione superiore non accademica. Settori tecnologici strategici per lo sviluppo individuati con il MISE. Poli tecnico-professionali con partecipazione delle imprese. Offerta tecnico-professionale che integra IFP, diplomi, IFTS e ITS. FORMAZIONE CONTINUA: un quadro desolante Nel 2011, 1 milione e 390 adulti hanno partecipato a iniziative formative con un decremento di 200.000 unità (5,6% degli adulti contro 8,9% media UE), siamo i penultimi dopo la Grecia La partecipazione è maggiore per gli individui più istruiti, per gli uomini (nonostante le donne siano più istruite degli uomini), diminuisce al crescere dell’età. Dirigenti, quadri, imprenditori, liberi professionisti partecipano il doppio rispetto a operai, lavoratori in proprio, commercianti e artigiani. La maggior parte della FC ha natura obbligatoria (sicurezza, ambiente) rispetto ad acquisizione di competenze tecnico-specialistiche APPRENDISTATO 554.500 apprendisti occupati nel 2011. Calo del 10% rispetto al 2010 (recessione), ma incremento del 12,5% delle trasformazioni a Tind. Ripresa delle attivazioni nel 4 trimestre 2012 a implementazione del testo unico. Più apprendisti formati (32%) Successo dell’apprendistato professionalizzante. Scarsa implementazione dell’apprendistato per la qualifica e il diploma e per quello di alta formazione Incremento delle risorse pubbliche delle amministrazioni territoriali per la formazione (+9,4%). Concentrazione nel Nord. Rappresenta il 39,6% della spesa totale per le politiche attive del lavoro. CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE Il 2 marzo è entrato in vigore il decreto legislativo recante “definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, ai sensi dell’articolo 4, commi 58 e 68 della legge 28 giugno 2012, n. 92.” Con tale norma si delinea un sistema nazionale di certificazione delle competenze, comunque acquisite, al fine di valorizzare ogni competenza posseduta dalla persona, in una logica di apprendimento permanente, secondo standard minimi nazionali che assicurino la validità di ciò che si certifica e di conseguenza la spendibilità Le competenze certificate dovranno inoltre essere riferibili ad un Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali, che sarà consultabile via internet. Un sistema rigoroso e coordinato di riconoscimento delle competenze, comunque acquisite, promuove la mobilità geografica e professionale, favorisce l’incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, accresce la trasparenza degli apprendimenti e dei fabbisogni e la spendibilità delle certificazioni in ambito nazionale ed europeo.