BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI MARIA DOMENICA CAPUA DOCENTE SPECIALIZZATA DI SCUOLA SECONDARIA DOTTORE IN PSICOLOGIA DELLE RELAZIONI EDUCATIVE PERFEZIONATA IN NEUROPSICOPATOLOGIA DELL’APPRENDIMENTO ESPERTA IN DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO FORMATORE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA Di cosa parleremo… 1.Perché occuparci di alunni con BES? 2.Di chi stiamo parlando 3.Cambio di prospettiva: da sanitaria a educativa 4.Cosa si può osservare a scuola 5.Cosa si deve fare a scuola Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA “L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Nel variegato panorama delle nostre scuole la complessità delle classi diviene sempre più evidente. Quest’area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali. Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.” Bisogni Educativi Speciali BES “Le differenti problematiche, ricomprese nei disturbi evolutivi specifici, non vengono o possono non venir certificate ai sensi della legge 104/92, non dando conseguentemente diritto alle provvidenze ed alle misure previste dalla stessa legge quadro, e tra queste, all’insegnante per il sostegno. La legge 170/2010, a tal punto, rappresenta un punto di svolta poiché apre un diverso canale di cura educativa, concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella legge 53/2003, nella prospettiva della “presa in carico” dell’alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto. Mappa bes Direttiva MIUR del 6 marzo 2013 Perché occuparci di alunni con BES •La Direttiva sposta definitivamente l’attenzione dalle procedure di certificazione all’analisi dei bisogni di ciascuno studente ed estende in modo definitivo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto – e quindi il dovere per tutti i docenti – alla personalizzazione dell’apprendimento •L’attenzione agli alunni con BES non ha lo scopo di favorire improprie facilitazioni ma di rimuovere quanto ostacola i percorsi di apprendimento Un ruolo importante e difficile •La direttiva MIUR sui BES prevede osservazioni e interventi su alunni con difficoltà, anche privi di una valutazione clinicodiagnostica •Bisogna passare da una visione sanitaria a quella di osservazione e intervento di tipo educativo-didattico in ambito scolastico •Non sono necessarie le etichette diagnostiche ma bisogna conoscere i processi cognitivi, comportamentali ed emotivorelazionali su cui intervenire…. Ma quanti sono gli alunni con BES? 1.Funzionamento Intellettivo Limite (13%) 2.Disturbi Specifici di Linguaggio – DSL (2%) 3.Disturbi Specifici di Apprendimento – DSA (5%) 4.Sindrome Non Verbale - SNV (2‰) 5.Disturbo della Coordinazione Motoria – Disprassia (3%) 6.Disturbo dell’Attenzione e Iperattività - ADHD(4%) 7.Disturbo dello Spettro Autistico Lieve – DGS (2‰) Alunni con Disturbi Evolutivi Specifici sono circa 1.800.000 alunni, pari a circa il 20%...1 alunno su 5! COSA FARE In sintesi… •Osservare in modo gerarchico le difficoltà: comprensione (cognitiva o linguistica), apprendimenti automatici, visuo-spaziale, prassie, attenzione/organizzazione, relazioni sociali e comunicazione •Conoscere le caratteristiche dei processi cognitivi e di apprendimento (NON I DISTURBI) •Avere a disposizione strategie di lavoro da applicare con un atteggiamento sperimentale: ipotesi, intervento, osservazione risultati, revisione dell’intervento… PROVE D’INGRESSO Qualora dalle prove d'ingresso dovessero emergere delle difficoltà il docente è deontologicamente tenuto ad applicare tutte le metodologie e gli strumenti proposti dalla L.170 anche se non è ancora stata depositata alcuna diagnosi. La recente normativa sui BES invita TUTTI i docenti a seguire le suddette procedure, condannando chi attende di avere in mano un pezzo di carta prima di affrontare in modo adeguato la difficoltà. COSA FARE Elaborare un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. “Le scuole – con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico – possono avvalersi per tutti gli alunni con BES degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010, meglio descritte nelle allegate Linee guida.” Cosa deve contenere il PDP? ANALISI DELLA SITUAZIONE DELL’ALUNNO •L’analisi della situazione dell’alunno deve riportare le indicazioni fornite da chi ha redatto la segnalazione, quelle pervenute dalla famiglia e i risultati del lavoro di osservazione condotto a scuola. Deve rilevare le specifiche difficoltà che l’allievo presenta ed anche i suoi punti di forza. Cosa deve contenere il PDP? LIVELLO DEGLI APPRENDIMENTI •Nelle diverse materie o nei diversi ambiti di studio vanno individuati gli effettivi livelli di apprendimento, che devono essere rilevati con le modalità più idonee a valorizzare le effettive competenze dell’allievo superando le sue specifiche difficoltà. OBIETTIVI E CONTENUTI D’APPRENDIMENTO PER L’ANNO SCOLASTICO •Per ciascuna materia o ambito di studio vanno individuate le abilità e le conoscenze fondamentali che l’allievo deve acquisire, affinché sia mantenuta la validità effettiva del corso di studi ma al contempo assicurando un volume di lavoro compatibile con le specifiche modalità di funzionamento di un allievo con DSA. Cosa deve contenere il PDP? METODOLOGIE – MISURE COMPENSATIVE E DISPENSATIVE •Per ciascuna materia o ambito di studio vanno individuate le metodologie più adatte ad assicurare l’apprendimento dell’allievo in relazione alle sue specifiche condizioni. •Per ciascuna materia o ambito di studio vanno individuati gli strumenti compensativi e dispensativi necessari a sostenere l’allievo nell’apprendimento. Cosa deve contenere il PDP? MODALITÀ DI VERIFICA •Realizzazione di verifiche strutturate a scelte multiple, chiuse, V/F..., realizzazione di verifiche a risposte aperte, realizzazione delle verifiche (compreso il testo delle stesse) in forma digitale; •Lettura del testo della verifica scritta da parte dell’insegnante; lettura del testo della verifica scritta con l’utilizzo della sintesi vocale; •riduzione/selezione della quantità (non della qualità) di esercizi nelle verifiche scritte; •organizzazione di interrogazioni programmate; •prove orali in compensazione alle prove scritte nella lingua non materna; •programmazione di tempi più lunghi per le prove scritte. Cosa deve contenere il PDP? VALUTAZIONE FORMATIVA E VALUTAZIONE FINALE •In conformità a quanto indicato nelle precedenti parti del piano personalizzato, andranno specificate le modalità attraverso le quali si intende valutare i livelli di apprendimento nelle diverse discipline o ambiti di studio. Dovrà essere ad esempio esplicitamente esclusa la valutazione della correttezza ortografica e sintattica per gli allievi disgrafici o disortografici. •Per ogni disciplina andranno pertanto individuate le modalità che consentano di appurare l’effettivo livello di apprendimento. Cosa deve contenere il PDP? ASSEGNAZIONE DEI COMPITI A CASA E RAPPORTI CON LA FAMIGLIA •Nella programmazione personalizzata dovranno essere indicate le modalità di accordo tra i vari docenti e con la famiglia in ordine all’assegnazione dei compiti a casa e al loro svolgimento: •come vengono assegnati (con fotocopie, con nastri registrati, ...); •- in quale quantità vengono assegnati (tenere conto che i ragazzi con DSA sono lenti e fanno molta più fatica degli altri, quindi occorre selezionare gli aspetti fondamentali di ogni apprendimento); •- con quali scadenze vengono assegnati, evitando sovrapposizioni e sovraccarichi; •- con quali modalità possono essere realizzati, se quelle consuete risultano impossibili o difficoltose. Obiettivi minimi edalunni esami •Gli obiettivi minimi che questi devono raggiungere in ogni materia equivalgono al 6, pertanto sono identici a quelli dei compagni, così come stabilito nelle programmazioni disciplinari curricolari. •Le indicazioni per questi alunni sono relative all’adozione di strumenti compensativi e dispensativi, di modalità differenti di verifica e valutazione, che afferiscono ai modi, ma non alla sostanza. In ogni caso le prove scritte e orali devono essere uguali a quelle dei compagni e non differenziate (semplificate o equipollenti). Firma del PDP e legge sulla •Alla stesura del PDP deve far seguito il contatto con la privacy famiglia, alla quale sarà proposta la firma del documento. Con l’apposizione della firma la famiglia deve essere consapevole che autorizza il Consiglio di Classe ad utilizzare tutti gli strumenti indicati per il raggiungimento del successo scolastico dell’alunno e che si impegna a procurarglieli e farglieli usare. Firma del PDP e legge sulla •A seconda della gravità del problema il trattamento privacy personalizzato sarà più o meno evidente, ma comunque non occultabile. Questo deve essere chiarito fin dall’inizio. Se la famiglia non vuole che siano rese palesi le difficoltà dello studente o insiste perché non si riveli alla classe la condizione del figlio, lo deve dichiarare per iscritto ed essere consapevole delle conseguenze. Rifiutando l’adozione delle misure indicate nel PDP per il successo scolastico si assume anche la responsabilità di un suo eventuale insuccesso. Commenti finali •Direttiva MIUR su alunni con BES molto ambiziosa, obiettivi di inclusione auspicabili… •Attualmente: scarse risorse di personale, di organizzazione, di formazione/aggiornamento •Difficile passare da una visione sanitaria ad una visione educativo/didattica •Necessario passare attraverso collaborazioni efficaci tra il clinico che valuta il ragazzo in modo individuale e analitico e l’insegnante che lo valuta in modo collettivo e globale. Un cambio di prospettiva importante •Serve tempo per cambiare prospettiva e applicare le 4 conseguenze •Un percorso di formazione è solo una parte molto limitata che richiede continuità e approfondimenti teorici e applicativi. •Non possiamo pretendere o aspettarci cambiamenti radicali repentini, però dobbiamo metterci al lavoro…. Bibliografia 1.Ianes e Cramerotti (2013). Alunni con BES. Edizioni Erickson. 2.AAVV (2013). Dislessia e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti. Edizioni Erickson. GRAZIE E BUON LAVORO