Problemi di una filosofia dell’immaginazione 2011/4 Immaginazione contestuale Alternative al reale Finzioni del possibile Immaginazione assoluta Fantasticherie Finzioni narrative L’immaginazione e il suo rapporto con l’origine dal mondo Modificazioni del reale Immaginazione tecnologica Figuratività Finzione ludica Lo sguardo di Gregorio passò allora alla finestra e il cielo coperto - si sentivano gocce di pioggia picchiettare sulla lamiera del davanzale - finì d'immalinconirlo. "Se dormissi ancora un po',e dimenticassi tutte queste stupidaggini?" pensò; ma la cosa era impossibile, perché abituato a dormire sul fianco destro, e nello stato in cui si trovava, non era in grado di assumere quella posizione. Per quanta forza impiegasse nel cercare di buttarsi sulla destra, ricadeva sempre sul dorso. Provò cento volte, chiusegli occhi per non vedere le sue zampine annaspanti e smise solo quando cominciò a sentire sul fianco un dolore leggero, sordo, mai provato prima. «Non ha l'ottimo artista alcun concetto, Ch' un marmo solo in sé non circoscriva Col suo soverchio, e solo a quello arriva La man che obbedisce all' intelletto» PIET MONDRIAN 1908 1921 “Nell’espressione plastica della forma, i confini sono definiti da una linea chiusa (il contorno): è necessario invece che questa linea venga tesa in una retta” (Mondrian) – e questo equivale a dire che non si debbono più disegnare oggetti, ma solo la griglia astratta che mette in luce la forma vuota dello spazio. Mondrian: Le tappe del cammino di apertura e di rettificazione del contorno e quindi della linea chiusa La domanda che dobbiamo porci: qual è il fine di questa rettificazione delle linee che è insieme negazione degli oggetti e riconduzione della pittura a pura spazialità? La natura, il capriccio e il tragico “In natura il tragico si manifesta plasticamente per mezzo della corporeità, la quale si esprime a sua volta plasticamente attraverso la forma e il colore naturali, attraverso la corporeità, il plasticismo naturale, la curva, la capricciosità e le irregolarità della superficie” “Soggettivamente è il dominio della natura dentro di noi, oggettivamente il dominio della natura fuori di noi a causare il tragico” «Lo squilibrio tra l’individuale e l’universale crea il tragico e si esprime in una plastica tragica. In ciò che è, tanto nella forma quanto nella corporeità, domina il naturale: da questa situazione scaturisce il tragico» (Mondrian) La natura deve essere tolta e l’immagine deve diventare non il luogo in cui si rappresenta il visibile, ma uno spazio in cui si sperimenta ciò che sta dietro ad esso – la struttura calma, ordinata e priva di vita di ciò che permane, al di là e al di sotto dei capricci dell’individuale. Alle immagini ora si chiede questo: di non raffigurare il visibile, ma di aiutarci ad andare al di là della sua tragicità, per mostrarci la forma astratta di ciò che permane e sta sotto la vicenda temporale delle cose. Tragicità e natura: la tragicità delle forme naturali «Vorrei […] mettere in risalto l'ingenuità con cui la pianta, mediante la semplice forma, manifesta ed esprime il suo carattere, la sua natura o la sua volontà; perciò le fisionomie delle piante destano un vivo interesse. Nelle piante, la volontà si svela completamente, ma in maniera assai meno intensa, e come pura sua tendenza a vivere, senza un fine, senza un disegno. La pianta infatti esibisce tutto il suo essere a prima vista: la sua innocenza non soffre per nulla del fatto che gli organi della riproduzione, riposti presso gli animali nelle parti più nascoste, fan libera mostra di sé alla cima» (Schopenhauer)