Valorizzare la conoscenza nelle imprese della provincia di Roma per rilanciare lo sviluppo Roma 05 ottobre 2010 Il contesto Tutte le aziende sono estremamente attente al controllo e al contenimento dei costi, in particolare in un momento di difficoltà generalizzata come quello attuale. Questo significa per le aziende, nella maggior parte dei casi, ridurre gli sprechi e ottimizzare l’utilizzo di risorse importanti, quali i capitali, le attrezzature, la tecnologia. Molto spesso, però, le aziende, concentrandosi quasi esclusivamente sulle risorse sopra citate, sottovalutano l’importanza e il peso della loro risorsa forse più importante, la conoscenza: mediamente, infatti, gestiscono in maniera estremamente inefficiente la propria conoscenza interna e hanno forti difficoltà, particolarmente quelle piccole, ad accedere a fonti esterne di conoscenze qualificate e affidabili. Obiettivi del progetto Il progetto si pone come obiettivo principale quello di aiutare le aziende a individuare azioni concrete per fronteggiare gli effetti della crisi attraverso un insieme integrato e innovativo di soluzioni: identificando i punti di forza e di debolezza, i fabbisogni, le aree di miglioramento del loro processo di gestione della conoscenza interna ed esterna; individuando gli strumenti e gli approcci più idonei per far fronte alle criticità emerse in una prospettiva di Open Innovation; individuando soggetti esterni a livello tecnico-scientifico e industriale con cui dialogare ed intraprendere un’attività di networking per migliorare le prestazioni aziendali. Perché ? “Non puoi gestire se non puoi misurare” Kaplan “Tutto ciò che non può essere misurato non può essere migliorato” Norton Gli effetti della crisi CORE BUSINESS Le aziende si concentrano sul core business dismettendo attività a minor valore aggiunto e che non consentono economie di scala MERCATI La crisi impone alle imprese la strutturazione di strategie commerciali e la ricerca di partner per nuovi sbocchi e l’ingresso in nuovi mercati TAGLIO DEI COSTI Ovvero riduzione degli sprechi e ottimizzazione dell’utilizzo di risorse importanti, quali i capitali, le attrezzature, la tecnologia. Le FASI del progetto 0 1 2 3 4 contatto e selezione delle aziende analisi del processo di gestione della conoscenza interna ed esterna all’azienda elaborazione dei dati e individuazione dei gap selezione degli strumenti di Open Innovation più idonei per l’azienda e supporto alla loro implementazione selezione di partner tecnico-scientifici e industriali e avvio networking FASE 0: contatto e selezione Coinvolgimento diretto di 30 aziende della provincia di Roma Il progetto è per sua natura trasversale ai diversi settori produttivi e pertanto aperto a diverse tipologie di impresa Valutazione dell’idoneità a prendere parte al progetto delle aziende potenzialmente interessate Tra i criteri di selezione delle aziende, verrà data particolare importanza alla possibilità che l’adozione di modelli collaborativi possa avere un effetto leva e ricadute sulla filiera e in particolare sulla subfornitura e sul terziario avanzato FASE 1: analisi del processo di gestione della conoscenza Analisi del processo di gestione della conoscenza delle imprese L’analisi evidenzierà la capacità di un’azienda di creare valore e di crescere a partire da una gestione consapevole del suo patrimonio di conoscenza e prevede l’impiego di oltre 120 indicatori per garantire una analisi approfondita ed esaustiva FASE 2: elaborazione dei dati e individuazione dei GAP Elaborazione dei dati raccolti per identificare e misurare le aree di inefficienza nel processo di knowledge management dell’azienda FASE 3: selezione degli strumenti di Open Innovation Selezione dei tool per ciascuna azienda in funzione delle specifiche caratteristiche e criticità emerse dalle fasi precedenti presentazione all’azienda dei tool più utilizzati ed efficaci nel campo dell’Open Innovation confronto con il gruppo dirigente aziendale per comprendere il contesto di applicazione e la propensione verso tali strumenti formazione dei responsabili aziendali sugli strumenti proposti prescelti e facilitazione della loro l’introduzione in azienda FASE 4: Networking La fase di valutazione permetterà anche di capire quali e quanti rapporti di collaborazione tecnico-scientifica e industriale l’azienda ha bisogno per sfruttare al meglio le opportunità di business e favorire uno sviluppo competitivo Individuazione, in Italia e all’estero, di soggetti (es.: centri di ricerca, università, fornitori, ecc.) che possono fornire le competenze e le tecnologie necessarie per fare il salto di qualità e approfondirà quali modalità di collaborazione offrono le migliori possibilità (es.: accordo quadro, convenzione, ecc.). Risultati quantitativi Per ciascuna delle imprese coinvolte: Identificazione di 2/3 strumenti funzionali all’implementazione di modelli di Open Innovation Identificazione e selezione di 3/4 profili di potenziali partner per l’impresa in ambito nazionale e/o internazionale Risultati qualitativi Per ciascuna delle imprese coinvolte: analisi del processo di gestione della conoscenza e valutazione della capacità di generare valore attraverso la conoscenza interna ed esterna all’impresa e lo sviluppo competitivo definizione di azioni concrete che consentano di ottimizzare la struttura dei costi, grazie anche all’adozione di strumenti di Open Innovation definizione di azioni concrete integrino il modello di business e operativo dell’azienda con strumenti innovativi per favorire la cooperazione tra imprese e la valorizzazione della conoscenza all’interno e all’esterno dell’azienda definizione di una strategia di networking funzionale a rafforzare la presenza dell’impresa sui mercati di riferimento e/o su nuovi mercati, ottimizzando le opportunità di business e lo sviluppo competitivo Impatto trasversale Risultati quantitativi: il coinvolgimento nell’iniziativa di approssimativamente 300 imprese,ciascuna delle quali riceverà informazioni sul progetto e sull’Open Innovation Risultati qualitativi: sensibilizzazione delle aziende coinvolte sulla gestione della conoscenza, sulla creazione di valore e sulle opportunità offerte dall’Open Innovation Il progetto condurrà ad una azione di forte sensibilizzazione degli imprenditori coinvolti sui temi della gestione della conoscenza e in generale dell’Open Innovation con una vera e propria attività di formazione/affiancamento sul campo I TEMPI Il progetto avrà una durata complessiva di 22 settimane: FASE 0: contatto e selezione La Fase 0: 10 settimane START S1 S10 la FASE 1: mediamente 4 settimane in funzione della tipologia di impresa e delle dimensioni FASE 1: Analisi del processo di gestione della conoscenza S5 S14 FASE 2: Elaborazione dati e identificazione GAP S9 S15 la FASE 2: 2 settimane FASE 3: Identificazione strumenti di Open Innovation S11 S19 la FASE 3: 4 settimane FASE 4: attività di networking S13 S22 la FASE 4: 4 settimane END Le FASI 3 e 4 possono procedere parzialmente in parallelo; pertanto per ogni impresa, dall’avvio della Fase 1 al termine della Fase 4 trascorreranno 12 settimane Società aperta: trend Web & CNN World (Informazione instantanea) Globalizzazione dei mercati Nuovi rischi d’impresa (credibilità, immagine) Criteri immateriali d’acquisto: reputazione, trasparenza, credibilità, cittadinanza sociale Valore sociale (ed etico) integrato nella generazione di valore economico Cosa abbiamo imparato dalla crisi FORMULARE PIU’ SCENARI RIPENSARE IL NETWORK EFFICIENZA vs EFFICACIA Imparare a ragionare in ottica “what-if” Due nuovi paradigmi: agilità e resilienza Individuare il giusto compromesso Può essere sufficiente? Perché è così complesso? ELEMENTI Molti e diversi fra loro Attori che intervengono a vari livelli e con interessi eterogenei CONNESSIONI Numerose e non lineari Il futuro stato del sistema può essere intuito, non descritto Continue, prevedibili solo singolarmente Molti ruoli elementari in un sistema evoluto e aperto MODIFICHE I 10 lavori più richiesti nel 2010 non esistevano nel 2004 Prepariamo i ragazzi per lavori che non esistono ancora, che richiederanno tecnologie non ancora inventate per risolvere problemi che ancora non riconosciamo come tali Viviamo in tempi esponenziali Dopo 2 anni metà delle nozioni tecniche è obsoleta Le aziende nell’economia della conoscenza "La prosperità delle regioni, delle imprese e degli individui dipende dalla loro capacità di navigare nello spazio del sapere. La potenza ormai deriva dalla gestione ottimale delle conoscenze. Il sapere è diventato la nuova infrastruttura.” ( Pierre Levy, filosofo ) Fare impresa IERI OGGI Produrre, integrando la Organizzare il ciclo produttivo filiera verticale, gestendo organizzando fornitori e materie prime e forza lavoro gestendo le funzioni “alte”: (in un contesto locale) R&S, marketing, supply chain management (in un contesto globale) Come si produce oggi: reti aperte La tipica auto americana 30% in Corea per l’assemblaggio 4% a Taiwan per parti minori 17,5% del valore al Giappone per le nanotecn. 37% rimane in USA Fonte: Grossman e Rossi-Hansberg (2006) 7,5% in Germania per il design Come si produce oggi: reti aperte La Barbie Vestiti: Cina Capelli: Giappone Design: California Controllo qualità: USA Assemblaggio: Indonesia Come si produce oggi: reti aperte Il settore aerospaziale Fonte: Wixted (2005) Offshoring dei servizi Call center, telemarketing Back office (data processing, buste paga, ecc.) Servizi IT Servizi legali Sviluppo SW Analisi mediche Casi estremi Closed innovation vs Open Innovation CLOSED INNOVATION OPEN INNOVATION Le imprese autonomamente generano, sviluppano, realizzano e commercializzano le proprie idee Impiego di idee sia interne che esterne all’azienda, come input per il processo di innovazione Utilizzo di percorsi di mercato interni od esterni all’azienda per lo sviluppo di prodotti/servizi innovativi R&S vs Connessione e sviluppo La presenza di conoscenza distribuita all’esterno suggerisce un nuovo ruolo per la funzione Ricerca & Sviluppo: connettere e sviluppare tutte le conoscenze presenti – in forma più o meno strutturata - esternamente all’azienda RUOLO PRINCIPALE PER I RICERCATORI DI IMPRESA da creatori di conoscenza a broker di conoscenza dallo sviluppo di competenze alla connessione di competenze diverse in settori diversi Gli attori del modello connessione e sviluppo LABORATORI CONCORRENTI AZIENDE DI ALTRI SETTORI FORNITORI UNIVERSITA’ TEAM INTERNI CONSUMATORI CONSULENTI COMUNITA’ DI INTERESSE COMUNITA’ DI PRATICA LEAD USERS ESTERNA INTERNA CONOSCENZA Gli approcci dell’Open Innovation MASS CUSTOMIZATION LEAD USERS CUSTOMER TOOLKIT COMUNITÀ VIRTUALI COLLABORAZIONI DI RICERCA PARTNERSHIP COOPETITION TECHNOLOGY BROKERING LIBERTÀ D’AZIONE COMUNITÀ DI PRATICA SINGOLO INDIVIDUO GRUPPO-COMUNITA’ SOGGETTI Le prime esperienze “Open”: il Software Uscire dall’ideologia, adattarsi al mercato PREREQUISITI Pensare ai vantaggi per il cliente Progetto IT Con l’Open Source si perde il 17% del valore del progetto, ma magari ci si concentra sul business dei servizi 7% 17% Hardware Software 48% Costi interni 28% Servizi Mass customization Processo organizzativo e produttivo che permette la realizzazione di prodotti personalizzati per ogni consumatore riorentati sulla base delle Progettazione efficace di prodotti specifici a costi competitivi (rispetto allo standard) caratteristiche dei clienti Velocità di realizzazione I progetti di innovazione sono Scarpa su misura, performante, personalizzata nei colori e ricami, definita in 30 minuti e consegnata in 4 settimane Customer toolkit Il consumatore viene coinvolto fin dalla fase di progettazione del prodotto Fonte : S.Thomke, E. Von Hippel, 2002 L’impresa mette predispone degli strumenti (toolkit IT) affinché la “progettazione” di un nuovo prodotto viene spostata sul consumatore Lead users Chiedono soluzioni particolari Sono consumatori che : Spingono al limite le attuali soluzioni Personalizzano un prodotto standard Vengono impiegate idee estreme come sorgente di ricerca e innovazione L’ABS per le automobili è stato sviluppato a partire dal settore aerospaziale : i piloti dell’aeronautica avevano manifestato per primi la necessità di migliorare il sistema frenante dei propri mezzi Libertà d’azione Politiche aziendali rivolte ad incoraggiare la partecipazione attiva dei dipendenti al processo di innovazione (anche con incentivi) La ricerca viene aperta alle possibili idee di tutti “Le strategie nascono e si sviluppano inizialmente come erbacce in un giardino, non sono coltivate come pomodori in una serra” ( Minztberg, 1996) Il celeberrimo Post-It è nato grazie alla “libertà d’azione” Collaborazioni di ricerca Vengono promosse con soggetti esterni: attività di ricerca e sviluppo tecnologico, misurazioni, certificazioni, prototipazioni e test di laboratorio, formazione scientifica Porta conoscenza e metodi scientifici di alto livello da fonti differenti Collaborazioni con : Università Centri di ricerca privati Laboratori, Parchi scientifici Trasferimento know how con società cliente/partner Technology brokering Attività di ricerca di idee e/o apparati utili da utilizzare nel proprio business corrente per fare innovazione, senza dover così ricorrere allo sviluppo interno Consente di raccogliere le migliori best practice presenti nei settori affini External Technology Brokering Internal Technology Brokering Passaggio da Ricerca & Sviluppo a Connessione & Sviluppo Collaborazione con università italiane ed estere Partnership con i fornitori Trasformazione delle tradizionali logiche subalterne in una prospettiva collaborativa, aperta a nuovi modelli di business I fornitori possono assumere il ruolo di “gate-keeper” dell’innovazione Fornitore “Partner”: Coinvolgimento nel Product Concept Fornitore “Integrato”: Autocertificazione di Qualità, Consegne Sincronizzate Fornitore “Tradizionale”: Rapporto fondato su qualità/prezzo Sempre più spesso coinvolta come fornitore ad “alto valore aggiunto” fin dalla prime fasi Comunità di pratica Le comunità di pratica sono strutture formali o informali di persone coinvolte nello stesso ambito professionale (non contano i confini dell’azienda) E’ possibile confrontarsi con Sistema fondato sulla cooperazione: Scopo Comune esperienze provenienti da Impegno Reciproco settori e paesi diversi Linguaggi condivisi Club di aziende nel settore packaging (progetto di internazionalizzazione in fase di avvio) Comunità virtuali Gruppi di persone che condividono gli stessi interessi e comunicano in un ambiente virtuale interattivo, secondo connessioni deboli e destrutturate L’intelligenza esterna viene portata all’interno dei confini dell’azienda Sistemi fondati sul WEB : Chat Newsletter Blogs (audio e video conferenze) Iscritti ad un portale settore packaging con comunità attiva e servizi di technology intelligence APERTA INNOVATION MALL COMUNITÀ DI INNOVAZIONE CHIUSA PARTECIPAZIONE Open Innovation: modelli di collaborazione ÈLITE CIRCLES CONSORZI GERARCHICA PIATTA Fonte : Pisano e Verganti, 2008 GOVERNANCE Chi definisce il problema e sceglie la soluzione? Fonte : Pisano e Verganti, 2008 APERTA Un’organizzazione propone un problema ad una comunità e dopo sceglie la migliore soluzione da usare (es.: Innocentive) Una rete aperta dove chiunque può proporre problemi, offrire soluzioni e quindi scegliere la soluzione più appropriata (es.: sviluppo SW OS) CHIUSA PARTECIPAZIONE Open Innovation: modelli di collaborazione L’azienda che definisce il problema sceglie pure chi partecipa alla soluzione del problema (es.: outsourcing tradizionale) Un gruppo privato di partecipanti sceglie assieme un problema, lavora sulle soluzioni e sceglie la più adatta (es.: progetti EC) GERARCHICA PIATTA GOVERNANCE APERTA Si ricevono le migliori soluzioni da domini di conoscenza preselezionati INNOVATION MALL COMUNITÀ DI INNOVAZIONE CHIUSA Si ricevono soluzioni da un ampio spettro di domini di conoscenza inattesi PARTECIPAZIONE I vantaggi offerti ÈLITE CIRCLES CONSORZI GERARCHICA PIATTA GOVERNANCE Fonte : Pisano e Verganti, 2008 Si controllano i ritorni e la direzione dell’innovazione Si condivide l’onore per aver contribuito all’innovazione APERTA Scegliere il dominio di conoscenza più promettente e individuare i migliori interpreti INNOVATION MALL COMUNITÀ DI INNOVAZIONE CHIUSA Riuscire ad attrarre molte idee e saperle selezionare PARTECIPAZIONE Le sfide ÈLITE CIRCLES CONSORZI GERARCHICA PIATTA GOVERNANCE Fonte : Pisano e Verganti, 2008 Scegliere la direzione giusta per l’innovazione Convergere verso una soluzione che risulti profittevole APERTA Capacità di individuare e sviluppare una relazione privilegiata con i migliori talenti INNOVATION MALL COMUNITÀ DI INNOVAZIONE CHIUSA Capacità di testare e selezionare a basso costo le soluzioni (problemi piccoli e grandi) PARTECIPAZIONE I fattori abilitanti ÈLITE CIRCLES CONSORZI GERARCHICA PIATTA GOVERNANCE Capacità di comprendere i bisogni e di fare progettazione sistemica Fonte : Pisano e Verganti, 2008 Sistema di governance che facilita la convergenza Classificazione delle piattaforme APERTA INNOVATION MALL COMUNITÀ DI INNOVAZIONE ÈLITE CIRCLES CONSORZI CHIUSA PARTECIPAZIONE Esempi di piattaforme di Open Innovation GERARCHICA PIATTA GOVERNANCE Innocentive Serie di problemi irrisolti in vari settori Le aziende possono attingere ai talenti di una community globale Viene corrisposto un premio prefissato a coloro che hanno partorito le idee ritenute vincenti Ponoko Permette di realizzare fisicamente e vendere prodotti nati da idee anche di singole persone e di venderle o di comprare qualcosa ideato e prodotto esclusivamente per una sola persona. Si manda una foto, si sceglie il materiale, si ottiene il prezzo in tempo reale Ci si può affidare anche a designer esperti Zoopa E’ il social network dei creativi in cui si possono proporre i propri spot pubblicitari per contest che coinvolgono importanti brand Permette di implementare i piani di comunicazione e marketing in un modo innovativo. Zzub Community di consumatori consapevoli e attivi che amano essere informati ed informare senza intermediari, che vogliono avere un rapporto diretto con i brand, scoprire e provare nuovi prodotti e servizi (spesso prima del lancio sul mercato) e condividere volontariamente informazioni, esperienze ed opinioni con i brand e con gli amici, off line e online Open Waterbike Comunità internazionale di progettisti, costruttori, distributori, utenti per progettare, realizzare, commercializzare e innovare bici d’acqua di elevate prestazioni Tutte le imbarcazioni condividono un'architettura modulare: i componenti conformi possono essere utilizzati per comporre una waterbike indpendentemente da chi li ha prodotti. Rischi connessi a Innovation Network Perdita della PI Perdita del controllo sui processi Differenze culturali Difficoltà a gestire staff da remoto Difficoltà a condividere conoscenza Difficoltà ad assicurare la conoscenza Preoccupazioni sulla qualità Complessità della supply chain Incentivi non adeguatamente allineati Possibilità di conflitti Altri Fonte Economist Intelligence Unit 2007 NON CORE CORE MERCATI NON CONOSCIUTI Open Innovation e mercati esteri Joint Venture Spin off Venture capital Contratto R&S Acquisizione Cessione del ramo Licensing Venture capital Sviluppo congiunto Investimento equity Acquisizione Sviluppo interno Acquisizione Sviluppo interno Licensing Contratto R&S CORE NON CORE NON CONOSCIUTI TECNOLOGIE Joint Venture Fonte adattato da EIRMA, 2004 Innovazione, mercati esteri e alleanze: questioni aperte Quali sono i partner necessari? Do the right alliances Con quale tipo di legame / forma di governance si intende regolare il rapporto con il (o i) partner? In caso di molteplicità di partner, che ruolo si intende assumere nel network? Quali strumenti gestionali devono essere utilizzati per la gestione operativa della collaborazione? Do the alliances right PMI Italiane e internazionalizzazione 94.000 PMI manifatturiere esportatrici 47.000 PMI esportatrici abituali Fonte : ICE, banca dati Reprint, CNEL -R&P -Politecnico di Milano 10.000 PMI coinvolte in forme di “internazionalizzazione leggera” 1.000 PMI con investimenti produttivi all’estero La presenza italiana in Europa centrale Romania: 1° partner 6° investitore (9.000 PMI, 270.000 posti lavoro) Polonia: 2° partner, 5° Investitore Bulgaria: 3° partner 1° investitore (500 PMI) Slovacchia: 3° fornitore, 2° investitore (300 PMI) Slovenia: 2° partner, 4° investitore Ungheria: 3° partner, 7° investitore Repubblica Ceca: 2° fornitore Lituania2° fornitore Estonia 7° fornitore La presenza italiana nel mediterraneo Libia: 1° partner, 150 imprese Turchia: 3° fornitore, 7° Investitore Tunisia: 2° partner, 800 imprese Libano: 1° fornitore Marocco: 800 imprese italiane Algeria: 1° partner, 3° fornitore, 1° importatore, 150 imprese Egitto: 3° partner, 6° investitore Cipro: 3° fornitore (350 PMI/marchi) Lo schema del processo Analisi di obiettivi, rischi, idee, progetti NO Collaborare? Do the right alliances Do the alliances right SI’ Definire la forma organizzativa e contrattuale e le regole tra i partner Pianificare le attività Introdurre azioni correttive Gestire le attività Monitorare e controllare le attività Le forme di governance ACQUISIZIONI ALLEANZE NON-EQUITY ALLEANZE EQUITY alto alto Livello di integrazione Commitment OUTSOURCING basso basso bassa Reversibilità alta alto Controllo su attività e risultati basso alti Tempi e costi di start up bassi alti Tempi e costi di uscita bassi I volani per lo sviluppo internazionale ESSERE PMI MADE IN ITALY REPUTAZIONE Valorizzare l’aspetto sociale, ambientale e territoriale dell’”essere PMI”, cioè di imprese fortemente radicate nelle proprie convinzioni morali e nel proprio comportamento sul territorio Sfruttare il volano del “Made in Italy” per portare anche all’estero i sistemi valoriali, lo stile, la cultura e lo “spirito” delle PMI Credibilità e reputazione come fattori di competitività globali: internet è uno strumento formidabile 47 paesi serviti Personale di 23 nazionalità diverse Nel 2009 premio nazionale per la Resp. Sociale; nel 2010 bilancio dell’intangibile Open Innovation e supply network 9 aziende del settore Supply Network collaborativo Vantaggi competitivi a livello di sistema di imprese Ruoli, regole e dinamiche clientefornitore all’interno dei Supply Network Gestione della Conoscenza meccatronica 3 nazioni (Italia, UK, Repubblica Ceca) Obiettivi: • Aumento di visibilità su mercati che non potrebbero raggiungere • Co - progettazione Concludendo Non ci si può improvvisare, I ritorni non sono immediati: servono tempo e commitment Sempre più non si trasferiscono prodotti e merci, ma know how, licenze ed altri asset intangibili: cambiano le forme di internazionalizzazione L’Open Innovation rappresenta un framework utile a comprendere e gestire processi di apertura, sviluppo e diversificazione Bisogna prevedere un approccio ‘ibrido’: la tecnologia aiuta, ma servono il rapporto personale e la condivisione di valori e sistemi Non è un salto nel buio: esistono supporti specializzati che diminuiscono sensibilmente i tassi di rischio e insuccesso Quindi quali capitali per internazionalizzare? Capitale Organizzativo Capitale Umano Capitale Relazionale CULTURA AZIENDALE CONOSCENZE CLIENTI - FORNITORI PROCESSI COMPETENZE PARTNERSHIP - NETWORK STRATEGIA COMPORTAMENTI REPUTAZIONE - MARCHIO Costituiscono tra il 30% e il 80% del valore aziendale a seconda del settore industriale Rappresentano le leve cruciali per la creazione di valore sostenibile nel tempo e per qualsiasi processo di sviluppo aziendale Capitali intangibili e internazionalizzazione CAPITALE ORGANIZZATIVO CAPITALE UMANO Visione strategica con un orientamento al medio lungo periodo Coerenza tra propositi e azione (walk the talk) Farsi affiancare da professionisti nelle prime fasi Cultura del cambiamento e dell’apertura Assicurare commitment diffuso Identificare le fonti di finanziamento Strutturarsi per l’internazionalizzazione Favorire contaminazione e mobilità professionale Approcciare gradualmente (regole, cultura, ecc.) CAPITALE RELAZIONALE Condividere rischi con approccio a rete Gli antichi avevano già capito tutto … "Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare” (Seneca, filososo)