Con Gesù anche ciò che ci sembra
perduto è ritrovato.
Con Gesù
rinasce la
voglia di
vivere e
d’impegnarci.
Con Gesù tutto
ha valore,
perfino le
difficoltà e le
contrarietà
possono
diventare una
pedana di
lancio e una
risorsa.
CON GESÙ RINASCE LA SPERANZA DI OSARE, PROPRIO
QUANDO SAREMMO TENTATI DI GETTARE LA SPUGNA E
DI LASCIAR PERDERE A CAUSA DELLE DELUSIONI E
DELLO SCORAGGIAMENTO.
È la Parola del Signore che
riempie le reti e sarà sempre
l’incontro con Lui che renderà
efficace in ogni tempo la
nostra missione. Ogni nostra
iniziativa, se non scaturisce
dalla comunione con il
Signore, resta infruttuosa.
Papa Francesco afferma:
«L’intimità con il Signore, vivere di Lui è la
misura del nostro servizio ecclesiale» .
3
3. Papa Francesco in occasione della LXV Assemblea Generale della Conferenza Episcopale
Italiana svoltasi a Roma dal 20 al 24 maggio 2013.
Ciò ci sollecita a guardare la realtà che ci
circonda con gli occhi di Dio e ad avere più
fiducia nella sua Parola.
Mi sono ritrovato
a vivere alcune di
queste situazioni
in negativo (cioè
senza Gesù) e in
positivo (con
Gesù)? Quale
consapevolezza
ho ora nel
riflettere sulla
mia vita di
cristiano/a?
Un terzo motivo di riflessione è dato dal fatto che
Gesù, nel dialogo serrato che ha con Pietro, non gli
chiede se è bravo, se riesce a coinvolgere gli altri,
se è capace di compiere grandi cose, se ottiene dei
risultati da mostrare.
L’unica ed essenziale
domanda che gli rivolge
in modo preciso e
ripetuto con due verbi
diversi in greco
(agapao e fileo) per
indicare le diverse
sfumature dell’amore e
dell’amicizia, è:
«Simone, figlio di
Giovanni, mi ami
(agapas me), più di
costoro (pleon
touton)?».
Come è noto, la lingua greca ha
tre termini fondamentali per parlare
dell’amore: eros, filia e agape.
 Il primo accentua la
componente
dell’attrazione,
 il secondo il
sentimento dell’amicizia,
 il terzo l’amore
incondizionato e
gratuito.
Gesù interroga Pietro su
quest’ultimo tipo di
amore.
L’esperienza del
peccato ha reso
Pietro umile e
consapevole della
distanza che lo separa
da questo amore.
Perciò risponde con il
verbo fileo,
impegnando tutta la
sincerità della sua
amicizia: «Sì Signore, tu
lo sai che ti voglio
bene».
Il Signore insiste e per la seconda volta chiede a Pietro
un amore di agape. E Pietro torna a rispondere con
fileo, il verbo dell’amicizia. Alla terza volta si nota il
medesimo verbo sia nella domanda sia nella risposta.
Chi cede non è Pietro, ma è il Maestro.
Gesù sostituisce il
verbo agapao con
fileo, quasi
adattandosi e
scendendo al
livello di Pietro:
«Mi vuoi bene?».
Gesù prende per
buono l’amore di
Pietro
L’amore umile e sincero è l’unica condizione richiesta
per pascere; quasi a volerci dire che dobbiamo
occuparci degli altri e «pascere il gregge del Signore»
non con l’amore che vorremmo, ma con tutto l’amore di
cui siamo capaci.
Questa stessa
domanda: «Mi ami tu
più di costoro?» vorrei
che la sentissimo in
questo momento rivolta
a noi. Infatti il nostro
essere cristiani si fonda
sull’intimità con il
Signore e vivere di Lui è
la misura del nostro
servizio quotidiano.
Questa è una domanda che ci dà la possibilità di
poter riscoprire la nostra identità di cristiani. È una
domanda da farci più volte durante le nostre
giornate.
È una domanda che
spazza via i nostri
secondi fini (il potere,
il piacere dei risultati e
di sentirci riconosciuti,
il successo, il controllo
delle situazioni e delle
persone) e ci chiede di
restare fedeli alla
nostra chiamata,
nonostante le difficoltà,
le paure, le paranoie e
le delusioni.
È una domanda che dà senso a ciò che
facciamo. Senza l’amore è difficile vivere. E
problematico andare avanti da soli senza
sentirci legati gli uni agli altri.
Non andiamo da
soli verso Dio, ma
in compagnia e
con le persone
che il Signore ci fa
incontrare, per
sentire il loro
calore, la loro
vicinanza, la loro
amicizia gratuita e
disinteressata.
Esperienza. Lettera a Dio
Immaginate che Gesù ora vi interpelli e dica a ciascuno di
voi: “Barbara, Gloria, Elisa... mi ami tu?” Che cosa
rispondereste?
Vi invito a scrivere una lettera a Dio e a dirgli cosa vivete in
questo periodo della vostra vita. Per facilitarvi nel compito,
presento una mia esperienza.
Carissimo Gesù…
Dopo aver scritto questa lettera a Dio
provate a mettere in evidenza come vi
sentite e che cosa sperimentate ora
dentro di voi.
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