tendenze recenti e outlook Roma, luglio 2010 CHECK UP 2010 1. Produzione e crescita 2. Prezzi alla produzione e costi 3. Occupazione: produttività e costo del lavoro 4. Consumi alimentari e potere d’acquisto 5. Commercio estero e competitività 6. Outlook 2010 1 Le dinamiche dell’agricoltura e dell’industria alimentare Andamento del PIL e del Valore Aggiunto agroalimentare Branche Milioni di euro Quote % sul Pil 2009 Variazione % 2009/08 a prezzi costanti 2000 Var. % media annua 2008/07 2004-09 2 Valore aggiunto 1 Agricoltura Industria alimentare Industria in senso stretto Pil 28.015 21.120 209.219 1.207.876 -3,1 -1,4 -15,1 -5,0 a prezzi correnti 1,0 -2,5 -3,6 -1,3 0,0 0,8 -1,2 0,2 -11,5 2,8 -12,3 -3,0 -0,5 1,0 -1,2 1,4 -3,0 1,0 1,0 2,5 Valore aggiunto 1 Agricoltura Industria alimentare Industria in senso stretto Pil 25.084 25.752 256.794 1.520.870 1,6 1,7 16,9 100,0 Nel 2009 l’industria alimentare mostra un ruolo trainante nell’intera economia, con una divaricazione rispetto alla fase agricola, che registra un calo strutturale di medio periodo. 1) Agricoltura, silvicoltura e pesca; 2) serie storiche dei valori concatenati anno base 2000 Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Conti Nazionali Valore Aggiunto1 e Pil nominale (valori correnti, dati destagionalizzati, indici media 2003-2004=100) 120 115 110 105 100 95 90 85 80 75 70 2004 2005 PIL 2006 2007 Industria alimentare 2008 2009 Agricoltura Dal 2005 in poi tende ad allargarsi progressivamente la distanza degli indici relativi all’industria alimentare e all’agricoltura, che rappresentano la dinamica del valore aggiunto a prezzi correnti dei due settori, a sfavore della fase primaria. 1) Valore aggiunto dell’Agricoltura, silvicoltura e pesca e dell’Industria alimentare, delle bevande e del tabacco Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Conti Nazionali VA nominale dell’agricoltura1 nei principali paesi dell’Ue27 (valori correnti) 10% 7,9% 2,8% 5% 0% -5% -3,0% -3,5% -10% -15% -14,3% -20% -2,8% -5,2% -15,4% -3,6% -16,4% -2,6% -3,2% -17,4% -2,6% -13,4% -15,4% -25% -13,4% -23,6% -30% Italia Francia Spagna Regno Unito var % 2009/2008 Germania Polonia Romania Ue27 tvma 2004-2009 L’andamento negativo del valore aggiunto agricolo nominale accomuna l’intera Ue27: nel 2009 i principali paesi produttori hanno avuto tutti riduzioni significative del valore aggiunto ed anche il trend di medio periodo è negativo, eccetto che per Polonia e Romania. 1) Agricoltura, silvicoltura e pesca Fonte: elaborazioni Ismea su dati Eurostat. Produzione dell’agricoltura (valori correnti, media 2003-2004=100) 115 110 105 100 95 90 2004 2005 2006 Ue27 2007 2008 2009 Italia Nel 2009 il valore della produzione agricola evidenzia una forte riduzione sia in Italia che nell’Ue27 (rispettivamente 10% e 12%), dovuta principalmente alla discesa repentina dei prezzi per la maggior parte dei prodotti agricoli, a cui si sono aggiunte le difficoltà produttive di alcuni settori (cereali e olio di oliva). Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Eurostat Andamento delle produzioni agricole italiane (valori concatenati anno riferimento 2000) 15% 10,0% 10% 5,1% 5% 1,3% 2,0% 3,3% 1,0% 0% -5% -0,1% -0,2% -2,1% 1,9% 0,1% -0,3% 0,3% 2,2% 1,0% -0,5% -4,5% -10% -7,7% -7,3% -9,7% -15% -20% -17,7% Cereali Legumi secchi Patate e Industriali Fiori e ortaggi piante da vaso var % 2009/2008 Vino -17,8% Olio d'oliva Agrumi Frutta Carni Latte tvma 2004-2009 Risulta in diminuzione sia nel 2009 che nel periodo 2004-2009 la produzione di olio di oliva e di fiori e piante; per i cereali la produzione al netto delle oscillazioni di questi anni è rimasta in definitiva stabile nel medio periodo. Tra gli altri comparti, i più importanti mostrano una dinamica molto stabile (carni e vino in particolare), mentre il recupero del 2009 delle coltivazioni industriali non migliora la performance negativa media del periodo (forte ridimensionamento dovuto alla PAC). Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat Produzione dell'industria alimentare, delle bevande e del tabacco (indice destagionalizzato, 2005=100) 115 110 105 100 95 90 85 80 2004 Ue27 - manifatturiera 2005 2006 Ue27 - alimentare 2007 Italia - manifatturiera 2008 2009 Italia - alimentare Nel periodo la produzione non ha subito variazioni significative e repentine. Solo tra il 2006 e il 2007 si è registrato un periodo di maggiore produzione. La crisi, tra la fine del 2008 e gli inizi del 2009, non ha di fatto avuto un’eco rilevante sulla produzione di questo settore, né nello scenario dell’Ue né in quello dell’Italia. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Eurostat Clima di fiducia nell'Ue27 e in Italia (medie trimestrali degli indici mensili destagionalizzati) 10 0 -10 -20 -30 -40 III IV I trim II 2007 III IV 2008 Manifatturiera Ue27 I trim II III IV 2009 Alimentare Ue27 Alimentare Italia* Nel periodo di crisi, il clima di fiducia dell’industria alimentare sia europea sia nazionale ha mostrato una migliore tenuta di quello dell’intero manifatturiero. Il maggiore cedimento, registrato agli inizi del 2009, è stato determinato essenzialmente dalla caduta della domanda. * ICF Ismea (non destagionalizzato). Fonte: EC, Economic and Financial Affairs e Ismea UP: i migliori del 2009 DOWN: i peggiori del 2009 50 40 30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 20 10 pasta 16 x 0 -10 -20 vino -10 x -30 -40 -50 III IV I trim 2007 II III 2008 Prodotti da forno Trasf. Ortofrutta IV I trim II III 2009 Pasta Alimentare Italia IV III IV I trim 2007 II III 2008 Macellaz. carni rosse Vino IV I trim II III IV 2009 Ind. lattiero-casearia Alimentare Italia Nel corso del 2009, in termini di fiducia, dopo la fase negativa di fine 2008 e primi mesi del 2009, si sono affermati i comparti della pasta, del riso e della trasformazione ortofrutticola; diversamente, hanno denotato una sofferenza quelli dell’industria del vino, mangimistica, della prima lavorazione delle carni rosse e lattiero-casearia. Fonte: Ismea 2 I prezzi e i costi agricoli, il confronto dei prezzi lungo la filiera, le performance delle imprese Indicatore del reddito agricolo per addetto1 (indici 2005=100) 140 130 120 110 100 90 Var.% ‘09/04: -33% 80 70 60 2004 2005 Francia 2006 Germania 2007 Spagna 2008 UE27 2009 Italia Nel 2009 l’indicatore del reddito elaborato dall’Eurostat è diminuito in 21 paesi su 27, contraendosi dell’11,6% in media nell’Ue27 e del 21% in Italia. Nel periodo 2004-2009 si evidenzia l’andamento declinante dell’indicatore per l’Italia, che non mostra il recupero registrato dai principali paesi concorrenti nel 2007. 1) Indicatore A = Valore aggiunto corrente netto al costo dei fattori, deflazionato con il deflatore nazionale del Pil / Unità di lavoro. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Eurostat. Prezzi e costi agricoli nell’Ue27 Prezzi e costi agricoli1 in Italia (indici 2005=100, nominali) 2009 Paesi prezzi (indici 2000=100, nominali) Variazione % 2009/2008 costi prezzi costi ragione di scambio 135 130 125 120 Francia 108,4 114,1 -12,8% 4,8% -16,8% 115 110 Spagna 95,0 109,2 -11,3% 3,9% -14,6% 105 100 Paesi Bassi 102,1 108,8 -10,2% 3,6% -13,3% Romania 137,6 129,8 -6,8% -4,1% -2,8% 95 90 85 80 2004 Ungheria 122,2 129,3 -9,6% -5,8% 4,2% Prezzi 2005 2006 Costi 2007 2008 2009 Ragione di scambio Dopo una crescita sostenuta dei prezzi in molti paesi dell’Ue27, nel 2009 si rileva una flessione generalizzata dei listini nei principali paesi produttori, su base annua superiore al 10%. L’Ismea misura nel 2009 per l’Italia una flessione del 10% della ragione di scambio in conseguenza di una maggiore riduzione dei prezzi dei prodotti (-12%) rispetto agli input (-2%). 1) Indice dei prezzi alla produzione, indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione Fonte: elaborazioni Ismea su dati Eurostat Prezzi1 Costi2 (indici 2000=100) Prodotti (indici 2000=100) Var. % Variazione % Media media annua 2009 2009/'08 2008/'07 2004-'09 Prodotti Var. % Media Variazione % media annua 2009 2009/'08 2008/'07 2004-'09 Animali vivi e uova 103,2 -1,0 5,0 2,1 Sementi 118,7 0,8 3,0 1,9 Cereali 109,9 -34,0 14,5 5,5 Concimi 173,0 -5,3 45,1 10,5 Frutta fresca 128,1 -13,4 13,8 0,9 Antiparassitari 114,8 3,2 3,1 2,1 97,6 -12,1 5,7 0,1 Prodotti energetici 113,7 -7,1 10,0 4,1 Olio di oliva 108,1 -14,5 -6,8 -0,9 Animali allevamento 101,5 16,6 -8,1 -2,0 Ortaggi e patate 122,0 10,9 -2,1 -0,8 Mangimi 119,4 -10,5 8,2 3,5 Tabacchi 266,0 12,5 64,6 13,2 Spese varie 106,3 1,9 0,7 -0,9 87,0 -21,5 7,9 -2,5 Salari 136,2 3,6 2,3 3,7 Coltivazioni agricole 117,5 -16,0 10,5 1,9 Coltivazioni agricole 132,9 -0,2 10,6 4,4 Prodotti zootecnici Totale 100,7 108,9 -6,1 -11,6 5,3 8,1 1,2 1,5 Prodotti zootecnici 118,6 -6,0 6,0 2,9 Totale 128,7 -1,8 9,3 4,0 Latte e derivati Vini Sul fronte dei prezzi dei prodotti, il risultato negativo è attribuibile a cereali, frutta, olio d’oliva e vino; nel quinquennio solo i prezzi di animali e cereali denotano una dinamica positiva. Circa gli input, crescono i prezzi di animali d’allevamento e antiparassitari, mentre diminuiscono quelli dei prodotti energetici, dei concimi (in aumento nel quinquennio) e dei mangimi. 1) Indice dei prezzi alla produzione,; 2) indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione Fonte: Ismea Prezzi dei prodotti agricoli e prezzi al consumo (indici 2000=100) 135 130 125 120 115 110 105 100 95 90 2004 2005 2006 Prezzi all'origine dei prodotti agricoli 2007 2008 2009 Prezzi dei prodotti agroalimentari acquistati dalle famiglie La forbice tra prezzi al consumo e prezzi alla produzione, dopo una riduzione nel 2007 (9 p.ti) e 2008 (6 p.ti), nel 2009 è tornata a crescere, raggiungendo il valore più elevato del periodo (17 p.ti). Dopo aver toccato il valore massimo nel III trim. (23 p.ti) si è ridotta nel IV trim. (16 p.ti). Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen Margine di filiera1 (indici 2000=100) 200 170 160 180 150 140 160 130 140 120 110 120 100 90 100 80 80 70 2004 2005 2006 frutta 2007 2008 ortaggi 2009 2004 2005 2006 latte e derivati 2007 2008 2009 pane (fr. tenero) L’esame di alcuni settori evidenzia una crescita del margine di filiera per molti di essi: frutta, latte, pane e pasta mostrano un aumento della forbice dei prezzi tra consumo e produzione. Solo in alcuni casi si registra una dinamica opposta, come per gli ortaggi per i quali, però, il valore del differenziale permane su livelli molto elevati. 1) Indice dei prezzi al consumo/indice dei prezzi alla produzione Fonte: Ismea MOL1: imprese agricole MOL1: imprese dell’industria alimentare 130 125 120 115 110 105 100 95 90 85 80 140 135 130 125 120 115 110 105 100 95 90 2004 2005 cooperative 2006 2007 soc. di capitali 2008 2009 totale 2004 2005 2006 industria in senso stretto 2007 2008 2009 industria alimentare Le società agricole di capitali subiscono una forte flessione del MOL già nel 2008 (shock prezzi materie prime), oltre che nel 2009 (contrazione del fatturato). Le cooperative recuperano nel 2008, grazie ad una crescita del fatturato superiore a quella dei costi per materie prime, per poi subire una flessione del MOL nel 2009, ma meno intensa rispetto alle società di capitali. L’industria alimentare tiene bene anche nel 2009, mentre l’industria in senso stretto subisce già a partire dal 2008 una forte contrazione del MOL. 1) Margine operativo lordo Fonte: elaborazioni Ismea su dati Aida Bureau Van Dijk Rapporto di indebitamento: imprese agricole Rapporto di indebitamento: imp. industria alimentare 3,5 3,5 3,0 3,0 2,5 2,5 2,0 2,0 1,5 1,5 1,0 1,0 0,5 0,5 2004 2005 cooperative 2006 2007 soc. di capitali 2008 2009 totale 2004 2005 2006 industria in senso stretto 2007 2008 2009 industria alimentare Il livello di indebitamento si riduce nel corso del 2009 in funzione di una maggiore difficoltà di accesso al credito, che ha come effetto: • un forte incremento delle fonti proprie di finanziamento sia nel 2008 che nel 2009 • una brusca flessione delle fonti di terzi a breve termine nel corso del 2009 Fonte: elaborazioni Ismea su dati Aida Bureau Van Dijk Tassi di crescita dei prestiti bancari1 (var.% annua) Andamento del capitale proprio 210 14 12 190 10 170 8 6 150 4 130 2 0 110 -2 90 -4 2004 2005 2006 2007 Totale 2008 Agricole 2009 2004 2005 2006 cooperative agricole industria alimentare 2007 2008 2009 soc. di capitali agricole I tassi di crescita dei prestiti bancari hanno subito una flessione marcata a partire da settembre del 2008, maggiore per il complesso dei settori produttivi rispetto al settore agricolo. A partire dal 2008, le maggiori difficoltà di accesso al credito hanno costretto le imprese ad incrementare l’utilizzo di fonti proprie di finanziamento, sia nel settore agricolo che nell’industria alimentare 1) Banca d’Italia Fonte: elaborazioni Ismea su dati Aida Bureau Van Dijk Industria alimentare: mol e costi 100% 90% 80% 70% 52,1% 63,6% 65,1% 63,7% 69,3% 9,7% 8,4% Spagna 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 9,3% 8,4% 9,5% 8,0% 9,3% 9,5% 7,9% 8,1% Belgio Francia Germania Italia mol personale altro materie prime L’industria alimentare nazionale è caratterizzata da una ridotta incidenza dei costi per il personale sul fatturato rispetto ai principali competitor, mentre il livello del margine operativo lordo risulta in linea con quello del Belgio, della Francia e della Spagna. La voce di costo predominante è quella per acquisto di materie prime che supera il 60% del fatturo nella maggior parte dei paesi europei. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Aida Bureau Van Dijk 3 Produttività del lavoro Numero di occupati (indici media 2003-2004=100) 106 104 102 100 98 96 94 2004 2005 Totale economia 2006 Industria in senso stretto 2007 2008 Industria alimentare 2009 Agricoltura Nel 2009 l’occupazione nel settore agricolo è diminuita dell’1,4%, un po’ meno di quanto sia avvenuto nell’intera economia (-1,7%) e molto di meno rispetto all’industria. Tuttavia, l’agricoltura ha sperimentato una ininterrotta fuoriuscita di manodopera nell’ultimo triennio. Calo che riguarda principalmente il lavoro indipendente agricolo. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Conti Nazionali (VA a valori concatenati 2000/ULA) Produttività del lavoro: valore aggiunto reale per unità di lavoro 2009 2009/08 2008/07 Var. % media annua 2004-09 Agricoltura 22,0 -1,3 3,1 1,6 Industria alimentare 46,3 3,3 -3,0 0,8 Industria manifatturiera 41,0 -8,1 -3,6 -0,5 Industria in senso stretto 45,5 -7,6 -2,2 -0,2 Totale economia 44,4 -2,9 -0,8 0,0 Settori Migliaia di euro Variazione % La produttività del lavoro è diminuita in maniera generalizzata nei diversi settori economici nel 2009. Fa eccezione l’industria alimentare dove il valore aggiunto ha tenuto bene nonostante la crisi, riducendosi meno, in percentuale, delle unità di lavoro. Il settore agricolo, invece, malgrado le difficoltà sul fronte reddituale, ha assunto in questa fase di crisi un ruolo di maggiore assorbimento della forza lavoro: l’impiego di lavoro infatti è diminuito limitatamente (-1,8%), determinando un calo della produttività, dopo tre anni di miglioramenti. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Conti Nazionali (migliaia di euro, media 2008-2009) Produttività del lavoro nell’Ue271 60,0 50,0 48,2 43,0 40,0 34,0 31,8 30,0 24,3 24,1 21,7 17,4 20,0 13,6 5,6 3,0 2,7 Polonia 7,3 10,0 Romania 12,3 Ue27 Ungheria Portogallo Grecia Austria Italia Regno Unito Germania Spagna Francia Danimarca Paesi Bassi 0,0 La produttività del lavoro in agricoltura dell’Italia, pari a circa 22 mila euro, è superiore alla media dell’UE27. Rispetto ai principali competitor, non si distanzia molto dalla Germania, mentre è maggiore la distanza rispetto alla Spagna e alla Francia. Nel 2009, a differenza dell’Italia, per l’UE27 nel complesso la produttività è aumentata notevolmente (+4,6%); forti aumenti si sono registrati in Francia, Germania, Paesi Bassi. 1) Valore aggiunto a valori concatenati 2005/ULA. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Eurostat, Conti Economici dell’Agricoltura 4 La domanda delle famiglie Indice delle quantità acquistate dalle famiglie Spesa delle famiglie italiane1 (indici concatenati, base 2000=100) (valori correnti, base 2000=100) 100 140 2009: 135 mld € (-1,7%) 135 97 130 125 94 120 91 115 var. media annua ’04-09: +0,8% 88 var. media annua ’04-09: +1,8% 110 105 85 100 2004 2005 2006 2007 Quantità 2008 2009 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Spesa Nel 2009 si registra una leggera crescita dei consumi domestici delle famiglie italiane (+0,5%), a fronte di prezzi medi al consumo in netto ribasso (-1,5%). In un’ottica di medio periodo appare evidente la sostanziale stagnazione dei consumi alimentari. La spesa per gli alimentari si contrae dell’1,7% su base annua, attestandosi a 135 mld di euro. 1) Alimentari, e bevande non alcoliche Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen, Istat Variazione % delle quantità acquistate dalle famiglie consumo (indici concatenati, base=2000) + consumo Tot. agro alimentare: +0,5% Un’espansione dei consumi di medio periodo caratterizza molti prodotti, mentre una concomitante crescita nel 2009 interessa solo alcuni prodotti del fresco (ortaggi, ittici, avicoli) e i salumi. Su tali tendenze convergono fenomeni di tipo strutturale, connessi ai diversi stili di vita delle famiglie, che portano alla ricerca di prodotti a forte contenuto salutistico e di servizio, ai quali si sovrappongono fattori di carattere congiunturale, legati agli effetti della crisi (prezzi). Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen I segmenti più critici nel 2009: l’acquirente “disaffezionato” Calo numero famiglie acquirenti e acquisti Calo acquisti Stabilità Olio extraverg. Carne elaborata Carne Bovina Pane Vini DocDocg Ortaggi freschi Formaggi duri Sud Sud Nord ovest Nord est/Centro Nord ovest Centro Nord ovest Età reponsab. acquisti <34 anni >64 anni <34 anni <34; 35-44 anni 55-64 anni <34 anni <34 anni Ranking di Reddito1 MedioBasso Medio-Alto MedioBasso MedioBasso Alto MedioBasso MedioBasso Pre/Maturi ng/Estab. Pre/New family Pre/New family Area geografica Stadio ciclo di vita famiglia2 Pre/New/M New/Maturi Pre/Maturi aturing ng family ng family Maturing family Per alcuni prodotti si registra una flessione delle famiglie acquirenti e/o degli acquisti, disegnando un’area di disaffezione del consumatore. In molti casi si tratta di famiglie giovani, con reddito medio-basso, in cui sono presenti bambini o ragazzi. Solo in pochi casi (p.e. formaggi freschi, yogurt, carne avicola) si osserva una crescita della domanda domestica, generalmente legata ad una contrazione dei prezzi di acquisto. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen Dinamica dei consumi domestici di alcuni prodotti di qualità Prodotti (valori correnti) Variazione % Var.% media annua 2009/08 2008/07 2004-09 Prodotti Dop e Igp Formaggi Dop Carni trasformate Dop e Igp Oli extravergini Dop e Igp -0,7 -0,9 1,1 -22,6 2,4 3,8 -3,3 7,9 0,7 0,5 1,4 -2,7 Vini Doc-Docg e Igt Doc-Docg Confezionati Doc-Docg Sfusi Igt -8,1 -11,1 -8,4 -2,3 6,0 5,4 1,3 7,7 3,1 2,1 -8,2 5,9 6,7 -1,9 26,6 -0,7 5,8 1,5 19,8 -14,6 7,6 4,5 20,3 -4,4 Prodotti biologici confezionati* Lattiero-caseari Ortofrutta fresca e trasformata Biscotti, dolciumi e snack I consumi di prodotti a qualità certificata registrano tutti una crescita nel medio periodo, in particolare quelli biologici. Per quest’ultimo comparto la crescita è confermata anche nel 2009, mentre ciò non accade per i per i vini Doc-Docg e Igt e per i prodotti Dop e Igp. Tali tendenze dipendono dai diversi stili di vita delle famiglie, che portano alla maggiore ricerca di prodotti che abbiano contenuti salutistici e siano rispettosi dell’ambiente. Di contro, hanno accusato maggiormente gli effetti della crisi i prodotti a denominazione di origine. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen Indice delle quantità acquistate Indice dei prezzi (indici concatenati, 2000=100) 0,8% 0,5% Tot. Canali di acquisto -3,2% -7,5% 2,1% -1,5% -3,3% Discount -0,7% Liberi servizi 9,2% 1,9% 1,0% Super + ipermercati -5,1% -8,3% 10% t.v.m.a.% 2004-09 20% var.% 2009/08 Altri* 2,0% Discount 2,6% 2,2% Liberi servizi 1,8% -2,9% Super + ipermercati 3,3% 2,8% Dettaglio tradizionale 0% Tot. Canali di acquisto 4,3% 6,0% Altri* 7,8% 10,1% -10% (indici concatenati, 2000=100) -5% 0% 5% t.v.m.a.% 2004-09 Dettaglio tradizionale 10% var.% 2009/08 La crescita degli acquisti presso la GD privilegia la convenienza (discount) e la prossimità (liberi servizi). Per il dettaglio tradizionale la progressiva marginalizzazione del ruolo giocato nello scenario distributivo è accentuata dalle dinamiche determinate dalla crisi. *Cash & carry, ambulanti, mercato rionale, produzione propria, porta a porta Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen 5 Le performance dell’agroalimentare e del made in Italy nel mercato mondiale Saldo della bilancia commerciale (miliardi di Euro correnti) 15 10 9,46 (miliardi di €) 5 0 -4,10 -6,50 -5 -10 -15 -15,96 -20 -25 2004 saldo intera economia 2005 saldo made in italy agro 2006 2007 2008 saldo agroalimentare (esc. made in Italy) 2009 saldo agroalimentare Nel 2009, il disavanzo della bilancia commerciale nazionale si riduce (-69%) di 5 volte di più rispetto a quello del settore agroalimentare; il miglioramento del deficit dipende da una riduzione dell’import maggiore rispetto all’export. Il saldo positivo del made in Italy subisce, al contrario, un peggioramento (-3%), dopo aver svolto negli anni precedenti un ruolo di traino per l’interscambio commerciale del settore agroalimentare. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat Principali paesi di destinazione dell'export e di provenienza dell’import agroalimentare in Italia, 2009 export (quota % in valore, var.% 2009/’08) import (quota % in valore, var.% 2009/’08) Germania 19,6 altri 32,0 -4,5% Germania 19,6 15,8 altri 35,7 -4,1% Francia 12,1 -7,1% -0,9% Stati Uniti 8,3 Paesi Bassi 3,3 -4,5% -1,9% Austria 3,5 -3,9% Belgio Spagna Svizzera 4,5 3,6 4,1 14,3% -7,2% -3,1% Spagna 9,2 Danimarca 2,3 Regno Unito 9,0 -5,9% Francia 14,9 -20,8% -6,1% -6,0% -12,0% Argentina 2,8 Paesi Bassi 10,2 Brasile Belgio Austria 2,9 3,0 - 3,3 -20,2% -0,5% 11,6% Nel 2009, la flessione dell’export ha interessato maggiormente alcuni paesi (Germania, Regno Unito, Usa, Spagna), mentre per altri è stata più contenuta (Francia) o assente (Belgio). Il calo dell’import agroalimentare ha penalizzato maggiormente alcuni importanti paesi extra Ue27 rispetto ai principali partner commerciali comunitari. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat Principali paesi esportatori di prodotti agroalimentari nel mondo Var. % media annua 2004-'09 delle esportazioni 16,0 Bra 14,0 Arg 12,0 Thai 10,0 Cin 8,0 Var.% mondo (+8,4) Ger Can Italia 6,0 Usa Bel 4,0 Austalia 2,0 Nl Fra Spa Dan UK 0,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 Quota % 2009 L’Italia mostra, nel 2009, una quota dell’export agroalimentare mondiale in linea con quella di Cina, Brasile, Argentina e Canada: competitor che evidenziano una maggiore dinamicità nel lungo periodo. L’export agroalimentare nazionale risulta, nel lungo periodo, più dinamico rispetto a quello di Spagna, Francia e Regno Unito Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat Export verso l’Ue27 Export verso i Paesi terzi 2009 quota mil.€ Vino 1.933 Frutta fresca* 1.599 Pasta 1.273 Legumi/ortaggi inscat. 1.067 Formaggi e latticini 993 Prodotti dolciari 933 Prodotti panetteria 755 Salumi, prep. Suine 658 Risi 453 Olio di oliva 382 Succhi di frutta/ortaggi 326 Made in Italy 10.373 var. % 2009/'08 2009 quota (%) quant. valore val. un. 18,6 15,4 12,3 10,3 9,6 9,0 7,3 6,3 4,4 3,7 3,1 100,0 10,2 0,1 5,7 -8,7 8,1 -2,7 -0,6 3,1 -6,8 0,8 -12,0 -1,5 -2,6 -18,9 -7,3 7,0 5,0 -1,5 1,1 3,4 -1,8 -9,3 -19,0 -4,7 -11,6 -19,0 -12,4 17,2 -2,8 1,3 1,7 0,3 5,3 -10,0 -7,9 -3,3 mil.€ Vino Legumi/ortaggi inscat. Olio di oliva Pasta Formaggi e latticini Prodotti dolciari Prodotti panetteria Frutta fresca* Salumi, prep. Suine Risi Succhi di frutta/ortaggi Made in Italy 1.537 585 574 566 437 374 350 296 165 74 73 5.031 var. % 2009/'08 (%) quant. valore val. un. 30,5 11,6 11,4 11,3 8,7 7,4 7,0 5,9 3,3 1,5 1,5 100,0 7,5 0,9 -6,4 -3,2 -3,4 -2,9 1,9 9,8 3,2 -20,2 -11,3 -1,3 -5,1 6,2 -15,1 -12,0 -6,0 -4,9 5,7 -12,5 1,2 -19,6 -9,0 -6,0 -11,7 5,2 -9,4 -9,0 -2,7 -2,1 3,7 -20,3 -1,9 0,7 2,7 -4,8 Le esportazioni nazionali verso i Paesi Terzi subiscono una flessione più marcata rispetto a quelle verso l’Ue. La flessione delle esportazioni dipende soprattutto da una riduzione dei valori unitari, più marcata nei confronti dei Paesi Terzi I comparti più penalizzati sono quelli della pasta, della frutta, dei succhi di frutta e dell’olio, mentre quello dei legumi mostra un netto miglioramento 1) escluso agrumi Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat 6 Le tendenze dell’anno Componenti dell’ICF della grande distribuzione alimentare italiana (indicatori trimestrali non destagionalizzati) 35,0 25,0 15,0 5,0 -5,0 -15,0 -25,0 -35,0 I trim 2008 II III vendite IV scorte I trim 2009 II previsioni di vendita III IV I trim 2010 ICF A partire dal secondo trimestre del 2009 l’indice di clima di fiducia della Gda è tornato in terreno positivo, pur registrando nella seconda parte del 2009 valori in progressivo calo. Nei primi tre mesi del 2010 l’indice risulta invece in crescita (+2,3 punti). Nel primo trimestre dell’anno la ripresa della fiducia si è basata principalmente sulle attese positive di vendita e in misura minore sul calo delle scorte, mentre il livello delle vendite è risultato in calo. Fonte: Ismea Componenti dell’ICF dell'industria alimentare italiana (indicatori trimestrali non destagionalizzati) 35,0 25,0 15,0 5,0 -5,0 -15,0 -25,0 -35,0 -45,0 III trim 2007 IV I trim 2008 ordini II III scorte IV I trim 2009 attese di produzione II III IV I trim 2010 ICF Le attese dell’industria alimentare migliorano nel 2010. A partire dal secondo trimestre del 2009 si è avuto un lento ma progressivo miglioramento dell’indice, che nei primi tre mesi del 2010 si è riportato su terreno positivo (+2,3). Nel primo trimestre del 2010 la ripresa della fiducia si è basata sulle attese positive di produzione, dato che il livello degli ordini – sebbene anch’esso in ripresa -, è rimasto basso. Fonte: Ismea Strategie delle imprese dell’industria alimentare italiana per il 2010 Ad inizio 2010 le imprese appartenenti al panel Ismea dichiarano di volere: mantenere stabile il piano di produzione (74%) effettuare investimenti per innovazione di prodotto (41%), innovazione di processo (47%) o entrambi (37%) al fine di: a. conseguire una razionalizzazione dei costi aziendali laddove i margini ancora lo consentono b. migliorare/innovare i prodotti aziendali per soddisfare/fidelizzare sempre di più la clientela Rispetto al 2009 è stato riscontrato un maggiore orientamento verso gli investimenti per innovazioni di prodotto e di processo, interpretabile come una strategia di risposta dell’industria agroalimentare alla crisi, finalizzata a migliorare l’efficienza degli stabilimenti, potenziare l’attività, ammodernare le linee produttive, conseguire sinergie e ottimizzare i processi produttivi e logistici, ottenere infine una posizione più competitiva sul mercato cercando di soddisfare e fidelizzare sempre di più la clientela. Fonte: Ismea Produzione e valore aggiunto (var.% 2010/2009) previsioni scenario macro PIL VA industria Import Export Consumi delle famiglie - alimentari 2010 1,0 2,4 3,9 5,9 0,6 0,2 previsioni agricoltura Produzione agricoltura - coltivazioni vegetali - produzione zootecnica 1 2010 0,3 0,8 -0,4 VA agricoltura 2 1,0 Nell’anno in corso, in un contesto caratterizzato da una debole ripresa, la domanda estera dovrebbe trainare - più di quella interna - la lieve crescita. Nel settore, la crescita dell’industria alimentare (VA) dovrebbe avvenire ad una velocità doppia rispetto a quella dell’agricoltura. Fonte: Ismea, Isae www.ismea.it