Presentazione in power point eseguito da Alberto Errico L’Industria Industria è tutto ciò che svolge attività di produzione di beni di interesse economico con criterio massivo (rispetto al quale si distingue dall'artigianato) esercitando un'attività di trasformazione delle materie prime in semilavorati o prodotti finiti. Essa rientra nel settore secondario dell'economia. Il termine deriva dal latino industria che può significare operosità, attività, ingegno, diligenza, e che a sua volta viene da endo- (dentro) e -struo (costruisco). Il termine viene inoltre utilizzato per indicare un sistema di processo il quale partendo da un prodotto detto "primo" (grezzo) se ne produce un "secondo" (manufatto) con un valore aggiunto. Industria e Clima Secondo un articolo del Financial Times apparso tempo fa, le grandi industrie manifatturiere, spinte dalla crisi finanziaria, dalla recessione economica e dai cambiamenti ambientali e climatici, stanno prendendo in grande considerazione un cambiamento radicale nei sistemi di approvvigionamento dei prodotti e di localizzazione della produzione. Fino a pochi anni fa negli Stati Uniti per esempio, il Messico, che pur rappresentava grandi vantaggi a livello di costo del lavoro e di risparmio per le ditte manifatturiere, non era per niente in grado di competere con la Cina riguardo ai costi. La delocalizzazione Per delocalizzazione s'intende lo spostamento di sedi produttive di un'impresa (molto spesso multinazionale) da un Paese ad un altro (quest'ultimo molto spesso con leggi molto favorevoli o quasi prive). Questo fenomeno si lega alla globalizzazione in quanto le imprese non operano più in un ambito ristretto di territorio, ma sono costrette a confrontarsi con un mercato globale. Spesso le industrie si spostano a causa del cambiamento climatico e allora devono spostarsi dove la condizioni sono ottimali all’industria. Per mantenersi in vita devono abbattere alcuni costi e molto spesso questo comporta la delocalizzazione. Le sostanze tossiche delle industrie L'industria dei combustibili fossili, cioè petrolio, gas e carbone, usa centinaia di prodotti chimici più o meno tossici. Eccone una sporca decina, i peggiori in assoluto. Le sostanze tossiche delle industrie 1) Benzene Viene usato come solvente per l'estrazione e la lavorazione del petrolio, del carbone e del metano e lo troviamo in moltissimi prodotti petrolchimici 2) e 3) Diossido di zolfo e ossidi di azoto (SO2 e Nox) SO2 e NOx sono prodotti in abbondanza dalla combustione del carbone nelle centrali elettriche e dalla lavorazione del petrolio nelle raffinerie. Oltre a causare problemi alle vie respiratorie hanno il vizio di essere spesso associati a numerosi tumori, malattie cardiopolmonari, attacchi di cuore. In particolare l'SO2 è pericolosissimo per i bambini, ai quali causa attacchi di asma. Gli NOx, invece, penetrano nel tessuto polmonare e lo danneggiano, causando danni irreversibili. L'inalazione è associata a bronchiti e enfisema. L'American Journal of Public Health nel 2009 ha pubblicato un rapporto dal quale emerge che alti livelli di SO2, provenienti dalla raffinazione del petrolio, sono stati trovati nell'aria delle abitazioni di Richmond in California. Città non lontana da quattro grandi raffinerie. Il risultato sanitario è che gli abitanti di Richmond hanno spesso a che fare con varie malattie tra le quali l'ictus e l'asma. 4) Petroleum Coke (Pet coke) Il pet coke, in buona sostanza, è lo scarto dello scarto dello scarto della lavorazione del petrolio e delle sabbie bituminose. E' un polverino che assomiglia al carbone e contiene decine di sostanze chimiche tossiche, metalli pesanti come il cromo e il vanadio, lo zolfo e il selenio. Le sostanze tossiche delle industrie 5) Formaldeide La formaldeide è un noto cancerogeno, causa soprattutto leucemia. E' normalmente utilizzata quando si fa fracking, cioè quando si frattura con acqua a pressione e sostanze chimiche la roccia e l'argilla nel sottosuolo per liberare il gas metano intrappolato nei pozzi. 6) Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) Gli IPA sono una intera classe di composti chimici dannosi. Pessimi: sono cancerogeni, causano mutazioni genetiche, problemi prenatali. I nascituri le cui madri sono state esposte agli IPA soffrono spesso di asma, scarso peso alla nascita, malformazioni cardiache e danni genetici. 7) Mercurio Il mercurio si trova soprattutto nelle emissioni delle centrali a carbone. Fa malissimo al sistema nervoso: danneggia il cervello ed è particolarmente pericoloso per le donne in gravidanza e i bambini. 8) Silice La silice è comunemente utilizzata in gran quantità durante il fracking. Respirare per lungo periodo la silice causa la silicosi e la successiva fibrosi polmonare. 9) Radon Il radon è un gas inodore, incolore, insapore. Ma è radioattivo e causa cancro ai polmoni: è la seconda causa di questa malattia negli USA dopo il fumo di sigarette. Ancora una volta, lo troviamo durante le operazioni di fracking dello shale gas, il gas di scisto intrappolato nel sottosuolo. Ha la pessima abitudine di intrufolarsi nei gasdotti una volta estratto dal pozzo. 10) Acido fluoridrico (Fluoruro di idrogeno) E' uno degli acidi più pericolosi e potenti: può danneggiare (al contatto, immediatamente) i polmoni se respirato e causare malattie polmonari croniche. L'acido fluoridrico è un ingrediente classico dei fanghi di trivellazione nei pozzi di petrolio e gas. I rischi delle industrie I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO I rischi lavorativi presenti negli ambienti di lavoro, in conseguenza dello svolgimento delle attività lavorative in un determinato luogo di lavoro, possono essere suddivisi in tre grandi categorie: A) Rischi di natura infortunistica o rischi per la sicurezza dovuti a: •Strutture •Macchine •Impianti elettrici * Sostanze pericolose • Incendio-esplosioni B) Rischi di natura igienico-ambientale o rischi per la salute dovuti a: •Agenti chimici •Agenti fisici •Agenti biologici C) Rischi di tipo cosiddetto trasversale o rischi per la sicurezza e la salute dovuti a: •Organizzazione del lavoro •Fattori psicologici •Fattori ergonomici •Condizioni di lavoro difficili. Grazie La proff. ssa arpa a iiore