PETRONIO
Il Satyricon, ovvero
il piacere di narrare
(M.L. Sancassano, Liceo Dettori 2009/10)
La narrativa classica
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Apparente assenza, nel mondo classico, o
comunque fioritura tardiva di una narrativa
d’invenzione in senso moderno (novella e
romanzo a partire dall’età ellenistica)
Il Satyricon di Petronio (I d.C.) e le
Metamorphoses di Apuleio (II d. C.) unici
rappresentanti del genere “romanzo”
La narrativa folklorica
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La narrazione in quanto tale è per lo più
affidata al canale orale:
Esistono testimonianze relative
all’esistenza, sia in Grecia che a Roma, di
NARRATORI PUBBLICI ed INVENTORI DI
FACEZIE a pagamento.
Svet. Oct. 78: Augusto, per combattere
l’insonnia, chiamava “lectores aut
fabulatores”.
Hor. Sat. II 677s.; Tib.I 4 85; Persio II 37 >
FABELLAE = fiabe di magia raccontate dalle
balie ai bimbi e alle ragazze.
La “preistoria” della
narrativa
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In realtà, la narrativa in senso moderno nel mondo
antico confluisce nell’EPOS (cf. episodi omerici
quali “L’ira di Meleagro”: Il. IX 529 ss.; “Ares e
Afrodite”:Od. VIII 226 ss.).
Inserzioni narrative sono presenti pure nella
STORIOGRAFIA, da Erodoto alle biografie
ellenistiche, fino agli aneddoti di Valerio Massimo in
ambito latino.
Nel mondo latino in particolare si segnalano le
narrazioni di OVIDIO, Plinio il vecchio e Plinio il
giovane.
La questione del
ROMANZO
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La narrativa antica si codificò attraverso un
processo lungo e lento: ciò è connesso con la
“concezione ALTA” che nell’antichità classica si
aveva della letteratura.
La letteratura era infatti concepita come corpus di
opere UTILI prima che esteticamente valide.
I testi di semplice intrattenimento erano oggetto di
diffidenza (cf. nascita del romanzo in Italia).
Solo in epoca ellenistica e in età imperiale
comparvero sulla scena letteraria testi d’amore e
d’avventura destinati ad un pubblico più ampio.
La novella e il romanzo
nel mondo greco
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Il romanzo e la novella raggiunsero dignità letteraria
dapprima nel mondo greco: erano redatti in PROSA
e caratterizzati da una struttura RICORRENTE.
Esistono differenti ipotesi circa il rapporto tra i due
generi: secondo Erwin Rohde, la novella
presenterebbe una connotazione più realistica
rispetto al romanzo, soggetto a una più forte
idealizzazione.
Oggi si tende a ipotizzare una derivazione del
romanzo dall’aggregazione di più novelle.
La fabula milesia
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Lo sviluppo della novella greca si colloca nella Ionia
tra la fine del II a.C. e l’inizio del I a.C. grazie
all’opera di ARISTIDE di MILETO (Milesiakà)
Si tratta di novelle licenziose incentrate sui temi
dell’AMORE, del SESSO e della BEFFA,
caratterizzate da un linguaggio realistico
A Roma il genere greco venne introdotto da
CORNELIO SISENNA, traduttore di Aristide.
Tutto questo materiale NON ci è giunto
direttamente.
Il romanzo greco
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Genere unitario, sviluppatosi tra il II/I a.C. e il IV
d.C.; l’amore appare fortemente IDEALIZZATO, gli
intrecci presentano una serie di costanti: coppia
bella separata dal caso avverso, peripezie, lieto
fine.
5 romanzi erotici pervenuti: Cherea e Calliroe
(Caritone di Afrodisia), Leucippe e Clitifonte (Achille
Tazio), Storie pastorali o Dafni e Cloe (Longo
Sofista), Efesiache (Senofonte Efesio) e Etiopiche
(Eliodoro).
Frammenti papiracei: Il romanzo di Nino, Le
meraviglie al di là di Thule.
La novella e il romanzo
nel mondo latino
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2 i romanzi: Satyricon di Petronio (I d.C.) e
le Metamorphoses di Apuleio (II d.C.).
La novellistica latina è attestata solo
indirettamente (censura) ed è nota
attraverso le digressioni all’interno dei 2
romanzi.
Sono infatti stretti i rapporti tra novella e
romanzo, benché nel caso latino, a
differenza di quanto avviene in Grecia, il
genere ROMANZO non possegga
caratteristiche unitarie.
La novella latina
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Un apporto importante alla nascita di trame
narrative di tipo novellistico a Roma fu forse la
traduzione latina delle Milesiaka di Aristide di Mileto
ad opera di SISENNA (censura).
Benché non ci sia giunta alcuna silloge di novelle
latine, è molto probabile che materiale novellistico
di argomento licenzioso e burlesco circolasse
anche a Roma.
L’unica testimonianza a noi pervenuta è comunque
costituita dalle DIGRESSIONI contenute nei
romanzi di Petronio e Apuleio.
La genesi del romanzo
latino
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Sia il Satyricon sia le Metamorfosi, opere peraltro
diversissime tra loro, contengono inserti novellistici
connessi con la materia delle Fabulae Milesiae.
Esistono pertanto evidenti rapporti tra il romanzo
latino e la narrativa greca,
D’altra parte, il romanzo latino non ricalca in toto la
struttura dei romanzi greci,
Questi ultimi presentano un carattere
tendenzialmente più serio e idealizzato, mentre il
romanzo latino si caratterizza per un tono più
spiccatamente realistico.
L’incrocio dei generi
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Con ogni probabilità, il romanzo nasce come frutto
di una commistione tra generi diversi (il piacere del
narrare).
Nel romanzo petroniano, in particolare, si
riscontrano gli influssi della satira oraziana e della
satira menippea fuse con la fabula milesia e il
mimo, sullo sfondo di una parodia consapevole dei
generi “alti” (epica virgiliana e prosa filosofica).
Il gusto per la narrazione costituisce inoltre il tratto
specifico che accomuna i due romanzi latini a noi
giunti.
Il romanzo e
le epoche di crisi
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L’interesse per il narrare fine a se stesso può
essere considerato un fenomeno caratteristico di
epoche di crisi della “letteratura alta” e della
collettività.
Tale interesse riflette lo sgretolarsi di una forte idea
di collettività politico-civile e il parallelo emergere di
bisogni più marcatamente individuali.
In questo fondo si colloca pure il mutamento del
gusto dovuto all’ampliamento del pubblico e
l’interesse per il gioco parodico-linguistico tipico
dell’ambiente delle scuole di retorica.
Il Satyricon
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Il romanzo petroniano, incompleto, appare come
una sorta di pastiche, di voluta commistione e
parodia di genere letterari diversi.
Il protagonista Enclopio, “amorale” e passivo, viene
presentato attraverso il suo incessante
“errare/errore” in luoghi degradati e attraverso
realtà umane non edificanti, che egli si limita ad
osservare senza intenti moralistici.
Enclopio è dunque un antieroe mosso alla cieca
all’interno di una struttura labirintica che riflette le
inquietudini prive di catarsi di un’epoca travagliata >
struttura orizzontale (cf. romanzo picaresco).
Il realismo petroniano
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Il romanzo di Petronio, nato dalla
confluenza della tradizione comico-satirica e
della parodia dell’epica e di altri generi “alti”,
narra in forma di PROSIMETRO le
avventure lascive e picaresche del giovane
Encolpio.
Egli, perseguitato dal dio “minore” Priapo, è
costretto a errare di avventura in avventura
sullo sfondo di città abitate da rozzi liberti,
matrone di dubbi costumi e cacciatori di
eredità, in un mondo degradato e privo di
valori ma vivissimo.
Prospettive e intenti
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Scopo primario pare la rappresentazione realistica degli
ambienti e dei personaggi più bassi del tempo.
Essi sono ritratti nella loro amoralità con sorridente distacco
dall’Autore, che, consapevole della portata innovativa della
sua operazione, si ritaglia lo spazio per una vera e propria
dichiarazione di poetica (vd. slide sg.).
Il realismo di Petronio non va tuttavia inteso in senso
moderno, come nota Auerbach: la regola della separazione
degli stili implicava infatti che la vita degli “umili” e le situazioni
“basse” potessero essere rappresentate solo in modi
caricaturali e grotteschi, nelle forme del REALISMO COMICO
> Cf. “realismo del distacco” (Canali) e divertita ironia.
La dichiarazione di
poetica
Quid me constricta spectatis fronte
Catones,
Damnatisque novae simplicitatis opus?
Sermonis puri non tristis gaudia ridet,
Quodque facit populus, candida lingua refert.
“Perché mi guardate con la fronte aggricciata, o
Catoni, e mettete al bando un’opera di singolare
schiettezza? Qui occhieggia divertita la grazia
ilare d’uno stile incorrotto, e la lingua verace
rispecchia le azioni e le parole della gente”.
Il mondo dei liberti
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Nella “Cena Trimalchionis” si descrive il
pantagruelico banchetto offerto dal rozzo ma ricco
liberto Trimalchione.
Qui si descrive “dall’interno” un intero mondo, con i
suoi valori e le sue paure.
Si ha un sovvertimento dei valori tradizionali, in
particolare vi sono la celebrazione della “roba”, del
denaro e della ricchezza come nuova misura di
valore (“assem habeas, assem valeas”); il cibo e il
sesso.
Accanto a simili temi vitalistici si profila il tema della
morte, motivo portante dell’opera (Leeman)
La coscienza della crisi
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Il Satyricon, nella forma di narrazione
apparentemente cinica e amorale, presenta in
realtà una profonda ambiguità, rivelando a tratti un
senso amaro della realtà del proprio tempo, una
latente nostalgia del passato e, per certi versi, una
denuncia implicita del presente.
Petronio veicola attraverso un testo “comico” un
contenuto dotato di una sua serietà di intenti, senza
scadere nella satira di costume sterile, ponendo
sempre in primo piano l’efficacia ARTISTICA della
narrazione.
Bibliografia
Riferimento didattico:
Il piacere di narrare. Il testo narrativo in
Petronio e Apuleio, a c. di E. Sada, Carlo
Signorelli Editore Milano 2002.
 Edizione critica:
a c. di A.Ernout, Les Belles Lettres Paris 1922
 Traduzione italiana con testo latino a fronte:
a c. di L. Canali, Bompiani Milano 1990.
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