La libertà di stampa
nell’Italia repubblicana
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La nostra libertà non può essere salvaguardata se non con la libertà della
stampa, né questa può essere limitata senza il pericolo di perderla.
Thomas Jefferson, Lettera a John Jay, 1786
Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente
ciò che non vuol sentirsi dire.
George Orwell, La libertà di stampa, 1945
Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società
democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo
rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità
impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere
pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene
continuamente allerta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione della
giustizia, impone ai politici il buon governo.
Giuseppe fava. Lo spirito di un giornale. 11 ottobre 1981
In Italia dopo il crollo del fascismo, durante il quale non esisteva
alcuna libertà di stampa, l’assemblea costituente fa della libertà
di stampa uno dei cardini del nuovo Stato democratico.
Nasce così l’articolo 21 della nostra Costituzione
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero
con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Non si
può essere soggetti ad autorizzazioni o censure.
In base all’articolo 21:
 Solo con l’autorizzazione di un magistrato si può procedere al sequestro di un
giornale
 Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni
contrarie al buon costume.
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Anche se formalmente garantita dall’articolo 21
della Costituzione, la libertà di stampa in Italia si è
sempre scontrata con
 la violenza, spinta fino all’omicidio, dei poteri corrotti,
della mafia, del terrorismo
 gli abusi consentiti da una legislazione poco rispettosa
del diritto di cronaca (leggi sulla diffamazione e sulla
privacy)
 la concentrazione dei media in poche mani
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Il caso Francese
Quale libertà di
Stampa?
Il caso Tobagi
L’Italia partly free
Guareschi è stato il primo giornalista della Repubblica Italiana ad essere incarcerato per il reato di
Nel
1954 Guareschi
condannato
di Alcidea De
penanel
fu
diffamazione
a mezzovenne
stampa.
Nel 1950perfudiffamazione
condannato su
condenuncia
la condizionale
ottoGasperi.
mesi diAlla
carcere
accumulata
la condanna
nel 1950
vilipendio
al Capo
dellosul
Stato.
Guareschi
venne recluso
processo peranche
vilipendio
al Caporicevuta
dello Stato,
Luigiper
Einaudi.
Alcune
vignette
Candido
prendevano
in giro
nel
carcere
di San
Francesco
dove rimasemetteva
per 409
piùsua
altri
sei mesi
di libertà
Einaudi
perché,
sulle
etichettedeldelPrato
vino adiParma,
sua produzione,
in giorni,
risalto la
carica
di "senatore".
vigilata
ottenuta
buona della
condotta.
Sempre
percondannato
coerenza, rifiutò
in ogni
momento
di chiedere
la grazia.
Guareschi
non eraperl'autore
vignetta,
ma fu
in quanto
direttore
responsabile
del periodico
Giovannino Guareschi
(1908-1968).
Scrittore, giornalista, caricaturista e umorista. È uno degli scrittori italiani più venduti nel
mondo, nonché lo scrittore italiano più tradotto in assoluto.
Da alcuni suoi libri sono stati tratti film molto popolari e continuamente riproposti dalla televisione
27 ottobre 1972. Il giornalista venticinquenne Giovanni Spampinato, corrispondente del
giornale L'Ora di Palermo e de l'Unità, venne ucciso con sei colpi di pistola.
Il suo assassino, Roberto Campria, figlio dell’allora
presidente del Tribunale di Ragusa, si costituisce
immediatamente, confessando il delitto.
Le indagini, condotte con la considerazione per il
padre
dell'autore
del
delitto,
portano
all’insabbiamento del processo in sede giudiziaria.
Spampinato indagava all'epoca sull'uccisione di un
facoltoso ingegnere-imprenditore, Angelo Tumino,
avvenuta a Ragusa, in Sicilia, il 25 febbraio dello stesso
anno e di cui il figlio del presidente del Tribunale era
accusato.
Nel 1979 il giornalista Mino Pecorelli, principale redattore della rivista OP (che si
occupava di gossip politico, investigazione sociale e politica) annunciava di essere in
possesso di materiale "scottante" su un personaggio politico dalle iniziali G.A. (Giulio
Andreotti?), materiale che avrebbe potuto mettere fine alla carriera di questa influente
persona. Pochi giorni dopo, il 20 marzo dello stesso anno, Pecorelli viene assassinato.
Mario Francese è stato un giornalista italiano,
assassinato dalla mafia a Palermo il 26
gennaio del 1979.
Si occupò di stragi di mafia e processi contro i
mafiosi. Nelle sue inchieste analizzava
profondamente l'organizzazione mafiosa. Per
l'assassinio sono stati condannati Totò
Riina, Leoluca Bagarella (esecutore materiale) ed
altri.
Le motivazioni della condanna: «Il movente dell'omicidio Francese è
sicuramente ricollegabile allo straordinario impegno civile con cui la vittima
aveva compiuto un'approfondita ricostruzione delle più complesse e rilevanti
vicende di mafia degli anni '70»
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Nel 1977 il giornalista Indro Montanelli de Il Messaggero,
del Corriere della Sera e Il Giornale, da molti ritenuto alfiere
e capostipite del giornalismo italiano, viene gravemente ferito
alle gambe da quattro proiettili ("gambizzato") da elementi
appartenenti
Montanelli soccorso
subito al gruppo terrorista di matrice comunista
"Brigate Rosse” in quanto amico delle multinazionali.
dopo la gambizzazione
Nel 1980 il giornalista Walter
Tobagi, che scriveva sul Corriere
della Sera ed in precedenza sul
giornale cattolico Avvenire, venne
trucidato dal gruppo terrorista di
matrice comunista "Brigate Rosse".
Un numero de I Siciliani, il giornale
fondato e diretto da Giuseppe Fava.
Inizialmente, l'omicidio di Fava venne
etichettato come delitto passionale, sia
dalla stampa che dalla polizia.
Giuseppe Fava, giornalista, fondatore del
giornale
I Siciliani. È stato
a Catania ha
Successivamente,
la ucciso
magistratura
nel gennaio
1984
a causa
dei per
suoigli
provato
che dalla
Fava mafia,
fu ucciso
proprio
articoliarticoli
sui rapporti
tra ie“cavalieri
lavoro”
che lui
i suoi del
collaboratori
catanesi
e “Cosa nostra”.
scrivevano
su questa rivista.
Freedom House è una organizzazione non governativa internazionale, con sede a
Washington, che pubblica un rapporto annuale sul grado di libertà democratica percepita
in ciascun paese. A partire dal 2004, Freedom House ha smesso di considerare l’Italia un
paese libero, considerandoci uno Stato solo parzialmente libero (partly free).
Nel rapporto del 2013, Freedom House colloca l'Italia al 69º posto nella classifica
della libertà di informazione.
Alcuni dei motivi che nel 2004 ci hanno reso , secondio Freedom house,
partly free
 Duopolio Rai-Mediaset
 Concentrazione
dei poteri
La classificazione
di Freedom
House(ed eccesso di proprietà di mezzi di
comunicazione) di Silvio Berlusconi e suo conflitto di interessi.
Free Capacità di Silvio Berlusconi di influenzare anche la Rai
 Free
Condanna per diffamazione del giornalista Massimiliano Melilli
Partly
Not 
FreeCondanna agli arresti domiciliari per il senatore (ed ex giornalista) Lino
Jannuzzi.
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Reporter sans frontières è un'organizzazione
non governativa, che ha come obiettivo la difesa
della libertà di stampa.
Anche secondo questa organizzazione in Italia la libertà di stampa è
solo parziale per i molti casi di censura e per la concentrazione dei
mezzi di comunicazione nelle mani di Silvio Berlusconi.
Un caso di censura sottolineato da Reporter sans frontiéres
riguarda un servizio della trasmissione Le iene, mai andato in
onda, relativo al consumo di droga tra i parlamentari. Sulla
vicenda leggi il seguente articolo:
http://www.repubblica.it/2006/10/sezioni/cronaca/drogaparlamentari/garante-blocca-programma-iene/garante-blocca-programmaiene.html
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La libertà di stampa nell´Italia repubblicana