Mauro Terzoni –
Dirigente Politiche Comunitarie e Autorità di Gestione FESR e FSE
Regione Marche
Ancona, 19 luglio 2013
I TARGET DI EUROPA 2020
Per misurare i progressi compiuti nel conseguire gli obiettivi della
strategia Europa 2020, sono stati convenuti 5 obiettivi quantitativi - tra di
loro interconnessi - per l'intera Unione europea.
1. Occupazione
• Innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e
i 64 anni)
2. R&S
• Aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE
3. Cambiamenti climatici e sostenibilità energetica
• Riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo
permettono) rispetto al 1990
• 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili
• Aumento del 20% dell'efficienza energetica
4. Istruzione
• Riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce al di sotto del 10%
• Aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria
5. Lotta alla povertà e all'emarginazione
• Almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in
meno
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Concentrazione sulle priorità della Strategia
Europa2020
per
una
crescita
intelligente,
sostenibile, inclusiva;
Concessione di riconoscimenti in base ai risultati;
Sostegno alla programmazione integrata;
Attenzione focalizzata sui risultati;
Rafforzamento della coesione territoriale;
Semplificazione dell’esecuzione.
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
3 fasce di Regioni (più sviluppate, meno sviluppate e in
transizione);
L’accordo di partenariato;
La concentrazione tematica;
Il sistema delle condizionalità (ex ante, ex post e
macroeconomica);
Il sostegno alla programmazione integrata (ev.
programmi plurifondo, approccio integrato allo sviluppo
locale di tipo partecipativo);
Introduzione di una riserva di performance del 5%;
Modifica regola n+2  n+3
Incrementare l’utilizzo degli strumenti di ingegneria
finanziaria (Fondi di rotazione tipo JESSICA).
2007-2013
Regioni della
convergenza
Regioni in
phasing-out
Regioni in
phasing-in
Regioni
dell’obiettivo
competitivitá e
occupazione
2014-2020
(indicativa)
Regioni meno
sviluppate
Regioni in
transizione
Regioni piú
sviluppate
- Stato membro: almeno 20% per inclusione sociale
- Programma operativo: Almeno l’80% (compresa l’inclusione sociale)
su 4 tra le seguenti18 priorità d’investimento:
Occupabilità
Inclusione
sociale
1 - accesso all'occupazione
2 – giovani
3 – creazione impresa
4 – conciliazione
Istruzione
5 – adattabilità
6 – invecchiamento attivo
7 - istituzioni mercato lavoro
1 - inclusione attiva
2 - comunità emarginate
Capacità
3 - antidiscriminazione
istituzionale
4 - accesso a servizi
5 - economia sociale
6 - sviluppo locale da collettività
1 - abbandono scolastico
2 – qualità istruzione superiore
3 – formazione permanente
1 - capacità istituzionale
amministrazione
pubblica
2 - rafforzamento parti
interessate; patti
settoriali / territoriali di
riforma
Regioni in transizione
Regioni più sviluppate
Regioni meno sviluppate
1. Ricerca e innovazione
2. Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC)
3. Competitività delle Piccole e Medie Imprese (PMI)
4. Transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio
5. Adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione e
gestione dei rischi
6. Tutela dell'ambiente ed efficienza delle risorse
7. Trasporto sostenibile e rimozione delle strozzature nelle
principali infrastrutture di rete
8. Occupazione e sostegno alla mobilità dei lavoratori
9. Inclusione sociale e lotta alla povertà
10. Istruzione, competenze e apprendimento permanente
11. Potenziamento della capacità istituzionale e amministrazioni
pubbliche efficienti
FESR
FSE
1. Efficienza della spesa, in termini di velocità e di
semplificazione procedurale
2. Efficacia della spesa, in termini di qualità degli interventi e
impatto sulle politiche
3. Meno contributi a fondo perduto e più spesa che favorisca
l’accesso a ulteriori finanziamenti e l’accesso al credito (es:
strumenti di ingegneria finanziaria: fondi di rotazione, fondi di
garanzia, ecc..)
4. Meno spesa «assistenziale» e più spesa che agisca da leva
per lo sviluppo (sostenibilità futura della spesa)
5. Integrazione delle risorse tra i vari fondi e canali di
finanziamento (es: programmi UE a gestione diretta)
6. Integrazione con altre risorse, pubbliche e private (es: Sistema
bancario, Fondi Interprofessionali)



Lo Sviluppo Locale di tipo Partecipativo (approccio Leader): concentrato
su territori subregionali specifici; guidato da gruppi di azione locale
composti dai rappresentanti degli interessi socio-economici locali, pubblici
e privati; partecipazione di più Fondi.
I piani di Azioni Comuni (J.A.P.): comprende un gruppo di progetti (non
infrastrutture) realizzati sotto la responsabilità del beneficiario (organismo
di diritto pubblico) nell’ambito di uno o più Programmi Operativi.
Investimenti Territoriali Integrati: qualora una strategia di sviluppo urbano
o un’altra strategia o patto territoriale richieda un approccio integrato che
comporti investimenti nell’ambito di più Assi prioritari di uno o più
Programmi Operativi, l’azione viene eseguita sotto forma di ITI.
Maggiore coordinamento FESR - FSE



Mantenimento della clausola di complementarietà (max 10%
asse);
Possibilità di adottare Programmi Plurifondo;
E’ previsto che il FSE possa contribuire con le proprie priorità
d’investimento al conseguimento di alcuni obiettivi FESR (in
particolare Ricerca e Innovazione, PMI, e T.I.C.)
Position paper
• Non tiene sufficientemente conto della dimensione regionale
• Ipotizza riduzione cofinanziamento nazionale, aumento dei PO Ministeriali e
dà preferenza ai programmi plurifondo
• Dà scarsa rilevanza ai temi dell’internalizzazione e del patrimonio culturale
• Propone una riduzione degli interventi formativi per i lavoratori in ambito FSE
• Assegna scarso rilievo alla strategia macroregionale per blue economy e
turismo
Documento «Metodi e obiettivi»
•
•
•
•
Scarso coinvolgimento regionale
Centralizzazione delle politiche di coesione
Indeterminatezza sui criteri per l’Opzione Aree Interne e Città
Assenza di riferimento alla Cooperazione Territoriale e alle strategie
macroregionali
Ulteriori spunti a livello nazionale
• Rischio di un neo-centralismo statale, solo in parte giustificato dalle scarse
performance di alcune regioni
• Incremento dei Programmi Nazionali con contestuale riduzione delle risorse
per i Programmi Regionali
• Necessità di definire al più presto le quote di cofinanziamento nazionale
• Chiarezza sui programmi per le città: non sottrarre risorse ai POR, come le
Marche, che non rientrano nel piano nazionale città metropolitane
• Necessità di avviare al più presto il negoziato nazionale sul riparto delle risorse,
(definire criteri e percentuali)
• Tentativo statale di ingerenza negli assetti organizzativi interni delle Regioni
(es: collocazione delle varie Autorità di gestione, di Certificazione, di Audit)
• Scarsa attenzione del Governo alle politiche macroregionali, in particolare alla
Macroregione Adriatico-Jonica



Dicembre 2012: si apre la fase di consultazione pubblica con l’approvazione
documento del Ministro per la Coesione «Metodi e Obiettivi»
Febbraio – Marzo 2013  rispetto alle 4 «missioni» strategiche individuate dal
Ministro sono stati attivati e conclusi i lavori di 4 tavoli tematici di confronto per
preparare e orientare la redazione dei documenti programmatici (partecipano
tutte le Regioni):
 Tavolo A (Lavoro, competitività, sistemi produttivi e innovazione)
 Tavolo B (Valorizzazione, gestione e tutela dell’ambiente)
 Tavolo C (Qualità della vita e inclusione sociale)
 Tavolo D Istruzione, formazione e competenze
9 aprile 2013  gli esiti dei lavori dei tavoli sono confluiti in un prima proposta di
contenuti per l’Accordo di partenariato, disponibile al seguente link:
http://www.dps.tesoro.it/view.asp?file=2013/104345_accordo_partenariato.htm&i
mg=new
16 luglio 2013  trasmessa dal DPS una seconda versione dell’AdP che tiene
conto delle indicazioni della Comm.ne UE (definizione analisi contesto e riduzione
numero azioni)

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

Tre dimensioni strategiche: Mezzogiorno, Città ed Aree Interne
Proposte per le Città: responsabilizzare amministrazioni comunali e
favorire modelli di coordinamento con altri soggetti che investono nelle
città; potenziare il ruolo delle Città Metropolitane come protagoniste delle
politiche aggiuntive; valorizzare le città impegnate nelle strategie di qualità
per la crescita e la sostenibilità.
Si ipotizza un piano nazionale per 14 città metropolitane (no le Marche) e
programmi regionali per le altre aree urbane.
Aree interne: caratterizzate dalla «lontananza dai servizi essenziali» 
individuare i poli di attrazione capaci di offrire servizi essenziali.
Obiettivi generali della Strategia Paese per le Aree Interne (DPS):
 Tutelare il territorio e la sicurezza degli abitanti affidandogliene la cura
 Promuovere la diversità naturale e culturale e il policentrismo aprendo
all’esterno
 Rilanciare lo sviluppo e il lavoro attraverso l’uso di risorse potenziali
sotto utilizzate

Sulla prima bozza di Accordo di partenariato:
- troppe azioni  ridurle per concentrare
- partire dagli obiettivi e poi passare ai risultati attesi, alle azioni e agli
indicatori
-
Concentrazione forte su poche priorità, indicando la scala delle
gerarchie: un’ azione è ammissibile se si trova ai primi posti di tale
scala
Per il FESR: attenzione specie sugli obiettivi tematici che assorbono
l’80%: innovazione, ricerca (in particolare industriale applicata),
competitività PMI, e strategia per le energie; per il resto pochi O.T., tra
cui una strategia per lo sviluppo dei centri urbani;
Per il FSE: occupabilità in particolare per giovani e donne; politiche di
inclusione soprattutto lavorativa e non di tipo assistenziale; sull’ O.T.
11 (capacità istituzionale) attenzione a e-government, riorganizzazione
uffici giudiziari, semplificazione per le imprese, migliorare la capacità
di utilizzo dei fondi UE.
-
-









Rischio di un neo-centralismo statale, in parte giustificato dalle scarse
performance di alcune regioni, in particolare del sud e di avere su alcuni temi
(trasporti, scuola, inclusione sociale, ecc..) strategie nazionali;
Incremento dei Programmi Nazionali con contestuale riduzione delle risorse
per i Programmi Regionali;
Definire al più presto le quote di cofinanziamento nazionale;
Incertezza sulle risorse disponibili per le Regioni stante la non chiarezza sulla
portata dei PON (numero e peso finanziario);
Chiarezza sui programmi per le città: non sottrarre risorse ai POR, come le
Marche, che non rientrano nel piano nazionale città metropolitane;
Necessità di avviare al più presto il negoziato nazionale sul riparto delle
risorse, anche a bilancio UE non ancora approvato (definire criteri e
percentuali);
Tentativo statale di ingerenza negli assetti organizzativi interni delle Regioni
(es: collocazione delle varie Autorità: di gestione di Certificazione, di Audit);
Incertezza sui nuovi assetti istituzionali (Province);
Scarsa attenzione del Governo alle politiche macroregionali, in particolare
della Macroregione Adriatico-Jonica.

Nella seduta del 7-8 febbraio il Consiglio ha approvato il MFF 20142020 con una proposta di compromesso rispetto alle richieste della
Commissione:





particolarmente significativo l’aumento delle risorse per le regioni
«più sviluppate».
nel complesso la posizione italiana sembra rafforzata
Sono previste consistenti risorse per i giovani: Youth Employment
Iniziative, risorse destinati alle regioni con un tasso disoccupazione
15/24 anni > 25%  sì le Marche
L’accordo politico è stato raggiunto, dopo una prima bocciatura del
Parlamento, il 27 giugno scorso a risorse invariate rispetto alla
proposta di febbraio: 325 miliardi per la politica di coesione di cui
49 per le regioni più sviluppate.
La successiva risoluzione del PE del 3 luglio è altrettanto
importante perché introduce, tra l’altro, un principio di flessibilità
nella gestione dei conti nazionali (per i paesi più virtuosi)
consentendo lo sforamento del rapporto deficit PIL per gli
investimenti effettuati nell’ambito dei Fondi.
A livello Europeo:
-Regioni ob. Competitività e Occupazione 2007/2013:
38,74 md €
- Regioni + sviluppate 2014/2020 (Accordo Consiglio UE): 49,49 md €
 + 27,75 %,
A livello Italia (lieve incremento peso Italia all’interno UE e posizione
rafforzata regioni centro Nord):
- Regioni Competitività e Occupazione 2007/2013*:
4,95 md €
- Regioni più sviluppate 2014/2020:
6,92 md €
* Al netto di Abruzzo e Molise che escono dalle regioni «competitività»

+ 41%
Quindi, per le Marche:
FESR + FSE 2007/2013 = 570 MEURO (Fesr 289 + Fse 281)
FESR + FSE 2007/2013 (solo quota UE) = 225 MEURO (Fesr 114+Fse
111)
L’incremento della sola quota UE porterebbe i due POR nel 2014/2020 a
317 mln di quota UE. Ipotizzando che il cofinanziamento nazionale in %
resti invariato rispetto al periodo attuale, la dimensione dei POR sarebbe
decisamente più importante.
L’aumento della dotazione dei POR della Regione Marche potrebbe realizzarsi
A CONDIZIONE CHE:
•
•
•
•
La quota della Regione Marche nel riparto tra le Regioni Italiane rimanga
sostanzialmente invariata;
IL COFINANZIAMENTO NAZIONALE (Stato-Regione) sia lo stesso della
programmazione 2007/2013.
MA
il cofinanziamento nazionale, stante la crisi della finanza pubblica, quasi
sicuramente si attesterà al minimo indispensabile (pari alla quota UE)  317 MEURO
(- 8% rispetto ad oggi)
Il recente «documento Barca» auspica maggiori risorse per i PON a danno dei POR
che potrebbero stimarsi in – 10/15%
Combinando i due aspetti, il totale dei due programmi FESR e FSE potrebbe attestarsi
nuovamente a 570 MEURO, sostanzialmente invariato rispetto alla programmazione
2007/2013 o con una lieve riduzione, (senza tener conto però della perdita di valore
d’acquisto dopo 7 anni).
IL SOSTEGNO ALLE POLITICHE
PER L’OCCUPAZIONE GIOVANILE
Nel Consiglio Europeo del 27 e 28 giugno 2013 è stato concordato un
approccio globale alla lotta contro la disoccupazione giovanile da
attuare soprattutto attraverso gli interventi finanziati dal FSE
•
Rapida attivazione della Garanzia per I Giovani e della YEI “Youth Employment
Initiative “- i 6 MLD stanziati per la YEI sono resi immediatamente disponibili per il
biennio 2014-2016, invece di essere “spalmati” per l’intero periodo della nuova
programmazione 2014-2020
•
La YEI dovrà essere pienamente operativa a partire da gennaio 2014 - Le regioni
europee con una tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25% saranno le prime
a beneficiare del finanziamento. Gli Stati membri dovranno definire dei Piani
•
nazionali, entro la fine del 2013
Rafforzare le iniziative per favorire la mobilità
dei giovani - Saranno potenziati gli interventi
"Your first EURES Job" e "Erasmus +”
•
Apprendistato e Tirocini - L’ “Alleanza Europea
per gli Apprendistati” e il “Quadro di qualità per i
Tirocini” dovranno essere resi operativi nel 2014
22
Mercato del lavoro – dati 2012
Tasso di occupazione
80.0
62.6
54.7
60.0
37.6
40.0
32.3
20.0
Marche
Centro
Italia
0.0
15-64 Totale
15-29 Totale
15-64
15-29
Femmine
Femmine
Mercato del lavoro – dati 2012
Tasso di disoccupazione
30.0
25.0
22.8
21.2
20.0
15.0
10.0
Marche
10.7
9.3
Centro
Italia
5.0
0.0
15-64 Totale
15-29 Totale
15-64
15-29
Femmine
Femmine
Domanda di lavoro regionale
310
309
Avvii per anno (dati in migliaia)
306
300
285
290
276
280
270
270
262
260
250
240
230
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Dinamiche recenti: ammortizzatori sociali in deroga
Lavoratori autorizzati
11.427
17.667
13.486
26.519
69.099
2009
2010
2011
2012
Totale
Ore autorizzate
4.638.816,17
15.295.818,57
10.497.611,20
17.858.112,28
48.290.358,22
Numeri indice 2009/12 (ore cig in deroga
autorizzate/occupati)
140
120
100
80
60
40
20
0
Trentino Alto…
Valle d'Aosta
Sicilia
Friuli Venezia…
Basilicata
Lazio
Calabria
Liguria
Campania
Molise
Toscana
Lombardia
Veneto
Abruzzo
Puglia
Piemonte
Sardegna
Emilia Romagna
Marche
Umbria
ALCUNE INDICAZIONI DI POLICY DERIVANTI
DALL’ANALISI DI CONTESTO
 Favorire, in sinergia sia con il FESR che con altri programmi di
intervento, il riposizionamento competitivo del sistema
produttivo locale per innalzare la domanda di lavoro
 Ridurre gli attuali livelli di disoccupazione, attivando interventi
mirati sui giovani, sulle donne e sugli over 50
 Favorire l’inclusione socio-lavorativa di soggetti a rischio di
esclusione
attraverso
azioni
finalizzate
soprattutto
all’empowerment delle competenze e all’inserimento lavorativo.
Definizione di una strategia di intervento integrata attraverso
l’incrocio degli obiettivi tematici e delle priorità FSE e FESR con le
priorità e i progetti strategici regionali (DGR 581/2012 e s.m.i.)
O.T. PROMOZIONE DELL’OCCUPAZIONE
Obiettivi specifici:
Rafforzare l’occupabilità dei giovani
Rafforzare le misure per l’inserimento lavorativo delle donne
Sviluppare misure di sostegno all’occupabilità dei lavoratori anziani
Rafforzare l’inserimento lavorativo degli immigrati
Ridurre il numero dei disoccupati di lunga durata
Migliorare l’efficacia e la qualità dei servizi per il lavoro
Promuovere l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità
Azioni:
Formazione finalizzata all’occupazione (qualifiche , specializzazioni, IFTS, ITS, ecc.)
Incentivi all’assunzione e altri interventi di politica attiva (es .dottorati)
Promuovere l’apprendistato e le work experiences
Incentivi all’autoimpiego
Incentivi alle «staffette intergenerazionali»
Incentivi alla mobilità professionale
Indicatori per la
misurazione dei
risultati attesi
Tassi di copertura per target
O.T. PROMOZIONE DELL’INCLUSIONE SOCIALE
Obiettivi specifici:
Rafforzare le competenze delle persone più vulnerabili
Inclusione socio lavorativa delle persone in condizione di svantaggio
Azioni:
Percorsi di empowerment funzionali all’inserimento lavorativo
Misure a sostegno di percorsi di auto-imprenditorialità
Incentivi all’autoimpiego e all’assunzione, ecc.
Indicatori per la
misurazione dei
risultati attesi
Tassi di copertura per target
O.T. INVESTIMENTO NELL’ISTRUZIONE,
NELLE COMPETENZE…
Obiettivi specifici:
Qualificazione dell’offerta di istruzione e formazione tecnica e professionale
Azioni:
Azioni di internazionalizzazione dei sistemi educativi e mobilità
Azioni di sistema per il miglioramento del sistema formativo
Indicatori per la
misurazione dei
risultati attesi
Innovazioni di sistema introdotte
O.T. CAPACITA’ ISTITUZIONALE
Obiettivi specifici:
Sviluppo dell’e-government
Rafforzamento delle competenze della Pubblica Amministrazione
Azioni:
Potenziamento dei servizi alle imprese e ai cittadini fruibili in modalità telematica
Formazione funzionari pubblici
Indicatori per la
misurazione dei
risultati attesi
Incremento servizi digitali a favore dell’utenza
www.europa.marche.it
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Terzoni FSE 14 20 19 LUGLIO