La “Dichiarazione di Indipendenza ”
di John Trumbull
John Trumbull (1756-1843) è stato un
artista americano vissuto durante la
Rivoluzione Americana e i primi anni
della sua indipendenza. É ben noto come
il pittore dell’Indipendenza americana
per le sue precise rappresentazioni che
storicizzano la nascita della nuova nazione.
Famosissima è la “Dichiarazione
di Indipendenza”, che ritrae il
momento in cui venne firmato il
documento che segnò la nascita
e l'indipendenza degli Stati Uniti
d ’America, riportata anche sul
retro della banconota da 2 $ .
Ma per comprendere le motivazioni
economiche, politiche, sociali e culturali che
portarono alla Rivoluzione Americana, è
necessario fare un passo indietro …
La civiltà sorta nel ‘500 nel continente nordamericano,
manteneva stretti rapporti con l’Europa. Le modalità di
governo e i rapporti sociali seguivano logiche estranee
all’Antico Regime, fortemente caratterizzato dal
tradizionalismo di paesi come la Spagna e il Portogallo. Le
colonie inglesi erano colonie di popolamento, in cui gruppi di
estrazione sociale medio-bassa formati da perseguitati
politici,puritani, contadini,piccoli commercianti e
artigiani,vedevano una meta di immigrazione, in grado di
risollevare la loro condizione economica e sociale.
La società americana risultava molto più fluida e mobile rispetto a quella
europea. La spinta incessante al popolamento di territori così vasti,
favoriva la formazione di coltivatori indipendenti, dotati di una forte
etica del lavoro (coerente con il calvinismo) e spirito autonomistico.
Le differenze economiche e sociali tra le 13 colonie erano molto
accentuate, tanto da suggerire una divisione in tre gruppi:
Colonie settentrionali
Colonie del Centro
Colonie meridionali
Nelle colonie settentrionali che costituivano la Nuova Inghilterra (New
Hampshire, Massachusetts, Rhode Island, Connecticut) , le comunità
agricole puritane di piccoli e medi proprietari erano caratterizzate da
una struttura egualitaria ed una partecipazione intensa alla vita politica
e culturale, ma si presentavano alquanto statiche economicamente.
Prevalevano le attività commerciali e industriali: segherie, lavorazione
del pesce conservato fornito dalla pesca molto abbondante,cantieri
navali.
Nelle quattro colonie del Centro (New York, Pennsylvania,
New Jersey, Delaware) le aziende contadine erano di
modeste proporzioni e la popolazione si presentava
eterogenea sotto il profilo etnico, per la presenza di inglesi,
olandesi, tedeschi e svedesi.
Nelle cinque colonie del Sud
(Maryland, Virginia,Carolina
del Nord, Carolina del Sud,
Georgia) prevalevano le
attività agricole: canna da
zucchero, tabacco, riso e
cotone, (coltivati in
grandi piantagioni con
massiccio impiego di schiavi
neri) erano le maggiori fonti
di ricchezza.
Londra ribadiva il suo monopolio regolando i rapporti commerciali con le colonie
secondo la logica mercantilistica ed esigeva che i sudditi d'America contribuissero al
pagamento delle spese dell‘Impero. Il divieto a uno sviluppo industriale autonomo e
all’ importazione di merci da altri stati costituivano rilevanti limitazioni. Tuttavia, le
colonie godevano della protezione dell’esercito britannico e della partecipazione ai
commerci atlantici (anche praticando il contrabbando). La situazione mutò
radicalmente intorno alla metà del XVI secolo per vari motivi:
> Lo sviluppo demografico rese inaccettabile la dipendenza dall’ Inghilterra;
> Il governo inglese causò tensioni in seguito a un rafforzamento del controllo nei
confronti dei possedimenti americani;
> Il tentativo di riorganizzazione del sistema fiscale per fronteggiare le spese di
amministrazione dell’Impero dopo la Guerra dei Sette Anni, aggravò i conflitti;
> La vittoria inglese distrusse gli equilibri tra nativi, francesi e americani nel Nord
America, portando le ribellioni dei capi indiani.
Le colonie non costituivano
dunque, una “nazione” unitaria,
nonostante fossero accomunate
dalla lingua e dal riferimento alla
matrice europea.
Il contrasto con gli inglesi,generò
una progressiva diffusione
dell’autocoscienza nazionale,
fondamentale all’esplosione della
Rivoluzione.
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