Il Patrimonio Netto
Lezione 8
Lezione 8 - Il patrimonio netto
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Overview: contenuti della lezione - aggiornare
 Il Patrimonio Netto: definizione
 Il Patrimonio Netto: composizione
Fondi rischi ed oneri: definizione, origine ed esposizione in bilancio
Fondi di quiescenza ed obblighi simili
 Fondi per imposte
Altri fondi
Fondi oneri
•Fondo garanzia prodotti;
•Fondo manutenzione ciclica;
•Fondo per buoni sconto e concorsi a premio
•Fondi per prepensionamento e ristrutturazioni aziendali
Fondi rischi
Fondo trattamento fine rapporto (quota a lungo)
Prestiti obbligazionari
Mutui passivi
Titoli azionari
Conti d’ordine
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Il Patrimonio Netto: definizione
Esprime la consistenza del patrimonio di proprietà dell'impresa. Esso
rappresenta, infatti, le così dette fonti di finanziamento interne (vedi Bilancio
d'esercizio), ossia quelle fonti provenienti direttamente o indirettamente dal
soggetto o dai soggetti che costituiscono e promuovono l'azienda.
In altri termini, ci si riferisce al capitale proveniente:
• dall‘imprenditore, nel caso di aziende individuali;
• dai soci, nell'ipotesi di azienda collettiva;
• dall'autofinanziamento, ossia utili realizzati e reinvestiti all'interno della
stessa azienda.
Il patrimonio netto è pertanto l'insieme dei mezzi propri (rappresentano
capitale di pieno rischio, poiché si tratta di capitali sottoposti integralmente alle
sorti dell' azienda ed operanti come garanzia nei confronti dei terzi)
determinato dalla somma del capitale conferito dal proprietario (o dai soci) in
sede di costituzione dell‘azienda o durante la vita della stessa con apporti
successivi e dall'autofinanziamento.
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Il Patrimonio Netto
Il patrimonio netto rappresenta la misura dei mezzi propri investiti
dall'imprenditore o dai soci nell'azienda, mentre il patrimonio lordo rappresenta il
totale degli impieghi (o investimenti) effettuati anche con il concorso del capitale di
credito.
Pertanto il patrimonio netto:
• da un punto di vista contabile è rappresentato dalla differenza tra attività e
passività dello stato patrimoniale;
•
da un punto di vista finanziario rappresenta la fonte di finanziamento interna;
•
da un punto di vista concreto rappresenta l'effettiva ricchezza di competenze
dei soci, ricchezza che si ricava dalla liquidazione dell'attivo e dopo aver
rimborsato il passivo.
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Il Patrimonio Netto: composizione
Il patrimonio netto si scompone in più voci, dette parti ideali di patrimonio netto,
per distinguere la parte derivante dall'apporto dei soci dalla parte derivante
dall'autofinanziamento proprio. Tali parti ideali possono essere di segno positivo
(incrementi) o negativo (decrementi).
Patrimonio Netto = capitale sociale + riserve + utili conseguiti in attesa di
destinazione - perdite in sospeso in attesa di copertura
E’ costituito dalle seguenti voci:
• Capitale Sociale, che rappresenta il capitale conferito dai soci al momento della
costituzione dell'impresa. Versamenti a titolo di capitale sociale possono essere
operati anche in seguito, quando la vita dell'impresa lo richiede. Il capitale
sociale è frazionato in quote, ognuna rappresentativa di una parte di esso. Le
quote vengono assegnate in proporzione al capitale versato. Nel corso della vita
dell'azienda, il capitale sociale può aumentare (quando si rendono necessari
nuovi finanziamenti e non si vuole o non si può ricorrere a finanziamenti esterni)
o diminuire (in caso di perdite consistenti oppure in caso di esubero).
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Il Patrimonio Netto: composizione
• riserve, in prima approssimazione vengono costituite trattenendo nell'impresa
gli utili conseguiti che non vengono distribuiti ai soci, e che quindi rappresentano
una forma di autofinanziamento adottata dall'impresa stessa. Quindi le riserve
costituiscono la più autentica fonte interna di finanziamento, ancor più propria
dell'azienda di quanto possa essere il capitale sociale. Quest'ultimo, infatti, non
è prodotto dall'impresa ma acquisito da soggetti terzi, cioè i soci. Le riserve di
utili possono essere: obbligatorie (o legali), statutarie, facoltative.
• utili da destinare, costituiti dall'utile d'esercizio conseguito nell'ultimo esercizio
e dal residuo utile di un esercizio precedente in attesa di destinazione. Tali utili,
in base alle decisioni dei soci, possono essere distribuiti ai soci o portati in
aumento di riserve o a copertura di perdite pregresse.
• perdite in sospeso, che possono riguardare la perdita d'esercizio subita
nell'ultimo periodo amministrativo o perdite di esercizi precedenti. Tali perdite
potranno essere coperte con varie modalità a seconda delle decisioni dei soci.
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Il Patrimonio Netto: classificazione
Possiamo distinguere due principali classificazioni delle poste
“ideali” del Patrimonio Netto secondo:
1.
Origine
2.
Destinazione
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Il Patrimonio Netto: classificazione - origine
Possiamo distinguere:
Riserve
di utili
Riserve
di capitali
In sede di riparto dell’utile,
vengono destinate a riserva
quote di utili maturati
nell’esercizio
Non derivano da un processo
di accantonamento
di utili bensì da
apporti dei soci,
rivalutazioni,etc..
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Il Patrimonio Netto: classificazione - destinazione
Possiamo distinguere:
Riserve
indistribuibili
Riserve
distribuibili
Si tratta di riserve che, sotto
particolari condizioni,
possono
essere distribuiti ai soci
Sono anche definite
indisponibili in quanto
non possono essere oggetto
di distribuzione ai soci
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Il Patrimonio Netto: classificazione in bilancio
1.
Capitale
2.
Riserva da soprapprezzo azioni
3.
Riserve di rivalutazione
4.
Riserva legale
5.
Riserve statutarie
6.
Riserve per azioni proprie in portafoglio
7.
Altre riserve, distintamente indicate
8.
Utili (perdite) portati a nuovo
9.
Utile (perdita) dell’esercizio
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1. Capitale
È la porzione di Patrimonio Netto che si origina in fase di
sottoscrizione e il cui ammontare risulta indicato nell’atto
costitutivo.
Rappresenta la voce principale del netto in quanto posto a
garanzia dei terzi.
Il capitale può subire, nel corso della gestione aziendale,
variazioni di due tipi.
Aumenti
di capitale
Reali
Riduzioni
di capitale
Gratuiti
Volontarie
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Obbligatorie
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1. Capitale – aumenti
1.
Aumenti di Capitale: Reali
Si generano, ad esempio, per finanziare aumenti di capacità produttiva dotando
l’azienda di capitali flessibili senza ricorrere al credito.
Il procedimento di aumento di capitale a pagamento prevede:
•
Delibera assembleare;
•
Sottoscrizione contestuale alla delibera o entro il termine stabilito dalla
stessa;
•
Attestazione dell’eseguito aumento nel R.I.
Fino a quando non è avvenuta l’attestazione al R.I. dell’eseguito aumento di
capitale, il capitale sottoscritto non può essere iscritto nella voce “Capitale
sociale” ma dovrà essere indicato nelle seguenti voci:
•
o nella voce “Versamenti in conto aumento del capitale sociale” tra le
“Altre riserve” (se formula scindibile);
•
o nella voce “Altri debiti” (D. 14) denominazione “debiti per azioni
sottoscritte per aumento di c.s.” (se formula inscindibile)
Esempio: La conversione di un Prestito obbligazionario convertibile costituisce
un’ulteriore fattispecie di aumento reale di capitale sociale.
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1. Capitale – aumenti
2.
Aumenti di Capitale: gratuiti
È possibile trasferire a capitale anche riserve o fondi precedentemente
costituiti. In tal caso le azioni di nuova emissione devono essere assegnati
gratuitamente agli azionisti in proporzione alle quote possedute.
Può essere previsto l’aumento del valore nominale delle azioni stesse senza
modifiche del numero .
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1. Capitale – riduzioni
1.
Riduzioni di Capitale: facoltative
È consentita la riduzione del capitale mediante indicazioni delle ragioni
utilizzando una delle seguenti modalità:
•
liberazione dei soci da obblighi futuri di versamenti;
•
rimborso del capitale ai soci;
•
acquisto e successivo annullamento di azioni proprie.
2.
Riduzioni di Capitale: obbligatorie
Il legislatore ha previsto l’obbligo di procedere alla riduzione del capitale sociale
nel caso in cui le perdite abbiano superato di oltre un terzo il capitale sociale
ed, entro l’esercizio successivo, la perdita residua non risulti diminuita.
Se le perdite sono inferiori di un terzo all’importo del capitale sociale vi è solo
una facoltà di procedere alla sua riduzione.
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2. Riserva da sovrapprezzo delle azioni
È una riserva di capitale che accoglie l’eccedenza del prezzo di emissione delle
azioni o quote rispetto al valore nominale.
È distribuibile ai soci solo quando la riserva legale ha raggiunto il quinto del
capitale sociale.
Può essere utilizzata per coprire perdite, per aumento gratuito di capitale, per
aumento della riserva legale.
3. Riserva di rivalutazione
È una riserva di capitale che accoglie il maggior valore derivante da
procedimenti di rivalutazioni a seguito di legge o in casi eccezionali.
È una riserva indisponibile ma viene prevista una sua distribuibilità in misura
corrispondente al valore recuperato.
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4. Riserva legale
È una riserva di utile costituita dall’accontonamento di una ventesima parte
degli utili maturati.
È indisponibile se non viene raggiunto un quinto del capitale sociale e può
essere utilizzata a copertura delle perdite.
5. Riserve statutarie
Sono riserve di utili obbligatorie non per legge ma per statuto societario. È
infatti lo statuto stesso che disciplina condizioni, vincoli e modalità di
formazione.
Possono essere previste riserve specifiche come le Riserve per rinnovo
impianti, Riserve per coperture rischi, etc…
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6. Riserve per azioni proprie in portafoglio
È una riserva indisponibile resa obbligatoria nel caso in cui l’azienda acquisti
azioni propri utilizzando altre riserve disponibili o utili distribuibili.
La funzione assolta è la salvaguardia dell’integrità del capitale in quanto si evita
la distribuzione di capitale sociale.
7. Altre riserve
Sono riserve di utili con destinazione generica o specifica.
Si richiamano, a titolo di esempio, le principali riserve:
• Riserva straordinaria;
• Riserve per versamenti dei soci;
• Riserve per utili da conversione cambi
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8. Utili (perdite) portati a nuovo
Tale voce accoglie tutti i redditi prodotti negli esercizi precedenti e sui quali
l’assemblea dei soci non ha provveduto alla sua destinazione in sede definitiva.
9. Utile (perdita) dell’esercizio
Tale voce rappresenta la sintesi del risultato economico in contropartita
all’ultima voce del Conto Economico.
Risulta al netto di coperture anticipate delle perdite in corso di formazione o di
acconti sui dividendi
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Il Patrimonio Netto è definito come
differenza tra attività e passività
FONTI
IMPIEGHI
-Attivo immobilizzato:
immobilizzazioni materiali,
immateriali e finanziarie
-Attivo circolante:
rimanenze, crediti, attività
finanziarie, disponibilità
liquide
-Debiti a medio-lungo termine
- Debiti a breve termine
- Patrimonio Netto
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Relazione tra attività, passività e patrimonio netto
Se indichiamo con A le attività, con P le passività e con N il
patrimonio netto, possiamo riscontrare le seguenti relazioni:
• A = N le attività sono uguali al patrimonio netto, quindi
l’impresa non ha debiti, risulta pertanto finanziata con capitale
proprio
• A > P le attività sono maggiori delle passività, l’impresa ha dei
debiti ed il patrimonio netto viene calcolato come differenza tra le
attività e le passività (A = P + N)
• A = P le attività sono uguali alle passività, quindi l’impresa non
dispone di capitale proprio
• P > A le attività sono minori delle passività, la differenza tra
attività e passività ha segno negativo e prende il nome di passivo
netto o di deficit patrimoniale.
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