Istituto Comprensivo Dosolo – Pomponesco - Viadana Corso di formazione per Insegnanti della Scuola Primaria e dell’Infanzia “CORPO, MOVIMENTO, GIOCO NELLA RELAZIONE ADULTO – BAMBINO” Settembre – Ottobre 2013 Nicoletta Novaro Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva MODELLI DI LETTURA DEL MOVIMENTO: 1) modello funzionale (le performance) 2) psicomotricita’ impressiva (il corpo da’ istruzioni alla mente) 3) psicomotricita’ espressiva (il corpo comunica) IL LINGUAGGIO CORPOREO: la comunicazione non verbale “E’ impossibile non comunicare” Paul Watzlawick L’ALFABETO DEL LINGUAGGIO CORPOREO: - Tono – Postura – Movimento –Spazio - Tempo - Uso degli oggetti – Voce - Sguardo e mimica Leggere le emozioni IL GIOCO SENSO – MOTORIO “Il piacere senso – motorio è l’evidente espressione dell’unità della personalità del bambino, perché crea la connessione tra sensazioni corporee e gli stati tonico – emozionali” B. Aucouturier Il piacere senso – motorio è l’espressione dell’unità della personalità del bambino 1. Il movimento fusionale 2. Il movimento senso – motorio Corrispondente tappa evolutiva: Il processo di separazione - individuazione GIOCHI: Equilibrio – disequilibrio Tirare – spingere Movimento nello spazio Movimento con l’oggetto SCHEMA CORPOREO: Sensazione e Percezione Coscienza e Conoscenza Rappresentazione e Immagine di sé LINEE EVOLUTIVE DELLO SCHEMA CORPOREO 1. NEL BAMBINO PICCOLO (primi mesi di vita) Il bambino è invaso da numerose sensazioni: Propriocettive (labirintico/vestibolari, muscolari) nel dialogo tonico Viscerali :alimentazione Mondo esterno: vista udito tatto.. e cura, igiene corporea: bagnetti, creme … Tutte queste sensazioni danno frammenti di corpo non ancora unificati dalla coscienza. L’intensità delle sensazioni o l’investimento di alcune parti del corpo creano nel bambino una anatomia tutta particolare. Questo particolare vissuto del bambino deve essere integrato dalla figura materna che dovrà fisicamente ed emotivamente ricomporre una felice unità per il suo bambino. E’ ciò che Winnicott ha ben descritto con il concetto di “holding” cioè l’insieme fisico-emotivo nel quale il bambino è naturalmente contenuto. Lo stato di corpo frammentato è la prima tappa di vissuto del bambino nei primi mesi. 2. Inizio autonomia di movimento (secondo semestre di vita) Progressivamente le cure materne, la maturazione neurologica, sensoriale, cognitiva, psichica, portano il bambino a costruire la coscienza, una coscienza del proprio corpo come qualcosa di unitario (l’Io) che contiene,individua, unifica tutte queste esperienze e sensazioni. Inizio di questa fase è l’inizio dell’autonomia di movimento. La stazione seduta gli permette di liberare le mani: può toccare ed esplorare il corpo. I primi spostamenti gli procurano sensazioni differenti, unitarie, di tutto il corpo come “Io agente”. Il bambino entra nella fase del movimento senso-motorio e tutta l’esperienza che farà sarà mirata all’acquisizione di un “Io corporeo” La coscienza corporea non è mai un dato acquisito ma è in continua formazione ed aggiornamento. Il bambino in questa fase, attraverso l’esperienza e le cure, non riceve il “sapere” che ha un corpo ma impara e conosce le parti del suo corpo perché le integra come parti buone di sé. 3. Le rappresentazioni Verso i tre anni alla conoscenza-coscienza il bambino aggiunge le prime rappresentazioni. La prima rappresentazione grafica che il bambino fa di sé è un cerchio o una figura chiusa. A livello di coscienza tale forma va interpretata come una figura che separa un “dentro” da un “fuori”. E’ il simbolo del proprio corpo. La coscienza del proprio corpo identificato come ciò che contiene l’”Io” separato dal “non-Io”. IL GIOCO SIMBOLICO E’ il gioco di “far finta di..” Tutte le categorie del linguaggio corporeo sono implicate, ma in una dimensione simbolica Questo comporta un livello di maturazione psichica più elevato e questa modalità di gioco si presenta in età differente. Corrispondente tappa evolutiva Corrispondente tappa evolutiva Nel gioco senso-motorio la strutturazione dell’identità avveniva a livello corporeo, nel gioco simbolico tale strutturazione si consolida a livello mentale/psichico. Contenuti: la casa, le armi, i mezzi di trasporto, i giochi di ruolo. RUOLO DELL’ADULTO L’adulto funziona da SPECCHIO e rimanda al bambino la bellezza di ciò che fa. L’adulto interviene dove osserva che ci sono mancanze nel gioco del bambino. L’adulto aiuta il bambino a giocare bene, non gli dice come deve giocare. L’intervento dell’adulto non è fatto di parole o suggerimenti ma di azioni. Il gioco ben giocato ha in sé l’equilibrio di questi tre elementi: Un senso chiaro e definito Una struttura in grado di “tenere” il senso Una emozione giocata L’adulto interviene sull’elemento del gioco che sembra non funzionare. L’ADULTO di fronte al gioco del bambino funziona da SPECCHIO Autostima e fiducia in sé: Autostima: qualità esistenziale, fa parte delle fondamenta della nostra esistenza psicologica e determina in modo radicale la nostra vita Fiducia di sé: è la misura di ciò che riteniamo di essere in grado di fare, di quanto pensiamo di essere validi e capaci o maldestri e inefficienti L’AUTOSTIMA viene alimentata da due esperienze: Essere VISTI Essere riconosciuti e apprezzati PER QUELLO CHE SI È L’autostima è un meccanismo esistenziale di immunità: Se è ben sviluppata si è più felici, meno vulnerabili, si hanno reazioni più soddisfacenti e una migliore qualità di vita. La FIDUCIA IN SÉ STESSI è una qualità più esterna. Se si ha una sana autostima, la fiducia in sé stessi raramente diventa un problema La vicinanza di un adulto rende evidenti e manifeste le capacità potenziali del bambino che altrimenti rimarrebbero nascoste (Vygotskij) Emanare il desiderio di conoscere e di attrarre il bambino verso la conoscenza MEDIAZIONE educatore bambino -------------------------------------incontro L’ALLENAMENTO DELL’EMPATIA 1) ASCOLTO SENZA INTERPRETARE: E’ L’ASCOLTO ATTIVO CIOE’ NON DARE CONSIGLI, ORDINI, GENERARE PAURE, SOSTITUIRSI NELLA RICERCA DI SOLUZIONI, TENTARE DI PERSUADERE, CRITICARE, ELOGIARE ECCESSIVAMENTE, RIDICOLIZZARE, ANALIZZARE FREDDAMENTE, RASSICURARE, INDAGARE, MINIMIZZARE. 2) COMPRENDERE: SOSTITUIRE LO SCHEMA SOLLECITAZIONE-RISPOSTA CON LO SCHEMA SOLLECITAZIONE – COMPRENSIONE – RISPOSTA 3) UTILIZZARE FRASI NEUTRE: UTILIZZARE SEMPLICI SEGNALI CHE INDICHINO AL NOSTRO INTERLOCUTORE CHE LO STIAMO ASCOLTANDO: ASSENSO, RIPETIZIONE DI PICCOLE FRASI, BREVI COLLEGAMENTI CON PARTI DIFFERENTI DEL DISCORSO 4) PRESTARE ATTENZIONE ALLA CAPACITA’ DI AUTO-CONSAPEVOLEZZA ESPRESSA DALL’ALTRO 5) RICALCARE: ENTRARE NEL “RITMO” DELL’ALTRO PER PRODURRE RISONANZA EMPATICA. CHIEDERE CONFERMA DI CIO’ CHE SI RITIENE DI AVER CAPITO: “SE HO CAPITO BENE LEI MI HA DETTO …” 6) AIUTARLO A PRODURRE SOLUZIONI: RIORIENTARE IL DIALOGO ALLA POSSIBILITA’ DI RAGGIUNGERE SOLUZIONI CON DOMANDE SEMPLICI: “COSA TI PERMETTEREBBE DI TROVARE UNA SOLUZIONE?” 7) SUGGERIRE SOLUZIONI SE LA SI POSSIEDE MA ATTRAVERSO METAFORE E NON IN MODO DIRETTO Il messaggio-io E’ un messaggio in prima persona che evita valutazioni e giudizi e si focalizza su sentimenti ed esperienze dell’insegnante. • descrive in modo non giudicante il comportamento non accettabile • descrive gli effetti tangibili e concreti di quel comportamento non accettabile • descrive i sentimenti dell’insegnante in merito al comportamento o ai suoi effetti cosa produce: • distanza • comprensione • risposta adeguata Il messaggio-io “Tu mi fai sempre arrabbiare” -> “Io mi arrabbio quando tu …..” Quando si usa il ‘tu’ con tutta probabilita’ la persona che ascolta si mette sulla difensiva Quando si usa ‘io’ la persona non puo’ obiettare circa lo stato d’animo che io sto esternando Con i messaggi in prima persona : 1 ti prendi la responsabilita’ dei tuoi stati d’animo 2 fai sapere a chi ti sta di fronte come ti ‘senti’ riguardo ad una situazione Il messaggio-io Questo tipo di messaggio e’ un modo per essere assertivi senza essere aggressivi • prima parte IO MI SENTO ( di all’altro che emozione stai provando)IO SONO/IO HO…… • seconda parte QUANDO TU….. ( descrivi il suo comportamento) • terza parte IO VOGLIO….( digli cio’ che tu vuoi ) • quarta parte PERCHE’….. ( digli perche’ il suo comportamento e’ legato a cio’ che stai provando) Esempio 1 sono/mi sento arrabbiata 2 quando mi avverti all’ultimo momento 3 voglio che me lo dici per tempo 4 perche’ mi sento non considerata / non posso organizzare altro (evita i giudizi mascherati quando dici il ‘perche’ esempio: perche’ ’ e’ da maleducati ) Star bene a scuola Quali energie sono in campo? 1) La qualità del legame con le figure di attaccamento 2) La qualità dei risultati e del riconoscimento del “Sé competente” 3) La qualità dei rapporti sociali 1) La qualità del legame con le figure di attaccamento: attaccamento sicuro attaccamento evitante attaccamento insicuro attaccamento disorganizzato 2) La qualità dei risultati e del riconoscimento del “Sé competente” il modello relazionale non è quello materno ma consiste nel “guardare entrambi nella stessa direzione”, il bambino deve porre la sua mente dove l’insegnante pone la sua mente. Una fragilità emotiva (che non sopporta la distanza dalla maestra) può inquinare il piano dell’apprendimento. 3) La qualità dei rapporti sociali messaggio Io resilienza condivisione dell’adulto con altri bambini Il disagio del bambino è un messaggio, una richiesta d’aiuto. La via corporea comportamentale è una via diretta, è un messaggio senza pensiero L’adulto prende il comportamento del bambino, sa dare un senso e un’intenzione comunicativa (quindi lo interpreta come un “dire”) e glielo restituisce come un “essere” (sei contento, arrabbiato, stanco,..) L’uomo per “essere” ha bisogno di qualcuno che lo “faccia essere” L’emozione prende corpo passando per il corpo. Il corpo come “luogo” attraverso il quale passa l’emozione ma anche “linguaggio” attraverso il quale esprimere contenuti. L’intervento pedagogico riguarda il modo attraverso il quale l’emozione si esprime non il contenuto dell’emozione stessa Il percorso CORPO EMOZIONE PENSIERO Le principali forme di disagio Difficoltà strumentali Difficoltà emotiva a espressione implosiva: chiusura di sé, rifiuto, difficoltà a lasciar scorrere le emozioni Difficoltà emotiva a espressione esplosiva: difficoltà a controllare e gestire l’impulso emotivo Difficoltà derivate da un cattivo rapporto tra scuola e famiglia: inquinamento del mondo scolastico da parte della famiglia Difficoltà strumentali • • • • • • • Difficoltà di attenzione e concentrazione Difficoltà di decodifica del codice scritto Difficoltà di comprensione del messaggio Difficoltà di organizzazione dello spazio grafico Difficoltà a passare dalle operazioni concrete a quelle astratte Situazioni di svantaggio socio-ambientale Difficoltà linguistica Difficoltà emotive a modalità espressiva implosiva • • • • Difficoltà a mantenere il livello di attenzione Difficoltà a comunicare verbalmente Difficoltà ad esprimere verbalmente dei bisogni Sintomi somatici di vario genere Difficoltà emotive a modalità espressiva esplosiva • • • • Difficoltà a condividere il maestro con il gruppo Incapacità a riconoscere l’autorevolezza dell’adulto Perdita del controllo emotivo Scarsa autostima e legame con l’altro vissuto come precario Difficoltà che risentono di un cattivo rapporto scuola-famiglia • • • • Difficoltà di separazione dalla famiglia Squalifica dell’ambiente scolastico da parte della famiglia Difficoltà della famiglia a separarsi dal figlio Il bambino ideale non corrisponde al bambino reale L’osservazione deve rilevare ma subito dopo dare un senso a quanto rilevato al fine di predisporre un progetto pedagogico o una strategia di aiuto. Le domande base della mente che possono facilitare l’osservazione • 1. Che cosa è? • 2. Come è? • 3. Quando è? • 4. Perché è? L’osservazione Il bambino nei diversi contenitori educativi 1) Contenitori istituzionali: sono i momenti di vita istituzionale, le attività non sono scelte né dall’adulto né dal bambino entrata / uscita dalla scuola momenti del pasto, dell’uso del bagno, del sonno Il ruolo dell’adulto è dato dal mandato istituzionale anche se ha le caratteristiche del “ruolo materno mediato” 2) Contenitori didattici: l’attività è proposta e organizzata dall’insegnante che offre al bambino la sua presenza attraverso l’attività “presentazione del mondo” 3) Contenitori liberi: gioco libero, ricreazione l’attività è scelta e organizzata dal bambino da solo Il funzionamento del bambino dipende dal grado di autonomia emotiva raggiunto Per cogliere il “senso” delle particolarità si analizzano i vari contenitori. I contenitori sono più o meno “pieni” di presenza della maestra. Tutto ciò che il bambino fa è un “dono” all’Altro importante per lui. L’intervento di aiuto non è eliminare le particolarità E’ un aiuto EMPATICO: qual è l’emozione che il bambino sta vivendo e quale aiuto gli posso offrire che lui possa utilizzare come se fosse una risorsa sua? Bibliografia • • • • • “Maestra guardami” Giuseppe Nicolodi – ed. CSIFRA “Il bambino è competente” Jesper Juul – Feltrinelli “Mediazione” P.Paoletti, A. Selvaggio – ed 3P “Insegnanti efficaci” Thomas Gordon – Giunti “Il disagio educativo al nido e alla scuola dell’infanzia” G.Nicolodi – FrancoAngeli • “Il disagio educativo alla scuola primaria” G.Nicolodi - FrancoAngeli Grazie dell’attenzione