FACOLTA’ DI ECONOMIA
Corso di Laurea in Marketing and Retail Management
MADE IN ITALY E SETTORE ORAFO:
il fenomeno della contraffazione
DIRITTO DELLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE
Professor: Dott. Aldo Fittante
Assistente: Dott. Marco Mazzarisi
Studente: Dott.ssa Riggio Maria Teresa
Con la collaborazione del: Dott. Giovanni Lepre
ANNO ACCADEMICO 2010/2011
Introduzione al lavoro
MADE IN ITALY E IL FENOMENO STRUMENTI DI TUTELA PER CHI FENOMENO CONTRAFFAZIONE
EFFETTUA LA CONTRAFFAZIONE
NEL SETTORE ORAFO
DELLA CONTRAFFAZIONE
• eleganza, professionalità, intuito,
creatività, capacità imprenditoriale
• è un marchio che si nutre di tutto
ciò che rende il nostro Paese unico e
apprezzato nel mondo
La sua tutela riveste un significato e
importanza nazionali, non possiamo
permetterci che il Made in Italy,
venga corroso e squalificato dalle
diverse forme di contraffazione
“Disciplina giuridica del marchio”:
• il marchio e le sue funzioni,
• segni suscettibili di registrazione
come marchio,
• l’estensione territoriale e la capacità
distintiva del marchio,
• la procedura di registrazione del
marchio.
Aziende legate “tradizione
E’ dunque fondamentale difendere e
artigianale” successo branding
valorizzare questa nostra ricchezza
“L’affermazione del branding è la strada
più lineare che un’azienda orafa può
intraprendere!”
La lotta alla contraffazione deve
essere realizzata attraverso:
Lo sviluppo della tutela della
proprietà industriale
 Il potenziamento della protezione
giuridica del “Made in Italy”
• uno dei più importanti pilastri del
manifatturiero-moda Made in Italy
• sintesi di dinamismo imprenditoriale,
di creatività, di valore estetico
• il successo del settore è il risultato
di un mix di efficienza produttiva e di
qualità e originalità del prodotto
• ITALIAcapacità
di
produrre
bellezza, preziosità, glamour, con le
abilità dell’ alto artigianato
La leadership mondiale del settore
orafo è minata da fenomeni, quali la
“contraffazione” (Oro e altri metalli
preziosi – Pietre preziose )
I cambiamenti nel sistema economico
internazionale, il progresso tecnologico,
la globalizzazione dei mercati ed i
mutamenti della domanda d’acquisto,
sono i fattori che stanno sottoponendo,
il settore orafo a notevoli pressioni.
Esempio  Nardelli Group
Agenda
Made in Italy e il fenomeno della contraffazione
Strumenti di tutela per chi effettua la contraffazione
Fenomeno della contraffazione nel settore orafo
Considerazioni personali
Made in Italy e la sua tutela
Made in Italy, evoca non solo
un’indicazione geografica, ma
anche un insieme di valori: qualità
in cui si fondono tradizione,
vocazioni originarie, territorio,
innovazione, creatività, tecnologia,
design.
Il nostro Paese eccelle in 4 macroaree produttive, le c.d. 4 “A”:
• Abbigliamento e sistema-persona
• Arredo e sistema-casa
‘08  138 mlrd € , 56% valore
aggiunto complessivo
• Agroalimentare
manifatturiero dell’Italia
• Automazione
Il sistema manifatturiero italiano è fra i 1°
Europa, 2° a quello tedesco, e davanti alla
Francia e al Regno Unito.
Successo confermato dai dati export 2010:
extra-UE + 12,5%; intra-UE + 11%
Innovazione
Sviluppo
competenze
Design
Made in Italy
“differenziazione
qualitativa”
SISTEMA ITALIA sta però vivendo un periodo di
difficoltà: le nuove sfide della globalizzazione tra cui
spicca “crescente concorrenza di paesi asiatici” nella
produzione manifatturiera (l’Italia è specializzata).
Dal 1993 ad oggi “perde quota di mercato” in settori
dove la stessa occupava leadership mondiale (es.
abbigliamento, gioielleria, beni casa..); “danno di
immagine”, svalutando il valore aggiunto nel marchio.
Pdt e
risorse
umane
Materie
prime
Imprese
Come tutelare la qualità del Made in Italy?
IL MADE IN ITALY va protetto
Contraffazione I
 Costa alle aziende italiane 50 mlrd di Euro all’anno (16 mila Euro a impresa),
 ‘09 la Guardia di Finanza ha sequestrato 112 mln di pezzi contraffatti e segnalato oltre 15 mila
persone a vario titolo coinvolte,
 7,1 mlrd di euro il valore del falso in Italia,
 5 mlrd di euro il valore delle perdite per il bilancio dello Stato (mancate entrate fiscali),
 70% “italiani” acquistano merci contraffatte,
 Secondo i dati elaborati dal W.T.O: si stima che il commercio dei falsi raggiunga il 10% degli
scambi mondiali, per un valore pari a 450 miliardi di dollari.
Chi è danneggiato dalla contraffazione?
LE
PERSONE
LE
AZIENDE
SALUTE
LO
STATO
CONCORRENZA
SLEALE
ENTRATE
TRIBUTARIE
OCCUPAZIONE
VALORE DEL
PRODOTTO
SICUREZZA
SFRUTTAM.
MANO D’OPERA
SICUREZZA
PUBBLICA
UN REATO DI FURTO PIU’
GRAVE DI UNA SEMPLICE
APPROPIAZIONE INDEBITA
La contraffazione
colpisce ad “ampio
raggio” centrando
più bersagli in
contemporanea
Contraffazione II
 Nell’accordo TRIPS (WTO), esistono due definizioni per quanto riguarda la merce contraffatta e
usurpativa: counterfeit trademark goods e di pyrated copyright goods.
MERCI CONTRAFFATTEsulle quali sia stato apposto (senza autorizzazione) un marchio non distinguibile da quello validamente
registrato in violazione dei diritti del titolare. Merci che recano un marchio uguale/simile ad un marchio legalmente registrato.
L’articolo 473 del codice penale, punisce la contraffazione e l’alterazione del marchio altrui e l’uso
di marchi alterati e contraffatti.
Contraffazione = riproduzione integrale (emblematica/denominativa) di un marchio e/o segno distintivo;
L’alterazione = riproduzione parziale ma tale da confondersi con il marchio originario e/o segno distintivo.
Il nostro Paese:
 è il 1° produttore di merce contraffatta in
Europa e il 3° nel mondo,
 è il 1° Paese nell’Europa dei paesi avanzati
per diffusione del fenomeno del lavoro
irregolare (12% del totale occupati), evasione
fiscale (17% del PIL), e dimensione
dell’industria del falso.
Fonte: Amministrazione Federale delle Dogane (AFD), 2009
I luoghi di maggiore produzione  + 50%
proviene dal Sud-Est asiatico. La destinazione è
per il 60% U.E, per il 40% il resto del mondo.
Contraffazione III
marchi
INDICAZIONE
D’ORIGINE
Opere
protette da
diritti
d’autore
Invenzioni
protette da
brevetto
Design
- controlli + scambi, facilitando il traffico e lo smercio di
prodotti falsi.
Si è diffuso così l’uso di varie indicazioni d’origine false
(Made in Italy), non manca chi si appropria “denominazione”
per collocare prodotti, imitazioni, per guadagnarci.
Lo sforzo di diversi soggetti istituzionali nell’elaborare
strategie per contrastare questo fenomeno si esprime
nel dibattito aperto sulla proprietà intellettuale e
sull'indicazione obbligatoria del paese di provenienza
per tutte le merci in arrivo in Europa.
La “lotta alla contraffazione” deve essere realizzata attraverso:
Il potenziamento della protezione giuridica del “Made in Italy”,
Lo sviluppo della tutela della proprietà industriale.
Protezione giuridica Made in Italy I
è stata oggetto di numerosi interventi normativi, nati con l’obiettivo di dare una stretta agli abusi di coloro che competono
slealmente sul mercato e non dichiarano in modo trasparente il luogo d’origine delle proprie produzioni.
dibattito attualmente in corso e alcuni atti sono ancora in itinere.
Art. 4 co.49 della L. n.350/2003 (Finanziaria 2004) che ha esteso l'applicazione dell'art. 517 c.p.
alle attività d’importazione, esportazione e commercializzazione di prodotti recanti false o fallaci
indicazioni di provenienza, attribuendo per la prima volta a queste l’ipotesi di reato penale.
Legge n.99/2009, ha inserito diverse norme per il rafforzamento della contraffazione prevedendo
ulteriori inasprimenti quali: sanzioni più severe, confisca obbligatoria della merce;
all'art. 17 reca una modifica dell'art. 4 co.49 della L. n. 350/2003, introducendo il principio per cui i
prodotti importati recanti marchi italiani dovrebbero indicare in modo chiaro il luogo di produzione o
di fabbricazione, così da evitare “qualsiasi errore sulla loro effettiva origine estera”.
L’art. 17 della L. n.99/2009 è stato abrogato D.L. 135/2009 (Convertito nella L.166 del 20 novembre
2009).
ha reintrodotto la possibilità di sanare sul piano amministrativo la falsa e fallace indicazione attraverso,
rispettivamente l’esatta indicazione dell’origine e o l’asportazione della stampigliatura “Made in
Italy” o di quant’altro induca a ritenere che il prodotto sia italiano.
La vera novità introdotta dal D.L. 135/2009
consiste nell’aver chiarito cosa debba intendersi
per “100% Made in Italy”; si contemplano tre
condotte oggetto di sanzione:
l'uso di indicazioni di vendita che presentino il
prodotto come interamente realizzato in Italia
la falsa indicazione di origine
la fallace indicazione di provenienza
Protezione giuridica Made in Italy II
Il decreto è stato convertito nella legge n.166 del 20/11/2009, il
cui testo definisce come ''realizzato interamente in Italia il
prodotto o la merce classificabile come Made in Italy ai sensi
della normativa vigente e per il quale il disegno, la
progettazione, la lavorazione ed il confezionamento sono
compiuti esclusivamente su territorio italiano''.
Viene così introdotta una sorta di
super-certificazione
Made in Italy
Tendenza a DELOCALIZZARE la produzione  “outsourcing” contrassegnare, con l’indicazione
“Made in Italy”, prodotti integralmente realizzati in Paesi extracomunitari (danno per ec./immagine).
Il 17 marzo 2010 è stata approvata la c.d. legge sul Made in Italy (L. n.55/2010).
L’entrata in vigore è stata congelata con una direttiva del presidente del
Consiglio in data 30 settembre 2010.
Il disegno di legge, si propone di rafforzare la tutela del “Made in Italy”,
(concernente la commercializzazione di prodotti tessili, calzaturieri e di
pelletteria), istituendo un sistema di etichettatura e tracciabilità obbligatoria.
• la denominazione “Made in Italy” potrà essere utilizzata solamente per i prodotti finiti;
• il processo di lavorazione dovrà essere svolto nel territorio dello stato italiano per almeno due delle fasi di
lavorazione (2/4 per tessili e calzaturiero o 2/5 nella pelletteria), “criterio della doppia lavorazione prevalente”;
• siano presenti indicazioni di conformità alle normative in materia di lavoro ed escluso l’impiego della manodopera
minorile;
• via sia una certificazione di igiene e sicurezza dei prodotti;
• vi sia il rispetto della normativa europea e degli accordi internazionali in materia ambientale.
Tutela Proprietà Industriale I
Ha un valore fondamentale per il
rafforzamento del “Made in Italy”…
La necessità di arginare “la contraffazione” ha indotto il legislatore a:
1) predisporre il Codice della P.I. (D. Lgs.vo n. 30 del 2005);
2) istituire le Sezioni Specializzate per la Proprietà Industriale ed Intellettuale;
3) riforma del Codice della P.I. (adottato con D.Lgs.vo del 13 agosto n. 131/2010).
1) Costituisce un Testo Unico sulla P.I.
In particolare esso ha portato:
 al razionale riassetto della disciplina della P.I.;
 alla semplificazione normativa ed coordinamento
delle fonti nazionali e comunitarie;
 all'ampliamento della tutela riservata alla P.I.;
 alla ridefinizione delle competenze dell’U.I.B.M.
2) Quale giudice specificamente competente
a conoscere del contenzioso industrialistico
(trovando compiuta normativa con l’ emanazione Codice P.I).
 da +160 tribunali (sezioni distaccate) e
quasi 30 Corti d’Appello 12 Tribunali e
altrettante Corti d’Appello ( > competenza in
materia).
scelta operata ’03, rafforzamento della
reazione giudiziaria in sede civile contro la
contraffazione.
3) Obiettivi della Riforma del Codice della P.I. sono:
 armonizzazione della normativa nazionale con la normativa comunitaria ed internazionale;
 semplificazione ed eliminazione delle imprecisioni terminologiche.
agevola l'attività della Direzione Generale per la lotta alla contraffazione – Ufficio italiano
brevetti e marchi e produce effetti positivi sull’intero comparto della proprietà industriale.
Strumenti di tutela per chi effettua la contraffazione
I diritti di proprietà intellettuale acquisiscono sempre più importanza
come strumenti di promozione della crescita economica
 tutelano i titolari, gli investitori, gli ideatori e gli artisti
consentendo loro di sfruttare commercialmente le loro creazioni…
Il problema della contraffazione è in crescente ampiezza ed estensione.
La gravità della contraffazione ha raggiunto livelli non più tollerabili,
producendo perdite economiche rilevanti e danneggiando la
reputazione dei titolari dei marchi.
“ La disciplina giuridica del marchio”
IL MARCHIO E LE
SUE FUNZIONI
SEGNI
SUSCETTIBILI DI
REGISTRAZIONE
L’ESTENSIONE
TERRITORIALE E
LA SUA
CAPACITA’
DISTINTIVA
LA PROCEDURA
DI
REGISTRAZIONE
Il marchio e le sue funzioni l brand racchiude il presente, il
bene
primario
passato e il futuro di un’azienda…
perno
azienda
immagine
strategie
marketing
veicolo
comunic.
identifica
distingue
identità
È definito come un segno distintivo, che ha lo scopo di
comunicare un messaggio (identificando/distinguendo i pdt/svz)
 i messaggi veicolati sono molteplici e con diverse funzioni:
• una funzione distintiva;
• una funzione di indicazione di origine e provenienza;
• una funzione di garanzia di un determinato “standard
qualitativo”;
• una funzione “pubblicitaria”, legata all’effetto suggestivo che
il segno costituisce nel pubblico di consumatori.
funzione privilegiata
Un brand celebre possiede un potere evocativo elevato, è oggetto
di ingenti investimenti e negoziazioni di valore economico
elevato (+ valore + celebrità).
Il valore che ne deriva (prescinde dai pdt/svz per i quali viene
utilizzato) ha generato l’esigenza di estenderne la tutela giuridica,
qualificando come illecito, e sanzionando come illegittimo, l’uso
del marchio celebre o di un marchio simile anche per
contraddistinguere prodotti o servizi appartenenti ad un settore
merceologico diverso (titolare con una garanzia di esclusiva nello
sfruttamento del valore di avviamento). Ciò ha determinato il
proliferare del contratto di merchandising.
Segni suscettibili di registrazione
La possibilità di essere registrati come marchi è riconosciuta dalla legge ai segni che possiedono:
 la possibilità di essere RAPPRESENTATI GRAFICAMENTE;
 la CAPACITA’ DISTINTIVA.
La nostra normativa, come del resto quella comunitaria, contiene una elencazione dei segni suscettibili
di essere registrati come marchi: lettere, figure, firme, cifre, forme (pdt/confezioni), suoni
rappresentabili graficamente, combinazioni o tonalità di colore.
L’impossibilità di rappresentazione grafica e la carenza
di carattere distintivo sopra evidenziati rendono un
segno inidoneo alla registrazione, e costituiscono
altrettanti “impedimenti assoluti” alla registrazione.
NULLITA’ DEL MARCHIO quando un segno sia:
sia contrario alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume,
sia recettivo o ingannevole (alla natura, provenienza geografica, qualità
pdt/svz),
sia di uso comune (vada ad identificarsi con la denominazione generica
del pdt/svz o meramente descrittivi della specie, valore, qualità…),
il cui utilizzo integri la violazione di diritto di proprietà industriale di
cui altri è titolare,
sia tale da fungere soltanto da designazione di una caratteristica del
prodotto o servizio o da indicazione descrittiva degli stessi.
Altro requisito di registrabilità
del marhio NOVITA’ (non vi
siano diritti anteriori di terzi
titolari). L’assenza di tale requisito
determina “impedimento relativo”
 Importante della RICERCA
D’ANTERIORITA’
Estensione territoriale
La registrazione di un marchio può essere effettuata in sede nazionale, comunitaria ed internazionale.
La registrazione ha un’ “efficacia limitata” all’ambito territoriale che si è scelto.
MARCHIO
NAZIONALE
Efficacia nel territorio
dello Stato, sarà regolata
dalle sue leggi
L’attuale economia largamente
globalizzata rende scarsa una tutela
limitata ai confini di un solo Paese,
al titolare non è consentito opporsi
alla registrazione/uso al di fuori di
tale territorio…
MARCHIO
COMUNITARIO
validità-effiaciaprotezione unitaria in
tutti Stati U.E.
“accesso facilitato”: usufruisce di una
procedura unitaria, anziché quelle previste dai
singoli sistemi nazionali
“riduzione costi registrazione”: unica tassa di
registrazione, anziché cumulo tasse per le
singole registrazioni nazionali (27paesi)
“validità ed efficacia unitarie”: unica
normativa che disciplina l’istituto in tutti i
paesi U.E.
MARCHIO
INTERNAZIONALE
Convenz.Internazionali
– accordo Madrid 1967,
protocollo 1989 -
Possibile estendere registrazione
nazionale in Stati diversi da quello
di origine (aderito convenzione)
accesso alla tutela
riduzione costi
Attribuisce al titolare tutti i diritti
conferiti dalla singole registrazioni
nazionali in base alle leggi vigenti in
ciascun Paese
La scelta è dettata dalle esigenze di ciascuna azienda, in base ai paesi nei quali intende sviluppare il proprio
mercato e commercializzare i propri prodotti “usufruendo in esclusiva dell’utilizzo del suo marchio”.
Capacità distintiva I
Il requisito del carattere distintivo di un marchio  inteso come capacità di distinguere in
concreto i prodotti o servizi di un’impresa da quelli provenienti da altri imprenditori.
condotto in relazione ai prodotti e servizi indicati nella domanda di registrazione e alla
percezione/valutazione che il pubblico di tali prodotti e servizi ha del marchio.
Registrando come
marchio una parola che
poco si discosta dalla
denominazione generica
del prodotto, oltre a una
scarsa capacità distintiva,
avrà una protezione
giuridica ridotta
Marchi forti
+ c.d.
Marchi deboli
- c.d.
Marchi di fantasia
Tanto meno è descrittivo
del prodotto o servizio
offerto dall’azienda!
Il marchio patronimico è
un marchio forte, perché
concettualmente distinto
dal prodotto che
contraddistingue.
+ capacità/tutela
Marchi arbitrari
Marchi suggestivi
Marchi descrittivi
- capacità/tutela
Marchi generici
Capacità distintiva II
MARCHI
INDIVIDUALI
DI NOTEVOLE
RILIEVO LA
DISTINZIONA
TRA:
MARCHI
COLLETTIVI
Titolari dei marchi collettivi sono i soggetti
che “svolgono la funzione di garantire
l’origine, la natura o la qualità di
determinati prodotti o servizi”
Non utilizzano il loro marchio ma ne
consentono
l’uso
ad
imprenditori
(produttori/commercianti che ne facciano
richiesta).
FUNZIONE DI
CONTROLLO dell’esistenza:
dei requisiti per ottenere la
concessione d’uso
del rispetto di fabbricazione e di
garanzia di qualità per mantenerne
il diritto d’uso
 Può contenere dei nomi geografici (provenienza geografica)  Esempio di marchio collettivo: Made in Italy
 Si presta ad essere uno strumento di tutela del Made in Italy, con un beneficio per tutti gli operatori
economici dei settori nei quali esso viene ad essere utilizzato.
 Può essere registrato da Enti/Associazioni (con il fine di…) pur rimanendo in concorrenza tra loro,
ricaveranno “benefici”, potendo affiancare al loro marchio di impresa “una certificazione di qualtà”
Le aziende consapevoli dei rischi di imitazione/falsificazione devono difendersi:
 “registrando il proprio marchio”  permette al titolare di “agire in giudizio nei
confronti di chi fa uso del proprio marchio o di uno simile senza dover provare la validità
del proprio marchio e l’esistenza degli elementi costitutivi (in quanto la registrazione li
presume sussistenti)”.
Procedura di registrazione…
Procedura di registrazione I
La registrazione di un marchio, può essere ottenuta da chi lo utilizzi o si proponga di farlo:
 nella fabbricazione o nel commercio di prodotti;
 nella prestazione di servizi della propria impresa.
E’ necessario che la richiesta di tutela del marchio avvenga nella classe appropriata - sulla base della
classificazione internazionale dei pdt/svz fissata dall’Accordo di Nizza - pertinenti all’attività, con i
prodotti e i servizi per i quali si registra il marchio dell’impresa.
Si possono individuare 4 livelli di copertura geografica per un marchio:
 nazionale, presso l’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi), ma può anche essere inoltrata all’UIBM anche tramite gli Uffici
provinciali dell’Industria, Commercio e Artigianato (U.P.I.C.A.), tramite le Camere di Commercio dei capoluoghi di provincia, oppure
inviata all’UIBM a mezzo raccomandata a/r.
 territoriale (ad esempio l’Ufficio del Benelux dei marchi);
 europeo, presso l’UAMI (l’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno);
 internazionale, presso la WIPO (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale).
Il marchio (sia comunitario che nazionale) può essere rinnovato ogni 10 anni un numero indefinito di volte a
fronte di una tassa supplementare.
La registrazione attribuisce diritti assoluti ed esclusivi: di usare il marchio/vietare a terzi l’uso di un marchio
identico o simile (o non affini nel caso marchio celebre).
L’uso da parte di terzi è consentito con contratti di cessione, licenza o merchandising.
Fenomeno della contraffazione nel settore orafo
Settore orafo-argentiero-gioielliero italiano rappresenta:
 uno dei più importanti pilastri del manifatturiero-moda Made in Italy,
 comparto rappresentativo di quel modello italiano, che tanto ha contribuito allo sviluppo
industriale del nostro paese,
 un modello che si fonda sulla straordinaria vitalità di imprese medio-piccole, al cui
successo concorrono virtù tipicamente italiane quali l’imprenditorialità, il senso artistico ed il
“saper fare artigianale”.
 sintesi di dinamismo imprenditoriale, creatività, valore estetico…
 “mix efficienza produttiva, qualità e originalità del prodotto“...
‘09 Federorafi, sottolinea come il settore rappresenti uno dei più
rilevanti pilastri del manifatturiero-moda in Italy con:
• 11.421 aziende produttrici (in media di 4,5 dipendenti per azienda),
• 26 mila aziende distributive,
• 123 mila addetti (produzione/distribuzione).
L’Italia mantiene da sempre le prime posizioni per l’inventiva e la
perizia degli orafi, per l’originalità e la fantasia dei disegnatori,
per l’eleganza e la varietà dei modelli, per l’accuratezza delle
rifiniture assicurata da un’antica tradizione artigianale.
Ha da sempre rappresentato uno dei comparti manifatturieri trainanti
nella promozione del Made in Italy nel mondo…
Vedremo anche ciò nonostante, la “leadership
mondiale” è minata da fenomeni, quali la
“contraffazione”
I cambiamenti nel sistema economico internazionale,
il progresso tecnologico, la globalizzazione, i mutamenti
della domanda d’acquisto, sono alcuni dei fattori che
stanno sottoponendo il settore a notevoli pressioni
Situazione quadro nazionale-internazionale
Il settore ormai da 10 anni è entrato in una fase di crisi e il
primato dell’Italia è minacciato dai competitors stranieri
che stanno erodendo le nostre quote di mercato.
L’industria orafo-argentiera italiana ha visto una perdita
della domanda interna/estera (leadership) e della propria
competitività tra i paesi produttori ed esportatori
 Il calo di fatturato del comparto orafo dipende da nuove
tendenze giovanili: meno attratte dal gioiello, più attratti
verso prodotti di informatica-telecomunicazioni-viaggi;
prodotti costo medio-basso
Ciò mette in discussione la fascia di reddito spendibile
destinata al prodotto orafo.
 Trattandosi di beni voluttari il cui acquisto non è
obbligato, le motivazioni di acquisto dipendono dalla
funzione d’uso (ceto, età, cultura, valori, stile vita).
Tale funzione d’uso è in evoluzione (da beni di
rifugio/investimento a desiderio di soddisfare un senso
estetico, “status symbol” con contenuti di design e moda)
Nel ‘09 l’export del settore orafo italiano ha
subito un - 23,1% in valore e - 7% in quantità
Il consumo di gioielli in oro in Italia si è ridotto del 50% in dieci
anni arrivando alle 41t del 2009 (fonte GFMS – Gold Survey 2010).
Segnali di recupero provengono da ultimi dati: nel
periodo gennaio-giugno 2010 l’export dei prodotti
orafo-gioiellieri italiani segnano un + 26,67% su base
annua, le importazioni + 48,92%.
“Come vedremo nel corso del lavoro…la contraffazione” colpisce anche il settore orafo…
Cerchiamo di capire quali sono le “GARANZIE A TUTELA DEL SETTORE”
Garanzie contro la contraffazione oro-altri metalli preziosi I
La normativa riguardante i titoli ed i marchi di identificazione dei metalli preziosi è stata riordinata dal D. Lgs.
n.251/1999. I metalli preziosi di cui si tratta nella presente normativa sono: oro, argento, platino, palladio.
I metalli preziosi, le loro leghe e gli oggetti in metallo prezioso devono portare impresso:
 marchio di identificazione del produttore o importatore.
 titolo in millesimi
I titoli legali ammessi sono:
Entrambi vanno impressi prima che le m.p. o gli oggetti vengano posti in • Per l’oro, 750 (18kt), 585 (14kt), 375 (9kt) millesimi;
commercio. E’ vietato porre in vendita oggetti privi dell’indicazione del • Per l’argento, 925, 800 millesimi;
• Per il platino, 950, 900, 850 millesimi;
titolo e del marchio
• Per il palladio, 950, 500 millesimi.
Tutti coloro che producono o importano oggetti in metallo prezioso o vendono lingotti, verghe, laminati, profilati,
semilavorati in genere in metallo prezioso, devono dotarsi del marchio di identificazione, iscrivendosi a registro degli
assegnatari dei marchi tenuto presso le Camere di Commercio - Ufficio Metrico.
Per ottenere la concessione del marchio occorre presentare domanda in bollo alla Camera di Commercio – Ufficio
Metrico, la quale assegna il numero del marchio e fa eseguire le matrici con l’impronta del marchio (punzoni).
 Le imprese possono apporre sugli oggetti preziosi, oltre al marchio di identificazione, un proprio marchio
tradizionale di fabbrica, previa istanza alla Camera di Commercio (può essere inserito nel punzone recante il
marchio di identificazione)
 È inoltre consentito apporre sugli oggetti preziosi sigle identificative/nominativi, come nel caso di aziende che
non dispongono di un proprio marchio di identificazione ma intendono comunque commercializzare oggetti con la
propria Griffe, realizzati in laboratori autorizzati; anche in questo caso occorre darne comunicazione alla Camera di
Commercio.
Garanzie contro la contraffazione oro-altri metalli preziosi II
PUNZONE PER IL MARCHIO DI IDENTIFICAZIONE DEI METALLI PREZIOSI
000AG
Consiste in un’impronta identificativa (marchiatura del
metallo), di forma e dimensioni definite contenente il:
• Numero identificativo del produttore o dell’importatore;
• La sigla della provincia dove questi risiede.
• La sua realizzazione è ottenuta da una matrice custodita
presso la Camera di Commercio.
PUNZONE PER L’INDICAZIONE DEL TITOLO
Tale strumento permette di apporre il titolo, espresso in
millesimi, su una parte principale dell’oggetto (realizzabile solo
nel rispetto delle forme e dimensioni stabilite).
A differenza del punzone per il marchio d'identificazione, il
punzone per il titolo non ha alcuna matrice depositata e può
essere prodotto da qualunque ditta specializzata.
Si ricorda che la messa in commercio di oggetti dal titolo inferiore a
quello dichiarato, oltre alle sanzioni amministrative previste dall’art. 25
del Decreto 251/1999, configura il reato di frode nell’esercizio del
commercio.
Ricordiamo che gli oggetti privi dell’indicazione del titolo o del
marchio sono passibili di sequestro da parte degli organi di controllo.
Garanzie contro la contraffazione oro-altri metalli preziosi III
Per conoscere la qualità dell'oro, è bene sapere che, secondo
normative
Europee,
il
gioiello
deve
riportare
obbligatoriamente il titolo e il marchio identificativo del
produttore (punzone indicante la provenienza e punzone
indicante il titolo). Normativa italiana legge n.46 del 1968.
se non c’è “doppia punzonatura” l’oggetto non è
garantito! Titolo: si compra da fornitore orafo qualsiasi
(libero commercio); Provenienza: Ufficio Metrico che da
matrice a fabbriche autorizzate.
Un produttore di oggetti preziosi può avvalersi della
Certificazione Aggiuntiva rilasciata da Laboratori
privati abilitati dalle Camere di Commercio o
appartenenti alle stesse che, dopo aver effettuato il
saggio su alcuni prodotti, rilasciano alle aziende
interessate, una attestazione che rappresenta una
ulteriore garanzia della qualità della produzione.
Una caratura più bassa, falsa, può essere determinato solo con una prova, il saggio dell’oggetto (termine
tecnico usato per l’analisi chimica di un materiale/oggetto).
Il saggio garantisce che il contenuto di oro soddisfi i requisiti legali, in modo da proteggere il consumatore
e garantire che produttori e rivenditori operino in condizioni di parità.
Garanzie contro la contraffazione nelle gemme-pietre preziose I
Per definizione chiamiamo gioielleria tutti gli oggetti in oro incastonati con gemme preziose...
Si definisce gemma qualsiasi struttura minerale cristallizzata o micro cristallizzata, sia naturale che sintetica.
La gemmologia in generale ci dà le basi per riconoscere le gemme apparentemente simili (Rubino e Granato rosso, per esempio), ed
identificare gli abbellimenti (trattamenti che mirano a migliorare la qualità della gemma), i sintetici e gli artificiali.
 è di eccezionale qualità quando ha un colore vivace, non ha molte inclusioni è ben tagliata-sfaccetatta…
Solo nel caso del Diamante si studia la
classificazione di qualità dello stesso, in quanto si
sono stabiliti, nel tempo, dei parametri di
classificazione dette le 4C: Color-Colore, ClarityPurezza, Carat, Cut - Peso e qualità del taglio.
Un diamante si può definire privo di inclusioni
alla lente 10x ed il giudizio sul taglio è
importantissimo.
Le norme CIBJO ribadiscono più volte l’obbligo della
massima trasparenza nel commercio dei diamanti, proibendo
ogni espressione che possa trarre in inganno il compratore.
Quando si parla di diamanti, senza ulteriori specificazioni,
deve essere chiaro che si tratta di pietre interamente di
origine naturale che non hanno subito alcun tipo di
manipolazione ad eccezione delle operazioni di taglio.
La contraffazione dell'oro può sicuramente avvenire più facilmente di quella delle gemme in
quanto metallo, quindi più facile da trattare. In gemmologia, la contraffazione è sicuramente più
difficile da attuare e di conseguenza da riconoscere.
Purtroppo, la contraffazione e la manipolazione delle gemme sta diventando, in tutto il mondo,
un problema serio che rischia di provocare pesanti ricadute di immagine anche sui professionisti
più attenti.
La migliore risposta risiede, a mio avviso, nella qualità del servizio offerto al cliente finale e nella
formazione degli operatori e degli stessi consumatori.
Garanzie contro la contraffazione nelle gemme-pietre preziose II
I prodotti di laboratorio sono in continua evoluzione e
miglioramento, ed i migliori sono oggi riconoscibili solo attraverso
l'analisi delle inclusioni (per accellerare la crescita dei minerali
sintetici si usano sostanze catalizzatrici che lasciano tracce
“cristallizzazioni interne di altri minerali”).
Il mondo dell'industria chimica che lavora sulle
gemme è in continua evoluzione, ci sono delle
aziende che producono e mettono sul mercato
delle pietre preziose contraffatte (come
alternativa più economica al naturale),
Solo lo studio della gemmologia e l'aggiornamento continuo, permette oggi a
seri operatori del settore, di garantire serietà e qualità contro la contraffazione.
Il più serio e prestigioso
in Italia è l'IGI - Istituto
Gemmologico Italiano .
A livello internazionale
esiste un organo che
controlla e stabilisce i
parametri di qualità
delle gemme ,e dei
sistemi di analisi CJBIO TheWorld
Jewellery Confederation.
Il CISGEM -Centro
Informazione e Servizi
Gemmologici
- altro istituto
gemmologico
convenzionato con la
camera di commercio.
Il GIA americano
(Gemmologic Istitute of
America), HRD belga
(Hooge Rad voor
Diamant), sono
anch’essi fra i più
prestigiosi.
Esistono dei laboratori di analisi gemmologica, super partes,
che analizzano e certificano le gemme e fanno costosissimi corsi di
gemmologia.
…Una gemma certificata da uno di questi istituti
ha un valore aggiunto di garanzia e qualità…
In ogni caso, oggi non esiste un garante che tuteli il
consumatore finale su un incauto acquisto, motivo per il
quale i consumatori si rivolgono sempre di più ai brand.
Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli I
L’affermazione di un brand è la strada più lineare che un’azienda orafa può intraprendere per
cercare di vincere la sfida competitiva, in un contesto ormai divenuto sempre più globale permette
di differenziarsi.
L’industria orafa è caratterizzata dalla produzione di beni mediamente ad alto valore aggiunto, che
soddisfano bisogni non primari dei consumatori  poiché l’investimento da effettuare, è di solito
piuttosto oneroso, il potenziale acquirente ha l’esigenza di fare riferimento a informazioni
sufficienti a rassicurarlo circa la bontà dell’opzione prescelta.
La marca, da sempre, è stato un fattore in certo modo tranquillizzante, ma nell’industria orafa,
tuttavia, ha tardato a diffondersi…
Le cose hanno subito una profonda trasformazione con il rivoluzionamento degli scenari internazionali
dell’industria orafa; la perdita di posizioni del sistema Italia induce gli imprenditori a scelte decisive per la
sopravvivenza della loro realtà  AFFERMAZIONE DEL BRAND
Il processo di democratizzazione del prodotto artigianato dalla
materia preziosa è avvenuto nell’uso di materiali più leggeri, nello
sviluppo di tecnologie di produzione di massa dei monili, nella
stessa commistione di materia vile come l’acciaio con la materia
preziosa, mix peraltro valorizzato dal ricorso a designer di alto
profilo e da moderne strategie di marketing.
La diffusione della marca come elemento di
differenziazione di un prodotto, o di una
collezione, si inquadra proprio in tale
processo di democratizzazione.
Oggi il mondo della gioielleria è quasi
totalmente brandizzato, chi compra una
marca paga un premium price rispetto a
uno unbranded con pari caratteristiche.
La marca fa le veci del vecchio rapporto
cliente-gioielliere di fiducia!
Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli II
Oggi sempre di più, si fanno strada aziende italiane, legate a una tradizione artigianale, che hanno
raggiunto il successo soprattutto grazie alla scelta di affermarsi tramite politiche di branding.
Il gioiello italiano include artigianato, moda e design e questa diversità è senza dubbio
un’opportunità. Opportunità sfruttata senza alcun dubbio dalla Nardelli Group, una delle realtà più
innovative del settore orafo.
Azienda napoletana nata ’60, nello storico Borgo Orefici di Napoli,
affermatasi su tutto il territorio nazionale e poi anche oltre confine,
dal Giappone ai mercati arabi, da Francia a Malta, fino agli Stati
Uniti.
Nardelli è una realtà del Made in Italy legata ad una tradizione
artigianale della lavorazione dei metalli nobili e delle pietre
preziose.
Al gruppo, fanno capo il marchio Nardelli Gioielli, con alle spalle 30 anni di
PUNTI DI FORZA DEL BRAND NARDELLI
attività e la giovane Nardelli Luxury, nata nel 2005, la quale svolge attività
- QUALITA’
- CREATIVITA’
di produzione di bijoux e orologi fashion, licenziataria del brand Liu Jo Luxury
- ITALIANITA’ DEL CICLO PRODUTTIVO
(estensione del brand verso un comparto diverso dal core business).
- MADE IN ITALY (progettazione/realizzazione)
- PRECURSORE MATRIMONIO MODA-GIOIELLO: il marchio è riuscito a consolidarsi nel mondo del lusso e
della gioielleria, intuendo i cambiamenti del settore gioielleria e del suo approssimarsi al mondo della moda! 
“indirizzata verso segmenti fashion style con Nardelli Luxury”
Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli III
Come abbiamo ampiamente trattato nel corso di questo studio, il mondo della falsificazione e della contraffazione,
da sempre, è parte integrante anche del mondo della gioielleria.
Purtroppo anche la Nardelli Gioielli subisce questa drammatica piaga
La Nardelli Gioielli ha dato l’incarico ad un apposito Istituto di Ricerca Investigativa che nel dettaglio si
occupa della “Tutela contro la contraffazione di marchi e brevetti”: difesa dell'immagine commerciale
dell'azienda intesa come salvaguardia del marchio di fabbrica o dei modelli realizzati.
Nel dettaglio l’Istituto esegue:
• accertamento dell'effettiva violazione del diritto di marchio tutelato o modello;
• acquisizione delle prove relative alla violazione per un loro utilizzo in sede penale o civile;
Per la Nardelli Gioielli, affidarsi ad un’agenzia permette i seguenti vantaggi:
• l'accertamento del falso, l'attivazione delle forze di polizia e l'eventuale sollecitazione dell'autorità giudiziaria
sono immediati;
Ciò infatti elimina il rischio della scomparsa del corpo del reato e garantisce il reale smantellamento
dell'organizzazione truffaldina;
• continuo feedback di informazioni circa gli sviluppi della vicenda in merito all'intervento delle forze
dell'ordine e all'iter giudiziario;
• continua attività investigativa permette di delineare una "mappa" dei luoghi di produzione e
commercializzazione dei prodotti contraffatti e di definire la portata del fenomeno contraffattorio che la
riguarda.
Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli IV
In particolar modo sono state oggetto di contraffazione, le linee:
 Sunsation
 Fames of Passion
Pendente decisamente esclusivo e ricercato, lanciato
in occasione della Festa di San Valentino.
Tempestato di diamanti, in oro rosso, bianco e giallo
Splendidi soli in oro e diamanti che vanta di una
lavorazione artigianale tutta Made in Italy
Il procedimento di falsificazione è molto semplice, in quanto si può acquistare presso
qualsiasi rivenditore Nardelli il gioiello che si intende imitare e su di esso si viene fatto
uno stampo tramite due tappi di cera che ricopiano tutte le fattezze estetiche specifiche
del gioiello
Tra notorietà ed imitazione esiste un rapporto di proporzionalità diretta, infatti i brand
più conosciuti e famosi sono più facilmente oggetto di contraffazione.
All’apparenza il prodotto può sembrare
originale, ma se si vede al suo interno nel
caso di anelli o nel retro nel caso di pendenti,
orecchini e bracciali non è presente per ovvi
motivi il marchio di fabbrica che attesta per
l’appunto l’originalità del prodotto.
1. così il MARCHIO DI FABBRICA rappresenta un valido strumento per
limitare il fenomeno della contraffazione così come il CERTIFICATO DI
GARANZIA (Nardelli rilascia un certificato che attesta originalità del
prodotto, garantendo da qualsiasi difetto eventuale di fabbricazione e di
purezza dell’oro e delle pietre utilizzate per la sua realizzazione).
Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli V
2. Altro elemento fondamentale è il PACKAGING (ogni monile ne è fornito)
 I prodotti hanno un packaging funzionale, che al tempo stesso identificano il
gioiello Nardelli. L’azienda vende l’oggetto ma anche l’involucro firmato in ogni
sua parte. Un oggetto Nardelli senza packaging è al 99% contraffatto!
3. Una buona attività di prevenzione è quella di un’attenta ANALISI SUL TERRITORIO
tramite apposite agenzie e soprattutto al tempo stesso la Nardelli cerca di fornire
al prodotto caratteristiche particolari che lo contraddistinguono e ne rendono
difficile l’imitazione.
4. L’impresa impiega concretamente le sue forze per difendersi dagli innumerevoli casi di violazione dei diritti di
proprietà intellettuale, REGISTRANDO I SUOI MARCHI, investe inoltre nelle DOMANDE DI BREVETTO cercando inoltre
di garantire l’unicità dei suoi articoli.
Dato che i marchi sono legalmente registrarti, ogni volta lo si ritenga utile e necessario, l’impresa può
comunque intervenire a livello giuridico contro chi utilizza indebitamente ciò che è legalmente protetto.
5. Altro punto di lotta per la Nardelli, è la vendita del proprio prodotto ATTRAVERSO NEGOZI “CONCESSONARI”.
 I negozi concessionari sono altamente selezionati dall’azienda, infatti la Nardelli sceglie accuratamente il
proprio commerciante di fiducia (selezione a monte); inoltre verifica che non ci siano casi di commercianti in
malafede, che mettano in commercio monili contraffatti (in parte o del tutto) mandando ad acquistare pdt.
 La Nardelli, ha provveduto, nel tempo a togliere alcune concessioni (tre) a commercianti al dettaglio che
avevano fatto contraffare il prodotto.
6. Inoltre, sempre per evitare la contraffazione del proprio prodotto, la Nardelli sta puntando sul MONOMARCA, cioè
con prodotti facenti capo ad un unico brand (primo: Sunsation-Capri), dove la fedeltà al brand è fondamentale.
7. Sempre a tutela di ogni forma di protezione anti contraffazione si stanno studiando APPLICAZIONI APPLE e di vendita
e-commerce.
Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli VI
Nardelli Luxury (corporate specializzata nell’abbinamento moda-gioiello), del gruppo Nardelli, ha ottenuto dalla
Liu•Jo la licenza per la fabbricazione e commercializzazione dei accessori in oro, argento ed orologi.
 L’intesa con Liu•Jo nasce dalla ricerca di nuovi segmenti di mercato fashion-style.
 La partnership: Liu•Jo Luxury, ha portato all’abbinamento fra moda e gioiello
ha reso disponibile una rete distributiva formata da punti vendita monomarca oltre
che dalle gioiellerie.
 Con il brand Liu•Jo Luxury sono state lanciate, con successo, le linee di gioielli in
argento Jewels Collection e gli orologi Color Time Collection
Ma ciò non ha limitato di certo i
gravi danni della contraffazione,
che l’azienda ha subito, nel reparto
orologi Liu•Jo Luxury, per quando
riguarda la collezione Color Time.
Il settore dell’orologeria è stato, negli ultimi anni, sempre più
soggetto a fenomeni di contraffazione:  si tratta di un settore
invitante per i contraffattori, i quali prendono di mira quei
prodotti, che hanno maggiore diffusione/richiesta sul mercato
(come è accaduto per la linea Color Time andato sold out tre
settimane dopo il lancio).
Gli orologi Color Time sono stati copiati illegalmente provocando una
contraffazione sia di marchio che di modello  copiati interamente non solo
nel prodotto in quando orologio, ma anche nel suo packaging
Basilari le azioni messe in atto dall’azienda per contrastare il fenomeno…
Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli VII
1. Sensibilizzazione della rete vendita Nardelli Liu•Jo Luxury sul problema della contraffazione.
2. Sensibilizzazione dei clienti finali, mediante una attività di ufficio stampa sulle peculiarità degli orologi Liu•Jo Luxury, in modo
da far percepire in maniera chiara l’originale dal falso.
3. Attivazione di una agenzia investigativa “Carpinvest Group”, che tiene costantemente monitorato il mercato per conto della
Nardelli Liu•Jo Luxury.
4. Adozione di un ologramma sugli orologi che rende facilmente distinguibili gli originali dai falsi.
 Per certificarne l’autenticità, sugli orologi verrà applicato un ologramma sul fondo della cassa e nella garanzia dell’orologio
e fornito con un packaging dedicato.
5. Iscrizione ad Assorologi, in modo da entrare a far parte di un poule di aziende che contrastano il fenomeno per scambiarsi
impressioni, strategie, trovare soluzioni comuni (network di associazioni per debellare il problema in maniera congiunta).
Fondamentale è il piano di difesa messo in atto da “Carpinvest Group”  Al fine di elaborare una Brand Protection
Strategy, Liu•Jo Luxury si è affidata a “Carpinvest Group” per contrastare la contraffazione dei prodotti a brand Liu•Jo
Luxury.
Il piano di difesa ha permesso a Liu•Jo di massimizzare i profitti della gestione delle proprie licenze, ma è
risultato un valido aiuto di collaborazione per il mantenimento di un mercato il più possibile scevro della
presenza di articoli contraffatti.
 L’impegno di Carpinvest Group, è stato quello di conseguire risultai mirati nell’immediato ed un importante effetto
preventivo nel lungo periodo, distinguendo in 2 fasi la strategia di contrasto al fenomeno contraffattivo:
•Short term plan: finalizzato a debellare il fenomeno on the spot emersi il relazione al centro “Il Tarì” (il più grosso
centro Orafo del meridione) ed a perseguire gli illeciti rilevati nella rete commerciale, anche presso altri centri e
rivenditori.
Questo rappresenta il primo passo per dare un forte segnale di presenza e interesse da parte del management Liu•Jo.
•Long term plan: finalizzato alla prevenzione ed alla lotta alla contraffazione nel medio e lungo periodo.
Considerazioni finali
La contraffazione è un fenomeno molto dannoso per l’economia dell’Italia che con il “Made in Italy” ha sempre
fatto della qualità della sua produzione il suo “fiore all’occhiello”; ma tuttavia in una società sempre più globalizzata
è anche inevitabile ma di certo pericoloso (aziende/stato/persone).
In un tempo segnato dal ritorno all’attenzione all’economia reale, sarebbe strano lasciare che il Made in Italy, venga
corroso dalle diverse forme di contraffazione, infatti abbiamo visto, come la lotta alla contraffazione debba essere
realizzata tramite la protezione giuridica del Made in Italy e la tutela della proprietà industriale.
E’ fondamentale "difendere il proprio marchio" in tutti i settori e soprattutto in oreficeria. Un prodotto orafo, è
tutelabile tramite la registrazione del marchio, che garantisce il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale fornendo
al titolare gli strumenti idonei a tutelare con estrema efficacia e prontezza i propri prodotti, offrendo un valido
strumento di difesa verso chi utilizza illecitamente il proprio marchio.
Abbiamo visto che nel caso della contraffazione nell’oro è bene che il consumatore sia a conoscenza della “doppia
punzonatura obbligatoria” e che in mancanza della stessa egli si troverà innanzi un prezioso che al 99% sarà
contraffatto.
Inoltre nel caso delle gemme, la contraffazione è più difficile da riconoscere e la migliore risposta risede a mio
avviso nella qualità del servizio offerto al cliente finale e nella formazione degli operatori. Infatti solo lo studio della
gemmologia e l’aggiornamento continuo permette di andare contro la contraffazione, così come si evolve la
contraffazione è fondamentale sviluppare competenze specifiche a riguardo.
Abbiamo trattato il caso del settore orafo, straordinario esempio del manifatturiero-moda Made in Italy e di
come la contraffazione si ripercuota negativamente sullo stesso e sull’originalità di aziende che puntano
sulla qualità e rarità dei propri prodotti.
La Nardelli è l’esempio per eccellenza di come sia importante oggi affermarsi tramite politiche di
branding. Infatti oggi il mondo della gioielleria è quasi totalmente brandizzato perdendo il bene di rifugio e
di investimento che aveva in passato, ma è ciò che il pubblico vuole e oggi solo grazie ad aziende come
Tiffany, Cartier, Nardelli e tante altre che gli utenti finali sono arrivati a conoscere e desiderare gioielli con
gemme che non siano i classici diamanti, zaffiro e rubino ma anche tante altre di eccezionale bellezza e
rarità.
La risposta alla contraffazione deve essere vista come un dovere, così come fa la Nardelli, l’impegno verso
il cliente è di sviluppare al massimo il valore dei marchi per fidelizzarlo. Credo sia fondamentale per la
stessa mantenere la sua produzione in Italia (in Campania), per continuare nel suo successo e per essere
percepita come Made in Italy, infatti l’azienda ha rafforzato i suoi insediamenti nei centri orafi Tarì e
Oromare, piuttosto che delocalizzare in Paesi dell’est, ha aperto il suo primo negozio monomarca a Capri
(simbolo lusso e immagine Made in Naples).
In risposta alla contraffazione l’azienda potrebbe a mio parere, apportare costante variazioni al design sui
prodotti maggiormente colpiti dal fenomeno, e adottare una maggiore apertura verso la tematica.
La Nardelli non predilige campagne di comunicazione dedicate al tema, ma fa leva sulla valorizzazione della
qualità dei prodotti. La comunicazione a livello mediatico viene evitata, ma io credo che pur attuando
importanti azioni di difesa come la stessa fa, sia fondamentale un’azione educativa e informativa verso “i
molti italiani” che acquistano merce contraffatta. Certamente i sequestri e le leggi sono fondamentali ma non
possono essere i soli strumenti per combattere il mercato del falso.
L’impresa deve comprendere la gravità del fenomeno, riconoscersi come bersaglio diretto, deve agire
preventivamente e non solo a posteriori, contrastare la contraffazione significa riuscire ad aumentare il valore
distintivo del prodotto incentivandone il suo acquisto nella versione originale. Ma solo informando il
consumatore finale sulle reali minacce e sulla gravità del fenomeno si potrà educarlo e portarlo a compiere
scelte eticamente corrette.
…Concludo il lavoro con la speranza di aver costruito un
percorso logico, che offra elementi di discussione
sull’importanza e sulla complessità del tema elaborato…
“GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE”
Dott.ssa Riggio Maria Teresa
Cellulare: 328-5955582
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