FACOLTA’ DI ECONOMIA Corso di Laurea in Marketing and Retail Management MADE IN ITALY E SETTORE ORAFO: il fenomeno della contraffazione DIRITTO DELLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE Professor: Dott. Aldo Fittante Assistente: Dott. Marco Mazzarisi Studente: Dott.ssa Riggio Maria Teresa Con la collaborazione del: Dott. Giovanni Lepre ANNO ACCADEMICO 2010/2011 Introduzione al lavoro MADE IN ITALY E IL FENOMENO STRUMENTI DI TUTELA PER CHI FENOMENO CONTRAFFAZIONE EFFETTUA LA CONTRAFFAZIONE NEL SETTORE ORAFO DELLA CONTRAFFAZIONE • eleganza, professionalità, intuito, creatività, capacità imprenditoriale • è un marchio che si nutre di tutto ciò che rende il nostro Paese unico e apprezzato nel mondo La sua tutela riveste un significato e importanza nazionali, non possiamo permetterci che il Made in Italy, venga corroso e squalificato dalle diverse forme di contraffazione “Disciplina giuridica del marchio”: • il marchio e le sue funzioni, • segni suscettibili di registrazione come marchio, • l’estensione territoriale e la capacità distintiva del marchio, • la procedura di registrazione del marchio. Aziende legate “tradizione E’ dunque fondamentale difendere e artigianale” successo branding valorizzare questa nostra ricchezza “L’affermazione del branding è la strada più lineare che un’azienda orafa può intraprendere!” La lotta alla contraffazione deve essere realizzata attraverso: Lo sviluppo della tutela della proprietà industriale Il potenziamento della protezione giuridica del “Made in Italy” • uno dei più importanti pilastri del manifatturiero-moda Made in Italy • sintesi di dinamismo imprenditoriale, di creatività, di valore estetico • il successo del settore è il risultato di un mix di efficienza produttiva e di qualità e originalità del prodotto • ITALIAcapacità di produrre bellezza, preziosità, glamour, con le abilità dell’ alto artigianato La leadership mondiale del settore orafo è minata da fenomeni, quali la “contraffazione” (Oro e altri metalli preziosi – Pietre preziose ) I cambiamenti nel sistema economico internazionale, il progresso tecnologico, la globalizzazione dei mercati ed i mutamenti della domanda d’acquisto, sono i fattori che stanno sottoponendo, il settore orafo a notevoli pressioni. Esempio Nardelli Group Agenda Made in Italy e il fenomeno della contraffazione Strumenti di tutela per chi effettua la contraffazione Fenomeno della contraffazione nel settore orafo Considerazioni personali Made in Italy e la sua tutela Made in Italy, evoca non solo un’indicazione geografica, ma anche un insieme di valori: qualità in cui si fondono tradizione, vocazioni originarie, territorio, innovazione, creatività, tecnologia, design. Il nostro Paese eccelle in 4 macroaree produttive, le c.d. 4 “A”: • Abbigliamento e sistema-persona • Arredo e sistema-casa ‘08 138 mlrd € , 56% valore aggiunto complessivo • Agroalimentare manifatturiero dell’Italia • Automazione Il sistema manifatturiero italiano è fra i 1° Europa, 2° a quello tedesco, e davanti alla Francia e al Regno Unito. Successo confermato dai dati export 2010: extra-UE + 12,5%; intra-UE + 11% Innovazione Sviluppo competenze Design Made in Italy “differenziazione qualitativa” SISTEMA ITALIA sta però vivendo un periodo di difficoltà: le nuove sfide della globalizzazione tra cui spicca “crescente concorrenza di paesi asiatici” nella produzione manifatturiera (l’Italia è specializzata). Dal 1993 ad oggi “perde quota di mercato” in settori dove la stessa occupava leadership mondiale (es. abbigliamento, gioielleria, beni casa..); “danno di immagine”, svalutando il valore aggiunto nel marchio. Pdt e risorse umane Materie prime Imprese Come tutelare la qualità del Made in Italy? IL MADE IN ITALY va protetto Contraffazione I Costa alle aziende italiane 50 mlrd di Euro all’anno (16 mila Euro a impresa), ‘09 la Guardia di Finanza ha sequestrato 112 mln di pezzi contraffatti e segnalato oltre 15 mila persone a vario titolo coinvolte, 7,1 mlrd di euro il valore del falso in Italia, 5 mlrd di euro il valore delle perdite per il bilancio dello Stato (mancate entrate fiscali), 70% “italiani” acquistano merci contraffatte, Secondo i dati elaborati dal W.T.O: si stima che il commercio dei falsi raggiunga il 10% degli scambi mondiali, per un valore pari a 450 miliardi di dollari. Chi è danneggiato dalla contraffazione? LE PERSONE LE AZIENDE SALUTE LO STATO CONCORRENZA SLEALE ENTRATE TRIBUTARIE OCCUPAZIONE VALORE DEL PRODOTTO SICUREZZA SFRUTTAM. MANO D’OPERA SICUREZZA PUBBLICA UN REATO DI FURTO PIU’ GRAVE DI UNA SEMPLICE APPROPIAZIONE INDEBITA La contraffazione colpisce ad “ampio raggio” centrando più bersagli in contemporanea Contraffazione II Nell’accordo TRIPS (WTO), esistono due definizioni per quanto riguarda la merce contraffatta e usurpativa: counterfeit trademark goods e di pyrated copyright goods. MERCI CONTRAFFATTEsulle quali sia stato apposto (senza autorizzazione) un marchio non distinguibile da quello validamente registrato in violazione dei diritti del titolare. Merci che recano un marchio uguale/simile ad un marchio legalmente registrato. L’articolo 473 del codice penale, punisce la contraffazione e l’alterazione del marchio altrui e l’uso di marchi alterati e contraffatti. Contraffazione = riproduzione integrale (emblematica/denominativa) di un marchio e/o segno distintivo; L’alterazione = riproduzione parziale ma tale da confondersi con il marchio originario e/o segno distintivo. Il nostro Paese: è il 1° produttore di merce contraffatta in Europa e il 3° nel mondo, è il 1° Paese nell’Europa dei paesi avanzati per diffusione del fenomeno del lavoro irregolare (12% del totale occupati), evasione fiscale (17% del PIL), e dimensione dell’industria del falso. Fonte: Amministrazione Federale delle Dogane (AFD), 2009 I luoghi di maggiore produzione + 50% proviene dal Sud-Est asiatico. La destinazione è per il 60% U.E, per il 40% il resto del mondo. Contraffazione III marchi INDICAZIONE D’ORIGINE Opere protette da diritti d’autore Invenzioni protette da brevetto Design - controlli + scambi, facilitando il traffico e lo smercio di prodotti falsi. Si è diffuso così l’uso di varie indicazioni d’origine false (Made in Italy), non manca chi si appropria “denominazione” per collocare prodotti, imitazioni, per guadagnarci. Lo sforzo di diversi soggetti istituzionali nell’elaborare strategie per contrastare questo fenomeno si esprime nel dibattito aperto sulla proprietà intellettuale e sull'indicazione obbligatoria del paese di provenienza per tutte le merci in arrivo in Europa. La “lotta alla contraffazione” deve essere realizzata attraverso: Il potenziamento della protezione giuridica del “Made in Italy”, Lo sviluppo della tutela della proprietà industriale. Protezione giuridica Made in Italy I è stata oggetto di numerosi interventi normativi, nati con l’obiettivo di dare una stretta agli abusi di coloro che competono slealmente sul mercato e non dichiarano in modo trasparente il luogo d’origine delle proprie produzioni. dibattito attualmente in corso e alcuni atti sono ancora in itinere. Art. 4 co.49 della L. n.350/2003 (Finanziaria 2004) che ha esteso l'applicazione dell'art. 517 c.p. alle attività d’importazione, esportazione e commercializzazione di prodotti recanti false o fallaci indicazioni di provenienza, attribuendo per la prima volta a queste l’ipotesi di reato penale. Legge n.99/2009, ha inserito diverse norme per il rafforzamento della contraffazione prevedendo ulteriori inasprimenti quali: sanzioni più severe, confisca obbligatoria della merce; all'art. 17 reca una modifica dell'art. 4 co.49 della L. n. 350/2003, introducendo il principio per cui i prodotti importati recanti marchi italiani dovrebbero indicare in modo chiaro il luogo di produzione o di fabbricazione, così da evitare “qualsiasi errore sulla loro effettiva origine estera”. L’art. 17 della L. n.99/2009 è stato abrogato D.L. 135/2009 (Convertito nella L.166 del 20 novembre 2009). ha reintrodotto la possibilità di sanare sul piano amministrativo la falsa e fallace indicazione attraverso, rispettivamente l’esatta indicazione dell’origine e o l’asportazione della stampigliatura “Made in Italy” o di quant’altro induca a ritenere che il prodotto sia italiano. La vera novità introdotta dal D.L. 135/2009 consiste nell’aver chiarito cosa debba intendersi per “100% Made in Italy”; si contemplano tre condotte oggetto di sanzione: l'uso di indicazioni di vendita che presentino il prodotto come interamente realizzato in Italia la falsa indicazione di origine la fallace indicazione di provenienza Protezione giuridica Made in Italy II Il decreto è stato convertito nella legge n.166 del 20/11/2009, il cui testo definisce come ''realizzato interamente in Italia il prodotto o la merce classificabile come Made in Italy ai sensi della normativa vigente e per il quale il disegno, la progettazione, la lavorazione ed il confezionamento sono compiuti esclusivamente su territorio italiano''. Viene così introdotta una sorta di super-certificazione Made in Italy Tendenza a DELOCALIZZARE la produzione “outsourcing” contrassegnare, con l’indicazione “Made in Italy”, prodotti integralmente realizzati in Paesi extracomunitari (danno per ec./immagine). Il 17 marzo 2010 è stata approvata la c.d. legge sul Made in Italy (L. n.55/2010). L’entrata in vigore è stata congelata con una direttiva del presidente del Consiglio in data 30 settembre 2010. Il disegno di legge, si propone di rafforzare la tutela del “Made in Italy”, (concernente la commercializzazione di prodotti tessili, calzaturieri e di pelletteria), istituendo un sistema di etichettatura e tracciabilità obbligatoria. • la denominazione “Made in Italy” potrà essere utilizzata solamente per i prodotti finiti; • il processo di lavorazione dovrà essere svolto nel territorio dello stato italiano per almeno due delle fasi di lavorazione (2/4 per tessili e calzaturiero o 2/5 nella pelletteria), “criterio della doppia lavorazione prevalente”; • siano presenti indicazioni di conformità alle normative in materia di lavoro ed escluso l’impiego della manodopera minorile; • via sia una certificazione di igiene e sicurezza dei prodotti; • vi sia il rispetto della normativa europea e degli accordi internazionali in materia ambientale. Tutela Proprietà Industriale I Ha un valore fondamentale per il rafforzamento del “Made in Italy”… La necessità di arginare “la contraffazione” ha indotto il legislatore a: 1) predisporre il Codice della P.I. (D. Lgs.vo n. 30 del 2005); 2) istituire le Sezioni Specializzate per la Proprietà Industriale ed Intellettuale; 3) riforma del Codice della P.I. (adottato con D.Lgs.vo del 13 agosto n. 131/2010). 1) Costituisce un Testo Unico sulla P.I. In particolare esso ha portato: al razionale riassetto della disciplina della P.I.; alla semplificazione normativa ed coordinamento delle fonti nazionali e comunitarie; all'ampliamento della tutela riservata alla P.I.; alla ridefinizione delle competenze dell’U.I.B.M. 2) Quale giudice specificamente competente a conoscere del contenzioso industrialistico (trovando compiuta normativa con l’ emanazione Codice P.I). da +160 tribunali (sezioni distaccate) e quasi 30 Corti d’Appello 12 Tribunali e altrettante Corti d’Appello ( > competenza in materia). scelta operata ’03, rafforzamento della reazione giudiziaria in sede civile contro la contraffazione. 3) Obiettivi della Riforma del Codice della P.I. sono: armonizzazione della normativa nazionale con la normativa comunitaria ed internazionale; semplificazione ed eliminazione delle imprecisioni terminologiche. agevola l'attività della Direzione Generale per la lotta alla contraffazione – Ufficio italiano brevetti e marchi e produce effetti positivi sull’intero comparto della proprietà industriale. Strumenti di tutela per chi effettua la contraffazione I diritti di proprietà intellettuale acquisiscono sempre più importanza come strumenti di promozione della crescita economica tutelano i titolari, gli investitori, gli ideatori e gli artisti consentendo loro di sfruttare commercialmente le loro creazioni… Il problema della contraffazione è in crescente ampiezza ed estensione. La gravità della contraffazione ha raggiunto livelli non più tollerabili, producendo perdite economiche rilevanti e danneggiando la reputazione dei titolari dei marchi. “ La disciplina giuridica del marchio” IL MARCHIO E LE SUE FUNZIONI SEGNI SUSCETTIBILI DI REGISTRAZIONE L’ESTENSIONE TERRITORIALE E LA SUA CAPACITA’ DISTINTIVA LA PROCEDURA DI REGISTRAZIONE Il marchio e le sue funzioni l brand racchiude il presente, il bene primario passato e il futuro di un’azienda… perno azienda immagine strategie marketing veicolo comunic. identifica distingue identità È definito come un segno distintivo, che ha lo scopo di comunicare un messaggio (identificando/distinguendo i pdt/svz) i messaggi veicolati sono molteplici e con diverse funzioni: • una funzione distintiva; • una funzione di indicazione di origine e provenienza; • una funzione di garanzia di un determinato “standard qualitativo”; • una funzione “pubblicitaria”, legata all’effetto suggestivo che il segno costituisce nel pubblico di consumatori. funzione privilegiata Un brand celebre possiede un potere evocativo elevato, è oggetto di ingenti investimenti e negoziazioni di valore economico elevato (+ valore + celebrità). Il valore che ne deriva (prescinde dai pdt/svz per i quali viene utilizzato) ha generato l’esigenza di estenderne la tutela giuridica, qualificando come illecito, e sanzionando come illegittimo, l’uso del marchio celebre o di un marchio simile anche per contraddistinguere prodotti o servizi appartenenti ad un settore merceologico diverso (titolare con una garanzia di esclusiva nello sfruttamento del valore di avviamento). Ciò ha determinato il proliferare del contratto di merchandising. Segni suscettibili di registrazione La possibilità di essere registrati come marchi è riconosciuta dalla legge ai segni che possiedono: la possibilità di essere RAPPRESENTATI GRAFICAMENTE; la CAPACITA’ DISTINTIVA. La nostra normativa, come del resto quella comunitaria, contiene una elencazione dei segni suscettibili di essere registrati come marchi: lettere, figure, firme, cifre, forme (pdt/confezioni), suoni rappresentabili graficamente, combinazioni o tonalità di colore. L’impossibilità di rappresentazione grafica e la carenza di carattere distintivo sopra evidenziati rendono un segno inidoneo alla registrazione, e costituiscono altrettanti “impedimenti assoluti” alla registrazione. NULLITA’ DEL MARCHIO quando un segno sia: sia contrario alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume, sia recettivo o ingannevole (alla natura, provenienza geografica, qualità pdt/svz), sia di uso comune (vada ad identificarsi con la denominazione generica del pdt/svz o meramente descrittivi della specie, valore, qualità…), il cui utilizzo integri la violazione di diritto di proprietà industriale di cui altri è titolare, sia tale da fungere soltanto da designazione di una caratteristica del prodotto o servizio o da indicazione descrittiva degli stessi. Altro requisito di registrabilità del marhio NOVITA’ (non vi siano diritti anteriori di terzi titolari). L’assenza di tale requisito determina “impedimento relativo” Importante della RICERCA D’ANTERIORITA’ Estensione territoriale La registrazione di un marchio può essere effettuata in sede nazionale, comunitaria ed internazionale. La registrazione ha un’ “efficacia limitata” all’ambito territoriale che si è scelto. MARCHIO NAZIONALE Efficacia nel territorio dello Stato, sarà regolata dalle sue leggi L’attuale economia largamente globalizzata rende scarsa una tutela limitata ai confini di un solo Paese, al titolare non è consentito opporsi alla registrazione/uso al di fuori di tale territorio… MARCHIO COMUNITARIO validità-effiaciaprotezione unitaria in tutti Stati U.E. “accesso facilitato”: usufruisce di una procedura unitaria, anziché quelle previste dai singoli sistemi nazionali “riduzione costi registrazione”: unica tassa di registrazione, anziché cumulo tasse per le singole registrazioni nazionali (27paesi) “validità ed efficacia unitarie”: unica normativa che disciplina l’istituto in tutti i paesi U.E. MARCHIO INTERNAZIONALE Convenz.Internazionali – accordo Madrid 1967, protocollo 1989 - Possibile estendere registrazione nazionale in Stati diversi da quello di origine (aderito convenzione) accesso alla tutela riduzione costi Attribuisce al titolare tutti i diritti conferiti dalla singole registrazioni nazionali in base alle leggi vigenti in ciascun Paese La scelta è dettata dalle esigenze di ciascuna azienda, in base ai paesi nei quali intende sviluppare il proprio mercato e commercializzare i propri prodotti “usufruendo in esclusiva dell’utilizzo del suo marchio”. Capacità distintiva I Il requisito del carattere distintivo di un marchio inteso come capacità di distinguere in concreto i prodotti o servizi di un’impresa da quelli provenienti da altri imprenditori. condotto in relazione ai prodotti e servizi indicati nella domanda di registrazione e alla percezione/valutazione che il pubblico di tali prodotti e servizi ha del marchio. Registrando come marchio una parola che poco si discosta dalla denominazione generica del prodotto, oltre a una scarsa capacità distintiva, avrà una protezione giuridica ridotta Marchi forti + c.d. Marchi deboli - c.d. Marchi di fantasia Tanto meno è descrittivo del prodotto o servizio offerto dall’azienda! Il marchio patronimico è un marchio forte, perché concettualmente distinto dal prodotto che contraddistingue. + capacità/tutela Marchi arbitrari Marchi suggestivi Marchi descrittivi - capacità/tutela Marchi generici Capacità distintiva II MARCHI INDIVIDUALI DI NOTEVOLE RILIEVO LA DISTINZIONA TRA: MARCHI COLLETTIVI Titolari dei marchi collettivi sono i soggetti che “svolgono la funzione di garantire l’origine, la natura o la qualità di determinati prodotti o servizi” Non utilizzano il loro marchio ma ne consentono l’uso ad imprenditori (produttori/commercianti che ne facciano richiesta). FUNZIONE DI CONTROLLO dell’esistenza: dei requisiti per ottenere la concessione d’uso del rispetto di fabbricazione e di garanzia di qualità per mantenerne il diritto d’uso Può contenere dei nomi geografici (provenienza geografica) Esempio di marchio collettivo: Made in Italy Si presta ad essere uno strumento di tutela del Made in Italy, con un beneficio per tutti gli operatori economici dei settori nei quali esso viene ad essere utilizzato. Può essere registrato da Enti/Associazioni (con il fine di…) pur rimanendo in concorrenza tra loro, ricaveranno “benefici”, potendo affiancare al loro marchio di impresa “una certificazione di qualtà” Le aziende consapevoli dei rischi di imitazione/falsificazione devono difendersi: “registrando il proprio marchio” permette al titolare di “agire in giudizio nei confronti di chi fa uso del proprio marchio o di uno simile senza dover provare la validità del proprio marchio e l’esistenza degli elementi costitutivi (in quanto la registrazione li presume sussistenti)”. Procedura di registrazione… Procedura di registrazione I La registrazione di un marchio, può essere ottenuta da chi lo utilizzi o si proponga di farlo: nella fabbricazione o nel commercio di prodotti; nella prestazione di servizi della propria impresa. E’ necessario che la richiesta di tutela del marchio avvenga nella classe appropriata - sulla base della classificazione internazionale dei pdt/svz fissata dall’Accordo di Nizza - pertinenti all’attività, con i prodotti e i servizi per i quali si registra il marchio dell’impresa. Si possono individuare 4 livelli di copertura geografica per un marchio: nazionale, presso l’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi), ma può anche essere inoltrata all’UIBM anche tramite gli Uffici provinciali dell’Industria, Commercio e Artigianato (U.P.I.C.A.), tramite le Camere di Commercio dei capoluoghi di provincia, oppure inviata all’UIBM a mezzo raccomandata a/r. territoriale (ad esempio l’Ufficio del Benelux dei marchi); europeo, presso l’UAMI (l’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno); internazionale, presso la WIPO (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale). Il marchio (sia comunitario che nazionale) può essere rinnovato ogni 10 anni un numero indefinito di volte a fronte di una tassa supplementare. La registrazione attribuisce diritti assoluti ed esclusivi: di usare il marchio/vietare a terzi l’uso di un marchio identico o simile (o non affini nel caso marchio celebre). L’uso da parte di terzi è consentito con contratti di cessione, licenza o merchandising. Fenomeno della contraffazione nel settore orafo Settore orafo-argentiero-gioielliero italiano rappresenta: uno dei più importanti pilastri del manifatturiero-moda Made in Italy, comparto rappresentativo di quel modello italiano, che tanto ha contribuito allo sviluppo industriale del nostro paese, un modello che si fonda sulla straordinaria vitalità di imprese medio-piccole, al cui successo concorrono virtù tipicamente italiane quali l’imprenditorialità, il senso artistico ed il “saper fare artigianale”. sintesi di dinamismo imprenditoriale, creatività, valore estetico… “mix efficienza produttiva, qualità e originalità del prodotto“... ‘09 Federorafi, sottolinea come il settore rappresenti uno dei più rilevanti pilastri del manifatturiero-moda in Italy con: • 11.421 aziende produttrici (in media di 4,5 dipendenti per azienda), • 26 mila aziende distributive, • 123 mila addetti (produzione/distribuzione). L’Italia mantiene da sempre le prime posizioni per l’inventiva e la perizia degli orafi, per l’originalità e la fantasia dei disegnatori, per l’eleganza e la varietà dei modelli, per l’accuratezza delle rifiniture assicurata da un’antica tradizione artigianale. Ha da sempre rappresentato uno dei comparti manifatturieri trainanti nella promozione del Made in Italy nel mondo… Vedremo anche ciò nonostante, la “leadership mondiale” è minata da fenomeni, quali la “contraffazione” I cambiamenti nel sistema economico internazionale, il progresso tecnologico, la globalizzazione, i mutamenti della domanda d’acquisto, sono alcuni dei fattori che stanno sottoponendo il settore a notevoli pressioni Situazione quadro nazionale-internazionale Il settore ormai da 10 anni è entrato in una fase di crisi e il primato dell’Italia è minacciato dai competitors stranieri che stanno erodendo le nostre quote di mercato. L’industria orafo-argentiera italiana ha visto una perdita della domanda interna/estera (leadership) e della propria competitività tra i paesi produttori ed esportatori Il calo di fatturato del comparto orafo dipende da nuove tendenze giovanili: meno attratte dal gioiello, più attratti verso prodotti di informatica-telecomunicazioni-viaggi; prodotti costo medio-basso Ciò mette in discussione la fascia di reddito spendibile destinata al prodotto orafo. Trattandosi di beni voluttari il cui acquisto non è obbligato, le motivazioni di acquisto dipendono dalla funzione d’uso (ceto, età, cultura, valori, stile vita). Tale funzione d’uso è in evoluzione (da beni di rifugio/investimento a desiderio di soddisfare un senso estetico, “status symbol” con contenuti di design e moda) Nel ‘09 l’export del settore orafo italiano ha subito un - 23,1% in valore e - 7% in quantità Il consumo di gioielli in oro in Italia si è ridotto del 50% in dieci anni arrivando alle 41t del 2009 (fonte GFMS – Gold Survey 2010). Segnali di recupero provengono da ultimi dati: nel periodo gennaio-giugno 2010 l’export dei prodotti orafo-gioiellieri italiani segnano un + 26,67% su base annua, le importazioni + 48,92%. “Come vedremo nel corso del lavoro…la contraffazione” colpisce anche il settore orafo… Cerchiamo di capire quali sono le “GARANZIE A TUTELA DEL SETTORE” Garanzie contro la contraffazione oro-altri metalli preziosi I La normativa riguardante i titoli ed i marchi di identificazione dei metalli preziosi è stata riordinata dal D. Lgs. n.251/1999. I metalli preziosi di cui si tratta nella presente normativa sono: oro, argento, platino, palladio. I metalli preziosi, le loro leghe e gli oggetti in metallo prezioso devono portare impresso: marchio di identificazione del produttore o importatore. titolo in millesimi I titoli legali ammessi sono: Entrambi vanno impressi prima che le m.p. o gli oggetti vengano posti in • Per l’oro, 750 (18kt), 585 (14kt), 375 (9kt) millesimi; commercio. E’ vietato porre in vendita oggetti privi dell’indicazione del • Per l’argento, 925, 800 millesimi; • Per il platino, 950, 900, 850 millesimi; titolo e del marchio • Per il palladio, 950, 500 millesimi. Tutti coloro che producono o importano oggetti in metallo prezioso o vendono lingotti, verghe, laminati, profilati, semilavorati in genere in metallo prezioso, devono dotarsi del marchio di identificazione, iscrivendosi a registro degli assegnatari dei marchi tenuto presso le Camere di Commercio - Ufficio Metrico. Per ottenere la concessione del marchio occorre presentare domanda in bollo alla Camera di Commercio – Ufficio Metrico, la quale assegna il numero del marchio e fa eseguire le matrici con l’impronta del marchio (punzoni). Le imprese possono apporre sugli oggetti preziosi, oltre al marchio di identificazione, un proprio marchio tradizionale di fabbrica, previa istanza alla Camera di Commercio (può essere inserito nel punzone recante il marchio di identificazione) È inoltre consentito apporre sugli oggetti preziosi sigle identificative/nominativi, come nel caso di aziende che non dispongono di un proprio marchio di identificazione ma intendono comunque commercializzare oggetti con la propria Griffe, realizzati in laboratori autorizzati; anche in questo caso occorre darne comunicazione alla Camera di Commercio. Garanzie contro la contraffazione oro-altri metalli preziosi II PUNZONE PER IL MARCHIO DI IDENTIFICAZIONE DEI METALLI PREZIOSI 000AG Consiste in un’impronta identificativa (marchiatura del metallo), di forma e dimensioni definite contenente il: • Numero identificativo del produttore o dell’importatore; • La sigla della provincia dove questi risiede. • La sua realizzazione è ottenuta da una matrice custodita presso la Camera di Commercio. PUNZONE PER L’INDICAZIONE DEL TITOLO Tale strumento permette di apporre il titolo, espresso in millesimi, su una parte principale dell’oggetto (realizzabile solo nel rispetto delle forme e dimensioni stabilite). A differenza del punzone per il marchio d'identificazione, il punzone per il titolo non ha alcuna matrice depositata e può essere prodotto da qualunque ditta specializzata. Si ricorda che la messa in commercio di oggetti dal titolo inferiore a quello dichiarato, oltre alle sanzioni amministrative previste dall’art. 25 del Decreto 251/1999, configura il reato di frode nell’esercizio del commercio. Ricordiamo che gli oggetti privi dell’indicazione del titolo o del marchio sono passibili di sequestro da parte degli organi di controllo. Garanzie contro la contraffazione oro-altri metalli preziosi III Per conoscere la qualità dell'oro, è bene sapere che, secondo normative Europee, il gioiello deve riportare obbligatoriamente il titolo e il marchio identificativo del produttore (punzone indicante la provenienza e punzone indicante il titolo). Normativa italiana legge n.46 del 1968. se non c’è “doppia punzonatura” l’oggetto non è garantito! Titolo: si compra da fornitore orafo qualsiasi (libero commercio); Provenienza: Ufficio Metrico che da matrice a fabbriche autorizzate. Un produttore di oggetti preziosi può avvalersi della Certificazione Aggiuntiva rilasciata da Laboratori privati abilitati dalle Camere di Commercio o appartenenti alle stesse che, dopo aver effettuato il saggio su alcuni prodotti, rilasciano alle aziende interessate, una attestazione che rappresenta una ulteriore garanzia della qualità della produzione. Una caratura più bassa, falsa, può essere determinato solo con una prova, il saggio dell’oggetto (termine tecnico usato per l’analisi chimica di un materiale/oggetto). Il saggio garantisce che il contenuto di oro soddisfi i requisiti legali, in modo da proteggere il consumatore e garantire che produttori e rivenditori operino in condizioni di parità. Garanzie contro la contraffazione nelle gemme-pietre preziose I Per definizione chiamiamo gioielleria tutti gli oggetti in oro incastonati con gemme preziose... Si definisce gemma qualsiasi struttura minerale cristallizzata o micro cristallizzata, sia naturale che sintetica. La gemmologia in generale ci dà le basi per riconoscere le gemme apparentemente simili (Rubino e Granato rosso, per esempio), ed identificare gli abbellimenti (trattamenti che mirano a migliorare la qualità della gemma), i sintetici e gli artificiali. è di eccezionale qualità quando ha un colore vivace, non ha molte inclusioni è ben tagliata-sfaccetatta… Solo nel caso del Diamante si studia la classificazione di qualità dello stesso, in quanto si sono stabiliti, nel tempo, dei parametri di classificazione dette le 4C: Color-Colore, ClarityPurezza, Carat, Cut - Peso e qualità del taglio. Un diamante si può definire privo di inclusioni alla lente 10x ed il giudizio sul taglio è importantissimo. Le norme CIBJO ribadiscono più volte l’obbligo della massima trasparenza nel commercio dei diamanti, proibendo ogni espressione che possa trarre in inganno il compratore. Quando si parla di diamanti, senza ulteriori specificazioni, deve essere chiaro che si tratta di pietre interamente di origine naturale che non hanno subito alcun tipo di manipolazione ad eccezione delle operazioni di taglio. La contraffazione dell'oro può sicuramente avvenire più facilmente di quella delle gemme in quanto metallo, quindi più facile da trattare. In gemmologia, la contraffazione è sicuramente più difficile da attuare e di conseguenza da riconoscere. Purtroppo, la contraffazione e la manipolazione delle gemme sta diventando, in tutto il mondo, un problema serio che rischia di provocare pesanti ricadute di immagine anche sui professionisti più attenti. La migliore risposta risiede, a mio avviso, nella qualità del servizio offerto al cliente finale e nella formazione degli operatori e degli stessi consumatori. Garanzie contro la contraffazione nelle gemme-pietre preziose II I prodotti di laboratorio sono in continua evoluzione e miglioramento, ed i migliori sono oggi riconoscibili solo attraverso l'analisi delle inclusioni (per accellerare la crescita dei minerali sintetici si usano sostanze catalizzatrici che lasciano tracce “cristallizzazioni interne di altri minerali”). Il mondo dell'industria chimica che lavora sulle gemme è in continua evoluzione, ci sono delle aziende che producono e mettono sul mercato delle pietre preziose contraffatte (come alternativa più economica al naturale), Solo lo studio della gemmologia e l'aggiornamento continuo, permette oggi a seri operatori del settore, di garantire serietà e qualità contro la contraffazione. Il più serio e prestigioso in Italia è l'IGI - Istituto Gemmologico Italiano . A livello internazionale esiste un organo che controlla e stabilisce i parametri di qualità delle gemme ,e dei sistemi di analisi CJBIO TheWorld Jewellery Confederation. Il CISGEM -Centro Informazione e Servizi Gemmologici - altro istituto gemmologico convenzionato con la camera di commercio. Il GIA americano (Gemmologic Istitute of America), HRD belga (Hooge Rad voor Diamant), sono anch’essi fra i più prestigiosi. Esistono dei laboratori di analisi gemmologica, super partes, che analizzano e certificano le gemme e fanno costosissimi corsi di gemmologia. …Una gemma certificata da uno di questi istituti ha un valore aggiunto di garanzia e qualità… In ogni caso, oggi non esiste un garante che tuteli il consumatore finale su un incauto acquisto, motivo per il quale i consumatori si rivolgono sempre di più ai brand. Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli I L’affermazione di un brand è la strada più lineare che un’azienda orafa può intraprendere per cercare di vincere la sfida competitiva, in un contesto ormai divenuto sempre più globale permette di differenziarsi. L’industria orafa è caratterizzata dalla produzione di beni mediamente ad alto valore aggiunto, che soddisfano bisogni non primari dei consumatori poiché l’investimento da effettuare, è di solito piuttosto oneroso, il potenziale acquirente ha l’esigenza di fare riferimento a informazioni sufficienti a rassicurarlo circa la bontà dell’opzione prescelta. La marca, da sempre, è stato un fattore in certo modo tranquillizzante, ma nell’industria orafa, tuttavia, ha tardato a diffondersi… Le cose hanno subito una profonda trasformazione con il rivoluzionamento degli scenari internazionali dell’industria orafa; la perdita di posizioni del sistema Italia induce gli imprenditori a scelte decisive per la sopravvivenza della loro realtà AFFERMAZIONE DEL BRAND Il processo di democratizzazione del prodotto artigianato dalla materia preziosa è avvenuto nell’uso di materiali più leggeri, nello sviluppo di tecnologie di produzione di massa dei monili, nella stessa commistione di materia vile come l’acciaio con la materia preziosa, mix peraltro valorizzato dal ricorso a designer di alto profilo e da moderne strategie di marketing. La diffusione della marca come elemento di differenziazione di un prodotto, o di una collezione, si inquadra proprio in tale processo di democratizzazione. Oggi il mondo della gioielleria è quasi totalmente brandizzato, chi compra una marca paga un premium price rispetto a uno unbranded con pari caratteristiche. La marca fa le veci del vecchio rapporto cliente-gioielliere di fiducia! Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli II Oggi sempre di più, si fanno strada aziende italiane, legate a una tradizione artigianale, che hanno raggiunto il successo soprattutto grazie alla scelta di affermarsi tramite politiche di branding. Il gioiello italiano include artigianato, moda e design e questa diversità è senza dubbio un’opportunità. Opportunità sfruttata senza alcun dubbio dalla Nardelli Group, una delle realtà più innovative del settore orafo. Azienda napoletana nata ’60, nello storico Borgo Orefici di Napoli, affermatasi su tutto il territorio nazionale e poi anche oltre confine, dal Giappone ai mercati arabi, da Francia a Malta, fino agli Stati Uniti. Nardelli è una realtà del Made in Italy legata ad una tradizione artigianale della lavorazione dei metalli nobili e delle pietre preziose. Al gruppo, fanno capo il marchio Nardelli Gioielli, con alle spalle 30 anni di PUNTI DI FORZA DEL BRAND NARDELLI attività e la giovane Nardelli Luxury, nata nel 2005, la quale svolge attività - QUALITA’ - CREATIVITA’ di produzione di bijoux e orologi fashion, licenziataria del brand Liu Jo Luxury - ITALIANITA’ DEL CICLO PRODUTTIVO (estensione del brand verso un comparto diverso dal core business). - MADE IN ITALY (progettazione/realizzazione) - PRECURSORE MATRIMONIO MODA-GIOIELLO: il marchio è riuscito a consolidarsi nel mondo del lusso e della gioielleria, intuendo i cambiamenti del settore gioielleria e del suo approssimarsi al mondo della moda! “indirizzata verso segmenti fashion style con Nardelli Luxury” Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli III Come abbiamo ampiamente trattato nel corso di questo studio, il mondo della falsificazione e della contraffazione, da sempre, è parte integrante anche del mondo della gioielleria. Purtroppo anche la Nardelli Gioielli subisce questa drammatica piaga La Nardelli Gioielli ha dato l’incarico ad un apposito Istituto di Ricerca Investigativa che nel dettaglio si occupa della “Tutela contro la contraffazione di marchi e brevetti”: difesa dell'immagine commerciale dell'azienda intesa come salvaguardia del marchio di fabbrica o dei modelli realizzati. Nel dettaglio l’Istituto esegue: • accertamento dell'effettiva violazione del diritto di marchio tutelato o modello; • acquisizione delle prove relative alla violazione per un loro utilizzo in sede penale o civile; Per la Nardelli Gioielli, affidarsi ad un’agenzia permette i seguenti vantaggi: • l'accertamento del falso, l'attivazione delle forze di polizia e l'eventuale sollecitazione dell'autorità giudiziaria sono immediati; Ciò infatti elimina il rischio della scomparsa del corpo del reato e garantisce il reale smantellamento dell'organizzazione truffaldina; • continuo feedback di informazioni circa gli sviluppi della vicenda in merito all'intervento delle forze dell'ordine e all'iter giudiziario; • continua attività investigativa permette di delineare una "mappa" dei luoghi di produzione e commercializzazione dei prodotti contraffatti e di definire la portata del fenomeno contraffattorio che la riguarda. Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli IV In particolar modo sono state oggetto di contraffazione, le linee: Sunsation Fames of Passion Pendente decisamente esclusivo e ricercato, lanciato in occasione della Festa di San Valentino. Tempestato di diamanti, in oro rosso, bianco e giallo Splendidi soli in oro e diamanti che vanta di una lavorazione artigianale tutta Made in Italy Il procedimento di falsificazione è molto semplice, in quanto si può acquistare presso qualsiasi rivenditore Nardelli il gioiello che si intende imitare e su di esso si viene fatto uno stampo tramite due tappi di cera che ricopiano tutte le fattezze estetiche specifiche del gioiello Tra notorietà ed imitazione esiste un rapporto di proporzionalità diretta, infatti i brand più conosciuti e famosi sono più facilmente oggetto di contraffazione. All’apparenza il prodotto può sembrare originale, ma se si vede al suo interno nel caso di anelli o nel retro nel caso di pendenti, orecchini e bracciali non è presente per ovvi motivi il marchio di fabbrica che attesta per l’appunto l’originalità del prodotto. 1. così il MARCHIO DI FABBRICA rappresenta un valido strumento per limitare il fenomeno della contraffazione così come il CERTIFICATO DI GARANZIA (Nardelli rilascia un certificato che attesta originalità del prodotto, garantendo da qualsiasi difetto eventuale di fabbricazione e di purezza dell’oro e delle pietre utilizzate per la sua realizzazione). Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli V 2. Altro elemento fondamentale è il PACKAGING (ogni monile ne è fornito) I prodotti hanno un packaging funzionale, che al tempo stesso identificano il gioiello Nardelli. L’azienda vende l’oggetto ma anche l’involucro firmato in ogni sua parte. Un oggetto Nardelli senza packaging è al 99% contraffatto! 3. Una buona attività di prevenzione è quella di un’attenta ANALISI SUL TERRITORIO tramite apposite agenzie e soprattutto al tempo stesso la Nardelli cerca di fornire al prodotto caratteristiche particolari che lo contraddistinguono e ne rendono difficile l’imitazione. 4. L’impresa impiega concretamente le sue forze per difendersi dagli innumerevoli casi di violazione dei diritti di proprietà intellettuale, REGISTRANDO I SUOI MARCHI, investe inoltre nelle DOMANDE DI BREVETTO cercando inoltre di garantire l’unicità dei suoi articoli. Dato che i marchi sono legalmente registrarti, ogni volta lo si ritenga utile e necessario, l’impresa può comunque intervenire a livello giuridico contro chi utilizza indebitamente ciò che è legalmente protetto. 5. Altro punto di lotta per la Nardelli, è la vendita del proprio prodotto ATTRAVERSO NEGOZI “CONCESSONARI”. I negozi concessionari sono altamente selezionati dall’azienda, infatti la Nardelli sceglie accuratamente il proprio commerciante di fiducia (selezione a monte); inoltre verifica che non ci siano casi di commercianti in malafede, che mettano in commercio monili contraffatti (in parte o del tutto) mandando ad acquistare pdt. La Nardelli, ha provveduto, nel tempo a togliere alcune concessioni (tre) a commercianti al dettaglio che avevano fatto contraffare il prodotto. 6. Inoltre, sempre per evitare la contraffazione del proprio prodotto, la Nardelli sta puntando sul MONOMARCA, cioè con prodotti facenti capo ad un unico brand (primo: Sunsation-Capri), dove la fedeltà al brand è fondamentale. 7. Sempre a tutela di ogni forma di protezione anti contraffazione si stanno studiando APPLICAZIONI APPLE e di vendita e-commerce. Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli VI Nardelli Luxury (corporate specializzata nell’abbinamento moda-gioiello), del gruppo Nardelli, ha ottenuto dalla Liu•Jo la licenza per la fabbricazione e commercializzazione dei accessori in oro, argento ed orologi. L’intesa con Liu•Jo nasce dalla ricerca di nuovi segmenti di mercato fashion-style. La partnership: Liu•Jo Luxury, ha portato all’abbinamento fra moda e gioiello ha reso disponibile una rete distributiva formata da punti vendita monomarca oltre che dalle gioiellerie. Con il brand Liu•Jo Luxury sono state lanciate, con successo, le linee di gioielli in argento Jewels Collection e gli orologi Color Time Collection Ma ciò non ha limitato di certo i gravi danni della contraffazione, che l’azienda ha subito, nel reparto orologi Liu•Jo Luxury, per quando riguarda la collezione Color Time. Il settore dell’orologeria è stato, negli ultimi anni, sempre più soggetto a fenomeni di contraffazione: si tratta di un settore invitante per i contraffattori, i quali prendono di mira quei prodotti, che hanno maggiore diffusione/richiesta sul mercato (come è accaduto per la linea Color Time andato sold out tre settimane dopo il lancio). Gli orologi Color Time sono stati copiati illegalmente provocando una contraffazione sia di marchio che di modello copiati interamente non solo nel prodotto in quando orologio, ma anche nel suo packaging Basilari le azioni messe in atto dall’azienda per contrastare il fenomeno… Le nuove sfide: la marca – caso Nardelli VII 1. Sensibilizzazione della rete vendita Nardelli Liu•Jo Luxury sul problema della contraffazione. 2. Sensibilizzazione dei clienti finali, mediante una attività di ufficio stampa sulle peculiarità degli orologi Liu•Jo Luxury, in modo da far percepire in maniera chiara l’originale dal falso. 3. Attivazione di una agenzia investigativa “Carpinvest Group”, che tiene costantemente monitorato il mercato per conto della Nardelli Liu•Jo Luxury. 4. Adozione di un ologramma sugli orologi che rende facilmente distinguibili gli originali dai falsi. Per certificarne l’autenticità, sugli orologi verrà applicato un ologramma sul fondo della cassa e nella garanzia dell’orologio e fornito con un packaging dedicato. 5. Iscrizione ad Assorologi, in modo da entrare a far parte di un poule di aziende che contrastano il fenomeno per scambiarsi impressioni, strategie, trovare soluzioni comuni (network di associazioni per debellare il problema in maniera congiunta). Fondamentale è il piano di difesa messo in atto da “Carpinvest Group” Al fine di elaborare una Brand Protection Strategy, Liu•Jo Luxury si è affidata a “Carpinvest Group” per contrastare la contraffazione dei prodotti a brand Liu•Jo Luxury. Il piano di difesa ha permesso a Liu•Jo di massimizzare i profitti della gestione delle proprie licenze, ma è risultato un valido aiuto di collaborazione per il mantenimento di un mercato il più possibile scevro della presenza di articoli contraffatti. L’impegno di Carpinvest Group, è stato quello di conseguire risultai mirati nell’immediato ed un importante effetto preventivo nel lungo periodo, distinguendo in 2 fasi la strategia di contrasto al fenomeno contraffattivo: •Short term plan: finalizzato a debellare il fenomeno on the spot emersi il relazione al centro “Il Tarì” (il più grosso centro Orafo del meridione) ed a perseguire gli illeciti rilevati nella rete commerciale, anche presso altri centri e rivenditori. Questo rappresenta il primo passo per dare un forte segnale di presenza e interesse da parte del management Liu•Jo. •Long term plan: finalizzato alla prevenzione ed alla lotta alla contraffazione nel medio e lungo periodo. Considerazioni finali La contraffazione è un fenomeno molto dannoso per l’economia dell’Italia che con il “Made in Italy” ha sempre fatto della qualità della sua produzione il suo “fiore all’occhiello”; ma tuttavia in una società sempre più globalizzata è anche inevitabile ma di certo pericoloso (aziende/stato/persone). In un tempo segnato dal ritorno all’attenzione all’economia reale, sarebbe strano lasciare che il Made in Italy, venga corroso dalle diverse forme di contraffazione, infatti abbiamo visto, come la lotta alla contraffazione debba essere realizzata tramite la protezione giuridica del Made in Italy e la tutela della proprietà industriale. E’ fondamentale "difendere il proprio marchio" in tutti i settori e soprattutto in oreficeria. Un prodotto orafo, è tutelabile tramite la registrazione del marchio, che garantisce il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale fornendo al titolare gli strumenti idonei a tutelare con estrema efficacia e prontezza i propri prodotti, offrendo un valido strumento di difesa verso chi utilizza illecitamente il proprio marchio. Abbiamo visto che nel caso della contraffazione nell’oro è bene che il consumatore sia a conoscenza della “doppia punzonatura obbligatoria” e che in mancanza della stessa egli si troverà innanzi un prezioso che al 99% sarà contraffatto. Inoltre nel caso delle gemme, la contraffazione è più difficile da riconoscere e la migliore risposta risede a mio avviso nella qualità del servizio offerto al cliente finale e nella formazione degli operatori. Infatti solo lo studio della gemmologia e l’aggiornamento continuo permette di andare contro la contraffazione, così come si evolve la contraffazione è fondamentale sviluppare competenze specifiche a riguardo. Abbiamo trattato il caso del settore orafo, straordinario esempio del manifatturiero-moda Made in Italy e di come la contraffazione si ripercuota negativamente sullo stesso e sull’originalità di aziende che puntano sulla qualità e rarità dei propri prodotti. La Nardelli è l’esempio per eccellenza di come sia importante oggi affermarsi tramite politiche di branding. Infatti oggi il mondo della gioielleria è quasi totalmente brandizzato perdendo il bene di rifugio e di investimento che aveva in passato, ma è ciò che il pubblico vuole e oggi solo grazie ad aziende come Tiffany, Cartier, Nardelli e tante altre che gli utenti finali sono arrivati a conoscere e desiderare gioielli con gemme che non siano i classici diamanti, zaffiro e rubino ma anche tante altre di eccezionale bellezza e rarità. La risposta alla contraffazione deve essere vista come un dovere, così come fa la Nardelli, l’impegno verso il cliente è di sviluppare al massimo il valore dei marchi per fidelizzarlo. Credo sia fondamentale per la stessa mantenere la sua produzione in Italia (in Campania), per continuare nel suo successo e per essere percepita come Made in Italy, infatti l’azienda ha rafforzato i suoi insediamenti nei centri orafi Tarì e Oromare, piuttosto che delocalizzare in Paesi dell’est, ha aperto il suo primo negozio monomarca a Capri (simbolo lusso e immagine Made in Naples). In risposta alla contraffazione l’azienda potrebbe a mio parere, apportare costante variazioni al design sui prodotti maggiormente colpiti dal fenomeno, e adottare una maggiore apertura verso la tematica. La Nardelli non predilige campagne di comunicazione dedicate al tema, ma fa leva sulla valorizzazione della qualità dei prodotti. La comunicazione a livello mediatico viene evitata, ma io credo che pur attuando importanti azioni di difesa come la stessa fa, sia fondamentale un’azione educativa e informativa verso “i molti italiani” che acquistano merce contraffatta. Certamente i sequestri e le leggi sono fondamentali ma non possono essere i soli strumenti per combattere il mercato del falso. L’impresa deve comprendere la gravità del fenomeno, riconoscersi come bersaglio diretto, deve agire preventivamente e non solo a posteriori, contrastare la contraffazione significa riuscire ad aumentare il valore distintivo del prodotto incentivandone il suo acquisto nella versione originale. Ma solo informando il consumatore finale sulle reali minacce e sulla gravità del fenomeno si potrà educarlo e portarlo a compiere scelte eticamente corrette. …Concludo il lavoro con la speranza di aver costruito un percorso logico, che offra elementi di discussione sull’importanza e sulla complessità del tema elaborato… “GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE” Dott.ssa Riggio Maria Teresa Cellulare: 328-5955582 E-mail: [email protected]