Motivazioni, obiettivi di studio ed emozioni Quali sono le motivazioni che vi spingono a studiare? Qualndo avete delle difficoltà cosa fate per aumentare la motivazione nello studio? Sheila, la studentessa di successo, è fortemente orientata al successo e teme molto poco il fallimento. È fortemente coinvolta in diverse attività curricolari e non prova alcuna ansia circa il suo rendimento. Autoregola il suo apprendimento usando molteplici strategie, stabilendo obiettivi, autoregolando le sue attività….. Dimitri, lo studente sulla difensiva Il suo desiderio maggiore è evitare di fallire nei diversi compiti. Ottenere buoni risultati è poco importante. Tutte le sue energie si focalizzano nel tentativo di evitare che gli altri interpretino eventuali sue performance negative come esempi di mancanza di abilità. Per fare ciò utilizza molteplici strategie: studia all’ultimo minuto, così se sbaglia ha la scusa pronta. Utilizza lo studio massivo e il ricorso ad euristiche e strategie fisse come soluzione per ottenere un risultato decente senza impiegare troppe energie; è completamente disinteressato al corso. Pur sembrando apatico, è costantemente concentrato nel mettere in atto manovre specifiche di prevenzione dai rischi del fallimento, il suo primo scopo è non sembrare un incapace Anna, la studentessa ansiosa Il suo profilo motivazionale evidenzia un alto livello di ricerca di successo ma anche una paura molto forte di fallire. Cerca di ridurre al minimo il rischio di insuccesso attraverso la riuscita. È molto ansiosa, si prepara anche all’eccesso, fino allo sfinimento. Cerca di ottenere crediti ovunque sia possibile. Apparentemente il suo percorso accademico sembra esemplare, ma alla lunga la sua preoccupazione eccessiva di fallire e i dubbi che manifesta riguardo alla sua adeguatezza possono portarla all’esaurimento e a problemi di salute. Henry, lo studente senza speranza Henry ha in generale bassa motivazione. Non ha speranza ne timore. sembra alla fine indifferente rispetto all’apprendimento,crede che uno sforzo maggiore e migliori strategie di apprendimento in definitiva non faranno la differenza rispetto alla sua storia di cattiva riuscita accademica. Alla perdita della speranza, questa indifferenza può associare una sorta di rabbia celata.non si preoccupa delle iomplicazioni del suo fallimento perché alla fine è giunto alla conclusione che le lezioni che può apprendere a scuola non avranno alcuna rilevanza per la sua vita futura.. La motivazione nel processo di apprendimento….. Cos’è la motivazione? Il termine deriva dal latino motus e indica ciò che ci spinge, la forza che ci guida verso un obiettivo, una meta. Le motivazioni si possono distinguere principalmente in Motivazioni intrinseche Interesse, curiosità, desiderio di apprendere, di sentirsi competenti Motivazioni estrinseche Lodi, premi, approvazione sociale, votazioni Lo studio può essere portato avanti sia da motivazioni intrinseche che estrinseche!!! Çlasse Fattori ambientali Fattori socioculturali Comportamento motivatyo: Scelta del comportamento Livello di attività Coinvolgimento Persistenza Gestrione dello sforzo Fattori interni Attitudini, credenze, esperienze personali Famiglia d’origine e esperienza socioculturale della famiglia Livello socioeconomico, status d’educazione, aspettative della famiglia Status sociale nelle scuole superiori, gruppo di appartenenza nella scuola superiore Vulnerabilità agli stereotipi Ti è piaciuta la scuola superiore? Partecipavi attivamente alle attività extrascolastiche proposte? Ti senti parte di una minoranza? I tuoi genitori o parenti hanno frequentato l’università? I tuoi genitori o parenti hanno un master? Le tue aspirazioni sono simili a quelle di un membro della tua famiglia? Paghi da solo i tuoi studi? Hai figli o devi accudire bambini nel epriodo dei tuoi studi? Sei più vecchio della maggioranza dei tuoi colleghi di corso? Hai conoscuito studenti con i tuoi stessi interessi Sei in grado di affrontare i fattori che inducono stress tipici della vita universitaria? Le tue aspettative sulla vita universitaria sono state soddisfatte? Compiti assegnati Atteggiamento dei docenti Metodi di insegnamento Attività individuali/di gruppo Presenza di colleghi di diversa origine/religione etc Gestione del tempo libero Numerosità delle classi Sei libero di scegliere gli argomenti delle tue letture e dei compiti? Ti viene offerta l’opportunità di discutere in classe? Hai l’opportunità di collaborare con altri studenti? Il tuo corso è competitivo? Il tuo docente e gli assistenti sono disponibili nei tuoi confronti? Partecipi ai ricevimenti individuali? L’insegnante offre linee guida circa le sue aspettative rispetto al corso? Ricevi feedback rispetto a ciò che ti viene chiesto di fare? Partecipi a gruppi di studio? Obiettivi, credenze, sensazioni e percezioni Attribuzione di valore Interesse per la disciplina Livello di coinvolgimento individuale Orientamenti valoriali Speranze, aspettative, preoccupazioni Sé possibili orientamenti sul futuri Fai un elenco di ciò che speri di ottenere e/o diventare entro il prossimo anno ◦ Individuane almeno 10 Fai un elenco delle cose che ti piacerebbe fare entro il prossimo anno ◦ Individuane almeno 10 Fai un elenco di ciò che temi di più che ti succederà o che dovrai fare entro il prossimo anno ◦ Individuane almeno 10 Esempi di motivazione • La curiosità: è un tipo di motivazione che una volta soddisfatta non si mantiene…quindi bisognerebbe sempre cercare di stimolarla Come? Creando un senso di novità in quello che facciamo, cercando una discrepanza tra ciò che si conosce e ciò che non si conosce • Motivazione a sentirsi competenti • Motivazione data dallo scegliere autonomamente ciò che si deve studiare Come promuovere la motivazione? • Cercare sempre di migliorare le proprie abilità (avendo come termine di confronto non solo gli altri ma se stessi) • Avere fiducia nella possibilità di cambiare e migliorare • Stimolare la riflessione sulle proprie capacità, sul proprio stile di apprendimento, su come ci consideriamo come studenti, per poter comprendere il nostro funzionamento e riuscire a capire cosa ci demotiva • Provare di fronte ad un insuccesso a cambiare strategie di studio…sperimentare nuovi approcci allo studio • “Crearsi” delle motivazioni (studio perché…..lo studio mi consente di….se passo questo esame, farò…) • Quando l’esame che stiamo studiando non ci piace cercare di vederne i benefici, i lati positivi Riunitevi in gruppi di 5 persone. Provate a delineare una descrizione completa dei quattro profili prima presentati Basandovi anche sulle domande proposte relativamente ai tre fattori che influenzano la motivazione, descrivetene i comportamenti in una giornata tipo a scuola e a casa, fate una ipotesi anche delle caratteristiche dell’ambiente che hanno intorno ◦ ◦ ◦ ◦ Sheila: di successo Dimitri: sulla difensiva Anna, l’ansiosa Henry, il senza speranza Immaginate ora di essere un consulente sul metodo di studio. Ciascuno dei quattro studenti che avete analizzato prende un appuntamento con voi per parlare del proprio profilo. Come spiegheresti loro il loro profilo e che comportamenti gli faresti osservare? Quali suggerimenti potresti proporgli? Lavorate in gruppo e risolvete il compito! Obiettivi di apprendimento = scopi o ragioni che guidano l'individuo nel perseguire un compito di apprendimento. (spesso sono operazionalizzati all'interno di compiti di tipo accademico, anche se si possono verificare in differenti contesti) Gli obiettivi di apprendimento influenzano in modo significativo le risposte cognitive, metacognitive, affettive e comportamentali di ciascun individuo Tali obiettivi possono essere generali, ossia legati all'approccio dell'individuo al compito, oppure compitospecifici, cioè legati alle caratteristiche dei singoli compiti o attività di studio (es: stabilire uno standard di prestazione che il singolo vuole raggiungere in un determinato compito Secondo la teoria del raggiungimento degli obiettivi (achievement goal theory, Ames 1992; Ames e Archer, 1988; Pintrich, 2000, Dweck, 2000) sono due i tipi di obiettivi di apprendimento che l’individuo in generale può perseguire: obiettivi di padronanza (mastery goal) = l’individuo è interessato ad acquisire maggiore competenza nel campo disciplinare in oggetto, a padroneggiarne i contenuti obiettivi di prestazione (performance goal) = la persona motivata da un obiettivo di prestazione è motivata dal desiderio di riuscire bene in un compito: il confronto con i colleghi di studio è frequente e si intende riuscire meglio degli altri. Elliott e McGregor (2001) sottolineano l'importanza di differenziare gli obiettivi: approach vs avoidance. Approccio L'individuo è motivato ad agire con lo scopo di sviluppare una maggiore padronanza Evitamento L'individuo agisce per evitare situazioni che lo facciano sentire poco competente Approccio L'individuo è motivato ad agire con lo scopo di riuscire bene o meglio degli altri Evitamento L'individuo è motivato ad agire per evitare situazioni in cui crede di non riuscire bene Padronanza Prestazione Le motivazioni sono strettamente connesse agli obiettivi di apprendimento Riprendendo la suddivisione degli obiettivi proposta nelle altre slides, ricordiamo che possiamo individuarne di due tipi principali (Dweck, 2000) Obiettivi di padronanza Obiettivi di prestazione Ci si impegna per imparare, indipendentemente dal riconoscimento esterno di questo impegno dimostrare le proprie conoscenze per essere giudicato positivamente Hanno diversa forza motivante Se uno studente ha obiettivi di padronanza considererà l’insuccesso come indice di scarso impegno e quindi tenderà nelle volte successive ad impegnarsi maggiormente, a riflettere su cosa gli ha impedito di avere successo e a cercare nuove strategie. Sarà motivato a cercare occasioni di apprendimento che costituiscono una sfida senza paura del possibile fallimento. Al contrario, chi ha obiettivi di prestazione, interpreta l’insuccesso come scarsa capacità quindi non persiste di fronte alle difficoltà, riduce le sue aspettative rispetto a compiti successivi e può incorrere nella cosiddetta “impotenza appresa”, cioè nella convinzione che non sarà mai in grado di affrontare un determinato compito, con un sentimento di svalutazione delle proprie capacità. Eviterà i compiti difficili che possono ancora una volta confermare la propria incapacità e sceglierà compiti facili con la perdita però della spinta motivazionale. Questa contrapposizione non è così netta, una persona può avere sia obiettivi di prestazione che di padronanza (magari rispetto alle diverse materie). Magari ci sono materie in cui il nostro obiettivo è raggiungere il 18 ed altre invece che approfondiamo molto bene perché ci interessano. Compiti giornalieri Obiettivi intermedi Obiettivi a lungo termine Valori individuali Stabilisci da solo gli obiettivi del tuo agire? O preferisci sentire il aprere altrui su cosa è meglio fare? Riesci a mantenere alto il livello di motivazione o fai fatica? Lance Armstrong, ciclista: “non ho passato il mio tempo seduto sul divano a diventare una massa molliccia” Ha passato il suo tempo a decidere cosa doveva fare dopo..Non so quando sarà la prossima volta che salirò in bici”disse dopo aver ottenuto l’ultimo titolo. Devo rifocalizzare la mia vita e cercare di trovare un nuovo equilibrio. HO BISOGNO DI OBIETTIVI, non necessariamente sportivi.Non posso immaginare una vita tutta in vacanza, anche se riesco a immaginare una vita con più vacanze. Però voglio ancora impegnarmi per fare una differenza nel mondo Obiettivo: ciò che l’individuo sa di dover fare Goal setting: processo che porta a stabilire uno standard di performance; ◦ ◦ ◦ ◦ È un processo di pianificazione Attribuisce significato all’agire umano Aiuta a far avverare i propri sogni e le proprie aspettative Crea aspettative positive circa l’azione Stabilire obiettivi specifici (goal setting) è solo il primo passo È necessario impegnarsi attivamente per perseguirli Passaggi del goal setting ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ Identificare e definire gli obiettivi Generare e valutare piani alternativi Creare dei piani di implementazione degli obiettivi Mettere in atto il piano Valutare il progresso individuale Gli obiettivi, per essere efficaci, devono avere le seguenti caratteristiche: ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ Specifici Misurabili Orientati all’azione Realistici Definiti nel tempo Pensa ad una tua aspirazione nella vita ◦ Crea un piano di obiettivi (almeno 5) che ti consentano di ottenere il risultato desiderato ◦ Confrontati con il tuo gruppo… i tuoi obiettivi sono efficaci (rivedi la slide precedente) Con l’aiuto dl gruppo ciascuno elabori almeno un piano alternativo se la prima opzione dovesse fallire Individualmente ciascuno confronti il suo piano iniziale con quello alternativo: ◦ Sono ugualmente efficaci? ◦ Cosa può indurmi a mettere in atto l’uno o l’altro? Quali sono secondo voi le emozioni positive maggiormente legato allo studio? E quelle negative? Brevi cenni teorici Secondo Folkman e Lazarus (1985, 1988), quando la persona si trova di fronte ad un evento (ad es. esame universitario) attua due tipi di valutazione: 1. valuta l’evento nei termini di “irrilevante”, “positivo-benigno”, o “stressante”, etc… 2. valuta le risorse che ritiene di avere per farvi fronte. E’ sulla base di questa doppia valutazione che emergono le emozioni e che lo studente deciderà quali strategie adottare per affrontare l’esame. 1. strategie focalizzate a modificare la situazione in modo da renderla più favorevole (ad es. vedere gli aspetti positivi dell’esperienza, cercare di vedere l’esame come una sfida e non solo come un peso,…) 2. strategie focalizzate a gestire le emozioni (soprattutto ansia, paura e preoccupazione) A questo punto…provate a ipotizzare nel vostro “profilo” quali emozioni risulterà che proviate di solito quando studiate Ora pensate a quali emozioni provate prima di un esame Ora pensate se utilizzate maggiormente strategie focalizzate a modificare come vedete la situazione d’esame oppure se usate di più strategie per gestire le emozioni Filtraggio: focus esclusivo sui dettagli negativi Pensiero polarizzato: tutto è bianco o nero, buon o cattivo. Sei bravissimo o pessimo Sovragenerallizzazione: trai conclusioni generali in base ad uno o più eventi molto specifici Lettura del pensiero: pensate di sapere gli altri cosa pensano anche se non ve lo dicono Catastrofismo: ti aspetti e visualizzi disastri senza causa apparente Magnificazione: esageri il grado di intensità dei problemi Una tra le diverse fonti di stress nell’ambito scolastico è la preoccupazione per gli esami (Frydenberg, 2004). Una delle maggiori emozioni che si provano durante lo studio e la preparazione di un esame è… ANSIA Perché si prova ansia? Le cause possono essere molteplici… Perché ho paura del giudizio altrui Perché non ho studiato abbastanza Perché ho già fallito altre volte L’esame è troppo importante, se non lo passo, come farò!!!????? Perché ho paura di non riuscire Perché non so cosa mi chiederà e come si svolgerà la prova d’esame L’ansia cosa provoca? Stati fisiologici (eccessiva sudorazione, aumento del battito cardiaco, insonnia, inappetenza, respiro affannoso, difficoltà a parlare, mal di stomaco, tremore alle mani, mani sudate, bocca secca o al contrario piena di saliva, viso rosso ed infuocato…) Stati cognitivi (perdita di concentrazione, dimenticanza di cose che si sono studiate, senso di impotenza, paura di fallire, senso di autosvalutazione, imbarazzo perché tutti vedono che ho il viso rosso e che faccio fatica a parlare, …) Legge di Yerkes-Dodson (1908): la relazione tra ansia e prestazione può essere rappresentata come una curva ad U rovesciata Livelli d’ansia moderati sono facilitanti perché portano ad un aumento dell’attenzione, quindi la prestazione migliora; al contrario quando l’ansia diventa eccessiva, la prestazione peggiora drasticamente. Ansia di medio livello e buona prestazione Eccessiva ansia e prestazione scadente Poca ansia…poco coinvolgimento, poca attenzione, prestazione scarsa Come dominare l’ansia? Ci sono molteplici suggerimenti: • Tecniche di rilassamento e di meditazione • Visualizzazione di situazioni positive (ad es. immaginare di prendere un bel voto, pensare che verrà chiesto l’argomento preferito,…) • Evitare pensieri distraenti e negativi (ad es. “non sono in grado”, “non ce la farò mai”, “è troppo difficile per me”,…) • Prepararsi bene all’esame attraverso l’utilizzo di un buon metodo di studio • Conoscere il tipo di prova ed il genere di domande • Sostenere la propria autostima cercando di alimentare un’immagine positiva di sé • Identificare le emozioni e i pensieri non funzionali e cercare delle strategie per dominarli e modificarli Ricordate che non ci sono emozioni solo negative e quelle solo positive……l’emozione è ciò che dà senso al nostro fare e al nostro essere, deve essere una fedele compagna che dobbiamo saper gestire quando ci impedisce di fare e di essere quello che vogliamo o che dobbiamo…. …Giorni prima degli esami… E’ bene cercare di riflettere su cosa proviamo e cosa pensiamo prima di un esame e trovare delle soluzioni per gestire le emozioni e i pensieri che non ci sembrano funzionali per affrontarlo. Ricordate che molti studenti condividono le stesse sensazioni ed il confronto tra di voi può suggerire modi di affrontare le situazioni diversi da quelli che usiamo abitualmente…. Provate a completare la tabella successiva……e a discuterne successivamente nel forum…… Pensieri non funzionali Possibili pensieri funzionali Emozioni non funzionali Possibili modi per affrontare le emozioni non funzionali esercitazione In questa esercitazione rifletteremo sui profili motivazionali, sugli obiettivi e sulle emozioni che guidano il nostro studio... rispondi metalmente alle domande indicate di seguito e poi procedi con le slides.... • Se uno studente vi chiede “perché non riesco a studiare?”. Quali fattori, gli direste, possono influenzare lo studio? Che cosa/ chi potrebbe convincere un ragazzo a studiare? • A vostro parere, ci sono nello studio delle “mete”, degli obiettivi da raggiungere? • Quali giustificazioni potrebbe dare un ragazzo che non ha voglia di studiare? E uno che ha voglia e studia ma non riesce bene? • Quali emozioni entrano in gioco quando si studia? E all'esame? • Qual è/Quali sono dei momenti in cui si studia volentieri? • A tuo parere, chi è motivato, ottiene dei bei voti? Di seguito ti proponiamo alcune brevi storielle che riguardano atteggiamenti non adattivi allo studio. Ti chiediamo per ciascuna storiella di riflettere sugli obiettivi e le motivazioni che guidano questi studenti e di ipotizzare quali emozioni sperimentano nei diversi momenti della loro vita da studente (studio, esame, lezioni etc...). Jenny è una studentessa modello, sul suo libretto non si trova un 27 nemmeno a cercarlo... un 28 per lei è già un fallimento... dopotutto già da bambina ha deciso di laurearsi con 110 e lode e rendere felici tutti i suoi famigliari; quando ci pensa già se lo immagina e sorride. Studia prevalentemente da sola, integra le informazioni il più possibile con spunti presi fuori dai libri di testo, programma lo studio per tempo, è molto diligente.Gli esami opzionali del suo piano di studi sono scelti con cura per creare un profilo professionalmente valido, non teme di scegliere quelli più difficili. Il giorno dell'esame la professoressa sfoglia il libretto e sorride; fa una domanda e attende la risposta.. Jenny pensa.. è certa di averla studiata e comincia a rispondere, ma le manca la solita sicurezza.. dice due frasi e poi vuoto... il cuore batte, il respiro è affannoso, suda copiosamente e di colpo comincia a pensare che non prenderà 30, le lacrime spuntano agli occhi... Guarda la professoressa e dice: "mi ritiro, torno a settembre"... pensa "dopotutto non è la prima volta...che bella l'università, puoi dare un esame più volte fino a prendere il massimo....." Matteo frequenta il primo anno di scienze della comunicazione, è socievole, spigliato, simpatico. Non ha mai voluto realmente fare l'università... "so di non essere una cima", pensa, ma gli altri non lo devono sapere. A casa sua però non laurearsi è un'ipotesi non contemplata, quindi... si deve fare qualcosa. E poi tutto è meglio rispetto ad andare a lavorare nell'impresa di famiglia agli ordini dello zio. Matteo però ha una strategia.. tutti pensano che chi è simpatico è anche intelligente, e lo aiutano, quindi.... Il libretto di Matteo è appena sufficiente, quando i docenti gli fanno una domanda in aula se non gli arriva un suggerimento da uno dei colleghi del "gruppo di studio" la butta in spirito.. e lo fa anche bene... raramente i prof. si arrabbiano. Gli orali sono più difficili, gli scritti... beh, una domanda qua e una là... qualche parolone e la sufficienza si può strappare...e i bigliettini che puntualmente Luca prepara e Marco fotocopia sono fatti molto bene;-) Già alle medie gli dicevano "sei intelligente ma non ti applichi"... nessuno sapeva delle ore passate a studiare senza capire nulla.. meglio mascherare e passare per furbetto... piacciono più i furbi, pensa sempre Matteo, e fanno più strada nella vita... sa che le sue strategie lo aiuteranno sempre.... Martina è al secondo anno di Psicologia, una disciplina che l'ha sempre affascinata e che studia con piacere e con costanza. Ora deve dare l'esame di statistica e non ne ha per niente voglia. I suoi voti sono buoni, ma la matematica la odia da sempre, i numeri sono incomprensibili, tanto vale non sforzarsi nemmeno. Magari mi "regalassero" un 18, pensa sempre. Da giorni le amiche l'hanno convinta a prepararsi con loro, con la scusa di passare del tempo insieme; quando ripetono le formule Martina risponde, anche se svogliata.. non si capisce perchè non passi l'esame, anzi, a volte sembra avere delle buone intuizioni sulla materia... quando però è il momento di risolvere i poblemi dei compiti degli esami precedenti, l'occhio cade qua e là.. non si concentra nemmeno il giorno dell'esame. Il prof. consegna i compiti, Martina legge velocemente il testo... "non sono in grado, come al solito, non lo passerò mai"... e allontana il foglio sconsolata... Le storielle sopra riportate sono esempi stereotipati di difficoltà a livello affettivo-motivazionale. Certo non sempre si osservano casi con difficoltà così esplicite e marcate, ma negli studenti c'è talvolta un po' di Jenny, di Matteo e/o di Martina... • quanto e cosa c'è di loro in te? • gli obiettivi che spingono allo studio gli studenti dei tre esempi sono simili o differenti? e le loro motivazioni? Riprendi le slides teoriche e prova a fare un profilo di ciascuno di loro, identificando le possibili cause di difficoltà nella riuscita. • Quali emozioni entrano in gioco nelle loro storie? Influiscono le emozioni su un possibile fallimento? Perchè?