Motivazioni, obiettivi di studio ed emozioni
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Quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti
cambia le domande. Preparati.
La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma
imparare a danzare sotto la pioggia.
Non hai bisogno che sia facile, ma che ne valga la
pena.
Un viaggio di 1000 miglia parte comunque con un
passo.
La felicità è una scelta quotidiana, non la trovi in
assenza di problemi ma nonostante i problemi.
Non aspettare il momento opportuno, crealo.
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Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto devi
essere disposto a fare qualcosa che non hai
mai fatto.
Quando si agisce aumenta il coraggio, quando
si rinvia aumenta la paura
Quando i ‘vorrei diventano ‘voglio’
Quando i ‘dovrei’ diventano ‘devo’
Quando i ‘potrei’ diventano ‘posso’, allora i
sogni diventano realtà.
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Francesca, la studentessa di successo,
è fortemente orientata al successo e teme
molto poco il fallimento. È fortemente
coinvolta in diverse attività curricolari e non
prova alcuna ansia circa il suo rendimento.
Autoregola il suo apprendimento usando
molteplici strategie, stabilendo obiettivi,
organizzando le sue attività
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Paolo, lo studente sulla difensiva
Il suo desiderio maggiore è evitare di fallire nei diversi
compiti. Ottenere buoni risultati è poco importante. Tutte le
sue energie si focalizzano nel tentativo di evitare che gli
altri interpretino eventuali sue performance negative come
esempi di mancanza di abilità.
Per fare ciò utilizza molteplici strategie: studia all’ultimo
minuto, così se sbaglia ha la scusa pronta. Utilizza lo studio
massivo e il ricorso ad euristiche e strategie fisse come
soluzione per ottenere un risultato accettabile senza
impiegare troppe energie; è completamente disinteressato
alle lezioni. Pur sembrando apatico, è costantemente
concentrato nel mettere in atto manovre specifiche di
prevenzione dai rischi del fallimento, il suo primo scopo è
non sembrare un incapace.
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Giulia, la studentessa ansiosa
Il suo profilo motivazionale evidenzia un alto
livello di ricerca di successo ma anche una paura
molto forte di fallire. Cerca di ridurre al minimo
il rischio di insuccesso attraverso la riuscita. È
molto ansiosa, si prepara anche all’eccesso, fino
allo sfinimento. Cerca di ottenere crediti
ovunque sia possibile. Apparentemente il suo
percorso accademico sembra esemplare, ma alla
lunga la sua preoccupazione eccessiva di fallire e
i dubbi che manifesta riguardo alla sua
adeguatezza possono portarla all’esaurimento e
a problemi di salute.
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Luca, lo studente senza speranza
Luca ha in generale bassa motivazione. Non ha
speranza né timore, sembra alla fine indifferente
rispetto all’apprendimento,crede che uno sforzo
maggiore e migliori strategie di apprendimento
non faranno la differenza rispetto alla sua storia
di cattiva riuscita scolastica. Alla perdita della
speranza, questa indifferenza può associare una
sorta di rabbia celata. Non si preoccupa delle
implicazioni del suo fallimento, perché alla fine è
giunto alla conclusione che le lezioni che può
apprendere a scuola non avranno alcuna
rilevanza per la sua vita futura.
La motivazione nel processo di apprendimento…..
Cos’è la motivazione? Il termine deriva dal latino motus e indica
ciò che ci spinge, la forza che ci guida verso un obiettivo, una
meta.
Le motivazioni si possono distinguere principalmente in
Motivazioni
intrinseche
Interesse, curiosità,
desiderio di apprendere,
di sentirsi competenti
Motivazioni
estrinseche
Lodi, premi,
approvazione sociale,
votazioni
Lo studio può essere portato avanti sia da motivazioni intrinseche
che estrinseche
Il docente può contribuire a al potenziamento dei due tipi di
motivazioni
Çlasse
Fattori ambientali
Fattori
socioculturali
Comportamento motivato:
Scelta del comportamento
Livello di attività
Coinvolgimento
Persistenza
Gestione dello sforzo
Fattori interni
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Attitudini, credenze, esperienze personali
Famiglia d’origine e esperienza socioculturale
della famiglia
Livello socioeconomico, status d’educazione,
aspettative della famiglia
Status sociale nelle scuole superiori, gruppo
di appartenenza nella scuola superiore
Vulnerabilità agli stereotipi
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Compiti assegnati
Atteggiamento dei docenti
Metodi di insegnamento
Attività individuali/di gruppo
Presenza di compagni di diversa
origine/religione etc..
Gestione del tempo libero
Numerosità delle classi
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Obiettivi, credenze, sensazioni e percezioni
Attribuzione di valore
Interesse per la disciplina
Livello di coinvolgimento individuale
Orientamenti valoriali
Speranze, aspettative, preoccupazioni
Possibili orientamenti sul futuro
Esempi di motivazione
• La curiosità: è un tipo di motivazione che una volta soddisfatta
non si mantiene…quindi bisognerebbe sempre cercare di stimolarla
Come?
Creando un senso di novità in quello che
facciamo, cercando una discrepanza tra ciò
che si conosce e ciò che non si conosce
• Motivazione a sentirsi competenti
• Motivazione data dallo scegliere autonomamente ciò che si deve
studiare
Obiettivi di apprendimento = scopi o ragioni che guidano
l'individuo nel perseguire un compito di apprendimento.
Gli obiettivi di apprendimento influenzano in modo significativo
le risposte cognitive, metacognitive, affettive e
comportamentali di ciascun individuo
Tali obiettivi possono essere generali, ossia legati
all'approccio dell'individuo al compito, oppure compitospecifici, cioè legati alle caratteristiche dei singoli compiti o
attività di studio (es: stabilire uno standard di prestazione che
il singolo vuole raggiungere in un determinato compito)
Secondo la teoria del raggiungimento degli obiettivi
(achievement goal theory, Ames 1992; Ames e Archer, 1988;
Pintrich, 2000, Dweck, 2000) sono due i tipi di obiettivi di
apprendimento che l’individuo in generale può perseguire:
obiettivi di padronanza (mastery goal) = l’individuo è
interessato ad acquisire maggiore competenza nel campo
disciplinare in oggetto, a padroneggiarne i contenuti
obiettivi di prestazione (performance goal) = la persona
motivata da un obiettivo di prestazione è motivata dal desiderio di
riuscire bene in un compito: il confronto con i colleghi di studio è
frequente e si intende riuscire meglio degli altri.
Elliott e McGregor (2001) sottolineano l'importanza di
differenziare gli obiettivi: approach vs avoidance.
Approccio
L'individuo è motivato ad agire con lo scopo di
sviluppare una maggiore padronanza
Evitamento
L'individuo agisce per evitare situazioni che lo
facciano sentire poco competente
Approccio
L'individuo è motivato ad agire con lo scopo di
riuscire bene o meglio degli altri
Evitamento
L'individuo è motivato ad agire per evitare
situazioni in cui crede di non riuscire bene
Padronanza
Prestazione
Compiti
giornalieri
10%
Obiettivi intermedi 20%
Obiettivi a lungo termine 30%
Valori individuali 50%
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Esempio: di obiettivo o goal setting
Lance Armstrong, ciclista, ha dichiarato:
“Non ho passato il mio tempo seduto sul divano a diventare
una massa molliccia”
Ha passato il suo tempo a decidere cosa doveva fare della
sua vita.
“Non so quando sarà la prossima volta che salirò in bici”disse dopo aver ottenuto l’ultimo titolo. “Devo rifocalizzare
la mia vita e cercare di trovare un nuovo equilibrio. HO
BISOGNO DI OBIETTIVI, non necessariamente sportivi. Non
posso immaginare una vita tutta in vacanza, anche se
riesco a immaginare una vita con più vacanze. Però voglio
ancora impegnarmi per fare una differenza nel mondo”
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Stabilire obiettivi specifici (goal setting) è solo
il primo passo
È necessario impegnarsi attivamente per
perseguirli
Passaggi del goal setting
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Identificare e definire gli obiettivi
Generare e valutare piani alternativi
Creare dei piani di implementazione degli obiettivi
Mettere in atto il piano
Valutare il progresso individuale
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Gli obiettivi, per essere efficaci, devono avere le
seguenti caratteristiche:
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Specifici
Misurabili
Orientati all’azione
Realistici
Definiti nel tempo
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Emozioni= stati mentali e fisiologici associati a
modificazioni psicofisiologiche a stimoli naturali
o appresi.
◦ Sono espresse universalmente e sono transculturali
◦ Hanno base innata e sono funzionali all’adattamento
all’ambiente
◦ Hanno effetto su aspetti cognitivi: possono causare
miglioramenti o peggioramenti nella capacità di
concentrazione, confusione, smarrimento, allerta, e
così via.
◦ Vengono espresse sia attraverso il linguaggio verbale
che attraverso la comunicazione non verbale: Es.
specifiche espressioni del viso rimandano a specifiche
emozioni
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Sono quelle emozioni che influenzano
direttamente l’apprendimento
Le emozioni positive favoriscono la capacità
di controllare il proprio apprendimento e
sono predittive di buoni risultati.
Le emozioni negative portano ad un
atteggiamento passivo e a un rendimento
peggiore
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Filtraggio: focus esclusivo sui dettagli negativi
Pensiero polarizzato: tutto è bianco o nero, buono o
cattivo. Sei bravissimo o pessimo
Sovrageneralizzazione: trai conclusioni generali in base
aduno o più eventi molto specifici
Lettura del pensiero: pensate di sapere cosa pensano gli
altri, anche se non ve lo dicono
Catastrofismo: ti aspetti e visualizzi disastri senza causa
apparente
Magnificazione: esageri il grado di intensità dei problemi
Personalizzazione: pensi che ciò che gli altri fanno o dicano
sia legato a te
Senso del dovere eccessivo: le regole che ritieni che
debbano essere rispettate da te e dagli altri sono molto
rigide e inflessibili
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Lo stress può essere definito come la
"pressione" causata nell'organismo da eventi
psicologici (stressori) che determinano una
reazione generale di adattamento agli stessi.
Gli stressori in università sono molteplici:
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Maggiore richiesta in termini di competenze
Difficoltà finanziarie
Cambiamenti nella vita sociale e relazionale
Cambiamento della situazione abitativa
Se il livello di stress diventa troppo alto: 
ANSIA
Legge di Yerkes-Dodson (1908): la relazione tra ansia e prestazione
può essere rappresentata come una curva ad U rovesciata
Livelli d’ansia moderati sono facilitanti perché portano ad un aumento
dell’attenzione, quindi la prestazione migliora; al contrario quando l’ansia
diventa eccessiva, la prestazione peggiora drasticamente.
Ansia di medio livello e
buona prestazione
Poca ansia…poco coinvolgimento,
poca attenzione, prestazione
scarsa
Eccessiva ansia e
prestazione scadente
Una tra le diverse fonti di stress nell’ambito scolastico è la preoccupazione per
test e esami (Frydenberg, 2004).
Una delle maggiori emozioni che si provano durante lo studio e la
preparazione di un test/esame è…
ANSIA
Perché si prova ansia? Le cause possono essere molteplici…
Perché ho paura del giudizio altrui
Perché non ho studiato
abbastanza
Perché ho già fallito
altre volte
La prova è troppo importante,
se non la passo, come farò?
Perché ho paura di non
riuscire
Perché non so cosa mi
chiederà e come si
svolgerà la prova
L'insegnante può intervenire dicendo:
"Dimmi dove ti senti maggiormente in difficoltà. Quali sono le cose che ti sembrano
più complesse?"
ovvero
permette allo studente un'analisi più accurata dei problemi, per arrivare a riconoscere zone di
competenza e zone di incertezza:
"qui mi sento bravo, qui no".
Gli studenti, per maturare un atteggiamento positivo
verso lo studio, devono poter fare l'esperienza della
propria competenza.
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Assegnare compiti sfidanti ma realizzabili che
massimizzano la motivazione intrinseca
Fornire agli studenti chiare informazioni sul fatto che
stanno migliorando il loro livello di abilità e
competenza
Organizzare la propria materia in sequenze concepite
come gradini di avvicinamento alla meta
Fissare obiettivi prossimali dando un continuo feedback che comunica senso di padronanza.
In quest’ottica ogni lezione è un passo avanti, un
progresso che viene segnalato e riconosciuto
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Obiettivi di apprendimento