Non di rado, da parte degli studiosi senecani la produzione
drammatica è stata giudicata come un segno di incoerenza del
filosofo.
Le opere di Seneca sono ricche di contenuti anti-tirannici,
ma come poté scrivere queste tragedie in un periodo
simile? Ovvero sotto il forte controllo di Nerone?
Se si accetta che Seneca, scrisse le tragedie nel momento della sua vita in cui era
ancora vicino a Nerone, guidandolo prima ed esortandolo al buon governo poi, si
possono avanzare ipotesi diverse :
1.
• Seneca scrisse opere poetiche per
compiacere Nerone, che era
appassionato di poesia e si sentiva
egli stesso poeta;
2.
• Il filosofo compose opere
drammatiche al fine di rivolgere
esortazioni al principe attraverso
un’espressione allusiva, mentre nel De
Clementia e nell’Apocolocintosi
persegue lo stesso fine in modo più
aperto e diretto;
3.
• Le tragedie senecane sono una
forma di “teatro di opposizione”
non dissimile da quello prodotto
da alcuni intellettuali aristocratici.
Fra queste ipotesi
sembra preferibile la
seconda, sostenuta da A.
Traina, il quale scrive che
“le tirate antitiranniche
delle tragedie potevano
passare solo se rivolte
non contro il potere ma
al potere”
•
Le tragedie di Seneca, sono state scritte per
essere rappresentate effettivamente in
teatro, oppure per letture che avvenivano
in apposite sale e alla presenza di un
pubblico selezionato?
Per lungo tempo è prevalsa la tesi
di F. Leo, che riteneva i drammi
senecani destinati solo alla lettura,
a causa della povertà dell’azione
drammatica e alla trasgressione di
certe norme che regolavano la
rappresentazione teatrale e che
vietavano la messinscena di
episodi sanguinosi e orripilanti.
Ma, non si può negare la
rappresentabilità alle tragedie
senecane solo per la difficoltà di
rendere sulla scena certi fatti
straordinari, da momento che
proprio all’epoca di Seneca i Romani
erano in grado di produrre spettacoli
di inusitato impegno scenografico
all’interno dell’anfiteatro.
Dunque ,è probabile che il teatro senecano
fosse destinato alla rappresentazione scenica,
quantunque si tratti di un teatro
“sperimentale”, tendente a trovare soluzioni
drammatiche diverse da quelle tradizionali e
soprattutto proteso a riflettere i caratteri piu
tipici dell’età neroniana,come il barocchismo
e il gusto per l’orrore.
Il tono delle tragedie
E’ sempre
declamatorio, come se
lo scrittore, attraverso i
suoi personaggi volesse
comunicare con
insistenza il suo
messaggio(carattere
pedagogico).
Sembra infatti che l’autore
voglia riferirsi al giovane
Nerone e additargli la via
della moderazione e della
clemenza contro i pericoli
della tirannia.
L’uomo e la divinità
Nell’universo dei tragici
greci l’elemento
drammatico di fondo è
costituito dal rapporto
tra uomo e divinità
In Seneca gli dei
risultano assenti e il suo
interesse è tutto
proteso a descrivere le
sofferenze dell’uomo
• Di questa sua attività a noi sono arrivate:
9 Cothurnatae ( tragedie di argomento
greco)
1 Praetexta ( tragedia di argomento
romano).
•
-
Cothurnatae :
Hercules furens;
Troades;
Phoenissae;
Medea;
Phaedra;
Oedipus;
Agamemnon;
Thyestes;
Hercules Oetaeus;
Hercules
furens
Hercules
Oetaeus
• L’eroe, che ha vendicato le offese
subite dalla moglie Megara e dai suoi
figli uccidendo il crudele Lico, è reso
folle da Giunone tanto che non
riconosce più i suoi cari e li stermina.
• Ercole è reso folle dalle sofferenze
spaventose prodottegli dalla tunica
tinta con il sangue del centauro Nesso,
inviatagli dalla moglie Deianira. L’eroe
muore straziato e solo dopo la morte
riacquista la sua consueta fisionomia
eroica.
Ciclo miceneo
Agamemnon
• Narra del ritorno di Agamennone da Troia e della
sua uccisione per mano della moglie Clitennestra
e del suo amante Egisto
Thyestes
• Mette sulla scena il mito macabro dell’odio di
Atreo, che, offeso un tempo dal fratello Tieste,
con l’inganno prepara la vendetta più atroce:
fingendo di volersi riappacificare con lui,lo invita a
un banchetto in cui gli imbadisce le carni dei figli
che poi,alla fine,gli farà riconoscere.
Ciclo tebano
Phoenissae
Oedipus
• Seneca narra di Edipo che dopo le sue vicende sventurate
si risolve a vivere in solitudine e di Eteocle e Polinice in
procinto di battersi.
• È tratteggiata la sventura di Edipo che,dopo aver salvato
Tebe e averne sposato la regina Giocasta, viene additato
dall’indovino Tiresia come la peste che contamina la città:
egli infatti,figlio di Laio,senza averne coscienza,ha ucciso il
proprio padre e sposato la madre.Travolti da questi
delitti,Giocasta si uccide ed Edipo si acceca.
Protagoniste femminili
Medea
Si assiste all’ultimo atto della vicenda della maga, che
innamorata di Giasone, lo ha seguito dalla lontana Colchide fino
a Corinto.Quando qui egli sta per contrarre nuove nozze,
nell’animo della donna si scatena un odio tremendo che si
traduce in una vendetta disumana:per punire l’eroe infedele fa
morire la sposa e il padre e arriva ad uccidere i due figli suoi e
dello stesso Giasone.
Phaedra
Narra del torbido amore della moglie di Teseo per il figliastro
Ippolito e della calunnia da lei scagliata contro il giovane,
colpevole solo di non voler corrispondere. Da questa calunnia
nascerà la maledizione del padre sdegnato contro il proprio
figlio e la tragica morte del giovane.
Troades
Pone l’accento sulla sorte infelice delle prigioniere troiane
prima fra tutte visto i greci Ecuba. Figure assai toccanti sono
quelle di Andromaca che vedrà precipitato dalla torre il figlio
Astianatte, e quella di Polissena che verrà sacrificata sulla
tomba di Achille.
Praetexta: Octavia
La paternità senecana di questa praetexta è incerta. Infatti
secondo molti studiosi si tratta di una tragedia spuria,per il
fatto che in una scena l’ombra di Agrippina,facendo una
profezia post eventum, si riferisce allusivamente alla
morte di Nerone avvenuta nel 68 d.C., e cioè dopo la
morte di Seneca avvenuta invece nel 65.
La praetexta prende il titolo da Ottavia,prima moglie di
Nerone,che ebbe il destino di essere prima ripudiata e poi
uccisa dal principe.
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Seneca e il teatro