QUEST’ARMA VENIVA UTILIZZATA
PER SFONDARE LE PORTE DI
ACCESSO DELLE FORTEZZE, O LE
STESSE MURA QUANDO NON ERANO
PARTICOLARMENTE SPESSE. ERA
COSTITUITA ESSENZIALMENTE DA
UNA GROSSA TRAVE,RICAVATA
SOLITAMENTE DAL FUSTO DI UN
ALBERO, CON UNA ESTREMITA’
RINFORZATA DAUNA CALOTTA DI
METALLO. SLA CALOTTA SPESSO
AVEVA LA FORMA DI UNA TESTA DI
ARIETE, DA CUI IL NOME DELLA
MACCHINA . ERA UTILIZZATA
FACENDO CORAZZARE LA TESTA
DELLA MACCHINA CON FORZA E
RIPETUTAMNTE CONTRO IL
BERSAGLIO FINO A DISTRUGGERLO.
 La sambuca era in sostanza una macchina da
guerra ereditata dai Greci, con la forma di un
ponte volante (una specie di ponte levatoio mobile,
manovrato da corde), atta a scalare le mura
avversarie. Venne chiamata sambuca in quanto
una volta innalzata, assomigliava in qualche modo
allo strumento musicale sambuca.
 L'Elepoli o Torre d'assedio, era una
macchina d'assedio militare usata
nell'antichità, consistente in una
grossa torre di legno quadrata, la
quale veniva accostata dagli
assalitori alle mura della città
assediata. Dalla sua sommità si
lanciavano frecce, dardi incendiari
e pietre sui difensori per cercare
di allontanarli dalle mura. Calando,
quindi, un ponte sui parapetti
antistanti, gli assedianti tentavano
di entrare nella città fortificata.
L'elepoli veniva rivestita di pelli
fresche, cioè umide, per
proteggerla dalle frecce
incendiarie degli assediati. Poteva
avere più piani, e spesso in quello
più basso si collocava l'ariete per
abbattere le mura. Scorreva su
ruote o rulli e veniva spinta o
trascinata con corde o argani.
 Si trattava di una struttura, consistente in una tettoia
mobile alta circa 7 piedi, larga 8 piedi e lunga 16,
riparata sui lati da vimini. Se ne potevano unire
numerose in modo da formare un corridoio protetto e
coperto per proteggere i soldati che si avvicinavano alle
mura. Il punto debole era il pericolo di incendio quando
gli assediati buttavano giù dalle loro mura materiale
incendiabile. Per ovviare in parte a questi inconvenienti
spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate.
 La balista, pur avendo
principi analoghi anche
in termini di
costruzione a quelli
delle catapulte, fu
progettata per il lancio
di pietre o massi
pesanti. Si trattava di
macchine da lancio atte
al lancio dei giavellotti.
I dardi potevano
risultare di piccole
dimensioni (20-22 cm)
fino a raggiungere
quasi i 2 metri, come
degli autentici
giavellotti. La loro
gittata era stimata in
350 metri circa.

Una catapulta è una macchina da assedio che sfrutta un braccio per
scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento, duecento e più libbre e i
proiettili di ferro e di piombo. Fra due montanti verticali, era disposta
orizzontalmente una matassa attorcigliata, in mezzo alla quale era
piazzata l'estremità di un braccio di legno. L'altro capo del braccio era
terminato da una specie di cucchiara in cui si mettevano dei blocchi di
legno o di metallo, che formavano una vera e propria mitraglia oppure dei
liquidi infiammabili chiusi in un recipiente. Per far agire la macchina, si
abbassava il braccio orizzontalmente, piazzando il proiettile nella
cucchiara e poi lo si liberava per mezzo dello scatto.
 La testuggine era una
formazione di fanteria
caratteristica
dell'esercito romano Era
ideato appositamente per
un drappello di legionari,
armati con il gladio e, in
particolare, con l'ampio e
robusto scudo
quadrangolare in
dotazione alle legioni.
Dava il grande vantaggio
di poter avanzare fino al
contatto con le prime file
nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e
occultando il reale
numero dei componenti,
in modo da generare un
effetto sorpresa.
 Spada in dotazione alla
cavalleria romana tra il
I e il II secolo d.C.,
introdotta nei primi anni
dell'Impero
.Caratterizzata da una
lunga lama in acciaio a
doppio filo e punta
avente i taglienti diritti.
E’ costituito da guardia
ridotta e pomolo
bilobato in legno e
impugnatura in falso
osso. Provvisto di
fodero rivestito parte in
cuoio e parte in metallo
ottonato decorato.
 La balestra è un'arma da
lancio costituita da un arco
di legno, corno, o acciaio
montato su di una
calciatura (fusto)
denominata teniere e
destinata al lancio di
quadrelli, frecce, strali,
bolzoni, palle, o dardi. La
corda viene bloccata a un
meccanismo chiamato
noce. Lo scatto avveniva
tirando giù un piolo, nei
modelli più antichi, o
facendo pressione su una
sorta di grilletto chiamato
chiave.
 Il gladio era un'arma in
dotazione ai legionari
dell'esercito romano, si
trattava di una piccola
spada a doppio taglio
con la lama larga e
molto appuntita. I
Romani usavano il
gladio perché era
piccolo e poteva essere
maneggiato più
facilmente nel
combattimento
ravvicinato imposto da
un muro di scudi
rispetto ad una spada
lunga.
 È costituito da una
piastra di diverse
forme e materiali
imbracciata per
difendersi attivamente
dai colpi degli
avversari.
 La corazza o armatura è un
indumento protettivo utilizzato
per difendere colui che la
indossa da un attacco
intenzionale durante un
combattimento militare; è
tipicamente associata al
soldato. La base dell'armatura
è generalmente costituita da
una maglia di metallo, alla
quale, furono gradualmente
aggiunte piccole piastre o
dischi addizionali per difendere
aree vulnerabili. Nel XIII secolo
le ginocchia furono coperte con
acciaio e due dischi circolari
furono applicati alle giunture
delle braccia per fornire
protezione in assetto da guerra.
La piccola protezione del
cranio si evolse in un grosso
elmo.
 Per elmo si intende
una protezione, per
difendere la testa.
La parte frontale
dell'elmo è detta
visiera. Il retro
invece è chiamato
celata.
II M
File:Battering ram.jpg
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