Loredana Ingrosso Un progetto pensato per migliorare la capacità di risposta alla TB, MDR-TB e HIV-TB da parte delle comunità dei migranti e degli operatori sanitari IL 90% delle MDR-TB in Italia è osservato in pazienti nati all’estero (L.Fattorini, ISS) L’Italia è da molti anni considerata un paese a basso rischio per la TB. Tuttavia analizzando questi dati si osserva una relazione tra il crescente numero di nuovi casi di TB e MDR-TB e la popolazione straniera in Italia (se con straniera intendiamo persone nate all’estero). Val quindi la pena di dare un’occhiata a quelli che sono i dati ufficiali, e quelli stimati, sulla popolazione di immigrati in Italia 60.340.328 abitanti nella penisola italiana nel 2009 (dati ISTAT) Di cui 4.235.059 stranieri (7% dell’intera popolazione) 4.919.000 residenti registrati secondo i dati ISTAT gennaio 2010 (1/12 abitanti) Oltre 570.000 stranieri nati in Italia 1 straniero su 10 abita a Roma o Milano e circa 1/3 degli immigrati vive in sole 12 grandi città Mancati rimpatri Ingressi non autorizzati Ricadute nella clandesti nità Stimata tra i 500 e i 700mila individui Questo progetto nasce per ispirazione dell’International Centre for Migration Development and Health di Ginevra (ICMHD) e si propone di intervenire sul ruolo che le minoranze etniche e i migranti hanno nella epidemiologia della TB, della MDR-TB e dell’HIV associato alla TB. La somministrazione di un protocollo terapeutico inadeguato (con basse dosi o con farmaci di scarsa qualità) e/o l’interruzione della terapia della TB (con i quattro farmaci di prima linea) possono favorire lo sviluppo di un ceppo di tubercolosi resistente a più farmaci: MDR-TB Errori similari nella gestione del protocollo terapeutico della MDR-TB possono generare la XDR-TB, che è però resistente anche ai farmaci di seconda linea e quindi costituisce un serio pericolo per la saluta pubblica. Fortunatamente si tratta di casi molto rari. E’ evidente che un individuo con limitato accesso alla sanità pubblica, spesso in movimento sul territorio magari con una imperfetta conoscenza della lingua NON sia esattamente in condizione di garantire la completa adesione ad un corretto protocollo terapeutico. il contagio dipende da fattori quali il numero di persone infette il numero di persone sono suscettibili all’infezione a causa di uno stato di salute compromesso. Il rischio di essere infettati aumenta con il tempo trascorso in presenza della persona infetta aumenta con l’aumentare della concentrazione dei batteri nell’ambiente, come può accadere in un ambiente sovraffollato. La scarsa ventilazione può accrescere il rischio di trasmissione. Si comprende come le condizioni di vita degli immigrati corrispondano perfettamente a quelle che sono definite le condizioni favorenti la trasmissione delle infezioni tubercolari: malattia sovraffollamento scarsa ventilazione In altri termini: povertà ed emarginazione Lavorare con i migranti e le minoranze etniche per accrescere le loro conoscenze e consapovelezza in tema di prevenzione e gestione della tubercolosi. E nello stesso tempo lavorare con gli operatori sanitari per aumentare la loro capacità di sostenere e incoraggiare i pazienti a fronteggiare il carico che MDR-TB e HIV rappresentano per queste categorie. Poiché i principali protagonisti di questo scenario sono i migranti e le minoranze etniche noi pensiamo che, se messi in condizione di farlo, essi siano in grado di prendersi carico della prevenzione e della gestione della malattia tubercolare. Inoltre, riteniamo che gli operatori sanitari, che sono gli “sparring partners” dei migranti, possano e debbano collaborare con essi al fine di diminuire il carico sociale di questa patologia I concetti di , , e sono spesso influenzati dalla cultura e dal contestoin cui si vive. Ciò è particolarmente vero nel caso di persone provenienti da paesi lontani (non solo geograficamente), in questo caso i preconcetti possono essere alimentati e rafforzati dal fatto di vivere in una comunità chiusa e relativamente impermeabile al contesto sociale che la circonda. In un contesto di questo tipo sono proprio le persone più fragili a restare fuori dalle iniziative di prevenzione e controllo che sono messe in atto dal paese ospitante Inoltre, le differenze linguistiche impediscono frequentemente agli operatori sanitari (per i quali manca una specifica preparazione all’approccio multiculturale) di confrontarsi utilmente con i loro pazienti migranti o appartenti a minoranze etniche Una combinazione di interviste mirate ai tecnici del settore e di ricerca bibliografica servirà ad identificare e conoscere quali misure siano già state prese nei vari paesi membri dell’EU e specificatamente in Italia per affrontare I temi di prevenzione e trattamento di TB, MDR-TB e HIV dal punto di vista dei migranti e delle minoranze etniche. Questo consentirà di fare il punto della situazione e aggiustare il tiro degli interventi successivi Per descrivere come i migranti vedono la malattia e conoscere quelli che a loro avviso sono i mezzi per combatterla, sia dal punto di vista individuale sia come colletività, si procederà a somministrare ad un gruppo rappresentativo dei questionari di tipo quantitativo e qualitativo (KABP). Tali questionari saranno messi a punto dagli esperti nel settore in uno sforzo congiunto (ISS-ICMDH). Anche nel caso degli operatori sanitari si provvederà a somministrare dei questionari KABP specificatamente disegnati per descrivere come essi percepiscano la responsabilità di lavorare con, e per i migranti nella prevenzione e gestione della MDR-TB e HIV. I questionari saranno utilizzati inoltre per valutare quello che gli operatori sanitari percepiscono come la loro attidudine a lavorare in questo contesto e per consentire ad essi di esprimere le loro opzioni nell’approccio del paziente migrante o appartenente ad una minoranza etnica. Per incidere effettivamente nella realtà delle comunità dei migranti e delle minoranze etniche verrano organizzati dei gruppi di lavoro misti che saranno gestiti da esperti nel settore della comunicazione. Utilizzando il risultato delle indagini conoscitive (questionari KABP), saranno messi a punto degli strumenti e mezzi informativi destinati a cambiare nei due gruppi target la consapevolezza rispetto alla gestione della tubercolosi fornendo ad entrambi degli strumenti conoscitivi di rapido utilizzo. Questo progetto si augura di poter cambiare realmente la percezione di tutti i principali protagonisti circa le modalità di prevenzione e cura della TB rendendo ciascuna categoria (migranti e operatori sanitari) consapevole di sé e dell’importanza del ruolo di ciascuno in questa partita a scacchi tra salute e malattia , interesse personale e bene pubblico. Ricordando che la salute di ciascuno è garanzia della salute di tutti e che tutelando la salute dei più fragili tuteliamo allo stesso tempo il nostro benessere.