LA TECNICA DELLA
FILIGRANA
A cura di Fabiana e Lavinia
Da ieri … a oggi
Già sul finire del 1200
gli artigiani attivi a
Fabriano usavano
contraddistinguere la
propria produzione con
marchi di filigrana. Oggi
le filigrane
rappresentano una
importante
testimonianza della
perfezione raggiunta
dalle cartiere fabrianesi
in questo settore, in
particolare per la
produzione di carte
valori.
Realizzazione della filigrana
Punto di partenza
per realizzare una
filigrana ricca di
effetti in chiaroscuro è la
preparazione del
punzone per
trasferire l'
immagine a “sbalzo”
sulla tela
filigranatrice.
I punzoni
E' quasi certo che i primi
punzoni furono approntati,
nella metà del XIX secolo,
scolpendo l'immagine in
"positivo" sulla superficie di
una tavoletta di legno duro.
Ponendo sopra il punzone
così preparato la tela di
bronzo, previamente
"ricotta", ed eseguendo con
attenzione una "battitura"
tra i due elementi con
apposito martello e
cuscinetto di feltro,
l'immagine si riproduce sulla
tela.
Un’altra tecnica
Prendendo
spunto dalla
fusione delle
sculture in
bronzo, nella
seconda metà dell'
800 si passa alla
tecnica della "
cera perduta ".
La “cera perduta”
Essa consiste nell' incidere
contro luce una lastra di
cera. L'incisore asportando
la cera con appositi bulini,
crea piani e tratti più o meno
elevati determinando così
tutte le minime sfumature
che compongono l'
immagine. Una volta
completata la fase dell'
incisione, la cera viene
rivestita uniformemente di
un sottile strato di materiale
terroso refrattario formando
la cosiddetta "tonaca ".
L’asciugatura
Esposta ad una
temperatura di poco
superiore a quella di
fusione, la cera si
liquefà ed esce
dall’involucro da uno o
più fori praticati nella
tonaca. In questa,
opportunamente
rinforzata, si effettua
una colata di bronzo
fuso che poi raffreddato
costituisce il punzone
per il trasferimento
dell’immagine sulla tela.
Il punzone per fusione
sul calco in gesso
E' della stessa
epoca la
preparazione del
punzone per
fusione eseguita
effettuando un
"calco" in gesso
sulla cera incisa;
con esso si prepara
la forma di fusione
ottenendo così il
primo "punzone" in
bronzo.
Il contropunzone
Eseguendo su questo un
secondo calco in gesso ed
usando lo stesso
procedimento si ottiene il
"contropunzone".
In questo caso invece
della battitura la tela
viene compressa tra il
punzone e il
contropunzone con
l'
impiego di una apposita
pressa e l'immagine
viene così trasferita su
tela.
Il positivo e il negativo in rame
Con i primi anni del XX
secolo, la tecnica della
preparazione dei punzoni
ha utilizzato il processo
elettrochimico di
galvanoplastica.
Dall'originale in cera, per
mezzo di un bagno
galvanico, vengono
ricavati un positivo e un
negativo in rame che, a
loro volta, servono a
trasferire per pressione l'
immagine sulla tela
metallica.
La tela viene unita ad altre tele
A questo punto la
tela viene cucita
con altre tele che
fungono da
supporto e da
rinforzo ed è ormai
pronta per l' ultima
fase della
lavorazione che
coincide con quella
della carta a mano.
Le cartiere Miliani
Le cartiere Miliani
producono anche
carte filigranate a
macchina in tondo e
a macchina in piano.
Sulle macchine
piane, invece le carte
filigranate si
ottengono per mezzo
del "rullo ballerino" o,
nel caso della
filigranatura a secco,
utilizzando le molette
filigranatrici.
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La tecnica della filigrana