DALL'AUTOVALUTAZIONE
AL MIGLIORAMENTO
ASPETTI TEORICI E NORMATIVI
Dino Cristanini
18-19 novembre 2015
IL MIGLIORAMENTO COME OBIETTIVO
DEL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE
art.2, comma1, D.P.R. 80/2013
Ai fini del miglioramento
della qualità dell'offerta formativa
e degli apprendimenti,
l'S.N.V. valuta l'efficienza e l'efficacia
del sistema educativo di istruzione e
formazione in coerenza con quanto
previsto dall'articolo 1 del decreto legislativo
19 novembre 2004, n. 286.
IL CONTESTO
NORMATIVO E CULTURALE
IL CAMMINO DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE VERSO IL
MIGLIORAMENTO
IL CAMMINO DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE VERSO LA QUALITÀ
Legge 7 agosto 1990, n.241
Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai
documenti amministrativi
Criteri ispiratori dell’attività amministrativa:economicità, efficacia, pubblicità
Individuazione dell’unità organizzativa responsabile dell’istruttoria e di ogni
adempimento procedimentale
Partecipazione al procedimento amministrativo: obbligo per l’amministrazione di
dare notizia dell’avvio del procedimento agli interessati, facoltà degli interessati
di intervenire nel procedimento
Semplificazione dell’azione amministrativa, adozione delle misure organizzative
idonee a garantire l’applicazione delle disposizioni in materia di
autocertificazione
Riconoscimento del diritto di accesso a documenti amministrativi per la tutela di
situazioni giuridicamente rilevanti
IL CAMMINO DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE VERSO LA QUALITÀ
Legge delega 23 ottobre 1992, n.421
Delega al Governo per la razionalizzazione e la revisione delle
discipline in materia di sanità, pubblico impiego, di
previdenza e di finanza territoriale
Riconduzione dei rapporti di lavoro del pubblico impiego alla
disciplina del diritto civile e sono regolati mediante contratti
collettivi e individuali
Affidamento delle controversie di lavoro al giudice ordinario
IL CAMMINO DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE VERSO LA QUALITÀ
Decreto legislativo 3 febbraio 1993, n.29
Razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche e
revisione della disciplina in materia di pubblico impiego
Istituzione dell’ufficio relazioni con il pubblico (URP)
Responsabilità dei dirigenti in ordine ai risultati
Istituzione presso ciascuna amministrazione pubblica del servizio di
controllo interno, con il compito di “verificare, mediante valutazioni
comparative dei costi e dei rendimenti, la realizzazione degli obiettivi, la
corretta ed economica gestione delle risorse pubbliche, l’imparzialità e il
buon andamento della gestione amministrativa”
IL CAMMINO DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE VERSO LA QUALITÀ
Legge 14 gennaio 1994, n.20
Disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte
dei conti
Il controllo successivo sulla gestione
da parte della Corte dei conti
IL CAMMINO DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE VERSO LA QUALITÀ
Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994
Principi sull’erogazione dei servizi pubblici
Eguaglianza, imparzialità, continuità,diritto di
scelta, partecipazione, efficienza, efficacia,
adozione di standard e di piani per il
miglioramento progressivo degli standard,
semplificazione delle procedure, informazione
agli utenti, rapporti di rispetto e cortesia nei
confronti degli utenti, dovere di valutare la
qualità dei servizi
IL CAMMINO DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE VERSO LA QUALITÀ
Decreto legge 12 maggio 1995, n.163, convertito in legge 11 luglio 1995, n.273
Misure urgenti per la semplificazione dei procedimenti amministrativi
e per il miglioramento dell’efficienza delle pubbliche amministrazioni
Obbligo per tutti gli erogatori di pubblici servizi di adottare la
carta dei servizi
D.P.C.M. 7 giugno 1995, Schema generale di riferimento della
Carta dei servizi scolastici
IL CAMMINO DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE VERSO LA QUALITÀ
Decreto legislativo 30 luglio 1999, n.286
Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di
monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei
risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche
Controllo di regolarità amministrativa e contabile
Controllo di gestione
Valutazione della dirigenza
Valutazione e controllo strategico
IL CAMMINO DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE VERSO LA QUALITÀ
Decreto legislativo 30 luglio 1999, n.286
Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di
monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei
risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche
Art.11 - Qualità dei servizi pubblici
1. I servizi pubblici nazionali e locali sono erogati con modalità
che promuovono il miglioramento della qualità e assicurano la
tutela dei cittadini e degli utenti e la loro partecipazione, nelle
forme, anche associative, riconosciute dalla legge, alle inerenti
procedure di valutazione e definizione degli standard
qualitativi.
LA DIRETTIVA SUL BILANCIO SOCIALE
Direttiva del Ministro per la Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale
nelle amministrazioni pubbliche - 17 febbraio 2006
DAR CONTO DEL COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ
DELL’AMMINISTRAZIONE E RAPPRESENTARE
IN UN QUADRO UNITARIO IL RAPPORTO TRA
VISIONE POLITICA, OBIETTIVI, RISORSE E
RISULTATI.
LA DIRETTIVA SUL BILANCIO SOCIALE
Direttiva del Ministro per la Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale
nelle amministrazioni pubbliche - 17 febbraio 2006
Il bilancio sociale è definibile come il
documento, da realizzare con cadenza
periodica, nel quale l’amministrazione
riferisce, a beneficio di tutti i suoi
interlocutori privati e pubblici, le scelte
operate, le attività svolte e i servizi resi,
dando conto delle risorse a tal fine utilizzate,
descrivendo i suoi processi decisionali e
operativi.
LA DIRETTIVA SUL BILANCIO SOCIALE
Direttiva del Ministro per la Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale
nelle amministrazioni pubbliche - 17 febbraio 2006
•
•
•
•
•
•
IL BILANCIO SOCIALE PUÒ CONTRIBUIRE A MIGLIORARE:
la dimensione contabile, in quanto può integrare e rivitalizzare il sistema di
rendicontazione dell’uso delle risorse economico-finanziarie già adottato
secondo le diverse discipline normative vigenti;
la dimensione comunicativa, ponendosi, per il suo contenuto, al centro delle
relazioni con i portatori di interesse;
la dimensione della responsabilità politica, poiché si inserisce nel sistema della
rappresentanza, attraverso una maggiore trasparenza e visibilità delle scelte
politiche e una possibilità di valutazione della capacità di governo;
la dimensione di funzionamento, in quanto responsabilizza le amministrazioni
alla sostenibilità della spesa pubblica, anche con riferimento ai nuovi vincoli posti
dal patto di stabilità europeo e dalle azioni di risanamento del deficit pubblico;
la dimensione strategico-organizzativa, come strumento efficace per riorientare,
nell’ottica del cittadino, i processi di pianificazione, programmazione e controllo e
per ripensare l’assetto organizzativo dell’ente;
la dimensione professionale, in quanto orienta l’organizzazione del lavoro
alla consapevolezza e al miglioramento dei risultati prodotti per i destinatari,
valorizzando e sviluppando le competenze e le professionalità e fornendo
nuove occasioni di motivazione e di responsabilizzazione degli operatori.
LA DIRETTIVA SUL BILANCIO SOCIALE
Direttiva del Ministro per la Funzione Pubblicasulla rendicontazione sociale nelle
amministrazioni pubbliche - 17 febbraio 2006
RESPONSABILITÀ
ETICA
CREAZIONE DI
VALORE PUBBLICO
MIGLIORAMENTO
APERTURA
COLLABORAZIONE
PARTECIPAZIONE
TRASPARENZA
COMUNICAZIONE
INFORMAZIONE
INTERAZIONE
LA DIRETTIVA SUL CAF
Direttiva del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica
Amministrazione, 21 dicembre 2006,
PER UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DI QUALITA’
LA QUALITA’ COME MIGLIORAMENTO CONTINUO
L’ AUTOVALUTAZIONE COME PRESUPPOSTO NECESSARIO
“Per effettuare l’autovalutazione sono disponibili diversi strumenti di
autodiagnosi definiti in ambito internazionale e ampiamente
sperimentati sia nel settore privato che in quello pubblico. Fra questi il
Common Assessment Framework (CAF), frutto della cooperazione
informale dei Ministri e Direttori Generali delle funzioni pubbliche, è uno
strumento per la gestione della qualità specificamente realizzato per
favorire l’introduzione dell’autovalutazione e della cultura della qualità
nelle amministrazione pubbliche dell’Unione Europea”
DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2009
art. 1
Principi generali
Migliore organizzazione del lavoro
Elevati standard qualitativi ed economici di funzioni e servizi
Incentivazione della qualità della prestazione lavorativa
Riconoscimento di meriti e demeriti
Incremento dell’efficienza del lavoro pubblico
Contrasto a scarsa produttività e assenteismo
Selettività e concorsualità nelle progressioni di carriera
Selettività e valorizzazione delle capacità e dei risultati ai fini del
conferimento di incarichi dirigenziali
Rafforzamento dell’autonomia, dei poteri e della responsabilità della
dirigenza
Trasparenza dell’operato delle amministrazioni pubbliche anche a garanzia
della legalità
DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2009
art. 3
…
Ogni amministrazione pubblica è tenuta a misurare e
a valutare la performance con riferimento:
- all’amministrazione nel suo complesso
- alle unità organizzative o aree di responsabilità in
cui si articola
- ai singoli dipendenti
…
Condizione necessaria per l’erogazione di premi legati
al merito e alla performance
DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2009
art. 4
Le fasi di gestione del ciclo della performance:
a)
b)
c)
d)
e)
f)
definizione e assegnazione degli obiettivi che si intendono
raggiungere, dei valori attesi di risultato e dei rispettivi indicatori
collegamento tra gli obiettivi e l’allocazione delle risorse
monitoraggio in corso di esercizio e attivazione di eventuali interventi
correttivi
misurazione e valutazione della performance, organizzativa e
individuale
utilizzo dei sistemi premianti, secondo criteri di valorizzazione del
merito
rendicontazione dei risultati agli organi di indirizzo politicoamministrativo, ai vertici delle amministrazioni, nonché ai competenti
organi esterni, ai cittadini, ai soggetti interessati, agli utenti e ai
destinatari dei servizi
DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2009
art. 5
Chi definisce gli obiettivi:
gli organi di indirizzo politico amministrativo, sentiti i
vertici dell’amministrazione, che a loro volta consultano
i dirigenti o i responsabili delle unità organizzative
Gli obiettivi sono definiti in coerenza con quelli di bilancio
Il loro conseguimento costituisce condizione per
l’erogazione degli incentivi previsti dalla contrattazione
integrativa
DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2009
art. 5
Caratteristiche degli obiettivi
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
rilevanti e pertinenti rispetto ai bisogni della collettività, alla missione
istituzionale, alle priorità politiche e alle strategie
dell’amministrazione
specifici e misurabili in termini concreti e chiari
tali da determinare un significativo miglioramento della qualità dei
servizi erogati e degli interventi
riferibili ad un arco di tempo determinato, di norma corrispondente
ad un anno
commisurati ai valori di riferimento derivanti da standard definiti a
livello nazionale e internazionale, nonché da comparazioni con
amministrazioni omologhe
confrontabili con le tendenze della produttività dell’amministrazione
con riferimento, ove possibile, almeno al triennio precedente
correlati alla quantità e alla qualità delle risorse disponibili
DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2009
artt. 7-10-11
SISTEMA DI MISURAZIONE
E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE
LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
VALUTANO ANNUALMENTE LA
PERFORMANCE ORGANIZZATIVA E
INDIVIDUALE.
A TAL FINE ADOTTANO IL SISTEMA DI
MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA
PERFORMANCE
PIANO DELLA PERFORMANCE
E RELAZIONE SULLA PERFORMANCE
LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
REDIGONO ANNUALMENTE:
-ENTRO IL 31 GENNAIO IL PIANO DELLA
PERFORMANCE
- ENTRO IL 30 GIUGNO LA RELAZIONE
SULLA PERFORMANCE
TRASPARENZA
OGNI AMMINISTRAZIONE ADOTTA UN PROGRAMMA TRIENNALE SULLA
TRASPARENZA E L’INTEGRITA’, DA AGGORNARE ANNUALMENTE
SISTEMA DI MISURAZIONE
E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE
Individua:
a) fasi, tempi, modalità, soggetti e responsabilità
del processo di misurazione e valutazione della
performance
b) le procedure di conciliazione relative
all’applicazione del sistema
c) le modalità di raccordo e integrazione con i
sistemi di controllo esistenti
d) le modalità di raccordo e integrazione con i
documenti di programmazione finanziaria e di
bilancio
IL PIANO DELLA PERFORMANCE
Individua:
- gli indirizzi
- gli obiettivi strategici
- gli obiettivi operativi
- gli indicatori per la valutazione e la misurazione
della performance dell’amministrazione
- gli obiettivi assegnati al personale dirigenziale e
i relativi indicatori
PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA
E L’INTEGRITÀ
Indica le iniziative previste per garantire:
- un adeguato livello di trasparenza
- la legalità e lo sviluppo della cultura
dell’integrità
DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2009
art. 13
La Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle
amministrazioni pubbliche (CiVIT):
……
• promuove sistemi e metodologie finalizzati al miglioramento della
performance delle amministrazioni pubbliche
• assicura la trasparenza dei risultati conseguiti
……
• definisce la struttura e le modalità di redazione del Piano e della
Relazione sulla Performance
• verifica la corretta predisposizione del Piano e della Relazione
sulla Performance delle amministrazioni centrali e, a campione,
analizza quelli degli Enti territoriali, formulando osservazioni e
specifici rilievi
……
DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2009
art. 14
Ogni amministrazione si dota di un organismo indipendente di valutazione
della performance, che:
-monitora il funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della
trasparenza e integrità dei controlli interni
- elabora una relazione annuale sullo stato dello stesso
- comunica tempestivamente le criticità riscontrate ai competenti organi
interni di governo e di amministrazione, alla Corte dei conti, all’Ispettorato
per la funzione pubblica e alla CiVIT
- valida la relazione sulla performance
- garantisce la correttezza dei processi di misurazione e valutazione
- propone all’organo di indirizzo politico-amministrativo la valutazione
annuale dei dirigenti di vertice
- promuove e attesta l’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e
all’integrità
LE DELIBERE FONDAMENTALI DELLA CiVIT IN
RELAZIONE AL PIANO DELLA PERFORMANCE
Delibera n. 88/2010 - “Linee guida per la
definizione degli standard di qualità”
Delibera n. 89/2010 - “Indirizzi in materia di
parametri e modelli di riferimento del Sistema di
misurazione e valutazione della performance”
Delibera n. 104/2010 - “Definizione dei Sistemi di
misurazione e valutazione della performance entro
il 30 settembre 2010”
Delibera n. 112/2010 – “Struttura e modalità di
redazione del Piano della performance”
LE DELIBERE FONDAMENTALI DELLA CiVIT IN
RELAZIONE AL PIANO DELLA PERFORMANCE
Delibera n. 1/2012 - “Linee guida relative al miglioramento dei Sistemi di
misurazione e valutazione della performance e dei Piani della performance ”
Delibera n. 3/2012 - “Linee guida per il miglioramento degli strumenti per la
qualità dei servizi pubblici”
Delibera n. 4/2012 - “Linee guida relative alla redazione della Relazione
degli OIV sul funzionamento complessivo del sistema di valutazione,
trasparenza e integrità dei controlli interni e sull’Attestazione degli obblighi
relativi alla trasparenza e all’integrità”
Delibera n. 5/2012 – “Linee guida ai sensi dell’art. 13, comma 6, lettera b),
del D. Lgs. n. 150/2009, relative alla struttura e alla modalità di redazione
della Relazione sulla performance”
Delibera n. 6/2012 – “Linee guida per la validazione da parte degli OIV della
Relazione sulla performance ”
IL PIANO DELLA PERFORMANCE
È UN DOCUMENTO PROGRAMMATICO TRIENNALE
DEFINISCE GLI ELEMENTI FONDAMENTALI
- OBIETTIVI, INDICATORI E TARGET SU CUI SI BASERÀ LA MISURAZIONE, LA VALUTAZIONE E
LA RENDICONTAZIONE DELLA PERFORMANCE
DEVE ASSICURARE LA QUALITÀ, LA COMPRENSIBILITÀ E
L’ATTENDIBILITÀ DEI DOCUMENTI DI
RAPPRESENTAZIONE DELLA PERFORMANCE
ASSICURARE LA QUALITÀ DELLA
RAPPRESENTAZIONE DELLA PERFORMANCE
• GLI OBIETTIVI DEVONO ESSERE COERENTI CON I REQUISITI
PREVISTI DAL D.LGS. 150/2009 (ART.5)
• ESPLICITA IL METODO E IL PROCESSO ATTRAVERSO I QUALI SI
È ARRIVATI AD INDIVIDUARE GLI OBIETTIVI
• DEVE ESSERE ELABORATO IN COERENZA CON I CONTENUTI E
IL CICLO DELLA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA E DI
BILANCIO
es.: L’amministrazione ha individuato ed esplicitato i bisogni
della collettività, la missione istituzionale, le priorità politiche e
le strategie? Gli obiettivi sono chiaramente collegati a questi
elementi ?
Esiste un documento in cui è reso esplicito il collegamento tra
obiettivi e risorse disponibili?
ASSICURARE LA COMPRENSIBILITÀ DELLA
RAPPRESENTAZIONE DELLA PERFORMANCE
RENDERE ESPLICITA E COMPRENSIBILE LA PERFORMANCE
ATTESA, OSSIA IL CONTRIBUTO CHE L’AMMINISTRAZIONE
INTENDE APPORTARE ATTRAVERSO LA PROPRIA AZIONE ALLA
SODDISFAZIONE DEI BISOGNI DELLA COLLETTIVITÀ
REDIGERE IL DOCUMENTO IN MANIERA TALE DA CONSENTIRE
UNA FACILE LETTURA E COMPRENSIONE DEI SUOI CONTENUTI,
PRESTANDO PARTICOLARE ATTENZIONE AL LINGUAGGIO, AL
LIVELLO DI SINTESI ED ALLE MODALITÀ DI STRUTTURAZIONE
DELLE INFORMAZIONI
ASSICURARE L’ATTENDIBILITÀ DELLA
RAPPRESENTAZIONE DELLA PERFORMANCE
LA RAPPRESENTAZIONE DELLA PERFORMANCE
È ATTENDIBILE SOLO SE È VERIFICABILE EX POST
LA CORRETTEZZA METODOLOGICA DEL
PROCESSO DI PIANIFICAZIONE
(PRINCIPI, FASI, TEMPI, SOGGETTI)
E DELLE SUE RISULTANZE
(OBIETTIVI, INDICATORI, TARGET)
GLI OBIETTIVI STRATEGICI
OBIETTIVI DI PARTICOLARE RILEVANZA RISPETTO
AI BISOGNI E ALLE ATTESE DEGLI STAKEHOLDER
TRADUCONO L’IDENTITÀ IN OBIETTIVI
GLI OBIETTIVI DI EFFICACIA ED EFFICIENZA DELL’ATTIVITÀ
ISTITUZIONALE ORDINARIA HANNO CARATTERE
PERMANENTE
AGLI OBIETTIVI STRATEGICI SONO COLLEGATI
UNO O PIU’ INDICATORI
GLI OBIETTIVI OPERATIVI
OGNI OBIETTIVO STRATEGICO È ARTICOLATO IN OBIETTIVI
OPERATIVI
PER OGNI OBIETTIVO OPERATIVO OCCORRE DEFINIRE AZIONI,
TEMPI, RISORSE, RESPONSABILITÀ
AD OGNI OBIETTIVO OPERATIVO OCCORRE ASSOCIARE UNO O
PIÙ INDICATORI
AD OGNI INDICATORE OCCORRE ASSOCIARE UN TARGET
(VALORE PROGRAMMATO O ATTESO)
CONCETTI FONDAMENTALI
OUTCOME
VALORE PUBBLICO PRODOTTO DALLE
AMMINISTRAZIONI NELL’EROGAZIONE
DI SERVIZI PER LA COLLETTIVITÀ
CONCETTI FONDAMENTALI
OBIETTIVI STRATEGICI
OBIETTIVI CHE HANNO UNA RILEVANZA
ELEVATA RISPETTO AI BISOGNI DELLA
COLLETTIVITÀ
CONCETTI FONDAMENTALI
PERFORMANCE
È IL CONTRIBUTO (RISULTATO E MODALITÀ DI RAGGIUNGIMENTO
DEL RISULTATO) CHE UN SOGGETTO (ORGANIZZAZIONE, UNITÀ
ORGANIZZATIVA, GRUPPO DI INDIVIDUI, SINGOLO INDIVIDUO)
APPORTA ATTRAVERSO LA PROPRIA AZIONE
AL RAGGIUNGIMENTO DELLE FINALITÀ E DEGLI OBIETTIVI
E ALLA SODDISFAZIONE DEI BISOGNI
PER I QUALI L’ORGANIZZAZIONE È STATA COSTITUITA
FATTORI DI IMPLEMENTAZIONE
DELLA PERFORMANCE
LEADERSHIP CHE PROMUOVE E SUPPORTA IL
CAMBIAMENTO
CULTURA ORGANIZZATIVA DEI DIPENDENTI
ORIENTATA AL MIGLIORAMENTO CONTINUO DEI
SERVIZI
ADEGUATI STRUMENTI DI SUPPORTO
(strumenti informativi e informatici)
CONCETTI FONDAMENTALI
TARGET
RISULTATO CHE UN SOGGETTO
SI PREFIGGE DI OTTENERE
VALORE DESIDERATO IN CORRISPONDENZA
DI UN’ATTIVITÀ O DI UN PROCESSO
DEVE ESSERE AMBIZIOSO MA REALISTICO,
QUANTIFICABILE E MISURABILE
OBBLIGHI DI PUBBLICITÀ E TRASPARENZA
D.Lgs. 14 marzo 2013, n.33,
Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità,
trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche
amministrazioni
La trasparenza è intesa come accessibilità totale
delle informazioni concernenti l'organizzazione e
l'attività delle pubbliche amministrazioni, allo
scopo di favorire forme diffuse di controllo sul
perseguimento delle funzioni istituzionali e
sull'utilizzo delle risorse pubbliche
IL MIGLIORAMENTO
NEL
CONTESTO SCOLASTICO
IL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE
(art.6, comma 1, DPR 80/2013)
AUTOVALUTAZIONE
VALUTAZIONE ESTERNA
AZIONI DI MIGLIORAMENTO
RENDICONTAZIONE SOCIALE
Analisi dati forniti da sistema informativo
Miur e da Invalsi
Rapporto di autovalutazione sulla base di
quadro rif. fornito da Invalsi + elementi
significativi individuati da scuola
Formulazione piano miglioramento
Individuazione scuole da verificare
Visite nuclei valutazione esterna
Ridefinizione piani miglioramento
Anche con supporto Indire, Università,
Enti di ricerca, Associazioni professionali e
culturali
Pubblicazione e diffusione risultati
raggiunti
LA VALUTAZIONE DELLE SCUOLE
UN CIRCOLO VIRTUOSO
AUTOVALUTAZIONE
RENDICONTAZIONE
VALUTAZIONE
SOCIALE
ESTERNA
MIGLIORAMENTO
IL MIGLIORAMENTO
COME PROCESSO
DI PROBLEM SOLVING
LA VALUTAZIONE DELLE SCUOLE
IL MODELLO DI RIFERIMENTO
CONTESTO SOCIOAMBIENTALE
E RISORSE
AMBIENTE
ORGANIZZATIVO
DI
APPRENDIMENTO
PRATICHE
EDUCATIVODIDATTICHE
ESITI
EDUCATIVI
E FORMATIVI
COSA MIGLIORARE
COME MIGLIORARE
Le priorità che la scuola si pone
devono necessariamente riguardare gli esiti degli studenti.
(Linee Guida per l’elaborazione del RAV)
… individuare le priorità, intese come “obiettivi generali che la scuola si prefigge di
realizzare nel lungo periodo attraverso l’azione di miglioramento”; tali obiettivi
… devono necessariamente essere individuati nell’ambito degli esiti, la cui
acquisizione costituisce il compito fondamentale della scuola.
(Nota Ministeriale 2 marzo 2015,
(Orientamenti per l’elaborazione del Rapporto di Autovalutazione)
Migliorare i processi per migliorare gli esiti
Gli obiettivi di processo rappresentano una definizione operativa delle attività
su cui si intende agire concretamente per raggiungere le priorità strategiche
individuate.
(Linee Guida per l’elaborazione del RAV)
COSA MIGLIORARE
COME MIGLIORARE
PIANO TRIENNALE
PRIORITÀ
(IN RELAZIONE
AGLI ESITI)
Obiettivo di processo
Obiettivo di processo
Obiettivo di processo
TRAGUARDI
DI LUNGO
PERIODO
IPOTESI DI MIGLIORAMENTO
AREA RISULTATI SCOLASTICI
INDICATORI
DESCRITTORI
POSSIBILI
MIGLIORAMENTI
Studenti ammessi alla classe
successiva
ESITI DEGLI SCRUTINI
TRASFERIMENTI E
ABBANDONI
Aumento della percentuale di
studenti ammessi alla classe
successiva
Studenti diplomati per votazione Riduzione delle percentuali di
conseguita all’esame
studenti collocati nelle fasce di
voto più basse
Studenti che hanno
Riduzione della percentuale
abbandonato gli studi in corso
degli abbandoni
d’anno
Studenti trasferiti in entrata in
corso d’anno
Studenti trasferiti in uscita in
corso d’anno
Riduzione della percentuale di
studenti trasferiti in uscita per
motivi legati al rapporto con la
scuola
IPOTESI DI MIGLIORAMENTO
AREA RISULTATI NELLE PROVE STANDARDIZZATE NAZIONALI
INDICATORI
RISULTATI
DEGLI STUDENTI
NELLE PROVE
DI ITALIANO
E MATEMATICA
DESCRITTORI
Punteggio della scuola in italiano e
matematica
Punteggio delle classi in italiano e
matematica
Punteggio delle sedi in italiano e
matematica
Differenze nel punteggio rispetto a
scuole con contesto socio-economico
e culturale simile (ESCS)
LIVELLI DI APPRENDIMENTO
DEGLI STUDENTI
VARIABILITÀ DEI RISULTATI
FRA LE CLASSI
Alunni collocati nei diversi livelli in
italiano e in matematica
Varianza interna alle classi e fra le
classi
POSSIBILI
MIGLIORAMENTI
Migliorare il punteggio della scuola in
italiano e/o in matematica
Migliorare il punteggio della
classe/delle classi … in italiano e/o in
matematica
Migliorare il punteggio del plesso/dei
plessi … scuola in italiano e/o in
matematica
Ridurre la differenza in negativo
(oppure migliorare la differenza in
positivo) rispetto a scuole con
contesto socio-economico e culturale
simile
Ridurre le percentuali di alunni
collocati nei livelli 1 e 2 delle prove
Ridurre la varianza tra le classi
IPOTESI DI MIGLIORAMENTO
AREA COMPETENZE CHIAVE E DI CITTADINANZA
INDICATORI
DESCRITTORI
POSSIBILI
MIGLIORAMENTI
A CURA
A CURA
DELLA SCUOLA
DELLA SCUOLA
MIGLIORARE IL LIVELLO
NELLA COMPETENZA/
NELLE COMPETENZE
…………
IPOTESI DI MIGLIORAMENTO
AREA RISULTATI A DISTANZA
INDICATORI
DESCRITTORI
SUCCESSO NEGLI STUDI
UNIVERSITARI
Crediti conseguiti dai diplomati nel
I e II anno di Università
POSSIBILI
MIGLIORAMENTI
Consiglio orientativo per tipologia
SUCCESSO NEGLI STUDI
SECONDARI DI II GRADO
INSERIMENTI NEL MONDO
DEL LAVORO
Corrispondenza tra consiglio
orientativo e scelta effettuata
Promossi al I anno che hanno
seguito il consiglio orientativo
Promossi al I anno che non hanno
seguito il consiglio orientativo
Aumentare la percentuale di
studenti inseriti nel mondo del
Numero inserimenti nel mondo del
lavoro tra coloro che non si
lavoro
iscrivono all’Università
LE PRIORITÀ PER IL MIGLIORAMENTO
NEI RAV 2015
Per l'area Esiti, il 29,4% delle scuole ha individuato come
obiettivo prioritario il miglioramento dei risultati scolastici
degli studenti. Seguono il miglioramento dei risultati nelle
prove Invalsi (27,8%), il miglioramento delle competenze
chiave e di cittadinanza (27,4%), i risultati a distanza
(15,4%).
Per l'area Processi, le scuole indicano di voler lavorare
soprattutto (22,9%) sul miglioramento del curricolo e della
progettazione didattica. Seguono, come priorità di
miglioramento, gli ambienti di apprendimento (15,2%), lo
sviluppo e la valorizzazione delle risorse umane (14,1%),
l'orientamento (13,3%), l'inclusione scolastica (12,7%),
l'integrazione con il territorio e il rapporto con le famiglie
(11,5%), l'organizzazione della scuola (10,2%).
IL MIGLIORAMENTO COME PROBLEM SOLVING
IL PROCESSO DI RISOLUZIONE IN SINTESI
METTERE A FUOCO IL PROBLEMA
E FORMULARLO IN TERMINI CONCRETI
ANALIZZARE IL PROBLEMA
E RICERCARE/INDIVIDUARE LE CAUSE
RICERCARE/INDIVIDUARE LE SOLUZIONI
METTERE A FUOCO IL PROBLEMA
E FORMULARLO IN TERMINI CONCRETI
“I nostri alunni vanno male in matematica”
è diverso da
“Negli ultimi tre anni una percentuale di alunni delle
classi terze della scuola secondaria di primo grado,
compresa tra il 32 e il 35%, ha ottenuto nelle prove
INVALSI risultati che si collocano nei due livelli più
bassi e le maggiori difficoltà sono state riscontrate
nell’ambito numeri, in particolare per quanto
riguarda gli item a risposta aperta”
L’IMPORTANZA DI UNA BUONA DIAGNOSI
PER MIGLIORARE NON BASTA DESCRIVERE,
OCCORRE DIAGNOSTICARE LE CAUSE
DEI RISULTATI INSODDISFACENTI
LA RICERCA DELLE CAUSE DEI PROBLEMI
STRUMENTI
DIAGRAMMA DI ISHIKAWA
I CINQUE PERCHÈ
MAPPE MENTALI
DIAGRAMMI DI AFFINITÀ
……
LA RICERCA DELLE CAUSE DEI PROBLEMI
IL DIAGRAMMA DI ISHIKAWA
causa 3
causa 1
sub causa 1.1.
PROBLEMA
causa 4
causa 2
DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL’INDIVIDUAZIONE
DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI
CURRICOLO, PROGETTAZIONE
E VALUTAZIONE
ORIENTAMENTO STRATEGICO E
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA
PROGETTAZIONE DIDATTICA
MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI
PROBLEMA:
VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONE METODOLOGICA
DIMENSIONE RELAZIONALE
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
INCLUSIONE
ELEVATA PERCENTUALE DI
ALUNNI NON AMMESSI
ALLA CLASSE SUCCESSIVA
Su quali processi
intervenire per risolvere il
problema?
CONTROLLO DEI PROCESSI
ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE
UMANE
GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE UMANE
FORMAZIONE
VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI
RECUPERO E POTENZIAMENTO
CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO
INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO
E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
CONTINUITÀ
COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO
ORIENTAMENTO
COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE
DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL’INDIVIDUAZIONE
DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI
CURRICOLO, PROGETTAZIONE
E VALUTAZIONE
ORIENTAMENTO STRATEGICO E
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA
PROGETTAZIONE DIDATTICA
MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI
PROBLEMA:
VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONE METODOLOGICA
DIMENSIONE RELAZIONALE
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
INCLUSIONE
ELEVATA PERCENTUALE
DI ABBANDONI
Su quali processi
intervenire per risolvere il
problema?
CONTROLLO DEI PROCESSI
ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE
UMANE
GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE UMANE
FORMAZIONE
VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI
RECUPERO E POTENZIAMENTO
CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO
INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO
E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
CONTINUITÀ
COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO
ORIENTAMENTO
COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE
DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL’INDIVIDUAZIONE
DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI
CURRICOLO, PROGETTAZIONE
E VALUTAZIONE
ORIENTAMENTO STRATEGICO E
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA
PROGETTAZIONE DIDATTICA
MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI
PROBLEMA:
VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONE METODOLOGICA
DIMENSIONE RELAZIONALE
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
INCLUSIONE
ELEVATA PERCENTUALE
DI TRASFERIMENTI IN
USCITA (STUDENTI)
Su quali processi
intervenire per risolvere il
problema?
CONTROLLO DEI PROCESSI
ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE
UMANE
GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE UMANE
FORMAZIONE
VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI
RECUPERO E POTENZIAMENTO
CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO
INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO
E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
CONTINUITÀ
COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO
ORIENTAMENTO
COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE
DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL’INDIVIDUAZIONE
DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI
CURRICOLO, PROGETTAZIONE
E VALUTAZIONE
ORIENTAMENTO STRATEGICO E
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA
PROGETTAZIONE DIDATTICA
MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI
PROBLEMA:
VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONE METODOLOGICA
DIMENSIONE RELAZIONALE
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
INCLUSIONE
BASSO PUNTEGGIO DELLA
SCUOLA (O DI ALCUNE
CLASSI) NELLE PROVE
INVALSI DI ITALIANO E/O
DI MATEMATICA
Su quali processi
intervenire per risolvere il
problema?
CONTROLLO DEI PROCESSI
ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE
UMANE
GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE UMANE
FORMAZIONE
VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI
RECUPERO E POTENZIAMENTO
CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO
INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO
E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
CONTINUITÀ
COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO
ORIENTAMENTO
COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE
DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL’INDIVIDUAZIONE
DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI
CURRICOLO, PROGETTAZIONE
E VALUTAZIONE
ORIENTAMENTO STRATEGICO E
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA
PROGETTAZIONE DIDATTICA
MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI
PROBLEMA:
VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONE METODOLOGICA
DIMENSIONE RELAZIONALE
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
INCLUSIONE
RECUPERO E POTENZIAMENTO
CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO
RISULTATI NELLE PROVE
INVALSI DI ITALIANO E/O
DI MATEMATICA
INFERIORI ALLE CLASSI
CON CONTESTO SOCIOECONOMICO E CULTURALE
SIMILI
Su quali processi
intervenire per risolvere il
problema?
CONTROLLO DEI PROCESSI
ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE
UMANE
GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE UMANE
FORMAZIONE
VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI
INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO
E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
CONTINUITÀ
COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO
ORIENTAMENTO
COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE
DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL’INDIVIDUAZIONE
DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI
CURRICOLO, PROGETTAZIONE
E VALUTAZIONE
ORIENTAMENTO STRATEGICO E
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA
PROGETTAZIONE DIDATTICA
MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI
PROBLEMA:
VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONE METODOLOGICA
ELEVATA PERCENTUALE DI
ALUNNI COLLOCATI NEI
LIVELLI 1 E 2 DEGLI ESITI
DELLE PROVE INVALSI
DIMENSIONE RELAZIONALE
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
INCLUSIONE
CONTROLLO DEI PROCESSI
ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE
UMANE
GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE UMANE
FORMAZIONE
Su quali processi
intervenire per risolvere il
problema?
VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI
RECUPERO E POTENZIAMENTO
CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO
INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO
E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
CONTINUITÀ
COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO
ORIENTAMENTO
COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE
DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL’INDIVIDUAZIONE
DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI
CURRICOLO, PROGETTAZIONE
E VALUTAZIONE
ORIENTAMENTO STRATEGICO E
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA
PROGETTAZIONE DIDATTICA
MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI
PROBLEMA:
VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONE METODOLOGICA
DIMENSIONE RELAZIONALE
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
INCLUSIONE
ELEVATA VARIANZA
TRA LE CLASSI
Su quali processi
intervenire per risolvere il
problema?
CONTROLLO DEI PROCESSI
ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE
UMANE
GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE UMANE
FORMAZIONE
VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI
RECUPERO E POTENZIAMENTO
CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO
INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO
E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
CONTINUITÀ
COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO
ORIENTAMENTO
COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE
DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL’INDIVIDUAZIONE
DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI
CURRICOLO, PROGETTAZIONE
E VALUTAZIONE
ORIENTAMENTO STRATEGICO E
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA
PROGETTAZIONE DIDATTICA
MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI
PROBLEMA:
VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONE METODOLOGICA
BASSA PERCENTUALE DI
STUDENTI DIPLOMATI CHE
SI IMMATRICOLANO
ALL’UNIVERSITÀ
DIMENSIONE RELAZIONALE
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
INCLUSIONE
CONTROLLO DEI PROCESSI
ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE
UMANE
GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE UMANE
FORMAZIONE
Su quali processi
intervenire per risolvere il
problema?
VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI
RECUPERO E POTENZIAMENTO
CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO
INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO
E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
CONTINUITÀ
COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO
ORIENTAMENTO
COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE
DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL’INDIVIDUAZIONE
DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI
CURRICOLO, PROGETTAZIONE
E VALUTAZIONE
ORIENTAMENTO STRATEGICO E
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA
PROGETTAZIONE DIDATTICA
MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI
PROBLEMA:
VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONE METODOLOGICA
DIMENSIONE RELAZIONALE
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
INCLUSIONE
RECUPERO E POTENZIAMENTO
CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO
BASSA PERCENTUALE DI
INSERITI NEL MONDO DEL
LAVORO TRA GLI
STUDENTI DIPLOMATI
NON IMMATRICOLATI
ALL’UNIVERSITÀ
Su quali processi
intervenire per risolvere il
problema?
CONTROLLO DEI PROCESSI
ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE
UMANE
GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE UMANE
FORMAZIONE
VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI
INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO
E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
CONTINUITÀ
COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO
ORIENTAMENTO
COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE
LE POSSIBILI CAUSE DEGLI ERRORI
MANCANZA DI DETERMINATE
CONOSCENZE E/O ABILITÀ
ERRATE CONVINZIONI
ERRATE CONCETTUALIZZAZIONI
BASSO SVILUPPO DEI PROCESSI COGNITIVI
IMPLICATI DAL COMPITO
SCARSA CAPACITÀ DI UTILIZZARE
GLI APPRENDIMENTI IN CAMPI DIVERSI
BASSO SENSO DI AUTOEFFICACIA
DISTRAZIONE
SU QUALI CAUSE INTERVENIRE?
PROBLEMA
DA
RISOLVERE
CAUSE
PIÙ PROBABILI
AREE
DI INDAGINE
SULLE CAUSE
CAUSE SULLE
QUALI È
CONCRETAMENTE
POSSIBILE
INTERVENIRE
CAUSE
POSSIBILI
CAUSE
PIÙ
PROBABILI
CAUSE SULLE QUALI AGIRE
MEDIANTE IL PIANO DI
MIGLIORAMENTO
LA RICERCA DELLE SOLUZIONI
ESPERIENZA?
BRAINSTORMING?
RIFLESSIONE GUIDATA?
RICERCA TEORIE ED ESPERIENZE ESTERNE?
CONSULENZA ESPERTI?
NECESSITÀ DELLA CONSAPEVOLEZZA
DEL RAPPORTO TRA PROCESSI ED ESITI
Indicare in che modo gli obiettivi di processo possono
contribuire al raggiungimento delle priorità
(max 1500 caratteri spazi inclusi) …
FARE LE COSE BENE E FARE LE COSE GIUSTE
FARE
FARE
LE COSE MALE LE COSE BENE
FARE
LE COSE
GIUSTE
FARE
LE COSE
SBAGLIATE
FARE MALE
LE COSE
GIUSTE
FARE MALE
LE COSE
SBAGLIATE
FARE BENE
LE COSE
GIUSTE
FARE BENE
LE COSE
SBAGLIATE
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