Aiace Prima delle sette tragedie conservate nel Codice Mediceo XXXII. Considerata di poco precedente all’Antigone. Pertanto, se l’Antigone fu rappresentata verso il 441 a.C., è probabile che l’Aiace sia stata rappresentata nel 445 a.C. circa. L’argomento del dramma è descritto pure da Omero nell’Odissea: il suicido di Aiace Telamonio, cugino di Achille. Tuttavia la tragedia sofoclea sviluppa altri temi e si arricchisce di nuovi personaggi …… Argomento Odisseo viene sorpreso dalla dea Atena a spiare nei pressi della tenda di Aiace. Egli è in cerca di qualche verità. Infatti durante la notte, il bestiame è stato massacrato insieme ai suoi guardiani ed alcuni indizi fanno pensare che il colpevole sia proprio Aiace. Odisseo Aiace Atena conferma i sospetti di Odisseo e spiega che è stata proprio lei a scatenare la follia dell’eroe, il quale, poiché era stato defraudato delle armi di Achille, meditava una vendetta contro Odisseo e gli Atridi. A testimonianza di ciò, la dea chiama Aiace, la cui mente è ancora vittima della follia. Egli si vanta agli occhi di Atena e Odisseo, minacciando le più cruenti rappresaglie contro l’animale nel quale vede Odisseo. Follia Odisseo secondo Aiace A questo punto entra in scena Tecmessa, prigioniera di guerra di Aiace, da cui ha avuto un figlio. Tecmessa teme che Aiace, dopo aver recuperato la lucidità, faccia qualche pazzia. Infatti Aiace è venuto a conoscenza del suo delirante gesto e giunge alla conclusione che la sua unica possibilità di riscatto è il suicidio. Tecmessa tenta di persuaderlo dalla sua decisione, tentando di far leva sui sentimenti che prova per lei e per il figlio. Intanto Aiace ha già pensato a tutto. Suo fratello si occuperà di lei e del bambino e il suo famosissimo scudo gli verrà lasciato in eredità. Aiace finge di aver cambiato idea riguardo al suicidio, così nessuno potrà impedirglielo, e si reca in riva al mare. Famiglia o suicidio? Appena Aiace si allontana, compare un messaggero, inviato con l’ordine che l’eroe non esca dalla tenda fino alla fine della giornata. Infatti l’indovino Calcante ha vaticinato che la dea Atena, nonostante fosse offesa, avrebbe posto fine alla sua collera. Ma l’eroe è ormai lontano. Dopo aver pregato gli dei affinché gli concedano una sepoltura onorata, impreca contro gli Atridi, pensa ai suoi genitori, e si getta sulla spada di Ettore… Messaggero Poco dopo, Tecmessa e il coro ne scoprono il cadavere. Il sopraggiungere di Teucro, Menelao e Agamennone fa scoppiare una lite poiché gli Atridi vorrebbero negare la sepoltura ad Aiace per punirlo dei suoi propositi omicidi nei loro confronti. A questo punto Odisseo, inaspettatamente, prende le parti del morto che in vita, oltre a suo nemico, era stato uomo degno di ammirazione; inoltre negare la sepoltura significa arrecare una grave offesa agli dei. La tragedia si conclude mentre Teucro, il piccolo figlio di Aiace e il coro si apprestano a rendere gli onori funebri. Rapporto uomo-divinità La vicenda dell’eroe è un esempio di ύβρις punita. Per ben due volte, Aiace aveva offeso la divinità con la sua arroganza: al momento della partenza per Troia, quando aveva affermato che egli avrebbe confidato solo in se stesso; e quando aveva rifiutato l’aiuto offertogli in battaglia da Atena. άτη Parole dell’eroe Punizione divina Crudele contrappasso La figura di Odisseo All’inizio della tragedia abbiamo un Odisseo che, pur di ricevere in dono lo scudo di Achille, lascia compiere un’ingiustizia agli Atridi nei confronti di Aiace. Successivamente però la figura di Odisseo si riabilita. Egli non si rallegra delle sventure del suo rivale e intercede per lui, affinchè riceva una degna sepoltura. Così Odisseo viene addirittura considerato un emblema di saggezza. Invenzioni di Sofocle Nei vari episodi dell’Iliade e soprattutto nel libro in cui l’ombra dell’eroe si rifiuta di parlare a Odisseo, ritenuto da lui responsabile della sua morte, non si fa alcun cenno alla follia dell’eroe né al massacro del bestiame, che dovettero essere una felice invenzione di Sofocle. Un altro esempio è il personaggio di Tecmessa. Il suo dialogo con Aiace richiama alla mente il famosissimo incontro fra Ettore e Andromaca, ma l’Iliade non parla per niente della prigioniera di Aiace né di loro figlio. Il tema del tempo Il monologo di Aiace, avvenuto immediatamente prima del suicidio, esprime una riflessione sul tempo e ci indurrebbe a concludere che si fosse ormai giunti alla certezza che non possono esistere valori assoluti ed eterni per l’uomo. Infatti se l’uomo si pone a confronto con la dimensione del tempo, infinita ed inarrestabile nel suo fluire, non può fare a meno di comprendere che tutto (uomo, concezioni esistenziali, natura) è destinato a trasformarsi. Fine … Maria Guarrera Emanuele Crupi άτη E’ quella forza che si impadronisce della psiche umana, il cosiddetto “accecamento”, che porta l’uomo al male. Il contrappasso In quanto Aiace, che si crede invincibile, è sconfitto per ben due volte: è umiliato nel suo spirito agonistico e nella sua volontà di primato con la perdita delle armi; poi, ancora più dolorosamente, con la distruzione della propria immagine eroica, causata da quel gesto che avrebbe dovuto rappresentare la sua affermazione. Tecmessa La sua presenza in Sofocle, potrebbe servire a mettere in risalto una sfumatura di misoginia. Ma l’indifesa debolezza di Tecmessa e le sue suppliche hanno soprattutto lo scopo di evidenziare il rigore del carattere di Aiace e la fermezza della sua decisione.