La radioattività Si definisce radioattività la proprietà che hanno gli atomi di alcuni elementi di emettere spontaneamente radiazioni ionizzanti Non è stata inventata dall’uomo ma scoperta: 1. Nel 1896 Henry Becquerel studiando i fenomeni di luminescenza di alcuni materiale, collegò l’annerimento di una lastra fotografica lasciata vicino a materiali d’uranio. 2. Due anni più tardi Marie Curie scopri che anche altre sostanze godevano della stessa proprietà dell’uranio (per esempio il Th) e suggerì di chiamare tali sostanze radio (radium = raggio) attive. 3. Marie Cuire separò il polonio e il radio, la cui radioattività risultava rispettivamente 400 e 1.M di volte superiore a quella dei sali di uranio puri e riuscì a stabilire la natura dei raggi emessi. Si trattava di 3 tipi di radiazioni e ne associò le prime tre lettere dell’alfabeto: a , b , g G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 IL NUCLEO ATOMICO Un nucleo atomico è caratterizzato da: • un numero atomico (Z), che indica il numero di protoni • un numero di massa (A) che rappresenta il numero totale di nucleoni presenti nel nucleo atomico. Se N è il numero di neutroni, possiamo scrivere: A=N+Z. Per nuclei leggeri la configurazione nucleare risulta stabile quando Z = N. Al crescere di Z il numero di neutroni necessari a garantire la stabilità aumenta. Tale andamento è ben descritto dalla così detta curva di stabilità Un isotopo è un atomo di uno stesso elemento chimico, (stesso numero atomico Z), ma con differente numero di massa A, e quindi differente massa atomica M. La differenza dei numeri di massa è dovuta ad un diverso numero di neutroni presenti nel nucleo dell'atomo a parità di numero atomico. Curva di stabilità dei nuclei atomici. G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 La radioattività: attività In modo più rigoroso oggi sappiamo che la radioattività è un processo per cui il nucleo di un elemento o radionuclide si trasforma nel nucleo di un elemento diverso o raggiunge uno stato energetico minore, emettendo radiazioni ionizzanti. Si definisce l’attività di una sorgente radioattiva: dN A dt Dove dN è il numero di trasformazioni nucleari che avviene nella quantità di radionuclide nell’intervallo di tempo dt. G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 L’attività: unità di misura L’unità di misura della radioattività fu proposta all’inizio del secolo scorso da Marie Curie come l‘attività di 1 g di radio. Nel 1950 la definizione di tale unità è stata modificata in modo da corrispondere esattamente a 37 miliardi di disintegrazioni al secondo; tale grandezza è chiamata curie (Ci) e corrisponde approssimativamente a circa 1 g di 226Ra. Attualmente l’unità che esprime la quantità di radioattività è misurata in becquerel (Bq) e corrisponde ad una disintegrazione al secondo. Curie (Ci): attività di 1 g di 226Ra Becquerels (Bq): una disintegrazione al secondo 1 Ci 3.7 10 Bq 10 G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Costante di decadimento E’ impossibile prevedere quando un dato nucleo si trasformerà; possiamo solamente definire una certa probabilità di trasformazione in un’unità di tempo data. Questa probabilità è la stessa per tutti i nuclei di un dato nuclide e si mantiene costante nel tempo. Questa probabilità di disintegrazione radioattiva spontanea per unità di tempo è detta costante di decadimento , si esprime in s-1 e si indica con λ. Se indichiamo con N il numero di nuclei instabili, λN rappresenterà il numero di nuclei che decadono nell’unità di tempo. dN N dt N (t ) N 0 e t G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Vita media Moltiplicando per λ e ricordando che la quantità λN rappresenta l’attività della sostanza, che indicheremo con A, avremo: A A0 e t Si definisce vita media t: dove con A0 abbiamo indicato l’attività al tempo t = 0. t 1 l’intervallo di tempo nel quale l’attività di un radionuclide fattore e rispetto al suo valore iniziale. si riduce di un G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Tempo di dimezzamento Tempo di dimezzamento τ½ di una sostanza radioattiva è il tempo necessario affinché questa si riduca della metà. A A0 e t t 1/ 2 0,693 G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 L’attività: esempi Un grammo di 60Co (τ = 5.27 anni) avrà un’attività di 4.185 1013 Bq Un grammo di 238U (τ = 4.47 109 anni) avrà un’attività di 12500 Bq Nella roccia (terreno) il contenuto di Uranio è dell’ordine del ppm (10-6 g/g) Quindi in 1 kg di roccia si hanno qualche decina di Bq! Sorgenti usate in laboratorio: ~ 1- 10 kBq G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Il decadimento alfa Le particelle α sono nuclei di elio, cioè nuclei particolarmente stabili formati da due protoni e due neutroni (Z=2 ed A=4). 4 2 He a Sono soprattutto i nuclei pesanti (A>200) e deficienti in neutroni ad essere interessati da questo processo nucleare. A Z X A 4 Z 2 Y He 4 2 Esempio: a U Th 238 92 234 90 n 238 92 1.587 p 92 n 234 90 234 Th : 1.600 90 p 90 238 92 U: G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Cinematica decadimento alfa Imponendo le leggi della conservazione dell’energia e della quantità di moto m X c 2 mY c 2 TY ma c 2 Ta (m X mY ma ) c 2 TY Ta 2 Q ( m m m ) c Definiamo Q valore come l’energia rilasciata nel decadimento: X Y a Sostituiamo le masse nucleari m con le masse atomiche M (potendo trascurare le energie di legame degli elettroni) Q (M X M Y M a ) c 2 Se esprimiamo M in unità di masse atomiche (amu) ed Q in MeV possiamo scrivere: 1 massa di atomo di 12C 12 1 amu 1.6604 10 27 kg G. Pugliese 1 amu 931Biofisica, .5 MeV a.a. 09-10 1 amu Q ( M X M Y M a ) 931.5 [ MeV ] Cinematica decadimento alfa M Y vY M a va Applicando il principio di conservazione della quantità di moto: 1 2 2 1 2 2 MY vY Ma va 2 2 elevando al quadrato e moltiplicando per ½ otteniamo: TY M Y Ta M a MY Ma Q Ta MY MY Ta Q MY Ma TY Ma Ta MY Q TY Ta Le energie cinetiche delle particelle α sono tipicamente dell’ordine del 98% del Q valore, mentre il restante 2% lo si ritrova sotto forma di energia cinetica del nucleo figlio (energia di rinculo). G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Decadimento Alfa Esistenza di una struttura fine dovuta al fatto che il nucleo figlio, anziché essere generato direttamente nel suo stato fondamentale, viene prodotto in uno dei sui possibili stati eccitati. Il nucleo figlio passerà poi dallo stato eccitato allo stato fondamentale emettendo uno o più raggi γ G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Sorgenti Alfa G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Il decadimento beta Col termine decadimento β intendiamo l’emissione spontanea da parte di un nucleo di • un elettrone (decadimento β-) o un positrone (decadimento β+) Opp. la cattura di un elettrone atomico (Cattura Elettronica o E.C.) Si tratta di un processo di interazione debole ed è preponderante tra i nuclei instabili. n p p e p e n e n e e e decadiment o β decadiment o β Cattura Elettronic a decadimento β-: avviene per quei nuclei in cui vi è un eccesso di neutroni decadimento β+: avviene per quei nuclei in cui vi è un eccesso di protoni IN termini di nucleo atomico abbiamo: A Z A Z A Z X X X e A Z 1 A Z 1 A Z 1 Y Y Y e e e e e decadiment o β decadiment o β G. Pugliesea Cattura Elettronic Biofisica, a.a. 09-10 Spettro decadimento Beta A differenza del decadimento α, che essendo un decadimento a due corpi emette la particella α sempre con la medesima energia (energia monocromatica), l’elettrone nel decadimento β- condivide la propria energia con il neutrino e quindi ne risulta uno spettro continuo con energia massima Spettro del decadimento β, G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Cinematica del decadimento β-: masse nucleari Qb (m X mY me ) c Masse atomiche 2 MX MY mX mY Z me ( Z 1) me Qb ( M X M Y ) c 2 Se esprimiamo, M in unità di masse atomiche ed Q in MeV possiamo riscrivere la precedente equazione nel seguente modo: Qb ( M X M Y ) 931.502 [ MeV ] Condizione necessaria e sufficiente affinché un decadimento β- possa avere luogo é che la massa atomica del nucleo padre sia superiore a quella del nucleo figlio: M X MY G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Schema del decadimento β- del 60Co. 60 Co b b 2626 keV 2506 keV b 2159 keV b 1333 keV 0 keV 60 Ni G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Cinematica del decadimento β+: Qb (m X mY me ) c 2 masse nucleari MX MY Masse atomiche mX mY Z me ( Z 1) me Qb ( M X M Y 2me ) c 2 Se esprimiamo, M in unità di masse atomiche ed Q in MeV possiamo riscrivere la precedente equazione nel seguente modo: Qb ( M X M Y ) 931.502 1.022 [ MeV ] Condizione necessaria e sufficiente affinché un decadimento β+ possa avere luogo é che la differenza delle due masse atomiche dei nuclei padre e figlio sia superiore a due volte la massa dell’elettrone: . ( M X M Y ) c 2 1022 keV G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 La cattura elettronica Se un nucleo presenta un eccesso di protoni ed ha un’energia di poco inferiore a 1022 keV, può catturare un elettrone della shell atomica. (generalmente dall’orbita K) A Z X e Y e A Z 1 I neutrini emessi durante il processo di cattura elettronica hanno tutti la stessa energia (neutrini monoenergetici). Co 57 E.C. 706 keV E.C. 367 keV E.C. 136 keV 14 keV 0 keV 57 Fe Schema di decadimento per cattura elettronica del 57Co. G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Tabella degli isotopi Link molto utile: http://www.nndc.bnl.gov/nudat2/reCenter.jsp?z=55&n=78 Tabella con tutti gli isotopi conosciuti, ordinati per numero atomico crescente dall'alto in basso e per numero neutronico crescente da sinistra a destra e. I tempi di dimezzamento sono indicati con il colore. G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Sorgenti Alfa: hanno un percorso nella materia estremamente breve. Vengono fermati in pochi cm. Pericolosi per contaminazione interna. G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 L’origine della radiazione Radiazione cosmica: Raggi cosmici primari Raggi cosmici secondari Radioattività naturale: Radionuclidi isolati Famiglie radioattive naturali Radioattività artificiale. G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Radionuclidi isolati (1) Di origine terrestre (sono radioisotopi con tempo di dimezzamento confrontabile con l’età dell’Universo) G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Radionuclidi isolati (2) Generati dalle interazioni dei raggi cosmici con l’atmosfera (es: 3H, 1 0 1 0 14C ed 7Be) n 147N 126C 13H n 147N 146C 11p G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Famiglie radioattive naturali Gli isotopi naturali possono essere raggruppati in 3 famiglie, con un capostipite da cui prendono il nome : 1. Serie dell’uranio 2. Serie del torio 3. Serie dell’attinio Ognuna delle serie presenta un elemento gassoso mentre tutti gli altri sono solidi e termina con un elemento stabile (isotopo del piombo) 1 2 n1 A B C ........... X (stabile ) Li le costanti di decadimento G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Famiglie radioattive naturali Il sistema di equazioni differenziali, dette equazioni di Bateman, che regola la sua evoluzione é il seguente: dN1 (t ) dt dN 2 (t ) dt ............ dN i (t ) dt ............ dN N (t ) dt 1 N1 (t ) 2 N 2 (t ) 1 N1 (t ) i N i (t ) i 1 N i 1 (t ) N 1 N N 1 (t ) dove Ni(t) é il numero di nuclei dell’i-esimo elemento al tempo t, e λi é la costante di decadimento associata. G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Famiglie radioattive naturali Nell’ipotesi che all’istante iniziale siano presenti N10 atomi del capostipite, il generico membro della serie: N i (t ) C1e 1t C2 e 2t ...Ci e i t C1 Dove: 12 ...i 1 N10 (2 1 )(3 1 )...( i 1 ) .. Ci 12 ...i 1 N10 (2 i )(3 i )...(i 1 i ) Si parla di equilibrio quando la derivata rispetto al tempo di una certa funzione è nulla. dN1 (t ) 1 N1 dt 1 N1 2 N 2 .... n 1 N n 1 n N n G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Le serie radioattive: 238U bog a Il capostipite è l’238U che emette a trasformandosi in 234 Th. Elemento gassoso è il 222Rn. L’elemento stabile 206 Pb G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Le serie radioattive: 232Th bog a Il capostipite è l’237Th che emette a trasformandosi in 228 Rn. Elemento gassoso è il 224Rn. L’elemento stabile 208 Pb G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10 Le serie radioattive: 235U bog a G. Pugliese Biofisica, a.a. 09-10