LA COMPLESSITA’: Segnali dal Futuro
Laboratorio Lumsa
Luglio 2015
PROF.SSA MANUELA SCANDURRA
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PERCHÉ APPROFONDIRE IL TEMA
DELLA COMPLESSITÀ?
• Viviamo in una società
complessa e la scuola ne fa
parte in modo significativo?
• Definiamo il termine
«complessità».
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EDUCAZIONE… varie modalità:
FORMALE:
Avviene nelle istituzioni formalmente dedicate
all’istruzione e alla formazione e si conclude con
l’acquisizione di un diploma o di una qualifica
riconosciuta.
Quindi ha luogo nell’intero sistema scolastico, che va
dalla scuola primaria all’università e include una
varietà di programmi e di istituti specializzati per la
formazione tecnica e professionale.
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EDUCAZIONE… varie modalità:
NON-FORMALE
S’intende ogni attività educativa organizzata al di fuori
del sistema formale e realizzata, ad esempio, nel
luogo di lavoro o nell’ambito di organizzazioni o
gruppi della società civile, nelle associazioni ecc.
È rivolta a categorie di utenti ben individuabili e si
pone determinati obiettivi nel campo
dell’apprendimento, ma non prevede l’acquisizione
di titoli di studio o qualifiche riconosciute.
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EDUCAZIONE… varie modalità:
INFORMALE
E’ un processo, non legato a tempi o luoghi specifici, per
il quale ogni individuo acquisisce – anche in modo
inconsapevole o non intenzionale - attitudini, valori,
abilità e conoscenze dall’esperienza quotidiana e dalle
influenze e risorse educative nel suo ambiente: dalla
famiglia e dal vicinato, dal lavoro e dal gioco, dal
mercato, dalla biblioteca, dal mondo dell’arte e dello
spettacolo, dai mass-media...
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RETI FORMALI, NON FORMALI ED
INFORMALI
Quando la soluzione di un aspetto del nostro vivere non dipende
solo dalle nostre capacità e conseguenti azioni individuali, ma
da un contesto più ampio,
LA SOLUZIONE SI PUÒ TROVARE NELLA RETE FORMALI, NON
FORMALI E INFORMALI.
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RETI FORMALI, NON FORMALI ED
INFORMALI
Per l’elaborazione di un progetto di vita per la persona disabile,
la soluzione è da individuare nelle reti territoriali esistenti,
mediante un disegno unitario.
NOI SIAMO PARTE ATTIVA DI QUESTA RETE.
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SI PUÒ RISOLVERE?
Spesso si sente dire: Fa parte della
complessità del sistema scuola .
Esplicitiamo il significato.
È Complesso o complicato risolvere
questo problema.
È un fenomeno complesso. Che
vuol dire? Non si può risolvere? Non
dipende da me? È
incomprensibile?
E’ incomprensibile? ? ?
Breve confronto aperto.
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SISTEMI SEMPLICI, COMPLICATI,
COMPLESSI
1.SEMPLICE:
Costituito da un solo elemento, replicabile
esempio: fabbricare
UN BICCHIERE
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SISTEMI SEMPLICI, COMPLICATI,
COMPLESSI
2. COMPLICATO:
Costituito da più elementi
che interagiscono in maniera
predeterminata, replicabile
esempio: fabbricare
UNO STEREO
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SISTEMI SEMPLICI, COMPLICATI,
COMPLESSI
3. COMPLESSO:
Costituito da piu’ elementi interagenti fra loro in maniera non
determinabile delle cui interazioni non è possibile prevedere
l’esito, se non in termini probabilistici: non replicabile
esempio:
UNA SCUOLA
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COME ORIENTARCI NELLA COMPLESSITÀ?
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INTERDIPENDENTE, MOBILE,
INTERCONNESSO, INTERATTIVO:
"COMPLESSITA': Caratteristica di un sistema
concepito come un aggregato organico e
strutturato di parti tra loro interagenti, in base
alla quale il comportamento globale del
sistema non è immediatamente riconducibile
a quello dei singoli costituenti, dipendendo
dal modo in cui essi interagiscono."
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(www.treccani.com)15
INTERDIPENDENTE, MOBILE,
INTERCONNESSO, INTERATTIVO:
Una scuola è un sistema complesso, in quanto la
qualità
e
quantità
interconnessioni,
di
mobilita’
interdipendenze,
e
interattivita’
cambiano continuamente, pur mantenendo una
struttura di base.
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INTERDIPENDENTE, MOBILE,
INTERCONNESSO, INTERATTIVO:
Viviamo in un mondo interconnesso, in
cui anche i problemi piccoli dipendono
da quelli filosofici, e quelli locali dal resto
del mondo
(E.Sanguineti)
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TRE METAFORE
Nel nostro percorso, useremo tre metafore per
comprendere il concetto di complessita’:
• l’acqua che spegne il fuoco
• la macchina con le marce automatiche
• la cellula
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PRIMA METAFORA:
Perche’ l’acqua spegne il fuoco?
1. Un sistema complesso
è simile al sistema
vivente.
2. Scomporre per capire
e gestire i fenomeni
che emergono dalla
complessità non serve.
3. Un fenomeno non si
può comprendere
scomponendo le sue
parti.
Un ricercatore che vuole capire
perché l’acqua spegne il fuoco,
scompone le componenti.
Scopre che l’ossigeno alimenta il
fuoco e l’idrogeno è infiammabile.
Questa scoperta non spiega il
perché l’acqua spegne il fuoco.
Come direbbe Vygotskij :
« Il ricercatore non arriverebbe
mai sulla base delle proprietà di
questi elementi a spiegare le
proprietà proprie del tutto»*
*Lev S. Vygotskij «Pensiero e linguaggio» Bari 2011
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Perché l’acqua spegne il fuoco?
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SECONDA METAFORA:
Perche’ la macchina con le marce
automatiche non funziona?
Avete sempre
guidato una
macchina con le
marce.
Per necessità, vi
trovate a dover
guidare invece una
macchina con le
marce
automatiche.
Cosa accade?
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Accade che, istintivamente, quando la macchina
chiede il cambio di marcia per andare, voi frenerete,
spesso inchiodando.
A questo punto vi sentirete incapaci.
Perché non sono in grado?
Io voglio procedere, non fermarmi.
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Ma la causa non risiede in voi:
Risiede nella vostra abitudine istintiva.
Lì non esiste il pedale della frizione, voi
frenerete non perché lo vogliate fare, ma
perché troverete il freno, cercando la frizione
alla quale siete abituati.
MARCE MANUALI
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MARCE AUTOMATICHE
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CAMBIARE APPROCCIO
Le categorie con cui ragioniamo non aiutano sempre:
a volte diventano un ostacolo di cui siamo
inconsapevoli.
Utilizzare gli stessi schemi mentali per tutto può
produrre senso di impotenza, frustrazione e solitudine.
Cambiare approccio ed essere flessibili
è fondamentale in tutte le attività e in qualunque
progetto.
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RIUNIRE CIO’
CHE E’ STATO DIVISO
«…Come è noto, la separazione dell’aspetto intellettivo della nostra
coscienza dall’aspetto affettivo e volitivo è uno dei difetti
fondamentali e principali di tutta la psicologia tradizionale…
Chi ha separato fin dall’inizio il pensiero dall’affetto si è precluso la
strada per spiegare le cause del pensiero stesso, perché un’analisi
deterministica del pensiero suppone necessariamente la scoperta
dei motivi motori del pensiero, dei bisogni e degli interessi, degli
impulsi e delle tendenze che dirigono i movimenti del pensiero
dall’una o l’altra parte».
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da lev s. vygotskij 1934, pensiero e liguaggio, editori laterza, bari, 2011.
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RIUNIRE CIO’
CHE E’ STATO DIVISO
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RIUNIRE CIO’
CHE E’ STATO DIVISO
NESSUNA PERSONA PUO’ “ESSERE FATTA A FETTE” PER ESSERE
COMPRESA… NEANCHE LA SUA STORIA O LE SUE CARATTERISTICHE…
QUANDO DIVIDIAMO AL FINE DI ANALIZZARE MEGLIO LE VARIABILI CHE
DETERMINANO
LA
COMPLESSITA’
DI
UNA
SPECIFICA
SITUAZIONE,
DOBBIAMO SEMPRE FARCI ”RESTITUIRE” OLISTICAMENTE LA PERSONA “NEL
SUO INSIEME”, PERCHE’ E’ A QUELL’INSIEME CHE IL NOSTRO OPERATO SI
RIVOLGE.
QUESTO VALE ANCHE PER LE PERSONE CON DISABILITA’.
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RIUNIRE CIO’
CHE E’ STATO DIVISO
ci dice Edgard Morin:
«L’universalismo concreto si basa sul
riconoscimento dell’unità delle diversità
umane e delle diversità nell’unità umana.»
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LA NECESSITA’ DI CAMBIARE
•
I fenomeni che hanno determinato lo sviluppo della nostra
società negli ultimi decenni, non sono più comprensibili soltanto
con il pensiero lineare.
•
La velocità impressa dalle quantità di informazioni che viaggiano
nel pianeta e dalle scelte e decisioni conseguenti, ha introdotto
quello che chiamiamo COMPLESSITA’, fenomeno dal quale
nessuno di noi può prescindere quando agisce.
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PENSIERO LINEARE
FUNZIONALE IERI
PENSIERO COMPLESSO
FUNZIONALE OGGI
causa/effetto
prima/dopo
vicino/lontano
se faccio cosi’… avro’…
attori fissi
se prevedo e pianifico,
realizzo
• quindi…
• allora…
• probabilita’ e incertezza…
• progettazione e
riprogettazione continua…
• ingresso di nuovi attori non
prevedibili…
• abilità sociali cooperative
• educazione permanente…
•
•
•
•
•
•
Fare i conti con l’incertezza ed esplicitare questa capacita’
e’ il primo requisito per affrontare efficacemente i temi dell’oggi
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MA QUALE APPROCCIO SERVE?
Non sono gli aspetti della realtà che vanno cambiati,
ma il nostro approccio verso di essi
LINEARITA’
VERSUS
COMPLESSITA’
???
Tutto ciò che abbiamo appreso viene raccolto in un dominio
concettuale lineare che proviene dalla cultura occidentale
degli ultimi secoli; ciò che allora rappresentava una chiave per
l’interpretazione della realtà, oggi non è più efficace.
Servono entrambi gli approcci
per comprendere l’oggi.
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IL POSSIBILE DISORIENTAMENTO
La
pressione
prendere,
delle
continue
l’impossibilità
di
decisioni
immaginare
da
una
direzione certa verso cui tendere, portano a
vivere in uno stato di ansia che talvolta può
trasformarsi in difficoltà di agire.
La sensazione è di “disorientamento” che acuisce
il senso di solitudine o di non essere all’altezza.
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L’IMPORTANZA DEL TEMPO E
DELLA CURA
Per ridurre il senso d’inadeguatezza, due variabili, tra le altre, sono molto
importanti:
1.
DEDICARE
TEMPO,
INTESO PROPRIO COME TEMPO FISICO CHE
SCORRE, SEGNATO DALL’OROLOGIO E DALLA NOSTRA DISPONIBILITA’ A
DEDICARLO ALL’ASCOLTO, ALLE RELAZIONI, ALLE RAGIONI DI TUTTI GLI
ATTORI COINVOLTI, ALLA RICERCA DELLA SOLUZIONE MIGLIORE;
2.
DEDICARE
CURA, CIOE’ OCCUPARCI CON DEDIZIONE A CIO’ A CUI
TENIAMO, CON PAZIENZA E COMPRENSIONE.
IL PROGETTO DI VITA NECESSITA PROPRIO DI QUESTI DUE ASPETTI.
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Senza tempo e cura da dedicare, diventa difficile
governare sistema complessi come quello della
costruzione partecipata di un
PROGETTO DI VITA.
Quando non sono governati, i sistemi complessi
gestiscono loro le persone e le organizzazioni.
Dove non c’è TEMPO E CURA, non c’è governo di
sistema, così ciascuno cerca di farcela da solo.
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COSA È, PER NOI, UNA RETE
Metafora concettuale:
Per spiegare il concetto di rete a cui facciamo riferimento
dobbiamo parlare della cellula, la più piccola struttura ad essere
classificata come vivente.
Terza metafora: la cellula
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Terza metafora: la cellula
MAPPA:
•
Ogni punto rappresenta un
composto chimico (una scuola).
•
Ogni linea rappresenta una
reazione chimica che unisce due
composti (legame di
comunicazione).
•
Ogni reazione chimica è
catalizzata da una grossa
molecola che si chiama enzima
(linguaggio condiviso, emozioni,
conoscenza)
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Proprietà degli organismi viventi
I componenti di un organismo vivente(sia esso biologico o sociale)
sono capaci, anche in momenti di crisi, di mantenere la propria
identità.
Ciò accade grazie a un sistema di trasformazioni coordinate e
organizzate, che fanno parte del sistema stesso.
Struttura formale, non formale
ed informale
INFORMALE
FORMALE
IN FORMALE
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Inseparabilità delle tre strutture
La struttura formale di una rete di scuole è come la
membrana della cellula.
Le strutture non formali ed informali sono “…la
complessa rete di relazioni e processi metabolici che
lavorano per trasportare all’interno gli elementi
necessari ed espellere i rifiuti biologici “
(da La scienza della vita di Fritjof Capra).
Opportunità delle reti
formali, non formali e informali
Aprire canali di collaborazione con:
•
ASL,
• ONLUS,
•
Altre scuole,
• Fondazioni,
•
Università,
• Imprese sociali,
•
Aziende,
•
Enti Locali,
•
Parrocchie,
•
Pubbliche Amministrazioni,
•
Volontariato,
•
Cooperative sociali,
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• Centri Territoriali di supporto,
• Ausilioteche,
• Servizio Civile,
• Associazioni,
• Camere di Commercio
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PROGETTO DI VITA E
COMPLESSITA’
La soluzione, nella complessità emerge autonomamente
dal movimento continuo di relazioni, scambi, intrecci e
adattamenti dei contesti ambientali.
Il
Progetto di vita
si delinea, si sviluppa e si
realizza in questa dimensione, che noi influenziamo e che
ci influenza nello stesso tempo.
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• Se approcciamo il
Progetto di vita per
l’alunno/a con disabilità dal punto di vista del PENSIERO
LINEARE facilmente ci sentiremo disorientati, in quanto
l’imprevisto sfugge per definizione al nostro controllo.
• Se approcciamo invece il
Progetto di vita per
l’alunno/a con disabilità dal punto di vista del PENSIERO
COMPLESSO cambieremo le azioni necessarie per
confrontarci con la realtà in perenne movimento nella quale
operiamo, dando senso a ciò che viviamo.
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• AL DI LA’ DEI “BIZANTINISMI” (CHE LASCIAMO AGLI
ADDETTI AI LAVORI DI TEORIA DELLE
ORGANIZZAZIONE) , CHI LAVORA A SCUOLA DEVE
ESSERE CONSAPEVOLE CHE OPERA IN UNA
STRUTTURA “COMPLESSA”, COMPOSTA DA VARI TIPI
DI RELAZIONI CHE INTERGAGISCONO FRA LORO.
• LA CERTEZZA DI NON POTER PREVEDERE L’ESITO
DELL’INTERAZIONE DELLE VARIABILI FRA LORO, CI
DOVREBBE FORNIRE QUEL SENSO DI SERENITA’
GRAZIE AL QUALE SENTIAMO CHE L’IMPORTANTE E’
PARTECIPARE AL PROCESSO, PIU’ CHE RICERCARE
SOLO QUELLO SPECIFICO RISULTATO.
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Sapremmo assai di più
della complessità della vita
se ci fossimo applicati a studiare
con determinazione
le sue contraddizioni,
invece di perdere tanto tempo
con le identità e le coerenze,
le quali hanno il dovere
di spiegarsi da sole.
José Saramago, La caverna, Einaudi, Torino 2000
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DA GANDHI
"L'interdipendenza è e dovrebbe essere,
un ideale dell'uomo quanto l'autosufficienza.
L'uomo è un essere sociale…
Se l'uomo fosse posto o potesse porsi in condizione di
non dover dipendere in alcun modo dai suoi simili, si
farebbe così orgoglioso e arrogante da risultare un vero
e proprio peso e fastidio per il mondo.
La dipendenza dalla società gli insegna la lezione dell’
umiltà.
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LA MIA FAMIGLIA
E’ IL MONDO
CI DICE ANCORA GANDHI:
…E se uno può accettare di
farsi aiutare dalla propria
famiglia, perché non
dovrebbe farlo anche dai
propri vicini?
O, altrimenti, quale sarebbe il
significato del grande detto
La mia famiglia e' il mondo"?
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x
«La mente che si apre ad una nuova idea,
non torna mai alla dimensione precedente.»
(Albert Einstein)
BUON LAVORO!
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