Architettura ad Alghero Università degli Studi di Sassari ARCHITETTURA AD ALGHERO 18 novembre 2014 Complesso Santa Chiara, Muralla de L'Hospital, VII aula Alghero Cecchini – Cannaos - Onni Popolazioni e paesaggio La convenzione europea del paesaggio all’art. 1 definisce: "Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni Questo denota una forte attenzione alle relazioni fra popolazioni e luoghi. Il paesaggio è un paesaggio costruito, trasformato e lavorato (anche) dal lavoro dell’uomo e per ultimo percepito dall’uomo. Questo significa che: •Un paesaggio è tale quando ci sono popolazioni che lo percepiscono. •Popolazioni diverse possono, stando nello stesso luogo, percepire differentemente quel luogo, cioè significarlo diversamente. •Ognuna di queste significazioni partecipa e costruisce alla trasformazione di quei luoghi; cambiare i significati significa cambiare i luoghi, sia dal punto di vista immateriale, che da quello fisico e spaziale. La ricerca che portiamo avanti mira a far emergere queste differenze, interrogandosi sulle relazioni fra luoghi, percezioni e significati attribuiti ai luoghi (o paradigmi culturali se vogliamo) e popolazioni residenti e transeunti. La ricerca è sin da subito stata condotta a valutare cosa succede nei luoghi interessati da forti flussi di popolazioni non residenti. Per questo si è incentrata sul turismo e sulle relazioni che questo comporta fra popolazioni e luoghi. Nel tempo la ricerca si è consolidata su due fronti: •L’osservatorio turistico •Un corso di crediti liberi Entrambi rappresentano sia uno strumento di ricerca, sia un metodo per diffondere la ricerca, fare il punto e porre nuove questioni alla ricerca stessa. •L’osservatorio turistico Occorre fare alcune importanti premesse per comprendere come viene da noi inteso questo strumento. 1. Il turismo è, oggi, uno degli strumenti di trasformazione più importanti del territorio, quasi come un’“industria pesante” e come tali i sui effetti sui territori investiti dal fenomeno sono significativi sia nel bene (sviluppo economico diretto, “apertura”, indotto) sia nel male (iniquità nella ripartizione dei benefici, impatti ambientali e sociali, rischi di mono-cultura). 2. Le politiche turistiche cambiano gli spazi sia fisicamente che nei significati e nella percezione: le politiche turistiche sono politiche territoriali 3. Più che di turismo si dovrebbe parlare di turismi e di turisti piuttosto che di turista. La conoscenza dei turisti, e dei turismi, è necessaria alla ricerca in quanto consente di analizzare i nuovi spazi che si generano in funzione dei flussi di domanda e offerta sempre meno eterodirette. 4. Se nel passato esisteva quasi una sorta di identificazione tra la comunità residente e il luogo, ora il legame è molto diverso e variabile tra individuo e individuo. Sono comparse nuove popolazioni che interpretano nuovi stili di vita, con differenti legami ed influenza sulla forma, la connotazione ed il significato che si attribuisce ai luoghi. Ogni popolazione ha un portato culturale che correlandosi con le altre si trasforma e trasforma quello delle altre popolazioni. Un viaggio un po’ cambia il turista ed un po’ cambia la comunità che lo ha ospitato. 5. I turisti non sono diversi dai residenti ma entrambi fanno parte della stessa popolazione che in un territorio vive, lavora o studia, compra, si diverte e si confronta 6. Occorre che il turismo diventi un’occasione per costruire urbanità negli spazi turistici, che fornisca servizi non solo rivolti al turista ma anche alla popolazione ospitante. 7. Per avere gli effetti positivi dei turismi servono politiche pubbliche e queste politiche sono in primo luogo politiche territoriali Avendo ben presenti questi punti l’osservatorio del turismo ogni anno redige un report sul turismo ad Alghero ed in provincia di Sassari. Quest’anno pubblicheremo il nono report. L’obbiettivo è raccogliere le informazioni ed illustrare le indagini esistenti e fare indagini e costruire informazioni che aiutino a validare, interpretare ed integrare i dati esistenti. Ci interessa valutare il turismo in maniera quantitativa, cercando di misurare e stimare il sommerso e valutarlo in maniera qualitativa interrogandoci su chi siano i turisti e cosa portino. Il report è diviso in due parti. Una standard, uguale tutti gli anni che serve ad avere anche una visione diacronica ed una di approfondimento, diversa tutti gli anni, che è il frutto di specifiche indagini mirate. I report sono pubblicati e consultabili sul sito curato da noi: http://atossalghero.blogspot.it/ •Il corso di crediti liberi : Turismi e popolazioni in Sardegna Il corso rappresenta un momento in cui si condensa e si restituisce la ricerca confrontandosi con gli studenti ed un modo anche di esplorare nuove tematiche. La ricerca (e di conseguenza le pubblicazioni) partendo da un approccio molto teorico si è via via avvicinata allo studio delle trasformazioni avvenute in Sardegna dal secondo dopoguerra ad oggi. Nello specifico attraverso lo studio della storia, della pianificazione, dell’evoluzione urbana e demografica stiamo valutando quanto e come la trasformazione culturale portata dal turismo abbia influito ed ancora influisca sulla litoralizzazione della nostra isola. Il turismo non è l’unica spinta a questa litoralizzazione, ma è una componente importante di essa. In cinquanta anni siamo passati da una Sardegna diffusamente popolata ad una Sardegna interna spopolata ed una concentrazione di attività, urbano, e popolazioni lungo la costa. Da un paesaggio prettamente agricolo-pastorale siamo passati ad un paesaggio contemporaneo dove un’idea industriale e turistica si sono sovrapposte generando una nuova immagine dell’isola. Gli avanzamenti tecnologici, la mobilità, i paradigmi culturali sono cambiati fortemente, modificando anche le popolazioni, le loro attività e la loro lettura dei luoghi e dunque i luoghi. Queste trasformazioni territoriali sono ancora in atto e la ricerca si interroga su come possano essere governate, con quale visione e con quali strumenti, sia per le coste, che per l’interno. Come riconosce la convenzione europea del paesaggio c’è una co-evoluzione. Se cambiano i luoghi cambiano le popolazioni (in composizione, numero e cultura), viceversa se cambiano le popolazioni cambiano i luoghi (negli usi, significati e fisicamente). Oltre ai vari flussi di popolazioni che interessano l’isola c’è anche da considerare che nei prossimi 50 anni la Sardegna, secondo le stime ISTAT, perderà 350.000 abitanti. La ricerca si interroga su quale futuro si possa pensare per i nostri comuni e le nostre coste, come possano essere governati i territori, con quale visione e con quali strumenti.