“La rete di scuole” LA BREVE STORIA DELLA REPUBBLICA PARTENOPEA DEL 1799: LA FIGURA DEL “LAZZARO” TRA STEREOTIPO E PREGIUDIZIO Prof.ssa Nafisio Patrizia Competenza: Ascolta e comprende testi di vario tipo “diretti” e “trasmessi” dai media, riconoscendone la fonte, il tema, le informazioni e la loro gerarchia, l’intenzione dell’emittente. Titolo dell’esperienza didattica: La breve parentesi della Repubblica Partenopea del 1799: la figura del “lazzaro”, tra stereotipo e pregiudizio. Destinatari: Classe II C della Scuola Secondaria di I grado “De Sanctis”, I.C. “San Leone IX” Attraverso l’ascolto di testi precostituiti, visione di filmati e ascolto di canti, ho proposto l’analisi e l’approfondimento degli eventi accaduti a Napoli nel 1799 e che videro la monarchia dei Borbone, sostenuta dall’azione dei lazzari, entrare in aperto conflitto con la borghesia intellettuale napoletana: gli allievi sono stati chiamati a comprenderne le dinamiche, gli intrecci e le eventuali ripercussioni sulla realtà meridionale di oggi. L’argomento scelto ha permesso, altresì, di consolidare l’apprendimento di argomenti trattati (quali l’Illuminismo, la Rivoluzione francese e Napoleone Bonaparte), di cogliere con facilità l’importanza degli ideali di libertà e democrazia, fondamentali per la creazione, nei discenti, di un senso civico maturo e consapevole, non fondato sullo stereotipo, anticamera della discriminazione e causa, nella maggior parte dei casi, di contrasti che sfociano, spesso e volentieri, in azione violente (un esempio fra tanti: striscioni e cori offensivi negli stadi). Ho perseguito, pertanto, le seguenti finalità: comprendere che la memoria del passato va recuperata in quanto tale, nella consapevolezza che il passato svolge un’importante funzione di comprensione e orientamento del presente; formare la coscienza civile, educando ai valori della democrazia, dello Stato, dell’Europa, della mondialità, del pluralismo e del rispetto delle differenze; cogliere i nessi tra fattori politici,economici, culturali e sociali, che determinano un fatto storico o ne conseguono; formare una coscienza storica e critica, cioè la capacità di leggere eventi e processi inquadrandoli nel contesto spazio-temporale e interpretandone i rapporti di causalità, interazione, continuità e frattura con la storia passata e successiva; Fornire un bagaglio di informazioni utili anche per lo studio di altre discipline come la letteratura, l’arte e la cittadinanza. La Repubblica partenopea del 1799: breve riassunto ciclostilato Brani tratti dal Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, di Vincenzo Cuoco Articoli tratti da “Il Monitore Napoletano”, di Eleonora Pimentel Fonseca Canto dei Sanfedisti, con traduzione e commento Inni (dell’Italia, della Repubblica partenopea) Storia dei lazzari attraverso vari autori • “I lazzari e la difesa della napoletanità”: www.brigantaggio.net/brigantaggio/storia/altre/Ferrara03.htm • I lazzari, di Andrea Balia: www.eleaml.org/nicola/rubrica/ab_lazzari.html • Il regno dei lazzari, tratto da “Masaniello, il Re degli scalzi”, di Gabriele Scarpa Lo stereotipo, il pregiudizio e la discriminazione • Stereotipi di genere“Dalla parte di Camilla” e “Cosa leggono i bambini che ti stanno intorno”, tratti da: http://leadershipfemminile.org/category/stereotipi-di-gener/ • articolo “Cuntala, il gioco contro gli stereotipi”, tratto da: http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2014/30-aprile-2014/cuntala-giococontro-stereotipi-223148292187.shtm • Video scaricati da youtube di: cori razzisti cantati negli stadi e immagini di scritte offensive sui napoletani; atti di bullismo fuori e dentro la scuola. Nell’affrontare le tematiche proposte in questo lavoro gli allievi devono possedere i seguenti prerequisiti: saper identificare le categorie di causa-effetto che si instaurano tra gli eventi storici; saper comprendere gli argomenti nella loro successione diacronica e sincronica; saper interpretare le fonti; conoscere i tratti salienti del pensiero illuminista; conoscere le tappe essenziali della Rivoluzione francese e le sue conseguenze; conoscere gli eventi legati a Napoleone Bonaparte, in particolar modo la nascita delle Repubbliche sorelle in Italia; conoscere il significato di termini chiave come giacobinismo; conoscere il significato di stereotipo, pregiudizio e di discriminazione. Attraverso questa esperienza didattica ho inteso offrire agli allievi una base per riflettere sugli eventi storici attraverso la ricerca e il ragionamento critico. Sono fortemente convinta che tramite lo studio di questa disciplina gli alunni sono educati alla cittadinanza attiva, in quanto si mettono in evidenza i rapporti tra istituzioni e società, differenze di genere e di generazioni, forme statuali, istituzioni democratiche. In linea di massima e tenuto conto delle singole peculiarità dei discenti, gli allievi sono pervenuti ai seguenti obiettivi: Conoscere le vicende della campagna d’Italia di Napoleone e come erano visti i “popolani” (lazzari) attraverso le parole di uno scrittore e saggista italiano dell’epoca: Vincenzo Cuoco; conoscere gli avvenimenti e i personaggi che ispirarono, animarono, interpretarono ed esaltarono la Repubblica Napoletana del 1799; ricostruire idee ed eventi attraverso documentazioni, fonti e contributi apportati; conoscere le coordinate spazio-temporali in cui si inserisce l’evento storico; conoscere il significato storico e le personalità degli intellettuali napoletani protagonisti della rivoluzione; saper riscontrare analogie e differenze con la Rivoluzione francese; saper usare in modo appropriato la terminologia relativa all’evento storico esaminato: sanfedismo, giacobinismo, lazzari, patrioti; saper riscontrare le cause dei contrasti tra il popolo dei “lazzari” e i patrioti intellettuali; comprendere i motivi della breve durata della Repubblica; comprendere l’importanza e l’influenza del sentimento religioso sul popolo. Nel corso delle lezioni sono stati coinvolti diversi ambiti disciplinari, oltre Storia, come: Italiano, proponendo testi e brani che si riferiscono ai temi trattati (Vincenzo Cuoco, Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Eleonora Pimentel Fonseca, articoli tratti da “Il Monitore Napoletano”); Arte e immagine, per lo studio delle fonti iconografiche a disposizione; Cittadinanza e Costituzione, per i rimandi alla Costituzione e ai diritti dell’uomo. Attraverso le attività svolte, gli allievi hanno sviluppato le seguenti abilità: assume l’ascolto come compito individuale e collettivo, eliminando gli elementi di distrazione; mantiene la concentrazione con intensità e durata adeguate, sufficienti per comprendere il messaggio e i contenuti e gli scopi di una comunicazione; distingue le informazioni necessarie da quelle accessorie; applica tecniche di supporto alla memoria e alla rielaborazione, durante e dopo l’ascolto (parole chiave e regola delle 5W); identifica la fonte, la funzione e le caratteristiche di testi orali e anche proposti dai media tramite un percorso guidato dall’insegnante; individua tesi, argomenti e prove in un brano storiografico; produce messaggi chiari, corretti, organici, adattandoli allo scopo; interagisce e comunica verbalmente in contesti di diversa natura; collabora in gruppi di pari; impara ad imparare. Ho preferito lavorare con i miei allievi nella loro aula scolastica, munita di LIM, per sperimentare nel loro ambiente giornaliero le tecniche e le strategie ideate e programmate. L’unità di lavoro è stata strutturata in diverse fasi. Per ogni fase è stata operata, poi, un'ulteriore suddivisione: un primo momento in cui ho sondato le preconoscenze tramite brain-storming, oppure ho proposto domande o attività stimolo, a seconda dell’ascolto da fare in quella determinata ora. È seguito il momento più ampio dedicato all'attività degli studenti che ho monitorato. Vi è stato, poi, un terzo momento in cui si è avviata la riflessione su ciò che è stato fatto e su ciò che non si conosceva prima ed è stato “scoperto” durante l'attività. Mai come in queste attività mi sono resa conto di quanto sia fondamentale il ruolo dell’insegnante, che deve porsi non come colui che dall’alto cala le conoscenze, ma come un vero mediatore della conoscenza, stimolando i ragazzi alla scoperta: sono diventata, così, ricercatrice insieme ai miei alunni. L’azione didattica si è, pertanto, articolata nelle seguenti fasi: I FASE Brain-storming, per un’iniziale verifica delle conoscenze pregresse degli allievi. Ho precostituito una tabella che ha funzionato,nel corso delle attività successive, come mappa concettuale, essa è stata usata come modello per la preparazione di questa attività ogni volta che si è ripetuta; è stata utilizzata come lista di controllo prima di rendere conto dell’attività; è stata usata in classe per la valutazione dei contributi dei compagni; ha funzionato come archivio dentro il quale sono stati collezionati, con il ripetersi dell’attività, correzione di errori, competenze, idee per migliorare i prodotti e potenziare la strategia per l’apprendimento. BRAIN-STORMING (tabella usata durante le attività) ILLUMINISMO RIVOLUZIONE FRANCESE Quando? Quando? Dove? Dove? Perché? Perché? Chi? Che cosa? Chi? Che cosa? NAPOLEONE BONAPARTE REPUBBLICA PARTERNOPEA - I LAZZARI Quando? Quando? Dove? Dove? Perché? Perché? Chi? Che cosa? Chi? Che cosa? STEREOTIPO-PREGIUDIZIO DISCRIMINAZIONE Quando? Quando? Dove? Dove? Perché? Perché? Chi? Chi? Un’esperienza didattica nella Scuola Secondaria di primo grado Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo Breve lezione frontale e presentazione del nuovo argomento da trattare (nascita e fine della Repubblica Partenopea e la storia dei lazzari), attraverso la lettura e l’ascolto di appunti proiettati sulla LIM e anche debitamente ciclostilati e distribuiti agli allievi, per facilitare la fruizione dell’argomento. Durante ogni ascolto abbiamo creato insieme un glossario, sempre consultabile attraverso la lavagna interattiva. Per verificare la comprensione, ho fatto ricorso all’Idea Spinner[1], appresa durante le ore di corso del prof. Comoglio. Non essendo riuscita a reperire una trottola, l’ho fatta costruita artigianalmente da un amico, con il legno e un perno di ferro e, quando l’ho mostrata agli allievi, ho colto l’occasione per parlare loro dello “strummolo”, un antico gioco di strada napoletano, ormai caduto quasi completamente in disuso, che consiste in una trottola solitamente di legno, terminante in un chiodo di metallo, e in una funicella usata per lanciarla. Tempo utilizzato: 2 ore. [1] Idea Spinner: l’insegnante crea una trottola divisa in 4 quadranti, ognuno dei quali viene “etichettato” con una operazione come “Predire, spiegare, riassumere, valutare”. Dopo che viene presentato un nuovo contenuto, l’insegnante fa girare la trottola e chiede agli studenti di rispondere a una domanda in base alla posizione della trottola. N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Griglia di osservazione della tecnica “Idea Spinner” RIASSUMERE ALUNNI PREDIRE SPIEGARE Angelone Emanuele Capasso Gabriele Capasso Tobia D’Addeo Antonio De Pamphilis Miriam De Paola Ernesto Della Monica Cecilia Di Notte Benedetta Di Resta Roberta Di Stasio Carola Fasulo Marta Franzone Marco Morrone Aquino Picierno Raffaella Sportiello Matteo Varone Emanuele Esito tecnica applicata VALUTARE II FASE Attività di pre-ascolto. Sono ricorsa a strategie di supporto, affinché gli allievi non restassero passivi: ho letto loro i titoli dei brani che hanno ascoltato e ho posto domande volte e prevedere quali informazioni avrebbero fornito i testi. In questa fase ho concordato con la classe una tabella per comparare ipotesi personali e informazioni dell’ascolto (essa è stata usata durante l’ascolto dell’intero brano). Nella colonna di sx sono stati indicati gli argomenti a cui si prevedeva ricorresse il saggista, nella colonna di centro ogni allievo, individualmente, ha sviluppato le sue ipotesi, le sue idee sul cosa, sul perché e sul come; nella colonna di dx – durante l’ascolto – sono state appuntate le informazioni. Sono state, infine, segnalate le coincidenze o meno con le previsioni. Tabella per comparare ipotesi personali e informazioni dell’ascolto Prevedo ciò che ascolterò Ipotizzo come si evolverà la storia Confronto tra le mie ipotesi e le informazioni reali dell’ascolto Ascolto di brani tratti dal Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 di V. Cuoco. Dopo aver effettuato un veloce brain-storming sugli argomenti trattati precedentemente (aggiornando sistematicamente la tabella precostituita), ho proposto agli allievi la pratica “Pollici in su e pollici giù”: mentre leggevo, cambiando il tono e l’espressione della voce (quando ritenevo fosse opportuno sottolineare il messaggio trasmesso dal testo) ho chiesto agli studenti di tenere le mani abbassate sul banco e di indicare se ciò che stavo leggendo era comprensibile per loro: mostrando il “pollice in su” indicavano di aver compreso, se non capivano mostravano “il pollice in giù”. Secondo il numero di studenti che hanno indicato una mancata comprensione, ho distinto gli allievi in due versanti, ho, poi, messo in coppia gli studenti e ho chiesto loro di discutere ulteriormente il concetto e di predisporre domande. Sono ricorsa, a questo punto, alla tecnica Dentro-fuori il cerchio[1]. Tempo utilizzato: 1 ora e 30 minuti. [1] Dentro-fuori il cerchio: cerchi interni ed esterni di allievi con uno di fronte all’altro. All’interno di ogni coppia di studenti che stanno di fronte, uno studente pone al compagno le domande che hanno scritto. Poi il cerchio esterno si muove per creare una nuova coppia e l’attività viene ripetuta. III FASE Lettura ed ascolto di un articolo tratto dal “Monitore Napolitano”, debitamente proiettato sulla LIM, ascolto del Canto dei Sanfedisti, della traduzione all’impronta e del commento, ascolto dell’inno della Repubblica partenopea e dell’inno nazionale di Mameli (confronto fra i due inni, cogliendo analogie e differenze, attraverso un rapido brain-storming). Applicando la tecnica Teste numerate insieme[1], ho sottoposto quesiti agli allievi e le risposte sono state debitamente annotate in una griglia di osservazione-valutazione, predisposta all’inizio delle attività e puntualmente aggiornata. Tempo utilizzato: 1 ora. [1] Teste numerate insieme: ad ogni allievo viene assegnato un numero. La classe viene divisa in gruppi di lavoro. I membri di un gruppo lavorano insieme per concordare una risposta. L’insegnante sceglie a caso un numero. Lo studente con quel numero risponde per il gruppo. IV FASE Visione del film “Il resto di niente” , regia di Antonella de Lillo e tratto dall’omonimo libro di Enzo Striano sulla vita e l’esperienza rivoluzionaria di Eleonora Pimentel Fonseca. Per lavorare efficacemente sul materiale cinematografico mi sono garantita la possibilità di permanere in classe il tempo necessario e ho cercato di instaurare un clima ideale per la visione del film (aula opportunamente oscurata, silenzio assoluto, motivazione ad una buona recezione del video, ricorrendo all’uso di carta e penna, per appuntare nomi e situazioni resi ormai noti nelle attività precedenti). È seguita una breve discussione guidata, attraverso la quale ho colto l’occasione per spiegare dei punti del film che sono risultati poco chiari. Per verificare la comprensione, gli allievi sono stati invitati a completare una scheda. Tempo utilizzato: 3 ore. V FASE Partendo dallo stereotipo del “lazzaro” abbiamo letto e ascoltato articoli di giornale tratti direttamente dal web. Abbiamo analizzato immagini e situazioni, annotando nella nostra tabella (quella del brainstorming) diversi luoghi comuni. Molto interessante è risultato il momento in cui gli allievi hanno chiamato in causa loro stessi, recriminando ai rispettivi compagni atteggiamenti discriminatori, basati su pregiudizi (secchione, incapace, snob, adulatore, calcolatore…). Si è aperto un vivace dibattito che ha evidenziato l’eterogeneità del gruppo-classe. Senza rendersene conto, ciascuno di loro ha finalmente espresso chiaramente cosa pensava del rispettivo compagno. In questa fase ho funto da moderatore, guidando gli allievi alla riflessione. Alla conclusione del dibattito, gli alunni hanno ammesso che è stato bello lavorare con compagni con i quali non si sono mai rapportati, perché hanno scoperto delle sfaccettature di questi che mai avevano notato, per cui si sono ripromessi di conoscersi meglio, anche al di fuori delle mura scolastiche. Tempo utilizzato: 1 ora. VI FASE Somministrazione prova di competenza, strettamente correlata ai contenuti del mio percorso didattico. Tempo utilizzato: 1 ora. STRUMENTI Durante lo svolgimento delle attività didattiche mi sono avvalsa dei seguenti strumenti: Appunti ciclostilati predisposti da me Film Sussidi audiovisivi ed iconografici Fotocopie (articoli tratti dal Monitore Napoletano) SPAZI Aula scolastica. ACCERTAMENTO DEGLI APPRENDIMENTI Sono state svolte attività in itinere durante le quali mi sono concentrata soprattutto sulle osservazioni di processo. La verifica di competenza si è articolata in diverse fasi distinte per sondare la capacità di ascolto in diversi contesti comunicativi. In una fase ho proposto l'ascolto di un brano e a seguire la compilazione di un questionario. In un’altra fase vi è stata la visione di un film e la compilazione del relativo questionario. Un’ulteriore fase è consistita in un dibattito in cui la comunicazione tra pari è stato il banco di prova per sondare la capacità di ascolto dei miei alunni. Nell’ultima fase ho somministrato agli allievi una prova in situazione. Il tutto è stato supportato da griglie di osservazione e da griglie dettagliate per la valutazione e la certificazione del livello di competenza. Durante le attività svolte in classe per lo sviluppo della competenza scelta, ho avuto l’opportunità di mettere in pratica alcune tecniche suggerite dai diversi professori che si sono avvicendati nei seminari del corso. Mi sono resa conto che attraverso queste strategie didattiche abbiamo la possibilità non solo di facilitare l’apprendimento dell’allievo, ma anche di riuscire a monitorare momento per momento la capacità di recezione dell’alunno e, quindi, a valutare lo sviluppo delle competenze del discente, attraverso l’acquisizione delle abilità e delle conoscenze. Gli allievi, dopo aver appreso di dover fare insieme a me questa esperienza didattica, hanno lavorato con entusiasmo e curiosità, mettendo in pratica tutte le tecniche di ascolto che, prima dell’inizio di ogni attività, suggerivo loro di praticare. Tutti hanno partecipato apportando il loro contributo, sia nei lavori di gruppo che nei dibattiti, rispettando il turno di parola, ascoltando con attenzione il punto di vista dell’altro e anche quelli che sono restii a partecipare si sono messi in discussione, facendo registrare risultati positivi. In questo contesto ho effettivamente potuto rendere protagonisti della mia attività, del mio fare didattico, non esclusivamente i programmi, ma gli allievi, sviluppando la propria competenza di estrapolare la motivazione all’apprendimento e cercando di indurre loro ad “imparare ad imparare”. Ascolta e comprende testi di vario tipo "diretti" e "trasmessi" dai media, riconoscendone la fonte, il tema, le informazioni e la loro gerarchia, l’intenzione dell’emittente. Produce messaggi chiari, corretti, organici. PROVA IN SITUAZIONE La professoressa di Storia, in seguito agli argomenti trattati in classe sulla Repubblica partenopea e sullo stereotipo del “lazzaro”, chiede agli allievi di trovare su internet articoli e proposte di libri che possono essere utili a comprendere meglio la figura del lazzaro nella società contemporanea, per redigere una relazione che metta in evidenza l’effetto negativo "dello stereotipo" nei rapporti sociali, poiché generatrice di pregiudizio e di discriminazione. Alcuni alunni trovano diverse fonti interessanti e le leggono alla classe. Articolo di giornale tratto da La Repubblica.it pubblicato l’8 ottobre 2005 di Vittoria Fiorelli Recensione del libro “Masaniello, il re dei lazzari” (sottotitolo: storia di una rivoluzione tradita) “Masaniello e i suoi fratelli, la lunga storia dei lazzari” “L’ epopea dei lazzari si stempera in seguito nella narrazione degli anni della repressione della rivolta ad opera del viceré duca di Onante il cui rigore veniva completato dalla violenza cieca della terribile peste del 1656 che avrebbe decimato l’intera popolazione napoletana, ma che si è accanita in modo particolare su questa massa informe e cenciosa, senza protezione e via di scampo. Il segno della presenza dei popolani dal rosso berretto frigio riemerge nell’episodio della Repubblica napoletana del 1799. Una rivolta popolare raccontata come un fremito incontenibile, della quale gli umori della marmaglia oscillavano dal sostegno del re alla fanatica protezione della Santa Fede quando, influenzati da preti e predicatori, i lazzari diventarono strumento inconsapevole della repressione. (…) Il libro si chiude accompagnando i lazzari nella storia dell’Ottocento, attraverso il loro legame con i Borbone che si trasforma e trascolora in un rapporto ancestrale con la loro terra incarnata nella persona del re. E il riscatto finale di questa plebaglia è assegnato agli scugnizzi, ultima trasformazione dello stereotipo che ha accompagnato nei secoli il popolo di Napoli senza mai riuscire a liberarsi del tratto della violenza e del disordine che, oggi, è tutto ciò che resta nei vicoli di questa città. da “Vedi Napoli e poi vivi” gennaio 2, 2014 di Giulio Pica “…lazzari, progenitori degli scugnizzi, costituivano l’elemento più turbolento della plebe cittadina, tanto da far coniare a Wolfgang Goethe la famosa definizione di Napoli come “un paradiso abitato da diavoli”. All’interno di questa enorme massa di sottoproletariato che non ebbe mai l’occasione di trasformarsi in proletariato industriale, iniziava a svilupparsi un’associazione criminale dedita al controllo delle attività legali ed illegali; nelle carceri borboniche degli inizi del XIX secolo i primi camorristi imponevano il pizzo anche sull’olio che gli altri detenuti usavano per illuminare il quadro della madonna posto in una stanza del carcere. L’avvento dell’Unità d’Italia non migliorò la situazione, anzi si può dire che le classi dirigenti del nuovo Stato italiano trovarono nella camorra un elemento utile a mantenere la pace sociale, nonché un antagonista da combattere in alcuni momenti ed un alleato con cui trattare in altri. Del resto, gli ultimi tragici eventi legati all’inquinamento della terra dei fuochi, dimostrano come industriali ed affaristi del Nord non abbiano avuto alcuno scrupolo ad allearsi con i camorristi per trasformare gran parte del Sud nella loro pattumiera. Al di là di questi aspetti negativi la cui ricostruzione storica richiederebbe pagine e pagine ancora, mi piacerebbe, invece, sottolineare ciò che questa città ha dato e continua a dare in termini di produzione culturale e di elaborazione musicale. A cominciare da Gian Battista Vico, passando per Cuoco, Filangieri, Mario Pagano, Eleonora Pimentel Fonseca, Matilde Serao, fino ad arrivare a quella vera e propria icona del pensiero filosofico contemporaneo che è stato Benedetto Croce….”. “A vulimmo ferni?… sempre pizza, mandolino e … chiavica” di Marina Salvadore Rai, martedì 17 aprile, "Chi l'ha visto?". Quindicenne napoletano fuggito da casa cercasi. Gli occhioni della madonnella addolorata, introducono penosamente il morboso servizio televisivo, girato nella "fatiscente" periferia napoletana dal cui "malfamato" rione è scappato questo "meninho de rua". (…) Ancora non si sa se il ragazzino è scappato per finire nel giro degli spacciatori, dei "mariuoli", della prostituzione o in altro inferno non dissimile; non si sa se il ragazzino ha fatto una semplice "bravata": le immagini ci costringono su di un'unica pista possibile, lastricata di MISERIA, ARRETRATEZZA, INCIVILTA' quindi DELINQUENZA!.. Senz'altro, il povero ragazzino, voce narrante docet, è finito nei cunicoli della piramide fecciaiola del quartiere Gianturco; quartiere stranamente impenetrabile persino alle forze dell'ordine ma NON ai potenti mezzi di Mamma RAI che, anzi, a lungo vi sostano! (…) Matrigna Rai ha per l'ennesima volta pronunciato la sua sentenza su quella Napoli, su quel Meridione fetente d'Italia che occorre tenere nelle retrovie dello scibile umano; quel Sud che costituisce e dovrà SEMPRE costituire la cloaca massima d'Italia, perché alla classe dirigente italiana così necessita che sia. Stavolta, però, la Rai viene pubblicamente "sputtanata", quando il dirigente il Centro di Prima Accoglienza dei Minori di Napoli, telefona in diretta e riferisce alla "madonnella" che il "LAZZARO NAPOLITANO" è - dalla sera stessa in cui è scomparso - presso il medesimo Centro, colà accompagnatovi da due Guardie Municipali. La madonnella, addestrata solo alle CERTE sventure di Lazzari e Scugnizzi, irrecuperabili, ha un attimo di defaillance ed è costretta a sedersi per meglio cogliere la madornale stranezza di un Servizio Sociale che a Napoli ha funzionato, eccome! (…) Da “Lezione di Legislazione minorile” del prof. Guida Gianluca “ (…) quelli sono gli anni in cui a Napoli imperversano i Lazzari. Compaiono per la prima volta accanto a Masaniello, per sostenere la rivolta del 1647; senza arte né parte, senza casa né mestiere rappresentano il ceto più insignificante della plebe. Esattamente così li descrive A. Dumas nelle cronache di quei giorni:<<Il lazzaro non ha padrone, non ha leggi, è al di fuori delle esigenze sociali: dorme quando ha sonno mangia quando ha fame, beve quando ha sete. Gli altri popoli si riposano quando sono stanchi di lavorare; lui invece quando è stanco di riposare lavora[…]. Il lazzaro non ha opinione politica: si può dire innanzi a lui tutto che si vuole…, purché non si parli male della Madonna, di San Gennaro e del Vesuvio…>> (Dumas, il Corricolo, Napoli Riccardo Riccardi editore, 1950). I lazzari hanno costruito all’interno della loro società una vera e propria gerarchia tanto che tra loro eleggono un capo ufficialmente riconosciuto anche a Corte. Il lazzarone viene descritto come uno che risponde solo a se stesso ed alla sua libertà. Indubbiamente il confine tra camorristi ed i lazzari spesso è molto sottile, tanto che una forte presenza della camorra tra i lazzari della città la si ritrova anche nelle pagine del romanzo di Mastriani a loro dedicato; anche il Del Balzo racconta: << il lazzarone non ha perduto le sue tradizioni. E queste sono tre: lo scippo, lo sfregio, il piatto di maccheroni mangiato con le mani, in mezzo alla via… c’era una scuola tra i lazzaroni che al guaglione insegnava a scippare con destrezza>> (C. Del Balzo, Napoli ed i Napoletani, Milano fratelli Treves 1885). Tuttavia non si può dimenticare che alcuni lazzari idealisti hanno combattuto al fianco degli intellettuali ed alcuni dei loro capi sono stati impiccati come i martiri liberali. I guaglioni “scugnati” (espressione napoletana che vuol dire “senza denti”), altrimenti detti scugnizzi, come i lazzari prima diventano poi il simobolo della napoletanità. Vengono descritti di nobile cuore, intelligenti ed avvezzi alle privazioni ed alle sofferenze, pronti all’amore come all’odio (F. Mastriani, I Vermi, Napoli Luca Torre editore1994). Ragazzi completamente soli, spesso orfani, affollano i saloni dell’Annunziata dove l’unico ricordo felice può essere quel 25 marzo di ogni anno, giorno in cui vengono puliti e vestiti per poter essere esposti a chi cerca un figlio da adottare o una ragazza da sposare, da lì poi vanno ad affollare le strade della città. L’arte dell’arrangiarsi, che li caratterizza e che ha poeticamente riempito pagine di molti scrittori, nasconde una vita di stenti e di dolore. Ed è questa povertà che alimenta in quegli anni la devianza e popola gli stanzoni del Filangieri […]. 1. I testi ascoltati sono articoli di giornale saggi storici recensioni di libri 2. Chi sono gli autori dei testi ascoltati? ………………………………………………………………………………………. 3. I diversi testi presentano i lazzari nello stesso modo? ……………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………… 4. In alcuni testi viene citata la Repubblica partenopea del 1799. Essa è nata grazie all’azione di Lazzari Patrioti giacobini Sanfedisti 5. Definisci con una semplice frase chi erano i “lazzari” ……………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………… 6. Definisci con una semplice frase chi erano i “giacobini” ……………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………… 7. Definisci con una semplice frase chi erano i “sanfedisti” ……………………………………………………………………………………………………………………. 8. Secondo i giornalisti, l’eredità dei lazzari è raccolta dagli scugnizzi: essi, oggi, rappresentano: La parte della popolazione napoletana che vive nella piena legalità Lo stereotipo di coloro i quali anelano a una vita scevra di ogni forma di sopruso e di violenza Lo stereotipo di coloro i quali vivono all’insegna della violenza e del disordine 9. Il testo inerente la puntata di “Chi l’ha visto?” mette o no mette in evidenza uno stereotipo? Se sì, quale? Crea, secondo te, un pregiudizio? …………………………………………………………………………………………………………………………… …………………….. 10. Ritieni che sia giusto giudicare in base ad uno stereotipo? …………………………………………………………………………………………………………………………… …………………… 11. Il pregiudizio è l’anticamera di Fratellanza Discriminazione e razzismo Solidarietà 12. Indica, ora, quale tipo di strategia di ascolto hai usato …………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………… 14. Quali informazioni utili hai ascoltato e ritieni di poter usare per stendere la relazione commissionata dall’insegnante? Scrivile in un breve testo, usando un linguaggio formale. livelli indicatori Ricavare informazioni da un testo ascoltato Essere consapevole delle strategie di ascolto attivate Esattezza e chiarezza delle informazioni Adeguatezza dello stile alla situazione comunicativa e scelta del lessico Strutturazione della frase RUBRICA SPECIFICA OLISTICA A B descrittori descrittori Sa ricavare solo poche Sa ricavare parte delle informazioni dal testo informazioni dal testo ascoltato. ascoltato. Le informazioni ricavate non Le informazioni ricavate sono sono tutte precise. precise Indica solo qualche fase della Indica le principali fasi della procedura utilizzata procedura utilizzata C descrittori Sa ricavare tutte le informazioni dal testo ascoltato. Le informazioni ricavate sono precise Indica con chiara consapevolezza le fasi della procedura utilizzata Espone in modo disordinato e Espone ordinatamente le Espone con ordine e con confuso le informazioni informazioni precisione le informazioni, richieste richieste,utilizzando utilizzando opportunamente gli opportunamente gli indicatori indicatori temporali e temporali e servendosi di un servendosi di un linguaggio linguaggio chiaro chiaro e preciso Il testo non risulta adattato al Il testo utilizza un registro Il testo utilizza un linguaggio destinatario e alla situazione semplice e un linguaggio adatto formale e nel contempo ampio formale. al destinatario e alla situazione. e vario adatto al destinatario e alla situazione. Le frasi sono spesso incomplete Le frasi sono brevi, ma Le frasi sono complete, ben e non ben costruite. complete. costruite e di varia lunghezza.