CORSO DI ECONOMIA INDUSTRIALE PROF. CARMELO PROVENZANO Politica predatoria dei prezzi Relazione di: Di Pietro Francesca Augello Ilaria Congiu Gianluca Fascetto Sara Politica predatoria dei prezzi Dopo aver parlato delle strategie cooperative, ad esempio per accordarsi sui prezzi, si parla del comportamento strategico SINGOLO : imprese che vogliono agire individualmente PLAY SINGOL attraverso politiche a danno dei rivali. Una di queste politiche si chiama PREZZO LIMITE : Consideriamo un’impresa già presente nel mercato, chiamata INCUMBENT e delle potenziali entranti; Per evitare che queste entrino nel mercato, l’INCUMBENT fissa il prezzo pari al costo medio AC delle potenziali entranti, P = AC dunque le imprese entranti non hanno ∏ . P Per estromettere le concorrenti dal mercato,spesso viene utilizzata la MC AC POLITICA PREDATORIA DEI PREZZI D Q In un mercato con solo due imprese, Esse opereranno con curve MC e AC uguali,poiché posseggono la stessa tecnologia. Entrambe possono attuare una politica predatoria. L’impresa incumbent fissa P sotto AC. P MC AC P D Q Q I profitti negativi scoraggiano le imprese entranti. Se la politica predatoria funziona,le rivali decideranno di orientarsi verso altri mercati di sbocco. A questo punto bisogna soffermarci sui seguenti concetti : Entrando in un mercato le imprese possono tenere due atteggiamenti ▪ HIT AND RUN ▪ SUNK COST Comportamenti HIT AND RUN sono attuati da imprese che non hanno versato fondi per investimenti specifici e dunque sono destinate a scomparire dal mercato. I SUNK COST sono i costi affondati o specifici ; chi sostiene tali costi vuole rimanere nel mercato. Tipici esempi sono le spese sostenute per i COSTI DI PUBBLICITA’ che , se ingenti,rappresentano una barriera all’entrata per le nuove imprese. Grosse multinazionali sostengono annualmente tali costi,come ad esempio: Dunque in economia l’idea di sunk cost è da intendere come una minaccia credibile che attua l’impresa. Bisogna capire quando una minaccia è credibile e quando non lo è . Imprese che sostengono ingenti sunk cost sono intenzionate a rimanere e dominare il mercato e fanno sovente ricorso a politiche predatorie. Un esempio lo si ha con le multinazionali Coca-Cola e Pepsi. Si tratta della strategia della Coca-Cola per conquistare il mercato africano. Le forti previsioni di perdita hanno costretto la Pepsi ad orientarsi sul mercato di sbocco Della vicina isola di Madagascar Se due imprese hanno lo stesso costo per entrare nel mercato devono “bleffare”. L’incumbent sostiene un costo più elevato con conseguenza di una perdita più grande. La politica predatoria dei prezzi conviene applicarla quando si ha un vantaggio assoluto di costo che è dato ad esempio dall’economia di scala. INCUMBENT Price maker ( P sotto AC ) ENTRANTE Price taker (ottimo P = MC ) P La Q dell’entrante (Qe ) s’individua dall’intersezione tra P e MC. Proiettando Qe su AC , trovo ACe MC B AC ACi ACe P A D Qe Qi=Qm-Qe Qm Q PQe = RT e ACeQe = CT per l’entrante. CT > RT quindi l’impresa subirà una perdita pari all’area A. Qi = Qm – Qe e rappresenta la quantità per l’incumbent. Proiettando Qi su AC trovo Aci. Pqi = RT e ACiQi = CT con CT > RT. La conseguenza è che l’incumbent subisce una perdita pari alla somma delle aree A + B I consumatori acquisteranno a un prezzo P inferiore a quello di duopolio. Se la rivale uscirà dal mercato , subiranno una perdita di benessere poiché P aumenta a livello di monopolio P MC B AC ACi ACe P A D Qe Qi=Qm-Qe Qm Q Una incumbent che non ha un vantaggio assoluto di costo può provare a bleffare ed applicare una politica predatoria dei prezzi. Se non dovesse riuscirvi nuove imprese potrebbero entrare nel mercato e le perdite sarebbero maggiori. L’incumbent deve offrire sempre Qm - Qe , non può produrre una quantità inferiore, perché aumenterebbe il prezzo invogliando le concorrenti ad entrare. L’autority prova che c’è una politica predatoria dei prezzi poichè il prezzo è addirittura sotto AVC e le imprese sacrificano il profitto nel breve periodo per il lungo periodo. . . . FINE