Autore: Claudio Ghelardini La tecnica: elementi teorici e didattici . La tecnica di pagaiata è quell’insieme di movimenti che l’atleta compie per fornire la massima energia propulsiva all’imbarcazione con il minimo dispendio energetico. Per migliorare l’esecuzione del gesto tecnico è indispensabile migliorare i parametri principali che sono la lunghezza efficace , la frequenza di movimento e la forza applicata al gesto specifico. L'uso che l'atleta fa della pagaia, la forma della pagaia, la sua lunghezza e larghezza, il sedile e la sua altezza, sono studiati ed adattati affinché l'atleta possa esprimere la tecnica migliore. IL GESTO DI PAGAIATA. Lo studio del gesto della pagaiata può essere osservato da vari punti di vista: meccanico, biomeccanico, bio-energetico o metabolico, neuro-muscolare. Durante questa lezione verrà analizzato il movimento del sistema barca, pagaia e canoista, sia attraverso l’esame delle sue singole componenti, che in forma complessiva, grazie all’ausilio di apparecchiature tecnologicamente all’avanguardia, capaci di darci indicazioni sul moto dell’imbarcazione. In particolare, attraverso la cinematica, potremmo disporre di relazioni capaci di descrivere le diverse posizioni assunte dallo scafo con il trascorrere del tempo, così da poterle rappresentare numericamente o graficamente. STRUMENTAZIONE. Per conoscere le forze trasmesse dall'atleta alla canoa è necessario disporre di strumenti che ne permettano la rilevazione e l’acquisizione dei dati. Strumenti che, grazie alle moderne tecnologie, permettono di rilevare molti particolari relativi alla dinamica dello scivolamento del kayak. Particolari che al Tecnico spesso risultano evidenti, ma che difficilmente è in grado di quantificare. Grazie all’ausilio di analisi video, valido strumento di analisi fruibile a tutti, sono state rilevate alcune dinamiche inerenti il moto della canoa in acqua e le caratteristiche fondamentali della tecnica di pagaiata. STRUMENTI UTILIZZATI. Solette baropodrometriche Pedar Software di videoanalisi Dartfish Piattaforma inerziale Xsens Telecamera Sony HD e HS VIDEO CON DATI SINCRONIZZATI Divergenze di opinione sull’ argomento tecnica Sull’argomento “tecnica”, esistono molte divergenze di opinione. Gli argomenti che maggiormente cono dibattuti sono: - la lunghezza della passata in acqua. - la dinamica della spinta di gambe l’uniformità e sincronia con la passata in acqua. - la traiettoria delle braccia. - la torsione del busto. - Il tipo di colpo inteso come dinamica (colpo a ruota o staccato) Non esiste un modello standardizzato di tecnica ma tante individualizzazioni che dipendono da fattori strutturali, funzionali, di origine mentale o riferite a diverse scuole canoistiche. In atleti di altissimo livello notiamo che alcuni parametri di economicità sono ricorrenti. Questi atleti sono in grado di: - avere una notevole efficienza propulsiva. - ridurre al minimo le resistenze idrodinamiche. DESCRIZIONE DEL MOTO DELLA CANOA La risultante delle forze non consente alla canoa di procedere con una velocità costante. Durante la partenza , le resistenze sono basse e il sistema può accelerare, ma con l’aumentare della velocità, aumentano notevolmente le resistenze, fino a quando non vi sarà più accelerazione. Il moto di una canoa è un continuo accelerare e decelerare, a causa dell’alternarsi della fase acquatica con quella aerea. La direzione del Kayak non è costante, per questo motivo è presente un timone con la funzione di deriva e di correzione delle traiettorie. Durante la fase di passata in acqua la forza è maggiore alla resistenza, e si ha quindi un’accelerazione, mentre durante la fase aerea rimangono solo le resistenze, e il sistema decelera. FASI DELLA PAGAIATA La pagaiata è un movimento ciclico e continuo, quindi non frazionabile, allo scopo di comprendere come il ciclo di pagaiata influisca sulle accelerazioni e gli angoli di assetto dell’imbarcazione, la tecnica verrà suddivisa in modo analitico in quattro fasi e sarà osservata per mezzo dei dati rilevati da alcune strumentazioni: Kayak, postura dell’atleta. Prima di analizzare le quattro fasi della pagaiata sarà descritta la postura che l’atleta dovrà avere in Kayak: - Busto in posizione eretta, leggermente inclinaro in avanti; - Spalle in posizione rilassata; - Testa in posizione retta; Nell’imbarcazione il corpo dell’atleta deve trovare appoggio sui tre seguenti punti: gli ischi sul sedile; i talloni poggiati sul fondo dell’imbarcazione; gli avampiedi poggiati sul puntapiedi. POSIZIONE DELLE GAMBE TROPPO COMPRESSE. Questa foto mostra una posizione con le gambe troppo piegate, in questa posizione diventa impossibile il movimento del bacino ed una buona torsione del busto. IMPOSTAZIONE TROPPO LUNGA Le gambe sono troppo distese, in questa posizione non avverrà una buona pressione sulla pedaliera, e di conseguenza non si riuscirà ad applicare una forza adeguata alla pagaia. Anche l’equilibrio è compromesso. IMPOSTAZIONE OTTIMALE. La posizione ottimale è soggettiva, dipende da fattori strutturali, funzionali, o dal tipo di gara da realizzare. La distanza ottimale tra pedaliera e sedile è una lunghezza che permette al canoista di percepire una buona pressione sulla pedaliera e nello stesso tempo consenta alla gamba di poter esercitare un movimento tale da poter far indietreggiare il bacino. La gamba nella fase di spinta, non dovrà raggiungere completamente la fase di estensione, che nella maggior parte dei casi significherebbe aver portato il gluteo sopra il margine superiore del sedile. POSIZIONE DEL BACINO E DEL BUSTO. E’ molto importante mantenere durante tutto il ciclo di pagaiata il bacino in posizione estroversa, ed il tronco in posizione retta o di pochi gradi inclinato in avanti . Immagine della posizione non corretta ATTACCO O PRESA D’ACQUA E’ il momento in cui la pagaia viene a contatto con la superficie dell’acqua, durante questa fase avviene la messa in pressione della pagaia. Per una corretta messa in pressione è fondamentale una buona sensibilità dell’atleta, infatti una tardiva messa in pressione della pala o un angolo di entrata in acqua non efficace, può far decelerare il Kayak e compromettere la successiva fase di passata in acqua. Inoltre, entrare in acqua con troppa irruenza crea una forte accelerazione verticale e un beccheggio spropositato tale da influire sull’idrodinamica dell’imbarcazione. Molto spesso un attacco non corretto dipende da una spinta anticipata del braccio di spinta. Fase di attacco. E’ importante non andare a prendere l’acqua abbassando la spalla verso il lato di immersione, ma bensì far scendere il braccio verso l’acqua. Di seguito per meglio comprendere in che modo l’azione di attacco abbia un influenza negativa sull’accelerazione longitudinale del Kayak, sarà mostrata un immagine tratta da un filmato di una prova sincronizzata (canoa ricerca n.71), in questa immagine è possibile inoltre osservare la pressione esercitata sulla pedaliera. Da notare che al momento dell’immersione della pala in acqua, la canoa è in fase di decelerazione (-0.85 m/s2) e che la spinta del piede corrispondente è già ad un buon valore (305.34 N). Nella prima foto, a sinistra un principiante che nella fase di attacco spinge il braccio di spinta e piega troppo presto il braccio di tirata. A destra un attacco in acqua con il braccio di spinta che è utilizzato solo per una corretta azione di contrasto. Durante l’attacco in acqua il bacino viene portato avanti (freccia rossa) ed il tronco viene ruotato verso il lato di trazione. La gamba del lato di trazione è pronto alla spinta, mentre la gamba opposta e distesa (freccia gialla), la mano di spinta è ferma vicino all’orecchio ALTRI ERRORI TECNICI. Fase d’attacco, il tronco è in posizione ruotata (freccia gialla) e importante notare la distanza dalla mano all’orecchio (freccia rossa), l’angolo tra braccio ed avambraccio del lato di spinta è a circa 80 gradi. PASSATA IN ACQUA E’ il tempo che intercorre tra la presa in acqua e lo svincolo, questa è la fase più importante dove avviene la fase propulsiva dell’imbarcazione. In questa fase è molto importante che la pagaia venga “verticalizzata” velocemente, per ottimizzare la portanza della pala in acqua. Si devono evitare inoltre, azioni scorrette che aumentano le resistenze idrodinamiche. Durante la fase propulsiva, il punto di massima accelerazione longitudinale (4.27 m/s2) e la massima spinta del piede(371.13 N), viene raggiunto qualche centesimo dopo che la pagaia ha oltrepassato la linea perpendicolare al piano dell’acqua. Passata in acqua, vista frontalmente. Errori più frequenti: - Braccio di spinta che esegue una pressione verso l’esterno, l’angolo tra braccio ed avambraccio è troppo ampio. - Braccio di tirata che viene portato troppo internamente, in qualche coso il gomito viene portato dietro il tronco del canoista. Passata in acqua, vista anteriore e posteriore. -Durante la passata in acqua, la mano del braccio di spinta deve rimanere sempre interno al gomito. -Il manico della pagaia deve rimanere il più possibile sulla stessa linea compresa tra la spalla, il gomito e il polso del canoista. Passata in acqua, vista lateralmente. Errori più frequenti. Nella prima immagine notiamo un principiante, che non mantiene una corretta postura del tronco. Inoltre anticipa eccessivamente la spinta del braccio sinistro, il braccio destro in modo erroneo ha iniziato la fase di trazione. Nella seconda immagine notiamo, un azione molto ridotta nella torsione del busto e il braccio di spinta eccessivamente sotto la linea degli occhi. In questo caso il beccheggio dell’imbarcazione sarà molto elevato. Passata in acqua, vista lateralmente. Errori più frequenti. Nella prima immagine il canoista mantiene la fronte rivolta verso il basso, il braccio di spinta si trova a metà della passata già completamente disteso. Nella seconda immagine notiamo una ridotta torsione del busto, la mano di spinta che oltrepassa l’altezza dell’orecchio ed il braccio di trazione che ha iniziato la fase di tensione ancor prima dell’inizio della passata. Passata in acqua, altri errori più frequenti: Tronco che si inclina verso il lato di trazione; Polso flesso; La spinta del braccio eccessivamente verso l’alto o verso il basso. ALTEZZA DEL BRACCIO DI SPINTA Una buona passata in acqua deve avvenire in modo sufficientemente ampio e con una velocità di esecuzione molto rapida, esiste infatti una relazione tra la velocità di avanzamento del Kayak e la velocità di esecuzione del colpo in acqua. E’ stata misurata la distanza tra la prua e la parte interna della pagaia, facendo attenzione a seguire la linea di galleggiamento della canoa, quindi è stato preso in considerazione la lunghezza della passata in acqua es.(2,69m -1,37 m = 1,32m), è stato inoltre misurato il tempo di esecuzione (in questo caso 0,30 s). Tale misura corrisponde all’avanzamento della canoa. E’ stato verificato se ci fosse una relazione tra la velocità dell’avanzamento della canoa, durante la passata in acqua, rilevata cinematicamente e i dati ricavati dall’accelerometro. I Grafici mostrano le accelerazione longitudinale e velocità calcolata con l’accelerometro. E’ rappresentato il confronto tra le medie dei dieci colpi più efficaci ed i dieci colpi meno efficaci. Nei dieci colpi più efficaci , il punto di massima accelerazione è 5,20 m/s2, mentre nei meno efficaci è di 4,08 m/s2, tale differenza (freccia nera)risulta essere del 21%. Parte finale della passata in acqua Nel momento in cui la pagaia raggiunge il punto in cui inizia la fuoriuscita dall’acqua si nota un forte calo di accelerazione con imminente inizio di decelerazione (freccia gialla, 1.72 m/s2), nonché una riduzione della spinta del piede corrispondente a(297.33 N). E’ fondamentale per una buona efficacia della passata in acqua che il movimento sia biomeccanicamente coordinato. Le gambe compiano un’azione di spinta decisa, omogenea e sincrona per tutta la passata in acqua, iniziando nello stesso istante dell’immersione e terminando un attimo prima dell’estrazione. I muscoli del tronco iniziano la propria fase di torsione. In questa fase il braccio di trazione, rimanendo semiflesso trasmetterà alla pagaiata la forza derivante dalla spinta della gamba e della torsione del tronco, tale trazione sarà continuata fino al raggiungimento della posizione verticale della pagaia, dopo questo punto che corrisponde circa alla distanza del ginocchio, il braccio inizierà a flettersi ed a prepararsi allo svincolo. Il braccio di spinta svolgerà un azione di contrasto senza che avvenga un lavoro di spinta, se non nella fase conclusiva della passata. SVINCOLO O FINALE E’ la fase in cui la pagaia viene estratta completamente dall’acqua. SVINCOLO O FINALE Conclusa la passata in acqua, con un movimento che dovrà essere eseguito con rapidità (per non frenare la corsa della canoa), avrà inizio la fase di estrazione chiamata anche svincolo. Il braccio di spinta sarà tenuto nella posizione raggiunta alla fine della seconda fase della passata in acqua e manterrà la posizione fino all’inizio del nuovo ciclo di pagaiata Se lo svincolo non viene eseguito correttamente oppure in ritardo la pagaia tenderà a procurare una decelerazione all’imbarcazione. Durante questa fase è fondamentale mantenere il lato di spinta sufficientemente alto, per consentire alla pala di uscire pulita dall’acqua, in caso di spinta verso il basso si assisterà ad una frenata . Una principiante che “schiaccia” la spinta durante la fase di estrazione. Svincolo La mano di trazione non deve superare il fianco. Svincolo non corretto, il gomito viene sollevato senza l’ausilio della rotazione dell’avambraccio, in questo modo la pala non uscirà in modo corretto provocando una decelerazione dell’imbarcazione. La spalla eseguirà un movimento in intrarotazione non biomeccanicamente corretto, il tronco è poco ruotato ed inoltre non è avvenuta la spinta di gamba. CAMBIO LATO O FASE AEREA Fase che intercorre tra lo svincolo e la presa d’acqua dell’altro lato di pagaiata CAMBIO LATO O FASE AEREA Durante la fase aerea il canoista deve cercare di disperdere minor velocità possibile limitando più possibile tutti i movimenti che tendono a generare attriti sullo scafo. La maggior parte parte della velocità circa 70% viene persa nei primi 180-200 millisecondi, della fase aerea. La fase aerea ha una durata variabile ed è direttamente proporzionale alla frequenza e della velocità del colpo in acqua. Dal punto di vista puramente meccanico sarebbe più efficace una pagaiata senza interruzioni fra le fasi in acqua, per eliminare tutte le decelerazioni. Ciò non è possibile per la presenza di due lati di pagaia e di una fase di cambio lato. La fase aerea è fondamentale per consentire al braccio di spinta di completare la sua lunghezza ed inoltre per poter coordinare il movimento successivo, che rappresenta il vero obiettivo della maggiore o minore durata della fase aerea. La fase aerea è legata a fattori individuali di origine antropometrici e neuro-muscolari. DURANTE LA FASE AEREA SIAMO SEMPRE IN PRESENZA DI DECELERAZIONE. Video sincronizzato con grafico di accelerazione longitudinale e forze esercitate sul puntapiedi, durante la fase aerea dell’atleta A3-M, 1° prova. Pur rimanendo all’interno di una logica decelerazione (-1.72 m/s2), si nota che in questo attimo, subito successivo all’estrazione, la decelerazione si fa meno evidente, come mostra la gobba del grafico (freccia gialla). Ciò può essere interpretato in due modi: come “riduzione del freno” della pala estratta dall’acqua, oppure come piccola spinta generata dal cambio di lato di pagaiata. Inoltre in questa fase, notiamo l’inizio del cambio di spinta fra piede sinistro (34.45 N) e piede destro (83.06 N). Relazioni che legano il movimento umano (gesto) alla locomozione del mezzo (kayak ), in particolare attraverso i seguenti aspetti: Individuazione delle caratteristiche fondamentali della pagaiata e dei valori di forze e accelerazioni riferite a canoisti di alto livello. Rapporto fra fase aerea e fase in acqua alle varie frequenze di pagaiata. Asimmetria di pagaiata e analisi dei fenomeni ad essa connessa, quali il rapporto esistente tra le accelerazioni lungo i tre assi e l’assetto dell’imbarcazione. Efficacia della pagaiata in termini di velocità di avanzamento della canoa ad ogni colpo e le relazioni di questo parametro con l’accelerazione longitudinale e l’aumento della velocità del kayak. Relazione tra la spinta espressa sulla pedaliera e l’accelerazione longitudinale del kayak. Determinazione del tempo della “fase positiva” che può essere definita come “parte del colpo in grado di produrre propulsione quindi accelerazione della canoa” (Guazzini e Mori, 2008). Individuazione delle caratteristiche fondamentali della pagaiata e dei valori di forze e accelerazioni riferiti a canoisti di alto livello. Rapporto fase in acqua/ fase in aria. ATLETA A1-M A2-M A3-M 1 prova 2 prova 3 prova 4 prova 1 prova 4 prova 1 prova MEDIA Frequenza di pagaiata al minuto 85 96 102 116 91 127 82 100 Media (s/colpi) 0,68 0,60 0,56 0,52 0,65 0,48 0,72 0,60 Fase in Aria 35% 40% 33% 32% 35% 37% 41% 36% Fase in Acqua 65% 60% 67% 68% 65% 62% 59% 64% -Dati riferiti alla misurazione cinematica degli atleti di sesso maschile e relativa al rapporto passata in acqua/fase aerea. Osservando la tabella, si evidenzia che all’aumentare della velocità di esecuzione dei test, quindi della frequenza di pagaiata, il rapporto % passata in acqua/fase aerea, normalmente varia a favore della durata del tempo in acqua. Rapporto tra durata del colpo e la fase positiva della passata Osservando il rapporto tra la fase positiva della pagaiata misurata con l’accelerometro e la durata del colpo misurata cinematicamente evidenziamo che, alla frequenza media delle prove, di 100 colpi al minuto, solo il 42% del ciclo di pagaiata ha un fase positiva sull’accelerazione della canoa. ATLETA A1-M A2-M A3-M 1 prova 2 prova 3 prova 4 prova 1 prova 4 prova 1 prova MEDIA Frequenza di pagaiata al minuto 85 96 102 116 91 127 82 100 Media (s/colpi) 0,68 0,60 0,56 0,52 0,65 0,48 0,72 0,60 Fase Positiva della pagaiata 38% 45% 47% 42% 41% 45% 38% 42% Dati riferiti alla misurazione cinematica e accelerometrica degli atleti di sesso maschile e relativa al rapporto tra durata del colpo e la fase positiva della passata. Rapporto tra la passata in acqua e la fase positiva della passata. Il dato medio della seguente tabella ci aiuta a comprendere che solo una parte della passata in acqua genera un accelerazione del Kayak, più precisamente ad una frequenza di 100 colpi al minuto il 32% passata in acqua viene disperso nella fase di attacco e svincolo. ATLETA A1-M A2-M A3-M 1 prova 2 prova 3 prova 4 prova 1 prova 4 prova 1 prova MEDIA Frequenza di pagaiata al minuto 85 96 102 116 91 127 82 100 Fase in Acqua (s) 0,44 0,36 0,35 0,34 0,42 0,30 0,42 0,38 Fase Positiva della pagaiata 59% 75% 75% 64% 64% 73% 66% 68% Rapporto tra durata del colpo e la fase positiva della passata Dati accelerometrici riferiti alla media di quattro prove svolte ad intensità crescente. RILEVAZIONI PER MEZZO DELLA VIDEOANALISI Lato sinistro Lato destro Con la videoanalisi è stato possibile rilevare alcune delle caratteristiche tecniche principali della pagaiata. Quali, Rollio, Beccheggio, Velocità angolare e traiettorie della pagaiata. ANALISI DATI: ALTRE RILEVAZIONI CINEMATICHE Misurazione degli angoli di “entrata-uscita” e del rollio e beccheggio Valutazioni delle traiettorie INTEGRAZIONE CON I DATI ACCELEROMETRICI I filmati elaborati con la videoanalisi sono stati integrati ed approfonditi per mezzo dei dati rilevati dall’accelerometro e dalle solette baropodomertriche. Rapporto significativo tra le accelerazioni longitudinali e laterali (frecce nere) Differenza di forza esercitata e ldurata temporale della pressione dei piedi. Correlazione esistente tra forza espressa sulla pedaliera e rollio dell’imbarcazione. ASIMMETRIE E CORRELAZIONI ESISTENTI TRA ACCELERAZIONI, ASSETTO DEL KAYAK E LE FORZE ESPRESSE SULLA PEDALIERA. Anche negli atleti di alto livello sono presenti le asimmetrie. ASIMMETRIE E CORRELAZIONE ESISTENTE TRA ACCELERAZIONE, ASSETTO DEL KAYAK E LE FORZE ESPRESSE SULLA PEDALIERA. ASIMMETRIE E CORRELAZIONE ESISTENTE TRA ACCELERAZIONE, ASSETTO DEL KAYAK E LE FORZE ESPRESSE SULLA PEDALIERA. IL MODELLO DI PAGAIA E LA SUA LUNGHEZZA E LA DISTANZA DELL’IMPUGNATURA Non esiste un tipo di pagaia una lunghezza e una distanza dell’impugnatura che sia uguale per tutti, infatti, le forze applicate sulla pagaia dipendono dalla struttura dell’atleta, dalla forza specifica dell’atleta, dalla forma delle pale, dalla lunghezza della pagaia e dalla distanza tra una mano e l’altra “impugnatura”. Più la distanza fra le due impugnature è maggiore, minore sarà la distanza dall’impugnatura al “centro di portanza” della pala in acqua, in questo caso la trazione sarà vantaggiosa ma per contro minore sarà anche la lunghezza della presa avanti. IL MODELLO DI PAGAIA E LA SUA LUNGHEZZA E LA DISTANZA DELL’IMPUGNATURA La lunghezza della pagaia generalmente negli uomini è compresa tra i 216 e 221 cm, la misura dipenderà: - dalla struttura del canoista - dalla forza specifica per colpo - dal tipo di gara che l’atleta dovrà svolgere - dal tipo di equipaggio,esempio in k4 la pagaia è leggermente più lunga. Nelle donne la lunghezza generalmente è compresa tra 212 e 215 cm. Il tecnico per verificare il modello di pagaia la propria lunghezza e la misura dell’impugnatura nella maggior parte dei casi, somministrerà dei test di avanzamento per colpo per verificare: - sia la forza espressa per ogni colpo. - sia una corretta e armoniosa frequenza di pagaiata che consenta una propulsione molto più regolare e fluida CONSIDERAZIONI SULLA TECNICA L’obiettivo principale della pagaiata deve essere l’avanzamento il più possibile uniforme ed efficace. Per avere un avanzamento efficace c’è bisogno di ottimizzare la tecnica, ottenuta grazie all’utilizzo di determinati angoli biomeccanici e di una corretta dinamica del colpo. Gli obiettivi tecnici sono: - Maggiore applicazione di forza, legata ad una lunghezza dell’efficace propulsiva, - Trasmissione del movimento con una spinta di gambe decisa omogenea. - Una buona sincronizzazione della catena cinetica che inizia dalla spinta del piede e prosegue con il tronco fino al braccio. - Riduzione delle resistenze idrodinamiche. - Velocità di messa in pressione della pala. - Mancanza di anticipo del braccio di spinta rispetto a quello di tirata. - Estrazione veloce. - Rapporto ottimale tra fase aerea e fase in acqua, per consentire all’atleta di recuperare la lunghezza efficace del colpo. Rilevare gli errori tecnici è sicuramente un compito molto complesso. Rimane pertanto insostituibile l’analisi della pagaiata con videocamera, utilissima anche per poter verificare quali siano i parametri tecnici di efficacia comuni in atleti che mostrano un ottimo rendimento.