Autore: Claudio Ghelardini
La tecnica: elementi teorici e
didattici .
La tecnica di pagaiata è quell’insieme di movimenti che
l’atleta compie per fornire la massima energia propulsiva
all’imbarcazione con il minimo dispendio energetico.
Per migliorare l’esecuzione del gesto tecnico è
indispensabile migliorare i parametri principali che sono
la lunghezza efficace , la frequenza di movimento e la
forza applicata al gesto specifico.
L'uso che l'atleta fa della pagaia, la forma della pagaia,
la sua lunghezza e larghezza, il sedile e la sua altezza,
sono studiati ed adattati affinché l'atleta possa
esprimere la tecnica migliore.
IL GESTO DI PAGAIATA.
Lo studio del gesto della pagaiata può essere osservato da vari
punti di vista: meccanico, biomeccanico, bio-energetico o
metabolico, neuro-muscolare.
Durante questa lezione verrà analizzato il movimento del
sistema barca, pagaia e canoista, sia attraverso l’esame
delle sue singole componenti, che in forma complessiva,
grazie all’ausilio di apparecchiature tecnologicamente
all’avanguardia, capaci di darci indicazioni sul moto
dell’imbarcazione.
In particolare, attraverso la cinematica, potremmo disporre di
relazioni capaci di descrivere le diverse posizioni assunte
dallo scafo con il trascorrere del tempo, così da poterle
rappresentare numericamente o graficamente.
STRUMENTAZIONE.
Per conoscere le forze trasmesse dall'atleta alla canoa è
necessario disporre di strumenti che ne permettano la
rilevazione e l’acquisizione dei dati. Strumenti che, grazie
alle moderne tecnologie, permettono di rilevare molti
particolari relativi alla dinamica dello scivolamento del
kayak.
Particolari che al Tecnico spesso risultano evidenti, ma che
difficilmente è in grado di quantificare.
Grazie all’ausilio di analisi video, valido strumento di analisi
fruibile a tutti, sono state rilevate alcune dinamiche inerenti
il moto della canoa in acqua e le caratteristiche
fondamentali della tecnica di pagaiata.
STRUMENTI UTILIZZATI.
 Solette baropodrometriche Pedar
 Software di videoanalisi Dartfish
 Piattaforma inerziale Xsens
 Telecamera Sony HD e HS
VIDEO CON DATI SINCRONIZZATI
Divergenze di opinione sull’ argomento tecnica
Sull’argomento “tecnica”, esistono molte divergenze di
opinione.
Gli argomenti che maggiormente cono dibattuti sono:
- la lunghezza della passata in acqua.
- la dinamica della spinta di gambe l’uniformità e
sincronia con la passata in acqua.
- la traiettoria delle braccia.
- la torsione del busto.
- Il tipo di colpo inteso come dinamica (colpo a ruota o
staccato)
Non esiste un modello standardizzato di tecnica ma
tante individualizzazioni che dipendono da fattori
strutturali, funzionali, di origine mentale o riferite a
diverse scuole canoistiche.
In atleti di altissimo livello notiamo che alcuni
parametri di economicità
sono ricorrenti.
Questi atleti sono in grado di:
- avere una notevole efficienza propulsiva.
- ridurre al minimo le resistenze idrodinamiche.
DESCRIZIONE DEL MOTO DELLA CANOA
La risultante delle forze non consente alla canoa di procedere con una velocità
costante. Durante la partenza , le resistenze sono basse e il sistema può
accelerare, ma con l’aumentare della velocità, aumentano notevolmente le
resistenze, fino a quando non vi sarà più accelerazione. Il moto di una canoa
è un continuo accelerare e decelerare, a causa dell’alternarsi della fase
acquatica con quella aerea.
La direzione del Kayak non è costante, per questo motivo è presente un timone
con la funzione di deriva e di correzione delle traiettorie.
Durante la fase di passata in acqua la forza è maggiore alla resistenza, e si
ha quindi un’accelerazione, mentre durante la fase aerea rimangono
solo le resistenze, e il sistema decelera.
FASI DELLA PAGAIATA
La pagaiata è un movimento
ciclico e continuo, quindi
non frazionabile, allo scopo
di comprendere come il
ciclo di pagaiata influisca
sulle accelerazioni e gli
angoli
di
assetto
dell’imbarcazione, la tecnica
verrà suddivisa in modo
analitico in quattro fasi e
sarà osservata per mezzo dei
dati rilevati da alcune
strumentazioni:
Kayak, postura dell’atleta.
Prima di analizzare le quattro fasi
della pagaiata sarà descritta la
postura che l’atleta dovrà avere in
Kayak:
- Busto in posizione eretta,
leggermente inclinaro in avanti;
- Spalle in posizione rilassata;
- Testa in posizione retta;
Nell’imbarcazione il corpo dell’atleta deve trovare
appoggio sui tre seguenti punti:
 gli ischi sul sedile;
 i talloni poggiati
sul fondo
dell’imbarcazione;
 gli avampiedi
poggiati sul
puntapiedi.
POSIZIONE DELLE GAMBE
TROPPO COMPRESSE.
Questa foto mostra una posizione con le gambe
troppo piegate, in questa posizione diventa
impossibile il movimento del bacino ed una buona
torsione del busto.
IMPOSTAZIONE TROPPO LUNGA
Le gambe sono troppo distese, in questa posizione non avverrà una
buona pressione sulla pedaliera, e di conseguenza non si riuscirà ad
applicare una forza adeguata alla pagaia.
Anche l’equilibrio è compromesso.
IMPOSTAZIONE OTTIMALE.
La posizione ottimale è soggettiva, dipende da fattori strutturali, funzionali, o dal
tipo di gara da realizzare.
La distanza ottimale tra pedaliera e sedile è una lunghezza che permette al
canoista di percepire una buona pressione sulla pedaliera e nello stesso tempo
consenta alla gamba di poter esercitare un movimento tale da poter far
indietreggiare il bacino.
La gamba nella fase di spinta, non dovrà raggiungere completamente la fase di
estensione, che nella maggior parte dei casi significherebbe aver portato il gluteo
sopra il margine superiore del sedile.
POSIZIONE DEL BACINO E DEL BUSTO.
E’ molto importante mantenere durante tutto il ciclo di pagaiata il
bacino in posizione estroversa, ed il tronco in posizione retta o di
pochi gradi inclinato in avanti
.
Immagine della posizione non corretta
ATTACCO O PRESA D’ACQUA
E’ il momento in cui la pagaia viene a contatto con la superficie
dell’acqua, durante questa fase avviene la messa in
pressione della pagaia.
Per una corretta messa in pressione è fondamentale una buona
sensibilità dell’atleta, infatti una tardiva messa in pressione
della pala o un angolo di entrata in acqua non efficace, può far
decelerare il Kayak e compromettere la successiva fase di
passata in acqua.
Inoltre, entrare in acqua con troppa irruenza crea una forte
accelerazione verticale e un beccheggio spropositato tale da
influire sull’idrodinamica dell’imbarcazione.
Molto spesso un attacco non corretto dipende da una spinta
anticipata del braccio di spinta.
Fase di attacco.
 E’ importante non andare a prendere l’acqua
abbassando la spalla verso il lato di immersione, ma
bensì far scendere il braccio verso l’acqua.
Di seguito per meglio comprendere in che modo l’azione di attacco
abbia un influenza negativa sull’accelerazione longitudinale del
Kayak, sarà mostrata un immagine tratta da un filmato di una
prova sincronizzata (canoa ricerca n.71), in questa immagine è
possibile inoltre osservare la pressione esercitata sulla pedaliera.
Da notare che al momento dell’immersione della pala in acqua, la canoa è in fase di
decelerazione (-0.85 m/s2) e che la spinta del piede corrispondente è già ad un
buon valore (305.34 N).
Nella prima foto, a sinistra un principiante che nella fase di attacco
spinge il braccio di spinta e piega troppo presto il braccio di tirata.
A destra un attacco in acqua con il braccio di spinta che è
utilizzato solo per una corretta azione di contrasto.
Durante l’attacco in acqua il bacino viene portato avanti (freccia rossa) ed il tronco viene
ruotato verso il lato di trazione.
La gamba del lato di trazione è pronto alla spinta, mentre la gamba opposta e distesa
(freccia gialla), la mano di spinta è ferma vicino all’orecchio
ALTRI ERRORI TECNICI.
Fase d’attacco, il tronco è in posizione ruotata (freccia gialla) e
importante notare la distanza dalla mano all’orecchio (freccia
rossa), l’angolo tra braccio ed avambraccio del lato di spinta è a
circa 80 gradi.
PASSATA IN ACQUA
E’ il tempo che intercorre tra la presa in acqua e lo
svincolo, questa è la fase più importante dove avviene la
fase propulsiva dell’imbarcazione.
In questa fase è molto importante che la pagaia venga “verticalizzata”
velocemente, per ottimizzare la portanza della pala in acqua.
Si devono evitare inoltre, azioni scorrette che aumentano le resistenze
idrodinamiche.
Durante la fase propulsiva, il punto di massima accelerazione
longitudinale (4.27 m/s2) e la massima spinta del piede(371.13
N), viene raggiunto qualche centesimo dopo che la pagaia ha
oltrepassato la linea perpendicolare al piano dell’acqua.
Passata in acqua, vista frontalmente.
Errori più frequenti:
- Braccio di spinta che esegue una pressione verso l’esterno,
l’angolo tra braccio ed avambraccio è troppo ampio.
- Braccio di tirata che viene portato troppo internamente, in
qualche coso il gomito viene portato dietro il tronco del
canoista.
Passata in acqua, vista anteriore e posteriore.
-Durante la passata in acqua, la mano del braccio di
spinta deve rimanere sempre interno al gomito.
-Il manico della pagaia deve rimanere il più possibile
sulla stessa linea compresa tra la spalla, il gomito e il
polso del canoista.
Passata in acqua, vista lateralmente.
Errori più frequenti.
Nella prima immagine notiamo un principiante, che non
mantiene una corretta postura del tronco. Inoltre anticipa
eccessivamente la spinta del braccio sinistro, il braccio destro
in modo erroneo ha iniziato la fase di trazione.
Nella seconda immagine notiamo, un azione molto ridotta
nella torsione del busto e il braccio di spinta eccessivamente
sotto la linea degli occhi. In questo caso il beccheggio
dell’imbarcazione sarà molto elevato.
Passata in acqua, vista lateralmente.
Errori più frequenti.
Nella prima immagine il canoista
mantiene la fronte rivolta verso il
basso, il braccio di spinta si trova a
metà della passata già completamente
disteso.
Nella seconda immagine notiamo una
ridotta torsione del busto, la mano di
spinta che oltrepassa l’altezza
dell’orecchio ed il braccio di trazione
che ha iniziato la fase di tensione
ancor prima dell’inizio della passata.
Passata in acqua, altri errori più frequenti:
 Tronco che si inclina verso
il lato di trazione;
 Polso flesso;
 La spinta del braccio
eccessivamente verso
l’alto o verso il basso.
ALTEZZA DEL BRACCIO DI SPINTA
Una buona passata in acqua deve avvenire in modo sufficientemente ampio e
con una velocità di esecuzione molto rapida, esiste infatti una relazione tra la
velocità di avanzamento del Kayak e la velocità di esecuzione del colpo in
acqua.
E’ stata misurata la distanza tra la prua e la parte interna della pagaia,
facendo attenzione a seguire la linea di galleggiamento della canoa,
quindi è stato preso in considerazione la lunghezza della passata in
acqua es.(2,69m -1,37 m = 1,32m), è stato inoltre misurato il tempo di
esecuzione (in questo caso 0,30 s).
Tale misura corrisponde all’avanzamento della canoa.
E’ stato verificato se ci fosse una relazione tra la velocità
dell’avanzamento della canoa, durante la passata in acqua, rilevata
cinematicamente e i dati ricavati dall’accelerometro.
I Grafici mostrano le accelerazione longitudinale e velocità calcolata
con l’accelerometro. E’ rappresentato il confronto tra le medie dei
dieci colpi più efficaci ed i dieci colpi meno efficaci.
Nei dieci colpi più efficaci , il punto di massima accelerazione è 5,20
m/s2, mentre nei meno efficaci è di 4,08 m/s2, tale differenza (freccia
nera)risulta essere del 21%.
Parte finale della passata in acqua
Nel momento in cui la pagaia raggiunge il punto in cui inizia la
fuoriuscita dall’acqua si nota un forte calo di accelerazione
con imminente inizio di decelerazione (freccia gialla, 1.72
m/s2), nonché una riduzione della spinta del piede
corrispondente a(297.33 N).
E’ fondamentale per una buona efficacia della passata
in acqua che il movimento sia biomeccanicamente
coordinato.
Le gambe compiano un’azione di spinta decisa, omogenea e
sincrona per tutta la passata in acqua, iniziando nello stesso
istante dell’immersione e terminando un attimo prima
dell’estrazione.
I muscoli del tronco iniziano la propria fase di torsione.
In questa fase il braccio di trazione, rimanendo semiflesso
trasmetterà alla pagaiata la forza derivante dalla spinta della
gamba e della torsione del tronco, tale trazione sarà continuata
fino al raggiungimento della posizione verticale della pagaia, dopo
questo punto che corrisponde circa alla distanza del ginocchio, il
braccio inizierà a flettersi ed a prepararsi allo svincolo.
Il braccio di spinta svolgerà un azione di contrasto senza che
avvenga un lavoro di spinta, se non nella fase conclusiva della
passata.
SVINCOLO O FINALE
E’ la fase in cui la pagaia viene estratta completamente
dall’acqua.
SVINCOLO O FINALE
Conclusa la passata in acqua, con un movimento che dovrà
essere eseguito con rapidità (per non frenare la corsa della
canoa), avrà inizio la fase di estrazione chiamata anche
svincolo.
Il braccio di spinta sarà tenuto nella posizione raggiunta alla
fine della seconda fase della passata in acqua e manterrà la
posizione fino all’inizio del nuovo ciclo di pagaiata
Se lo svincolo non viene eseguito correttamente oppure in
ritardo la pagaia tenderà a procurare una decelerazione
all’imbarcazione.
Durante questa fase è fondamentale mantenere il lato di spinta
sufficientemente alto, per consentire alla pala di uscire pulita
dall’acqua, in caso di spinta verso il basso si assisterà ad una
frenata .
Una principiante che “schiaccia” la spinta durante la fase
di estrazione.
Svincolo
 La mano di trazione non deve superare il fianco.
Svincolo non corretto, il gomito viene sollevato senza l’ausilio della rotazione
dell’avambraccio, in questo modo la pala non uscirà in modo corretto
provocando una decelerazione dell’imbarcazione.
La spalla eseguirà un movimento in intrarotazione non biomeccanicamente
corretto, il tronco è poco ruotato ed inoltre non è avvenuta la spinta di gamba.
CAMBIO LATO O FASE AEREA
Fase che intercorre tra lo svincolo e la presa d’acqua dell’altro
lato di pagaiata
CAMBIO LATO O FASE AEREA
Durante la fase aerea il canoista deve cercare di
disperdere minor velocità possibile limitando più
possibile tutti i movimenti che tendono a generare
attriti sullo scafo.
La maggior parte parte della velocità circa 70% viene persa nei primi
180-200 millisecondi, della fase aerea.
La fase aerea ha una durata variabile ed è direttamente
proporzionale alla frequenza e della velocità del colpo in acqua.
Dal punto di vista puramente meccanico sarebbe più efficace una
pagaiata senza interruzioni fra le fasi in acqua, per eliminare tutte
le decelerazioni.
Ciò non è possibile per la presenza di due lati di pagaia e di una fase
di cambio lato.
La fase aerea è fondamentale per consentire al braccio di spinta di
completare la sua lunghezza ed inoltre per poter coordinare il
movimento successivo, che rappresenta il vero obiettivo della
maggiore o minore durata della fase aerea.
La fase aerea è legata a fattori individuali di origine antropometrici e
neuro-muscolari.
DURANTE LA FASE AEREA SIAMO SEMPRE IN PRESENZA DI DECELERAZIONE.
Video sincronizzato con grafico di accelerazione longitudinale e forze esercitate
sul puntapiedi, durante la fase aerea dell’atleta A3-M, 1° prova. Pur rimanendo
all’interno di una logica decelerazione (-1.72 m/s2), si nota che in questo attimo,
subito successivo all’estrazione, la decelerazione si fa meno evidente, come
mostra la gobba del grafico (freccia gialla). Ciò può essere interpretato in due
modi: come “riduzione del freno” della pala estratta dall’acqua, oppure come
piccola spinta generata dal cambio di lato di pagaiata. Inoltre in questa fase,
notiamo l’inizio del cambio di spinta fra piede sinistro (34.45 N) e piede destro
(83.06 N).
Relazioni che legano il movimento umano (gesto) alla
locomozione del mezzo (kayak ), in particolare attraverso i
seguenti aspetti:
Individuazione delle caratteristiche fondamentali della pagaiata e dei valori di
forze e accelerazioni riferite a canoisti di alto livello.
Rapporto fra fase aerea e fase in acqua alle varie frequenze di pagaiata.
Asimmetria di pagaiata e analisi dei fenomeni ad essa connessa, quali il rapporto
esistente tra le accelerazioni lungo i tre assi e l’assetto dell’imbarcazione.
Efficacia della pagaiata in termini di velocità di avanzamento della canoa ad ogni
colpo e le relazioni di questo parametro con l’accelerazione longitudinale e
l’aumento della velocità del kayak.
Relazione tra la spinta espressa sulla pedaliera e l’accelerazione longitudinale del
kayak.
Determinazione del tempo della “fase positiva” che può essere definita come
“parte del colpo in grado di produrre propulsione quindi accelerazione della
canoa” (Guazzini e Mori, 2008).
Individuazione delle caratteristiche fondamentali della
pagaiata e dei valori di forze e accelerazioni riferiti a
canoisti di alto livello.
Rapporto fase in acqua/ fase in aria.
ATLETA
A1-M
A2-M
A3-M
1 prova
2 prova
3 prova 4 prova 1 prova 4 prova 1 prova MEDIA
Frequenza di pagaiata al minuto
85
96
102
116
91
127
82
100
Media (s/colpi)
0,68
0,60
0,56
0,52
0,65
0,48
0,72
0,60
Fase in Aria
35%
40%
33%
32%
35%
37%
41%
36%
Fase in Acqua
65%
60%
67%
68%
65%
62%
59%
64%
-Dati riferiti alla misurazione cinematica degli atleti di sesso maschile e relativa al
rapporto passata in acqua/fase aerea.
Osservando la tabella, si evidenzia che all’aumentare della velocità di
esecuzione dei test, quindi della frequenza di pagaiata, il rapporto % passata in
acqua/fase aerea, normalmente varia a favore della durata del tempo in acqua.
Rapporto tra durata del colpo e la fase positiva della passata
Osservando il rapporto tra la fase positiva della pagaiata misurata
con l’accelerometro e la durata del colpo misurata
cinematicamente evidenziamo che, alla frequenza media delle
prove, di 100 colpi al minuto, solo il 42% del ciclo di pagaiata ha
un fase positiva sull’accelerazione della canoa.
ATLETA
A1-M
A2-M
A3-M
1 prova
2 prova
3 prova
4 prova
1 prova
4 prova 1 prova
MEDIA
Frequenza di pagaiata al minuto
85
96
102
116
91
127
82
100
Media (s/colpi)
0,68
0,60
0,56
0,52
0,65
0,48
0,72
0,60
Fase Positiva della pagaiata
38%
45%
47%
42%
41%
45%
38%
42%
Dati riferiti alla misurazione cinematica e accelerometrica degli
atleti di sesso maschile e relativa al rapporto tra durata del
colpo e la fase positiva della passata.
Rapporto tra la passata in acqua e la fase positiva della
passata.
Il dato medio della seguente tabella ci aiuta a comprendere
che solo una parte della passata in acqua genera un
accelerazione del Kayak, più precisamente
ad una
frequenza di 100 colpi al minuto il 32% passata in acqua
viene disperso nella fase di attacco e svincolo.
ATLETA
A1-M
A2-M
A3-M
1 prova
2 prova
3 prova
4 prova
1 prova
4 prova
1 prova
MEDIA
Frequenza di pagaiata al minuto
85
96
102
116
91
127
82
100
Fase in Acqua (s)
0,44
0,36
0,35
0,34
0,42
0,30
0,42
0,38
Fase Positiva della pagaiata
59%
75%
75%
64%
64%
73%
66%
68%
Rapporto tra durata del colpo e la fase positiva della passata
Dati accelerometrici riferiti alla media di quattro prove
svolte ad intensità crescente.
RILEVAZIONI PER MEZZO DELLA VIDEOANALISI
Lato sinistro
Lato destro
Con la videoanalisi è stato possibile
rilevare alcune delle caratteristiche
tecniche principali della pagaiata.
Quali, Rollio, Beccheggio, Velocità
angolare e traiettorie della pagaiata.
ANALISI DATI: ALTRE RILEVAZIONI CINEMATICHE
Misurazione degli angoli di “entrata-uscita” e
del rollio e beccheggio
Valutazioni delle traiettorie
INTEGRAZIONE CON I DATI ACCELEROMETRICI
I filmati elaborati con la videoanalisi sono stati integrati ed approfonditi per mezzo dei dati rilevati
dall’accelerometro e dalle solette baropodomertriche.
 Rapporto significativo tra le accelerazioni longitudinali e laterali (frecce nere)
 Differenza di forza esercitata e ldurata temporale della pressione dei piedi.
 Correlazione esistente tra forza espressa sulla pedaliera e rollio dell’imbarcazione.
ASIMMETRIE E CORRELAZIONI ESISTENTI TRA ACCELERAZIONI,
ASSETTO DEL KAYAK E LE FORZE ESPRESSE SULLA PEDALIERA.
Anche negli atleti di alto livello sono
presenti le asimmetrie.
ASIMMETRIE E CORRELAZIONE ESISTENTE TRA ACCELERAZIONE, ASSETTO DEL KAYAK
E LE FORZE ESPRESSE SULLA PEDALIERA.
ASIMMETRIE E CORRELAZIONE ESISTENTE TRA ACCELERAZIONE, ASSETTO DEL KAYAK E
LE FORZE ESPRESSE SULLA PEDALIERA.
IL MODELLO DI PAGAIA E LA SUA
LUNGHEZZA E LA DISTANZA
DELL’IMPUGNATURA
Non esiste un tipo di pagaia una lunghezza e una distanza
dell’impugnatura che sia uguale per tutti, infatti, le forze
applicate sulla pagaia dipendono dalla struttura
dell’atleta, dalla forza specifica dell’atleta, dalla forma
delle pale, dalla lunghezza della pagaia e dalla distanza
tra una mano e l’altra “impugnatura”.
Più la distanza fra le due impugnature è maggiore, minore
sarà la distanza dall’impugnatura al “centro di portanza”
della pala in acqua, in questo caso la trazione sarà
vantaggiosa ma per contro minore sarà anche la
lunghezza della presa avanti.
IL MODELLO DI PAGAIA E LA SUA LUNGHEZZA E LA DISTANZA
DELL’IMPUGNATURA
La lunghezza della pagaia generalmente negli uomini è compresa tra i
216 e 221 cm, la misura dipenderà:
- dalla struttura del canoista
- dalla forza specifica per colpo
- dal tipo di gara che l’atleta dovrà svolgere
- dal tipo di equipaggio,esempio in k4 la pagaia è leggermente più
lunga.
Nelle donne la lunghezza generalmente è compresa tra 212 e 215 cm. Il
tecnico per verificare il modello di pagaia la propria lunghezza e la
misura dell’impugnatura nella maggior parte dei casi, somministrerà
dei test di avanzamento per colpo per verificare:
- sia la forza espressa per ogni colpo.
- sia una corretta e armoniosa frequenza di pagaiata che consenta una
propulsione molto più regolare e fluida
CONSIDERAZIONI SULLA TECNICA
L’obiettivo principale della pagaiata deve essere l’avanzamento il più possibile
uniforme ed efficace.
Per avere un avanzamento efficace c’è bisogno di ottimizzare la tecnica, ottenuta
grazie all’utilizzo di determinati angoli biomeccanici e di una corretta dinamica
del colpo.
Gli obiettivi tecnici sono:
- Maggiore applicazione di forza, legata ad una lunghezza dell’efficace propulsiva,
- Trasmissione del movimento con una spinta di gambe decisa omogenea.
- Una buona sincronizzazione della catena cinetica che inizia dalla spinta del
piede e prosegue con il tronco fino al braccio.
- Riduzione delle resistenze idrodinamiche.
- Velocità di messa in pressione della pala.
- Mancanza di anticipo del braccio di spinta rispetto a quello di tirata.
- Estrazione veloce.
- Rapporto ottimale tra fase aerea e fase in acqua, per consentire all’atleta di
recuperare la lunghezza efficace del colpo.
Rilevare gli errori tecnici è sicuramente un
compito molto complesso.
Rimane
pertanto
insostituibile l’analisi
della pagaiata con
videocamera,
utilissima anche per
poter verificare quali
siano i parametri
tecnici di efficacia
comuni in atleti che
mostrano un ottimo
rendimento.
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La tecnica