Le imprese multinazionali
nell’economia globale
Distribuzione geografica delle imprese multinazionali
• Hanno origine e investono prevalentemente nei paesi industrializzati.
• E’ cresciuto molto l’investimento nei paesi in via di sviluppo, a partire dagli
anni 1990, ma è ancora complessivamente minoritario. Fra i paesi in via di
sviluppo sono pochi i paesi che attirano flussi ingenti di IDE. Fra questi
importanti sono Cina, Brasile, Messico.
• Nel 2001 lo stock globale di IDE era di 6800 miliardi di $.
• Di questo il 66% era localizzato nei paesi industrializzati – circa il 60% nell’UE
e 30% negli USA.
• Il 32% era invece localizzato nei paesi in via di sviluppo. Di questo il 60% in
Asia (Hong-Kong, Cina, Singapore) e il 30% in America Latina e nei paesi del
Golfo dei Caraibi. L’Africa aveva una quota minima.
Impresa multinazionale: definizioni
Una impresa multinazionale è una impresa che produce
beni, o vende servizi in più paesi.
Le imprese multinazionali si espandono attraverso
investimenti diretti esteri (IDE).
L’IDE comporta l’acquisto di attività economiche già esistenti
o la creazione di nuove attività imprese (affiliate della
multinazionale). In questo senso l’IDE sono da distinguersi
da investimenti di portafoglio in azioni e obbligazioni.
Vi possono essere anche rapporti di alleanza con altre
imprese.
Teorie delle multinazionali
• Le IMN (imprese multinazionali) sorgono in settori oligopolistici. Sono una
patologia del mercato perfettamente concorrenziale teorizzato
dall’economia classica. Gli economisti neo-classici tendono a sminuirne il
ruolo nel commercio internazionale e nella localizzazione delle attività
produttive che obbedirebbero non a strategie di impresa ma a principi
neutri come il vantaggio comparato.
• Gli economisti aziendali, interessati a analisi empiriche, hanno dato un
forte contributo all’analisi delle IMN (Dunning, Chandler, Porter),
evidenziando i vantaggi strategici rispetto alle imprese che operano in un
solo mercato. Vantaggi strategici che le IMN cercano di consolidare.
• Economisti politici hanno discusso il ruolo delle IMN in termini o di
strategie di sfruttamento e di controllo (neo-marxisti) e/o come risultato di
strategie nazionali. In questo senso le IMN sarebbero imprese nazionali
che si combattono nell’arena mondiale (posizione statocentrica)
Le multinazionali fra il 1945 e il 1980
• Dopo la seconda guerra mond. le poche imprese transnazionali rimaste erano
multinazionali USA, soprattutto nei settori del petrolio, minerario e alimentare
• Il primo balzo di investimenti di imprese multinazionali avvenne nella seconda
metà del decennio 1960, ad opera di multinazionali USA. Si trattò di una
espansione “orizzontale”. Queste imprese costituirono in altri paesi imprese molto
simili a quelle della casa madre. Tali imprese erano relativamente autosufficienti e
si appoggiavano a imprese fornitrici del paese di insediamento. Questa scelta era
dettata dallo stato attuale della tecnologia, delle comunicazioni e dei movimenti di
beni e capitali, ed era volta a penetrare dall’interno mercati protetti e di difficile
ingresso per produttori esteri.
• Un buon esempio fu quello della IBM che negli anni 1960 fece il suo ingresso in
Francia e in altri paesi della CEE con nuovi stabilimenti, con il fine di vendere I suoi
computer dentro al Mercato comune, che era protetto dalle importazioni USA dalla
tariffa doganale esterna comune.
Multinazionali e mercati globali dopo il 1980
• A partire dalla metà degli anni 1980 si verificava una forte crescita
dell’investimento delle multinazionali. Questo fu il risultato di
importanti cambiamenti nella scena economica internazionale. Dal
1970 di fu una forte espansione del mercato degli Eurodollari (conti
in dollari in banche europee) e una espansione all’estero delle
banche americane. Si formò così un mercato dei capitali molto più
integrato e globale. A questo si aggiunsero altri mutamenti nel
settore finanziario quali la deregulation, la eliminazione delle
barriere al movimento dei capitali e la accresciuta velocità dei flussi
finanziari. Ad alimentare questi processi sullo sfondo gli enormi
surplus monetari accumulati dai paesi OPEC e la necessità di
riciclarli nell’economia mondiale.
• I mercati finanziari facilitarono la riorganizzazione e la
trasformazione delle imprese. Si costituì rapidamente un mercato
di borsa globale e una ondata di acquisizioni transfrontaliere.
Multinazionali e mercati globali
• Si verifica a questo punto la transizione da un sistema
dominato dalla multinazionali USA a un sistema più
complesso e diversificato.
• Flussi di IDE furono attivati da molti paesi e dalle loro
imprese, mentre gli USA divennero anche il maggior
paese recipiente di questi flussi.
• Le multinazionali si espandono al settore dei servizi,
facilitate da sia dalla rivoluzione informatica che dalle
interazioni crescenti fra settore dei servizi e settore
manifatturiero.
Multinazionali e mercati globali
• Le multinazionali passano da una strategia “orizzontale” a una strategia
“verticale”.
• Per una impresa multinazionale la verticalizzazione comporta l’integrazione e la
razionalizzazione delle sue attività per formare una unica catena produttiva
transnazionale. Il gruppo decide dove produrre, assemblare e commercializzare i
propri prodotti – spesso in località diverse fra di loro. Le scelte vengono fatte
spesso con il fine di eludere barriere o sfruttare il più possibile I benefici fiscali.
• Le multinazionali danno vita pertanto a un outsourcing internazionale, che
significa che componenti prodotti in un determinato luogo sono poi assemblati
altrove e esportati globalmente, talvolta anche nel paese di origine gruppo
multinazionale.
• Questa dislocazione di attività incide pertanto fortemente sui flussi commerciali e
sulla distribuzione di capacità nei settori industriali e dei servizi fra i vari paesi e
fra i vari continenti.
Imprese multinazionali e alleanze
internazionali
• Essenziali in attività caratterizzate da forti investimenti in R&S,
economia di scala, rischi elevati.
• Fra il 1996 e il 1998 si registrarono 20.000 alleanze fra imprese
(sotto varie forme: joint ventures ecc).
• In alcuni settori le alleanze sono importantissime per il
successo competitivo: industria aereospaziale, elettronica,
automobili.
• Un altro fenomeno connesso alle mnc è quello delle
concentrazioni. Attività globale di concentrazione aumenta di
5 volte fra il 1995 e il 2000 per 1100 miliardi di dollari. Il livello
di concentrazione è più alto nei settori di finanza,
telecomunicazioni, trasporti.
Imprese multinazionali o transnazionali?
• Uno studio delle 500 più grandi imprese mondiali
condotto nel 2000, dava le seguenti conclusioni:
• 380 operavano in vari paesi.
• Solo 9 tuttavia avevano meno del 50% della propria
attività in una specifica regione della Triade (America
del Nord, UE, Giappone e Asia) e conducevano
almeno il 20% nelle altre due aree. Tra queste IBM,
Sony, Intel e Coca-Cola.
• Per questo alcuni preferiscono definire come
“transnazionali” la maggior parte delle imprese.
Multinazionali e commercio
• Le mnc generano imponenti flussi commerciali. Vedi commercio
intra-firm.
• Nel 1999 le multinazionali determinarono una quota elevate delle
esportazioni.
• 90% dell’Irlanda,
• 44% del Canada e dei Paesi Bassi
• 15% degli Stati Uniti
• 50% della Cina.
Investimenti delle multinazionali: pro e contro
Benefici
• Le mnc sono fonte di capitali,
tecnologie, e sono importanti anche
per la formazione di capitale umano
(tecnici, managers ecc).
• Le risorse di capitale sono vitali per i
paesi in via di sviluppo. I paesi
industrializzati beneficiano dei nuovi
metodi e dell’elevata produttività che
portano molte imprese multinazionali.
• Le mnc rendono il mercato
concorrenziale rispetto a possibili
monopoli o oligopoli di imprese
nazionali.
• Le mnc generano esportazioni
contabilizzate nella contabilità
nazionale
Rischi e paure
• Perdita di sovranità e di autonomia
di paesi poveri di fronte a imprese
molto grandi e potenti
• Trasferimento in mani stranieri di
“settori strategici” o di risorse e
materie prime.
• Competizione scorretta rispetto alle
imprese nazionali.
• Imperialismo culturale.
• Sfruttamento selvaggio
Investimenti delle multinazionali:
pro e contro
• Rischi e problemi.
• Polemiche sulla delocalizzazione: vedi opposizione dei sindacati tedeschi alle mnc
tedesche che investono in Europa orientale.
Si tratta di paure in parte fondate in parte esagerate. La gran parte degli investimenti
delle multinazionali non è diretta in paesi poveri o a basso costo del lavoro ma in
paesi industrializzati.
La perdita di posti di lavoro può essere compensata da un aumento di esportazioni e
da una crescita di posti di lavoro in altri settori. La delocalizzazione non è una della
cause principali della disoccupazione nei paesi occidentali.
La opzione di delocalizzare indubbiamente conferisce un potere contrattuale
aggiuntiva a una mnc rispetto alle forze sindacali, ai governi ospiti ecc.
Investimenti delle multinazionali:
pro e contro
Non è vero che le mnc sono onnipotenti: i governi possono
contrattare condizioni di insediamento.
•
La Cina, per esempio, impone “criteri di performance”
consistenti in:
a) Condivisione del know-how tecnologico
b) Creazione di quote di esportazione
c) Local contents, e cioè quote di forniture concesse a produttori
locali.
Un regime internazionale degli IDE? Molti tentativi falliti: vedi il MAI
(Multilatera Agreement on Investment).
Ci sono ostacoli tecnici e politici. Più agevole, ma sempre difficile, lo
sviluppo di regole regionali, come nell’UE.
ESERCITAZIONI - BIBLIOGRAFIA
Bibliografia di riferimento
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Il sistema Commerciale - Testo di riferimento:
capitolo 3 di: Gilpin Robert, Le insidie del capitalismo globale. Milano, Egea,
2001.
Multinazionali - Testo di riferimento:
capitolo 6 di: Gilpin Robert, Le insidie del capitalismo globale. Milano, Egea,
2001.
Letture per il seminario:
Liberismo e/o protezionismo? Cosa ci dice il dibattito teorico più recente?
Capitoli 8: Gilpin Robert, Economia Politica Globale. Le relazioni economiche
internazionali nel XXI secolo. Milano, Egea, 2003.
Cosa è e come funziona il WTO? A che punto è il round di Doha?
Parenti Antonio, Il WTO. Bologna, Il Mulino, 2002 , pp. 40 e ss.
Le multinazionali e i marchi dominano il mondo?
Capitolo 4, 5 di : Legrain Philippe, Un mondo aperto. La verità sulla
globalizzazione. Milano, Il Sole 24 Ore, 2003.
Capitolo 11 di: Gilpin Robert, Economia Politica Globale. Le relazioni
economiche internazionali nel XXI secolo. Milano, Egea, 2003.
Multinazionali: esercitazione
• Descrivi la struttura e la strategia
comunicativa di una grande multinazionale a
tua scelta che abbia stabilimenti anche in
Italia
• Descrivi i vantaggi e gli svantaggi che porta
l’investimento di imprese multinazionali in
una economia di un paese in via di sviluppo.
Le imprese multinazionali.
• Le MNCs da strategie orizzontali a strategie verticali,
sotto la spinta delle innovazioni tecnologiche della
new economy.
• Chi sono e dove investono le MNCs
• La produzione delocalizzata e le catene produttive.
“Global commodity chains”
• Il dibattito sulle multinazionali: influenze positive o
negative.
• Si può negoziare con le multinazionali?
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