+
Il Piano Educativo
Individualizzato
Cosa è?
•
Il P.E.I. è il documento (o
raccolta di documenti)
nel
quale
vengono
descritti gli interventi
integrati ed equilibrati
tra loro ai fini della
realizzazione del diritto
all'educazione
e
all'istruzione, di cui ai
primi quattro commi
dell'art.12 della Legge
104/92. (D.P.R. 24/2/1994.-art.5)
+
Il Piano Educativo Individualizzato
Cosa è?
•La
strutturazione del P.E.I. si
configura come mappa ragionata di
tutti i progetti di intervento:
didattico-educativi, riabilitativi, di
socializzazione, di integrazione tra
scuola ed extra-scuola.
•È un progetto
unitario e
integrato di una
pluralità di
interventi
espressi da più
persone
concordi sia
sull'obiettivo da
raggiungere che
sulle procedure,
sui tempi e sulle
modalità sia
degli interventi
stessi che delle
verifiche.
+
Il Piano Educativo
Individualizzato
Da chi viene
redatto?
•
Il P.E.I. è “redatto
congiuntamente dagli
operatori dell'U.L.S.S.,
compresi gli operatori
addetti all’assistenza,
dagli insegnanti
curricolari e di
sostegno e, qualora
presente, dall'
operatore
psicopedagogico, con
la collaborazione della
famiglia”. (D.P.R.
24/2/94-art.5).
+
Il Piano Educativo
Individualizzato
Quando si
fa?
Dopo un
periodo iniziale
di osservazione
sistematica
durante il quale
si definisce e si
attua il progetto
di accoglienza,
viene costruito
il P.E.I. con
scadenza
annuale.
Nel
passaggio
tra i vari
ordini di
scuola.
+
Il Piano Educativo Individualizzato
Prende in
considerazione
Cosa contiene
 sintesi
dei dati
conosciuti
•
 previsione
•
le attività proposte;
•
le scelte
metodologiche;
•
i tempi di
realizzazione;
•
le verifiche e i criteri
di valutazione.
degli
interventi prospettati,
 specifica
le azioni
che i diversi operatori
mettono in atto
relativamente alle
potenzialità già
rilevate nella
Diagnosi Funzionale
e nel Profilo
Dinamico Funzionale.
finalità e obiettivi
didattici
+
•a far raggiungere in rapporto
alle potenzialità, ed attraverso
una progressione di traguardi
intermedi, utilizzando anche
metodologie e strumenti
differenziati e diversificati,
obiettivi di autonomia.
Ma anche
l’acquisizione
di competenze
e di abilità:
Cognitive
Motorie;
comunicative
ed
espressive;
operative
Il Piano Educativo
Individualizzato
Verifica
+
Viene verificato, con
frequenza trimestrale o
quadrimestrale.(D.P.R.
24/2/94-Art.6). Alle verifiche
periodiche partecipano gli
operatori scolastici, gli
operatori dei servizi
dell'U.L.S.S. ed i genitori
dell'alunno. Gli incontri
verranno opportunamente
concordati e
calendarizzati a cura del
Dirigente Scolastico, e per
ogni incontro verrà
redatto apposito verbale.
+
1a Parte. Dati anagrafici e informazioni
di carattere generale
Dati relativi alla scuola:
Anno scolastico – Istituto – Plesso
Dati relativi all’alunno:
Cognome e Nome, Data di nascita, Luogo, Residenza, Classe
Dati relativi alla precedente scolarizzazione
Anno scolastico
Scuola
frequentata
classe
Tipo di
frequenza
+
1a Parte. Dati anagrafici e informazioni
di carattere generale
DIAGNOSI CLINICA
INTERVENTI SOCIO EDUCATIVI
•
•
Interventi riabilitativi in orario scolastico ed
extrascolastico
Interventi educativi territoriali
- Tipologia di intervento(logopedista, psicomotricista,
ecc…), operatore di riferimento; tempi, modalità e
metodologia di raccordo scuola/operatore.
+ 1a Parte. Dati anagrafici e informazioni
di carattere generale
 INTERVENTI
 Genitore
di riferimento
 Frequenza
incontro)
EDUCATIVI SCUOLA-FAMIGLIA
degli incontri (segnare la tipologia di
 Descrizione
delle aspettative della famiglia nei
confronti dell’alunno, della scuola e degli
insegnanti
 Definizione
degli obiettivi condivisi
+
1a Parte. Dati anagrafici e informazioni
di carattere generale

RISORSE DELLA SCUOLA

Descrizione della classe

Laboratori

Sperimentazioni

Equipe psicopedagogica

Progetti
+
2a Parte. Diagnosi funzionale




1. Dati anamnestici, clinico-medici, familiari e sociali
2. Livelli di competenza raggiunti nelle aree fondamentali
dello sviluppo
3. Livelli di competenza raggiunti rispetto agli obiettivi
della classe
4. Aspetti psicologici, affettivo-emotivi, relazionali e
comportamentali
+
2a Parte. Diagnosi funzionale
DF. Livelli di competenza raggiunti nelle aree
fondamentali dello sviluppo
a)
Cognitivo, esaminato nelle componenti: livello di sviluppo
raggiunto e capacità di integrazione delle competenze;
b) Affettivo-relazionale
esaminato nelle componenti: livello di
autostima e rapporto con gli altri;
c)
Linguistico, esaminato nelle componenti: comprensione,
produzione e linguaggi alternativi;
d) Sensoriale,
esaminato nelle componenti: tipo e grado di deficit
con particolare riferimento alla vista, all'udito e al tatto;
e)
Motorio-prassico, esaminato nelle componenti: motricità globale
e motricità fine;
f)
Neuropsicologico, esaminato nelle componenti: memoria,
attenzione e organizzazione Spaziotemporale;
g) Autonomia
personale e sociale".
+
La DF secondo il modello ICF

Condizioni fisiche

Strutture corporee

Funzioni corporee

Attività personali

Fattori contestuali ambientali

Fattori contestuali personali

Partecipazione sociale
2a Parte. Diagnosi funzionale
+
3a Parte. Il profilo dinamico funzionale
•
ASSE 1: AFFETTIVO RELAZIONALE
•
ASSE 2: AUTONOMIA
•
ASSE 3 E ASSE 4 :COMUNICAZIONALE E LINGUISTICO
•
ASSE 5 : SENSORIALE E PERCETTIVO
•
ASSE 6: MOTORIO PRASSICO
•
ASSE 7: NEUROPSICOLOGICO
•
ASSE 8: COGNITIVO
•
ASSE 9 : APPRENDIMENTO CURRICOLARE
OSSERVAZIONE –
DESCRIZIONE
OBIETTIVI
STRUMENTI
PROPOSTE
VERIFICHE
+

Attività e interventi (per ogni funzione):
Sintesi
obiettivi di
lavoro
Attività/interventi Materiali,
strumenti,
metodi
+ 3a
Parte. La redazione del PDF
secondo l’ICF

Scheda di sintesi dei dati emersi dalla DF.
Punti di forza
Punti di debolezza
Condizioni fisiche
Strutture corporee
Funzioni corporee
Attività personali
Fattori contestuali ambientali
Fattori contestuali personali
Partecipazione sociale

Obiettivi individuati a lungo, medio e breve termine per ogni
funzione
+
Contesti
Azioni
Esperienze
Classe
Didattica
Strategie cooperative, Relazione d’aiuto,
Individualizzazione/personalizzazione dei
saperi, Didattica implicita, Tecnologie,
Valutazione per l’apprendimento, ….
Scuola
Organizzazione
Offerta formativa, GLH d’Istituto, Formazione e
aggiornamento, Lavoro di rete,
Documentazione, regole professionali,
Governance e leadership, supporto alla
persona, gestione risoerse, Promozione di
contesti cooperativi, progettualità collegiale,
….
Famiglia
corresponsabilità
Coinvolgimento della famiglia, Patto formativo,
associazionismo, formazione/educazione
affettiva, custumer satisfaction, continuità
educativa, ….
Comunit
à
Progetto di vita
Il modello ICF, orientamento, pari opportunità,
piani di zona (328/00), accordi di programma,
scuola/lavoro, ….
+
L’alunno che viene valutato secondo
il modello ICF può evidenziare
difficoltà specifiche:
Pedagogia
speciale
– Condizioni fisiche:
elementi di tipo biologico
che possono condizionare il
funzionamento globale di
una persona: malattie varie,
acute o croniche, fragilità,
situazioni cromosomiche
particolari, lesioni, ecc.
– Strutture corporee: l’insieme di dimensioni
anatomiche che costituisce il corpo del soggetto,
l’insiemi di organi. Mancanza di un arto, di una parte
della corteccia cerebrale, ecc.
+
Pedagogia speciale
– Funzioni corporee: l’insieme di attività
fisiologiche degli organi: deficit visivi,
deficit motori, deficit attentivi, di memoria,
ecc.
–
Attività personali: l’insieme delle
competenze che il soggetto sviluppa
dall’interazione corpo-fattori contestuali,
come la capacità di apprendimento, di
applicazione delle conoscenze, di eseguire
ruotine, di comunicare, di relazionarsi con gli
altri, di muoversi e spostarsi, di prendersi
cura autonomamente di sé e del proprio
ambiente di vita.
+
Pedagogia speciale
– Partecipazione sociale: l’insieme delle attività svolte nel
rivestire i ruoli reali nella vita normale nei contesti comuni, i
ruoli sociali di alunno, a partecipare alle situazione sociali
più tipiche, nei vari ambienti e contesti.
– Fattori contestuali ambientali: tutte le situazioni che il
soggetto incontra fuori di sé e che possono mediare
positivamente (facilitatori) o negativamente (barriere) il suo
funzionamento (famiglia problematica, cultura diversa,
situazione sociale difficile, culture e atteggiamenti ostili,
dimensioni dell’ambiente fisico e architettonico, le
tecnologie e i prodotti, le politiche: scarsità di servizi e
risorse, ecc.)
+
Pedagogia speciale
–
Fattori contestuali personali: tutte le
variabili di tipo psicoaffettivo che il
soggetto incontra dentro di sé e che
possono mediare il suo funzionamento, ad
esempio
l’autostima,
l’autoefficacia,
l’identità,
la
motivazione,
gli
stili
attributivi,reazioni emozionali eccessive,
ecc.
Condizioni
Aree ICF
AREE DF, PDF, PEI,
Strutture corporee
Funzioni corporee
Funzioni mentali
Cognitiva,
Neuropsicologica.
Sensoriale percettiva
Attività personali
Apprendimento e applicazione
delle conoscenze, compiti e
richieste generali,
comunicazione, mobilità, cura
della propria persona
Cognitiva
Neuropsicologica
Apprendimento
Autonomia personale,
operativa e sociale
Comunicativo-linguistica
Affettivo-relazionale
Motorio-prassica
Partecipazione sociale
Interazioni e relazioni personali,
vita sociale, civile e di comunità
Apprendimento
Affettivo-relazionale,
Autonomia personale,
operativa e sociale
Comunicativo-linguistica
Fattori contestuali
ambientali
Relazioni e sostegno sociale,
atteggiamenti
Socio-relazionale
Fattori contestuali
personali
Relazioni e sostegno sociale,
Socio-affettivoRelazionale
+
+
Pedagogia speciale
Utilizzando una griglia costruita sulla base del
modello concettuale dell’ICF, una scuola attenta
riesce a tracciare una prima mappa generale dei
bisogni, di quelle situazioni che richiedono
interventi individualizzati.
VALUTAZIONE
0 = nessun problema, la situazione (la risorsa)
può rimanere così com’è per tutti gli
alunni
1 = lieve bisogno di individualizzazione
2 = medio bisogno di individualizzazione
3 = notevole bisogno di individualizzazione
4 = fortissimo bisogno di un’importante
individualizzazione.
+
NOME______________________
Risorse per l’individualizzazione
Caratteristiche
dell’alunno
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
12
13 14 15 16
Condizioni fisiche
Strutture corporee
Funzioni corporee
Attività personali
Partecipazione
sociale
Fattori contestuali
ambientali
Fattori contestuali
personali
Pedagogia speciale
+
16 Categorie di risorse per
l’individualizzazione
1. Organizzazione scolastica (tempi, routine,
attività, formazione delle classi, ecc.).
2. Gestione degli spazi e aspetti architettonici.
3. Partnership e alleanze extrascolastiche
(con gli operatori dei Servizi, degli Enti Locali, con
le famiglie, con l’associazionismo della comunità).
Pedagogia speciale
+
16 Categorie di risorse per
l’individualizzazione
4. Necessità formative e di aggiornamento
specifico su competenze importanti per
quel Bisogno.
5. Necessità di documentazione, di scambio
di esperienze, di presa di contatto con altre
scuole che hanno sperimentato situazioni
analoghe.
Pedagogia speciale
+ 16 Categorie di risorse per
l’individualizzazione
7. Materiale didattico ordinario (modifiche )
8. Didattica individuale (in aggiunta alle
precedenti e non in alternativa).
9. Materiale didattico individuale specifico.
10. Interventi educativi formativi ordinari (ad
esempio attività rivolte all’autonomia per
tutti gli alunni).
Pedagogia speciale
+
16 Categorie di risorse per
l’individualizzazione
11. Interventi educativi formativi individuali
(ad esempio un percorso di insegnamentoapprendimento dell’uso dei mezzi di trasporto
pubblico, solo per l’alunno disabile).
12. Interventi educativi relazionali ordinari
(ad esempio attività di alfabetizzazione
socioaffettiva, o elaborazione del contratto
formativo, o sviluppo di competenze interpersonali
per tutti gli alunni).
Pedagogia speciale
+
16 Categorie di risorse per
l’individualizzazione
 13. Interventi
educativi relazionali individuali
(ad esempio un percorso di riconoscimento delle
emozioni, di insegnamento-apprendimento
delle capacità di autoregolare la collera, solo per
l’alunno in difficoltà).
 14. Ausili
o tecnologie di aiuto.
 15. Interventi
riabilitativi.
 16. Interventi
sanitari-terapeutici.
Pedagogia speciale
+
Dal PEI al Progetto di vita
ORIENTAMENTO
E FORMAZIONE:
i profili
professionali e
culturali.
Andrea Canevaro sostiene che:
1.
PARTIRE DAL CONCETTO DI “BUONE PRASSI”
(intesa come normale quotidianità, e non eccezionalità…Non
esaltiamo l’eroismo ma il civismo)
2.
IL PROGETTO CHE VALORIZZA
quotidiana significa non improvvisare una procedura, e neanche far
prevalere le regole procedurali sulle considerazioni che nascono
dall’incontro con un individuo e le sue originalità. (Dobbiamo
mettere insieme due elementi: la stabilità e la flessibilità).
3.
L’ACCOMPAGNAMENTO
4.
UNA METODOLOGIA FONDATA SUL DIALOGO
I comportamenti adattivi, e il coinvolgimento dei servizi sono
elementi fondanti. Una pluralita di metodi e che ogni metodo non
pretenda di essere l’assoluto e sappia accettare di essere nella
pluralita
I MEDIATORI
E’ importante
riflettere e
soprattutto
praticare
un’attenzione ai
mediatori (che
possono essere
umani e
materiali)
LE FAMIGLIE:
cooperazione
+
Fare entrare il Progetto di vita nel Piano
educativo individualizzato nella scuola
secondaria significa:
– scegliere obiettivi orientati alla
vita adulta;
– usare modalità «adulte» di
lavorare verso gli obiettivi.
Pedagogia speciale
+
– ruoli lavorativi: “imparare a lavorare,
non imparare un lavoro”
– competenze di gestione del tempo
libero, sia in casa che fuori;
– competenze di gestione autonoma
e/o assistita di un proprio luogo di
vita;
– competenze di
sviluppo/mantenimento di una rete di
supporto sociale informale;
Pedagogia speciale
+
– competenze di gestione delle
proprie risorse economiche;
– competenze affettive e sessuali;
– competenze per realizzare una
propria vita familiare.
Pedagogia speciale
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