I.C. di Cadeo (PC) 18 – 25 ottobre 2015 1 INSEGNARE COME CIASCUNO APPRENDE Graziella Roda 2 3 Bruegel il Vecchio (1525/1530-1569) L’asino a scuola “È inutile che l’asino vada a scuola; egli è un asino, non sarà mai un cavallo” 4 Maria Montessori, La scoperta del bambino, 1948 Queste furono le conclusioni a cui giunsi: non solo osservare ma trasformare 5 “Il fatto centrale nell’educazione scientifica dei deficienti era questo: gli idioti e gli individui al di sotto del normale non rispondevano all’insegnamento abituale … perciò era necessario ricorrere ad altri mezzi i quali potevano rendersi adatti alle capacità di ogni individuo” 6 “Un paese di deficienti?” M. Zappella, Riforma della Scuola, n.12 1969 • L’ispettore Aldo Zelioli rilevò che mentre nell’anno scolastico 1963-64 i posti di insegnante di classe differenziale erano stati 1.133, nel 1970-71 i posti erano già diventati 6.199 • Italia Oggi 15 ottobre 2013 «Sostegno, docenti raddoppiati in 10 anni» 7 Chi nasce somaro … Ma, chi nasce somaro? • Tre ricercatori (Canella, Poletti e Cattani) negli anni Sessanta sottoposero al test-mosaico di Gilles gli alunni delle prime classi elementari del Comune di Ferrara. Al test furono sottoposti 1.714 alunni, dei quali ben il 14,64 % risultò classificato tra i “subnormali mentali”. Quando si andò a vedere chi erano questi bambini “subnormali mentali”, si scoprì che di essi il 36,58% era figlio manovali e braccianti agricoli, il 33,33% figlio di sottoproletari, il 6,76 di piccoli commercianti, maestri e impiegati e lo 0% di funzionari, proprietari terrieri, industriali, ecc. (Sirena Canella Magda Poletti Luisa Cattani, Livello mentale e ambiente socio-economico, Riforma della Scuola n. 4, 1970) 8 Michel Tort, Il Quoziente Intellettuale, Bertani editore, 1976 p. 39 “I test tendono a generalizzarsi e a perfezionarsi ma due piccoli fatti irriducibili continuano … a disturbare la buona coscienza scientifica degli psicologi … Si tratta: 1. della correlazione tra il quoziente di intelligenza e la categoria socio-professionale * 2. dell’incostanza del Q.I. e delle variazioni di grande ampiezza che si possono registrare misurando il Q.I. di uno stesso individuo in due momenti diversi della sua esistenza * p. 40 esiste una correlazione molto forte tra il Q.I. e l’origine sociale 9 Graziano Cavallini, La fabbrica del deficiente, Emme edizioni 1974 “ancora oggi, per la maggioranza dell’opinione pubblica e degli stessi insegnanti, l’attività personalizzata dei ragazzi nella scuola è vista variamente come disordine e dispersione rispetto ad un modello uniforme di studio e di sapere, come rivolta pericolosa” 10 Aldo Carotenuto • Due bambini aventi lo stesso Q.I. possono non solo presentare lo stesso livello di intelligenza per fattori diametralmente opposti, ma anche dimostrare nel tempo una capacità di apprendimento e di elaborazione dei dati culturali altrettanto differenziata ed imprevedibile. Questo perché lo sviluppo dipende dalla storia delle più diverse esperienze individuali 11 Le norme che consentono di modificare in modo permanente gli ordinamenti: •Legge 104/92 •La legge 170/2010 sui DSA Non vi sono altre norme primarie che consentano modifiche ordinamentali permanenti 12 La personalizzazione dei piani di studio Legge 53/2003 Cosa significa “personalizzare” senza alterare gli ordinamenti e senza compromettere il valore legale del titolo di studio? 13 Il principio della personalizzazione implica l’affermazione del diritto individuale di ciascuna persona a sviluppare compiutamente il proprio potenziale di apprendimento 14 Quindi richiede la capacità di effettuare assessment efficaci: • per individuare i punti di forza di un allievo • e per individuare l’area di sviluppo potenziale (Vygotskij) agire dentro questa area per trasformare lo sviluppo potenziale in competenze effettive definire e valutare obiettivi riscontrabili e non fumosi 15 Lo spazio di sviluppo prossimale secondo Vygotskji 16 Eterocronie dello sviluppo 17 In alcuni casi potremmo anche essere in una situazione come questa 18 Alcuni esempi di azioni di personalizzazione Il principio della fisarmonica “Ogni bambino ha il diritto di vivere il proprio tempo non come un incubo ma come un gioco, un divertimento” (P. Crepet, Non siamo capaci di ascoltarli, Einaudi) 19 La “fisarmonica” per i più veloci ad apprendere •In caso di allievi particolarmente dotati, il “principio della fisarmonica” consente di “velocizzare”,, il percorso di studio, ampliando l’offerta formativa con percorsi di arricchimento e di approfondimento studiati ad personam 20 La “fisarmonica” per chi è in difficoltà • In caso di allievi in difficoltà, il “principio della fisarmonica” consente di allungare i tempi di apprendimento di determinati contenuti o di acquisizione di determinate competenze, suddividendo l’insegnamento in unità più piccole, con maggiori ripetizioni di ciascun passaggio 21 • Possiamo dilazionare i tempi entro un quadrimestre, entro un anno e tra più anni scolastici • Chi decide? La scuola (sempre in accordo con la famiglia) • Ci sono problemi di salute ? Allora l’accordo riguarda anche i curanti • Ci sono problemi sociali (famiglie allo sbando, rischio di abusi, …) ? Allora anche i servizi sociali sono coinvolti nell’identificare il percorso migliore per ciascun ragazzo Prima degli Esami di Stato del II ciclo le strade si ricongiungono 22 Il principio del crivello • Applicare il “principio del crivello” significa separare l’essenziale dall’accessorio. • Perché? Perché quando le forze non bastano per tutto, ci si deve focalizzare sulle strutture portanti della conoscenza • C’è molto di inessenziale nel tanto che le scuole insegnano. Molto che non verrà mai più né ricordato né usato. Molte nozioni e pochi saperi. 23 Non obiettivi minimi ma contenuti essenziali • Il principio del crivello non è riferito al processo di individuazione dei cosiddetti “obiettivi minimi” ma a separare nei contenuti e negli esercizi ciò che è essenziale all’apprendimento e cosa è accessorio • Non determina modifiche nei programmi ma, separando l’essenziale dall’accessorio consente all’allievo di focalizzarsi meglio sui concetti che deve apprendere (l’unica cosa che si impara facendo 50 divisioni con il divisore a due cifre e 6 problemi con 1 domanda e 3 operazioni in un pomeriggio, è ad odiare la matematica e chi la insegna) 24 Anche la definizione delle competenze essenziali è però un passaggio da fare Troppi contenuti fine a se stessi nel nostro insegnamento: Esempio: Le conoscenze inerti, cioè tutti quelle cose che i ragazzi sanno dire ma non sanno applicare nella realtà. Altro esempio: visto lo studio OCSE sull’analfabetismo funzionale in Italia? Quanta gente legge e non capisce? 25 Alfred North Whitehead, The aims of Education and other Essays, 1929 • Theoretical ideas should always find important applications within the pupil’s curriculum. This is not an easy doctrine to apply, but a very hard one. It contains within itself the problem of keeping knowledge alive, of preventing it from becoming inert, which is the central problem of all education." 26 Una conoscenza inerte si riferisce non all’incapacità di comprendere qualcosa ma al fatto di non essere in grado di applicare concretamente quanto appreso, e di farlo in diversi contesti. E’ quindi strettamente legata alla capacità intellettiva definita “to transfer”, cioè al trasferimento di quanto appresto dal contesto in cui lo si è imparato ad altri contesti in cui può risultare utile o necessario. 27 Gli studenti, sin dagli inizi delle loro carriere scolastiche, possono sviluppare strategie cognitive tanto potenti da permanere nell’uso e vanificare gli sforzi educativi di portarli a codificare le conoscenze in determinati modi e a fare certe operazioni su di esse. Ne segue che i tentativi di risolvere il problema della conoscenza inerte possono fallire se prendono di mira solo il modo in cui presentare le conoscenze agli studenti o cosa chiedere loro per ottenere certe prestazioni rispetto a esse. Se non si presta un’attenzione diretta alle strategie generali sviluppate dai bambini per affrontare i compiti che richiedono un uso delle conoscenze, queste strategie possono sconfiggere le intenzioni didattiche”. Carl Bereiter e Marlene Scardamalia (1987). The psychology of written composition. Hillsdale, NJ: Lawrence Erlbaum Associates. 28 Il problema è: siamo davvero capaci di distinguere l’essenziale in ciò di cui imponiamo l’apprendimento? 29 Philippe Perrenoud, Dieci nuove competenze per insegnare, Anicia 2002 1) Organizzare e animare situazioni di apprendimento 2) Gestire la progressione degli apprendimenti 3) Ideare e far evolvere dispositivi di differenziazione 4) Coinvolgere gli alunni nei loro apprendimenti e nel loro lavoro 5) Lavorare in gruppo 6) Partecipare alla gestione della scuola 7) Informare e coinvolgere i genitori 8) Servirsi delle nuove tecnologie 9) Affrontare i doveri e i dilemmi etici della professione 10)Gestire la propria formazione continua 30 Limitata significatività per gli allievi delle proposte didattiche: scarso riferimento all’esperienza personale ed a pratiche sociali connesse con i campi del sapere (Philippe Perrenoud, op. cit. 2002). 31 Il principio dello scaffolding 32 Le mosse di “scaffolding” (Bruner) “lo scaffolding è diretto ad aiutare gli studenti quando si trovano in un'impasse; se esercitato in modo adeguato, lo scaffolding fornisce agli studenti il sostegno di cui hanno bisogno, ma non di più. I suggerimenti e il modellamento gradualmente scompaiono, mentre gli studenti svolgono da soli una parte sempre maggiore del compito all'aumentare delle loro capacità. Tali tecniche di scaffolding e fading lentamente costruiscono la fiducia dello studente nelle proprie possibilità di padroneggiare le capacità richieste” (Collins, Brown e Newman) 33 Il concetto di scaffolding comprende quindi tutte le forme di sostegno e di supporto, tutte le modificazioni che possono essere messe in atto per sostenere il processo di apprendimento di un alunno garantendogli il massimo di autonomia possibile. 34 Il processo di apprendimento si sostiene attraverso: • Le strutture e le mediazioni • L’apprendimento senza errori • Il materiale autoesplicativo • Il lavoro cooperativo • L’apprendimento attivo (lerning by doing) Anche le modalità relazionali sono essenziali: • L’insegnamento leale: niente tranelli niente inganni niente trappole 35 L’uso delle tecnologie • È un sostegno importante per l’insegnante, per produrre materiale , archiviarlo, metterlo velocemente a disposizione degli allievi che ne hanno bisogno • Internet fornisce oggi importantissime fondi documentarie (vedere il sito www.istruzioneer.it settore BES) • Fornisce blog per gli insegnanti e per gli allievi • Fornisce possibilità di utilizzo di più canali comunicativi e di utilizzo di fonti di diversa origine 36 L’uso delle tecnologie • È utile agli allievi per apprendere in autonomia • Per accedere velocemente a contenuti diversi • Per elaborare mappe concettuali e schemi a supporto dell’apprendimento (che è cosa diversa dalla memorizzazione) • Per restituire un apprendimento con modalità diverse dal solito “ripetere quello che sta scritto sul libro o che ha detto l’insegnante” 37 http://ospitiweb.indire.it/~aqee0001/relazione_do natella.htm • La tassonomia dei bisogni elaborata da Abraham Maslow di seguito riportata evidenzia come il desiderio di autorealizzazione dell’individuo si realizzi attraverso il soddisfacimento di una serie di bisogni che, a partire da quelli fisiologici, via via include il bisogno di sicurezza, di affetto/appartenenza e di stima. 38 39 Roland D. Laing Ciascun essere umano, fanciullo o adulto, ha bisogno che gli venga riconosciuto un suo significato cioè un posto nel mondo di un’altra persona. Chi sceglierebbe la libertà se nessuna delle sue azioni interessasse qualcun altro? Sembra che abbia estensione universale il desiderio umano di avere un posto nel mondo di almeno un’altra persona. 40 Giovanni De Plato L’ipotesi di rianimare e non di riabilitare è quella più efficace in termini di valorizzazione delle residue risorse umane. Il concetto di “rianimazione” della mente porta ad attivare un respiro esistenziale, creare una atmosfera di comunicazione e restituire senso al silenzio e attenzione alla passività … 41 François Dolto Ogni essere umano è linguaggio umano e ogni espressione sorge da una individualità che è ordinata dagli altri, se lo accolgono come uomo, con parole che non umiliano. [se ciò avviene] si sente accolto in una impressione di “essere ampliato” per il solo fatto che altre presenze umane lo accettano senza distruggere la sua forma di presenza e senza imporgli il peso di sembrare diverso da come è 42 Pensami grande Pensami uomo o donna. Pensami con una mia casa (anche protetta). Pensami con un compagno o una compagna Pensami con degli amici Pensami mentre faccio cose che amo fare Pensami mentre divento capace di fare anche delle cose che non mi piacciono ma che sono necessarie 43 Pensami Mentre vado a fare la spesa o al poliambulatorio Pensami quando sono per strada e ho voglia di un caffè Pensami quando ti penso e pensa a cosa sto pensando di te; pensa a cosa sto provando; pensa se tu fossi me. 44 Qualche riferimento I CEMEA sono i Centri di Esercitazione ai metodi dell’Educazione attiva. Sono nati in Francia nel 1937 e in Italia nel 1950 http://www.cemea.it/ I Cemea (in Emilia-Romagna è molto attiva la sezione di Cesena) organizzano stage di formazione sui metodi dell’educazione attiva e forniscono importanti competenze per l’integrazione dei gruppi umani, per l’apprendimento attivo e cooperativo, per lo sviluppo di personalità positive. 45 I CEMEA del Canton Ticino hanno messo on line in questo sito una banca dati di attività, di giochi, di proposte didattiche liberamente fruibile e di grande interesse. http://www.cemea.ch/users/bd/index.html 46 Il Gruppo Abele di Torino ha pubblicato una serie di volumi di giochi e di attività di gruppo che possono essere molto utili per l’integrazione dei gruppi classe. Ricordiamo soprattutto i libri di Daniele Novara http://www.gruppoabele.org/ http://it.wikipedia.org/wiki/Daniele_Novara 47 e anche quelli di Sigrid Loos • Sigrid Loos, Viaggio a Fantasia. Giochi creativi e non competitivi a scuola e in familia, Edizioni Gruppo Abele • ID., 99 giochi creativi, EGA • ID, Il giro del mondo in 99 giochi, EGA • ID., Handicap? Anche noi giochiamo, EGA • ID con Karim Metref, Quando la testa ritrova il corpo, EGA 48 • ID. con Rita Vittori, Gruppo, gruppo delle mie brame, EGA • ID. , L’importante è partecipare; giochi di cooperazione, LDC www.elledici.org • ID., La valigia dei giochi, Edizioni Junior 49 e altri ancora • Adriano Temporini, Josè Jorge Chade, 101 giochi per ridurre l’handicap, Erickson • http://www.igiochidielio.it/Bimbispeciali.htm http://www.kidsmartearlylearning.org/IT/t_body/html/pp/intro.htm Roma Lehar, Un gioco speciale, Edizioni La Meridiana 50 • Cesarina Xaiz – Enrico Micheli, Gioco e interazione sociale nell’autismo, Erickson • Sabrina Manes (a cura di - ), 83 giochi psicologici per la conduzione dei gruppi, Franco Angeli • Jean-Claude Olivier, Giochi di lotta, Red edizioni • Maurizio Mondoni e Cristina Salvetti, Dire, fare, giocare, Libreria dello sport 51 Aldo Carotenuto Ogni scelta che ci distoglie dalle nostre responsabilità è una scelta di mote. Si può essere morti senza saperlo. 52 PER FINIRE: GRAZIE DEL PAZIENTE ASCOLTO. Questo è soltanto un momento in un percorso. Speriamo di poter essere gli uni per gli altri una buona Compagnia con cui viaggiare 53 (e non è vero che non abbiamo Anelli del Fato da portare, perché le vite di questi ragazzi e il loro futuro sono nelle nostre mani). Arrivederci 54