PIST Peucetia: LA MAPPA DI COMUN ITA’ Francesco Maiorano PIST Peucetia La mappa di comunità è uno strumento con cui gli abitanti di un determinato luogo hanno la possibilità di rappresentare il patrimonio, il paesaggio, i saperi in cui si riconoscono e che desiderano trasmettere alle nuove generazioni. Evidenzia il modo con cui la comunità locale vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come vorrebbe che fosse in futuro. Consiste in una rappresentazione cartografica o in un qualsiasi altro prodotto od elaborato in cui la comunità si può identificare. Viene in tal modo esplicitato un concetto “nuovo” di territorio, che non è solo il luogo in cui si vive e si lavora, ma che pure conserva la storia degli uomini che lo hanno abitato e trasformato in passato, i segni che lo hanno caratterizzato. Vi è la consapevolezza che il territorio, qualunque esso sia, contenga un patrimonio diffuso, ricco di dettagli e soprattutto di una fittissima rete di rapporti e interrelazioni tra i tanti elementi che lo contraddistinguono Predisporre una mappa di comunità significa avviare un percorso finalizzato ad ottenere un “archivio” permanente, e sempre aggiornabile, delle persone e dei luoghi di un territorio. Eviterà la perdita delle conoscenze puntuali dei luoghi, quelle che sono espressione di saggezze sedimentate raggiunte con il contributo di generazioni e generazioni. Predisporre una Mappa di Comunità vuol dire anche pensare ad un modo di progettare il futuro del proprio territorio dal “basso”, senza delegare a nessuno, dove il ruolo della PA può essere anche “secondario”. In parole semplici una mappa di comunità è un gruppo di abitanti che riflette collettivamente sulle specificità locali ossia sulle cose (nel senso più generico del termine) che rendono il luogo in cui si abita diverso dagli altri e per cui vale la pena vivere lì e le posizionano su una mappa. Questa è una descrizione del processo della mappa, perché proprio il processo è la cosa più importante. Per arrivare alla Mappa di Comunita’ dovremmo ragionare su tre punti: diversità territorio evoluzione La diversità cui aspiriamo, quella a cui vogliamo dare una chance di continuare ad esistere non è una diversità qualsiasi. Ci sono aspetti della diversità che vogliamo mantenere e altri che magari non ci piacciono. Esiste dunque un concetto di selezione nella diversità e perciò un concetto di soggettività. Non esiste dunque una sola mappa possibile per una certa comunità. ESISTE LA MAPPA CONDIVISA Territorio implica, come si è visto, cose e persone. Una mappa deve quindi comprendere anche la diversità costituita dalle persone. Del resto sarebbe impossibile escluderle se si considera quanto abbiamo appena detto a proposito delle scelte soggettive. Qui la partecipazione è importante perché diversamente le scelte sarebbero fatte solo da pochi o da qualcuno esterno alla comunità. PER QUESTO IL MIO RUOLO E’ (DEVE ESSERE) NEUTRO Infine la continuazione dell’esistenza. Abbiamo detto che la diversità è il risultato di processi che creano e processi che appiattiscono le differenze. Di fronte a questo insieme di processi, c’è chi guarda soprattutto a quelli uniformanti e cerca di difendersene. E’ una modalità passiva di garanzia della diversità. C’è invece chi presta attenzione soprattutto alle dinamiche creative e si chiede come si possano favorire oppure quali elementi le minaccino. Questa è una modalità pro-attiva. Qui la partecipazione è cruciale, perché senza di essa non si possono raccogliere, formare e motivare le persone che poi saranno i protagonisti di queste dinamiche. • Nel momento in cui si decide di fare una mappa bisogna avere chiara una visione della sua collocazione: • vogliamo recuperare la memoria o vogliamo stendere un piano collettivo per l’evoluzione di una comunità? • Ma la decisione comporta anche un senso di responsabilità, prima di tutto etica. Il passo più grande è il primo: trovare le motivazioni Prendersi cura di qualcuno, di qualcosa, presuppone conoscenza e affetto LA MAPPA DI COMUNITA’ Come strumento per la progettazione dal basso PROGETTARE UN TERRITORIO “DIVERSO”