Di Letizia Battaini
Buongiorno a tutti! Innanzitutto lasciate che mi
presenti al suo professore e ai suoi colleghi.
Nel 1815 nacqui a Londra come Augusta Ada Byron.
Mio padre era il grande Poeta Lord Byron. Il nome
Lovelace lo acquisii dopo il matrimonio con
William King, Conte di Lovelace. All’età di 17 anni
fui istruita in matematica e scienze da William
Frend, William King, Mary Somerville e Augustus
De Morgan, professore all’università di Londra,
che si occupò negli anni successivi di introdurmi a
studi di livello più avanzato (inconsueto per una
donna del suo tempo!) di algebra, di logica e di
calcolo.
Fin da giovane la mia propensione agli studi
matematici si fece notare da persone competenti
in questo campo tra cui la Somerville, che mi
incoraggiò nel proseguire gli studi matematici e
tentò inoltre di farmi apprendere i principi
fondamentali della matematica e della tecnologia.
De Morgan scrisse anche una lettera a mia madre,
nella quale la informava delle mie abilità nella
matematica e che potevo diventare “un eccellente
ed originale matematico”, addirittura di
eminenza di prima categoria". Per una donna
dell’800 era un grande onore e privilegio ricevere
tali attenzioni dal mondo accademico.
Se poi andiamo ad analizzare storicamente la condizione
femminile di quei anni, posso serenamente confessarvi
che mi sentii una privilegiata in un modo in cui la
donna era ancora lasciata troppo da parte e raramente
poteva apportare contributi ingenti e personali allo
sviluppo tecnologico-industriale ,che fece fiorire lo
sviluppo economico dell’Inghilterra, grazie anche al
contributo del Positivismo e alla genesi della
Rivoluzione Industriale.
Nel 1833, ad un ricevimento tenuto dalla Somerville, ebbi
modo di incontrare Charles Babbage, scienziato protoinformatico che per primo ebbe l‘idea di un calcolatore
programmabile. Io rimasi affascinata dall’universalità
delle idee di Babbage e, interessatami al suo lavoro,
iniziai a studiare i metodi di calcolo realizzabili con la
macchina differenziale e la macchina analitica. Babbage fu
colpito a sua volta dal mio intelletto e delle sue abilità.
Lui soleva chiamarmi “l’Incantatrice dei Numeri”.
La macchina analitica di Charles Babbage possedeva una
struttura simile a quella della macchina di Turing, alla
base dei moderni calcolatori, formata da un
“magazzino” (memoria), un “mulino” (CPU), e un
lettore di schede perforate (input). Questa macchina
è stata il primo prototipo di un computer meccanico
sviluppato per eseguire compiti generici. Charles
Babbage cercò anche di realizzarla praticamente e
lavorò incessantemente al progetto. Per motivi
politici e finanziari, la macchina non fu però mai
realizzata. È indubbio, comunque, che i moderni
personal computer, pur essendo stati sviluppati quasi
cento anni dopo, abbiano notevoli analogie con la
macchina analitica.
Macchina analitica
Schede perforate che
fornivano gli input della
programmazione
Tra il 1842 e il 1843 tradussi un articolo del
matematico italiano Luigi Menabrea sulla
macchina, che incrementai con un insieme dei
suoi appunti. Questi studi contenevano quello
che oggi viene considerato il primo programma
per computer che consiste in un algoritmo
codificato per essere elaborato da una
macchina. I miei studi sono importanti per la
storia del computer, poiché avevo previsto
anche la capacità dei computer di andare al di
là del mero calcolo numerico, mentre altri,
incluso lo stesso Babbage, si focalizzarono
soltanto su queste capacità.
Nel mio articolo, pubblicato nel 1843, descrissi le
macchina come uno strumento programmabile e,
con incredibile lungimiranza, prefigurai il
concetto di intelligenza artificiale, spingendomi
ad affermare che la macchina analitica sarebbe
stata cruciale per il futuro della scienza, anche
se non ritenevo che la macchina potesse
divenire pensante similmente agli esseri umani.
La macchina è stata riconosciuta come un
primo modello per il computer e i miei appunti
come una descrizione di un computer e di un
software.
La Macchina differenziale (in inglese Difference
Engine) è un'apparecchiatura meccanica
sviluppata per tabulare funzioni polinomiali.
La sua utilità discende dal fatto che tanto i
logaritmi quanto le funzioni trigonometriche
possono essere approssimate con i polinomi
grazie alle serie di Taylor. Pertanto, la
macchina differenziale apre la possibilità di
accedere a una vasta gamma di calcoli
matematici.
Macchina differenziale
Dettaglio tecnicopanoramico della
macchina
differenziale
La macchina è formata da un certo numero di
colonne numerate da 1 a N. Ogni colonna è in
grado di memorizzare un numero decimale.
L'unica operazione che la macchina è in grado
di fare è l'addizione del valore presente nella
colonna n + 1 alla colonna n immettendo il
risultato nella colonna n. La colonna N poteva
memorizzare solo delle costanti, la colonna 1
mostrava il risultato e se presente la stampante
ne permetteva la stampa su carta.
Possiamo affermare che la macchina differenziale
altro non è che l’antenato della macchina
analitica, la quale era in grado di effettuare
calcoli generali sotto il pieno controllo
automatico. La macchina differenziale, al
contrario, aveva bisogno dell’inserimento
corretto dei dati per poter calcolare il risultato.
Si, è vero. Io, Augusta Ada Byron, sono la
prima programmatrice di computer
donna al mondo. E ne vado molto fiera.
Grazie a voi per avermi dato la possibilità di
mostrare al mondo come anche le donne siano
capaci e portate per la matematica.
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IL GRANDE GENIO INFORMATICO - didamat-2014