Basilica Parrocchiale di S. Francesco
Viterbo
P. Agostino Mallucci
DIO AMORE – SOFFERENZA
E CHIARA DI ASSISI
Dio e il dolore
 Può Dio soffrire?
 Particolare risalto nell’imminenza del
Pasqua.
 Un vero problema della nostra fede.
 Problema per la nostra identità di francescani
e perciò di clarisse.
Cosa dice la Bibbia?
 Un Dio visceralmente innamorato:
condivisione del dolore e della gioia.
 “Viscere materne”.
 Padre/Madre della tenerezza
 La Shekinah, la “dimora” di Dio nella
storia.
 Un Dio che ha tratti di compassione
e di tenerezza anche quando giudica.
Un Dio che
accetta di soffrire
 Dio chiede di convertirsi, di “tornare a casa”,
ma la sua attesa non è indifferente, ma vive
dell’ansia e della sofferenza dell’amore, come
rivela la gioia della festa del ritorno del
prodigo (Lc 15), di quella tenerezza e
misericordia di Osea: “Il mio popolo è duro a
convertirsi; chiamato a guardare in alto
nessuno solleva lo sguardo. Come potrei
abbandonarti Efraim, come consegnarti ad altri
Israele?. Il mio cuore si commuove dentro di
me, il mio intimo freme di compassione”.
Dio
e l’Uomo
Dio ci rende liberi di
esistere a testa alta
davanti a lui e di
aderire o meno al suo
patto, anche se
incessantemente ci
chiama a tornare al suo
cuore divino e aspetto
il nostro ritorno per
vivere con lui la festa
dell’amore ritrovato.
 Dio è Padre
 e Madre,
 della tenerezza
 e dell’amore,
 della misericordia e
dell’umiltà.
Il Dio di Gesù Cristo
 Gesù ci ha insegnato a rivolgerci
confidenzialmente con Dio, e chiamarlo Abba.
 “Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu” (Mc
15,36).
 Il Padre di Gesù non è soltanto il Dio umile, il Dio
della compassione e della tenerezza, ma il Dio che
paga il prezzo supremo dell’amore.
 Il termine “consegnare” (cfr.Isacco): “Abramo ha
offerto un figlio mortale senza che questi morisse,;
Dio ha consegnato alla morte il Figlio immortale per
gli uomini” (Origene).
Rivelazione
della Trinità
 Nella “consegna” si rivela la Trinità nell’unità
dell’amore. Autocoscienza del Figlio nella
presenza dello Spirito: “Chinato il capo
consegnò lo Spirito” (Gv 19,30).
 Il Dio di Gesù è capace di soffrire per amore,
perché è amore. Nei Concilii: “Deus passus
est” – “Dio ha sofferto”. Agostino dice: “Deus
crucifixus” “il Dio crocifisso”.
 Origene: “Neppure il Padre è impassibile”
Segno del suo Amore umile
 La sofferenza di Dio è segno
del suo amore umile. E’ una
sofferenza attiva, non
passiva, liberamente scelta
ed accolta per amore della
persona amata.
 La sofferenza subita è segno
di imperfezione. Il Dio
cristiano rivela un dolore
attivo, perfetto della
perfezione dell’amore.
 “Nessuno ha un amore
più grande di chi dà la
vita per i propri amici”
(Gv 15,13).
 Non si chiama fuori
dalla sofferenza del
mondo, ma la assume
e la redime, vivendola
dal di dentro come
dono e offerta di sé per
noi, da cui sgorga la
vita nuova del mondo
.
Un Dio che
attende con ansia
 Dalla parabola del figliol prodigo, sappiamo
che Dio è esposto al rischio della nostra libertà,
sempre pronto a pagare il prezzo dell’amore, che
attende con ansia e speranza il nostro ritorno.
 La conseguenza di questa vulnerabilità divina
nell’amore è che il peccato dell’uomo non è
indifferente per il cuore divino. Dio soffre per
le nostre colpe, ma è una sofferenza attiva
non passiva, cioè che Dio accetta liberamente
per noi.
Dio è carità
 Dal Venerdì santo del Figlio crocifisso per noi,
sappiamo che la storia delle sofferenze
umane è anche storia del Dio con noi: egli vi è
presente, a soffrire con l’uomo e a
contagiargli il valore immenso della
sofferenza offerta per amore.
 La “patria” dell’Amore è entrata nell’”esilio” del
peccato, del dolore e della morte, per farlo suo e
riconciliare la storia con sé: Dio ha fatto sua la
morte, perché il mondo facesse sua la vita.
Dio sofferente dà senso alle
sofferenze
 Dio sofferente per
amore, libero della
libertà dell’amore e
vulnerabile nel dolore
dell’amore, dà senso
alla sofferenza del
mondo, perché l’ha
fatta propria e redenta:
questo senso è amore.
 Dal dono di questo
possibile amore,
offerto dal Figlio sulla
croce, nasce la Chiesa,
la comunità dei figli
resi tali dal Figlio,
l’Amato. “Amatevi
come io vi ho amato”.
“Che essi siano uno,
come noi siamo uno”
La Chiesa è partecipazione
alle sofferenze di un Dio
 Il cristiano non è che il discepolo partecipe
dell’amore sofferente di Dio: “Non è l’atto
religioso a fare il cristiano, ma il prender parte
alla sofferenza di Dio nella storia del mondo”
(Bonhoeffer). L’agape è la legge
fondamentale della Chiesa, cioè del dono e
dell’accoglienza.
 L’atteggiamento cristiano si misura sulla
partecipazione alla sofferenza di Cristo.
 Lasciarsi amare dal Padre per Cristo nello Spirito
sulla croce, amandoci gli uni gli altri.
Entrare nel cuore
del Padre
 La liturgia è il vertice della preghiera e fare
esperienza della sofferenza misericordiosa di
Dio.
 E’ la grande scuola dell’amore, dove il Padre
accoglie i suoi figli e la sua misericordia li rende
creature nuove, libere e liberanti nella storia.
 Nella liturgia il cristiano prega “in Dio”,
lasciandosi avvolgere dal mistero trinitario,
facendo compagnia alla sofferenza di Dio e
partecipando alla sua vittoria sulla morte e sul
male.
Liturgia
e Preghiera
 Pregare significa lasciarsi amare da Dio.
 La preghiera ci introduce nel cuore di Dio,
rendendoci capaci di ricevere, di attendere il
dono dall’alto nella pazienza e nella
perseveranza piene dello stupore dell’amore.
 Nella liturgia la Trinità e la storia giungono a
incontrarsi.
 Nella liturgia la nostra sofferenza incontra la
sofferenza divina e ne viene redenta.
Chiara mistica e
teologa
 Chiara cerca incessantemente di
esprimere con tutte le sfumature della
ragione, del linguaggio e della poesia il
mistero tra l’uomo e Dio. (Pensiero
mistico)
 In quanto il dialogo dell’uomo con il
Mistero di Dio è in Gesù Cristo, quello di
Chiara è vero pensiero teologico, poiché
elabora un discorso (logos) su Dio.
Chiara pensiero e vita
 Il pensiero di SCH è dinamico, nel senso che
assume il ritmo di una corsa piena di vita e di
gioia.
 Passa da considerazioni sull’uomo a una
meditazione della vita di Cristo o da riflessioni
sulla Verità a una contemplazione del mistero
di Dio per ritornare a quello dell’uomo.
L’amore come relazione
 Nato da un incontro vivente con Dio e da una
costante comunione fraterna con gli esseri e
le cose, il pensiero di Chiara evoca subito la
relazione e l’amore.
 Tutta la sua visione dell’uomo e di Dio si basa
sulla nozione
La povertà come unica
ricchezza
 La povertà è la chiave di volta del suo
pensiero.
 Esprime la grandezza della vita di Cristo e
dell’uomo, perché è in questa povertà
che l’uomo trova la sua ricchezza.
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Dio Amore