IL DIRITTO AL GIOCO
L’articolo 31 della Convenzione sui diritti
dell’ infanzia, emanata dall’O.N.U il 20
novembre 1989, sancisce il diritto al gioco e
richiama tutti gli adulti ad adoperarsi
perché sia soddisfatto.
Tale convenzione, entrata in vigore il 2
settembre 1990, venne ratificata dal
governo italiano il 2 maggio 1991 con la
legge 176.
Veniva cosi istituita la Giornata Mondiale
dell’ Infanzia.
“Gli Stati parti riconoscono il diritto del bambino al
riposo e allo svago, a dedicarsi al gioco e ad
attività ricreative adatte all’ età del bambino e a
partecipare liberamente alla vita culturale e
artistica”.
I bambini non solo hanno il diritto di giocare, ma gli
Stati devono anche “offrire opportunità uguali e
adeguate per le attività culturali, artistiche,
ricreative e di svago”.
Il
gioco
viene
considerato
esperienza
fondamentale per ciascun bambino, in quanto
fonte di scoperte ed emozioni, alla base del
percorso di conoscenza e di crescita di ciascuno.
A seconda dell’età, il bambino nel giocare impara
ad essere creativo, sperimenta le sue capacità
cognitive, scopre se stesso, esprime i propri stati
d’animo, entra in relazione con i suoi coetanei.
Il gioco svolge una funzione strutturante dell’intera
personalità, per questo nessun bambino ne
dovrebbe essere privato.
“Il gioco è una delle migliori forme di
apprendimento, dunque … giocando s’ impara !”
( Jean Piaget )
Il gioco è sicuramente una cosa seria!
Prima Infanzia: Fin dalla nascita i bambini esplorano il mondo nuovo con cui
entrano in contatto, si muovono, afferrano, stringono, imparano a
camminare, iniziano a giocare. E proprio il gioco fornisce loro gli stimoli
e l’attività fisica di cui necessitano per sviluppare il cervello e
prepararlo all’apprendimento.
Età scolare: crescendo i bambini acquisiscono nuove capacità e sviluppano
quelle già esistenti. Consolidando i propri schemi motori sviluppano e
rafforzano il corpo. Imparando a giocare insieme agli altri acquisiscono
competenze, apprezzano la collaborazione, condividono emozioni e
regole.
Adolescenti: La ricerca dell’identità diventa il principale compito di
sviluppo degli adolescenti. Con una guida adeguata i ragazzi possono
sviluppare le capacità di cui hanno bisogno ed acquisire comportamenti
armonici e controllati. E’ in questa fase che il gioco si trasforma in
attività sportiva, che consente ai giovani di migliorare le capacità di
relazione e comunicazione, di sviluppare l’autostima, di contribuire in
maniera determinante al proprio benessere psico-fisico.
I bambini devono poter giocare e
dovunque:
 In casa;
 Nei parchi e spazi all’aperto;
 In luoghi predisposti ed organizzati;
 Nelle scuole;
 Nelle palestre e campi sportivi.
Ma se giocare è un diritto, allora deve
essere anche un dovere:
Per i bambini stessi;
Per i genitori;
Per gli educatori (scolastici e sportivi);
Per gli enti istituzionali;
Per i governi di tutto il mondo.
Il diritto al gioco non sempre è rispettato e per vari
motivi.
Ancora oggi in alcuni paesi del mondo i bambiniragazzi non hanno la possibilità di giocare presi
come sono da altre problematiche:
• La povertà (i bambini devono lavorare o accudire
i fratelli più piccoli);
• La fame;
• Le malattie;
• Le violenze (abusi sui minori);
• Le guerre (bambini – soldato).
Occorre dunque continuare a perseguire una
sinergia istituzionale di intenti e concreti
interventi perché ognuno, per i propri settori di
competenze e con le adeguate risorse,
contribuisca a migliorare la qualità della vita dei
bambini; ponga il diritto al gioco, all’istruzione,
alla salute, quale base da cui partire per
ottenere una ottimale formazione, educazione e
qualità delle nuove generazioni.
E’ indispensabile una “cultura dell’infanzia”
riconosciuta, condivisa e rispettata dagli adulti,
per favorire il benessere dei bambini ed offrire
loro quanto di meglio si può per “aiutarli a
crescere”.
Per la sua parte il CONI, che ha tra i suoi compiti istituzionali la
promozione e diffusione della pratica motoria e sportiva di base,
e dei suoi valori, contribuisce:
- in collaborazione con il mondo della scuola (MIUR) con i progetti:
• Giocosport : attività di alfabetizzazione motoria e primo
momento di utilizzo degli sport codificati, rivolto ai bambini
della Scuola Primaria;
• Giochi della Gioventù : attività sportiva di integrazione ai G.S.S.
che mira al gratificante coinvolgimento di tutti i componenti ogni
classe (NESSUNO ESCLUSO), rivolto ai ragazzi delle Scuole
Secondarie di I° grado;
- in collaborazione con E.P.S., D.S.A., le F.S.N. e le Società Sportive
con i:
• Centri Sportivi Giovanili (6-16 anni): attività di avviamento allo
sport e di indirizzo verso la specialità sportiva che più si gradisce
e verso cui si evidenzia maggiore predisposizione.
CARTA DEI DIRITTI DEI BAMBINI
(riferita specificatamente alla pratica sportiva)
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Diritto di divertirmi e giocare;
Diritto di fare dello sport;
Diritto di beneficiare di un ambiente sano;
Diritto di essere guidato da persone competenti;
Diritto di seguire allenamenti adeguati ai miei ritmi;
Diritto di misurarmi con giovani con uguali capacità;
Diritto di partecipare a competizioni adatte alla mia
età;
• Diritto di praticare il mio sport in assoluta sicurezza;
• Diritto di avere i giusti tempi di riposo;
• DIRITTO DI NON ESSERE UN CAMPIONE.
Cosa chiedono infine i bambini:
 Spazi liberi e organizzati per giocare;
 Maggior tempo a disposizione per il gioco (equilibrio
nell’assegnazione dei compiti scolastici);
 Che i genitori/educatori giochino insieme a loro;
 Siano loro proposte grandi varietà di attività;
 Non riscontrino disparità di trattamento (nessun
favoritismo o privilegio);
 Più elogi e gratificazioni (qualche volta anche bleffando)
e meno critiche e ingiusti rimproveri;
 Un’ambiente sereno (l’educatore/istruttore dovrebbe
sorridere più spesso e saper sdrammatizzare molto).
“ L’ uomo invecchia man mano che
smette di giocare “. ( Jean Piaget )
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IL DIRITTO AL GIOCO - Coordinamento per l`Educazione motoria