Dipartimento di Scienze Statistiche «Paolo Fortunati» Scuola di Economia, Management e Statistica Corso di Politica ed Economia Agroalimentare Le certificazioni agroalimentari di qualità, i marchi Dop e Igp. Valori, andamenti e prospettive future delle produzioni agroalimentari di qualità italiane. Dott. Aldo Marchese PhD Student E.S.A.A. Introduzione La convergenza delle attenzioni dei consumatori, delle imprese e delle istituzioni verso i prodotti tipici e di qualità è uno dei fenomeni più rilevanti, non solo nel panorama agroalimentare nazionale, ma è divenuto un vero e proprio fenomeno sociale tra i più significativi degli ultimi anni. La stessa Unione europea, nella consapevolezza del ruolo che tali prodotti possono detenere per lo sviluppo locale, ha inteso tutelare e salvaguardare tali sistemi produttivi attraverso i regolamenti Ce 2081/92 poi sostituito dal 510/06. In particolare si istituirono, in quella sede, i marchi Dop e Igp. Introduzione Con l’istituzione dei marchi si sono salvaguardate le due principali categorie di interesse Produttori: esclusività Consumatori: informazioni La denominazione di origine protetta Per Dop si intende: «il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un Paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare» Art.2 Ce 2081/92 Due condizioni irrinunciabili 1) Le particolari qualità e caratteristiche del prodotto devono essere dovute, esclusivamente o essenzialmente, all'ambiente geografico del luogo d'origine. 2) La produzione delle materie prime e la loro trasformazione fino al prodotto finito devono essere effettuate nella regione delimitata di cui il prodotto porta il nome. L’indicazione geografica protetta Per Igp si intende: «il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un Paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare» Art.2 Ce 2081/92 Un prodotto IGP deve avere le seguenti caratteristiche: 1) Essere originario di tale regione; 2) Una determinata qualità, la reputazione o un'altra caratteristica possa essere attribuita all'origine geografica; 3) La produzione e/o trasformazione e/o elaborazione devono avvenire nell'area geografica determinata; La differenza tra DOP e IGP Mentre per l’IGP è sufficiente che UNA SOLA FASE della produzione sia strettamente legata all’ambiente; la DOP si applica a quei prodotti il cui INTERO CICLO PRODUTTIVO- dalla produzione della materia prima al prodotto finito- è localizzato all’interno di una specifica area e non è riproducibile in nessuna altra zona al di fuori di questa. Il percorso per la registrazione della DOP/IGP Consorzio Domanda di registrazione corredata da: Disciplinare di produzione, relazione tecnicoillustrativa e cartina geografica. Regione Prima valutazione tecnica su disciplinare, formula primo parere. Regione MIPAAF Verifica requisiti in ottemperanza ai Regolamenti comunitari, formula secondo parere. Il percorso per la registrazione della DOP/IGP Commissione Europea Esame formale dei contenuti della domanda con esito entro i 6 mesi Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea Dopo la pubblicazione una qualsiasi persona legittimamente interessata può presentare opposizione alla registrazione Registro Dop e Igp comunitario Il Consorzio può fregiarsi del marchio e nessun altra azienda può utilizzare la denominazione per il suo prodotto Numero di Dop e Igp in Europa Numero di Dop, Igp e Stg riconosciute per paese di provenienza, al 01/01/2012 Nazione Dop e Igp Italia 240 Francia 188 Spagna 156 Portogallo 116 Grecia 93 Germania 88 Repubblica Ceca 31 Austria 14 Altri 145 Totale 1071 L’Italia del Dop e Igp l’Italia ha un consolidato primato di Paese europeo con il maggior numero di prodotti a denominazione di origine tutelata. Il nostro Paese incide per una quota pari a oltre il 20% del totale del paniere europeo. La “leadership” dell’Italia non si esprime solo in relazione al numero di denominazioni iscritte nell’Albo Comunitario dei prodotti Dop e Igp, ma emerge chiaramente anche in termini economici. Nel periodo 2004-2011 si registra un consistente aumento sia del numero delle specialità riconosciute e di quelle attive sia dei produttori e delle strutture produttive (allevamenti e superfici coltivate); più contenuto, invece, è l’incremento dei trasformatori. L’Italia del Dop e Igp DINAMICA DEI PRODOTTI DI QUALITÀ DOP, IGP E STG, Anni 2004-2011, superfici in ettari L’Italia del Dop e Igp Regioni Var. % Peso % Cumulata 2007 2008 2009 '09/08 2009 % 2009 Emilia Romagna 1.944,2 2.021,2 2.175,3 7,6 40,9 40,9 Lombardia 1.209,0 1.291,1 1.325,6 2,7 24,9 65,8 Friuli Venezia Giulia 313,3 319,3 350,0 9,6 6,6 72,4 Trentino Alto Adige 435,6 376,5 302,4 -19,7 5,7 78,1 Veneto 291,4 301,5 288,6 -4,3 5,4 83,5 Campania 237,4 226,6 245,5 8,4 4,6 88,2 Piemonte 149,1 175,4 178,5 1,8 3,4 91,5 Sardegna 195,0 190,6 177,3 -6,9 3,3 94,8 Toscana 82,4 85,2 104,8 23,0 2,0 96,8 Lazio 54,0 40,9 46,1 12,6 0,9 97,7 Umbria 12,8 26,3 34,0 29,2 0,6 98,3 Valle d'Aosta 20,6 33,2 30,9 -6,9 0,6 98,9 Marche 16,3 10,3 17,0 65,5 0,3 99,2 Puglia 14,6 13,2 16,3 23,6 0,3 99,5 Sicilia 8,7 12,4 10,9 -12,3 0,2 99,7 Calabria 3,8 6,1 6,3 2,9 0,1 99,9 Liguria 4,1 1,5 4,9 220,6 0,1 99,9 Abruzzo 3,5 3,0 2,7 -8,6 0,1 100,0 Molise 1,3 1,0 0,1 -86,3 0,0 100,0 Basilicata 4,4 2,1 0,0 -99,6 0,0 100,0 5.001,5 5.137,5 5.317,4 ITALIA 100,0 I dati a livello regionale evidenziano come l’Emilia-Romagna produca il 41% (2,175 miliardi di euro) del fatturato totale; seguita dalla Lombardia con il 25% (1,325 miliardi di euro) e più staccato il Friuli Venezia Giulia con il 6,6% (350 milioni di euro) L’Italia del Dop e Igp Le prime 10 Regioni per DOP e IGP riconosciute (aggiornamento a novembre 2011, in n° di denominazioni). Fonte: Commissione Europea. 35 33 25 24 22 22 19 18 14 13 L’Italia del Dop e Igp Le prime 10 denominazioni geografiche nazionali hanno coperto, nel 2009, quasi l’85% del fatturato complessivo delle Dop e Igp: 5 formaggi, 4 prodotti a base di carne e 1 prodotto ortofrutticolo. Le altre 200 denominazioni geografiche generano un fatturato alla produzione di poco oltre il 15%. Le prime 15 denominazioni sviluppano il 90% del fatturato e le prime 20 il 93%. La quasi totalità di tale valore (oltre il 95%) è riconducibile a due comparti principali: i formaggi e le carni preparate. Ciò dipende dalla presenza di denominazioni ad alti volumi di produzione (per esempio Grana Padano, Parmigiano Reggiano, prosciutti di Parma e di San Daniele). L’Italia del Dop e Igp Fatturato alla produzione delle DOP-IGP per regione nel triennio 2007-2009 (in M€), fonte Ismea In Blu prodotti EmilianoRomagnoli L’Italia del Dop e Igp Evoluzione dell'andamento in valore degli acquisti domestici in alcuni comparti dell'agroalimentare (variazioni % sull’anno precedente) Fonte: Ismea/Nielsen L’Italia del Dop e Igp DINAMICA EXPORT DEI PRODOTTI DI QUALITÀ DOP, IGP E STG, Anni 2004-2010, fonte Ismea L’Italia del Dop e Igp Criticità Scarsa conoscenza del marchio e conseguente limitata capacità attrattività da parte del consumatore. «Corsa» alla registrazione Dop e Igp con conseguente inflazione del marchio e diminuzione della sua capacità di appeal su consorzi e consumatori. Difficoltà logistiche per le produzioni di nicchia di penetrazione nel mercato. L’Italia del Dop e Igp Prospettive Intervento della GDO attraverso la creazione di brand ad hoc (Vedi FiorFiore Coop, Sapori&Dintorni Conad). Sempre crescente interesse da parte del consumatore per le produzioni tipiche e di qualità. Politiche comunitarie di sostegno e sviluppo delle certificazioni comunitarie con dotazione di nuovi strumenti di tutela per i consorzi. (Vedi nuovo pacchetto qualità) Bibliografia e Info Nomisma, & Palomba, P., (2009), Marketing dei prodotti tipici. Ed. Agra, Roma. Arfini, F., Marescotti, A., & Belletti, G. (2010). Prodotti tipici e Denominazioni Geografiche. Edizioni Tellus. Belletti, G., & Marescotti, A. (2007). Costi e benefici delle denominazioni geografiche (DOP e IGP). Qualivita.it Istat.it Inea.it Ismea.it Aldo Marchese Department of Statistics, University of Bologna [email protected]