LE DEMENZE. ASPETTI GENETICI CESENA, A.A. 2008-2009 LE DEMENZE FATTORI DI RISCHIO • FATTORI GENETICI – L’AGGREGAZIONE FAMILIARE NON E’ LEGATA SEMPLICEMENTE ALL’ALTA FREQUENZA DELLA MALATTIA NELLA POPOLAZIONE GENERALE – NUMEROSI STUDI HANNO DIMOSTRATO CHE: • LA PROBABILITA’ NEI PARENTI DI I GRADO E’ 38% • LA MODALITA’ DI TRASMISSIONE E’ COMPLESSA – DIFETTO DI UNO O PIU’ GENI AUTOSOMICI INDIPENDENTI, AD INCOMPLETA PENETRANZA – TRATTO MULTIGENETICO – INTERAZIONE DI FATTORI GENETICI ED AMBIENTALI – 10% TRASMISSIONE AUTOSOMICA DOMINANTE, ETA’ DIPENDENTE MA AD ALTA PENETRANZA (EOFAD) » 4 DIFFERENTI LOCI (+2) 50% DEI CASI FAMILIARI LA GENETICA DELLE DEMENZE LA GENETICA DELLE DEMENZE EOFAD EARLY ONSET FAMILIAL AD • RAPPRESENTANO SOLO UNA PICCOLA PARTE DI TUTTI I CASI DI AD • L’ESORDIO E’ ANTECEDENTE I 65 ANNI • A TRASMISSIONE AUTOSOMICA DOMINANTE • PIU’ DI 160 MUTAZIONI IN 3 GENI – APP SUL CROSOMOMA 21 – PRESENILINA 1 (PSEN 1)SUL CROMOSOMA 14 il più frequentemente mutato rende conto della maggior parte degli AD ad esordio < 50 anni – PRESENILINA 2 (PSEN 2) SUL CROMOSOMA 1 • CONDIVIDONO UNA COMUNE VIA PATOGENETICA L’ALTERATA PRODUZIONE DI A-BETA LE DEMENZE FATTORI GENETICI • betaAPP (AMYLOID PRECURSOR PROTEIN) – IL PRIMO GENE AD ESSERE IDENTIFICATO SUL CROMOSOMA 21 – CODIFICA PER UNA PROTEINA CHE NELLA SUA FORMA PIU’ LUNGA E’ COSTITUITA DA UN PEPTIDE DI 770 AA – LA betaAPP VA INCONTRO AD UNA SERIE DI CLIVAGGI ENDOPROTEOLITICI, DI CUI SONO RESPONSABILI LE VARIE SECRETASI • Alfa: ancora non nota con sicurezza • Beta (BACE 1): responsabile del primo clivaggio all’inizio dell’Abeta • Gamma: responsabile del clivaggio ai residui 40, 42 • Epsilon: responsabile del clivaggio ai residui +49, +50,+51 – GLI Abeta PEPTIDI TERMINANTI CON I RESIDUI +42, +43 SONO MAGGIORMENTE FIBRILLOGENETICI E PIU’ NEUROTOSSICI DELLA Abeta +40 LE DEMENZE FATTORI GENETICI • SI SA POCO A TUTT’OGGI DEL FISIOLOGICO RUOLO DELLA Abeta • L’Abeta E’ RIMOSSA ATTRAVERSO MOLTEPLICI VIE – DEGRADAZIONE DA PARTE DI ENDOPROTEASI NEUTRE (NEPRILYSIN) – DALL’ENZIMA CHE DEGRADA L’INSULINA (IDE) LE DEMENZE FATTORI GENETICI • betaAPP (AMYLOID PRECURSOR PROTEIN) – L’ESATTA FUNZIONE DELLA betaAPP NON E’ NOTA • FATTORE STIMOLANTELA PROLIFERAZIONE E L’AGGREGAZIONE CELLULARE (in vitro) – SONO STATE INDIVIDUATE MOLTEPLICI MUTAZIONI (esone 16 e 17) NELLE FAMIGLIE CON EARLY-ONSET AD • ALTERANO LA PROCESSAZIONE DELLA APP E LA PRODUZIONE DELLA Abeta • ALTERANO LA NORMALE TENDENZA DELLA Abeta AD AGGREGARSI IN FIBRILLE AMILOIDI A LAMINA – L’ALTERATA STRUTTURA DELLA Abeta DETERMINA • APOPTOSI CELLULARE – EFFETTO CITOTOSSICO DIRETTO – EFFETTO MEDIATO (stress ossidativo, aumento intracellulare Ca e radicali liberi, potenziamento aa eccitatori) LE DEMENZE FATTORI GENETICI • PRESENILINA 1 – IL GENE E’ STATO ISOLATO SUL CROMOSOMA 14 • ESERCITA UN EFFETTO – CATALITICO DIRETTO – INDIRETTO (FACILITATORIO) NEI PROCESSI PROTEOLITICI • IL PIU’ FRREQUENTEMENTE MUTATO INDIVIDUATE PIU’ DI 128 DIFFERENTI MUTAZIONI – rende conto della maggior parte degli AD ad esordio < 50 anni • PRESENILINA 2 – IL GENE E’ STATO IDENTIFICATO SUL CROMOSOMA 1 • SIMILE AL PS1 COME SEQUENZA E STRUTTURA • FUNZIONE DISTINTA E COMPLEMENTARE LOAD LATE-ANSET AD • AD ad ESORDIO OLTRE I 65 ANNI • LA MAGGIOR PARTE DEGLI AD • MENTRE GLI STUDI DI SEGREGAZIONE E SUI GEMELLI ATTRIBUISCONO UN RUOLO ESSENZIALE ALLA GENETICA SOLO 1 FATTORE E’ STATO INDIVIDUATO – ALLELE EPSILON 4 DELLA APOLIPOPROTEINA E (cromosoma 19 q13) LE DEMENZE FATTORI GENETICI • APOLIPOPROTEINA E (APO E) – STUDI DI LINKAGE GENETICO NELLA LATE-ONSET AD • PRESENZA DI UN LOCUS DI SUSCETTIBILITA’ PER L’AD VICINO AL GENE PER L’APOE SUL CROMOSOMA 19 • L’ANALISI DELLA PROTEINE LIQUORALI LEGANTI L’Abeta DIMOSTRA LA PRESENZA DELL’APOE • L’APOE E’ UNA DELLE COMPONENTI DELLE PLACCHE SENILI – EFFETTO DOSE DIPENDENTE LEGATO ALL’ALLELE EPSILON 4 (con “effetto protettivo” dell’epsilon 2) • REPLICATO IN NUMEROSI STUDI • ECCEZIONE NEI NERI AMERICANI E NEGLI AMERICANI ISPANICI – RISULTATI CONFLITTUALI LE DEMENZE FATTORI GENETICI • APOLIPOPROTEINA E (APO E) – ASSOCIAZIONE NON COMPLETAMENTE SPECIFICA • CORRELAZIONE ANCHE CON ALTRE PATOLOGIE NEUROLOGICHE E NON – OUTCOME PIU’ SEVERO » NEI TRAUMI CRANICI, » NELLE EMORRAGIE CEREBRALI SPONTANEE, » NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A BY-PASS CARDIACI LE DEMENZE FATTORI GENETICI • APOLIPOPROTEINA E (APO E) – MECCANISMO NON CHIARO • INFLUENZA SULLA PRODUZIONE, DISTRIBUZIONE E CLEARANCE DELLA Abeta • IPOTESI ALTERNATIVE – METABOLISMO DEL COLESTEROLO » UNA RIDOTTA DISPONIBILITA’ CELLULARE DI COLESTEROLO SI TRADUCE IN UNA MODIFICAZIONE DEL TRASPORTO E DELLA PROCESSAZIONE DELLA APP, CON CONSEGUENTE RIDUZIONE NELLA FORMAZIONE DI Abeta » STATINE COME FATTORI DI PROTEZIONE PER L’AD – COINVOLGIMENTO DELL’APOE NELLA PLASTICITA’ SINAPTICA DURANTE LA RIGENERAZIONE E I PROCESSI DI RIPARAZIONE » L’ALLELE EPSILON 4 E’ MENO EFFICIENTE IN QUESTO RUOLO LE DEMENZE FATTORI GENETICI • ALTRI GENI PER L’”AD” – APP, APOE, PS1 E PS2 RENDONO CONTO SOLO DEL 50% DEI FATTORI DI RISCHIO GENETICO PER L’AD – E’ VEROSIMILE CHE VI SIANO MOLTI ALTRI GENI DI “SUSCETTIBILITA’” • ALCUNI ASSOCIATI A DIFETTI AGGIUNTIVI RARI MA AD ALTA PENETRANZA SIMILI A QUELLI VISTI NELLE MUTAZIONI NELLA PS1 E APP • ALTRI POSSONO RISULTARE IN TRATTI AUTOSOMICI DOMINANTI A PENETRANZA INCOMPLETA COME QUELLI ASSOCIATI ALLA PS2 • LA MAGGIOR PARTE A BASSO EFFETTO (COME APOE), IL CUI FENOTIPO FINALE E’ VEROSIMILE SIA INFLUENZATO DALLA PRESENZA O MENO DI ALTRI FATTORI GENETICI O AMBIENTALI FTD FRONTOTEMPORAL DEMENTIA • GRUPPO ETEROGENEO DI SINDROMI – DISTURBI DEL COMPORTAMENTO – DISTURBI DEL LINGUAGGIO • ESORDIO RARAMENTE SUCCESSIVO AI 75 ANNI • SPESSO ASSOCIATO A SINTOMI E SEGNI MOTORI – EXTRAPIRAMIDALI – DI COINVOLGIMENTO PIRAMIDALE (MND) • ANOMALI DEPOSITI INTRACELLULARI DI PROTEINA TAU FTD FRONTOTEMPORAL DEMENTIA • 25-40% DEI CASI FAMILIARI • LA VARIABILITA’ CLINICA E NEUROPATOLOGICA SUGGERISCE LA PRESENZA DI MOLTI E DISTINTI FATTORI GENETICI SOTTOSTANTI O MODIFICANTI LA PATOGENESI • DIFFERENTI MUTAZIONI DELLO STESSO GENE POSSONO DARE ORIGINE AD UN AMPIO SPETTRO DI SINDROMI FTD-TYPE LE DEMENZE FATTORI GENETICI • DEMENZA FRONTO-TEMPORALE – IN UNA MINORANZA DI CASI EREDITATA CON MECCANISMO AUTOSOMICO DOMINANTE • MAPT (MICROTUBULE-ASSOCIATED PROTEIN TAU) SUL CROMOSOMA 17q21 – ALTERA LA PRODUZIONE DELLA PROTEINA TAU e/o – ALTERATO LEGAME CON I MICROTUBULI • DIVERSI FENOTIPI ASSOCIATI – – – – FTDP-17 CBD PSP FRONTOTEMPORAL LOBAR DEGENERATION (DLDH) DEMENZA FRONTOTEMPORALE • ASPETTI NEUROPATOLOGICI – ATROFIA FRONTO-TEMPORALE CON IMPORTANTE PERDITA NEURONALE – MODIFICAZIONI SPONGIFORMI NEGLI STRATI SUPERFICIALI DEL NEOCORTEX DEI LOBI F. E T. – PERDITA NEURONALE E GLIOSI DELLA SUBSTANTIA NIGRA E DELL’AMIGDALA – PERDITA CELLULARE NELLE CORNA ANTERIORI DEL MIDOLLO SPINALE DEMENZA FRONTOTEMPORALE • ASPETTO NEUROPATOLOGICO UNIFICANTE – COINVOLGIMENTO DEI LOBI FRONTALE E TEMPORALE CON PREMINENTE PERDITA NEURONALEE GLIOSI – MODIFICAZIONI SPONGIFORMI – ASSENZA DEI CORPI DI LEWY DEMENZA FRONTOTEMPORALE • MUTAZIONI TAU NELLA FTDP-17 – LA TAU E’ UNA FOSFOPROTEINA ESPRESSA PREVALENTEMENTE SIA A LIVELLO DEL SNC CHE SNP – PREVALENTE LOCALIZZAZIONE INTRANEURONALE, MENO A LIVELLO GLIALE – LOCALIZZATA SOPRATTUTTO NEGLI ASSONI • RUOLO FONDAMENTALE DI LEGARE E STABILIZZARE I MICROTUBULI • POSSIBILE RUOLO NEL TRASPORTO ASSOPLASMATICO DIPENDENTE DAI MICROTUBULI DEMENZA FRONTO-TEMPORALE PROTEINA TAU • LA FOSPORILAZIONE DELLA TAU E’ REGOLATA DA MOLTE KINASI • E’ CONTROBILANCIATA DALL’ATTIVITà DEFOSFORILANTE DELLA PP2A (protein fosfatasi 2A) • MUTAZIONI TAU – MISSENSE E DELEZIONI NELLA REGIONE CODIFICANTE FTD PATOGENESI • RIDUZIONE O AUMENTO DEL LEGAME DELLA TAU AI MICROTUBULI • AUMENTO DELLA AGGREGAZIONE TAU • ALTERAZIONE DEL RAPPORTO TRA LE VARIE ISOFORME (aumento 4R/3R RATIO) CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leucoencephalopathy) • MALATTIA EREDITARIA AUTOSOMICA DOMINANTE • ESORDIO GIOVANILE-ADULTO • SINTOMI PRINCIPALI – – – – EMICRANIA CON AURA EPISODI ISCHEMICI (STROKE O TIA) DISTURBI PSICHIATRICI DEMENZA CON ANDAMENTO PROGRESSIVO ED EVOLUZIONE IN UN QUADRO PSEUDOBULBARE CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leucoencephalopathy) • EMICRANIA – CON AURA (VISIVA, SENSITIVA, EMIPLEGICA) O SENZ’AURA – TALVOLTA E’ IL SINTOMO PIU’ PRECOCE (ANCHE ESORDIO INFANTILE) – TENDE AD ATTENUARSI NEGLI ANNI FINO A SCOMPARIRE IN COINCIDENZA CON IL MANIFESTARSI DEI DISTURBI NEUROLOGICI MAGGIORI CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leucoencephalopathy) • EPISODI ISCHEMICI – – – – 70% DEI CASI CIRCA PER LO PIU’ TRANSITORI SPESSO SILENTI SOTTOCORTICALI A CARATTERE LACUNARE – A LOCALIZZAZIONE NELLA SOSTANZA BIANCA, NEI NUCLEI DELLA BASE O NEL TRONCO ENCEFALICO CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leucoencephalopathy) • DISTURBI PSICHIATRICI – 30% DEI CASI – PREVALE LA SINDROME DEPRESSIVA – SEGNALAZIONE DI CASI DI SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leucoencephalopathy) • DEFICIT COGNITIVI – CIRCA IL 50% DEI CASI – PUO’ ESSERE CONSIDERATA UNA VARIANTE SU BASE GENETICA DELLA DEMENZA VASCOLARE SOTTOCORTICALE (“MODELLO PURO”) – PROFILO EVOLUTIVO SOSTANZIALMENTE ANALOGO A QUELLO DI ALTRE DEMENZE SOTTOCORTICALI • INIZIALE PREVALENZA DEI DISTURBI PSICHIATRICI E SUCCESSIVA PREDOMINANZA DI DEFICIT DI TIPO ESECUTIVOPREFRONTALE CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leucoencephalopathy) • ASPETTI COMUNI CON FORME CORTICALI DI DEMENZA, IN PARTICOLARE AD – PRESENZA DI SOTTOTIPI DIVERSI? – INTERVENTO DI MECCANISMI MOLECOLARI COMUNI? – INDICAZIONE ALL’USO DI ANTICOLINESTERASICI? • LINK DATO DALLE PRESENILINE, che intervengono anche nel clivaggio del gene Notch oltre che della APP CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leucoencephalopathy) • EVOLUZIONE – CRONICA, LENTAMENTE INGRAVESCENTE, CON ESITO IN UNA FORMA PSEUDOBULBARE – POSSIBILE VARIABILITA’, CON PERIODI ANCHE DI MIGLIORAMENTO • RIDOTTA SOPRAVVIVENZA – DECESSO SOTTO I 65-68 anni • ESTREMA VARIABILITA’ FAMILIARE con soggetti paucisintomatici fino ad età avanzata CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leucoencephalopathy) • PATOGENESI – ESCLUSA L’ASSOCIAZIONE CON I TRADIZIONALI FATTORI DI RISCHIO CEREBROVASCOLARE – AUMENTO DEI LIVELLI EMATICI DI OMOCISTEINA – RISCONTRO DI POSITIVITA’ DEGLI Ab ANTIFOSFOLIPIDI – MONITORAGGIO PA • PROFILO ALTERATO, SOPRATTUTTO NOTTURNO CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leucoencephalopathy) • QUADRO NEURORADIOLOGICO – RM ENCEFALO • LEUCOENCEFALOPATIA DIFFUSA DI DIVERSA GRAVITA’, PREVALENTEMENTE PERIVENTRICOLARE , CUI SI ASSOCIANO INFARTI LACUNARI A SEDE SOTTOCORTICALE E TE • PICCOLE LESIONI EMORRAGICHE NELLE FASI AVANZATE DELLA MALATTIA (MICROBLEEDS) • ATROFIA CORTICALE • MARKERS – AREE IPERINTENSE DEL LOBO TEMPORALE ANTERIORE (100% NEI SOGGETTI DI 20-30 aa) – AUMENTO LESIONI IPERINTENSE SOTTOCORTICALI E TE (75% IN ETA’ 31-40 aa) – MICROBLEEDS (20% IN ETA’ 41-50 aa) – TUTTE OLTRE I 50 anni CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leucoencephalopathy) • LA GENETICA – MUTAZIONE DEL GENE NOTCH 3 • IL GENE NOTCH3 E’ UN MEMBRO DELLA FAMIGLIA NOTCH3, COSTITUITA DA 4 GENI CHE CODIFICANO PER RECETTORI DI MEMBRANA E SONO COMPONENTI FONDAMENTALI DI UN PROCESSO BIOCHIMICO CHE REGOLA IL DESTINO CELLULARE – controllo della capacità di cellule non ancora differenziate a rispondere ai segnali di maturazione o di proliferazione attraverso interazioni cellulari – Supposto ruolo nella morte cellulare programmata – SINGOLE MUTAZIONI MISSENSE – PICCOLE DELEZIONI IN “FRAME” – MUTAZIONI NEI SITI DI SPLICING NEL GENE NOTCH 3 MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • RARA PATOLOGIA DEGENERATIVA DEL SNC – DEMENZA RAPIDAMENTE INGRAVESCENTE – SEGNI NEUROLOGICI FOCALI MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • EVENTO PATOGENETICO FONDAMENTALE – ACCUMULO A LIVELLO CEREBRALE DI UNA PROTEINA AMILOIDEA CARATTERISTICA DENOMINATA PrPsc O PrPres (perché parzialmente resistente alle proteasi) CHE DERIVA DA UN PRECURSORE FISIOLOGICO DENOMINATO PrPc O PrPsen (perché sensibile alle proteasi), CHE E’ IDENTICO PER SEQUENZA AA E MODIFICAZIONI POST-TRADUZIONALI ALLA PrPSEN, MA CHE NE DIFFERISCE PER LA STURTTURA SECONDARIA MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • SCONOSCIUTI I MECCANISMI DELLA CONVERSIONE – IPOTESI PRIONICA • AGENTE COSTITUITO DALLA SOLA PrPres SENZA ALCUN ACIDO NUCLEICO – IPOTESI VIRALE • VIRUS DI DIMENSIONI ESTREMAMENTE RIDOTTE, CON UN PROPRIO ACIDO NUCLEICO E ALMENO UNA PROTEINA VIRALE – IPOTESI DEL VIRINO • ASSEMBLAGGIO DI UNA MOLECOLA PrPres E DA UN ACIDO NUCLEICO ESOGENO NON CODIFICANTE MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • REPLICAZIONE – CONVERSIONE SPONTANEA DI UNA MOLECOLA ENDOGENA PrPsen IN UNA PrPres – INTERAZIONE DELLA Pres CON UNA Psen CHE ASSUME LA CONFORMAZIONE PATOLOGICA A FOGLIETTI beta – INNESCO DI UN MECCANISMO AUTOCATALITICO CON PRODUZIONE MASSIVA DI Pres MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • REPLICAZIONE – TEORIA VIRALE • IL VIRUS SI LEGA ALLA PrPsen, CON MODIFICAZIONE IN PrPres • LE PARTICELLE VIRALI PRODOTTE ALL’INTERNO DELLA CELLULA SI LEGHEREBBERO , TRAMITE INTERAZIONI IDROFOBICHE, ALLA PrPres, PROTEGGENDO IL VIRUS DALLE PROCEDURE DI INATTIVAZIONE MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • FORMA SPORADICA – FASE PRODROMICA CON SINTOMI ASPECIFICI (ASTENIA, PERDITA DI PESO) – QUADRO D’ESORDIO • 50% DETERIORAMENTO MENTALE • 40% SEGNI NEUROLOGICI FOCALI • 10% ENTRAMBI MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • FORMA SPORADICA – DETERIORAMENTO MENTALE • DEFICIT COGNITIVI (S.T. MEMORIA) • DISTURBI PSICHIATRICI – – – – – COMPORTAMENTALI ANSIA IRRITABILITA’ DEPRESSIONE INSONNIA – SEGNI NEUROLOGICI • CEREBELLARI (ATASSIA) • VISIVI (NY., DIPLOPIA, ALLUCINAZIONI) MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • FORMA SPORADICA • FASE DI STATO – – – – DETERIORAMENTO RAPIDAMENTE INGRAVESCENTE MIOCLONIE TREMORI E ALTRI MOVIMENTI INVOLONTARI SENI CEREBELLARI, PIRAMIDALI, EXTRAPIRAMIDALI, VISIVI. • FASE TERMINALE – – – – – PEGGIROAMENTO DEI SINTOMI CRISI EPILETTICHE MUTISMO ACINETICO RIGIDITA’ DECORTICATA COMA FINO AL • DECESSO PER INFEZIONI RESPIRATORIE O SISTEMICHE MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • FORMA SPORADICA – DIAGNOSI • EEG: TRACCIATO PEUSOPERIODICO • LIQUOR: PRESENZA DELLA PROTEINA 14-3-3 – SOPRAVVIVENZA DI 4-5 MESI (MA ANCHE > 2 ANNI IN STATO VEGETATIVO) MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • FORME FAMILIARI – 10-15% DEI CASI UMANI – LEGATE A SVARIATE MUTAZIONI PUNTIFORMI DEL GENE PRNP • IN ITALIA OSSERVATE AL CODONE 200, 203, 208, 210, 211 – 200 SIMILE ALLA MCJ SPORADICA, MA AD ESORDIO PIU’ PRECOCE – 210 QUADRO DI MCJ CLASSICA – 203, 208 e 211 RICONDUCIBILI ALLA FORMA SPORADICA – 178 CON METIONINA AL CODONE 129 FFI » INSONNIA » DISTURBI DEL SNA » DISTURBI MOTORI E COGNITIVI MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • FORME FAMILIARI – GSS E’ SOLO FAMILIARE, LEGATA A MUTAZIONI DEL GENE PRNP • LA PIU’ FREQUENTE AL CODONE 102 – ESORDIO INTORNO AI 50 ANNI CON » ATASSIA CEREBELLARE CRONICA » DEMENZA » MIOCLONO » ALTRI DISTURBI DI TIPO PSEUDOBULBARE – DURATA MEDIA DI MALATTIA 5 ANNI – EEG NON MOSTRA LA CARATTERISTICA PSEUDOPERIODICITA’ – PROTEINA 14-3-3 NEL LIQUOR RARA MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • IATROGENA – INFEZIONE PERIFERICA (GH da ipofisi di origine umana) • QUADRO OMOGENEO – Esordio con atassia della marcia o disturbi visivi – Deterioramento mentale e mioclonie tardivi – Raro il periodismo EEG – DA INOCULAZIONE DIRETTA NEL SNC • SIMILE ALLA MCJ SPORADICA (PREVALE IL DETERIORAMENTO MENTALE) MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • PROCEDURE DIAGNOSTICHE – EEG • COMPLESSI PERIODICI P-O TRIFASICI A 1-2 CICLI AL SECONDO (che però non sono costanti durante tutta la fase clinica) – LIQUOR • PROTEINA 14-3-3 (SPECIFICITA’ DEL 93%) – RM ENCEFALO • ALTERAZIONI DI SEGNALE PUTAMEN E NU. CAUDATO – BIOPSIA TONSILLARE • PRESENZA DI PrPres – RECENTE IDENTIFICAZIONE DI PrPres NELL’EPITELIO OLFATTORIO MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • PROCEDURE DIAGNOSTICHE – 3 LIVELLI DI ACCURATEZZA DIAGNOSTICA CERTEZZA AUTOPTICA • ALTERAZIONI LIMITATE AL SNC, GRIGIO CORTICO-SOTTOCORTICALE • DI NATURA DEGENERATIVA • PERDITA NEURONALE VARIABILE, MA ANCHE MOLTO SEVERA • ASTROCITOSI – PROLIFERAZIONE E IPERTROFIA DEGLI ELEMENTI FIBROSI E PROTOPLASMATICI • DEPOSITI DI PrPres SOTTO FORMA DI PLACCHE DI AMILOIDE (10%) MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB • EPIDEMIOLOGIA – UBIQUITARIA – TASSO MEDIO DI MORTALITA’ 1.04 PER MILIONE DI ABITANTI PER ANNO – INSORGENZA TRA I 50-70 ANNI – DURATA MEDIA DI 4-5 MESI – NON NOTO IL TEMPO DI INCUBAZIONE (mancano informazioni sulle modalità di trasmissione naturale) – MUTAZIONI E POLIMORFISMI DEL GENE PRNP, collocato sul braccio corto del cromosoma 20 LE DEMENZE COUNSELING GENETICO • PROCESSO COMUNICATIVO CHE IMPATTA CON PROBLEMI PRATICI LEGATI AL VERIFICARSI O AL RISCHIO DI VERIFICARSI DI UN DISORDINE GENETICO NELL’AMBITO DI UNA FAMIGLIA • DEVE SVOLGERE UNA FUNZIONE DI – AIUTO NELLA COMPRENSIONE DEGLI ASPETTI MEDICI LEGATI ALLA MALATTIA, INCLUSI MECCANISMI DELL’EREDITA’ ED IL RUOLO DELLA GENETICA – INDIVIDUAZIONE DELLE DINAMICHE PSICO-SOCIALI NELL’AMBITO FAMILIARE IN RAPPORTO ALLA MALATTIA GENETICA – CAPIRE L’ORIENTAMENTO NEI CONFRONTI DEL TESTING GENETICO PER CONFERMARE LA PRESENZA O PREDIRE L’ESORDIO FUTURO DELLA MALATTIA – MODULARE ED UTILIZZARE QUESTA INFORMAZIONE LE DEMENZE COUNSELING GENETICO • STORIA FAMILIARE – OBBIETTIVO • CHIARIRE LE VARIE MANIFESTAZIONI CLINICHE LEGATE ALLA MALATTIA • DEFINIRE IL RISCHIO (sulla base della ricostruzione degli affetti nelle varie generazioni) – LA SUA MANCANZA NON ESCLUDE L’EREDITARIETA’ DEL QUADRO PER • • • • • INFORMAZIONI NON COMPLETE NUOVE MUTAZIONI FALSE PATERNITA’ PENETRANZA INCOMPLETA MORTE PREMATURA (nelle malattie ad esordio tardivo) LE DEMENZE COUNSELING GENETICO • IN ASSENZA DI UN TEST GENETICO – EDUCAZIONE ALLA FAMIGLIA • INFORMAZIONE SULLE CARATTERISTICHE GENETICHE DELLA MALATTIA NELLA FAMIGLIA • RISCHIO E FATTORI DI RISCHIO • OPZIONI DI TESTING ED OPPORTUNITA’ DI PARTECIPAZIONE A PROTOCOLLI DI RICERCA • SCELTA DI EVENTUALE ACCERTAMENTO AUTOPTICO – ATTENZIONE A • INSIGHT DI ESSERE “A RISCHIO” • ESPERIENZA DI CARE-GIVER • CARICO PSICOLOGICO CONNESSO ALLA MALATTIA LE DEMENZE COUNSELING GENETICO • RICHIESTA DI UNA PERSONA ASINTOMATICA RIGUARDO UNA FORMA GENETICA DI CUI NON E’ STATA INDIVIDUATA LA MUTAZIONE – IL TEST NON E’ CONCLUSIVO • • – LA RICHIESTA E ‘COMUNQUE MOTIVATA DA • • • • – PERCHE’ IL SOGGETTO NON L’HA EREDITATA LA MUTAZIONE E’ SCONOSCIUTA NECESSITA’ DI RIDURRE L’INCERTEZZA RIGUARDO AL RISCHIO NECESSITA’ DI PIANIFICARE LE PROPRIE FINANZE E LA GESTIONE DEL CARE CONOSCERE IL RISCHIO PER PREDISPORRE MODIFICAZIONI DEL PROPRIO STILE DI VITA PRENDERE DELLE DECISIONI A CARATTERE FAMILIARE PROBLEMA DEL COUNSELING PRENATALE • GROSSO PROBLEMA ETICO – – DIRITTI DEI GENITORI RESPONSABILITA’ DI PORTARE A TERMINE LA GRAVIDANZA IN CONSIDERAZIONE DEL CARATTERE ADULTO DELLA MALATTIA