DGR n. 3236 del 29 novembre 2004
Linee guida per la
predisposizione del
Piano di Zona e del
Programma delle attività
territoriali
art. 1, comma 12, della
LR 8/2001
Su richiesta della Conferenza permanente
per la programmazione sanitaria, sociale e
sociosanitaria regionale o della Regione,
possono essere costituiti appositi gruppi
di lavoro tecnici, con funzioni istruttorie,
di raccordo, collaborazione o concorso alle
attività della Conferenza stessa
gruppo di lavoro tecnico
=
attivazione di un percorso
condiviso con il sistema delle
autonomie locali per la
predisposizione delle linee
guida per il PDZ
Il gruppo di lavoro
=
“istruttoria condivisa”
tra Regione ed Enti
locali
Il gruppo di lavoro può
essere uno strumento
utile anche per la
predisposizione delle
linee guida per i PAT?
Se si considera che nel
percorso preordinato
all’assunzione dei due
strumenti pianificatori il tema
dell’integrazione
sociosanitaria deve essere
affrontato congiuntamente la
risposta non può che essere
positiva
La composizione
originaria del
gruppo di lavoro
tecnico viene
ampliata
Il gruppo di lavoro istituito
per la predisposizione delle
linee guida per il PDZ
continua ad operare per
accompagnare le diverse fasi
del processo necessario per
l’elaborazione dei PDZ stessi
E’ opportuno avvalersi del
gruppo di lavoro - nella sua
composizione allargata –
anche per
l’accompagnamento ai
processi di programmazione
locale relativi alla
predisposizione dei PAT
Ruolo del gruppo di lavoro
concertazione = processo PDZ
parte integrata PAT/PDZ
consultazione = processo PAT
PIANO DI ZONA
(ART. 19 l. 328/2000)
(ART. 12 L.R. 23/2004)
•PPiano regolatore delle
prestazioni, degli interventi e dei
servizi alla persona
TRASPORTI
LAVORO
FORMAZIONE
SANITA’
LE
POLITICHE
SOCIALI
AMBIENTE
SERVIZI SOCIALI
CASA
SERVIZI EDUCATIVI
Le presenti linee guida per i piani di zona
hanno le seguenti finalità:
sostenere ed orientare gli Enti locali nella fase di
avvio della programmazione locale tramite lo
strumento dei Piani di Zona;

promuovere forme di responsabilizzazione dei
diversi attori istituzionali, sociali e dei singoli
cittadini rispetto ai processi di costruzione condivisa
delle politiche sociali territoriali;

garantire il necessario livello di omogeneità
del sistema locale degli interventi e dei servizi
sociali su tutto il territorio regionale.

I PRINCIPI DEL PDZ
PER UN NUOVO WELFARE REGIONALE
Il processo da avviare per la realizzazione di una
adeguata pianificazione locale deve proiettarsi verso
un welfare universalistico che si qualifichi come:
integrato
unitario,
partecipato,
concertato,
contestualizzato,
compatibile,
verificabile e valutabile,
pubblico,
equo,
efficace.
LA SUSSIDIARIETA’
La costruzione di un PDZ richiede il
passaggio da una prospettiva di
government ad una prospettiva di…….
 governance
attività di governo
svolta attraverso la mobilitazione
effettiva dei vari soggetti, istituzionali
e non, presenti sul territorio

I soggetti coinvolti nella programmazione
Soggetti istituzionali:
•Comuni, Regione, Province,
•ASS, AO
•ASP
•ATER
•Scuola
•Giustizia
•Soggetti non istituzionali:
•Organismi non lucrativi di utilità sociale
•Organismi della cooperazione
•Associazioni ed enti di promozione sociale
•Fondazioni
•Enti di patronato
•Organizzazioni di volontariato
•Enti riconosciuti delle confessioni religiose
•Famiglie
Gli obiettivi regionali
Obiettivo n.1
Rafforzamento del sistema associato di governo del
sistema locale degli interventi e dei servizi sociali.

Obiettivo n. 2
Avvio di un processo di coinvolgimento della
comunità nella realizzazione di un sistema integrato di
interventi
e
servizi
sociali di
tipo
solidale
e
universalistico .

Obiettivo n. 3
Sviluppo e consolidamento di specifiche azioni nelle
aree di intervento indicate nel Piano Nazionale e nella
Programmazione regionale per produrre promozione,
prevenzione,
cura
e
tutela
e
contrasto
all’istituzionalizzazione.

PROGRAMMA ATTIVITA’ TERRITORIALI
E’ lo strumento con il quale, nel
rispetto dei principi e degli obiettivi
della pianificazione regionale e in
coerenza con le strategie aziendali,
vengono stabilite le politiche sanitarie
e sociosanitarie di distretto
I nodi salienti da cui muove la
programmazione
•Dalla sanità alla salute (integrazione servizi sanitari con realtà
sociale ed economica) - (PSN 1998-2000)
•Promozione della salute, prevenzione delle malattie e non
cura delle malattie
solo
•legame forte distretto/azienda: il PAT è inserito nel Piano
attuativo locale dell’Azienda per i servizi sanitari
•integrazione “evidente” : coincidenza con il Piano di zona per
l’attività sociosanitaria.
•“nessun sistema sanitario può soddisfare a pieno la propria
missione se non è rispettoso dei principi di solidarietà e
integrazione sociosanitaria” (PSN 2003-2005)
PAT: ruolo chiave del Distretto
•Tutela della salute del cittadino e della
comunità
•Opera in sinergia con il Servizio Sociale dei
Comuni
•Ruolo di collegamento con Enti locali e con le
strutture aziendali (dipartimenti territoriali,
ospedali)
•Centro erogatore di servizi
PAT indirizzi generali
Documenti dai quali si traggono indirizzi
generali:
•Progetto obiettivo materno infantile
•Piano regionale della riabilitazione
•Piano sanitario nazionale
•Piano nazionale degli interventi e dei servizi
sociali
•Linee per la gestione del servizio sanitario
regionale del 2005
PAT azioni prioritarie
Le azioni prioritarie individuate:
• Contrasto dell’istituzionalizzazione (rafforzamento
reti primarie) e deistituzionalizzazione
•Potenziamento dei servizi sul territorio e continuità
assistenziale
•Incremento della capacità di accoglienza del sistema
domiciliare
•Promozione, valorizzazione e sostegno della capacità
di essere responsabili e protagonisti dei diversi attori
sociali
•Progettazione congiunta delle reti di servizi
Integrazione socio sanitaria
PDZ
Programmazione
sociale
PAT
Programmazione
integrata
Programmazione
sanitaria
L’art. 11 e l’art. 12 della LR 23/04, che trattano rispettivamente del PAT e
del PDZ, stabiliscono che i due strumenti programmatori devono
individuare:
le attività sociosanitarie,
le risorse necessarie,
le quote da porre rispettivamente a carico dell’ASS e dei Comuni,
le forme di concertazione con l’ASS per garantire la cooperazione
gestionale e professionale nell’ambito delle aree ad alta integrazione
sociosanitaria.
L’integrazione socio sanitaria
a livello istituzionale
“Il luogo” dell’integrazione è l’Assemblea
dei Sindaci di ambito distrettuale che ha
funzione di regia ed indirizzo politico:

per la realizzazione del PDZ
per
la
realizzazione
sociosanitaria del PAT

della
parte
La programmazione nelle aree
sociosanitarie
L’elaborazione congiunta dovrà riguardare:
la prevenzione e l’assistenza materno –
infantile,
l’assistenza,
riabilitazione ed integrazione
sociale delle persone disabili,
 la tutela della salute delle persone anziane,
la
cura
ed
il
recupero
dei
soggetti
tossicodipendenti,
la cura ed il recupero dei soggetti malati di
mente,
le
situazioni
di
non
autosufficienza,
temporanea o permanente, derivanti da
patologie diverse.

Obiettivi strategici del sistema sociosanitario
integrato
Le azioni congiunte PDZ / PAT
•Sviluppo e riqualificazione delle unità
multiprofessionali in tutte le aree di integrazione
sociosanitaria. UM come luogo dell’integrazione
professionale e gestionale.
•Utilizzo diffuso del progetto personalizzato
•Sviluppo della funzione di coordinatore del caso
(Case manager)
•Diffusione di punti unici di accesso ai servizi
integrati
Il Piano di Zona: tempi e percorsi
Entro Marzo 2005 definizione dei compiti dell’Ufficio di
piano.

Entro luglio 2005 ipotesi di Piano di Zona e soggetti
coinvolti.

1 gennaio 2006 avvio del Piano di Zona che costituisce il
principale elemento di valutazione per la definizione della
ripartizione del fondo sociale regionale e del fondo sociale
nazionale.

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