IL PROGRAMMA DELL’EVANGELIZZAZIONE FIDENZA 2010 (Matteo 9:36 ↔ 10:20) IL PROGRAMMA DELL’EVANGELIZZAZIONE FIDENZA 2010 (Matteo 9:36 ↔ 10:20) Noi non possiamo, ma lo Spirito Santo sì, Egli è onnipotente. Se dipendiamo da Lui, ci darà forza e abilità. 1. PREGATE (9:37,38) È indubbiamente la prima cosa da fare. Bisogna sì guardare la messe, avere compassione per le anime, ma poi bisogna pregare per le anime perdute, perché la salvezza appartiene all’Eterno (Giona 4:10): è il primo atto cui spinge la compassione. Bisogna pregare: 1.- con perseveranza (Luca 11:9,10); 2.- con fervore (Atti 12:5) 2. ANDATE (10:5,6) Occorre cominciare con la preghiera, ma non ci si può fermare alla preghiera, bisogna poi andare… e andare non è facoltativo: si tratta, infatti, di un altro imperativo! È lo stesso del Signore Gesù resuscitato (cfr. Matteo 28:19). Certo dobbiamo attendere che Dio ci chiami ad una ben definita sfera di servizio, ma non dobbiamo attendere per evangelizzare (cfr. Marco 16:15 e Atti 13:1-5) 3. PREDICATE (10:7) “Predicate e dite…”. Il verbo significa semplicemente “annunciare l’Evangelo”, non necessariamente a moltitudini, ma ad individui (cfr. Giovanni 4:7). Notiamo che dice “Predicate e dite…”, spesso ci scusiamo dicendo che non sappiamo parlare; strano, però, perché siamo pronti a parlare di tante cose. Il Signore vuole semplicemente che narriamo l’opera Sua, dando la nostra testimonianza di fede (Giovanni 4:28-30). 4. DATE (10:8) Il verbo viene qui utilizzato ponendo l’enfasi sul partecipare ad altre ciò che si è ricevuto. Il concetto indica: 1.- il modo (II Corinzi 9:7): l’allegrezza e non l’interesse o addirittura il distacco; 2.- la necessità (II Re 7:8,9): non si possono tenere per sé le buone notizie. 5. AFFRETTATEVI (10:9,10,14) Ci sono molti ordini in questi versetti, ma l’idea è quella di compiere l’opera in fretta, con urgenza (Giovanni 9:4). Bisogna affrettarsi nell’opera di evangelizzazione considerando: 1.- la brevità del tempo (I Corinzi 7:29 e II Corinzi 6:2): la generazione passano, ma anche noi passiamo; 2.- l’urgenza del compito: coloro che possiamo raggiungere potrebbero sfuggirci (Proverbi 3:28; 27:1). 6. PRATICATE (10:16) Occorre praticar il messaggio annunciato: 1.- con coraggio: “pecore in mezzo ai lupi”; il riferimento è all’opposizione, sono le pecore ad essere mandate in mezzo ai lupi e non il contrario. Il coraggio proviene dalla consapevolezza che l’Agnello di Dio ha vinto per noi; 2.con prontezza: “prudenti come serpenti”, coraggiosi non vuol dire incosciente, il serpenti è perspicace nello scorgere il pericolo e nell’evitarlo, sa difendersi; 3.- con purezza: “semplici come colombe”, cioè gentili e senza frode. La sapienza dei serpenti è meramente astuzia e l’innocenza della colomba è soltanto debolezza. Combinate insieme, però, la prudenza del serpente salva i discepoli dall’esporsi inutilmente al pericolo e l’innocenza della colomba da peccaminosi espedienti per scamparli. 7. DIPENDENTE (10:17-20) Davanti agli imperativi della Scrittura tutti ci poniamo lo stesso interrogativo di Paolo (cfr. II Corinzi 2:15,16). Proprio qui è il segreto dell’evangelizzazione efficace: noi non posiamo, ma lo Spirito Santo sì. Egli è onnipotente. Se dipendiamo da Lui, ci darà forza e abilità. Non potremo mai testimoniare con la nostra forza, con le nostre sole parole, ma per mezzo dello Spirito di Dio che opera in noi. Subtitle Placeholder Con il permesso di “Cristiano d’oggi”