Che tipi di contratti caratterizzano l’impresa? - 1 • Primo modello di contratti: “contrattazione di mercato” • Il patron intrattiene rapporti di affari con l’impresa solo attraverso il contratto e NON ne è proprietario (sono quei contratti che legano l’impresa e gli stk non controllanti). • • Si parla di contrattazione di mercato non perché avvengano sempre in mercati concorrenziali, non è detto, ma perché l’unico modo che il patron ha di far rispettare il contratto sta nella forza stessa del contratto (quindi invocando la vincolatività di quanto scritto nel contratto), o minacciando di risolverlo e rivolgersi nuovamente al mercato Che tipi di contratti caratterizzano l’impresa? - 2 Contratti fra l’impresa e i patron proprietari. Diremo quindi “contesto di proprietà”. In questo caso il patron gode di una opzione aggiuntiva rispetto alle precedenti, che consiste nella possibilità di provare a controllare direttamente l’impresa attraverso i meccanismi interni di governance Esempio • Una cooperativa di lavoro, ottiene mano d’opera all’interno di un modello contrattuale basato sul contesto proprietario, e ottiene tutti gli altri fattori con contratti di mercato • Se un’impresa non fosse posseduta da alcuna categoria di patron, allora acquisterebbe tutti i fattori produttivi attraverso contrattazione di mercato • Per quanto possibile in teoria, questa soluzione rischia di rivelarsi alquanto inefficiente infatti: • La contrattazione di mercato rischia di rivelarsi alquanto costosa, specialmente in presenza di “fallimenti di mercato” (per esempio in casi di monopolio o monopsonio) Caratteristiche della contrattazione di mercato • In casi in cui esistano queste forme di fallimento, i costi legati alle transazioni possono essere ridotti lasciando che il soggetto acquirente sia proprietario del soggetto venditore o viceversa Caratteristiche della contrattazione di mercato • La riduzione di questi costi può quindi essere un elemento importante per l’attribuzione di proprietà : • NON attribuire la proprietà dell’impresa a nessun patron significa precludersi l’opportunità di vedere ridotti alcuni costi che altrimenti l’impresa deve sostenere. • Inoltre, attribuirla a una categoria di patron per cui questi costi sono bassi e non a una categoria per cui i costi sono alti significa rinunciare a una opportunità • Per ciascuna impresa possiamo quindi chiederci quale sia l’”attribuzione di proprietà che comporta il minor costo”: ossia quella che minimizza i costi totali connessi ai rapporti contrattuali tra l’impresa e i suoi patron • A parità di altre condizioni, i costi saranno minimizzati se la proprietà è assegnata a quella classe di patron per i quali i problemi connessi alla contrattazione di mercato - ossia i costi delle imperfezioni di mercato – sono più gravosi • Per esempio, se l’impresa opera in condizioni di monopolio naturale verso i propri clienti, ma ottiene il capitale, la mano d’opera, le materie prime in condizioni concorrenziali, allora è probabile che i costi totali vengano minimizzati quando la proprietà è assegnata agli stessi clienti (questo spiega perché un largo numero di compagnie rurali di fornitura elettrica negli USA sono di proprietà dei clienti/consumatori) Esistono altri costi rilevanti oltre ai costi della contrattazione di mercato? • Se la risposta fosse negativa, allora potremmo focalizzarci esclusivamente sui costi connessi alla contrattazione di mercato • Tuttavia, una volta che una classe di patron è proprietaria dell’impresa, esistono dei costi connessi alla proprietà Costi connessi alla proprietà Sono costi connessi alla governance: 1. Connessi all’assunzione di decisioni collettive tra i proprietari, 2. Connessi al controllo della dirigenza (in caso di distinzione fra proprietà e controllo) 3. Inoltre esiste il costo connesso all’assunzione di rischio che si associa al diritto agli utili Cosi come accade per i costi connessi alla contrattazione di mercato, anche questi costi connessi alla proprietà dell’impresa possono variare a seconda delle categorie di soggetti che sono proprietari) Costi connessi alla proprietà • Alcuni patron possono trovarsi in una posizione migliore in termini di possibilità doi coordinarsi per prendere delle decisioni collettive • Alcuni possono sopportare meglio il rischio connesso all’attività d’impresa • Di conseguenza sia i costi di contrattazione sia i costi connessi alla proprietà vanno considerati quando bisogna stabilire o capire quale classe di patron controlla l’impresa: L’attribuzione di proprietà di minor costo è quella che minimizza complessivamente: a) i costi legati alla contrattazione di mercato per i patron non proprietari; b) i costi di proprietà per quella classe di patron che sono proprietari Sopravvivenza • In teoria nel lungo periodo le forme organizzative in grado di minimizzare la somma delle due categorie di costi considerate dovrebbero sopravvivere e affermarsi nei vari settori per due meccanismi: 1. Imitazione 2. Selezione del mercato Questo può rappresentare una sorta di test per la verifica della teoria, anche se una serie di fattori possono inficiare questo test (sussidi pubblici o speciali regolamentazioni) Quali tipi di costi considerare nel calcolo? • Quando i patron valutano l’opportunità di essere proprietari dell’impresa (e quando quindi si calcola quali costi sono rilevanti perché si affermi un’impresa o un’altra) non sono rilevanti solo i costi di carattere squisitamente economico • Con il termine “costo” si intenderanno tutti gli interessi e i valori su cui influiscono i rapporti contrattuali posti in essere tra l’impresa e i suoi patron • Per esempio, costi rilevanti per i lavoratori potrebbero riguardare il mancato coinvolgimento nella mission dell’impresa • Quindi minimizzazione dei costi sta qui per: situazione nella quale non esiste una allocazione alternativa che possa porre una qualche classe di patron in una posizione migliore, secondo la loro valutazione soggettiva, senza peggiorare la condizione di qualche altra classe di patron in misura maggiore rispetto al miglioramento goduto dalla prima • Poiché qualsiasi costo imposto ai patron dovrebbe essere nel lungo periodo compreso nelle condizioni contrattuali che legano l’impresa agli stessi patron, allora la forma organizzativa che minimizza i costi complessivi dei patron dovrebbe anche risultare quella efficiente in termini di conduzione dell’impresa stessa. Problemi connessi alla contrattazione di mercato • Potere di mercato • Potere di mercato ex post • Asimmetrie informative Potere di mercato • Spesso a causa di economie di scala o di altri fattori (es creazione di cartelli o regolamentazioni) l’impresa si trova ad avere potere di mercato verso una o più classi di patron. In questo caso, per evitare speculazioni di prezzo, a questi patron conviene essere proprietari dell’impresa Esempi • Monopolio: le imprese possono godere di potere di monopolio verso i loro clienti (e questo è uno dei classici esempi che possono far capire le ragioni che possono portare alla nascita di cooperative di consumatori) • Monopsonio: (potere di mercato vs i fornitori) spesso può spiegare la presenza di cooperative agricole di produzione (dove i soci forniscono materie prime come latte) • Più precisamente, divenendo proprietari di un impresa che detiene potere di mercato, i clienti possono evitare due tipi di costi : - Pagamento del prezzo di monopolio - sottoconsumo di beni e servizi dovuto al prezzo elevato Costo connesso al prezzo elevato • Il primo dei due costi, probabilmente il più rilevante per i consumatori, riguarda un problema “privato” distribuzione e non concerne aspetti sociali Sottoconsumo di beni o servizi • Il costo sociale è il secondo, infatti riducendo il prezzo, aumenta la quantità venduta e si aumenta il surplus totale prodotto N. G. Mankiw, PRINCIPI DI ECONOMIA 4/E, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2007 Potere di mercato ex post (effetto lock-in) • Si verifica in presenza di due circostanze: Quando per poter concludere un contratto con l’impresa il patron deve fare notevoli investimenti specifici e la relazione contrattuale sia prolungata nel tempo così da inglobare situazioni non previste/prevedibili e quindi non contrattabili al momento dell’investimento. Cosa accade? • Che il patron rischia di essere vincolato con l’impresa perdendo l’opportunità di uscire dal mercato a costo zero (ecco l’effetto lock in) qualora l’impresa cerchi di abusare del suo potere in termini di discrezionalità nel contratto Esempio di una simile situazione • Si pensi a un lavoratore. Quando entra sul mercato può avere più di una offerta. • Col passare del tempo il lavoratore fa investimenti specifici: • in impresa si specializza in certe mansioni, in modo che la sua professionalità è divenuta particolarmente specifica in relazione a quell’impresa (e la sua disponibilità/capacità di acquisire nuove nozioni può essere ridotta). • investimenti “personali” importanti nella comunità in cui lavora (scuola dei figli ecc.). Investimenti che non possono essere recuperati qualora lasci la comunità • Sostanzialmente quello che accade è che col passare del tempo diviene sempre più costoso (professionalmente e personalmente) cambiare lavoro • In casi di qualsiasi relazione di ricontrattazione che si viene a creare fra datore di lavoro e lavoratore, (rinnovi contrattuali ecc.) il datore di lavoro ha quindi la possibilità di fare leva su questi “vincoli” del lavoratore offrendogli uno stipendio semplicemente sufficiente affinchè il lavoratore non cambi lavoro e quindi appropriandosi del valore degli investimenti professionali fatti dal lavoratore sul posto di lavoro Investimenti specifici • Sapendo ciò, un lavoratore potrebbe cercare di ottenere all’inizio un salario di partenza più elevato (in modo tale da essere compensato in caso di successivi comportamenti opportunistici), o non entrare in una impresa che non sia in grado di garantirlo rispetto a possibili comportamenti opportunistici • Inoltre, una volta entrato, il lavoratore potrebbe non essere indotto a fare investimenti in modo ottimale nell’impresa (ad esempio impegnandosi ad acquisire conoscenze specifiche o a comprare casa nel quartiere perfetta per la sua famiglia ma difficile da rivendere ecc.). Questi sono tutte ovviamente situazioni non ottimali Effetto lock-in • Questa situazione e le sue conseguenze vanno sotto il nome di: effetto lock-in • Può essere mitigato attribuendo la proprietà dell’impresa a quei patron che più soffrono di questi problemi (es. lavoratori) Rischi di un contratto a lungo termine • Sono frequenti le situazioni in cui le imprese e i suoi patron sono incentivati a concludere contratti di lungo termine • Da un lato mettono al riparo da una serie di rischi (ad esempio quelli connessi a ricontrattazioni data l’esistenza di investimenti specifici) • Dall’altro lato sottopongono ad altri tipi di rischi legati all’incompletezza contrattuale e al cambio delle condizioni nel corso della durata del contratto (es. mutui a tasso fisso e se le condizioni cambiano tanto in modo imprevedibile? Si è soggetti ai capricci dell’inflazione ecc.) • Se i patron che vorrebbero stilare questi contratti sono proprietari dell’impresa, evidentemente questi rischi sono internalizzati Asimmetrie informative • Se esiste un vantaggio informativo da parte di una delle due parti (quando l’informazione non è ugualmente condivisa dai soggetti coinvolti, ma una delle parti possiede un vantaggio informativo), quando si vuole stilare un contratto, bisogna considerare la possibilità di due tipi di problemi: • Selezione avversa e azzardo morale • SELEZIONE AVVERSA (opportunismo pre-contrattuale) : si verifica quando una delle parti, al momento di concludere l’accordo, non è in grado di osservare importanti caratteristiche relative all’altra parte o al bene oggetto della transazione. Esempi • Tipicamente è l’impresa che prima della vendita conosce meglio dei clienti le caratteristiche dei beni che sta per vendere (l’effettiva qualità ecc.) • Ciò è particolarmente vero quando i beni o i servizi venduti sono particolarmente complessi e di difficile verificabilità • L’impresa (se assumiamo l’opportunismo…) è incentivata a erogare prestazioni di qualità inferiore a quella promessa • I clienti non fidandosi dell’impresa, penseranno che l’impresa offrirà la prestazione più bassa disponibile e saranno quindi disposti a pagare solo il prezzo corrispondente a quel tipo di prestazione. • Il risultato è una contrattazione inefficiente e un fallimento vero e proprio del mercato dove rimangono solamente i prodotti (o servizi di qualità più scadente) • Es. classico: il mercato dei bidoni (auto usate) • Soluzioni: inviare dei segnali: es garanzie per le auto (5 anni e 75000 Km) o tentare di sviluppare una reputazione (processo di lungo periodo e complesso) • In questi casi assegnare la proprietà a quali patron può attenuare il problema? • Esempio del foraggio commerciale e fertilizzanti negli anni ’20. I contadini non erano in grado di verificarne la qualità che infatti era piuttosto bassa Nascita di cooperative che producessero e distribuissero tali prodotti • AZZARDO MORALE (opportunismo post-contrattuale): si verifica quando alcune azioni che avvengono dopo avere stipulato il contratto non sono osservabili e quindi una delle due parti può agire perseguendo i propri interessi senza che l’altro ne sia a conoscenza. Azzardo morale • In questo caso potrebbero essere i patron ad avere informazioni maggiori dell’impresa • Ad esempio fra impresa (posseduta da investitori in capitale) e lavoratori. • (i lavoratori conoscono meglio di chi li assume l’effettivo rendimento che possono avere una volta firmato il contratto; le assicurazioni rispetto al comportamento dei loro assicurati) • In tutti questi casi, i patron possono essere incentivati ad agire opportunisticamente e, prevedendo ciò, le imprese alzeranno i costi (i costi delle polizze assicurative o abbasseranno i salari per bilanciare l’assunzione di possibili lavoratori fannulloni). • Attribuendo la proprietà dell’impresa a questi patron si riduce il rischio di comportamento opportunistico migliorando anche le condizioni a cui questi stessi patron possono “rifornirsi” o comunque contrattare con l’impresa Contrattazione strategica connessa alle asimmetrie informative • La dirigenza di un’impresa è normalmente in possesso di informazioni migliori sulle strategie dell’impresa di quelle in possesso dei suoi patron (che potrebbe non essere incentivata a trasferire ai loro patron). • Al tempo stesso, i patron di un’impresa sono in possesso di informazioni sulle proprie preferenze rispetto al comportamento dell’impresa che possono non essere incentivati a trasferire all’impresa Cosa implica? • In presenza di informazioni riservate di questo tipo, un considerevole ammontare di tempo e sforzi può andare perduto in fase di contrattazione • La proprietà dell’impresa da parte di quei patron che maggiormente possono ostacolare le fasi della contrattazione per timore del non possesso di corrette informazioni può favorire l’attività d’impresa L’assenza di informazioni sulle preferenze dei patron crea altri problemi • Ad esempio: • Cosa preferiscono i lavoratori fra salari a base fissa, benefit e comfort sul luogo di lavoro? • Qual è la combinazione preferita fra sicurezza sul lavoro, velocità di produzione e salario elevato? • I lavoratori possono essere singolarmente incentivati a distorcere le loro dichiarazioni (ad esempio ad enfatizzare l’aspetto a cui maggiormente tengono) • Inoltre il management sapendo che i lavoratori potrebbero distorcere le loro dichiarazioni potrebbe essere portato a non credere in ogni caso ai lavoratori non utilizzando quindi le loro informazioni • Ciò genera ovviamente inefficienze sono eliminate per quella classe di patron che ha la proprietà Costi non materiali • I contratti nel contesto del mercato rappresentano generalmente l’espressione di “forze antagoniste” (es. quando i patron lavoratori cedono la forza lavoro ercano di ottenere il massimo dall’impresa di proprietà di altri patron) • I “costi” di questa contrattazione caratterizzata da aspetti di opposizione (riguarda anche i fornitori ad esempio) che sono costi anche non materiali (clima di diffidenza, costi psicologici ecc.) potrebbero essere evitati in caso del contesto di proprietà: • I patron che si trovano a relazionarsi con l’impresa in contesto di proprietà (perché ne sono proprietari) non avranno specificamente questi costi legati a fenomeni di antagonsimo • Inoltre essere prorpietari può produrre utilità tratte dal fatto di partecipare alla governance dell’impresa (utilità procedurale) per il fatto stesso di avere la responsabilità delle decisioni • Attribuire la proprietà ai patron che maggiormente valutano questi aspetti (eliminazione dell’opposizione con l’impresa nella stipula del contratto e valore attribuito all’utilità procedurale) riduce i costi complessivi relativi all’impresa e ai suoi patron Soluzione alternativa ai costi di contrattazione • Una soluzione alternativa al fatto che sono i patron a divenire proprietari dell’impresa potrebbe essere che sia l’impresa a “divenire proprietaria” dei patrons (integrazione) • Ad esempio il problema di un’impresa i cui patron hanno incentivi a non rivelare le loro preferenze potrebbe essere risolto rendendo l’impresa proprietaria dei patron (es internalizzando alcuni processi che eliminino certi fornitori) • Tuttavia questa soluzione non è efficiente in tutte le situazioni e lo schema di ragionamento fino a ora applicato resta intatto. • Ad esempio, il caso di una cooperativa di approvvigionamento all’ingrosso che è costituita da commercianti al dettaglio, potrebbe essere risolta all’inverso con un grossista che possiede tanti negozi al dettaglio. Ciò spesso accade, ma possono esservi inefficienze legate a diseconomie di scala o inefficienze ad esempio sociali (si crea un monopolio)