Istituzioni di linguistica
a.a.2013-2014
Federica Da Milano
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Linguaggio e cervello
Neuropsicologia e linguaggio
Neuropsicologia: studio della relazione tra
fenomenologia e basi nervose delle funzioni
cognitive
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
Corballis, M. (2008), Dalla mano alla bocca. Le
origini del linguaggio. Milano, Cortina
Tomasello, M. (2009), Le origini della
comunicazione umana . Milano, Cortina
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
“…se vogliamo capire come gli esseri umani comunicano tra loro
usando una lingua, e come questa competenza possa essere
nata nel corso dell’evoluzione, dobbiamo capire prima come gli
umani comunicano tra di loro usando i gesti naturali. E, per
essere più precisi: la mia ipotesi evoluzionistica sarà che le
prime forme unicamente umane di comunicazione sono state
l’additare e il mimare. L’infrastruttura sociocognitiva e
sociomotivazionale che ha permesso queste nuove forme di
comunicazione ha agito poi come una specie di piattaforma
psicologica sulla quale i vari sistemi di comunicazione linguistica
convenzionale sono stati costruiti” (Tomasello)
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
“Additare e mimare sono stati dunque i punti critici di
passaggio nell’evoluzione della comunicazione
umana, e in essi è già contenuta ab initio la
maggior parte delle forme tipicamente umane di
cognizione e motivazione sociale richieste per
la successiva creazione dei linguaggi
convenzionali” (Tomasello)
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
“La comunicazione umana è quindi un’impresa
sostanzialmente cooperativa, che funziona nel modo
più naturale e senza intoppi entro il contesto di (1) un
terreno concettuale comune reciprocamente posto e
(2) motivazioni comunicative cooperative
reciprocamente poste. La natura fondamentalmente
cooperativa della comnicazione umana è, come è noto,
l’intuizione fondamentale di Paul Grice”
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
“E che dire del linguaggio? La nostra ipotesi è che le
convenzioni linguistiche arbitrarie possono essere nate
nel corso dell’evoluzione solo in un contesto di attività
di collaborazione, coordinate da forme naturali di
comunicazione gestuale, in cui i partecipanti
condividevano intenzioni e attenzione. I linguaggi
convenzionali (prima dei segni, poi vocali) sorsero
dunque ‘cavalcando’ quei gesti già ben consolidati,
sostituendo alla naturalità dell’additare e del mimare
una storia di apprendimento sociale condiviso”
(Tomasello)
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
Corballis: la prima forma di comunicazione era costituita da
componenti manuali e da espressioni facciali
Nel corso del tempo si sono aggiunti i suoni e l’articolazione
vocale è stata usata per rinforzare i gesti manuali, non
per sostituirli
Solo con homo sapiens (circa 50000 anni fa) la lingua
vocale si è stabilizzata, scoprendo di poter fare a meno
dei gesti
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
La sintassi sarebbe nata con i gesti per poi trasferirsi
alla lingua vocale
Linguaggio gestuale > linguaggio vocale: non
transizione improvvisa, ma co-evoluzione lunga
e complessa
somiglianze
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
Inizialmente, gli elementi gestuali della comunicazione del
bambino sono più comprensibili di quelli vocali
Dai 9 mesi, gesti usati intenzionalmente:
- tendere verso oggetti con gesto di apertura chiusura del
palmo della mano per RICHIEDERE, guardando
contemporaneamente l’adulto
- MOSTRARE o DARE un oggetto sul quale il bambino
vuole richiamare l’attenzione
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
Gesto e parola portatori di due significati diversi -->
combinazioni supplementari
A 2 anni circa: la modalità vocale prevale su quella
gestuale, che però non scompare
La lingua dei segni
Bambino esposto a lingua dei segni: bambino udente
o sordo con almeno un genitore sordo segnante
Bambino in grado di combinare due gesti
rappresentativi o due segni
Tempi di acquisizione analoghi per lingua vocale e
lingua dei segni
La lingua dei segni
In passato:
in famiglia o in istituto
Dagli inizi dell’Ottocento, in Italia: istituti per sordi retti da
ordini religiosi
Congresso di Milano e metodo ‘oralista’
Anni sessanta del Novecento: classi speciali per sordi in
scuole ordinarie
Legge 517/1977: inserimento dei bambini con handicap nella
scuola dell’obbligo
Minore possibilità per i bambini sordi di apprendere la lingua
dei segni
La lingua dei segni
Oggi:
Genitori non udenti ≠ genitori udenti
Metodo bimodale (introdotto in Italia agli inizi degli anni
ottanta da logopedisti): italiano accompagnato da segni
per le parole di contenuto (italiano segnato, IS) e
dattilogia (alfabeto manuale) per articoli, preposizioni,
desinenze (Italiano segnato esatto, ISE)
La lingua dei segni
Legge 5 febbraio 1992 n.104: le famiglie possono richiedere,
dal nido alla scuola superiore, un assistente alla
comunicazione per il proprio figlio sordo che usa la LIS
Esistono poche scuole in Italia dove si adotta esplicitamente
un modello di educazione bilingue italiano-LIS
coinvolgente udenti e sordi
Es. scuola materna ed elementare dell’Istituto di via
Nomentana a Roma; Circolo didattico di Cossato,
Biella
I gesti
“Linguaggi iconici e gestuali, calcoli e linguaggi di ‘parata’ e
imitazione, codici convenzionali rudimentali e vasti e
vari patrimoni segnici delle grandi lingue di cultura,
linguaggi logici e balbettii, ammiccamenti, elaborati
simbolismi, ci legano al mondo, sono il nostro
orizzonte, proiezione del bisogno di socialità e
comunione che rechiamo, non unici, entro la nostra
matrice biologica” (De Mauro)
La lingua dei segni
- doppia articolazione
Lingue vocali: prima articolazione → morfemi
Seconda articolazione → fonemi
Lingue dei segni:
i) luoghi; ii) configurazioni della mano; iii)
orientamenti della mano; iv) tipi di movimento
Cheremi: paragonabili alle unità di seconda
articolazione (fonemi) delle lingue vocali
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
Nascita del linguaggio articolato: 30-50 mila anni
fa
Negli ultimi 50 mila anni nessuna mutazione
genetica rilevante
Abbassamento della posizione della laringe nel
tratto vocale
L'uomo sembra possedere una sorta di istinto
all'uso del linguaggio articolato
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
La voce umana, specie quella materna, viene
percepita, riconosciuta e memorizzata dal feto
già all'interno dell'utero
Entro il primo anno di vita gli esseri umani sono
potenzialmente pronti a discriminare e ad
apprendere tutte le lingue umane
L'uomo possiede un apparato uditivo
preprogrammato geneticamente alla
discriminazione di caratteristiche distintive dei
suoni del linguaggio, ma l'esperienza è decisiva
per lo sviluppo e la messa in atto delle
potenzialità linguistiche
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
A livello filogenetico l'abbassamento della laringe
è stato determinante per la capacità di produrre
e modulare i complessi suoni necessari al
linguaggio.
A livello ontogenetico questo processo ha luogo
entro i primi 11-18 mesi.
Filogenesi e ontogenesi del
linguaggio
Dai 6 ai 9 mesi il bambino può produrre un
repertorio di suoni che comprende tutta la
gamma posseduta dall'uomo ed è teoricamente
in grado di usare tutte le lingue del mondo
Da 9 mesi a 1 anno la gamma dei suoni si
restringe
Discriminazione e produzione dei suoni del
linguaggio sono capacità tra loro interdipendenti
Meccanismi alla base
dell'apprendimento del linguaggio
articolato
- fenomeno del 'contagio'
La capacità di imitare comportamenti facciali complessi è
innata
Istinto sociale basato su uno schema imitativo complesso
codificato nella specie umana a livello genetico
'teoria motoria della decodificazione del linguaggio':
durante l'ascolto di un parlante il soggetto ripete
internamente a livello motorio quanto sta ascoltando
Neuroni specchio
Meccanismi alla base
dell'apprendimento del linguaggio
articolato
- comportamento ecolalico: ripetizione di parole o
frasi, senza che queste siano necessariamente
comprese
- l'accomodazione vocale: tendenza a rendere la
propria espressione verbale sempre più simile
alle caratteristiche vocali dell'interlocutore
- sensibilità al ritmo
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lezioneb - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione