Wellerismi [da Sam Weller, personaggio dickensiano nei Pickwyck Papers (1836)] Il wellerismo è un detto sentenzioso o un proverbio, di solito presentato in forma di citazione (quindi introdotto con le parole disse ..., come disse...), attribuito a un personaggio storico o immaginario, con tono solenne ma soprattutto ironico e scherzoso. Qualche esempio: • Disse San Bruno: “una volta per uno” • “E anche questa è fatta”, disse quello che ammazzò la moglie • “Quant’è bella la pulizia”, disse il carbonaio. Cronotopo della vicenda nella Mandragola La vicenda si finge accaduta • a Firenze (cfr. Prologo, strofa I) • nel 1504: infatti Callimaco (I 1) dichiara di essere rimasto in Francia vent’anni, da quando ne aveva dieci; e che dieci ne sono passati dalla discesa in Italia di Carlo VIII (1494). N.B. il 1504 è l’anno in cui Machiavelli tenta invano di far approvare l’istituzione della milizia cittadina e nazionale. Machiavelli confuta Livio in merito al ruolo effettivo di Lucrezia nella storia romana (Discorsi III 5) [4] Non fu adunque cacciato costui [Tarquinio] per avere Sesto suo figliuolo stuprata Lucrezia, ma per avere rotto le leggi del regno e governatolo tirannicamente, avendo tolto al Senato ogni autorità e ridottola a sé proprio; e quelle faccende che ne’ luoghi publici con sodisfazione del Senato romano si facevano, le ridusse a fare nel palazzo suo con carico e invidia sua, talché in breve tempo gli spogliò Roma di tutta quella libertà ch’ella aveva sotto gli altri re mantenuta. [5] Né gli bastò farsi inimici i Padri, che si concitò ancora contro la Plebe, affaticandola in cose mecaniche e tutte aliene da quello a che gli avevano adoperati i suoi antecessori. [6] Talché, avendo ripiena Roma di esempli crudeli e superbi, aveva disposto già gli animi di tutti i Romani alla ribellione, qualunque volta ne avessono occasione. [7] E se lo accidente di Lucrezia non fosse venuto, come prima ne fosse nato un altro, arebbe partorito il medesimo effetto; perché se Tarquinio fosse vissuto come gli altri re, e Sesto suo figliuolo avessi fatto quello errore, sarebbono Bruto e Collatino ricorsi a Tarquinio per la vendetta contro a Sesto, e non al Popolo romano. La tenzone di sonetti tra Dante e Forese: il primo scambio Chi udisse tossir la mal fatata moglie di Bicci vocato Forese, potrebbe dir ch’ell’ha forse vernata ove si fa ’l cristallo in quel paese. Di mezzo agosto la truovi infreddata; or sappi che de’ far d'ogni altro mese! E non le val perché dorma calzata, merzé del copertoio c’ha cortonese. La tosse, ’l freddo e l'altra mala voglia no l’addovien per omor ch’abbia vecchi ma per difetto ch’ella sente al nido. Piange la madre, c’ha più d'una doglia, dicendo: “Lassa, che per fichi secchi messa l’avre’ ’n casa del conte Guido!”. L’altra notte mi venne una gran tosse, perch’i’ non avea che tener a dosso; ma incontanente che fu dì, fui mosso per gir a guadagnar ove che fosse. Udite la fortuna ove m’addosse: ch’i’ credetti trovar perle in un bosso e be’ fiorin coniati d’oro rosso; ed i’ trovai Alaghier tra le fosse, legato a nodo ch’i’ non saccio ’l nome, se fu di Salamone o d'altro saggio. Allora mi segna’ verso ’l levante: e que’ mi disse: “Per amor di Dante, scio’mi”. Ed i’ non potti veder come: tornai a dietro, e compie’ mi’ viaggio. Gli ordini mendicanti secondo Machiavelli (Discorsi III 1) Ma quanto alle sètte, si vede ancora queste rinnovazioni essere necessarie, per lo esemplo della nostra religione, la quale, se non fossi stata ritirata verso il suo principio da Santo Francesco e da Santo Domenico sarebbe al tutto spenta. Perché questi, con la povertà e con lo esemplo della vita di Cristo, la ridussono nella mente degli uomini, che già vi era spenta: e furono sì potenti gli ordini loro nuovi, che ei sono cagione che la disonestà de' prelati e de' capi della religione non la rovinino; vivendo ancora poveramente, ed avendo tanto credito nelle confessioni con i popoli e nelle predicazioni, che ci danno loro a intendere come egli è male dir male del male, e che sia bene vivere sotto la obedienza loro, e, se fanno errore, lasciargli gastigare a Dio: e così quegli fanno il peggio che possono, perché non temono quella punizione che non veggono e non credono. Ha, adunque, questa rinnovazione mantenuto, e mantiene, questa religione. Burchiello e Michelangelo Buonarroti: autoritratti Son diventato in questa malattia, Come un graticcio da seccar lasagne; L'un viso agro sospira, e l'altro piagne Sì son duro in sul far la cortesia. Sento cadermi, andando per la via, Le polpe dietro giù nelle calcagne, E le ginocchia paian due castagne Sì son ben magre, da far gelerìa; Fuoco ho il fegato, e diaccio la sirocchia, Tosso, sputo, anso, e sento di magrana; E 'n corpo mi gorgoglia una ranocchia. Cresciuta m'è un palmo la fagiana, E scemato un sommesso la pannocchia, Nol trovo, essi smarrito infra la lana; Non mi dà più mattana; Erbolaio è, non istrologa piùe, E pisciomi fra i peli, come il bue. I’ ho già fatto un gozzo in questo stento, coma fa l'acqua a’ gatti in Lombardia o ver d'altro paese che si sia, c'a forza ‘l ventre appicca sotto ‘l mento. La barba al cielo, e la memoria sento in sullo scrigno, e ‘l petto fo darpia, e 'l pennel sopra 'l viso tuttavia mel fa, gocciando, un ricco pavimento. E' lombi entrati mi son nella peccia, e fo del cul per contrapeso groppa, e ' passi senza gli occhi muovo invano. Dinanzi mi s'allunga la corteccia, e per piegarsi adietro si ragroppa, e tendomi com'arco sorïano. Però fallace e strano surge il iudizio che la mente porta, ché mal si tra' per cerbottana torta. La mia pittura morta difendi orma', Giovanni, e 'l mio onore, non sendo in loco bon, né io pittore. Modi di dire popolari, fiorentinismi e wellerismi nelle battute di messer Nicia [1] Io mi spicco mal volentieri da bomba (I 2) Lascio malvolentieri casa mia, la mia città Alle guagnèle (II 2) “Per i Vangeli” [come approvazione] … ho più fede in voi che gli Ungheri nello Spano* (II 2) *Filippo Buondelmonte, in Ungheria fatto conte (ispan) di Temesvar … ho cacato la curatella per imparare due hac (II 3) Ho fatto tanta fatica per studiare legge Potta di san Puccio! Accipicchia. Riferimento a Decam. III 4? … se io non glielo dico, lo tradisco, e è caso Gli Otto di Balia erano i magistrati che, a da Otto (II 6) Firenze, esercitavano la giustizia penale Modi di dire popolari, fiorentinismi e wellerismi nelle battute di messer Nicia [2] [Torniamo subito -> Torna subito] Come disse la botta all’erpice! (III 6) Botta = rospo -> figuriamoci se tornano… … bisognava m’impeciassi gli orecchi come el Danese*(III 7) *Uggierii, personaggio della tradizione cavalleresca, si tura le orecchie per non udire le urla di un saraceno indemoniato … m’hanno qui posto come uno zugo a piviolo (III 7) Mi hanno lasciato qui come una frittella infilzata nello stecco E se non che la madre le disse el padre del porro, la non entrava in quel letto (IV 8) Sostrata ha richiamato Lucrezia, spiegandole come stanno le cose (ma anche in senso osceno): cfr. DEC. IV Intr..