Il concetto di intenzionalità
Il significato non esiste se non vi è un’intenzione comunicativa
Atteggiamento intenzionale = predisposizione naturale a interpretare
l’azione di qualsiasi entità come se fosse pianificata in modo
consapevole e come se fosse dotata di un’intenzione, regolata da un
sistema di credenze, desideri e scopi (Dennett)
1
In psicologia, due significati di intenzionalità:
a) Intenzionalità = proprietà essenziale della conoscenza umana in
quanto coscienza di qualcosa (Brentano); questa “direzionalità”
degli stati mentali verso qualche aspetto del mondo fenomenico
valorizza il senso etimologico di intenzione come “in-tendere”
(“tendere verso”)
b) Intenzionalità = proprietà di un’azione compiuta in modo deliberato,
volontario e “di proposito” per raggiungere un certo scopo; tale
azione ricade nell’ambito della propria responsabilità consapevole e
diventa oggetto di sanzione morale in termini di approvazione o
punizione
2
In entrambi i significati l’intenzionalità è una proprietà di certi (non tutti)
stati mentali
Intenzione
(condotta diretta al raggiungimento di uno scopo)
Intenzione antecedente
Intenzione-in-azione
“volontà e proposito di fare
delle cose”; progettazione e
pianificazione di un’azione per
il conseguimento di uno scopo
capacità di intervenire in modo
intenzionale in una circostanza
imprevista o, comunque, non
pianificata
3
L’elaborazione di intenzioni richiede una condizione di coscienza
Consapevolezza delle proprie percezioni nel “qui
e ora” (consapevolezza percettiva) e dei propri
pensieri (consapevolezza cognitiva)
Coscienza
Funzione di riflessione sui propri processi mentali
attraverso l’introspezione (consapevolezza
metacognitiva e introspettiva)
Condizione di vigilanza focalizzata contrapposta
a uno stato inconscio (funzione di monitoraggio e
di controllo)
4
Intenzionalità e desiderio
Somiglianze
• Disposizioni anticipatorie in grado di attivare la condotta del soggetto
• Non sono né vere né false, ma possono essere soddisfatte da certe
condizioni della realtà
• Sono il “motore” motivazionale dell’azione dell’organismo
Differenze
• Il desiderio è soddisfatto non appena è raggiunto il risultato desiderato
• Le intenzioni sono soddisfatte solo se producono le azioni che conducono
al risultato che si intende raggiungere
• L’intenzione è autoreferenziale; il suo contenuto proposizionale non è
[succede x] o [faccio x], ma [faccio x per soddisfare la mia intenzione]
5
Intenzionalità e credenza
Intenzioni

Credenze
conoscenze idonee a rappresentare la realtà a livello cognitivo

Scelta
la scelta è di ordine superiore e l’intenzione è un sottoinsieme di ciò che uno
sceglie, in quanto costituisce il risultato di una scelta
6
Il concetto di intenzionalità
Gioco reciproco fra i partecipanti, caratterizzato da un
processo di “intenzionalizzazione” (manifestazione di una
data intenzione da parte del parlante) e da un processo di
“re-intenzionalizzazione” (interpretazione dell’intenzione da
parte del destinatario) [Anolli e Ciceri]
7
Informazione e comunicazione
Informazione
Comunicazione
senza la presenza di un
comportamento intenzionale
reciproco il messaggio è
soltanto informativo e non
comunicativo; quindi, la frase ha
solamente un valore informativo
lo scambio comunicativo
avviene solo se il messaggio è
prodotto intenzionalmente dal
parlante ed è riconosciuto e
interpretato intenzionalmente dal
destinatario
8
L’intenzione comunicativa da parte del parlante
I livelli di intenzione
Il soggetto ha l’intenzione globale di comunicare qualcosa a un
destinatario, in modo più o meno unitario e coerente
Grice
“ciò che è detto” (what is said) = intenzione
informativa (rendere manifesto al destinatario
un determinato contenuto)
“ciò che si intende dire” (what is meant) =
intenzione comunicativa (m-intention: rendere
consapevole il destinatario di qualcosa di cui
non era prima consapevole)
9
Intenzione comunicativa = rendere reciprocamente manifesto al
destinatario e al parlante che il parlante ha una determinata
intenzione informativa (Sperber e Wilson)
Principio dell’intenzione primaria = intenzione referenziale,
ovvero intenzione di fare riferimento a determinati aspetti della
realtà che sono oggetto dello scambio comunicativo (Jaszczolt)
Intenzione globale = intenzione unitaria di voler comunicare
qualcosa da parte di un comunicatore a un destinatario
10
La gradualità dell’intenzione comunicativa
Gradualità intenzionale: consente ai partecipanti di mettere regolarmente
a fuoco e di calibrare i diversi atti comunicativi nel corso delle interazioni della
vita quotidiana
• Forza dell’intenzione: è direttamente proporzionale all’importanza
dei contenuti e delle informazioni trasmesse, alla rilevanza
dell’interlocutore e alla natura del contesto
• Processo di messa a fuoco, puntualizzazione e calibrazione del
messaggio prodotto
11
•
Gerarchia delle intenzioni: un singolo atto comunicativo può essere
governato da una pluralità di intenzioni, incapsulate una nell’altra e
disposte in modo gerarchico
•
Principio della “pars pro toto”: nella produzione di un atto comunicativo
il parlante può esprimere soltanto una parte dei suoi contenuti mentali
•
Opacità intenzionale
• L’intenzione comunicativa, concretizzata in una frase o in un
gesto, è limitata, parziale e sfumata
• Lavoro inferenziale da parte del destinatario
• Consente di evitare il rischio della trasparenza intenzionale
12
L’intenzione comunicativa
e la sintonia semantica e pragmatica
Intenzione comunicativa e attenzione
Stretta interdipendenza fra intenzione comunicativa e attenzione
• L’attenzione consente di selezionare le informazioni più
salienti e pertinenti per l’elaborazione di un determinato atto
comunicativo
• L’attenzione sostiene il processo di messa a fuoco e di
realizzazione di una data intenzione comunicativa
13
Intenzione comunicativa e attenzione (continua)
Due tipi di processamento attentivo:
• processamento automatico: rapido, coinvolge solo la memoria a
breve termine e non richiede risorse attentive; possono svolgersi in
parallelo diversi processi automatici senza interferenze reciproche e
senza il controllo diretto del soggetto (attenzione orientata)
• processamento controllato: lento, richiede una notevole mole di
risorse attentive, si svolge in modo seriale sotto il costante controllo
diretto del soggetto (attenzione assidua)
Il passaggio dal processamento automatico a quello controllato è reso
possibile dall’esercizio attraverso l’acquisizione di abitudini
14
Intenzione comunicativa e attenzione (continua)
In base a questa distinzione
variabilità continua e flessibilità
estesa dell’intenzione comunicativa
• Livello 0 (= informazione): il soggetto non ha una precisa intenzione
comunicativa e reagisce in modo automatico a uno stimolo esterno
(processamento pre-attentivo)
• Livello 1 (= intenzioni semplici): presenza di intenzioni di primo livello che
comprendono sia atti comunicativi altamente stereotipati, sia gli scambi
comunicativi comuni e abitudinari; intervento dell’attenzione orientata
• Livello 2 (= meta-intenzione): comparsa di una intenzione di secondo livello,
in quanto il soggetto ha la consapevolezza di comunicare comunicando
(battuta di spirito, frase ironica ecc.)
15
La sintonia semantica e pragmatica (SSP)
e il significato modale
Processo che coordina in modo convergente e coerente i diversi sistemi
di significazione e di segnalazione
• In condizioni di default, qualsiasi atto comunicativo, pur essendo costituito
da diverse componenti, si presenta in modo armonioso e unitario
• Sorta di “coalizione” e fusione momentanea delle diverse parti del
messaggio, le quali concordano le une con le altre
Significato modale: significato prevalente e predominante che
assume un dato atto comunicativo in condizioni di default, quando
viene applicato il principio “assumere per garantito”
16
Il modello SSP
L’ipotesi del SSP è conforme con il modello connessionista, che
prevede un processamento distribuito parallelo (PDP) della
conoscenza
• La mente è formata da una rete complessa di connessioni che
operano in parallelo
• Un’intenzione comunicativa è vista come un pattern di attivazione
di diverse unità (di input e di output), in cui ogni unità rappresenta il
grado di presenza o di assenza di uno specifico pensiero
17
Il modello tradizionale della comunicazione
a) un’entità mentale è costituita da un’occorrenza atomica e discreta
posizionata in uno specifico indirizzo della memoria semantica
b) il significato e l’intenzione sono operanti in modo dicotomico secondo
la legge del “tutto o niente” (modello CNS)
c) un dato significato è inserito in un sistema di altri significati e simboli
18
Il modello SSP
a) un’entità mentale è costituita dal sistema di attivazione di diverse
unità dove ognuna di esse corrisponde al grado di presenza (o
assenza) di un certo significato e pensiero
b) sono possibili e realizzabili variazioni graduate e continue nella
gestione del significato e dell’intenzione comunicativa
c) il significato è l’esito del sistema di attivazione della rete
d) l’apprendimento è possibile anche a partire da singoli esempi e il
processo di generalizzazione consente di applicare il loro significato
a nuove occorrenze
19
Il modello SSP (continua)
L’ipotesi del PCC è conforme con il concetto di spazio globale di
lavoro (Baars)
L’esperienza consapevole e l’intenzione comunicativa sono il risultato
di un’attività del sistema nervoso centrale in cui i diversi meccanismi di
elaborazione delle informazioni competono fra loro per avere accesso
alla possibilità di trasmissione. Il processore che vince distribuisce
globalmente la sua informazione in tutto il sistema nervoso
20
L’intenzione comunicativa
e la generazione del messaggio
Il modello olistico-funzionale di Levelt
Le diverse unità dell’interazione comunicativa sono identificate e
categorizzate come entità globali in base alla loro funzione
Levelt
studio del processo che va dall’intenzione alla
produzione del messaggio
La comunicazione è un’attività complessa che prevede l’intervento
sinergico e convergente di diversi processi fondamentali
21
1. Concettualizzatore: elaborazione di un’intenzione,
selezione delle informazioni pertinenti, organizzazione delle
modalità con cui esprimerle. Accede a:
•
conoscenze dichiarative (o proposizionali: proposizioni
che stabiliscono una relazione fra due o più idee;
“enciclopedia delle conoscenze”)
•
conoscenze procedurali (rappresentate dalla forma SE
X, ALLORA Y; forma di “conoscenza in azione”;
concernono i modi e i procedimenti con cui sono svolti i
compiti nei diversi contesti)
22
2. Messaggio preverbale: rappresentazione mentale di quanto il
parlante intende comunicare all’interlocutore; output del
Concettualizzatore. Due fasi:
a) macropianificazione: consapevolezza ed elaborazione di una data
intenzione comunicativa, con il conseguente recupero delle varie
informazioni da manifestare
b) micropianificazione:conferisce un’adeguata forma proposizionale
a ognuna di queste parti dell’informazione e attribuisce una
prospettiva informativa a ciò che il soggetto intende comunicare
23
• Formulatore: traduce la struttura concettuale in una struttura
linguistica. Ha come input il messaggio preverbale. Due fasi:
a) codificatore grammaticale: procedure per avere accesso ai lemmi e per
realizzare la costruzione sintattica del messaggio. Produce la struttura di
superficie del messaggio
a) la struttura di superficie è sottoposta al codificatore fonologico:
individua il piano fonetico (o articolatorio) corrispondente a ogni lemma e
alla proposizione nella sua totalità
L’output del Formulatore è il piano fonetico del messaggio, ovvero il piano
per la sua articolazione
24
Il modello olistico-funzionale di Levelt (continua)
• Articolatore: procede all’esecuzione del messaggio per mezzo
della muscolatura dell’apparato respiratorio e degli altri organi
di fonazione
L’output dell’Articolatore è il discorso pronunciato
• Sistema di Comprensione del Parlato: favorisce il processo di
riattribuzione di significato ai suoni emessi attraverso un
processo di ascolto (auto-monitoraggio) dei propri enunciati
25
Il modello olistico-funzionale di Levelt (continua)
Il modello olistico-funzionale di Levelt segue una pianificazione
top-down del messaggio:
• importanza del piano e del programma cognitivo sottesi alla generazione del
messaggio, nonché dei vincoli centrali della sua esecuzione
• l’intenzione comunicativa resta al centro della produzione del messaggio e
svolge la funzione di produzione di senso (sense-making)
Limiti teorici:
• spiegazione della generazione di un messaggio come processo globale e
come attività decontestualizzata
• non spiega la variabilità e la presenza di incoerenze nella produzione dei
messaggi, poiché questi ultimi sono considerati come conformi al piano
generale
26
Il modello della gestione locale del messaggio
Nessun messaggio è pianificato né eseguito secondo un insieme
astratto e universale di regole, bensì secondo le condizioni del contesto
di riferimento (O’Keefe e Lambert)
La generazione di ogni messaggio dipende dalla capacità di gestione
locale dei pensieri e delle condizioni contestuali da parte del parlante,
in rispondenza di una data intenzione comunicativa e in riferimento a
uno specifico destinatario
27
•
Fuoco comunicativo = processo attivo di concentrazione
dell’attenzione e dell’interesse del parlante su certi aspetti
della realtà
•
È guidato da una specifica intenzione e si svolge lungo un
certo percorso comunicativo che il soggetto percorre
attraverso il campo dei propri pensieri
28
Intenzioni e strategie comunicative
Strategia comunicativa:
•
organizzazione strategica dell’atto comunicativo attraverso la
selezione dei contenuti da manifestare e delle modalità
espressive da seguire
•
scelta dell’azione comunicativa più pertinente in una certa
situazione
•
ha un carattere di contingenza (pone a confronto diverse
rappresentazioni di situazioni precedenti simili ed equivalenti
e adatta alla situazione presente il percorso ritenuto più
produttivo e consono)
29
La strategia comunicativa (continua)
•
ha carattere di novità (implica l’impegno cognitivo di
generare un percorso comunicativo ad hoc, ottimizzando le
opportunità e riducendo i vincoli)
•
implica un processo attento di calibrazione cognitiva e
affettiva del messaggio (coordinamento e regia di una
sequenza articolata di livelli comunicativi, implica il controllo
di numerosi gradi di libertà)
30
Intenzioni e strategie comunicative
Il processo di calibrazione comunicativa: è di difficile gestione,
poiché siamo in grado di conoscere il livello di forza e di efficacia di
una determinata azione comunicativa soltanto a posteriori e non a
priori
Intenzione e strategia comunicativa
Rapporto uno-a-molti: una data intenzione può trovare diversi
percorsi strategici di comunicazione e, viceversa, una data
strategia comunicativa non esprime in modo biunivoco una
corrispondente intenzione
31
L’intenzione comunicativa da parte del destinatario
L’ipotesi dell’intenzionalismo
• Psicologia del senso comune: l’intenzione manifestata dal
parlante pone dei vincoli rilevanti per il suo riconoscimento da
parte del destinatario
• Il significato di un atto comunicativo dipende dall’intenzione
del parlante; il compito del ricevente è quello di riconoscere e
di ricostruire l’intenzione di “partenza” del parlante medesimo
32
Il problema della trasparenza intenzionale
Meaning intention (o m-intention): P sa che A sa che P sa
che A sa (e così senza fine) che P ha una determinata
intenzione comunicativa; condivisione consapevole
dell’intenzione comunicativa del parlante (Grice)
Reciproca consapevolezza fra il parlante e l’interlocutore
Rischio della trasparenza intenzionale
(la comunicazione è il risultato di un’intenzione complessa
che è soddisfatta nel medesimo momento in cui è
riconosciuta dal destinatario)
33
Dalla reciprocità intenzionale
all’attribuzione di intenzione
Reciprocità intenzionale
L’obiettivo comunicativo del parlante è quello di modificare l’ambiente
cognitivo del destinatario
Per avere successo, lo scambio comunicativo dev’essere
caratterizzato non solo dalla manifestazione di un’intenzione
comunicativa da parte del parlante (m-intention), ma anche del suo
riconoscimento da parte del destinatario
34
Reciprocità intenzionale (continua)
Interazionismo simbolico (Mead)
spiega la nozione di
reciprocità intenzionale attraverso l’uso di una forma di conoscenza
detta analogia con il sé:
“Egli è come me. Di conseguenza, sono nella situazione per
capire la sua intenzione”
Idea di riconoscimento
concezione bidirezionale della
comunicazione, ma comporta a livello implicito una direzione
asimmetrica della responsabilità comunicativa:
il parlante appare più importante del destinatario
35
Reciprocità intenzionale (continua)
Riconoscimento dell’intenzione
destinatario rispetto al parlante:
dipendenza semantica del
L’attività comunicativa del destinatario consiste in una specie di
“lavoro filologico” di interpretazione semantica dell’intenzione del
secondo
Opacità intenzionale: scarto sistematico fra l’intenzione del parlante
(non accessibile direttamente in modo esaustivo e completo) e il suo
riconoscimento da parte del destinatario (parziale e limitato)
36
Attribuzione di intenzione
Il principio del “totum ex parte”: il destinatario attribuisce
un’intenzione completa e coerente all’atto comunicativo del parlante
sulla base di un insieme ristretto e limitato di indizi e di elementi
comunicativi
• il concetto di “riconoscimento” risulta essere insufficiente per spiegare
l’attività di interpretazione del destinatario
Attribuzione di una intenzione: il ricevente ha l’atteggiamento mentale
di attribuire un’intenzione comunicativa al messaggio del parlante
37
Attribuzione di intenzione (continua)
Alcune proprietà del processo di attribuzione:
• è un processo autonomo, realizzato soltanto dal destinatario
• è un processo attivo, poiché dipende soltanto dalle abilità e
dall’attività del ricevente
• è un processo soggettivo, in quanto esprime il suo punto di vista e la
sua sensibilità
Il destinatario può riconoscere l’intenzione del parlante in modo
preciso e attendibile, ma ha anche la possibilità di attribuirgli
un’intenzione differente per raggiungere determinati
suoi scopi relazionali
38
Attribuzione di intenzione (continua)
Prospettiva machiavellica della politica: si assume come standard di
azione l’atteggiamento mentale di attribuire all’avversario
l’intenzione più malevola e sfavorevole, in modo da:
• avere maggiori probabilità di prevenire e di difendersi dalle
sue mosse
• elaborare strategie efficaci di intervento, con più elevate
probabilità di successo
Differenza nei punti di vista del parlante e del destinatario implica e
presuppone in ogni caso una loro diversa interpretazione e un
differente percorso di senso in relazione ai medesimi episodi
39
La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunicativa
Manifestazione dell’estesa gamma di gradi di libertà a disposizione del
destinatario
• il significato letterale (o figurato) di un enunciato dipende
dall’attribuzione di intenzione operata dal destinatario;
l’interpretazione letterale è una fra le diverse soluzioni a disposizione
• l’interpretazione autentica: problema di avvicinamento alla reale
intenzione del parlante attraverso un processo di graduale
approssimazione
40
La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunicativa
(continua)
Il principio del “assumere per garantito” (taking-for-granted): il
destinatario propende ad accogliere il primo senso dell’atto
comunicativo che gli viene in mente e che non è immediatamente
contraddetto da un altro significato
L’attribuzione delle intenzioni comunicative rappresenta per il
destinatario un compito psicologico importante, sottile e impegnativo
in molti giochi comunicativi
41
La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunicativa
(continua)
Il significato appartiene all’atto comunicativo per la
sua posizione intermedia fra i partecipanti: esso non
è dato né dall’attività comunicativa svolta dal parlante
Soltanto, né da quella messa in atto dal destinatario,
bensì dalla loro attività congiunta in un processo
condiviso di comprensione
42
Processi di inferenza nell’attribuzione
delle intenzioni comunicative
Comprensione inferenziale: il destinatario è in grado di elaborare una
ipotesi sul significato del messaggio a partire dagli indizi comunicativi
Inferenza = forma di ragionamento nella quale un’ipotesi è ammessa
come accettabile sulla base di altre ipotesi la cui accettabilità è
ammessa in partenza
Modelli mentali = rappresentazioni mentali di situazioni reali,
ipotetiche o immaginarie impiegate dal destinatario durante l’attività
inferenziale
43
L’inferenza non dimostrativa nell’attribuzione delle
intenzioni comunicative
Inferenza dimostrativa = applicazione di regole deduttive a un insieme
di premesse di partenza (sillogismo)
Inferenza non dimostrativa = un’ipotesi su quanto comunicato può
essere confermata, ma non deduttivamente dimostrata
o la forza di un’ipotesi di spiegazione e di interpretazione di quanto
comunicato dipende dal grado di plausibilità di tale ipotesi
o entrano in gioco ipotesi fattuali, connesse con la rappresentazione
di fatti e di episodi contingenti che vengono a costituire l’oggetto
dello scambio di comunicazione
44
L’inferenza non dimostrativa (continua)
Regole di eliminazione
Modus ponendo ponens
input
output
Modus tollendo ponens
(i) P
(ii) se P allora Q
Q
a) input
output
b) input
output
45
(i) P o Q
(ii) non P
Q
(i) P o Q
(ii) non Q
P
L’inferenza non dimostrativa (continua)
Sulla scorta di questi procedimenti, il destinatario è in grado di
fare delle implicazioni su quanto comunicato dal parlante,
cioè di inferire di più di quanto venga detto
In condizioni di comunicazione per default, i partecipanti fanno
riferimento a rappresentazioni mentali incomplete e
approssimative
46
L’inferenza abduttiva e le euristiche
nell’attribuzione delle intenzioni
Analisi dei processi inferenziali: tre forme fondamentali di inferenza
(Peirce)
Ciascuna combina in modo differente tre aspetti:
una regola, un esempio particolare (o caso), il risultato
47
Deduzione
Regola Tutti i fagioli contenuti in questo sacco sono bianchi
Caso
Questi fagioli provengono da questo sacco
Risultato Questi fagioli sono bianchi
Tipo di inferenza monotonica in cui passiamo con il ragionamento da
una regola (o generalizzazione) a un caso particolare; in tal modo non
otteniamo nessun guadagno semantico in termini di comunicazione
48
Induzione
Caso
Questi fagioli provengono da questo sacco
Risultato Questi fagioli sono bianchi
Regola
Tutti i fagioli contenuti in questo sacco sono bianchi
Forma di inferenza non monotonica nella quale passiamo da molti casi
particolari a una generalizzazione (o legge)
49
Abduzione
Regola Tutti i fagioli contenuti in questo sacco sono bianchi
Risultato Questi fagioli sono bianchi
Caso
Questi fagioli provengono da questo sacco
Tipo di inferenza non monotonica in cui si passa a ritroso dagli effetti
alle cause, nel tentativo di spiegare qualcosa che è già accaduto; si
procede per congetture e si tenta di indovinare una soluzione
50
L’inferenza abduttiva (continua)
Negli scambi comunicativi quotidiani facciamo
ricorso, di solito, all’inferenza abduttiva per capire ciò
che l’altro comunica
Non avendo a disposizione una rappresentazione completa di quanto
l’altro comunica, non siamo in grado di fornirne una spiegazione
esauriente e, di conseguenza, siamo portati a indovinare e a fare delle
congetture su quanto viene comunicato
51
L’inferenza abduttiva (continua)
Il procedimento abduttivo è influenzato dai processi di
fissazione comunicativa:
• concentrazione attentiva su aspetti parziali e limitati di quanto
è stato comunicato, assumendoli come se fossero la totalità del
messaggio
• è una forma di fissità funzionale dell’attenzione e del pensiero
52
Le euristiche
Entrano in azione le euristiche: procedimenti logici, forme
semplificate ed economiche di ragionamento, in grado di ridurre
la complessità degli elementi e di fornire una spiegazione “al
meglio” di quanto viene comunicato
• Euristica della rappresentatività: la tendenza a ritenere
accettabile o meno un’affermazione in base alle conoscenze
stereotipate in proprio possesso
53
Le euristiche (continua)
•
Euristica della conferma: la tendenza a identificare soltanto
gli indizi che confermano la propria ipotesi
•
Euristica della disponibilità: la tendenza a ritenere credibile
un’affermazione circa un determinato evento, in quanto è
conforme con la probabilità di frequenza di quell’evento
54
Il ragionamento controfattuale
Ragionamento controfattuale: sorta di simulazione mentale in cui
si modifica un antecedente, in modo da ottenere un esito diverso da
quello reale; tale modificazione prende la forma di SE … ALLORA
INFERENZA ABDUTTIVA
+
RICORSO ALLE EURISTICHE
+
RAGIONAMENTO CONTROFATTUALE
=
RAZIONALITA’ LIMITATA
55
La razionalità limitata
• I partecipanti non comunicano come se fossero dotati di una
razionalità olimpica, perfetta ed esente da limiti e imperfezioni
• I partecipanti possono raggiungere, di volta in volta, soltanto
un ottimo locale sul piano della comunicazione
• Di conseguenza, l’attribuzione di una intenzione comunicativa
al messaggio del parlante è indeterminata, poiché può
prendere diversi percorsi, nessuno dei quali è privilegiato né
pienamente prevedibile
56
La sincronia comunicativa
Nella gestione dell’interazione comunicativa, gli interlocutori
sono sul medesimo piano e condividono la stessa responsabilità
nella gestione della interazione comunicativa
Comunicazione = forma di partecipazione: prodotto congiunto
della collaborazione fra gli interlocutori
• Coordinazione interattiva: quando le persone comunicano, devono
adattare i loro stili le une con le altre
• Adattamento reciproco: le persone devono adattare la loro condotta,
sincronizzare i loro tempi e il loro ritmo
57
La sincronia comunicativa (continua)
Sincronia comunicativa: proprietà globale e
fondamentale della comunicazione
• La dimensione temporale è molto importante
nell’organizzare la sequenza degli scambi comunicativi
58
La sincronia comunicativa (continua)
Teoria dell’accomodazione comunicativa (Communication
Accomodation Theory, CAT): le strategie di sintonizzazione e di
accomodazione consistono in una gamma estesa di segnali linguistici
e non linguistici
• Possibilità di adattare i nostri atti comunicativi a quelli del partner. La
sequenza degli scambi può assumere due direzioni:
 convergenza: le modalità comunicative di entrambi gli interlocutori
diventano più simili e assumono una forma omogenea
 divergenza: le differenze diventano progressivamente più grandi e
si crea un processo di scismogenesi
59
La sincronia comunicativa (continua)
L’emergenza dei modelli di sincronizzazione e di adattamento ha
un’importanza cruciale nell’assicurare efficacia e comprensibilità alla
comunicazione
Questa condizione diventa essenziale nelle fasi di transizione
relazionale, quando si mettono in atto significativi processi di
allontanamento e di avvicinamento (es. seduzione)
60
Le intenzioni collettive
Genesi e comprensione delle intenzioni collettive (Searle)
Concezione capitalista
le intenzioni collettive non sono altro che la
somma delle intenzioni individuali
Concezione additiva e meccanicistica: tante intenzioni individuali
non danno come risultato finale un’intenzione collettiva;
nell’intenzione collettiva vi è una forma di cooperazione che non
è generata dalla somma di singole intenzioni individuali
61
Le intenzioni collettive (continua)
Concezione socialista
le intenzioni collettive sono generate da una
mente e da una coscienza di gruppo
Non esiste una mente di gruppo, né un inconscio di gruppo; la
società è formata soltanto da individui e la coscienza è soltanto
nella mente degli individui
62
Le intenzioni collettive (continua)
Searle: intenzioni collettive (We-intentions)
• Sono espresse nella seguente forma: “Noi intendiamo fare l’azione
A”, esistente nella mente di ogni agente che agisce come parte del
gruppo
• Il contributo personale è rappresentato dalla forma: “Io intendo fare
l’azione B come parte del nostro fare l’azione A”
63
Le intenzioni collettive (continua)
Intenzione individuale: “ottenere lo scopo A per mezzo dell’azione B”
Intenzione collettiva: “ottenere lo scopo collettivo A per mezzo delle
azioni individuali B”
Nell’intenzione collettiva la componente individuale dell’azione
collettiva svolge il ruolo di mezzo rispetto allo scopo collettivo e
condiviso
interdipendenza e influenza reciproca fra le due
componenti
Tuttavia, vi è un’unica rappresentazione mentale che congiunge
in modo unitario l’intenzione individuale e locale con l’intenzione
collettiva e globale
64
Le intenzioni collettive (continua)
Un’efficace realizzazione delle intenzioni collettive comporta il
senso dell’altro come partecipante a un’attività di collaborazione
e cooperazione
Il senso dell’altro favorisce il senso della squadra e la
consapevolezza di “cantare in coro”, pur ciascuno con la propria
voce e la propria mente
65
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