Come siamo arrivati fin
qui. La breve strada verso
il rischio di default
Istituzioni di Economia Politica II
La Grande Recessione





Le economie dei paesi occidentali stanno
affrontando la crisi più profonda dal dopoguerra.
Gli effetti negativi su P.I.L. e disoccupazione
hanno influenzato il benessere di un gran
numero di persone
Queste lezioni raccontano la storia di questa
crisi.
Ne raccontano l’origine: la crisi statunitense dei
mutui subprime (2008)
e gli sviluppi più recenti: la crisi del debito
pubblico in Europa e in Italia
Prefazione: come funziona il
mercato del credito.




Il mercato del credito è il luogo in cui
operano gli intermediari finanziari (banche
etc.)
Questi agenti si occupano di intermediare
risorse finanziarie
Come operano?
Raccolgono risparmi dagli agenti che
hanno un surplus di risorse e li
trasferiscono agli agenti in deficit
Prefazione: come funziona il
mercato del credito.



Ad esempio raccolgono i risparmi delle
famiglie in forma di depositi e li
trasferiscono alle imprese o ad altre
famiglie sotto forma di prestiti/mutui.
Riconoscono un tasso di interesse
(passivo) a chi cede la disponibilità delle
risorse finanziarie che utilizzano (ad
esempio il tasso d’interesse sul c/c)
Riscuotono un tasso di interesse attivo sui
prestiti che concedono.
Tassi d’interesse




Nel sistema economico esistono diversi tassi
d’interesse.
Essi dipendono in prima battuta dalla
disponibilità di liquidità nel sistema economico.
Questa è controllata dalla Banca Centrale
tramite il tasso d’interesse di riferimento o
tramite l’offerta di moneta.
Il tasso sulla raccolta del risparmio e più in
particolare sui depositi bancari, dipende
principalmente dalla concorrenza sul mercato
bancario.
Maturità




Il tasso di interesse pagato da chi riceve un
prestito dipende da diversi fattori.
In primo luogo dipende dalla scadenza del
prestito.
Mentre nella raccolta di risparmio non esiste una
scadenza predefinita in cui il deposito deve
essere rimborsato, i prestiti hanno scadenze
definite.
Il tasso di interesse i è relativo al periodo da
oggi a T (es. 1 mese, 3 mesi, 1 anno, ecc.)
Rischio





Un secondo elemento che incide sul tasso
d’interesse è la rischiosità di chi ottiene la
disponibilità delle risorse finanziarie.
Dipende dalla probabilità che chi ha ricevuto il
prestito rimborsi le somme ottenute a scadenza.
Quanto maggiore è tale probabilità tanto minore
sarà il rischio di insolvenza / default.
Il rischio di insolvenza (debitori privati) e quello
di default (stati) saranno i principali protagonisti
della nostra storia.
Il rischio è secondario nella determinazione del
tasso d’interesse sulla raccolta di risparmi.
Regolamentazione





La regolamentazione pubblica obbliga le banche
ad avere profili di rischio bassi.
In particolare obbliga a tenere in cassa, a
riserva, un parte delle risorse che raccoglie.
Le riserve sono tanto maggiori quanto maggiore
è la rischiosità dei prestiti concessi dalla banca
Questo serve ad evitare che la banca non sia in
grado di restituire in qualsiasi momento i
risparmi ai suoi correntisti perché alcuni dei suoi
debitori non hanno rimborsato il prestito.
Le quantità di riserve dipende dalla “qualità
dell’attivo” delle banche
Ancora rischio




Da cosa dipendono i rischi di insolvenza /
default?
In primo luogo dal rapporto tra il reddito del
debitore e l’entità del prestito.
Se nell’arco di un anno il debitore ha delle
entrate consistenti sarà maggiormente in grado
di mettere da parte quanto serve per restituire il
prestito.
Ciò spiega perché quando si parla di rischio di
default si guardi al rapporto debito/P.I.L.
Ancora rischio



Un secondo elemento di cui tener conto sono le
garanzie prestate dal debitore, ovvero la sua
ricchezza finanziaria.
Se un debitore ha un patrimonio consistente in
proporzione al prestito richiesto, potrà a
scadenza restituire il dovuto vendendo
(volontariamente o forzosamente) una parte dei
suoi beni.
Quando si tratta di rischio di default il patrimonio
è un fattore poco rilevante per le difficoltà di
stimarlo e per le difficoltà politiche a metterle
eventualmente in vendita.
Ancora rischio

•
•



Indicatori
prestito / valore della garanzia
rata / reddito del debitore
Debitori più rischiosi pagano tassi di
interessi più elevati
Debitori “troppo” rischiosi non ricevono il
finanziamento
Al termine di questa premessa siamo pronti
a cominciare la nostra storia
Come tutto ebbe inizio
La crisi dei subprime e la
recessione mondiale
La crisi dei subprime e la
recessione mondiale

Quali sono i principali avvenimenti che hanno
caratterizzato la crisi?

Da dove ha tratto origine la crisi?

Cosa sono i mutui subprime e i derivati?

Quali sono stati gli effetti della crisi nei mercati
finanziari?
Le tappe della crisi
7 febbraio 2007 : il “paziente zero”
 Il “paziente zero” della crisi finanziaria è la
banca californiana New Century.
 L'istituto, specializzato in mutui subprime,
lancia un allarme utili, ovvero rivede al
ribasso le sue previsioni sull’utile di esercizio
8 giugno 2007:Inizia il crollo delle borse
 Wall Street perde l'1,5%
 Inizia un crollo che causerà un calo nel valore
delle azioni delle società quotate sulle Borse
di tutto il mondo pari a 31 mila miliardi di
dollari se misurato nel punto di minimo
toccato il 9 marzo 2009.
Le tappe della crisi
Febbraio 2008: Northern Rock salvata
 La Northern Rock, banca di credito ipotecario è la
prima vittima della crisi in Gran Bretagna.
 A metà febbraio il Governo britannico procede alla
nazionalizzazione dell'istituto, travolto dalle code allo
sportello dei risparmiatori presi dal panico.
15 marzo 2008: Sollievo per Bear Stearns
 La statunitense Bear Stearns finisce in crisi di liquidità
per le perdite realizzate in seguito alla svalutazione
del mercato immobiliare.
 L’intervento di un altro istituto bancario, JPMorgan,
avvenuto con il sostegno della Federal Reserve ne
evita il fallimento.
Le tappe della crisi




9 agosto 2008. Sparisce la liquidità nei mercati:
nessuno si fida più di nessuno e chi ha liquidità
non la cede. Volano verso l’alto i tassi
interbancari sulle poche operazioni effettuate.
Immediati immissioni di liquidità delle banche
centrali a favore dei sistema bancario (le banche
centrali sostituiscono il mercato interbancario
che si è bloccato)
Poco dopo la Fed incomincia ad abbassare il
tasso ufficiale
Partono anche interventi diretti di salvataggio di
alcuni grossi istituti finanziari
Le tappe della crisi

Il 7 settembre 2008 il Governo Usa interviene
per salvare Fannie Mae e Freddie Mac, imprese
finanziarie parastatali create dal Congresso per
favorire il credito nel settore immobiliare. Sono
specializzate nell'emissione di mutui e nella
rivendita nel mercato secondario.
Le tappe della crisi
15 settembre 2008:
Il crack di Lehman Brothers

La banca d'affari annuncia il ricorso alla procedura di
"fallimento pilotato" prevista dalla legge statunitense.

I debiti bancari ammontano a $ 613 miliardi, i debiti
obbligazionari a $ 155 miliardi. Si tratta della più
grande bancarotta nella storia degli Stati Uniti.

Il governo statunitense e la Fed non intervengono
perché la banca è ritenuta “insalvabile” ed inizia a un
crollo vorticoso delle Borse mondiali e un nuovo
evaporamento della liquidità
Le tappe della crisi
19 settembre 2008:
Il piano Paulson

Gli effetti del crack di Lehman Brothers,
costringono il 16 settembre il Governo Usa e la
Fed ad intervenire per salvare il gigante
dell’assicurazione ’American International Group
Inc. (AIG) il cui controllo passa al Tesoro

Il ministro Paulson annuncia un piano da $700
miliardi per acquistare dalle banche i titoli
“tossici” collegati ai mutui subprime.
Le tappe della crisi
Fine 2008:
La recessione globale

La crisi finanziaria si trasforma in una crisi
dell'economia reale. Molti Paesi finiscono
in recessione: è la prima volta che accade
su scala mondiale.
Le tappe della crisi
2009: il mondo in recessione
Italia
Germania
Francia
Area Euro
US
Giappone
Totale OCSE
Crescita del Pil
2008
-1,32
0,97
0,32
0,47
0,44
-1,19
0,53
2009
-5,09
-4,88
-2,47
-4,06
-2,44
-5,20
-3,33
Tasso di inflazione
Tasso di disoccupazione
2008
2009
2008
2009
2,76%
2,15%
6,82
7,84
1,51%
1,49%
7,24
7,43
2,45%
0,85%
7,40
9,10
2,18%
1,04%
7,47
9,36
2,14%
1,19%
5,81
9,29
-0,84%
-0,97%
3,98
5,07
2,54%
1,16%
5,99
8,14
C’è del marcio nel
mercato immobiliare
L’origine della crisi: i mutui
subprime


•
•
•
•

•
Mutui subprime 
riferimento a prestiti per acquisto dell’abitazione
Mutuo 
prestito a lungo termine (tipicamente 20-30 anni)
rimborso in rate mensili
tasso di interesse fisso o variabile
garanzia ipotecaria sull’immobile acquistato
Tasso fisso 
tasso predeterminato al momento del prestito per
tutto il periodo di rimborso
L’origine della crisi: i mutui
subprime

•
•
•

Tasso variabile 
regola di calcolo del tasso predeterminata al
momento del prestito per tutto il periodo di
rimborso
tasso legato a andamenti dei tassi di mercato
rappresentati da uno specifico tasso che funge da
indicatore (es. Euribor)
influenzato da politica monetaria via legame fra i
tassi
I mutui “subprime” sono mutui molto rischiosi
(subprime significa clientela di qualità inferiore a
quella che paga il “prime rate”, che rappresenta
le condizioni normali di finanziamento).
L’origine della crisi: i mutui
subprime


•
•

Il finanziamento è ovviamente concesso a un tasso
maggiore del “prime rate” per la peggior qualità dei
debitori
Indicatori
prestito / valore immobile
rata / reddito del debitore
In concreto mutui subprime sono mutui concessi a
soggetti con ridotte possibilità di restituzione del
prestito 
redditi e garanzie patrimoniali insufficienti(es. mutui
“NINJA”- no icome, no job or asset)

Negli ultimi 15 anni il volume e il peso dei subprime
negli Stati Uniti è cresciuto enormemente
L’origine della crisi: i mutui
subprime


•
•
•
Perché si è verificato questo incremento?
Tre concause:
presunta riduzione del rischio per impiego dei
derivati
dinamica dei prezzi delle case in US
ridotto costo del denaro
L’origine della crisi: i mutui
subprime




Presunta riduzione del rischio per impiego dei
derivati
Derivato  Strumento (titolo) il cui valore
(prezzo) si fonda sul valore (prezzo) di altri
titoli o beni
Nel caso dei subprime  i singoli mutui
venivano “spezzettati” e “reimpacchettati”  in
questo modo si riteneva di ridurre il rischio (in
realtà non si riduceva quello sistemico)
Approfondimento in seguito
L’origine della crisi: i mutui
subprime
 Dinamica dei prezzi delle case in US
 I prezzi delle case in US evidenziavano una
dinamica crescente molto accentuata 
• incremento della garanzia in caso di insolvenza
• possibilità di rimborsare rivendendo
L’origine della crisi: i mutui
subprime
 Ridotto costo del denaro
 Dopo il 2001 i tassi di interessi negli Stati Uniti
sono stati mantenuti molto bassi dalla Federal
Reserve  politiche espansive
 Il ridotto costo del denaro rendeva
conveniente impiegarne in grandi quantità
anche verso soggetti più rischiosi
L’origine della crisi: i mutui
subprime
 Cosa è accaduto nel periodo 2007-2008?
 Tutti gli elementi precedenti si sono rovesciati
 Elemento iniziale  crollo dei prezzi delle
case negli US
Dinamica del prezzo delle case 200009
Andamento per aree molto
differenziato
Prezzi case Phoenix
L’origine della crisi: i mutui
subprime
 Questo andamento ha un duplice effetto 
• riduzione della probabilità di rimborso dei
mutui subprime
• riduzione della garanzia ipotecaria

•
•
Nel complesso 
aumento insolvenza
garanzie reali spesso insufficienti
L’origine della crisi: i mutui
subprime
 L’effetto appena descritto non è stato
scongiurato dai derivati
 “Spezzettare” e “reimpacchetare” i mutui serve
per eliminare il rischio idiosincratico
(l’insolvenza del singolo) ma non quello
sistemico (un aumento generale della
probabilità di insolvenza nel sistema)
L’origine della crisi: i mutui
subprime

Inoltre i derivati “moltiplicano” l’effetto
dell’insolvenza

Essi hanno quindi determinato un effetto
opposto trasformando l’insolvenza di alcuni
debitori all’interno di un settore specifico
dell’economia (quello immobiliare) in una crisi
globale dei mercati finanziari

Vediamo qualcosa in più su come venivano
costruiti i derivati sui “subprime”
Costituzione di uno SPV

La creazione dei derivati sui subprime è
avvenuto con una modalità che prevede
diverse operazioni.

Le banche che hanno concesso i mutui
ipotecari costituiscono un società temporanee
(denominate Special Purpose Vehicles - SPV)
con personalità giuridica propria e
responsabilità limitata con il compito di
cartolarizzare i mutui.
Costituzione di uno SPV

Il loro compito è quello di emettere titoli il cui
valore e le cui cedole dipendono da un
portafoglio di attività finanziarie di riferimento
costituito essenzialmente da mutui immobiliari.

Ciò consente di limitare l’esposizione al rischio
della casa madre dal momento in caso di
fallimento essa risponde solamente per il
capitale che ha versato alla SPV
Emissione di titoli “tossici”






La SPV costituita ad hoc “compra” dalle
banche i mutui ipotecari e li trasforma in titoli
finanziari derivati.
In particolare emette due tipologie di titoli:
Mortgage Backed Securities (MBS): ossia titoli
garantiti da mutui ipotecari.
Collateralized Debt Obligations (CDO), ossia
titoli garantiti da un portafoglio di altri titoli (di
solito MBS)
I CDO sono titoli fondati su altri titoli  effetto
“moltiplicatore”  più livelli di titoli sugli stessi
mutui
I titoli sono venduti sui mercati agli investitori
istituzionali (banche, fondi comuni, ecc.)
Effetti del processo di
cartolarizzazione

La cartolarizzazione garantisce liquidità alle banche
che può essere utilizzata per la concessione di nuovi
prestiti.

Riduce l’esposizione al rischio delle banche

Riduce il fabbisogno di capitale delle banche che i
regolamenti internazionali prevedono legato
all’importo (e alla qualità) dei prestiti in portafoglio

Aumenta il rischio sistemico. L’abbondante liquidità e
la ridotta esposizione al rischio spingono a concedere
prestiti a debitori via via sempre meno affidabili
Agenzie di rating

Nella cartolarizzazione giocano un ruolo
essenziale le agenzie di rating, che si occupano
di classificare il rischio.

L’assenza di trasparenza nel mercato dovuta
all’utilizzo delle SPV ha fatto sì che il premio per
il rischio fosse molto basso nei prezzi dei titoli
derivati.

Ciò ha reso appetibili questi titoli contribuendo a
diffonderli tra gli investitori e garantendo alle
banche quantità consistenti di nuovi fondi a
prezzi molto bassi
Assicurazioni

Anche le compagnie di assicurazione, sono
coinvolte nel processo di cartolarizzazione
perché molto spesso i mutui subprime e i titoli ad
essi collegati sono coperti da assicurazione
contro il rischio di insolvenza.

Ciò contribuisce ad estendere il contagio anche
al comparto assicurativo
Lo scoppio della bolla

Scoppio della bolla immobiliare e
peggioramento della qualità dei
mutuatari
fenomeni di insolvenza e riduzione delle
garanzie ipotecarie 
il valore degli MSB si riduce 
il valore dei CDO si riduce (con un “effetto
moltiplicatore”)
Lo scoppio della bolla
Ciò ha determinato:
 fallimenti e/o salvataggi di SVP da parte dei
gruppi bancari, con perdite e crisi di liquidità
anche per le società madri
 perdite nei bilanci degli investitori istituzionali
 incremento dei rimborsi per le assicurazioni

La crisi di liquidità



Gli squilibri finanziari descritti in precedenza
costringono gli istituti finanziari a correggere le
loro esposizioni. Per cui:
vendita generalizzata di MBS e CDO
crollo dei prezzi di questi titoli

Ciò determina un circolo vizioso con nuovi
peggioramenti nei bilanci

Inoltre, le agenzie di rating rivedono al ribasso i
loro giudizi in a MBS e CDO 
le banche debbono incrementare i loro
accantonamenti per rispettare le regole legali
sull’ammontare delle riserve in relazione al profilo
di rischio degli investimenti
Crisi di liquidità
 Tutti questi fenomeni hanno determinato forte
ricerca di liquidità da parte dei soggetti in
difficoltà
 D’altra parte i soggetti con liquidità non erano
disponibili a concederla per l’incapacità di
valutare la solvibilità della controparte
(asimmetrie informative)

Il sistema finanziario pertanto è passato in poco
tempo dall’avere un’abbondante quantità di fondi
circolanti ad una crisi di liquidità consistente
Crisi di liquidità

I prestiti del settore bancario alle imprese,
ai consumatori e agli acquirenti di beni
immobili sono crollati a fine 2008 e nel
corso del 2009 negli Stati Uniti…
nell’area dell’Euro
ed in misura minore anche in Giappone
La crisi si estende alle borse
Gli indici di borsa crollano
 Tre ragioni principali:
 per recuperare liquidità gli intermediari finanziari
(in particolare i fondi di investimento) vendono
titoli  crollo indici azionari
 diffusione dei titoli tossici con scarsa
trasparenza nelle operazioni di cartolarizzazione
difficile identificazione delle società in perdita
sfiducia generalizzata nei mercati sul valore
delle imprese
 aspettative di effetti sui mercati reali 
peggioramento delle prospettive di redditività
delle imprese

Il crollo degli indici azionari
Andamento degli indici di borsa
160
120
100
80
60
40
20
Usa -42%
-53,5%
Europa
Jpn -55% Italia -63%
anno/mese
Euro area
Italia
Giappone
USA
10M05
10M03
10M01
09M11
09M09
09M07
09M05
09M03
09M01
08M11
08M09
08M07
08M05
08M03
08M01
07M11
07M09
07M07
07M05
07M03
0
07M01
numeri indice (base 2001)
140
I meccanismi di trasmissione
 Primo effetto 
vendita di titoli, scarsa identificabilità delle imprese
esposte, aspettative di recessione 
crollo indici azionari
 crollo indici azionari  “effetti ricchezza”
 Le famiglie detengono titoli
I meccanismi di trasmissione

Nella lezione 3 equazione del consumo:
C = C 0 + c 1Y D

C0 - Consumo autonomo
 E’ il termine che considera tutta la parte di
consumo che non dipende dal reddito disponibile
 E’ influenzato da molti fattori:
• ricchezza finanziaria
• fiducia nel futuro
• gusti

ricchezza finanziaria   C0  Domanda
I meccanismi di trasmissione
 NB: Gli effetti ricchezza generano anche effetti di
composizione (asimmetria creditori/debitori)
 Secondo effetto  per recuperare liquidità le
banche riducono il credito (credit crunch)
 Una descrizione semplificata si può ottenere
tramite il moltiplicatore della moneta (lezione 6)
 NB: Il meccanismo è molto più complesso ma la
descrizione tramite il moltiplicatore è accettabile
dal punto di vista qualitativo
I meccanismi di trasmissione

Attività delle banche e creazione di moneta
Contanti k
Circolante
Riserve
Depositi
Titoli + Credito
Contanti
Circolante
Depositi
e così via…
I meccanismi di trasmissione





Formalizzazione del ruolo delle banche 
moltiplicatore della moneta
H  controllato dalla Banca Centrale

dipende da c  comportamento degli individui
dipende da   comportamento delle banche
I meccanismi di trasmissione
 Per recuperare liquidità le banche  credito e
 riserve 
   
  MS
 Il credit crunch ha effetti analoghi a una
politica monetaria restrittiva  Y
I meccanismi di trasmissione
 Inoltre esso può rendere inefficaci le risposte
di politica monetaria
 Politica monetaria espansiva 
la Banca Centrale H per  MS
 Ma se contemporaneamente continua 
l’effetto finale su
è ambiguo
 Al limite se  è più forte di H  MS
I meccanismi di trasmissione
 Infine il credit crunch influenza direttamente l’attività
delle imprese
 Di norma le imprese sono caratterizzate da un ciclo
per cui i costi anticipano i ricavi 
L’attività produttiva genera i costi di produzione. Ad
essa segue la vendita di prodotti che determina i
ricavi
 Ciò rende necessario il frequente ricorso al credito
per svolgere l’attività produttiva
Il credit crunch riduce questa possibilità
I meccanismi di trasmissione
 Agli effetti precedenti si aggiungo gli effetti indiretti
 via moltiplicatore del reddito
  C0   Y   reddito  nuova  C …
  Y   I …
 Altri effetti derivano dalle aspettative connesse ai
fenomeni descritti in precedenza
 Aspettative di recessione generano
  indici di borsa (che anticipano la dinamica
dell’economia)  effetti ricchezza negativi
 peggioramento della fiducia di consumatori e
imprese   C0  I
I meccanismi di trasmissione


Trasmissione internazionale 
tramite il commercio internazionale (esportazioni,
importazioni) il calo della domanda di un paese si
trasferisce agli altri
L’effetto è molto rilevante per il “contagio” dai paesi
industrializzati ai paesi in via di sviluppo che
fondano la loro crescita principalmente sulle
esportazioni
Gli effetti sull’economia reale

I meccanismi di trasmissione
dall’economia finanziaria a quella reale
causano un calo di:
Investimento
Consumo
P.I.L
ed un aumento della disoccupazione
120
07
Q
220
07
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320
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420
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120
08
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220
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320
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120
10
Q
numeri indice (base 2000)
Dinamica degli investimenti privati
125
120
115
110
105
100
95
90
85
80
75
anno/trimestre
Area Euro
Italia
Giappone
US
20
07
Q
1
20
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2
20
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Q
3
20
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Q
4
20
08
Q
1
20
08
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2
20
08
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3
20
08
Q
4
20
09
Q
1
20
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2
20
09
Q
3
20
09
Q
4
20
10
Q
1
numeri indice (base 2000)
Dinamica del consumo privato
130
125
120
115
110
105
100
anno/trimestre
Area Euro
Italia
Giappone
USA
120
07
Q
220
07
Q
320
07
Q
420
07
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120
08
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220
08
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320
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420
08
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120
09
Q
220
09
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320
09
Q
420
09
Q
120
10
Q
numeri indice (base 2000)
Dinamica del P.I.L.
125
120
115
110
105
100
anno/trimestre
Area Euro
Italia
Giappone
US
Ja
n20
07
M
ar
-2
00
7
M
ay
-2
00
7
Ju
l-2
00
7
Se
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ar
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00
8
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ay
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00
8
Ju
l-2
00
8
Se
p20
08
No
v20
08
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09
M
ar
-2
00
9
M
ay
-2
00
9
Ju
l-2
00
9
Se
p20
09
No
v20
09
Ja
n20
10
M
ar
-2
01
0
M
ay
-2
01
0
Tasso di disoccupazione (%)
Dinamica della disoccupazione
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
anno/trimestre
Area Euro
Italia
Giappone
US
Effetti complessivi
Italia
Germania
Francia
Area Euro
US
Giappone
Totale OCSE
Crescita del Pil
2008
-1,32
0,97
0,32
0,47
0,44
-1,19
0,53
2009
-5,09
-4,88
-2,47
-4,06
-2,44
-5,20
-3,33
Tasso di inflazione
Tasso di disoccupazione
2008
2009
2008
2009
2,76%
2,15%
6,82
7,84
1,51%
1,49%
7,24
7,43
2,45%
0,85%
7,40
9,10
2,18%
1,04%
7,47
9,36
2,14%
1,19%
5,81
9,29
-0,84%
-0,97%
3,98
5,07
2,54%
1,16%
5,99
8,14
Osservazioni

In tutti i paesi industrializzati (e nella media
OCSE) si registra una diminuzione del Pil per
diversi trimestri e un forte calo in media annua 
forte recessione a livello mondiale

Fra le componenti della domanda gli investimenti
che costituiscono la parte più volatile della
domanda aggregata reagiscono più velocemente
alla crisi che non i consumi.
Osservazioni

Il calo del PIL risulta più contenuto negli US a
causa degli interventi di politica economica già
realizzati

L’Europa (e l’Italia in particolare) ha le
performance peggiori perché la crisi mondiale si
innesta su un’economia già colpita da una crisi
strutturale

Il Giappone si è mantenuto al riparo dagli effetti
finanziari della crisi ma è stato duramente
colpito dai suoi effetti reali a causa del peso
rilevante della componente estera nella sua
domanda aggregata.
Osservazioni

Il rallentamento dell’attività produttiva si traduce in
un aumento generalizzato del tasso di
disoccupazione.

La crescita è più veloce nei paesi con mercato del
lavoro più flessibile (in particolare negli US)

La recessione (il calo della domanda) determina
una rallentamento della dinamica dei prezzi con
tassi di inflazione vicino allo 0. Nel caso del
Giappone abbiamo una deflazione
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L`origine della crisi: i mutui subprime