Come siamo arrivati fin qui. La breve strada verso il rischio di default Istituzioni di Economia Politica II La Grande Recessione Le economie dei paesi occidentali stanno affrontando la crisi più profonda dal dopoguerra. Gli effetti negativi su P.I.L. e disoccupazione hanno influenzato il benessere di un gran numero di persone Queste lezioni raccontano la storia di questa crisi. Ne raccontano l’origine: la crisi statunitense dei mutui subprime (2008) e gli sviluppi più recenti: la crisi del debito pubblico in Europa e in Italia Prefazione: come funziona il mercato del credito. Il mercato del credito è il luogo in cui operano gli intermediari finanziari (banche etc.) Questi agenti si occupano di intermediare risorse finanziarie Come operano? Raccolgono risparmi dagli agenti che hanno un surplus di risorse e li trasferiscono agli agenti in deficit Prefazione: come funziona il mercato del credito. Ad esempio raccolgono i risparmi delle famiglie in forma di depositi e li trasferiscono alle imprese o ad altre famiglie sotto forma di prestiti/mutui. Riconoscono un tasso di interesse (passivo) a chi cede la disponibilità delle risorse finanziarie che utilizzano (ad esempio il tasso d’interesse sul c/c) Riscuotono un tasso di interesse attivo sui prestiti che concedono. Tassi d’interesse Nel sistema economico esistono diversi tassi d’interesse. Essi dipendono in prima battuta dalla disponibilità di liquidità nel sistema economico. Questa è controllata dalla Banca Centrale tramite il tasso d’interesse di riferimento o tramite l’offerta di moneta. Il tasso sulla raccolta del risparmio e più in particolare sui depositi bancari, dipende principalmente dalla concorrenza sul mercato bancario. Maturità Il tasso di interesse pagato da chi riceve un prestito dipende da diversi fattori. In primo luogo dipende dalla scadenza del prestito. Mentre nella raccolta di risparmio non esiste una scadenza predefinita in cui il deposito deve essere rimborsato, i prestiti hanno scadenze definite. Il tasso di interesse i è relativo al periodo da oggi a T (es. 1 mese, 3 mesi, 1 anno, ecc.) Rischio Un secondo elemento che incide sul tasso d’interesse è la rischiosità di chi ottiene la disponibilità delle risorse finanziarie. Dipende dalla probabilità che chi ha ricevuto il prestito rimborsi le somme ottenute a scadenza. Quanto maggiore è tale probabilità tanto minore sarà il rischio di insolvenza / default. Il rischio di insolvenza (debitori privati) e quello di default (stati) saranno i principali protagonisti della nostra storia. Il rischio è secondario nella determinazione del tasso d’interesse sulla raccolta di risparmi. Regolamentazione La regolamentazione pubblica obbliga le banche ad avere profili di rischio bassi. In particolare obbliga a tenere in cassa, a riserva, un parte delle risorse che raccoglie. Le riserve sono tanto maggiori quanto maggiore è la rischiosità dei prestiti concessi dalla banca Questo serve ad evitare che la banca non sia in grado di restituire in qualsiasi momento i risparmi ai suoi correntisti perché alcuni dei suoi debitori non hanno rimborsato il prestito. Le quantità di riserve dipende dalla “qualità dell’attivo” delle banche Ancora rischio Da cosa dipendono i rischi di insolvenza / default? In primo luogo dal rapporto tra il reddito del debitore e l’entità del prestito. Se nell’arco di un anno il debitore ha delle entrate consistenti sarà maggiormente in grado di mettere da parte quanto serve per restituire il prestito. Ciò spiega perché quando si parla di rischio di default si guardi al rapporto debito/P.I.L. Ancora rischio Un secondo elemento di cui tener conto sono le garanzie prestate dal debitore, ovvero la sua ricchezza finanziaria. Se un debitore ha un patrimonio consistente in proporzione al prestito richiesto, potrà a scadenza restituire il dovuto vendendo (volontariamente o forzosamente) una parte dei suoi beni. Quando si tratta di rischio di default il patrimonio è un fattore poco rilevante per le difficoltà di stimarlo e per le difficoltà politiche a metterle eventualmente in vendita. Ancora rischio • • Indicatori prestito / valore della garanzia rata / reddito del debitore Debitori più rischiosi pagano tassi di interessi più elevati Debitori “troppo” rischiosi non ricevono il finanziamento Al termine di questa premessa siamo pronti a cominciare la nostra storia Come tutto ebbe inizio La crisi dei subprime e la recessione mondiale La crisi dei subprime e la recessione mondiale Quali sono i principali avvenimenti che hanno caratterizzato la crisi? Da dove ha tratto origine la crisi? Cosa sono i mutui subprime e i derivati? Quali sono stati gli effetti della crisi nei mercati finanziari? Le tappe della crisi 7 febbraio 2007 : il “paziente zero” Il “paziente zero” della crisi finanziaria è la banca californiana New Century. L'istituto, specializzato in mutui subprime, lancia un allarme utili, ovvero rivede al ribasso le sue previsioni sull’utile di esercizio 8 giugno 2007:Inizia il crollo delle borse Wall Street perde l'1,5% Inizia un crollo che causerà un calo nel valore delle azioni delle società quotate sulle Borse di tutto il mondo pari a 31 mila miliardi di dollari se misurato nel punto di minimo toccato il 9 marzo 2009. Le tappe della crisi Febbraio 2008: Northern Rock salvata La Northern Rock, banca di credito ipotecario è la prima vittima della crisi in Gran Bretagna. A metà febbraio il Governo britannico procede alla nazionalizzazione dell'istituto, travolto dalle code allo sportello dei risparmiatori presi dal panico. 15 marzo 2008: Sollievo per Bear Stearns La statunitense Bear Stearns finisce in crisi di liquidità per le perdite realizzate in seguito alla svalutazione del mercato immobiliare. L’intervento di un altro istituto bancario, JPMorgan, avvenuto con il sostegno della Federal Reserve ne evita il fallimento. Le tappe della crisi 9 agosto 2008. Sparisce la liquidità nei mercati: nessuno si fida più di nessuno e chi ha liquidità non la cede. Volano verso l’alto i tassi interbancari sulle poche operazioni effettuate. Immediati immissioni di liquidità delle banche centrali a favore dei sistema bancario (le banche centrali sostituiscono il mercato interbancario che si è bloccato) Poco dopo la Fed incomincia ad abbassare il tasso ufficiale Partono anche interventi diretti di salvataggio di alcuni grossi istituti finanziari Le tappe della crisi Il 7 settembre 2008 il Governo Usa interviene per salvare Fannie Mae e Freddie Mac, imprese finanziarie parastatali create dal Congresso per favorire il credito nel settore immobiliare. Sono specializzate nell'emissione di mutui e nella rivendita nel mercato secondario. Le tappe della crisi 15 settembre 2008: Il crack di Lehman Brothers La banca d'affari annuncia il ricorso alla procedura di "fallimento pilotato" prevista dalla legge statunitense. I debiti bancari ammontano a $ 613 miliardi, i debiti obbligazionari a $ 155 miliardi. Si tratta della più grande bancarotta nella storia degli Stati Uniti. Il governo statunitense e la Fed non intervengono perché la banca è ritenuta “insalvabile” ed inizia a un crollo vorticoso delle Borse mondiali e un nuovo evaporamento della liquidità Le tappe della crisi 19 settembre 2008: Il piano Paulson Gli effetti del crack di Lehman Brothers, costringono il 16 settembre il Governo Usa e la Fed ad intervenire per salvare il gigante dell’assicurazione ’American International Group Inc. (AIG) il cui controllo passa al Tesoro Il ministro Paulson annuncia un piano da $700 miliardi per acquistare dalle banche i titoli “tossici” collegati ai mutui subprime. Le tappe della crisi Fine 2008: La recessione globale La crisi finanziaria si trasforma in una crisi dell'economia reale. Molti Paesi finiscono in recessione: è la prima volta che accade su scala mondiale. Le tappe della crisi 2009: il mondo in recessione Italia Germania Francia Area Euro US Giappone Totale OCSE Crescita del Pil 2008 -1,32 0,97 0,32 0,47 0,44 -1,19 0,53 2009 -5,09 -4,88 -2,47 -4,06 -2,44 -5,20 -3,33 Tasso di inflazione Tasso di disoccupazione 2008 2009 2008 2009 2,76% 2,15% 6,82 7,84 1,51% 1,49% 7,24 7,43 2,45% 0,85% 7,40 9,10 2,18% 1,04% 7,47 9,36 2,14% 1,19% 5,81 9,29 -0,84% -0,97% 3,98 5,07 2,54% 1,16% 5,99 8,14 C’è del marcio nel mercato immobiliare L’origine della crisi: i mutui subprime • • • • • Mutui subprime riferimento a prestiti per acquisto dell’abitazione Mutuo prestito a lungo termine (tipicamente 20-30 anni) rimborso in rate mensili tasso di interesse fisso o variabile garanzia ipotecaria sull’immobile acquistato Tasso fisso tasso predeterminato al momento del prestito per tutto il periodo di rimborso L’origine della crisi: i mutui subprime • • • Tasso variabile regola di calcolo del tasso predeterminata al momento del prestito per tutto il periodo di rimborso tasso legato a andamenti dei tassi di mercato rappresentati da uno specifico tasso che funge da indicatore (es. Euribor) influenzato da politica monetaria via legame fra i tassi I mutui “subprime” sono mutui molto rischiosi (subprime significa clientela di qualità inferiore a quella che paga il “prime rate”, che rappresenta le condizioni normali di finanziamento). L’origine della crisi: i mutui subprime • • Il finanziamento è ovviamente concesso a un tasso maggiore del “prime rate” per la peggior qualità dei debitori Indicatori prestito / valore immobile rata / reddito del debitore In concreto mutui subprime sono mutui concessi a soggetti con ridotte possibilità di restituzione del prestito redditi e garanzie patrimoniali insufficienti(es. mutui “NINJA”- no icome, no job or asset) Negli ultimi 15 anni il volume e il peso dei subprime negli Stati Uniti è cresciuto enormemente L’origine della crisi: i mutui subprime • • • Perché si è verificato questo incremento? Tre concause: presunta riduzione del rischio per impiego dei derivati dinamica dei prezzi delle case in US ridotto costo del denaro L’origine della crisi: i mutui subprime Presunta riduzione del rischio per impiego dei derivati Derivato Strumento (titolo) il cui valore (prezzo) si fonda sul valore (prezzo) di altri titoli o beni Nel caso dei subprime i singoli mutui venivano “spezzettati” e “reimpacchettati” in questo modo si riteneva di ridurre il rischio (in realtà non si riduceva quello sistemico) Approfondimento in seguito L’origine della crisi: i mutui subprime Dinamica dei prezzi delle case in US I prezzi delle case in US evidenziavano una dinamica crescente molto accentuata • incremento della garanzia in caso di insolvenza • possibilità di rimborsare rivendendo L’origine della crisi: i mutui subprime Ridotto costo del denaro Dopo il 2001 i tassi di interessi negli Stati Uniti sono stati mantenuti molto bassi dalla Federal Reserve politiche espansive Il ridotto costo del denaro rendeva conveniente impiegarne in grandi quantità anche verso soggetti più rischiosi L’origine della crisi: i mutui subprime Cosa è accaduto nel periodo 2007-2008? Tutti gli elementi precedenti si sono rovesciati Elemento iniziale crollo dei prezzi delle case negli US Dinamica del prezzo delle case 200009 Andamento per aree molto differenziato Prezzi case Phoenix L’origine della crisi: i mutui subprime Questo andamento ha un duplice effetto • riduzione della probabilità di rimborso dei mutui subprime • riduzione della garanzia ipotecaria • • Nel complesso aumento insolvenza garanzie reali spesso insufficienti L’origine della crisi: i mutui subprime L’effetto appena descritto non è stato scongiurato dai derivati “Spezzettare” e “reimpacchetare” i mutui serve per eliminare il rischio idiosincratico (l’insolvenza del singolo) ma non quello sistemico (un aumento generale della probabilità di insolvenza nel sistema) L’origine della crisi: i mutui subprime Inoltre i derivati “moltiplicano” l’effetto dell’insolvenza Essi hanno quindi determinato un effetto opposto trasformando l’insolvenza di alcuni debitori all’interno di un settore specifico dell’economia (quello immobiliare) in una crisi globale dei mercati finanziari Vediamo qualcosa in più su come venivano costruiti i derivati sui “subprime” Costituzione di uno SPV La creazione dei derivati sui subprime è avvenuto con una modalità che prevede diverse operazioni. Le banche che hanno concesso i mutui ipotecari costituiscono un società temporanee (denominate Special Purpose Vehicles - SPV) con personalità giuridica propria e responsabilità limitata con il compito di cartolarizzare i mutui. Costituzione di uno SPV Il loro compito è quello di emettere titoli il cui valore e le cui cedole dipendono da un portafoglio di attività finanziarie di riferimento costituito essenzialmente da mutui immobiliari. Ciò consente di limitare l’esposizione al rischio della casa madre dal momento in caso di fallimento essa risponde solamente per il capitale che ha versato alla SPV Emissione di titoli “tossici” La SPV costituita ad hoc “compra” dalle banche i mutui ipotecari e li trasforma in titoli finanziari derivati. In particolare emette due tipologie di titoli: Mortgage Backed Securities (MBS): ossia titoli garantiti da mutui ipotecari. Collateralized Debt Obligations (CDO), ossia titoli garantiti da un portafoglio di altri titoli (di solito MBS) I CDO sono titoli fondati su altri titoli effetto “moltiplicatore” più livelli di titoli sugli stessi mutui I titoli sono venduti sui mercati agli investitori istituzionali (banche, fondi comuni, ecc.) Effetti del processo di cartolarizzazione La cartolarizzazione garantisce liquidità alle banche che può essere utilizzata per la concessione di nuovi prestiti. Riduce l’esposizione al rischio delle banche Riduce il fabbisogno di capitale delle banche che i regolamenti internazionali prevedono legato all’importo (e alla qualità) dei prestiti in portafoglio Aumenta il rischio sistemico. L’abbondante liquidità e la ridotta esposizione al rischio spingono a concedere prestiti a debitori via via sempre meno affidabili Agenzie di rating Nella cartolarizzazione giocano un ruolo essenziale le agenzie di rating, che si occupano di classificare il rischio. L’assenza di trasparenza nel mercato dovuta all’utilizzo delle SPV ha fatto sì che il premio per il rischio fosse molto basso nei prezzi dei titoli derivati. Ciò ha reso appetibili questi titoli contribuendo a diffonderli tra gli investitori e garantendo alle banche quantità consistenti di nuovi fondi a prezzi molto bassi Assicurazioni Anche le compagnie di assicurazione, sono coinvolte nel processo di cartolarizzazione perché molto spesso i mutui subprime e i titoli ad essi collegati sono coperti da assicurazione contro il rischio di insolvenza. Ciò contribuisce ad estendere il contagio anche al comparto assicurativo Lo scoppio della bolla Scoppio della bolla immobiliare e peggioramento della qualità dei mutuatari fenomeni di insolvenza e riduzione delle garanzie ipotecarie il valore degli MSB si riduce il valore dei CDO si riduce (con un “effetto moltiplicatore”) Lo scoppio della bolla Ciò ha determinato: fallimenti e/o salvataggi di SVP da parte dei gruppi bancari, con perdite e crisi di liquidità anche per le società madri perdite nei bilanci degli investitori istituzionali incremento dei rimborsi per le assicurazioni La crisi di liquidità Gli squilibri finanziari descritti in precedenza costringono gli istituti finanziari a correggere le loro esposizioni. Per cui: vendita generalizzata di MBS e CDO crollo dei prezzi di questi titoli Ciò determina un circolo vizioso con nuovi peggioramenti nei bilanci Inoltre, le agenzie di rating rivedono al ribasso i loro giudizi in a MBS e CDO le banche debbono incrementare i loro accantonamenti per rispettare le regole legali sull’ammontare delle riserve in relazione al profilo di rischio degli investimenti Crisi di liquidità Tutti questi fenomeni hanno determinato forte ricerca di liquidità da parte dei soggetti in difficoltà D’altra parte i soggetti con liquidità non erano disponibili a concederla per l’incapacità di valutare la solvibilità della controparte (asimmetrie informative) Il sistema finanziario pertanto è passato in poco tempo dall’avere un’abbondante quantità di fondi circolanti ad una crisi di liquidità consistente Crisi di liquidità I prestiti del settore bancario alle imprese, ai consumatori e agli acquirenti di beni immobili sono crollati a fine 2008 e nel corso del 2009 negli Stati Uniti… nell’area dell’Euro ed in misura minore anche in Giappone La crisi si estende alle borse Gli indici di borsa crollano Tre ragioni principali: per recuperare liquidità gli intermediari finanziari (in particolare i fondi di investimento) vendono titoli crollo indici azionari diffusione dei titoli tossici con scarsa trasparenza nelle operazioni di cartolarizzazione difficile identificazione delle società in perdita sfiducia generalizzata nei mercati sul valore delle imprese aspettative di effetti sui mercati reali peggioramento delle prospettive di redditività delle imprese Il crollo degli indici azionari Andamento degli indici di borsa 160 120 100 80 60 40 20 Usa -42% -53,5% Europa Jpn -55% Italia -63% anno/mese Euro area Italia Giappone USA 10M05 10M03 10M01 09M11 09M09 09M07 09M05 09M03 09M01 08M11 08M09 08M07 08M05 08M03 08M01 07M11 07M09 07M07 07M05 07M03 0 07M01 numeri indice (base 2001) 140 I meccanismi di trasmissione Primo effetto vendita di titoli, scarsa identificabilità delle imprese esposte, aspettative di recessione crollo indici azionari crollo indici azionari “effetti ricchezza” Le famiglie detengono titoli I meccanismi di trasmissione Nella lezione 3 equazione del consumo: C = C 0 + c 1Y D C0 - Consumo autonomo E’ il termine che considera tutta la parte di consumo che non dipende dal reddito disponibile E’ influenzato da molti fattori: • ricchezza finanziaria • fiducia nel futuro • gusti ricchezza finanziaria C0 Domanda I meccanismi di trasmissione NB: Gli effetti ricchezza generano anche effetti di composizione (asimmetria creditori/debitori) Secondo effetto per recuperare liquidità le banche riducono il credito (credit crunch) Una descrizione semplificata si può ottenere tramite il moltiplicatore della moneta (lezione 6) NB: Il meccanismo è molto più complesso ma la descrizione tramite il moltiplicatore è accettabile dal punto di vista qualitativo I meccanismi di trasmissione Attività delle banche e creazione di moneta Contanti k Circolante Riserve Depositi Titoli + Credito Contanti Circolante Depositi e così via… I meccanismi di trasmissione Formalizzazione del ruolo delle banche moltiplicatore della moneta H controllato dalla Banca Centrale dipende da c comportamento degli individui dipende da comportamento delle banche I meccanismi di trasmissione Per recuperare liquidità le banche credito e riserve MS Il credit crunch ha effetti analoghi a una politica monetaria restrittiva Y I meccanismi di trasmissione Inoltre esso può rendere inefficaci le risposte di politica monetaria Politica monetaria espansiva la Banca Centrale H per MS Ma se contemporaneamente continua l’effetto finale su è ambiguo Al limite se è più forte di H MS I meccanismi di trasmissione Infine il credit crunch influenza direttamente l’attività delle imprese Di norma le imprese sono caratterizzate da un ciclo per cui i costi anticipano i ricavi L’attività produttiva genera i costi di produzione. Ad essa segue la vendita di prodotti che determina i ricavi Ciò rende necessario il frequente ricorso al credito per svolgere l’attività produttiva Il credit crunch riduce questa possibilità I meccanismi di trasmissione Agli effetti precedenti si aggiungo gli effetti indiretti via moltiplicatore del reddito C0 Y reddito nuova C … Y I … Altri effetti derivano dalle aspettative connesse ai fenomeni descritti in precedenza Aspettative di recessione generano indici di borsa (che anticipano la dinamica dell’economia) effetti ricchezza negativi peggioramento della fiducia di consumatori e imprese C0 I I meccanismi di trasmissione Trasmissione internazionale tramite il commercio internazionale (esportazioni, importazioni) il calo della domanda di un paese si trasferisce agli altri L’effetto è molto rilevante per il “contagio” dai paesi industrializzati ai paesi in via di sviluppo che fondano la loro crescita principalmente sulle esportazioni Gli effetti sull’economia reale I meccanismi di trasmissione dall’economia finanziaria a quella reale causano un calo di: Investimento Consumo P.I.L ed un aumento della disoccupazione 120 07 Q 220 07 Q 320 07 Q 420 07 Q 120 08 Q 220 08 Q 320 08 Q 420 08 Q 120 09 Q 220 09 Q 320 09 Q 420 09 Q 120 10 Q numeri indice (base 2000) Dinamica degli investimenti privati 125 120 115 110 105 100 95 90 85 80 75 anno/trimestre Area Euro Italia Giappone US 20 07 Q 1 20 07 Q 2 20 07 Q 3 20 07 Q 4 20 08 Q 1 20 08 Q 2 20 08 Q 3 20 08 Q 4 20 09 Q 1 20 09 Q 2 20 09 Q 3 20 09 Q 4 20 10 Q 1 numeri indice (base 2000) Dinamica del consumo privato 130 125 120 115 110 105 100 anno/trimestre Area Euro Italia Giappone USA 120 07 Q 220 07 Q 320 07 Q 420 07 Q 120 08 Q 220 08 Q 320 08 Q 420 08 Q 120 09 Q 220 09 Q 320 09 Q 420 09 Q 120 10 Q numeri indice (base 2000) Dinamica del P.I.L. 125 120 115 110 105 100 anno/trimestre Area Euro Italia Giappone US Ja n20 07 M ar -2 00 7 M ay -2 00 7 Ju l-2 00 7 Se p20 07 No v20 07 Ja n20 08 M ar -2 00 8 M ay -2 00 8 Ju l-2 00 8 Se p20 08 No v20 08 Ja n20 09 M ar -2 00 9 M ay -2 00 9 Ju l-2 00 9 Se p20 09 No v20 09 Ja n20 10 M ar -2 01 0 M ay -2 01 0 Tasso di disoccupazione (%) Dinamica della disoccupazione 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno/trimestre Area Euro Italia Giappone US Effetti complessivi Italia Germania Francia Area Euro US Giappone Totale OCSE Crescita del Pil 2008 -1,32 0,97 0,32 0,47 0,44 -1,19 0,53 2009 -5,09 -4,88 -2,47 -4,06 -2,44 -5,20 -3,33 Tasso di inflazione Tasso di disoccupazione 2008 2009 2008 2009 2,76% 2,15% 6,82 7,84 1,51% 1,49% 7,24 7,43 2,45% 0,85% 7,40 9,10 2,18% 1,04% 7,47 9,36 2,14% 1,19% 5,81 9,29 -0,84% -0,97% 3,98 5,07 2,54% 1,16% 5,99 8,14 Osservazioni In tutti i paesi industrializzati (e nella media OCSE) si registra una diminuzione del Pil per diversi trimestri e un forte calo in media annua forte recessione a livello mondiale Fra le componenti della domanda gli investimenti che costituiscono la parte più volatile della domanda aggregata reagiscono più velocemente alla crisi che non i consumi. Osservazioni Il calo del PIL risulta più contenuto negli US a causa degli interventi di politica economica già realizzati L’Europa (e l’Italia in particolare) ha le performance peggiori perché la crisi mondiale si innesta su un’economia già colpita da una crisi strutturale Il Giappone si è mantenuto al riparo dagli effetti finanziari della crisi ma è stato duramente colpito dai suoi effetti reali a causa del peso rilevante della componente estera nella sua domanda aggregata. Osservazioni Il rallentamento dell’attività produttiva si traduce in un aumento generalizzato del tasso di disoccupazione. La crescita è più veloce nei paesi con mercato del lavoro più flessibile (in particolare negli US) La recessione (il calo della domanda) determina una rallentamento della dinamica dei prezzi con tassi di inflazione vicino allo 0. Nel caso del Giappone abbiamo una deflazione