PRIMA frequenza dai 3 anni DOP0 possibile frequenza dai 2 anni e mezzo e possibile uscita dalla scuola a 5 anni e 1/2 durata della giornata scolastica: da 8 a 10 ore, tutte di tempo educativo durata della giornata scolastica da 5 a 10 ore su richiesta delle famiglie, senza quote garantite di tempo educativo Due insegnanti contitolari di classe, con circa due ore di compresenza giornaliere abolito il doppio organico nessuna indicazione su eventuali compresenze Orientamenti delle attività educative Indicazioni nazionali, percorso personalizzato, portfolio non si garantisce la generalizzazione e si introduce l’anticipo regole e ; senza è previsto un tempo di funzionamento annuale che può andare da 875 ore a 1700 ore: tempo educativo e tempo dell’assistenza rischiano di coincidere il doppio organico per sezione non è più previsto; nessuna garanzia di compresenza assicurata; nessuna professionalità specifica per sostenere l’ingresso dei bambini di 2 anni e 1/2 viene assegnata alle famiglie la possibilità di scegliere l’orario, il tempo educativo diventa variabile possibile accorpamento di classi nelle ore pomeridiane sono le famiglie che chiedono l’anticipo, e non vi è una valutazione concertata con i docenti sulla maturazione dei bambini manca l’adeguamento delle strutture per accogliere diverse fasce di età: non sono rispettati i ritmi di sviluppo dei bambini PRIMA DOP0 2 modelli: modulo e TP Aboliti modulo e TP, modello orario settimanale 27ore più 3 opzionali. Team docente Tutor e insegnanti di laboratorio con diverso orario di attività frontale Contitolarità Diversa responsabilità educativa Ore di contemporaneità Scompare la contemporaneità Programmi nazionali del 1985 Indicazioni nazionali e raccomandazioni Ambiti disciplinari di pari dignità Discipline alcune fondamentali affidate al tutor, altre ai docenti di laboratorio Curricolo integrato Non si parla di curricolo uguale per tutti,ma di piani personalizzati. Individualizzazione dell’insegnamento Personalizzazione e portfolio Obbligo scolastico Diritto dovere all’istruzione Collaborazione scuola famiglia La scuola risponde alle richieste delle famiglie Abolito il tempo pieno. Si riduce il tempo di ascolto e di attenzione per i bambini. I bambini apprendono da soli: diminuiscono l’apporto del gruppo classe e lo scambio cognitivo. ATTENZIONE: solo gli apprendimenti in tempi lunghi e distesi sono stabili e formativi solo un progetto integrato e non frammentato diventa significativo La scuola funzionerà mediamente per 27 ore settimanali, comprensive della quota riservata alle Regioni, di quella riservata alle scuole e all’insegnamento della religione cattolica Chi gestisce il tempo mensa? Si privilegia il modello con il maestro prevalente (il tutor), che ha la responsabilità di formulare e gestire con le famiglie il piano personalizzato. Chi sceglie il tutor? Quali competenze deve avere? Gerarchia tra le discipline (alcune attività opzionali e facoltative praticabili con esperti anche esterni alla scuola o in altre scuole. Estrema frammentazione e differenziazione del percorso educativo L’obbligo corrisponde all’anno scolastico; fuori dall’obbligo i bambini nati da settembre a dicembre, ma l’opzionalità si amplia da settembre ad aprile: l’anticipo delle iscrizioni rende possibile che in alcune classi frequentino bambini con 17 mesi di differenza la personalizzazione dei percorsi scolastici irrigidisce svantaggi ed eccellenze e ratifica le differenze La collaborazione scuola/famiglia coincide sempre con la sola richiesta delle famiglie? Il ruolo educativo della scuola e della famiglia è identico? Chi tutela i bambini appartenenti a fasce sociali disagiate, a rischio, migranti se la scuola perde la sua funzione compensativa assegnatale l’art. 3 della Costituzione? Quali investimenti per il cambiamento? Che fine faranno l’integrazione dei disabili e delle fasce deboli, forte peculiarità della scuola primaria italiana? Per quale motivo riformare i due ordini di scuola che vedono l’Italia ai primi posti nel mondo? Perché introdurre aspetti di competizione fin dalla prima infanzia? Perché eliminare la collegialità dei team garanzia di qualità e di equilibrio nella scelta dei percorsi formativi e nella valutazione?